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solo lo ha chiamato allesistenza ma, anche, lo ha destinato a partecipare alla sua stessa vita trinitaria. Esito
inevitabile di questo suo innalzarsi verso Dio la preghiera di lode e di ringraziamento per lazione del Padre nella
nostra vita. In tale ottica, per le.d.c., quello degli Esercizi spirituali, un tempo davvero elitario.
15. Chi sono
In vista di una rivitalizzazione dellesperienza di relazione con Dio Padre, ieri siamo partiti dal considerare
prima la originaria dimensione spirituale delluomo -immagine e somiglianza-, poi la sua dimensione naturale ed i
suoi principali meccanismi di funzionamento - plasm luomo con polvere del suolo, Gn 2,7 -. Oggi, il primo
esame della coscienza ci vedr impegnati nel tentativo di calare questo quadro generale su ciascuno,
individualmente preso, nellambito della propria storia che sappiamo essere unica e irripetibile. Deve quindi
riguardare il tema: Chi sono. Coscienti di essere a immagine di Dio, chiamati come figli a fare esperienza di
Lui come Padre, passiamo in rassegna la nostra esistenza ricostruendone, alla luce della coscienza spirituale, la
complessit. A partire dalla storia psicologico-spirituale, riflettiamo su come cultura, epoca, temperamento, SMI,
MOI, famiglia, relazioni significative, incontro iniziale con Dio, sua chiamata, crisi, sacerdozio, si sono intrecciati
portandoci a divenire quelli che oggi sentiamo di essere, fino allesperienza di questo momento Questo per
prendere piena coscienza che proprio io sono chiamato ad essere il tu specifico e insostituibile di quellunica e
irripetibile relazione che il Padre stabilisce con me, e solo con me. Nel setacciare tutti i Suoi interventi nella mia
vita fino al giorno di oggi, a partire dai talenti che mi ha dato per il bene della congregazione e della Chiesa, non
perdiamo di vista che la piena coscienza dei miei limiti radicati, come abbiamo visto ieri, negli SMI e nei MOI -,
deve mantenere come sfondo la coscienza della mia grandezza ai Suoi occhi.
16. La mia storia vocazionale Il mio essere sacerdote
Ieri, nelle.d.c., ognuno ha riflettuto sul tema: chi sono, cercando di calare la teoria degli SMI e dei MOI su se
stesso, e di rintracciare la loro interazione, sia positiva che negativa, con la vita spirituale. E cos, ora, ognuno
dovrebbe avere una migliore coscienza della propria identit psicospirituale. Abbiamo poi riflettuto sulla
Incarnazione, a cominciare dalla storia di due chiamate particolari: Giuseppe e Maria, pensando anche a come
possa essere stato faticoso per loro corrispondere alla volont del Padre. Ma, soprattutto, ci siamo concentrati su
Ges, sulla sua umanit e sul suo essere sacerdote.
Oggi cercheremo di rileggere la nostra vita soprattutto alla luce della nostra chiamata particolare, quella al
sacerdozio. Si tratta di rileggere, dunque, la storia del chi sono sotto la specifica luce della chiamata al
sacerdozio. In definitiva, oggi, ognuno dovrebbe cercare di ricostruire la storia vocazionale, a partire da tutti quegli
interventi del Padre atti a favorire il divenire sacerdote e che, nel tempo, hanno rappresentato lopportunit di
ricapitolare la propria identit sempre pi alla luce del senso vocazionale. Possiamo analizzare il mio essere
sacerdote, la mia quotidiana risposta alla chiamata. Come esprimo il mio sacerdozio? Qual la mia
somiglianza a Ges sacerdote? Quali sono le principali dissomiglianze? In quali modi i miei SMI e MOI
favoriscono e ostacolano lespressione del mio sacerdozio? necessario che le.d.c. cominci a divenire analisi
critica dellesperienza, quindi dellesperienza sacerdotale. Deve, pertanto, comportare quelle considerazioni atte a
favorire cambiamenti effettivi nellesperienza. La nuova coscienza, cio, deve tradursi in nuova esperienza
sacerdotale.
17. Il mio essere padre nello Spirito
Le.d.c. finora ha evidenziato due passaggi chiave: chi sono e la mia storia vocazionale, il mio essere
sacerdote. E oggi, finalmente, abbiamo potuto considerare il Padre, il modello originario della nostra immagine,
colui che ha eletto ciascuno di noi come Suo figlio e Suo sacerdote. Abbiamo anche considerato che il sacerdote
un figlio particolare, chiamato ad essere anche padre, come il Padre. Per questo, oggi, le.d.c. ha come oggetto la
mia paternit spirituale, resa ancora pi carica di responsabilit dal mio essere sacerdote, mediatore della relazione
dei figli con il Padre. E allora, come esercito la mia paternit sacerdotale nello Spirito? Qual la mia
somiglianza al Padre? In quali modi i miei SMI e MOI favoriscono e ostacolano il mio esser padre di quei figli
che il Padre mi affida? Anche in questo caso le.d.c. deve tradursi in analisi critica della propria esperienza di
paternit. Deve, quindi, considerare quegli elementi idonei a favorire cambiamenti concreti nellesperienza. La
nuova coscienza di paternit, cio, deve tradursi in nuova esperienza di paternit.