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I soggetti di diritto
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Il termine in senso tecnico esprimeva lappartenenza ad una categoria di persone (uomini liberi,
cittadini, membri di una familia) e veniva usato solo nellespressione cpitis demintio, che, nel
diritto classico, indicava la perdita della libert (cpitis deminutio maxima), della cittadinanza (c.d.
media) o della posizione che occupava nella famiglia (minima); solo in diritto giustinianeo, peraltro, che il termine caput assunse un significato che adombrava lidea moderna della capacit
giuridica: si ritenne, ad es., che lo schiavo nullum caput habet .
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uomo libero (status liberttis), o come cittadino (status civittis), o come membro
della famiglia (status familiae).
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La persona fisica iniziava la vita con la nascita: bisognava, per, esser nati vivi e anche
un solo breve istante di vita bastava perch la persona acquistasse diritti e li trasmettesse, immediatamente dopo la morte, ai propri successori.
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Discusso era il modo di accertare se lindividuo fosse o meno nato vivo: per la scuola proculiana
occorreva che il soggetto avesse emesso almeno un vagito; per la sabiniana (la cui tesi fin col
prevalere) bastava un qualsiasi segno di vita, come la respirazione, il movimento etc. (tesi accolta
anche da Giustiniano).
Non si considerava nato, e non era pertanto considerato persona, il frutto dellaborto .
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Lestinzione della persona fisica avveniva con la morte. Per il caso di commorienza, e
cio di morte nello stesso sinistro di pi persone (imparentate tra loro in modo che
luna potesse acquistare diritti dallaltra) senza che ci fosse la possibilit di stabilire
chi fosse morto per primo, il diritto classico presumeva in modo assoluto (presunzione
iuris et de iure, e cio che non ammette prova contraria) che tutti fossero morti nello
stesso momento; in diritto giustinianeo, invece, nel caso della morte del genitore e del
figlio, prevalse il principio della maggiore o minore resistenza fisica: si consideravano,
pertanto, morti prima i pi deboli (ad es. i genitori pi vecchi rispetto ai figli puberi, ed
i figli impuberi rispetto al genitore).
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I soggetti di diritto
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Con la morte di un soggetto, le situazioni giuridiche che a lui facevano capo si trasferivano ai successori o si estinguevano; in alcuni casi, tuttavia, si fingeva che il morto
fosse ancora titolare di situazioni giuridiche (ad es., in caso di eredit passiva, la bonorum venditio che comportava infamia poteva esser fatta a carico del debitore
insolvente defunto, sul quale ricadeva linfamia stessa).
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La fondamentale distinzione nellambito del diritto delle persone che tutti gli uomini
sono o liberi o schiavi. A loro volta tra gli uomini liberi alcuni sono ingenui (nati
liberi), altri liberti (liberati da una schiavit in modo conforme al diritto).
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A) La schiavit
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In origine il fenomeno della schiavit non ebbe grande rilevanza: sia le famiglie plebee (i cui membri erano normalmente sufficienti a provvedere alle esigenze della familia) sia quelle patrizie (che solevano avvalersi dellopera dei clientes, cio di coloro ai
quali era stato concesso il godimento precario delle terre appartenenti alla familia) non
avevano schiavi; a partire dal IV sec. a.C., a causa delle numerose guerre vinte, il
numero degli schiavi presto si accrebbe notevolmente.
Il dminus aveva sullo schiavo lo stesso potere che la legge attribuiva sulle cose al
proprietario (ius vitae ac necis, diritto di vita e di morte). La facolt di disporre, che
arrivava sino alla uccisione, fu grandemente temperata; la sensibilit dei giuristi romani ritenne perseguibile il dominus che ingiustificatamente avesse ucciso uno schiavo, o
gli avesse arrecato maltrattamenti ripugnanti per la collettivit.
In ordine ai rapporti patrimoniali, la condizione degli schiavi era simile a quella dei filii
familias, giacch la capacit patrimoniale spettava solo al pater familias: questultimo,
per, soleva assegnare ai pi meritevoli tra i suoi sottoposti un piccolo patrimonio (peculium) che di fatto apparteneva al beneficiario, pur se di diritto spettava al pater.
Lo schiavo poteva compiere atti giuridici, i cui effetti ricadevano, per, nella sfera
giuridica del dminus; attraverso lo schiavo era possibile, inoltre, per il dminus acquistare ed esercitare il possesso.
Se lo schiavo commetteva un delitto privato, il dominus poteva pagare la pena pecuniaria o abbandonare il reo al danneggiato (noxae deditio). Qualora lo schiavo fosse
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stato abbandonato dal dminus (c.d. derelctio), il dominium ex iure Quiritium su di lui
poteva essere acquistato da un altro soggetto per occupazione.
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Pu dirsi che, in generale, lo status di schiavo dipendeva dallo status della madre: nasceva schiavo il figlio di schiavi o della schiava, se il padre era ignoto. Se la madre era schiava al momento del
parto, pur essendo risultata libera al momento del concepimento, dapprima si ritenne che il neonato fosse schiavo; successivamente si ritenne che egli nascesse libero quando la madre fosse
stata libera anche per un solo istante tra il concepimento e la nascita.
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C) Iusta srvitus
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Quanto alla prigionia di guerra, si riteneva che cadessero in schiavit sia gli stranieri
fatti prigionieri dai Romani, che i Romani fatti prigionieri dai nemici: il prigioniero
(captvus) perdeva tutti i diritti.
Il cittadino libero caduto nelle mani del nemico subiva la cpitis deminutio maxima
e cadeva in stato di srvitus iniusta, cio non conforme allo ius civile: lo stato servile
non si considerava definitivo e cessava se il captvus riusciva a rientrare entro i confini
dello Stato romano con lintenzione di restarvi. In questo caso il captvus riacquistava
ipso iure nella sua interezza lo status di cittadino libero e, di conseguenza, tutti i suoi
precedenti diritti (si discute in proposito se egli perdesse ogni diritto, salvo a riacquistarlo al rientro per una reviviscenza, o se, invece, la titolarit dei rapporti fosse
sospesa fino alleventuale rientro). Tutto ci accadeva in virt di un risalente principio
consuetudinario, detto postlimnium o ius postlimnii (diritto di ritornare in patria).
Non mancavano, tuttavia, ipotesi nelle quali il cittadino cadeva in iusta srvitus (giusta schiavit);
ci si verificava:
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a) nel caso del debitore venduto dal creditore trans Tberim (oltre il Tevere) per non aver pagato
il debito, n aver presentato garanti a seguito della manus iniectio (per la quale si rinvia al
capitolo successivo);
b) nel caso del cittadino che non avesse provveduto a farsi iscrivere nelle liste del censo ( incnsus), e fosse stato egualmente venduto trans Tberim; lo stesso avveniva per lnfrequens,
cio per chi si era sottratto volontariamente alla leva militare;
c) nel caso del cittadino che, per aver violato il ius gentium era stato consegnato dal pater patratus al popolo straniero offeso (c.d. noxae deditio ).
Il patrimonio del cittadino caduto in iusta srvitus apparteneva al suo padrone; quello del cittadino
caduto in iniusta srvitus rimaneva alla sua famiglia.
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I soggetti di diritto
4. Segue: La manumssio
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B) Forme di manumissio
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La manumssio non era un semplice atto privato di disposizione, ma aveva anche risvolti pubblici, poich a seguito di essa un nuovo civis entrava a far parte della comunit politica.
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Tre furono le forme solenni con le quali venivano affrancati gli schiavi:
la manumssio vindcta consisteva in un finto processo nel quale un cittadino, il
c.d. adsrtor in liberttem, in forma solenne, dichiarava nei confronti del padrone
lo stato di libert dello schiavo (vindicatio ex servitte in liberttem); non opponendosi il padrone a tale dichiarazione, il magistrato pronunciava laddictio liber-
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Questionario
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(par. 3)
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(par 4)
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(par. 7)
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