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Dopo le scoperte sulla fisica quantistica, che alla fine degli anni Venti si era gi completamente

sviluppata giungendo a descrivere in modo soddisfacente tutti i fenomeni del mondo atomico; nel
1932, con la scoperta del neutrone e dellantielettrone, venne varcata una nuova frontiera che ha
aperto un nuovo capitolo della storia della fisica: la fisica subatomica.
Mentre Carl Anderson scopriva lantielettrone o positrone, Ernest Lawrence riusc ad accelerare
protoni lungo una traiettoria a spirale attraverso luso di un campo magnetico inventando cos il
primo ciclotrone.
Funzionamento del ciclotrone di Lawrence
I protoni, iniettati al centro dellacceleratore con bassa energia, sono accelerati progressivamente
ogni mezzo giro nel momento in cui passano attraverso unintercapedine formata da due elettrodi
cavi a forma di D e percorrono una traiettoria a spirale che si allarga sempre di pi fino a portarli
verso lesterno della camera a vuoto nella quale circolano dove sono estratti dal deflettore e
proseguono in linea retta senza venire pi accelerati.
I protoni accelerati da un campo elettrico oscillante percorrono unorbita a spirale completamente
immersi in un campo magnetico perpendicolare allorbita che agisce secondo la forza di Lorentz;
tanto pi sar grande il raggio dellorbita, il magnete e la traiettoria percorsa, tanto pi saranno
elevate le energie raggiunte dalle particelle.
Unulteriore evoluzione del ciclotrone rappresentata dal sincrotrone, che permette alle particelle
accelerate di percorrere unorbita circolare in quanto il campo magnetico dei molti magneti
distribuiti lungo il percorso e che piegano la traiettoria delle particelle aumenta in sincronismo con
laumento di energia.
Nel sincrotrone quindi le energie che si possono raggiungere non sono condizionate dalle
dimensioni o del numero di magneti che la presenza di una traiettoria a spirale comportava e quindi
si possono raggiungere energie molto pi elevate a minor costo.
Comunque, sia che vengano accelerate da un ciclotrone piuttosto che da un sincrotrone, i protoni
estratti vengono inviati su un bersaglio fisso, costituito da altre particelle (elettroni, protoni,
neutroni) che in queste condizioni si rompono e ,se lenergia sufficiente, vengono create nuove
particelle.
Infine, tramite dei sofisticati rilevatori, si studiano le propriet, le reazioni e le forze che producono
queste spettacolari trasformazioni di energia in massa.
Unulteriore evoluzione che ha permesso di ottenere urti tra particelle a energie sempre pi elevate
rappresentata dai collisori di particelle, composti in sostanza da due sincrotroni che accelerano fasci
di particelle in senso opposto per poi farle collidere ottenendo un energia quasi doppia rispetto a
quella raggiunta da ogni singolo sincrotrone.
Uno di questi apparati entr in funzione nel 1971 al CERN col nome di ISR (Intersecting Storage
Ring); era il primo collisore protone-protone che permetteva di accelerare in senso opposto due
fasci di protoni di 30GeV ciascuno che si intersecavano in 8 punti diversi.
In questi punti quindi le collisioni avvenivano ad unenergia di 60GeV, molto pi elevata rispetto
alle collisioni di un protone di 30GeV con un protone di un bersaglio fisso (8GeV).
Il collisore con il quale si ottenevano le massime energie nellannichilazione elettrone-positrone il
LEP (Large Electron Positron collider), installato al CERN in un tunnel sotterraneo di 27 Km nel
quale circolano in una ciambella di alluminio queste particelle, accelerate fino a 100GeV da campi
magnetici alternati che vengono generati con lutilizzo di cavit superconduttrici.

PERCHE ENERGIE SEMPRE PIU GRANDI?


I motivi principali per cui ci si spinge ad ottenere energie sempre pi elevate sono due:
1- Lenergia pu essere trasformata in massa secondo la legge di Einstein E=mc quindi pi energia
si ha a disposizione e maggiore sar la massa delle particelle che possono essere create nella
collisione.
2- Secondo il principio di indeterminazione di Heisenberg pi elevata lenergia che le particelle si
scambiano pi piccole sono le dimensioni che si possono esplorare.
Infatti, secondo il modello standard ogni forza tra particelle-materia mediata da uno specifico tipo
di particella-forza, detta mediatore che viene emessa dalle particelle che interagiscono in qualche
maniera tra loro; tuttavia lemissione dei mediatori implica una violazione del principio di
conservazione dellenergia che non pu essere spiegata dalla fisica classica ma pu essere ammessa
da quella moderna se si tiene conto del principio di indeterminazione di Heisenberg: tE.
Secondo il principio di indeterminazione pi grande lapparente violazione di energia , pi breve
il tempo per il quale essa pu aver luogo e quindi pi corto sar il tragitto che la particella-forza
potr percorrere; concludendo quindi, se si vogliono esplorare dettagli sempre pi piccoli
necessario poter scambiare energie sempre pi grandi.
SCOPERTA DEI QUARK
Queste particelle furono scoperte alla fine degli anni Sessanta presso luniversit di Stanford (USA)
grazie alla potenza di un acceleratore lineare che consent di bombardare un bersaglio di idrogeno
puro con elettroni di 10 GeV.
Si not che molti pi elettroni del previsto venivano diffusi a grandi angoli, corrispondenti ad
energie scambiate maggiori di 2 GeV, si dovette concludere che nei protoni-bersaglio sono
contenuti dei noccioli duri aventi diametro pari a 0.1fm che vennero chiamati quark.
Protoni e neutroni sono quindi composti a queste particelle elementari dotate di carica positiva o
negativa tenute insieme da una forza molto intensa (forza forte).
Vari tipi di quark: UP, con carica +2/3 e DOWN (-1/3).
CHARM e STRANGE, appartenenti alla seconda e pi energetici.
TOP e BOTTOM, appartenenti alla terza famiglia, ancora pi energetici.
In natura esistono solamente i quark-up e i quark-down che compongono protoni e neutroni.
PROTONE: 2 quark-up e 1 quark-down (carica: +2/3+2/3-1/3 uguale a +1)
NEUTRONE: 1 quark-up e 2 quark-down (carica: +2/3-1/3-1/3 quindi neutro)
MODELLO STANDARD
Il punto di forza del Modello Standard, quello che lo rende capace di spiegare cos tante cose, il
riportare tutte le particelle osservate a:
6 tipi di leptoni
6 tipi di quark, e...
particelle mediatrici di forza
Il primo tipo di particelle materiali che andiamo a conoscere sono i leptoni.
Ci sono sei leptoni, dei quali tre hanno carica elettrica e tre no. Il leptone carico pi conosciuto
l'elettrone (e). Gli altri due leptoni carichi sono il muone () e il tau ( ), che sono
fondamentalmente elettroni con molta pi massa. I leptoni carichi sono tutti negativi.

Gli altri tre leptoni sono gli elusivi neutrini. Non hanno carica elettrica, e hanno massa piccolissima,
o forse non ce l'hanno per niente. C' un tipo di neutrino che corrisponde a ogni tipo di leptone con
carica elettrica.
Per ciascuno dei sei leptoni c' un leptone di antimateria (antileptone) con massa uguale e carica
opposta; inoltre i leptoni sono particelle indipendenti che si trovano isolate a differenza dei quark
che si trovano solo in gruppi.
Attualmente, non abbiamo alcuna prova sperimentale che i leptoni abbiano una struttura interna, n
una dimensione.
Secondo tipo di particelle:Quark
Ci sono sei tipi di quark, ma i fisici di solito li raggruppano in tre coppie: Up/Down,
Charm/Strange, e Top/Bottom. Per ciascuno di questi quark esiste il corrispondente quark di
antimateria (antiquark).
I quark hanno l'insolita caratteristica di avere carica elettrica frazionaria, di 2/3 o -1/3, diversamente
dagli elettroni, che hanno carica -1, e dai protoni, che hanno carica +1. I quark sono dotati anche di
un altro tipo di carica, chiamata carica di colore.
I quark si raggruppano a formare delle particelle composte chiamate complessivamente adroni che
hanno sempre un numero intero di carica; ci sono due tipi di adroni.
I barioni
I barioni sono gli adroni composti da tre quark (qqq).
I mesoni
I mesoni contengono un quark e un antiquark.
Sia i quark che i leptoni esistono in 3 serie distinte. Ognuna di queste serie viene chiamata
generazione di particelle materiali. Una generazione una serie di quark e leptoni, un tipo per ogni
carica. Ogni generazione tendenzialmente pi pesante della serie precedente. Tutta la materia
visibile nell'universo composta dalla prima generazione di particelle materiali: quark up e down,
ed elettroni. La seconda e la terza generazione sono instabili, e decadono in particelle della prima
generazione. E' per questo motivo che tutta la materia stabile dell'universo fatta dalle particelle
della prima generazione.

Una spinosa questione che ha assillato per molti anni i fisici stata: "come interagiscono le
particelle materiali?".

Si capito che tutte le interazioni (o forze) che riguardano le particelle materiali sono dovute ad uno
scambio di mediatori di forza. Riprendendo l'immagine del pallone, i giocatori sono le particelle
materiali che si passano un pallone, che la particella mediatrice di forza. Quelle che noi
chiamiamo comunemente "forze" sono gli effetti dei mediatori di forza sulle particelle materiali.
Le forze, o interazioni previste dal modello standard sono quattro, di cui una (interazione di Higgs)
non stata ancora confermata sperimentalmente e costituisce infatti uno degli obbiettivi dei
ricercatori del CERN che lavoreranno con lLHC.
Interazione forte
E' stato stabilito i quark e i gluoni (e soltanto loro) hanno una carica che non di tipo
elettromagnetico; questa carica stata chiamata carica di colore. Tra particelle dotate di carica
di colore l'interazione molto intensa, tanto da meritarsi il nome di interazione forte. Dato
che questa interazione tiene insieme i quark a formare gli adroni, la sua particella mediatrice
stata chiamata gluone (dallinglese glue, incollare).Indirettamente questa interazione lega
anche protoni e neutroni in modo da tenere insieme i nuclei atomici.
Interazione debole
Linterazione debole agisce sui quark e sui leptoni, causando il loro decadimento in quark pi
leggeri ed elettroni oppure modificando la carica delle particelle (trasformazione di un quark-up in
un quark-down); in generale quando un quark o un leptone cambia tipo si dice che cambia sapore.
Tutti i cambiamenti di sapore sono dovuti all'interazione debole.
Le particelle mediatrici dell'interazione debole sono i bosoni W+, W-, Z.
Interazione elettromagnetica
Linterazione elettromagnetica agisce sulle particelle dotate di carica e non modifica n il loro
colore n il loro sapore; fa in modo che le particelle con la stessa carica si respingano.
I mediatori dellelettromagnetismo sono i fotoni ed hanno un raggio dazione illimitato, carica
elettrica nulla e massa nulla.

Interrazione di Higgs
Questa interazione per ora solo una formulazione teorica secondo cui il campo di Higgs riempie lo
spazio come un fluido, ostacolando i bosoni W e Z e limitando il raggio dezione delle interazioni
deboli. Si ritiene che il bosone di Higgs conferisca la propriet della massa ai quark, ai leptoni e ai
bosoni W e Z.

LLHC e la ricerca al CERN


LLHC (Large Hadron Collider, cio Grande Collisore di Adroni) un gigantesco anello, lungo 27 km,
sepolto a circa 100 metri di profondit. Al suo interno, nei prossimi mesi, i suoi circa 7000 magneti,
raffreddati con elio liquido a meno di 2 kelvin per renderli superconduttori cominceranno ad accelerare fasci
di protoni a velocit inferiori di un milionesimo di punto percentuale rispetto a quella della luce (300 mila
km al secondo), al fine di studiare le propriet fondamentali della materia.
Nell LHC, quando funzioner a regime, ci saranno 300 mila miliardi di protoni per ognuno dei sensi di
marcia, suddivisi in 2.808 pacchetti a distanza di 7,5 metri luno dallaltro. I fasci si incroceranno in 4 punti,
dove sono posizionati i rivelatori dei 4 esperimenti (ATLAS, CMS, Alice e LHCb): qui avverranno gli urti tra
protone e protone che vogliamo studiare.
Laspetto fondamentale che rende lLHC cos importante per la ricerca mondiale lenergia che sar in grado
di raggiungere; rispetto al pi potente acceleratore di particelle oggi in funzione, il Tevatron al Fermilab di
Chicago, lLHC potr accelerare i protoni a unenergia 7 volte superiore: 14 Tev (teraelettronvolt).
Viene chiamata terascala, ed il regno della fisica che si manifesta quando due particelle collidono con
unenergia complessiva di circa mille miliardi di elettronvolt, raggiungere questa concentrazione di energia,
compressa in un volume immensamente piccolo, rende possibile un fenomeno previsto dalla teoria della
relativit di Einstein, la trasformazione di energia in materia.
Dallurto di 2 protoni energetici, nascono cos apparentemente dal nulla centinaia di altre particelle, dando
vita a quello che in fisica si chiama un evento.
Aumentare sempre pi i livelli energetici raggiungibili consente inoltre di studiare fenomeni che avvengono
su scala pi piccola: come aumentare la potenza di ingrandimento di un microscopio.
I fenomeni pi interessanti, per, sono anche molto rari. E per questo anche importante la luminosit dello
strumento, cio il numero di collisioni che avranno luogo ogni secondo. La luminosit dellLHC un
centinaio di volte maggiore di quella del Tevatron.
Lobbiettivo principale e il motore di tutta la ricerca il bosone di Higgs, una particella che fu prevista dal
fisico britannico Peter Higgs nel 1964 per dare coerenza al Modello Standard. La particella di Higgs
importante perch la sua esistenza necessaria per giustificare una propriet sotto gli occhi di tutti: la massa
(che proporzionale al peso). Nel Modello Standard, se non ci fosse la particella di Higgs, le particelle non
avrebbero massa. La massa delle particelle, secondo questa teoria, dipende da quanto intensamente esse
interagiscono con il bosone di Higgs: un elettrone, per esempio, sarebbe pi leggero di un quark perch
interagisce meno con questa particella.
Oltre al bosone di Higgs, comunque, lLHC potr far luce anche su molte questioni non chiare e che destano
non poca perplessit negli scienziati e nei ricercatori come la reale identit della materia oscura presente
nelluniverso, senza lattrazione gravitazionale della quale molte galassie dovrebbero smembrarsi.
Gli esperimenti potrebbero dimostrare lesistenza di nuove forze della natura, oltre alle 4 gi note (gravit,
elettromagnetismo, forza nucleare forte e forza nucleare debole). Secondo alcune teorie, potrebbero esistere
nuove forze simili a quella nucleare debole, ma molto pi deboli, che si manifestano solo su scale molto
piccole rispetto al nucleo atomico. Potrebbero anche esistere nuovi livelli di struttura allinterno di quelle che
oggi consideriamo particelle elementari. Lenergia degli acceleratori di particelle , infatti, come il fattore di
ingrandimento di un microscopio ottico: maggiore lenergia, maggiore la capacit di guardare nel piccolo.
AllLhc sar perci possibile guardare allinterno di elettroni e quark e si potrebbe scoprire che sono
composti da altre particelle ancora pi piccole, tenute insieme da nuove forze.
Nel caso in cui si scoprissero nuove forze della natura, comunque, si dovrebbero scoprire anche nuove
particelle associate a tali forze, perch a ogni forza della natura associata una particella mediatrice (cio
che trasmette la forza).
Oltre a CMS e ATLAS, esperimenti finalizzati, il primo, alla ricerca sulla materia oscura e al bosone di
Higgs, il secondo; ci sono anche LhCb e ALICE:
LHCb un esperimento concepito per studiare le lievi asimmetrie tra materia e antimateria. Asimmetrie che
potrebbero anche spiegare il motivo per cui luniverso in cui viviamo dominato da materia, mentre
lantimateria praticamente assente.
Alice invece pensato per studiare uno stato particolarmente interessante della materia, il plasma di quark e
gluoni, di cui era composto luniverso nei primissimi istanti (20-30 microsecondi) dopo il Big Bang. Il

plasma di quark e gluoni una materia nucleare a grande densit e temperatura elevatissima (mille miliardi
di gradi), di cui si conosce molto poco, e che nellesperimento Alice sar ottenuto facendo scontrare tra loro
nuclei di piombo.
Fra non molto tempo il Large Hadron Colider inaugurer una nuova era nel campo della fisica, quando
estender il limite dello studio delle particelle subatomiche a livelli di energia mai raggiunti finora; tuttavia
la strada ancora da compiere risulta tuttaltro che breve e le diverse teorie ancora da verificare sono molte,
tanto che gi in via di progettazione una nuova macchina che si chiamer International Linear Collider
(ILC), una struttura lunga pi di 30 kilometri in grado di sviluppare energie ancora pi elevate.

Cosmologia
Il moto di recessione e lespansione delluniverso
Per comprendere come si sviluppata la teoria cosmologica odierna bisogna innanzitutto
comprendere un aspetto fondamentale che caratterizza il nostro universo, ovvero la sua continua
espansione rilevata grazie al red-shift delle galassie e la teoria del moto di recessione.
Le galassie, come le stelle, producono spettri a righe. Lo studio degli spettri ha permesso, nei primi
anni del secolo scorso, di scoprire alcuni sorprendenti aspetti della
struttura dell'Universo.
Tra il 1910 e il 1925, infatti, s scopr che le righe degli spettri: delle galassie sono sempre spostate
verso il rosso. Il fenomeno, detto red shift, si spiega considerando l'effetto Doppler (vedi pag. 35) e
indica che le galassie si stanno allontanando dal nostra galassia . Successivamente, nel 1929, Edwin
Powell Hubble dimostr che lo spostamento delle righe spettrali verso il rosso tanto pi marcato
quanto pi la galassia lontana dal Sistema Solare.
In altre parole si pu affermare che lo spostamento delle righe degli spettri galattici verso lunghezze
d'onda maggiori direttamente proporzionale alla distanza delle galassie da noi: le galassie pi
lontane si allontanano pi velocemente delle galassie pi vicine.
Il movimento di allontanamento delle altre galassie dalla nostra detto moto di recessione e la
relazione tra velocit di allontanamento e distanza della galassia dalla Terra espressa dalla legge di
Hubble:
v=Hd
dove:
v la velocit di allontanamento espressa in km/s,
H la costante di Hubble,
d la distanza dalla Terra espressa in Mpc.
La legge di Hubble stata verificata sempre con successo, anche se difficilmente applicabile alle
galassie del Gruppo Locale, per le quali sono pi evidenti i singoli movimenti all'intemo
dell'ammasso, che si sovrappongono al moto generale di recessione (fig, 25).
La legge di Hubble fornisce, tra l'altro, un metodo per determinare la distanza delle galassie pi
lontane, per le quali il metodo delle Cefeidi (vedi pag. 32) risulta di difficile applicazione, perch la
grande distanza rende troppo debole il segnale luminoso. In questi casi si osserva
Pentita dello spostamento verso il rosso nello spettro e si calcola la velocit relativa con le leggi
dell'effetto Doppler; infine, si ricava la distanza utilizzando la relazione:

Indipendentemente dal valore che si attribuisce alla costante di Hubble, si pu verificare che
l'allontanamento rilevato uniforme, qualunque dirczione intorno a noi
venga presa in esame, al punto che sembra che la nostra Galassia si trovi al centro del sistema in
espansione. Poich la nostra Galassia non si trova la centro dell'Universo, si deve ritenere che il
fenomeno riguardi tutte le zone dell'Universo: le galassie si allontanano non solo dalla nostra
Galassia, ma anche l'una dall'altra.
La scoperta di Hubble ha un'implicazione importantissima: le dimensioni dell'Universo stanno
aumentando. Dunque, l'Universo in espansione e la rapidit con cui si espande espressa dalla
costante di Hubble. Il valore della costante di Hubble' muta nel corso della storia dell'Universo e,
secondo le stime pi recenti, attualmente ha un valore compreso tra 40 e 80 km/s/Mpc.
L'espansione dell'Universo era gi stata ipotizzata in precedenza, ma le osservazioni di Hubble
hanno fornito la prova della validit di questa ipotesi, secondo la quale le galassie non si espandono
occupando regioni dello spazio preesistenti e vuote: lo stesso spazio che si espande
trascinando in questo suo movimento le galassie.
Lorigine delluniverso secondo la teoria del big bang
Nel secolo scorso, la scoperta dell'espansione dell'Universo fu una vera rivoluzione, perch in
contrasto con l'idea, dominante nel mondo antico, di un Universo statico e immutabile: per spiegare
il moto di recessione delle galassie infatti necessario ammettere che l'Universo muti
nel corso del tempo e che abbia avuto un inizio.
Se, infatti, immaginiamo di percorrere a ritroso il cammino che le galassie hanno compiuto nel
tempo (a causa del moto di recessione) arriveremo a un istante in cui le galassie erano vicine l'una
all'altra e compresse in uno spazio ridottissimo. In quel momento l'Universo doveva avere una
densit pressoch infinita e caratteristiche del tutto diverse da quelle attuali. Utilizzando la costante
di Hubble e presupponendo che la velocit del moto di recessione sia rimasta invariata, possibile
stabilire approssimativamente quando ebbe inizio l'espansione dell'Universo e datarne quindi
l'origine.
L'et stimata dell'Universo di 15-20 miliardi di anni e dal momento della sua origine, dunque,
l'Universo in uno stato dinamico e subisce mutamenti profondi.
L'origine e la successiva evoluzione dell'Universo sono oggetto di studio della cosmologia. La
cosmologia ha origini antiche: da quando l'uomo ha conquistato la facolt di formulare pensieri in
termini astratti, ha cominciato a riflettere, oltre che sulla propria natura, anche sulla natura del
mondo che lo circonda. L'immagine dell'Universo nel mondo antico si basava pi che altro sulla
visione filosofica o religiosa della realt, senza la preoccupazione di suffragare le teorie con dati
scientifici. La cosmologia moderna, invece, una scienza, anche se del tutto particolare: si basa su
dati e ipotesi scientifiche, ma non pu affrontare il problema dell'origine e dell'evoluzione
dell'Universo nei termini con cui normalmente si affronta un problema scientifico. Manca, infatti, e
mancher sempre, la possibilit di verifcare l'esattezza di una qualsiasi ipotesi attraverso verifiche
ripetute, proprio perch ci si trova di fronte a un evento unico e non ripetibile.

Le ipotesi cosmologiche
Nel secolo scorso, per spiegare lorigine delluniverso sono state formulate due ipotesi
cosmologiche fondamentali: lipotesi dello stato stazionario e quella del big bang, in base ale quali
sono stati elaborati due modelli della struttura delluniverso.
Secondo il modello stazionario luniverso uniforme nello spazio e nel tempo, quindi non ha un
inizio preciso e non subisce mutazioni nel corso del tempo.
Gli autori di questa teoria, per spiegare il fenomeno della recessione, sostengono che nelluniverso
si crei continuamente nuova materia che prende il posto della materia che gi esisteva, la quale
tende ad allontanarsi facendo si che ogni regione dello spazio mantenga costante nel tempo la sua

densit. Unipotesi del genere viola il principio di conservazione della materia e dellenergia, per
questi motivi oggi non pi ritenuta valida.
Il modello del big bang, esposto nella sua prima versione dal fisico russo-americano Gamow negli
anni 30, invece quello che sembra spiegare in maniera pi efficace come abbia realmente potuto
nascere luniverso senza scontrarsi con il fenomeno della recessione; secondo questo modello il
tutto ha avuto inizio in seguito ad unesplosione, a partire da uno stato iniziale di densit quasi
infinita e temperatura elevatissima.
Lesplosione primordiale avrebbe generato non solo tutta la materia che costituisce luniverso ma
anche le quattro forze fondamentali, prima unificate, nonch lo spazio ed il tempo; dallesplosione
inoltre avrebbe preso avvio lespansione che continua tuttora.
Per giungere a spiegare in modo pi preciso ci che accaduto durante i primi istanti di esistenza
delluniverso sono stati fatti molti tentativi che continuano ancora oggi nellambito della fisica delle
alte energie e che, con gli esperimenti sullLHC, potranno fornire ulteriori chiarimenti; oggi si
utilizza come riferimento il modello standard.
Secondo la teoria del big bang e il modello standard ilo momento in cui si originato luniverso
detto tempo zero e corrisponde a circa 15-20 milioni di anni fa; indicando con t=0 listante del big
bang la termodinamica relativistica mostra che per i primi secondi di vita delluniverso vale una
propriet molto semplice.
Ts= 1/EGeV
Questa relazione importante in quanto ci permette di distinguere varie ere nella storia
delluniverso primordiale.
I cosmologi sono riusciti a ricostruire in modo abbastanza attendibile per via teorica la storia
delluniverso a partire da 10 alla -43 secondi dopo il tempo zero; attualmente invece impossibile
stabilire cosa accaduto nel periodo precedente che viene chiamato era di Plank, poich materia ed
energia erano addensate in modo tale da costituire un sistema che non pu essere descritto con leggi
fisiche e per il quale impossibile parlare di spazio-tempo.
Al termine dellera di plank luniverso doveva avere dimensioni infinitesimali, una temperatura
dellordine di 10 alla 33 e le forze fondamentali erano unificate in una sola superforza; nel primo
microsecondo dopo lera di plank cominciarono a formarsi le particelle fondamentali e le loro
antiparticelle che subivano continuamente processi di formazione e annichilazione dando inizio
allera subatomica, le energie erano ancora troppo elevate per permettere ai quark e antiquark di
formare particelle composte quali gli adroni e gli antiadroni.
Negli istanti successivi luniverso continuava ad espandersi ad un ritmo elevatissimo e la
temperatura scendeva vertiginosamente, perci al diminuire delle energie scambiate, scomparso il
plasma di quark e gluoni, cos che i quark si sono potuti finalmente legare a formare gli adroni
stabili, cio protoni, antiprotoni, neutroni e antneutroni. Durante questa era nucleare le energie in
gioco erano ancora troppo elevate per consentire la formazione dei nuclei, in cui i nucleoni hanno
energie di legame dell'ordine di 8 MeV, cio di 10 alla-2 GeV. Grazie a questo valore
possiamo dedurre che l'era nucleare ha avuto termine 10 s, cio 10 alla -2 s dopo il Big Bang.
A partire da tale istante iniziata l'era del plasma atomico, durante la quale lo spazio era pieno di
elettroni, protoni, neutroni e nuclei leggeri che si muovevano troppo velocemente per formare
atomi.
Al termine di questa era, dopo circa 10 alla 13 s (cio 300000 anni) dal Big Bang le energie
scambiate erano tali da permettere il legame degli elettroni ai protoni e ai nuclei leggeri con
formazione di atomi. L'Universo era cos entrato nell'attuale era dei processi chimici, da questo
momento in poi le radiazioni, che prima erano ostacolate dagli elettroni del plasma di materia che
continuava ad assorbirle ed emetterle (lUniverso era opaco), iniziarono a muoversi e diffondersi
liberamente percorrendo lunghi tragitti.

Con il trascorrere del tempo la temperatura diminu ulteriormente e le interazioni tra materia e
radiazioni divennero sempre meno frequenti; si verificarono cos nuove forme di aggregazione: gli
atomi di idrogeno si organizzarono a formare molecole e si crearono composti pi complessi.

Le prove a favore del big bang


Attualmente le prove addotte a sostegno della teoria del big bang sono tre.
La prima prova il moto di recessione delle galassie, di cui abbiamo gi parlato.
La seconda prova l'analisi delle percentuali di idrogeno e di elio nell'Universo attuale. Tali
percentuali concordano con quelle previste dalla teoria e non sarebbero facilmente giustificabili
senza tale teoria. La materia appare, infatti, costituita per il 75% da idrogeno e per poco meno del
25% da elio. Se non si fosse verificato il big bang, tutto l'elio attualmente presente nell'Universo
deriverebbe dalle reazioni di fusione nucleare awenute nelle stelle. Ma la quantit di elio rilevata
risulta troppo elevata rispetto alle previsioni (specialmente nelle regioni in cui non ci sono stelle che
lo producono) e uniforme ovunque: ci in accordo con l'ipotesi che si sia formato nell'Universo
primordiale, prima della nascita-delie stelle e delle galassie.
La terza e pi convincente prova resistenza della cosiddetta radiazione cosmica di fondo (CMBR).
Tale radiazione fu scoperta nel 1964 dai radioastronomi Penzias e Wilson, I due studiosi eseguivano
ricerche finalizzate a misurare l'intensit delle onde radio emesse dalla nostra galassia, per eliminare
i "rumori di fondo" che potevano impedire una corretta analisi di altri segnali radio. A tale scopo
avevano modificato una radio antenna a corno di 6 metri, destinata in precedenza a raccogliere
segnali da radiosatelliti. Con questo strumento captarono un rumore radio persistente. Penzias e
Wilson si accorsero ben presto che il rumore proveniva uniformemente da tutte le direzioni del cielo
e che si manteneva costante nonostante tutti gli sforzi di correzione dei difetti dell'antenna
(eliminarono persino un nido di piccioni dall'antenna!) e indipendentemente dall'ora o dal periodo
dell'anno in cui veniva effettuato il rilevamento.
Le radiazioni rilevate erano radiazioni elettromagnetiche a bassa energia con lunghezza d'onda
variabile tra 60 cm e 0,6 mm (micro onde), con un massimo in corrispondenza del valore di 0,2 cm.
Un insieme di radiazioni simili corrisponde allo spettro emesso da un corpo nero che abbia una
temperatura di circa 2,7 K: per questo si dice che la radiazione cosmica di fondo ha una
temperatura di 2,7 K.
Perplessi per i risultati ottenuti, Penzias e Wilson si misero in contatto con gli astrofisici di
Princeton i quali, attraverso modelli teorici, avevano avanzato l'ipotesi che una radiazione, fossile,
residua del big bang, permeasse tuttora l'Universo.
Misurazioni successive, effettuate con il satellite COBE, lanciato dalla NASA nel 1990,
dimostrarono che la radiazione scoperta da Penzias e Wilson aveva caratteristiche corrispondenti a
quelle previste per la radiazione fossile del big bang.
In che modo la radiazione cosmica di fondo ricollegabile al big bang?
L'Universo iniziale caldissimo e densissimo, nei primi istanti, doveva essere opaco, ma colmo di
una radiazione ad alta energia (raggi x e y), prodotta dalle reazioni di annichilazione di materia e
antimateria. Con il passare del tempo, l'Universo si espanse e si raffredd al punto da consentire la
formazione dei primi atomi per combinazione di elettroni e nuclei. Ci permise alla radiazione di
espandersi liberamente. Si calcola che in quel momento la radiazione dell'Universo fosse la
radiazione di un corpo nero a 3000 K. Durante l'espansione successiva, la radiazione sub un
aumento della lunghezza d'onda, cio uno spostamento verso ilrosso, giustificabile con l'effetto
Doppler. Di conseguenza la "temperatura" della radiazione diminu progressivamente, in

proporzione inversa al crescere delle dimensioni dell'Universo. Anche se "raffreddata", questa


radiazione permane nell'Universo e lo riempie in tutte le direzioni
dello spazio.
Lo studio della radiazione cosmica di fondo, effettuato con il.COBE (Cosmic background explorer),
ha portato ad altre interessanti scoperte: la radiazione cosmica di fondo presenta lievi variazioni di
intensit nelle diverse direzioni dello spazio. Ci significa che la materia nell'Universo primordiale
non era distribuita in modo perfettamente omogeneo. Anche ora l'Universo non sembra essere del
tutto omogeneo.

Le possibili evoluzioni dell'Universo


Attualmente l'Universo si sta espandendo, ma il destino che avr resta oscuro: fino a quando
continuer l'espansione? Si arrester o proseguir all'infinito?
Gli astrotisici ritengono che il parametro da determinare per capire quale sar l'evoluzione
dell'Universo sia la densit. La densit, infatti, dipende dalla quantit di materia presente, e questa a
sua volta determina l'intensit della forza di attrazione gravitazionale.
L'attrazione gravitazionale che agisce tra le galassie importante perch l'unico fattore che pu
impedire una dilatazione infinita dell'Universo. Essa, infatti, agisce tra le galassie, rallentandone
l'allontanamento e riducendone la velocit di espansione.
Dal punto di vista teorico gli scenari futuri possibili potrebbero essere tre:
1. Se la densit dell'Universo sufficiente per generare una forza gravitazionale in grado di
fermare la spinta all'espansione, l'Universo cesser di espandersi e ricadr su se stesso
contraendosi (come avviene per un pallone lanciato in aria che comunque ricade sulla Terra). Il
gigantesco collasso che avverrebbe in questo caso detto big crunch. Un universo che si
espande per poi contrarsi un universo chiuso e nessun modello in grado di prevedere che
cosa avverr in seguito al collasso. Secondo alcuni si ripeter il big bang e l'Universo
continuer ad alternare espansione e collasso ciclicamente.
2. . Se, invece, la densit dell'Universo troppo piccola e non genera una forza gravitazionale
sufficiente per impedire all'espansione di durare per sempre, le galassie si allontaneranno
sempre pi e le stelle con il passare del tempo si esauriranno fino a spegnersi. L'Universo, che
in questa seconda ipotesi sarebbe un universo aperto, diventer sempre pi freddo, oscuro e
vuoto.
3. Se la forza gravitazionale non sar sufficiente per causare una contrazione, ma riuscir a
contrastare l'espansione tanto da rallentarla sempre pi, senza per causare un collasso, si avr
un universo che viene chiamato piatto.
Per capire quale dei tre modelli si avvicina maggiormente alla realt essenziale riuscire a
determinare l'intensit della forza gravitazionale. I metodi possibili sono due: in primo luogo si pu
provare a verificare se attualmente l'espansione rallenta, misurando il red shift delle galassie; in
secondo luogo si pu cercare di stimare la densit dell'Universo attuale. Tale stima risulta molto
difficile perch, oltre alla materia che conosciamo, nell'Universo esiste sicuramente un altro "tipo"
di materia con propriet del tutto differenti: la materia oscura.

Problemi aperti
Materia oscura
Studiando il moto di rotazione delle galassie intorno al proprio asse ci si resi conto che la stabilit
delle stesse richiede che nelluniverso sia presente molta pi materia di quella che possibile
osservare sotto forma di corpi celesti luminosi, gas e polvere interstellare.
Tale materia viene chiamata materia oscura e fornirebbe alle galassia lattrazione gravitazionale
interna, che serve a mantenerne la forma e lindividualit.
Altre indicazioni che confermano lesistenza della materia oscura provengono dagli studi
cosmologici sulla densit media della materia dellUniverso, i quali indicano che la sua massa
complessiva potrebbe essere addirittura il doppio della materia visibile.
Secondo una prima ipotesi una parte della materia oscura sarebbe contenuta in stelle piccole e poco
brillanti (nane nere); unaltra ipotesi sostiene che la materia oscura sia costituita da elementi non
ordinari come i neutrini, che per hanno una massa troppo piccola per giustificare le relazioni
trovate con gli studi cosmologici.
Una soluzione sembra essere fornita dalla teoria della supersimmetria, che prevede lesistenza di
particelle neutre e stabili (neutralini) con energia di riposo pari a 20GeV e che, se venissero trovate
con gli acceleratori di particelle, potrebbero risolvere il problema della materia cosmica oscura.
Costante cosmologica
Studiando la luce proveniente dalle supernovae di tipo Ia gli astrofisica hanno otenuto le conferme
di unidea teorica piuttosto antica, secondo cui esiste una forza di repulsione gravitazionale
indipendente dalla materia presente nellUniverso i cui effetti si manifestano a livello cosmologico
attraverso unaccelerazione del moto di recessione delle Galassie.
Questo risultato viene espresso dicendo che nelle equazioni della relativit generale compare una
costante cosmologica positiva.
Se si tiene conto di questa costante i calcoli portano ad affermare che lUniverso a curvatura nulla
(Universo piatto), risultato che si accorda bene con luniformit della radiazione cosmica di fondo e
con un particolare modello chiamato: modello delloinflazione.
Il predominio della materia sullantimateria
Ci sarebbero ottimi motivi per credere che, nel big bang, la materia stata creata in modo
perfettamente simmetrico, su questa base lesistenza stessa della materia e di noi stessi sarebbe un
mistero; lUniverso non dovrebbe quindi contenere n materia n antimateria.
Tuttavia lesperienza ci mostra che la materia esiste, mentre lantimateria molto rara e pu essere
prodotta soltanto in eventi ad alta energia che possono avvenire sia in natura sia allinterno degli
acceleratori.
Il fisico russo Anrej Sacharov, nel 1967, ipotizz che lassimmetria tra materia e antimateria sia
dovuta allassimmetria sotto la trasformazione CP.
C = simmetria di coniugazione di carica (si cambia il segno di tutte le cariche)
P = simmetria di parit (si scambia la destra con la sinistra)
Secondo la fisica del mondo macroscopico, ci che si ottiene in seguito ad una trasformazione CP
ancora un fenomeno possibile; per, per quanto possa non essere intuitivo, le interazioni deboli non
sono simmetriche sotto tale trasformazione.
Per esempio i bosoni K decadono attraverso la forza debole in due modi che per hanno una
probabilit diversa di avvenire che favorisce la creazione di materia piuttosto che di antimateria
(non vale la simmetria sotto CP).

Nome: Alessandro Scarpazza


Classe: 5^C
TITOLO TESINA: Le frontiere della fisica delle alte energie

(Acceleratori di particelle e lorigine delluniverso)

MATERIE COINVOLTE: Fisica e scienze(cosmologia)

TRACCIA:
Acceleratori di particelle (ciclotroni,sincrotroni,collisori)
Perch energie sempre pi grandi? (principio di indeterminazione di Heisenberg)
Scoperta dei quark e delle altre particelle subatomiche
Il CERN e la ricerca internazionale (raggiungimento della terascala con lLHC,la macchina
che cerca lorigine delluniverso)
Modello standard
Origine delluniverso (modello del big-bang)
Espansione delluniverso e le sue possibili evoluzioni
Conferme sperimentali del modello (radiazione cosmica di fondo, abbondanza dellelio)
Problemi aperti (costante cosmologica, materia e antimateria, materia oscura)

NOTA: Per la presentazione della tesina (formato Power Point) sar necessaria la disponibilit di
un computer.

BIBLIOGRAFIA: Ugo Amaldi La fisica per i licei scientifici


Rivista scientifica La scienza
Rivista scientifica online Focus
Internet Sito ufficiale del CERN

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