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http://www.nilalienum.it/Sezioni/Archivio/CasoSchreber.html
SOMMARIO:
1. Introduzione
2. Schreber secondo Freud
3. Schreber secondo Schatzmann
4. La chiave del delirio
5. Genesi, struttura e dinamica del delirio
6. L'altro Schreber
7. La soluzione ingegnosa
8. Conservazione e cambiamento nel delirio di Schreber
9. Controllo statale e fermenti sociali nella Germania Imperiale
10. Conclusioni
1. Introduzione
Nel periodo pi fiorente dell'impero germanico, quando la Realpolitik di Bismark, ispirata da un rozzo darwinismo sociale, impone all'Europa
lequilibrio del terrore, vincolando la pace internazionale e sociale al potere dell'esercito e delle forze di polizia, e spostando pertanto il corso della
storia dal piano degli ideali illuministici a quello della forza bruta, un giudice tedesco delira: "egli ritiene di essere chiamato a redimere il mondo e
a restituire ad esso la perduta beatitudine a condizione per di trasformarsi da uomo in donna". Tale trasformazione, che egli accetta come un
dovere, necessaria al fine di partorire, per diretta fecondazione da parte di Dio, una nuova stirpe di uomini.
Il presupposto implicito del delirio che il mondo giaccia nel disordine e nell'infelicit, e che esso abbia dunque bisogno di una radicale
rigenerazione. Nonostante la complessa tessitura del sistema delirante, affidata ad un minuzioso libro di memorie, nulla ci dato di intuire della
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visione del mondo, evidentemente critica, da cui esso muove, nulla dell'utopia del mondo a venire, se non che esso sar il regno della beatitudine.
Il passaggio dal disordine all'ordine postula, per, un'evirazione.
In un contesto storico e culturale che affida le sue pretese egemoniche alla potenza maschile, esaltata dal mito militarista, e che insister, sino
alla catastrofe nazista, nel progettare una ripulitura del mondo dai germi di anarchia e di debolezza che lo minacciano in termini di sopraffazione, il
delirio del giudice Schreber stride con un suono sovversivo. Come giunto a tanto un degno rappresentante alta borghesia tedesca, candidato al
Reichstag e presidente della Corte di Appello di Dresda? Si tratta di una bizzarra conseguenza di una malattia mentale, di un'elaborazione
comprensibile psicologicamente di un disordine meramente intrapsichico, o di un documento, significativo e inquietante, dei nessi che legano
oscuramente l'esperienza soggettiva al mondo?
Quest'ultima l'ipotesi che cercheremo di provare. Sinora, nonostante l'abbondante letteratura a riguardo - Schreber il paziente pi citato in
psichiatria - il caso stato utilizzato o per condannare Schreber, imputando il delirio alle vicissitudini di un attacco omosessuale al padre, o per
condannare questi, e i valori che la sua educazione impronta nel figlio, giudicandoli paranoidogenetici.
Per quanto il secondo punto di vista sia, a mio avviso, pi vicino alla verit, esso, per come stato articolato, fa torto ad essa.
Tenter, pertanto, una revisione del caso proponendomi due obiettivi: il primo, di fornire un'interpretazione pi globale della genesi e del
significato del delirio; il secondo, di avviare una riflessione metodologica sui rapporti tra esperienza soggettiva psicopatologica e contesto
sociostorico.
L'uso di un materiale ricco e organizzato come quello fornito da Schreber stesso, collocabile in un contesto reso, in una certa misura, trasparente
dalla distanza storica, comporta, in rapporto al fine che ci si prefigge, un vantaggio enorme. Ulteriormente si porr il problema di comprendere se
e come sia possibile adottare la stessa metodologia sul piano della contemporaneit.
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Tutti questi presupposti sono criticabili, ma - riservandoci di approfondire ulteriormente questa critica - se li sottraiamo al sistema freudiano, quale
il residuo scientifico che rimane? La concezione della storicit dell'esperienza soggettiva, il cui presente riassume e riarticola il passato; la
definizione dell'inconscio come serbatoio di memorie personali e di tradizioni; e, infine, la dinamica della personalit impegnata costantemente ad
assicurare un livello minimale di equilibrio psichico, tale che la malattia viene ad assumere il significato di un tentativo di guarigione rispetto a
problemi conflittuali che minacciano la disintegrazione.
Posto ci, risulta evidente, che, sottoponendo ad analisi il caso Schreber, Freud mira alla soluzione di due problemi: primo, individuare, nelle
memorie inconsce, il fondamento conflittuale da cui muove il disagio psichico; secondo, chiarire il significato del delirio come tentativo di
guarigione rispetto ad una minaccia di destrutturazione.
L'impresa scientifica di enorme portata rivela nella sua impostazione la grandezza di Freud. Quanto agli esiti difficile pensare che i presupposti
ideologici cui si fatto cenno, non li abbiano influenzati. Vediamo come.
Giusta la teoria secondo la quale la donna , almeno simbolicamente, un uomo evirato, il dovere di trasformarsi in donna imposto a Schreber al
fine di redimere il mondo, costringendolo a rinunziare al suo degno status maschile non pu esprimere che una punizione. Ma una punizione
postula una colpa: se l'esser donna una condizione di inferiorit biologica il desiderare di esserlo, per provare il piacere di soggiacere all'uomo,
configura un'esplosione di libido omosessuale meritevole della perdita dello status di maschio. Accettando l'evirazione e dunque espiando la
colpa, Schreber pu raggiungere la beatitudine di un'unione mistica col padre trasfigurato in Dio e, sentendosi redento, pensare che tutto il
mondo possa esserlo in virt della sua espiazione. I presupposti impliciti dell'interpretazione freudiana, mascherati da una consumata abilit
retorica, sono i seguenti: la dignit dello status maschile e lindegnit di quello femminile, la nobilt spirituale del padre e la bassezza pulsionale
del figlio, la natura infamante e peccaminosa dell'attacco filiale e la necessit di una punizione esemplare, riparatoria e purificatoria.
Il processo morale cui Freud sottopone Schreber si conclude dunque con un verdetto inappellabile di colpevolezza: "il fondamento sul quale si
sviluppata la malattia di Schreber stato l'esplosione di un impulso omosessuale".
Non contraddice questa condanna quanto troviamo scritto altrove: "noi non abbiamo proprio nulla da rimproverare a Schreber, n di aver avuto
impulsi omosessuali, n di essersi sforzato di rimuoverli".
La colpa infatti della natura umana, tremendamente restia a svincolarsi da modalit arcaiche di soddisfazione libidica necessarie allo sviluppo
umano, in s e per s, pericolose.
Alla fissazione di Schreber concorrono peraltro circostanze affatto eccezionali: gi viscose per conto loro, le istanze amorose rivolte al padre
divengono insormontabili poich questi, secondo quanto Freud sa, stato un uomo eccezionale, amabile e scrupoloso, precocemente sottratto
alla famiglia dalla morte. Vedremo che questa opinione contestabile. Ci che ci interessa rilevare che Freud trascura del tutto l'obiettivo del
delirio: la rigenerazione del mondo in virt della produzione di nuovi uomini. Se il fondamento del delirio, la colpa da cui esso muove, fosse
l'attacco omosessuale al padre, questa nuova umanit non dovrebbe essere affrancata dalla libido? Ma la beatitudine che Schreber sperimenta, e
che alla fine del processo di trasformazione in donna sar provata da tutti, una volutt ininterrotta e totale.
Dal punto di vista freudiano la difficolt relativa: il delirio infatti, come ogni modalit psicopatologica, serve tanto a mascherare quanto a
soddisfare le pulsioni. Pagato il prezzo della castrazione, Schreber pu pensare dunque che il suo rapporto con il padre e con Dio sia
infinitamente soddisfacente.
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Ma allora - vien da chiedersi - la colpa da cui muove il delirio sessuale o di altra natura? E la trasformazione in donna in cui si esprime si deve
intendere su un piano immediatamente ideologico o simbolico?
L'ipotesi alternativa a quella freudiana che Schreber identifichi nella condizione virile un potenziale distruttivo e in quella femminile un potenziale
riparativo e rigenerativo; e che, in secondo luogo, essendosi trovato ad avvertire dentro di s una totale distruttivit sia riuscito ad estinguerla solo
mortificandola. Ma, posto quell'identificazione, cos'altro avrebbe potuto fare se non accettare di trasformarsi in donna? Resta da provare la
credibilit di un'ipotesi di tal genere.
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La verit che il sistema pedagogico schreberiano, e, soprattutto, i valori cui esso si ispira ha prodotto infiniti uomini normali e, presumibilmente,
una quota minoritaria di paranoici. Ch'esso, insomma, come ogni sistema normativo, abbia funzionato come una medaglia a due facce, una delle
quali ha prodotto normalit, laltra disagio psichico.
Nonch risolto, il problema Schreber si ripropone: perch egli, anzich rimanere indegno rappresentante della borghesia intellettuale tedesca,
dedita al culto della sua immagine ufficiale efficiente, pura e moralmente integra, giunge, in et matura, a sviluppare un delirio? Nonostante il
valore dei dati su cui si fonda, linterpretazione di Schatzman finisce in un vicolo cieco che contraddice i presupposti psicosociogenetici ch'essa
intende avvalorare. Se, infatti, poste le stesse condizioni educative, con variabili insignificanti, un individuo ammala mentre molti altri raggiungono
la normalit, quegli evidentemente predisposto. L'assoluzione di Schreber come vittima innocente postula dunque una predisposizione
all'infermit mentale!
L'escamotage antipsichiatrico noto: in rapporto a un contesto malato, la follia di Schreber risulterebbe una saggia ribellione, e la normalit degli
altri l'indice di una supina subordinazione adattiva ad un modello antropologico mostruoso, di una pseudo-normalit. L'ipotesi non irragionevole,
ma per renderla credibile e verificabile sul piano scientifico occorre una maggiore raffinatezza nell'approccio alla genesi e alla struttura
dell'esperienza delirante, nonch una comprensione pi profonda dei nessi che intercorrono tra individuo e societ.
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Per un altro verso il disordine ha radice nell'incapacit di Schreber, rappresentante dell'umanit, di rinunciare alla sua virilit, e alla volont di
potenza che essa esprime, vivendo gli attacchi ad essa persecutoriamente, piuttosto che come sollecitazione a cambiare status, trasformandosi in
donna, e, dunque, volgendo in fecondit ci che nell'uomo solo distruttivit.
N Freud n Schatzman, per motivi diversi, rilevano il ruolo salvifico e redentore che il delirio di Schreber assegna alla donna. E' ovvio che questo
ruolo, nonch un dettaglio, rappresenta la chiave dell'esperienza delirante. Ma che valore occorre assegnare ad esso?
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Questo dramma rende conto degli effetti paradossali del successo: pi l'individuo sale in alto, pi si assume responsabilit sociali, pi egli preda
del senso di colpa di avere ingannato tutti, di essere stato gratificato mentre egli sente di meritare solo di essere punito, e pi teme che la verit
temuta ma indubitabile, possa affiorare in virt di una perdita di controllo, dando luogo ad una caduta rovinosa.
Non azzardato pensare che Schreber abbia vissuto, prima di ammalare, un dramma di questo genere, reso ancor pi increscioso dal suo ruolo
sociale di giudice. E che, candidato al Reichstag prima, e poi nominato presidente di Corte di Appello, egli, che si difeso per anni dalla paura
della follia e della criminalit, sia stato colto da un sentimento di totale indegnit. Il delirio ipocondriaco che affiora restituirebbe dunque l'immagine
interna che Schreber ha di se stesso come di un essere morto, putrefatto e appestato. Trattandosi di un'immagine morale, coerente che egli
invochi la morte e tenti il suicidio. Per comprendere l'ulteriore, e sorprendente, sviluppo delirante occorre riflettere sulla genesi di quest'immagine.
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rabbia tremenda attivata dalla repressione, e, infine, il contenimento di questa rabbia ottenuto in virt della criminalizzazione.
Questa immagine interna precipita nelle falde profonde della personalit di Schreber come attestante la sua follia criminale, ma, al tempo stesso
contenendo essa bisogni di sviluppo irrinunciabili, nonostante l'ipercontrollo, si muove come fantasma pauroso ogni qualvolta si offrano nuovi ruoli
sociali, con maggiore libert e responsabilit.
Schreber non in grado, ovviamente, di decifrare in termini biografici e storici la sua rabbia: egli la sente rivolta contro tutti i valori veicolati dal
codice morale paterno. Contro l'autorit, dunque, la gerarchia, la religione, il diritto, la morale. La sente oscuramente anzich come funzione di
giustizia, fonte di un infinito e totale disordine. Questo fa della sua protesta - di uomo mortificato, umiliato, costretto a vivere nella paura e
nell'attesa di una punizione - una rivoluzione privata il cui sbocco fatale: la conferma della sua pericolosit di pazzo criminale.
L'affiorare in Schreber di una rabbia incontrollata e incontrollabile, tremendamente minacciosa per il suo equilibrio psichico e per lordine del
mondo, permette di comprendere il delirio di colpa che precede il delirio mistico. La condanna che egli tenta di infliggersi, precipitandosi nella
vasca da bagno e invocando il cianuro, attesta questo dramma morale. Se egli vuole sopravvivere, deve redimersi.
Ma come? Reintegrandosi nell'orribile normalit perduta? Rimescolando i frammenti di un'esperienza interiore di cui ha una confusa
consapevolezza, Schreber trova una soluzione geniale, che, sul piano interpretativo, ci obbligher a trascendere il livello intrapsichico e
relazionale. Per redimerlo, e per redimersi, Schreber deve riorganizzare il suo mondo interiore: ma, per giungere a tanto, non pu non mettere in
questione il Mondo.
7. La soluzione ingegnosa
Una rabbia, che esprime una ribellione al Padre e a tutti i valori che egli rappresenta, merita, dunque, una punizione, ma, al tempo stesso,
essendo essa funzione di giustizia, una qualche soddisfazione. Schreber, metaforicamente, ricorre in appello contro la condanna a morte. La
sentenza che riesce ad ottenere dal tribunale della mente, e che il delirio esplicita, veramente ingegnosa.
Nonostante leducazione paterna e l'autodisciplina, la natura di Schreber rimasta ribelle e pericolosa, non perch essa fosse originariamente
malvagia, bens perch stata letteralmente snaturata, assoggettata al principio dell'obbedienza cieca, coartata e passivizzata.
L'intento originario era quello di ricavarne un vero uomo in rapporto ad un modello potentemente militarista. Ci che si ottenuto una
mostruosit antropologica (da questo punto di vista Schatzman ha ragione: l'anormalit di Schreber un indizio di una normalit mostruosa): una
personalit rigida e fragile, obbediente e ribelle, ordinata e anarchica, ascetica e immorale, onesta fino allo scrupolo e criminale.
Il trattamento pedagogico ha fornito, dunque, risultati parziali e per alcuni aspetti paradossali, rendendo terribile il pericolo che esso intendeva
scongiurare. L'opera va portata a compimento: lobbedienza, la subordinazione, la passivit devono diventare assolute. Ci comporta per uno
slittamento simbolico.
Un vero uomo (e da questo punto di vista la logica di Schreber pi coerente di quella del padre) non pu essere totalmente assoggettato ad un
altro uomo. Nella struttura sociale in cui vive Schreber c', oltre al bambino, un solo essere schiavo dell'uomo: la donna. Portare a compimento
lopera significa, dunque, n pi n meno, trasformarsi in donna.
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A differenza di Freud, che non pu vedere in questo slittamento che lespressione di una castrazione, Schatzman coglie nell'abiezione dell'essere
donna un valore: la fecondit,che ne riscatta la passivit e la subordinazione, e si contrappone simbolicamente alla distruttivit del maschio.
Trasformarsi in donna, accettare la femminilit come valore ristabilisce l'ordine del mondo perch fonda la possibilit che la potenza del Maschio,
dell'Autorit, di Dio, quali che siano le loro insensatezze, le incomprensioni della natura umana, l'incapacit di apprendere dall'esperienza
riproduca, in virt della fecondit della donna, una natura vergine e intrinsecamente ricca di tutte le possibilit evolutive frustrate, invano, dalla
cultura.
La redenzione del mondo pu dunque avvenire solo in virt della rigenerazione della natura umana, ma questo postula che luomo - Padre,
Autorit o Dio - che si arroga funzioni educative sia mortificato nel ruolo di riproduttore. L'uomo nuovo non pu nascere che dalla donna: la
previsione di Schreber che la rigenerazione avverr nell'arco di decenni lascia intendere che non in questione la riproduzione fisica; l'uomo
nuovo non nascer dal ventre della donna, bens da una rivoluzione culturale che valorizzi tutto ci che il modello patriarcale, maschilista e
militarista mortifica: la sensibilit, la tenerezza, la gioia, la volutt.
La rivelazione concessa a Schreber verte dunque sulla necessit di castrare la distruttivit del maschio per liberare ed esaltare la potenzialit della
natura umana.
Conservatore, nel senso che esso realizza in maniera radicale gli obiettivi di subordinazione e di passivit perseguiti dal sistema pedagogico, il
delirio schreberiano anche sovversivo: l'ordine del mondo che esso intende restaurare postula infatti la punizione dell'uomo, di Schreber, ma, al
tempo stesso, del Padre, dell'Autorit, di Dio.
Soluzione geniale, la redenzione di Schreber riconosce come limite la sua forma delirante. Rimane da capire perch Schreber non sia potuto
andare al di l, e, in secondo luogo, di cercare di ricostruire i nessi tra l'esperienza privata di Schreber e lo spazio storico all'interno del quale essa
stata elaborata.
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Rispetto alla sovrastruttura cosciente di Schreber, totalmente fedele ai valori del mondo in cui vive, il delirio sembra esprimere una serie di
intuizioni critiche che, svelando la funzione disumanante di quelli, non possono comportare che l'esigenza di un cambiamento radicale, mirante a
restaurare un ordine fedele ai bisogni umani. Ma questa esigenza non pu sfuggire alla cattura ideologica del codice superegoico; profondamente
iscritto nella personalit di Schreber: la criminalizzazione che ne segue gli pone il problema di soddisfare 1esigenza di un cambiamento evitando
la disintegrazione della sua identit personale e sociale.
Da questo punto di vista, non mi sembra illecito definire il delirio di Schreber una rivoluzione privata, nel senso che esso muove dalla percezione
critica di un ordine reale disumano che postula un cambiamento, ma, per il difetto di adeguati strumenti di elaborazione di questa intuizione, esso
deve esaurirsi in un ambito privato, configurandosi, a livello intrapsichico, come mediazione tra istanze apparentemente inconciliabili.
Ma se ci vero, spostando lattenzione sul mondo in cui vive Schreber, dovremmo ritrovare in esso le matrici dell'esperienza schreberiana. Il
limite di questa ricerca segnato solo dal livello di competenza di chi la effettua: la coscienza di questo limite ci affranca per dalla tentazione di
colmare le lacune del sapere con protesi ideologiche.
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10. Conclusioni
La politica di potenza della Germania imperialista, incentrata sull esaltazione delle virt militari della razza tedesca, maturer nel corso del '900,
nei due assalti al potere mondiale caratterizzati dalle due guerre. Per imporre il suo ordine, la Germania trasciner il mondo nel disordine e nelle
barbarie, affidando alle armi il compito di redimerlo; di estirpare da esso tutti i germi di debolezza. Solo due sconfitte rovinose, il disarmo e, infine,
la lacerazione del territorio la indurranno a cedere e a subordinarsi alle leggi del diritto internazionale e del rispetto dei popoli. Occorrer,
insomma, debellarla ed evirarla per porre fine ad un sogno che dalla Prussia settecentesca dura e si alimenta sino al nazismo.
Il delirio di Schreber, come Freud intuisce, contiene pi verit di quanto altri sia disposto ad ammettere: di certo, pi verit di quanto egli stesso
pensi.
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