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Articolo pubblicato sul sito corriere.

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Estrazione : 19/02/2015 08:49:12
Categoria : Attualit
File : piwi-9-12-51584-20150219-1919917624.pdf
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http://cinquantamila.corriere.it/storyTellerArticolo.php?storyId=54e594711e3a9

Basilica di Assisi, il restauro che minaccia gli affreschi di


Giotto. I lavori condotti sui capolavori trecenteschi rischiano di
alterare gravemente i colori dell'originale
Tomaso Montanari

la Repubblica, gioved 19 febbraio 2015 Giotto, Simone Martini, Pietro Lorenzetti: gli affreschi
trecenteschi della Basilica di San Francesco ad Assisi, forse i testi pi sacri della storia dell'arte
italiana, sono in pericolo.
A minacciarli non un terremoto o una guerra, ma - come avviene sempre pi spesso - un restauro
troppo sicuro di s.
La Direzione Generale per le Belle Arti del Ministero per i Beni Culturali - ora guidata dall'architetto
Francesco Scoppola, gi direttore proprio dell'Umbria - allarmatissima, ed ha disposto un
sopralluogo i cui esiti non sono stati affatto rassicuranti.
L'attenzione si concentrata sulla manutenzione degli affreschi di Lorenzetti, attualmente in corso
nel transetto sinistro della Basilica inferiore, e sulla pulitura del paramento di pietra del Subasio.
Le parti di quest'ultimo gi restituite alla vista sono scioccanti: un effetto "pizzeria" che contrasta
violentemente con le zone sulle quali non si ancora intervenuti.
Ma a preoccupare soprattutto ci che si vede dall'altra parte del transetto, e nella cappella di San
Nicola.
Qui il restauro si gi concluso, ed possibile valutarne gli effetti.
Che - per chiunque conoscesse bene questi affreschi - sono impressionanti: non siamo pi di fronte
alle stesse opere.
Qui attiva la bottega di Giotto, intorno al 1315: e almeno nella Crocifissione possibile ravvisare
un suo stesso intervento.
Ebbene, proprio il celebre gruppo della Madonna che sviene ai piedi della Croce ha ora una
scalatura cromatica e un chiaroscuro completamente diversi da quelli noti.
Accanto, le sublimi mezze figure di Santi affrescate poco dopo (1317-19) da Simone Martini sono
ancor pi cambiate: appiattite, e prive di alcuni dettagli della decorazione.
E la Madonna al centro del trittico nella Cappella di San Nicola ha completamente (e
irreversibilmente) perso il suo manto.
Cos' dunque successo? Il restauratore - Sergio Fusetti, che tutti ricordano nelle drammatiche
immagini del 1997, quando si salv per miracolo dal crollo della vela di Cimabue nella Basilica
superiore - un professionista preparato e stimato.
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Tuttavia, questi restauri sono stati circondati da una singolare aura mediatica.
Nel luglio del 2012 fece scalpore l'invito a Patti Smith a "restaurare" una minuscola porzione degli
affreschi giotteschi: cosa che la cantante prontamente fece, a favore di fotocamere.
E poco dopo si sostenne di aver trovato nientemeno che la "firma" GB: cio Giotto Bondone,
come fossero le iniziali su una camicia.
Bruno Zanardi - che ha restaurato, tra l'altro, gli affreschi della Basilica Superiore, e ora insegna
Storia del restauro all' Universit di Urbino - appare turbato: Avevo visto il cantiere nel 2011, e
l'impressione era stata d'un buon lavoro , eseguito da un restauratore che sapevo bravo e esperto.
Invece quando sono tornato un paio di mesi fa in Basilica con i miei allievi ho avuto una sensazione
molto diversa.
Ho visto un diverso e innaturale emergere dei chiari di visi, manti, fasce decorative, unito a un forte
compattamento dei cieli.
Quasi l'intervento fosse stato un restauro, quindi una pulitura, un lavaggio, seguito da una
reintegrazione con acquarelli.
Non una semplice manutenzione, cio una spolveratura con pennelli di martora.
Ricordavo gli incarnati dei santi angioini affrescati da Simone Martini, come fusi nel vetro per la
meravigliosa assenza di ogni sforzo tecnico nella loro esecuzione.
Mentre oggi sono "solo rosa".
I dubbi sugli esiti del restauro si sommano a quelli sul modo in cui esso stato gestito.
Si pu dire che nella Basilica di Assisi sia stato tenuto a battesimo il moderno restauro italiano: qui
inizi ad operare, nel 1942, il neonato Istituto Centrale del Restauro, che vi ha poi lavorato fino al
2006.
Negli ultimi anni, invece, il legame tra Basilica e Istituto si spezzato, anche a causa del
definanziamento col quale gli ultimi ministri per i Beni culturali hanno progressivamente ucciso
questa istituzione cruciale per la sopravvivenza del nostro patrimonio artistico.
Una delle conseguenze che i Frati hanno deciso di "fare da soli", passando da uno dei collegi di
ricercatori e restauratori pi affidabili al mondo, alla ditta privata di un singolo restauratore.
La direzione stata assunta direttamente dal soprintendente dell'Umbria (che per un periodo
sosteneva anche un interim in Calabria!), senza creare un comitato scientifico terzo rispetto a chi
conduceva il restauro: un passo doveroso, nel caso di opere tanto importanti (recentemente lo ha
fatto, per esempio, l'ambasciatore francese in Italia , prima di far toccare la Galleria di Annibale
Carracci in Palazzo Farnese).
Perch questo il punto: il restauratore pu benissimo sostenere di aver eliminato ridipinture, o
reintegrazioni pi tarde.
Ma questa discussione andava fatta prima, e non dopo.
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Quel che non doveva succedere che il restauratore fosse solo a decidere se, e quanto, intervenire:
perch indietro non si torna, e quegli affreschi sono un inestimabile bene comune.
Tomaso Montanari

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