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dallomonimo palazzo.
Pausa
Situato a fianco del vecchio porto di Intra, un perfetto esempio di architettura
razionalista; larchitetto in capo al progetto, Luigi Vietti, fu uno dei pi proliferi
e rappresentativi del periodo fascista.
Ledificio consiste di un portico sostenuto da pilotis chiarissimo rimando allo
stile di Le Corbusier che sorregge una struttura di cemento armato a
blocchi.
[Il palazzo] fu edificato dal 1932 al 1935, durante lapogeo del Regime nella
provincia del VCO, divenendo la Casa del fascio della cittadina di Intra. Gli
elementi costitutivi del palazzo sono in pieno accordo con la predilezione
tipicamente fascista verso gli edifici monumentali e scenografici. Decantare
limportanza e i successi del regime sempre pi auto-encomiastico richiedeva
un saldo legame tra folla e governo. Basta osservare il retorico podio a larghi
gradoni che si protende verso la piazza, portando loratore quasi nel cuore della
folla elettrizzata [/entusiasta?], che stabilisce con il popolo un rapporto di
vicinanza e autorit al contempo.
Dieci anni dopo, dal 43 al 45, vi si stanzi la famigerata (e odiata) Brigata
Nera. Fu, dunque, oltre che la sede delle attivit politiche del regime, anche
un luogo di presidio militare, dove non mancarono interrogatori, torture e
sevizie agli arrestati dalla brigata.
Nel gennaio del 44 i patrioti di Verbania riuscirono ad eludere la sorveglianza e
a rubare le armi.
Ce lo racconta Arialdo Catenazzi, ex partigiano ora presidente dell ANPI di
Verbania. Intervista
Nellautunno del 44 la parentesi democratica della Repubblica dellOssola si
chiuse nel sangue, con la nobilissima sconfitta delle divisioni Beltrami,
Valdossola e Valtoce. Le speranze libertarie della popolazione appena evacuata
e dei patrioti non si estinsero nemmeno durante il lungo e durissimo inverno
44-45.
Tra forti nevicate e tremende rappresaglie tedesche, i patrioti dispersi e
rifugiati, attuarono unintelligente opera di riorganizzazione del comando, con
la creazione del SIP (Servizio Informazioni Partigiano) da cui dipese il GAP
(Gruppo di Azione Partigiana) di Intra. Fu resa possibile, grazie allistituzione del
posto 24, la mobilitazione dei combattenti che si trovavano in Svizzera, che,
fuggendo dai cambi dinternazione, facevano tappa al posto prima di tornare
in azione in territorio italiano. [alternativa: Sui monti sopra Ascona in Canton
Ticino, viene istituito il "Posto 24", una villetta che serve da posto-tappa per i
partigiani internati in Svizzera che fuggono dai campi di internamento per
tornare a combattere in Italia] Inoltre le due brigate Valgrande Martire e
Cesare Battisti vengono fuse nella divisione Mario Flaim. Le azioni della
Divisione aumentarono in numero, intensit ed incisivit, in un inesorabile
crescendo che termin solo il 23 aprile: la mattina dopo la divisione Flaim entra
a Verbania: la liberazione.
la seconda nascita del palazzo, che da ora in avanti segue un percorso
funzionale inverso.
Intervista sulla gestione del palazzo nel primissimo dopoguerra.
Inquadratura targa
Nel 1955 il palazzo fu dunque dedicato a Mario Flaim. Originario di Rovereto, in
provincia di Trento [nel Trentino?] dove nacque nel 1919. Dopo la laurea in
scienze politiche, fu tenente di complemento negli alpini fino alarmistizio dell8
Settembre [
?] quando
organizz
una
formazione
In una societ dai rapidissimi cambiamenti, in cui il filo della tradizione si sta
lentamente lacerando, piacevole costatare manifestazioni di una memoria
autentica e pienamente consapevole. Non una lastra passiva che seleziona le
esperienze passate, ma facolt attiva in grado di reinventarle. Uno sforzo
creativo che nella sua dinamicit conserva il passato e ne garantisce il legame
consequenziale con il futuro.
immagine?
Levento [stato solo conservato] solo rimasto nella memoria dei familiari delle
vittime e dei numerosi testimoni, finch nel 1963 stata rivelata la realt degli
accaduti. Grazie alle indagini dellarcheologo e storico tedesco, esperto di
storia Italiana Gerhard Wiedmann, ventanni dopo la [ecatombe? Massacro?
Carnaio?] siamo entrati a conoscenza dei responsabili. Cinque ufficiali e
sottoufficiali SS (Hans Roewher, Hans Krueger, Herbert Schnelle e i sottufficiali
Ludwig Leithe e Oskar Schultz).
La maggioranza degli ebrei rastrellati proveniva dalla Grecia o da grandi citt
del Nord Italia ed era in fuga verso la Svizzera.
Sulla testata occidentale del Muro gli sfortunati ebrei martiri sul Lago Maggiore
sono onorati con lincisione dei loro nomi e con la presenza di un monumento,
poco distante. Inoltre, a pochi passi cresce un Ulivo, [che sigla/ sigillo
dellalleanza] sigla dellalleanza con il popolo dIsraele.
Avvicinandoci alla Casa, ci imbattiamo, dinanzi allentrata, nella stele che
consacra il contributo di tutte le donne italiane durante la Liberazione. Di
donne se n parlato poco fa durante la fucilazione di Fondotoce e se ne parler
a proposito del sentiero Bindi; una forza invisibile che oper molto attivamente
e con costante fedelt a quegli stessi ideali che alimentarono i partigiani, il cui
sacrificio fu tanto indispensabile quanto celato/oscurato alla superficie.
Intervista? Inquadratura ingresso? Sorriso segretarie?
La costruzione della Casa della Resistenza, nel 1996, ha rappresentato una
tappa fondamentale del lungo e faticoso cammino di tutela e valorizzazione di
uno dei luoghi della memoria pi cari alla nostra comunit e pi significativi
della lotta di liberazione in Italia. Il merito di tale realizzazione va attribuito a
moltissime persone, protagoniste lungo larco dei sessantanni trascorsi di un
impegno cospicuo e disinteressato, con un passaggio di testimone tra diverse
generazioni che mai hanno smesso di credere nel valore del luogo e nei
progetti per valorizzarlo. Lanno seguente, rappresentanti delle organizzazioni
della Resistenza - fra partigiani, deportati politici, internati militari, Comunit
ebraiche, Istituto storico della Resistenza e della societ contemporanea nel
Novarese e nel VCO Piero Fornara - hanno costituito unAssociazione per la
La Casa, oltre alla gestione e alla manutenzione dei monumenti del Parco
sede di svariate iniziative culturali, quali mostre, convegni, presentazioni di
libri, nonch di una biblioteca ben fornita, dedicata alla storia del 900 e,
ovviamente, alla Resistenza in Italia e in Europa.
[ecco come la celebrazione e la creazione di un impronta geografica in
occasione di alcuni drammatici episodi di storia contemporanea, possano dare
slancio/adito ad unopera di divulgazione e valorizzazione della memoria degli
stessi eventi. Ossia un esempio di come la banale localizzazione di un ricordo
collettivo possa alimentare il suo stesso diffondersi nelle nuove generazioni,
che poi il vero scopo della memoria. Un luogo quanto mai legato alla morte
che si fa vitalizza.]
Riecheggiano in qualche modo le parole dello storico francese contemporaneo
Pierre de Nora, Sullo sfondo: luogo della memoria una unit
significativa, dordine materiale o ideale, che la volont degli uomini o
il lavorio del tempo ha reso un elemento simbolico di una qualche
comunit [] Il luogo della memoria ha come scopo fornire al
visitatore, al passante, il quadro autentico e concreto di un fatto
storico. Rende visibile ci che non lo : la storia [] e unisce in un
unico campo due discipline: la storia appunto e la geografia.
che considera il luogo della memoria capace di
affiancare/fluidificare/congiungere la storia e la geografia. Quando levento
storico ha avuto luogo in un punto circoscritto, ecco che la volont collettiva ne
perpetua il ricordo, costruendo concretamente una struttura simbolica [brutto].
Tuttavia nel caso della lotta partigiana il cuore dellintera vicenda stata la
vicina montagna, teatro di innumerevoli scontri militari, marce, manovre
logistiche di entrambi i fronti, corse allimpazzata e fughe spericolate.
Unimmensa quantit [infinit?] di tragitti montani percorsi da partigiani
immagine mappa depoca sul libro di Chiovini in preda sentimenti pi
disparati, dalla fretta al terrore [+ dallentusiasmo
In calzoncini corti, anche sulla neve, con spirito coraggioso, persino avventato,
si prendevano le armi, e ci si dirigeva in montagna.
Collegamento? inquadratura si posa sul pannello della mostra che si riferisce al
sentiero di Teresa.
Con lo stesso spirito, anche Teresa Binda corse in Val Grande alla ricerca del
proprio figlio, nel giugno 1944, in pieno rastrellamento.
Gianni Saffaglio era un giovane che abitava a Suna, frazione di Verbania. Aveva
18 anni quando scelse la via della lotta alloppressore, e si trov bloccato nella
zona di Rovegro-Ponte Casletto; la madre Teresa, quarantaquattrenne, vedova
da 19 anni, ne a conoscenza, e, perseguitata dallangoscia, non sopporta di
rimanere nella casa ormai vuota, senza figlio. Cos corre a cercarlo, con indosso
le scarpe col tacco, senza il proposito di fargli rinunciare alla lotta, ma solo per
stargli vicino ed assicurarsi della sua incolumit. Riesce incredibilmente a
trovare Gianni, il quale prova a convincerla a tornare a casa, al sicuro; linvito
verr accolto dalla sofferente Teresa dopo diversi giorni di autentica vita da
partigiano durante il rastrellamento, che significa fame, fatica e corse su
tortuosi sentieri braccati dal nemico.
Dopo una sosta di qualche giorno a Finero, in Val Formazza, la signora Binda
ritorna perci a Suna. Sul tragitto verso casa, a pochi passi dallabitazione, un
milite fascista la riconosce e poco dopo un gruppo di briganti neri irrompe in
casa sua e la prelevano riservandole un trattamento analogo a quello serbato
ai partigiani. Sotto interrogatorio si esigono informazioni sul figlio e sul relativo
reparto, ma Teresa tace tenacemente, anche sotto [il nerbo] le percosse. Cos
rinchiusa nelle carceri di Verbania da cui, dopo lennesima inquisizione fallita,
viene trasferita a Domodossola, consegnata ai nazisti.
Il 27 giugno parte un autocarro carico di nove condannati a morte, coraggiosi
filo-partigiani che non hanno aperto bocca di fronte a chi li torchiava, tra cui la
madre di Gianni, in viaggio sulla strada del Sempione. Lautocarro si ferma ai
margini di un prato, fra Beura e Cosasca, dove i nove scendono di fronte al loro
boia.
Teresa Binda, nata il 25 Ottobre 1900, era maestra di telaio alla Rhodiaceta
importante azienda tessile , fondata come joint venture della Montecatini, a
Pallanza- e divenne vedova a soli 25. Nel 2007 stata concessa alla sua
memoria la Medaglia dOro al Merito Civile dal Presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano: Madre di un partigiano, catturata per rappresaglia,
veniva segregata e torturata dai nazifascisti . Essendosi rifiutata di
fornire informazioni ai suoi persecutori, veniva consegnata ai nazisti
che barbaramente la fucilavano insieme ad altri prigionieri. Fulgido
esempio di eccezionale coraggio, di fierissimo contegno e di profonda
fede negli ideali di libert e democrazia.
Il figlio, Gianni, che riusc a salvarsi con pochi compagni, grazie allappoggio di
alcuni abitanti di Falmenta, ha conservato con caparbiet il suo ricordo fino ad
oggi.
Quello che egli custodisce, non soltanto il devoto rispetto di un figlio per la
sparizione di una madre eroina, ma viva memoria del coraggio di tutte le
donne durante la Resistenza; una temerariet non raccontata, quasi esclusa
dalla cronache della storia.
Su Cleonice Tomassetti Notai che tra partigiani cera una donna, di statura
media, di colorito bruno, sui venticinque anni. Anche a costei non furono
risparmiati i maltrattamenti; anzi, starei per dire che la dose delle angherie sia
stata nei suoi confronti maggiore. Mi parve che quando arrivava il suo turno, il
nerbo si abbassasse sulle sue spalle con maggior furore e pi violenti i calci
che la raggiungevano da ogni parte. Eppure quella coraggiosa donna non solo
incass iogni colpo senza emettere un grido, ma, calma e serena, faceva
coraggio agli altri giovani, malconci da quella furia bestiale.
5.40
channo
buttato
fuori
statuto
ANPI
in
consiglio comunale della citt di Verbania. Diventa, quasi per contrappasso, uno
strumento della democrazia.