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Non so dirti perch labbiamo fatto. Credo per appropriarci di quellora che la legge ci toglieva mentre eravamo
ancora insieme. Forse perch quellora che veniva a mancare ai nostri orologi divenisse un solco che ci aiutasse a separare il nostro passato in comune dal nostro futuro senza di
noi. Non lo so. Ma cos andata. Poi, dopo quella piccola
cerimonia, ci siamo rivestiti e abbiamo lasciato il tuo appartamento. Prima lei vestendosi e raccogliendo per ultime
le sue sigarette e poi io che sono rimasto ancora a lungo
vestito sul letto a guardare il soffitto e pensando a cosa le
avrei scritto oggi per rispettare la promessa che ci eravamo
fatti: scriverci una lettera per dirci come ci sarebbe apparso
il mondo sapendo che non ci saremmo pi rivisti. Non credo che lo far. Da stamattina, quando cominciato questo
lunghissimo giorno, il mondo mi appare cos stupidamente
vuoto di significato che non vale neanche la pena di guardarlo e temo che, scrivendole, potrei tornare sulla nostra
decisione rendendo inutile tutto il dolore provato ieri sera
e con il rischio di doverlo solo rimandare a unaltra occasione.
Ma mi difficile non parlarne con nessuno. Sarei perfino
disposto a pagare qualcuno perch mi stesse ad ascoltare. E
cos eccomi qui al bar del circolo a cercare di colmare il terribile senso di vuoto che provo, scrivendo a te, unica persona a conoscenza della nostra storia. incredibile pensare
alla casualit con cui cominciano sempre le cose importanti
della vita. Quando lavevo vista la prima volta a quella festa a casa sua, dove tu avevi voluto che ti accompagnassi,
mi era sembrata solo una bellissima donna normalmente
sposata con figli, forse un po stanca e nervosa, e mi aveva
lasciato del tutto indifferente. Poi cera stato quellincontro
casuale davanti a quel negozio di abbigliamento mentre le
nostre rispettive famiglie erano in vacanza, la cena consumata insieme, le chiacchiere e poi quella sua domanda fatta
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