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IL MONDO
CHE
CAMBIA
Corso di Geografia
Copyright 2009
2010
Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume/fascicolo di periodico dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dallart. 68, commi 4 e 5, della legge 22 aprile 1941 n. 633. Le riproduzioni effettuate per finalit di carattere professionale, economico o commerciale, o comunque per uso diverso da quello personale, possono essere effettuate a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da AIDRO, Corso di Porta Romana n. 108, Milano 20122, e-mail segreteria@aidro.org e sito web www.aidro.org
Indice
Modulo 1 Europa
18
34
48
62
76
88
102
116
Modulo 10 Oceania
130
142
144
156
MODULO
Europa
Spazi fisici e ambienti naturali
Tre regioni fisiche
LEuropa (circa 6 milioni di km2, esclusa la Russia europea che studieremo nel Modulo 2) comprende 40
Stati. unita allAsia, con la quale forma ununica massa continentale (lEurasia), mentre separata dallAfrica dallo Stretto di Gibilterra, un braccio di mare largo 13 km. Il territorio europeo ha la forma di una grande penisola triangolare, bagnata a nord-ovest dallOceano Atlantico e a sud dal Mar Mediterraneo, che
penetrano profondamente nel continente, rendendo
molto articolate le coste (pi di 37.000 km di lunghezza) con la presenza di numerosi mari interni, penisole
e isole. NellAtlantico si protende la Penisola Scandinava, che chiude il Mar Baltico, ed emergono lIslanda e le Isole britanniche, bagnate dal Mare del Nord.
Atlantico e Mediterraneo sono separati dalla massiccia Penisola Iberica, mentre nel Mediterraneo si protendono la Penisola Italica e la Balcanica, che chiudono mari interni come lAdriatico, lEgeo e il Mar Nero, ed emergono isole e arcipelaghi, come la Sicilia, la
Sardegna, la Corsica, Cipro, Creta e le Baleari.
NellEuropa settentrionale e centrale si estende la regione delle montagne e dei massicci antichi, profondamente erosi dalle antiche glaciazioni, come le
Alpi Scandinave, i rilievi britannici e quelli dellEuropa continentale (Massiccio Centrale, Giura, Selva
Boema, Monti Metalliferi).
Un caso a s costituito dallIslanda, una grande
isola vulcanica che si formata nellAtlantico settentrionale per lemersione di grandi quantit di magma
proveniente dal rift medio atlantico sul quale si trova.
La formazione geologica
Rispetto agli altri continenti, lEuropa ha una altitudine media poco elevata (solo 292 metri s.l.m.) con
prevalenza di pianure e rilievi di modesta altitudine.
Nella parte settentrionale e centrale, il rilievo europeo
stato profondamente modellato dalle glaciazioni,
che hanno creato vaste pianure, hanno formato la regione nord-orientale dei laghi, hanno scavato le valli
costiere oggi occupate dai fiordi. La parte meridionale del continente stata invece plasmata dal corrugamento alpino, ed soggetta a fenomeni sismici e
vulcanici, perch si trova lungo la faglia che divide la
zolla africana e quella euroasiatica. In questa regione,
pertanto, sono frequenti terremoti, anche violenti, e
sono presenti vulcani attivi come lEtna.
Se prendiamo in considerazione il rilievo e la geologia, in Europa possiamo individuare tre grandi regioni fisiche.
4
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Un continente marittimo
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1000 km
Modulo 1 EUROPA
2.
Clima e ambiente
La prevalenza del clima temperato
Isola di Port Cros (Francia), situata nel Mediterraneo di fronte alla Costa Azzurra.
Dalla tundra
alla macchia mediterranea
LEuropa settentrionale, dallIslanda alla parte interna della Scandinavia, dominata dal clima subpolare e da un clima boreale, caratterizzati da
temperature molto rigide in inverno e fresche in
estate, e da scarse precipitazioni, che si concentrano nella breve stagione estiva. questa la regione
della foresta di conifere, che nellestremo Nord
cede il posto alla tundra. Simile ai climi settentrionali il clima dalta montagna, presente nelle zone pi elevate delle maggiori catene montuose europee, come le Alpi.
Tutta la fascia centrale del continente, dalle Isole
Britanniche alla Bielorussia, ha un clima temperato
fresco, con caratteristiche che variano man mano
che si procede verso linterno. Infatti, la regione costiera affacciata sullAtlantico ha piogge abbondanti e
una debole escursione termica annua, tra estati moderatamente calde e inverni non troppo freddi, grazie allinfluenza mitigatrice dellAtlantico e della Corrente del Golfo. Avanzando verso linterno, il clima diventa progressivamente pi continentale, con piogge
meno abbondanti e maggiore escursione termica annua, fra estate calda e afosa e inverno freddo. In tutta questa regione climatica predominano foreste di
latifoglie, pascoli naturali e praterie.
Infine, nellEuropa meridionale predomina il
clima mediterraneo, contraddistinto da temperature calde destate e miti dinverno, con piogge
autunnali e invernali e lunghe estati secche. La vegetazione formata dalla foresta mediterranea,
oggi in gran parte degradata in una macchia cespugliosa; in alcune zone pi interne, la macchia mediterranea cede il posto a una steppa arida.
Il ghiacciao
dellAletsch,
nellOberland
bernese (Svizzera),
arretrato, in un
anno, di 66 metri.
Prateria di
Caulerpa
taxifolia, detta
lalga killer.
Modulo 1 EUROPA
3.
Popolazione e urbanizzazione
Molti Europei,
ma sempre pi vecchi
Berlino
(Germania).
Scorcio del
moderno centro
della citt, nei
pressi della
Potsdamer Platz.
LEuropa abitata da quasi 600 milioni di persone e risulta il terzo continente per popolazione; pi
significativa appare la sua densit demografica, che
corrisponde a circa 100 ab/km2, un dato superiore a
quelli degli altri continenti. Naturalmente la densit demografica varia allinterno del continente, per
le differenti condizioni fisiche e ambientali e le diverse vicende storiche.
Il cuore demografico costituito da una fascia
che va dallInghilterra allItalia settentrionale, comprendente gli Stati pi popolosi (Germania, Francia, Gran Bretagna, Italia) e quelli con la pi alta
densit (Belgio, Paesi Bassi, Germania). Le densit
pi basse (inferiori ai 20 ab/km2) si registrano nella
regione settentrionale (Islanda, penisola scandinava e Stati baltici).
Lelevata densit demografica dellEuropa dipende sia dalle favorevoli condizioni ambientali del
suo territorio, sia da un popolamento continuo, iniziato fin dalla preistoria e diventato particolarmente intenso negli ultimi due secoli. Ma, da alcuni decenni, tutto il continente entrato in una fase di
declino demografico, con tassi di natalit e di
crescita sempre pi bassi, che in parecchi Stati delle regioni balcaniche e orientali sono addirittura al
di sotto dello zero.
Lisbona
(Portogallo). La
piazza Don Pedro,
nel cuore del
centro storico.
Modulo 1 EUROPA
4.
1
Allevamento
bovino in un
alpeggio austriaco.
2
Agrumeto nella
provincia di Toledo
(Spagna).
3
Coltivazione dei
cereali in Ucraina.
4
Campi di colza in
Westfalia
(Germania). La
colza viene
impiegata nella
produzione di olio
e carburante
(biodiesel), ma
anche come
foraggio.
5
Pescatori in un
porto bretone
(Francia).
6
Sfruttamento
forestale in
Finlandia.
10
11
Modulo 1 EUROPA
5.
1
Impianto chimico
presso Colonia
(Germania).
2
Industria del latte
in Spagna.
3
Estrazione
petrolifera
off-shore
nel Mare del Nord
(Regno Unito).
4
Treno ad alta
velocit (Francia).
5
Folla di turisti alla
Fontana di Trevi
(Roma).
12
Il decollo postindustriale
Da alcuni decenni, la regione europea entrata nella fase postindustriale, nella quale hanno crescente
importanza le attivit terziarie, a spese dellagricoltura e dellindustria. Oggi, in quasi tutti gli Stati
del continente, il settore terziario d lavoro a pi
della met della popolazione attiva e produce oltre
la met del PIL.
Fondamentale, in questo settore, appare il commercio, in particolare quello globale; nella gradua-
toria dei dieci Paesi leader del commercio internazionale, ben sei sono infatti europei: Germania,
Francia, Gran Bretagna, Italia, Belgio e Paesi Bassi.
Ancora pi rilevante sul piano internazionale il
ruolo dellEuropa nellesportazione di capitali, o
meglio, nei cosiddetti Investimenti Diretti allEstero (IDE): nel 2000, quelli dellUnione Europea
rappresentavano da soli ben il 50% degli IDE mondiali.
Allinterno del continente, gli spostamenti di
merci e di persone possono contare sulla pi fitta
rete stradale e ferroviaria del mondo, in parti-
13
Modulo 1 EUROPA
6.
Popoli e Stati
La formazione storica
degli Stati europei
Il territorio dellEuropa stato abitato sin dallantichit da numerosi popoli, spesso provenienti dalla vicina Asia, a partire da quelli di ceppo indoeuropeo
(migrati dal VII millennio a.C.), dai quali derivano
quasi tutte le lingue parlate oggi nel continente. Tra
questi popoli, i Greci, i Latini, i Celti, gli Slavi, i Germani, i Normanni dettero vita a civilt agricole e urbane, a regni e imperi e, a partire dal Basso Medioevo, ai primi Stati nazionali moderni. Ma lattuale carta
politica europea si formata soprattutto dopo la prima guerra mondiale, con la disgregazione dei grandi
imperi austro-ungarico, russo e ottomano. Alla fine
della seconda guerra mondiale, il continente fu lacerato da una grave divisione: mentre gli Stati occidentali si trovarono uniti nella scelta del sistema democratico liberale e nellalleanza con gli Stati Uniti, quelli centrali e orientali occupati dalle truppe sovietiche
divennero Stati comunisti alleati dellURSS. Il Paese
che sub maggiormente gli effetti di questa lacerazione fu la Germania, che venne divisa in due Stati contrapposti tra loro (Repubblica Federale Tedesca e
Repubblica Democratica Tedesca).
Successi e difficolt
dellUnione Europea
Nella seconda met del Novecento, gli Stati europei
hanno attuato un processo di unificazione politica ed economica che, in successive tappe, ha portato alla nascita nel 1993, a seguito del Trattato di
Maastricht, dellattuale Unione Europea. Oggi
(2008) i 27 Stati dellUE rappresentano uno spazio
abitato da 500 milioni di persone, che concentra una
I cambiamenti e i conflitti
dellepoca post-comunista
Dopo il 1989, la caduta dei regimi comunisti e la
disgregazione dellURSS hanno prodotto importanti cambiamenti geopolitici: le due Germanie si sono
riunificate, gli Stati che appartenevano allURSS
(Stati baltici, Bielorussia, Ucraina, Moldova) hanno
proclamato lindipendenza, Cechi e Slovacchi si sono divisi in due Stati e nella penisola balcanica la
disgregazione della Jugoslavia ha prodotto la nascita
di sei nuovi Stati. Purtroppo, in questultima regione,
la presenza di numerosi popoli e minoranze etniche
con storia e cultura diverse ha provocato contrasti e
conflitti militari, a volte degenerati in massacri delle
minoranze. La situazione politica in questarea non si
ancora stabilizzata, come dimostra la proclamazione nel 2008 dellindipendenza del Kosovo, una regione serba abitata in maggioranza da Albanesi, indipendenza riconosciuta da alcuni Stati europei e dagli
USA ma non dalla Serbia n dallONU.
Conflitti regionali storici sono tuttora presenti anche nellEuropa occidentale. Alcuni, come
14
ricchezza pari al 25% del PIL mondiale. Il progressivo allargamento dellUnione ha prodotto certamente
un suo rafforzamento a livello mondiale, tuttavia esso comporta anche nuovi problemi, che derivano soprattutto dalle differenze economiche e sociali tra i
Paesi pi sviluppati e quelli ex comunisti, in particolare i pi poveri e arretrati di essi, come la Bulgaria e
la Romania. Difficolt e divergenze riguardo al progetto di rafforzamento dei poteri comunitari, a scapito di quelli nazionali, sono emerse negli ultimi anni
anche allinterno dei membri storici, come dimostrano la bocciatura in Francia e in Olanda, mediante referendum popolari, della Costituzione europea. Per cercare di superare i recenti ostacoli e ridare slancio allUE, nel 2007 i capi di governo hanno firmato il Trattato di Lisbona, che mira a realizzare
unEuropa pi democratica, attraverso il rafforzamento dei poteri del Parlamento europeo, unEuropa pi efficiente e maggiormente garante dei diritti e
dei valori di libert, solidariet e sicurezza, e anche
pi attiva nella difesa dellambiente e protagonista
sulla scena internazionale.
2008
Mar di Barents
FINLANDIA
SVEZIA
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del Nord
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PORTOGALLO
Mar Nero
BULGARIA
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GRECIA
MALTA
Mar
Mediterraneo
CIPRO
15
Modulo 1 EUROPA
Esercizi
UnEuropa senza bambini?
Uno dei principali problemi dellEuropa attuale il suo declino
demografico determinato da una natalit sempre pi modesta,
mentre laumento della vita media d luogo al crescente invecchiamento della popolazione.
Proviamo ad analizzare alcune caratteristiche di questo problema sociale e le sue possibili cause e conseguenze.
1. Con i dati sullincremento naturale della popolazione degli Stati europei (vedi pag. 144) e in base alle indicazioni
della legenda, colora la carta dellEuropa. Quindi aggiungi le sigle corrispondenti ai dati demografici della seguente tabella, che si riferiscono al tasso di fecondit, cio al
numero medio di figli per ogni donna in et feconda.
tasso
di fecondit
Albania
2,2
Austria
1,4
Belgio
1,7
Bielorussia
1,2
Bosnia-Erzegovina
1,3
Bulgaria
1,3
Ceca Repubblica
1,3
Cipro
1,5
Croazia
1,4
Danimarca
1,8
Estonia
1,5
Finlandia
1,8
Francia
1,9
Stato
Stato
Germania
Grecia
Irlanda
Islanda
Italia
Lettonia
Lituania
Lussemburgo
Macedonia
Malta
Moldova
Montenegro
Norvegia
tasso
di fecondit
1,3
1,3
1,9
2,0
1,3
1,3
1,5
1,7
1,5
1,4
1,2
1,7
1,8
Stato
Paesi Bassi
Polonia
Portogallo
Regno Unito
Romania
Serbia
Slovacchia
Slovenia
Spagna
Svezia
Svizzera
Ucraina
Ungheria
tasso
di fecondit
1,7
1,2
1,4
1,8
1,3
1,5
1,3
1,2
1,3
1,8
1,4
1,1
1,3
INCREMENTO NATURALE
meno dello 0
dallo 0 all1
dall1 al 3
pi del 3
FECONDIT
M = media (2 e pi)
B = bassa (da 2 a 1,4)
BB = molto bassa (meno di 1,4)
EUROPA
Esercizi
2. Osserva la carta, che indica come cambier la
popolazione europea tra il 2000 e il 2050.
a. In quali regioni europee ci sar una
diminuzione pi forte? Quali Stati invece
registreranno un aumento?
Mar di Barents
ISLANDA
OCEANO
PACIFICO
OCEANO
INDIANO
OCEANO
ATLANTICO
FINLANDIA
NORVEGIA
REGNO
UNITO
OCEANO
ATLANTICO
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ESTONIA
DANIMARCA
IRLANDA
OCEANO ANTARTICO
SVEZIA
Mare
del Nord
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Ma
PAESI
BASSI
BELGIO
GERMANIA
POLONIA
dal 20 al 25%
REP.
CECA
UCRAINA
SLOVACCHIA
MOLDOVA
AUSTRIA UNGHERIA
SLOVENIA
ROMANIA
CROAZIA
SVIZZERA
FRANCIA
PORTOGALLO
ITALIA
BOSNIA SERBIA
ERZ.
BULGARIA
MONTENEGRO
MACEDONIA
ALBANIA
Mar Mediterraneo
Mar Nero
-20% e oltre
tra -20% e -10%
dal 25 al 35%
dal 35 al 40%
dal 40 al 45%
pi del 45%
GRECIA
MALTA
dal 10 al 20%
BIELORUSSIA
LUSSEMBURGO
SPAGNA
popolazione di et inferiore
a 15 anni (% sul totale; dati 2007)
LETTONIA
LITUANIA
71
67
67
50
74
78
75
65
20
40
anni di et
60
80
CIPRO
tra -10% e 0
popolazione in aumento
17
OCEANO
Regione
euroasiatica
ATL ANTICO
NORV
EG
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SVEZIA
Vorkuta
AN
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Niznij Tagil
Samara
Pervouralsk
Ufa
Orenburg
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Tobolsk
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Miass
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Magnitogorsk
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Stavropol
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Il territorio della regione bagnato a occidente da alcuni mari interni dellAtlantico; a nord-ovest
dal Mar Baltico che penetra tra
Russia, Finlandia ed Estonia con il
Golfo di Finlandia e a sud-ovest
dal Mar Nero, con il piccolo Mar
dAzov, e dal Mar Caspio.
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La regione euroasiatica comprende la Russia e i tre Stati del Caucaso, Georgia, Armenia e Azerbaigian, che fino al 1991 facevano parte dellUnione Sovietica.
Complessivamente la sua superficie di 17.200.000 km2, dei quali
17 milioni sono occupati dalla Russia, il pi vasto Paese del mondo,
che si estende per circa tre quarti
nella fascia settentrionale dellAsia,
nellimmensa Siberia.
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depressione
19
Il Mare di Kara.
La costa occidentale
della penisola di Kamcatka.
Il territorio vulcanico
della Kamcatka sudorientale.
La seconda regione la Caucasia, situata tra il Mar Nero e il Caspio e dominata dal Caucaso, un
elevato sistema montuoso originatosi con il corrugamento alpinohimalayano. La sua parte centrale
formata dalla catena del cosiddetto Grande Caucaso dove sinnalzano apparati vulcanici, due
dei quali superiori ai 5000 metri
(Elbrus, 5642 m; Shkhara, 5068
m). A sud del Grande Caucaso,
dopo lampia valle del fiume Kura,
si ergono, soprattutto in Armenia,
le montagne e gli altipiani del Piccolo Caucaso, con al centro il Lago Sevan. A nord si trova infine la
Ciscaucasia, una regione facente
parte della Russia.
Al di l degli Urali, nella Siberia occidentale si estende limmenso
Bassopiano Siberiano Occidentale delimitato a sudest dai Monti
Altaj e dai Monti Sajani. La grande
pianura attraversata da due dei
maggiori fiumi asiatici, che hanno
origine in queste montagne meridionali e sfociano nellOceano Artico: lOb con il suo affluente Irtys
(5410 km) e lo Jenisej.
I Monti Altaj.
Il Lago Bajkal.
Il Lago Ladoga.
21
2.
Clima e ambiente
Climi freddi
e continentali
Nellimmenso territorio euroasiatico, possiamo individuare quattro grandi regioni climatiche e ambientali, che si differenziano soprattutto per la latitudine.
Lungo la fascia pi settentrionale affacciata sullOceano Artico presente un clima sub-polare,
con inverni gelidi, brevi estati fresche e scarsa piovosit. Poich i terreni sono costituiti dal permafrost, la cui superficie si scioglie solo in estate e per
pochi decimetri, vi cresce solo la tundra.
22
Sottomarino
nucleare russo:
un grave pericolo
seppure ormai in
disarmo.
Missile a testata
nucleare
dellepoca sovietica.
Il fiume Tom, presso Tomsk (Siberia), le cui acque sono altamente radioattive.
23
3.
Popolazione e urbanizzazione
Debole popolamento
e crisi demografica
Mosca. Scorcio
panoramico della
capitale russa,
oggi unimmensa
metropoli, con il
lungofiume
gremito di pullman
turistici e gli edifici
storici: al centro
svettano le torri
del Cremlino,
lantica fortezza
degli zar.
24
Le concentrazioni urbane
e il grande vuoto siberiano
Se analizziamo la densit demografica e la rete urbana della regione euroasiatica, possiamo riconoscervi notevoli differenze.
Nella Russia europea si concentrano 110 milioni di
persone (oltre il 75% della popolazione totale) e sono
presenti circa 15 metropoli milionarie. Al vertice di
questa rete di popolazione e citt, si trova Mosca, la
San Pietroburgo
(Russia). La reggia
dello zar Pietro I il
Grande.
Baku (Azerbaigian).
Negozi e caff
animano il centro
pedonale della
capitale azera.
25
4.
1
Coltivazione dei
girasoli e altre
piante industriali
nella Russia
meridionale.
2
Allevamento
degli ovini nella
regione caucasica
(Azerbaigian).
3
Pesca dello
storione nel
basso Volga
(Russia).
4
Attivit di pesca
nel Pacifico,
presso le Isole
Curili.
5
Trasporto del
legname per
fluitazione sul
fiume Jenisej
(Russia).
26
gia, in un clima di totale deregulation che ha favorito pochi grandi capitalisti, i cosiddetti oligarchi
(spesso provenienti dal vecchio Partito Comunista) o
addirittura il crimine organizzato. Lo Stato ha mantenuto il controllo di alcune grandi industrie obsolete,
per evitare il licenziamento di masse di lavoratori. Oggi i cittadini russi dispongono di una vasta gamma di
beni di consumo e possono intraprendere attivit private, ma larghi strati della popolazione vivono in condizioni difficili (come dimostra anche il PIL p.c., che
un quinto di quello italiano) per il basso livello dei salari, per la crescente inflazione e soprattutto per labolizione nel 2006 del sistema di sicurezza sociale.
27
5.
Gli Urali e la Siberia formano uno dei maggiori distretti minerari del mondo, in particolare per quanto
riguarda i minerali energetici. Grazie al loro sfruttamento, crescente soprattutto nelle aree siberiane
pi fredde, la Russia la prima produttrice mondiale
di petrolio e gas naturale, immesso in gasdotti che
riforniscono diversi Paesi europei. Elevata anche la
produzione di carbone e di minerali preziosi e strategici: il ferro degli Urali, ma soprattutto i diamanti
e loro estratti in Siberia. Nel Caucaso sono molto importanti i giacimenti di petrolio dellAzerbaigian, sul
Mar Caspio, che hanno dato vita anche a impianti di
raffinazione, e le miniere di manganese della Georgia, tra le pi ricche del pianeta. Nella regione euroasiatica, lenergia elettrica in gran parte prodotta da
centrali termoelettriche e termonucleari; queste
ultime sono per vecchie e poco sicure.
Durante lepoca comunista, gli Stati dellURSS
sono rapidamente passati da uneconomia a prevalenza agricola a una di tipo industriale, favorita del
resto dalla disponibilit di enormi
risorse minerarie. Ancora oggi lindustria vi ha un peso economico
notevole: in Russia, ad esempio,
la forza lavoro del settore secondario si aggira attorno al 30%
del totale. Molte, per, sono
28
cariche di traffico e maltenute. Le vie marittime restano bloccate per gran parte dellanno dai ghiacci,
mentre risulta pi sfruttata la rete dei fiumi e dei
canali navigabili, che si estende per 84.000 km.
Il processo di modernizzazione delleconomia russa pi evidente nel settore terziario,
che oggi fornisce il 62% del PIL nazionale (rispetto al 28% del 1990) e che in continua crescita grazie soprattutto al fatto di rappresentare
il settore nel quale maggiore lintervento privato. Il comparto creditizio stato il primo ad essere liberalizzato oggi conta numerose banche,
che hanno accumulato ingenti capitali anche attraverso traffici illeciti come il riciclaggio. Molto
diffusa la propriet privata anche nel commercio
e nei trasporti e addirittura in ambiti che costituivano un vanto del regime comunista, quali la
scuola e la sanit.
1
Piattaforma
petrolifera russa
nellestremo nord
siberiano.
2
Acciaierie di Nijini
Taguil, negli Urali
(Russia).
3
Impianti per la
produzione e il
trasporto del gas
siberiano
(Russia).
4
Estrazione e
trasporto del
petrolio nel Mar
Caspio
(Azerbaigian).
5
Automobili
dimportazione
esposte
allingresso di un
supermercato di
Rostov sul Don
(Russia).
67
San Pietroburgo
(Russia). Un fastfood del centro
cittadino e il
terminal turistico
nel porto
commerciale.
29
6.
Popoli e Stati
Dallimpero zarista
alla Russia post-sovietica
La storia nazionale della Russia prende avvio nellAlto Medioevo dalla fusione degli Slavi, insediatisi nella regione dal VI secolo, con gruppi di Vichinghi (o
Normanni) chiamati Variaghi. Dopo le invasioni dei
Mongoli e dei Tatari dellOrda dOro, emerse il Ducato di Mosca, che nel XV secolo si liber dellegemonia tatara, creando la Moscovia, primo nucleo dellimpero russo. Nei secoli successivi, la Russia si tra-
Libri per tutti i rami del sapere, manifesto del periodo rivoluzionario e (in alto sulla
destra) il simbolo dellUnione Sovietica.
30
I Russi
e gli altri popoli della regione
I Russi, che appartengono alla grande famiglia dei
popoli slavi, costituiscono l80% della popolazione
della Russia, perch nel corso dei secoli ne hanno
popolato e colonizzato le diverse regioni, fino allestremo oriente. Tuttavia, sono presenti consistenti
minoranze nelle repubbliche etniche poste tra gli
Urali e il medio Volga, nella Transcaucasia, a nord
del Caspio e in Siberia, soprattutto nelle zone settentrionali e orientali.
La regione del Caucaso costituisce un complesso mosaico etnico e linguistico, per la presenza di
almeno 50 popoli diversi, che parlano lingue appartenenti a tre famiglie principali: indoeuropee come
larmeno, caucasiche come il georgiano e altaiche
come lazero.
Caucaso,
una regione martoriata
Il Caucaso una regione martoriata tuttora da
violenti conflitti, provocati dalla presenza, come
si detto, di tanti popoli e minoranze culturalmente diversi, dallespansionismo otto-novecentesco russo e ottomano e dal fatto di possedere
ricchi giacimenti petroliferi e importanti oleodotti. Uno dei popoli che hanno subito le pi violente repressioni quello degli Armeni, che gi nel
I secolo a.C. aveva costruito un grande impero. La
situazione in Armenia precipit in un vero e proprio genocidio, provocato dopo la prima guerra
mondiale dalla giovane repubblica turca, con la
morte di circa un milione e mezzo di Armeni. Lultimo episodio della tormentata storia armena
stato il conflitto per il Nagorno-Karabakh, una regione armena assegnata allAzerbaigian dopo lingresso degli Stati caucasici nellURSS. Con la disgregazione dellUnione Sovietica e la nascita degli Stati attuali, per il controllo di questa regione
scoppiato un sanguinoso conflitto tra Armenia e
Azerbaigian.
Oggi i conflitti pi gravi sono presenti in alcune
regioni situate lungo il confine tra Russia e Georgia.
questo il caso della Cecenia, una regione della
Ciscaucasia facente parte della Federazione russa.
Dopo la sua proclamazione unilaterale dindipendenza nel 1991, la Russia intervenuta militarmen-
Erewan (Armenia).
Museo della
memoria e
monumento
dedicato agli
Armeni vittime del
genocidio turco
(1915-1917).
31
Esercizi
Conflitti e tensioni ai confini della Russia
La disgregazione dellURSS ha avuto come effetto positivo la
nascita di nuovi Stati, che in molti casi erano stati inglobati con
1. Confronta la carta che riproduce i confini dellUnione Sovietica fino al 1992 con una carta politica attuale dellEuropa e dellAsia e completa le tabelle.
OCEANO ARTICO
ESTONIA
LITUANIA
LETTONIA
BIELORUSSIA
MOLDOVA
R U S S I A
UCRAINA
GEORGIA
KAZAKISTAN
ARMENIA
UZBEKISTAN
AZERBAIGIAN
TURKMENISTAN
KIRGHIZISTAN
TAGIKISTAN
in Europa
nel Caucaso
in Asia
entrati nellUE
REGIONE EUROASIATICA
Esercizi
3. Dopo aver letto la scheda (la Repubblica, 10 agosto
2008), costruisci per ciascuno Stato caucasico, con i dati della tabella, un areogramma come il nostro (relativo alla Russia). Spiega quindi in quali aree e perch la religione rappresenta un altro importante fattore di instabilit e
conflitti della regione.
religioni (%)
Stato
ortodossi
cattolici
e protestanti musulmani
1
10
altri
ortodossi
Russia
17
Georgia
84
10
Armenia
65
20
10
63
Azerbaigian
72
cattolici e protestanti
musulmani
altri
Inguscezia
Una delle repubbliche russe pi povere. Ha accolto 300.000 rifugiati
dalla Cecenia, e continua a subire
linfluenza del conflitto: rapimenti,
omicidi, attentati. Il presidente un
ex generale dei servizi segreti russi.
DAGHESTAN
RUSSIA
Asigezia
INGUSCEZIA
Karacajevo
Cerkessia
Sukhumi
Cabardino
Balcaria
OSSEZIA
DEL NORD
Grozny
CECENIA
Mar Caspio
ABKAHZIA
Tskhinvali
Mar Nero
Dadjaria
OSSEZIA
DEL SUD
GEORGIA
ARMENIA
TURCHIA
Daghestan
popolazione
700.000
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Osseti
53%, Russi 30%,
Ingusceti 5%
AZERBAIGIAN
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NAGORNO-KARABAKH
1.100.000
etnie
2.676.000
etnie
Abkahzia
Cecenia
Nagorno-Karabakh
Enclave a maggioranza armena (cristiana) in Azerbaigian (maggioranza
musulmana). Gli scontri cominciano
nei primi anni 90. Dal 1994 dopo
un cessate il fuoco la zona sotto
controllo degli armeni, ma proseguono gli incidenti con le forze azere.
33
MODULO
Asia occidentale
e centrale
M
1.
AR
SUDAN
34
EGITTO
Vi sono infine due grandi pianure, nelle quali scorrono i maggiori fiumi: la Mesopotamia, attraversata
dal Tigri e dallEufrate, che nella parte terminale si
uniscono e sfociano nel Golfo Persico con lo Shattal-Arab, e il vasto Bassopiano Turanico, percorso
da due fiumi endoreici, lAmudarja e il Syrdarja, che
hanno foce nel Lago dAral. Nel lato occidentale,
bordato dal Mar Caspio, il Bassopiano Turanico
scende a formare la Depressione Caspica. Anche il
lato orientale della Penisola Arabica formato da
una fascia pianeggiante che borda il Golfo Persico fino al Mare Arabico.
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o Istanbul
Stretti
I
C
I Monti Kopetdag.
Il lago di Tiberiade.
Laltopiano iraniano.
35
2.
Clima e ambiente
Una regione arida con vasti deserti
36
La grande diga
Atatrk, innalzata
dai Turchi
nellambito del
Progetto per
lAnatolia, sullalto
corso dellEufrate.
La centrale di Al
Taweelah, presso
Abu Dhabi (EAU),
combina la
produzione di
energia elettrica
con un impianto di
desalinizzazione
che produce 230
milioni di litri di
acqua potabile al
giorno. Comprende
anche una
moschea, per le
maestranze di fede
musulmana.
37
3.
Popolazione e urbanizzazione
Bassa densit
e rapido incremento demografico
Istanbul (Turchia).
Un frequentato
mercato del
centro.
si registrano invece nel Vicino Oriente, in particolare nel Libano e in Israele, dove la densit demografica supera i 300 ab/km2. Tra i grandi Stati, abbastanza
popolata la Turchia (circa 100 ab/km2).
Una caratteristica demografica della regione, e
specificamente degli Stati arabi del Medio Oriente,
la rapida crescita della popolazione, per un
tasso di natalit che in alcuni di essi oltrepassa il
30-40 (quello italiano del 9): lArabia Saudita, ad esempio, ha registrato negli ultimi decenni
un tasso di crescita del 30, passando fra il 1974 e
il 2005 da 7 a 25 milioni di abitanti. Lincremento
demografico stato favorito anche da una sensibile
diminuzione del tasso di mortalit, dovuta al miglioramento delle condizioni di vita, e da un aumento dei flussi migratori in entrata. Particolarmente rilevante limmigrazione nei Paesi della penisola araba di lavoratori provenienti dagli Stati vicini, dallAfrica orientale e dallAsia meridionale;
oggi, ad esempio, in Arabia Saudita gli stranieri superano il 20% della popolazione e il 50% di quella
attiva.
I miglioramenti delle condizioni di vita non hanno
tuttavia eliminato i forti squilibri sociali n le
discriminazioni nei confronti delle donne, in
particolare in quegli Stati arabi che applicano la legge islamica.
Citt storiche
e futuristiche metropoli
38
Riyad (Arabia Saudita). Due dei pi arditi grattacieli che svettano sulla metropoli.
Teheran (Iran).
Uno scorcio del
centro.
Al Kuwait (Kuwait).
Le Kuwait Towers,
ormai simbolo della
citt, furono
inaugurate nel
1979 come punti di
osservazione e
cisterne per lacqua.
39
4.
Leconomia e la societ dellAsia occidentale e centrale presentano contraddizioni fra progresso e arretratezza, tradizione e modernit, che sono tipiche dei
Paesi in via di sviluppo, ma che in questa regione hanno assunto caratteristiche pi macroscopiche. Laspetto tradizionale delleconomia rappresentato
principalmente dallagricoltura e dallallevamento,
due attivit poco produttive perch basate su tecniche e strutture fondiarie (latifondi e minifondi) arretrate, ma anche da attivit terziarie come il piccolo
commercio e la produzione artigianale. Laspetto pi
moderno deriva invece, soprattutto, dalle ingenti riserve di petrolio, il cui sfruttamento ha permesso a
molti Paesi dellarea di sviluppare le attivit industriali, di modernizzare le citt e la rete dei servizi.
Anche la societ mediorientale presenta evidenti contrasti tra arretratezza e progresso. Masse popolari povere e analfabete vivono accanto a minoranze di ricchissimi, che hanno acquisito una cultura e modelli di vita di tipo occidentale; inoltre, particolarmente nei Paesi islamici pi tradizionalisti,
forte il contrasto tra la modernizzazione economica
e aspetti sociali tradizionali, come la condizione di
inferiorit delle donne, e strutture politiche spesso
autoritarie o scarsamente democratiche.
1
Agricoltura
specializzata
(agrumeto) di un
kibbutz israeliano.
2
Coltivazione del
papavero da
oppio nel sud
dellAfghanistan.
3
Produzione di
datteri nelle oasi
dellArabia Saudita.
4
Piantagione di t
in Turchia.
5
Allevamento
tradizionale dei
cammelli in
Kazakistan.
40
Oasi agricole
e allevamento estensivo
Le condizioni naturali e climatiche della regione sono in generale poco adatte allagricoltura: vasti deserti e aree montuose, scarsa piovosit, pochi fiumi
perenni. In alcuni Stati della penisola arabica (Arabia Saudita, Yemen, Oman, Giordania), i terreni improduttivi superano l80% della superficie nazionale;
in altri (Kazakistan, Afghanistan, Siria) prevalgono i
pascoli stepposi. Le colture si concentrano in zone,
pi o meno estese, che spesso costituiscono delle
oasi in mezzo a vaste aree improduttive. Le principali sono le pianure dei grandi fiumi in particolare la
Mesopotamia e le regioni costiere del Vicino Oriente, della Turchia e del Mar Caspio; ad esse bisogna
aggiungere le oasi vere e proprie, presenti nelle regioni desertiche. Le colture principali sono i cereali
(frumento, orzo e miglio), dei quali massima produttrice la Turchia, gli ortaggi, le piante mediter-
caso, soprattutto, della Turchia, dellIran e dellArabia Saudita, dove gli ettari coltivati sono passati
in poche decine danni da circa 150.000 a pi di 3
milioni. Particolarmente avanzata lagricoltura di
Israele, che si basa su tipiche aziende cooperative
(kibbutz) e moderne tecniche di coltivazione e irrigazione.
Lallevamento nomade e seminomade di camelidi, ovini e caprini una delle attivit tradizionali
delle regioni aride dellAsia occidentale e centrale
oggi in declino e in alcuni casi stato sostituito da
un allevamento stanziale. I Paesi con i pi consistenti patrimoni di animali allevati sono lIran (80 milioni
di capi di ovini e caprini), la Turchia dove dal vello
delle capre si ricava la pregiata lana mohair e lAfghanistan, dove si allevano invece gli agnelli karakul dai quali si ricava la pelliccia di astrakan.
41
5.
1
Controllo della
pressione di un
pozzo petrolifero
nella regione del
Golfo.
2
Oleodotto
costiero nel
Kuwait.
3
Lemittente
televisiva Al
Jazeera, con sede
nel Qatar, un
punto di forza del
terziario avanzato
nella regione.
dita. Gas naturale e petrolio greggio giungono, tramite gasdotti e oleodotti, in numerosi porti dislocati sulle coste del Mediterraneo, del Golfo Persico e
del Mar Rosso.
NellAsia centrale sono sfruttati anche ricchi
giacimenti di uranio, oro, argento, rame e ferro,
mentre nel Vicino Oriente, in particolare in Giordania, Siria e Israele, si estraggono rilevanti quantit
di fosfati.
42
concentrate sono invece le aree industriali moderne, in gran parte collegate allo sfruttamento delle risorse petrolifere. I Paesi che hanno attuato i maggiori progressi in campo industriale, grazie soprattutto ai proventi del petrolio, sono lIran, che possiede una consistente industria di base finanziata
dallo Stato e da capitali russi e giapponesi; Israele,
che ha sviluppato i settori industriali pi moderni
(elettronica, ottica, informatica, farmaceutica) e in
misura minore la Turchia, lArabia Saudita e la Siria.
Negli Stati dellAsia centrale, nati dalla disgregazione dellURSS, si sono invece verificate la crisi e la
chiusura di numerose industrie pesanti ormai invecchiate e scarsamente produttive.
Le entrate petrolifere hanno dato un forte impulso anche alle attivit terziarie, in particolare a
quelle bancarie, che oggi in alcuni Paesi (come lArabia Saudita e il Kuwait) impiegano oltre l80%
della popolazione attiva.
4
Dubai (EAU). La
spiaggia di
Jumeirah, una
delle pi lussuose
destinazioni del
turismo di lite.
5
Samarcanda (in
Uzbekistan) tra
le mete del
turismo storico
archeologico
6
Raffineria di
petrolio di Atyran
(Kazakistan).
7
Tessitura
tradizionale dei
tappeti in Turchia.
43
6.
Popoli e Stati
Dalle prime civilt
agli Stati attuali
Kermanshah
(Iran).
Manifestazione per
lindipendenza del
Kurdistan, oggi
diviso fra Turchia,
Siria, Iraq e Iran.
Come gli Ebrei di
Israele, i Curdi
rappresentano una
minoranza etnicolinguistica della
regione, nella
quale le
popolazioni pi
consistenti sono
gli Arabi, i Turchi e
i Persiani.
Il Vicino e il Medio Oriente sono le regioni nelle quali luomo inizi a praticare lagricoltura circa 10.000
anni fa e dove sorsero le prime civilt urbane, poi
sviluppatesi nei grandi imperi degli Hittiti, degli Assiri, dei Babilonesi, dei Persiani e dei Fenici. Dopo la
dominazione dei Greci e dei Romani, gli Arabi nel
Medioevo vi diffusero la nuova religione dellIslam,
fondando un vasto impero che nel IX secolo comprendeva tutta lAsia occidentale e centrale. Dopo il
Mille, giunsero Mongoli e Turchi, popolazioni nomadi provenienti dallAsia centrale, che si islamizzarono. Dinastie turche fondarono due grandi imperi islamici: quello dei Selgiuchidi e, dal XV secolo, quello
degli Ottomani, che hanno dominato nella regione fino agli inizi del Novecento. La formazione degli Stati attuali stata la conseguenza di tre principali
eventi storici del XX secolo: la disgregazione dellImpero ottomano dopo la prima guerra mondiale, la fine del colonialismo europeo dopo la seconda guerra
mondiale e infine la disgregazione dellURSS.
Il cuore
del mondo islamico
LAsia occidentale stata la culla delle grandi religioni monoteistiche: lebraismo e, successivamente, il
cristianesimo e lislamismo. Questultimo, nato
dalla predicazione di Maometto in Arabia Saudita, si
Conflitti territoriali,
economici e religiosi
Da decenni il Medio Oriente scosso da gravi conflitti, che in alcuni casi hanno assunto le caratteristiche di sanguinose guerre internazionali. Molti di questi conflitti sono stati provocati da contrasti territoriali tra popoli e Stati, ma altrettanto importanti sono
i motivi religiosi e quelli economici, legati soprattutto
ai ricchissimi giacimenti petroliferi della regione.
Uno dei Paesi maggiormente lacerati da cruenti
conflitti Israele, nato nel 1948 sulla base di una
decisione dellONU che prevedeva la divisione del-
44
Iraq, gennaio 1991. Gli aerei della coalizione guidata dagli USA bombardano i pozzi petroliferi
iracheni.
Afghanistan,
dicembre 2007.
Militari della
Guardia Nazionale
USA in unarea
sotto controllo
americano.
Palestina, 2007.
Bambini della
Striscia di Gaza si
recano a scuola.
45
Esercizi
Dal petrolio ricchezza
e guerre per il Medio Oriente
Dagli anni 30 del Novecento quando le compagnie petrolifere
occidentali iniziarono a sfruttare i ricchissimi giacimenti di oro
nero dellArabia Saudita, da poco diventata un regno indipen-
produzione petrolio export petrolio riserve petrolio produzione gas riserve gas
Arabia Saudita
10,5
8,5
26%
200
4%
Iran
4,0
2,4
9%
295
16%
EAU
2,8
2,5
9%
128
3,5%
Kuwait
2,5
2,3
9%
35
1%
Iraq
2,0
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11%
1,8%
Qatar
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136
14,5%
produzione petrolio
1 milione di barili al giorno
export petrolio
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a. Quali sono i due Paesi della regione che hanno la maggiore produzione di petrolio e gas e anche la maggiore
esportazione di petrolio?
b. In quali Paesi la quasi totalit del petrolio estratto viene
esportata?
c. Come spieghi questo fatto e come spieghi che in Iran e
Arabia Saudita tale percentuale invece pi bassa?
Y E M E N
46
Esercizi
2. Proviamo a valutare qual lapporto del petrolio alla ricchezza degli abitanti di questi Paesi. Con i dati sul PIL pro
capite (vedi pagg. 146) e in base alle indicazioni della legenda, colora la carta della regione. Quindi, dopo aver
calcolato le entrate in dollari pro capite derivanti dal petrolio per i Paesi maggiori produttori, completa la tabella e
riporta sulla carta i relativi simboli.
entrate petrolio
(mld di dollari 2005)
Stato
Arabia Saudita
65
Iran
18
EAU
24
Kuwait
18
Iraq
24
Qatar
10
popolazione
entrate p.c.
a. Ci sono eccezioni di Paesi che, pur non essendo grandi produttori di petrolio, hanno un PIL elevato? Come
si possono spiegare tali situazioni?
b. Ci sono Paesi che, pur avendo una elevata produzione
di petrolio, non hanno un PIL altrettanto elevato? Come lo spieghi?
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guerra in Iraq
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(dal 1970 ad oggi)
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media = 27,35 $
(dal 1986 ad oggi)
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1995
2000
2007
a. Le variazioni del prezzo del petrolio sembrano corrispondere alle fasi di conflitto armato nella regione.
Quali potrebbero essere i motivi di queste corrispondenze?
b. Puoi individuare i fattori che hanno provocato laumento del prezzo del petrolio negli ultimi anni?
47
MODULO
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Pi giovane, in quanto si corrugato in epoca terziaria e quaternaria, invece limponente sistema di catene montuose che
sbarrano la regione a nord. Spiccano in esso a nord-ovest il Pamir e il Karakoram (K2, 8616 m) e al centro lHimalaya, dominato da alcune delle cime pi elevate del mondo, superiori
agli 8000 metri (Everest, 8848 m; Kanchenjunga, 8598 m;
Lhotse, 8501 m). Le montagne proseguono a sud-est con i
Monti Arakan Yoma e con le catene che attraversano le isole
indonesiane, raggiungendo la massima altitudine con i 5040
metri del Puncak Jaya, nella parte occidentale della Nuova Guinea.
Ai piedi dei grandi sistemi montuosi e degli altopiani indiani e
indocinesi si allargano ampie pianure, dove scorrono i maggiori fiumi della regione, che sfociano nellOceano Indiano e
nel Pacifico con vasti delta: la pianura indo-gangetica, percorsa dallIndo (3180 km), che si getta nel Mare Arabico, e
dal Gange, che nel corso inferiore si unisce al Brahmaputra,
raggiungendo poi il Golfo del Bengala; la lunga pianura dellIrrawaddy, nel Myanmar, e la quella indocinese del Mekong,
che con i suoi 4500 km di lunghezza il massimo fiume dellAsia meridionale e uno dei maggiori dellintero continente.
49
2.
Clima e ambiente
La regione dei monsoni
Gran parte dellAsia meridionale ha un clima tropicale influenzato dai monsoni, venti stagionali determinati dallo scambio di masse daria tra il continente
e gli oceani in conseguenza delle differenze di pressione. I monsoni invernali, freschi e secchi, si dirigono dallinterno verso il mare; quelli estivi seguono
la direzione inversa e, a contatto con le montagne,
scaricano sul continente enormi quantit di pioggia.
Quando le temperature delle due zone si equivalgono, i venti cessano e inizia la stagione calda e secca.
Si hanno dunque due stagioni: una secca, che
va allincirca dallautunno alla primavera, e una stagione delle piogge, corrispondente ai mesi estivi.
La loro durata e la quantit delle precipitazioni variano comunque da zona a zona. Le aree pi piovose sono le coste esposte a sud-ovest che hanno alle
spalle barriere montuose, come il Bengala, a ridosso del quale si erge la catena dellHimalaya, dove
cadono anche 10.000 mm (10 metri!) di pioggia allanno. Invece, nelle coste orientali del Deccan e
dellIndocina la stagione delle piogge pi breve e
nellinterno del Deccan dura solo quattro mesi.
50
Banda Aceh,
costa dellisola di
Sumatra
(Indonesia).
Dicembre 2004:
quello che resta
dopo lo tsunami.
Mumbai (India).
Luglio 2005:
migliaia gli sfollati
per lalluvione
monsonica.
51
3.
Popolazione e urbanizzazione
Un terzo dellumanit
In molte citt fluviali e marittime, quali Bangkok, Hanoi, Manila, la popolazione pi povera abita in caratteristici quartieri
galleggianti, formati da giunche e sampan (imbarcazioni di legno larghe e piatte), oppure da palafitte di legno.
52
Delhi (India). Una vivace strada della grande metropoli. Sullo sfondo, a sinistra, lingresso di un cinema.
Villaggi rurali
e gigantesche metropoli
La maggior parte della popolazione regionale (salvo
eccezioni, come la Malaysia e le Filippine) vive in villaggi rurali, che nella sola India ammontano a oltre
600.000 e raccolgono il 70% della popolazione. Tuttavia, anche in questa parte dellAsia, lurbanesimo
un fenomeno in forte crescita negli ultimi decenni.
Vi sorgono, infatti, decine di metropoli milionarie:
pi di 30 solo in India. Al vertice stanno sei metropoli gigantesche, che hanno creato agglomerati di oltre
10 milioni di abitanti: in ordine di grandezza, Mumbai (Bombay), quinta nel mondo con i suoi 16 milioni; Kolkata (Calcutta), Jakarta e Delhi (13 milioni); Manila e Dhaka (pi di 10 milioni).
Anche in Asia meridionale lurbanesimo un fenomeno antico, ma molte delle attuali metropoli si
sono sviluppate durante lepoca coloniale come porti fluviali e marittimi, espandendosi in anni pi recenti soprattutto per il crescente afflusso di immigrati dalle campagne. Accanto ai nuclei storici di
origine coloniale o precoloniale, in queste metropoli sono sorti nuovi quartieri degli affari dove si concentrano le principali attivit economiche e che
presentano spiccate caratteristiche occidentali:
grandi viali percorsi da un intensissimo traffico automobilistico, moderni palazzi e grattacieli. Tipiche,
in tal senso, Kuala Lumpur, capitale della Malaysia, con le caratteristiche Petronas Towers alte 452
metri, e ancor pi la citt-Stato di Singapore, con
la sua selva di modernissimi grattacieli di vetro e acciaio progettati dai pi famosi architetti del mondo.
Nelle citt della regione, tuttavia, la spinta della
continua immigrazione dalle campagne ha fatto
crescere anche smisurate periferie urbane; spesso
si tratta di misere bidonville, dove le condizioni di
vita sono al limite della sopravvivenza. Ne esempio emblematico la citt di Mumbai, nelle cui baraccopoli si raccoglie il 60% della popolazione.
Kuala Lumpur
(Malaysia). Le
Petronas Towers,
che rappresentano
il simbolo dello
sviluppo
malaysiano.
Angkor, capitale dellantico regno cambogiano (sopra), era una metropoli di un milione di
abitanti, mentre in Birmania sorgeva Pagan, capitale dellimpero omonimo con i suoi
tredicimila edifici religiosi. Oggi queste citt assieme ad altri importanti centri storici e
religiosi, come lindiana Agra con il suo celebre mausoleo del Taj Mahal sono tra le mete
turistiche della regione.
53
4.
te collegato alla crescita impetuosa della popolazione urbana. Questi due elementi economici hanno permesso di migliorare le condizioni di vita della popolazione, come testimoniano il dimezzamento della mortalit infantile dopo il 1970 e laumento di circa 15 anni della vita media. Tuttavia, lAsia
meridionale continua a essere una regione in via di
sviluppo, nella quale la povert colpisce il 20-30%
della popolazione e sono molto forti i contrasti sociali tra le masse popolari e una ristretta classe di
benestanti.
54
tazioni: Thailandia, Indonesia e Malaysia sono le prime produttrici mondiali di caucci; altrettanto elevata la produzione di t, soprattutto in India (primo
posto nel mondo), Sri Lanka e Indonesia, ma anche
di canna da zucchero (lIndia il secondo produttore mondiale), di caff (Vietnam e Indonesia), banane (India, Filippine), cotone (India e Pakistan),
olio di palma (Malaysia e Indonesia sono prime nel
mondo). Malgrado le severe leggi antidroga adottate
dai governi dellIndocina, ancora elevata la produzione di papavero da oppio nel cosiddetto Triangolo doro, una regione montuosa posta tra Laos,
Thailandia e Myanmar. Molto intensa, con conseguenze devastanti per gli equilibri ambientali, la produzione di legname pregiato nelle foreste, soprattutto dellIndonesia e dellIndia, mentre lallevamento molto sviluppato in Pakistan (ovini e caprini)
e in Vietnam (suini); assai diffuso nel Sudest e in Indonesia lutilizzo dei bufali nel lavoro dei campi.
1
Coltivazione del
cotone nel cuore
del Deccan.
2
Piantagione di t
nello Stato indiano
del Bengala
Occidentale.
3
Produzione del
caucci in
Malaysia.
4
Risaie nellisola di
Bali (Indonesia).
5
Trasporto del
legname
proveniente dalle
foreste del Borneo
(Indonesia).
Impiego del
bufalo
nellagricoltura
tradizionale delle
Filippine.
55
5.
1
2
Villaggio turistico
delle Maldive.
3
Estrazione del
petrolio in
Malaysia.
4
Impianti e
capannoni
industriali presso
Jakarta
(Indonesia).
5 6
Singapore. La
grande area
industriale e il
traffico del porto
container.
Storicamente, gli Stati della regione sono Paesi agricoli con deboli attivit industriali di tipo tradizionale,
ma negli ultimi decenni alcuni di essi sono entrati nel
gruppo dei cosiddetti Nuovi Paesi Industriali (in
inglese NIC), grazie soprattutto allo sfruttamento
delle risorse minerarie e allafflusso di capitali stranieri, in particolare giapponesi e sud-coreani, attratti dal basso costo della manodopera. Alcuni Stati della regione possiedono infatti consistenti ricchezze
minerarie. Innanzitutto, Indonesia e Malaysia sono
ricche di gas naturale e petrolio, ma anche grandi
produttrici di stagno, mentre nelle Filippine si
estraggono rame e nichel. Ricca di minerali inoltre lIndia, che ai primi posti nel mondo per lestrazione di carbone e ferro.
Le attivit industriali hanno avuto un certo incremento in Indonesia, Malaysia, Singapore, Thailandia e Vietnam, tanto nei comparti tradizionali
(tessile e agroalimentare), quanto, e soprattutto,
56
57
6.
Popoli e Stati
La stratificazione delle culture
Il palazzo reale
thailandese a
Bangkok. Alla
vigilia della prima
guerra mondiale,
lallora Regno del
Siam era lunico
Stato ad aver
conservato una
qualche
indipendenza dalle
potenze coloniali
europee che
dominavano
lintera regione.
LAsia meridionale costituisce una regione di passaggio tra lAsia occidentale e lEstremo Oriente, tra lOceano Indiano e il Pacifico. Per questa sua posizione,
nel passato ha subito continue migrazioni e influenze di popoli e culture provenienti da altre aree.
NellIndia del II millennio a.C. migrarono dallAsia occidentale gli Arii, popoli indoeuropei che sottomisero le originarie popolazioni dravidiche. Gli
Arii introdussero il brahamanesimo, dal quale
derivato linduismo, che oggi la principale religione indiana. Nel VI secolo a.C., a seguito della
predicazione di Buddha, nacque in India il buddismo, che si diffuse soprattutto nella regione himalayana e a Ceylon (odierno Sri Lanka). Nel Medioevo, giunsero in India gli Arabi, che introdussero lislamismo, e successivamente i Turchi, che unificarono la regione nellImpero Moghoul. Dopo le scoperte geografiche, inizi nella regione la colonizzazione degli Europei, che vi introdussero il cristianesimo. Stabilitisi in alcuni porti marittimi, essi
crearono imperi commerciali sempre pi vasti ed
estesero il proprio dominio, tanto che alla vigilia
della prima guerra mondiale tutta lAsia meridionale era controllata dalle potenze europee.
58
Lalzabandiera di
Timor Est, lultimo
Stato sovrano nato
nella regione.
La lunga decolonizzazione
Il processo di decolonizzazione della regione, attuato nel secondo dopoguerra, stato lungo e a volte violento, anche per linsorgere di conflitti tra
i nuovi Stati. questo il caso dellIndia che, raggiunta lindipendenza nel 1947, lanno successivo
fu privata delle regioni a prevalenza musulmana,
che proclamarono la nascita del Pakistan. A sua
volta, nel 1971, si stacc la parte orientale del Pakistan, dando vita al Bangladesh.
Particolarmente lunga e drammatica stata la
decolonizzazione in Indocina, dove dal 1946 al 1954
fu combattuta contro i Francesi una guerra dindipendenza, conclusasi con la nascita del Laos, della
Cambogia e del Vietnam, diviso per in due Stati.
Segu poi il lungo e sanguinoso conflitto tra il Vietnam del Nord comunista, appoggiato dalla Cina e
dai guerriglieri comunisti del Sud (Vietcong), e il
Vietnam del Sud, filoamericano, durante il quale gli
Stati Uniti inviarono nella regione pi di 700 mila
soldati ed effettuarono ripetuti bombardamenti. La
riunificazione del Paese fu realizzata nel 1976, sot-
to la guida del regime nordvietnamita. Dopo la vittoria comunista in Vietnam (1975), movimenti di
guerriglia comunisti presero il potere in Laos e
Cambogia; in questultimo Paese, i Khmer rossi guidati da Pol Pot instaurarono un regime di terrore,
che provoc un milione di vittime.
Lultimo Stato della regione a ottenere lindipendenza stato Timor Est, che nel 2002 si staccato dallIndonesia.
Oggi, nellAsia meridionale permangono conflitti di tipo locale, spesso collegati a motivi nazionalistici e religiosi. Nella regione himalayana del
Kashmir, India e Pakistan si fronteggiano da decenni lungo un confine provvisorio che ha diviso larea
in due parti. Nel nord dello Sri Lanka, la minoranza
tamil, appartenente alle antiche popolazioni dravidiche di religione ind, lotta per lindipendenza
contro la maggioranza cingalese buddista. Nellisola filippina di Mindanao e nelle Molucche indonesiane operano movimenti nazionalisti e religiosi
spesso alimentati dal fondamentalismo islamico.
59
Esercizi
Metropoli dellAsia meridionale
LAsia meridionale tradizionalmente una regione a prevalenza
agricola, nella quale ancora oggi centinaia di milioni di persone
vivono in villaggi rurali.
POPOLAZIONE METROPOLI
= 5 milioni di abitanti
citt
Mumbai
Kolkata
Jakarta
Delhi
Manila
Dakha
Karachi
Bangkok
Madras
Bangalore
Hyderabad
Lahore
Ho Chi Minh
16
13
13
13
11
10
9
7
6
6
5
5
5
POPOLAZIONE URBANA
= meno del 30%
= dal 30 al 50%
= dal 51 al 70%
del 70%
60
11
10
11
12
14
17
1960
1970
1980
1990
2000
2008
18
20
24
26
28
29
ASIA MERIDIONALE
Esercizi
5. Le fotografie si riferiscono ad alcune citt dellAsia meridionale. Raccogli informazioni che ti permettano di mettere in evidenza, in un testo, alcune caratteristiche comuni e alcune differenze tra queste citt.
1900
1,5
0,8
0,2
1920
1,8
1,2
0,3
1940
3,5
1,6
0,7
30
1960
5,7
4
2,4
1980
9
8,2
5,7
2000
11
10
9
2008
13
12
10
15
25
20
10
15
10
5
2008
0
0
1900 1910 1920 1930 1940 1950 1960 1970 1980 1990 2000 2008
1900
1920
Kolkata
1940
1960
1980
Mumbai
2000
Delhi
Kolkata.
Singapore.
Bangkok.
Varanasi.
Kuala Lumpur.
Ho Chi Minh.
Costruisci un testo di commento ai dati, prima individualmente e poi in piccolo gruppo (3 o 4 persone).
Confronta in classe i testi prodotti e utilizzali per realizzare un cartellone o una serie di diapositive PowerPoint.
Indonesia
popolazione slum %
%
85
44
72
55
23
66
Stato
Myanmar
Nepal
Filippine
Pakistan
Vietnam
%
26
92
44
73
47
61
MODULO
16-02-2011
15:11
Pagina 62
Asia orientale
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62
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ra della Manciuria e il Bassopiano Cinese; a sud si innalzano invece i rilievi del Wuyi Shan. Il Bassopiano attraversato dal corso
inferiore dei due maggiori fiumi cinesi, lo Huang He (Fiume Giallo)
e il Chang Jiang (Fiume Azzurro),
collegati dal Gran Canale. Il nome
del Fiume Giallo deriva dalla sabbia che le acque trasportano verso
il mare per lerosione di profondi
giacimenti di loess, che il fiume at-
Pagina 63
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Depressione
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settentrionale del Giappone.
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15:11
Pagina 64
2.
Clima e ambiente
Dai deserti continentali
alle foreste monsoniche
LAsia orientale presenta una certa variet climatica dovuta allinfluenza di diversi fattori, a cominciare dallestensione in latitudine: le zone pi settentrionali della Cina e della Mongolia si trovano attorno al 55 parallelo nord (come Mosca), quelle cinesi pi meridionali si estendono oltre il Tropico
del Cancro (come il Sud della penisola araba). Altrettanto importante lestensione in longitudine, che aggiunta alla presenza di imponenti barriere meridionali, ostacola allinterno della regione
linflusso dellOceano Pacifico e ancor pi quello
dellOceano Indiano. Rilevante infine laltitudine, data la presenza nellinterno della Cina di catene montuose e altipiani molto elevati.
Nellimmensa area continentale predominano
due tipi di clima. La Cina nord-occidentale e la
Mongolia sono caratterizzate da quello continentale, con precipitazioni molto scarse (anche inferiori a 250 mm annui) e forte escursione termica
annua (fino a 45 C) tra linverno molto freddo e lestate torrida. Prevalgono qui gli ambienti aridi: vaste distese di steppa e deserti, come il Takla Makan e lAla Shan. La Cina sudorientale, posta allinterno del versante himalayano e lontana dal Pacifico, presenta invece un clima di alta montagna,
con inverni molto rigidi ed estati fresche, e con
scarse precipitazioni; lambiente naturale quello
della foresta mista.
Pi varia la climatologia della regione marittima,
che risente dellinfluenza oceanica e della latitudine. La Cina settentrionale ha un clima temperato
continentale, poco piovoso, con estati moderatamente calde e inverni freddi. La penisola coreana e
il Giappone centro-settentrionale si caratterizzano
invece per un clima temperato piovoso, con estati calde e umide. Nella fascia centromeridionale cinese e giapponese il clima subtropicale umido,
con estati molto calde, mentre la Cina meridionale
ha un clima tropicale molto piovoso, perch influenzato dai monsoni provenienti dal Pacifico. I
biomi, in gran parte sostituiti dalle coltivazioni,
vanno soprattutto dai boschi di latifoglie alle foreste tropicali delle aree monsoniche del Sud.
Il deserto di
Takla Makan,
nella Cina
occidentale.
64
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Pagina 65
Beijing, 2003. Lingresso della Citt proibita prima e durante una delle violente
tempeste di sabbia che ciclicamente flagellano la citt.
65
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15:11
Pagina 66
3.
Popolazione e urbanizzazione
Un quarto degli abitanti
del mondo
Tokyo (Giappone).
La panoramica
dallalto consente
di cogliere laspetto
occidentale del
centro urbano della
capitale nipponica.
LAsia orientale abitata da oltre 1 miliardo e mezzo di persone, quasi un quarto della popolazione
mondiale. La Cina da sola ne accoglie 1 miliardo e
300 milioni e come tale il Paese pi popoloso
della Terra. La sua crescita demografica, molto
elevata fino agli anni Settanta, in seguito sensibilmente rallentata per la politica imposta dalle autorit comuniste: obbligo del figlio unico, legalizzazione dellaborto e della sterilizzazione, campagna
a favore del matrimonio tardivo. Lincremento naturale oggi , comunque, circa il 6, superiore ancora a quello di Taiwan e Corea del Sud. Il Giappone ha ormai raggiunto la crescita zero, mentre
Mongolia e Corea del Nord hanno incrementi demografici elevati, tipici dei Paesi in via di sviluppo.
La densit demografica della regione presenta
un forte squilibrio tra larea costiera e insulare,
dove quasi ovunque supera i 100-200 ab/km2, e
quella continentale, dove i valori medi sono inferiori a 10 ab/km2. Le densit pi elevate si registrano nellisola di Taiwan (oltre 600 ab/km2), nella Co-
La megalopoli giapponese
e lesplosione urbana in Cina
In Giappone, il processo di urbanizzazione, iniziato
sin dagli anni Cinquanta, ha portato alla crescita costante della popolazione urbana (oggi circa l80% del
totale) e alla formazione di 11 metropoli milionarie.
Esse si allineano sulla costa centro-meridionale e sono raggruppate in tre grandi conurbazioni: il Kanto,
che concentra 40 milioni di persone ed ha al centro
la capitale Tokyo, la cui area metropolitana da sola
ne conta pi di 12 milioni; il Kansai-Kinki, con 22
milioni di abitanti raccolti nelle metropoli di Osaka,
Kyoto e Kobe; il Chubu-Tokai (7 milioni), che si sviluppa attorno a Nagoya. Insieme, le tre conurbazioni formano la gigantesca megalopoli giapponese,
abitata da oltre 70 milioni di persone. Lunica citt
milionaria esterna alla megalopoli Sapporo (poco
meno di 2 milioni di abitanti), nellisola di Hokkaido.
Viceversa, in Cina, quasi il 60% della popolazione vive ancora nelle campagne. Tuttavia, la crescita demografica e le migrazioni hanno provocato anche qui un forte aumento della popolazione urbana
e la formazione di grandi metropoli, alcune delle
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Seoul (Corea del Sud). Il complesso del World Trade Center e Coex
Convention Center, il pi tecnologico centro congressi del mondo.
Lesplosione urbana ha investito anche altri Stati della regione, come la Corea del Sud, la cui capitale, Seoul, accoglie nel suo agglomerato quasi 10
milioni di Coreani, un quarto del totale; o come Taiwan, dove lagglomerato della capitale, Taipei, supera i 6 milioni di abitanti.
Beijing (Cina).
Limmensa area
dellantica Citt
proibita, con i
palazzi imperiali,
sullo sfondo dei
moderni edifici e
grattacieli.
Shanghai (Cina).
Il grattacielo del
World Financial
Center, inaugurato
nellagosto 2008,
attualmente il
pi alto della
metropoli (492
metri). Nellambito
del rinnovamento
urbanistico delle
citt tradizionali, in
soli 10 anni a
Shanghai sono
stati costruiti 1500
grattacieli e per
lExpo
internazionale del
2010 verr
realizzato lo
Shanghai Center,
di 580 metri.
67
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Pagina 68
4.
1
Allevamento
di ovini e caprini
in Mongolia.
2
Coltivazione
del t in Cina.
3
Controllo
del pollame
in un allevamento
cinese, per la
messa in vendita.
4
Risaia
giapponese nel
periodo del
raccolto.
Unagricoltura produttiva,
ma insufficiente
La Corea del Sud, Taiwan e, soprattutto, il Giappone hanno unagricoltura molto moderna e produttiva, basata sulla coltivazione del riso. Tuttavia, la loro limitata disponibilit di suolo agrario (solo il 13%
della superficie nazionale in Giappone) e la forte
industrializzazione e urbanizzazione fanno s che la
produzione agricola sia insufficiente rispetto ai bisogni della popolazione.
68
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Pagina 69
69
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Pagina 70
5.
1
Beijing (Cina). Il
pc portatile
realizzato nel
2008, in
occasione delle
Olimpiadi, dalla
multinazionale
cinese Lenovo,
che ha sede nella
capitale ed fra le
prime cinque del
mondo nel settore.
.2
Beijing-Lhasa
(Cina). Un tratto
della nuova
ferrovia
transmanciuriana,
che attraversa
territori abitati da
minoranze nomadi.
Il Giappone, che oggi la seconda potenza economica del mondo, avvi un intenso processo di industrializzazione gi nei primi decenni del dopoguerra. Il successo dellindustria giapponese il risultato di diverse componenti: forte spinta alle
esportazioni internazionali e delocalizzazione delle
attivit in diversi Paesi asiatici, basso costo ed elevata produttivit della manodopera, stretti rapporti
tra il sistema industriale e quello finanziario, creazione di grandi aziende multifunzionali, sostegno
economico dello Stato. Oggi lindustria nipponica
forte sia nei settori tradizionali (siderurgia, meccanica, costruzioni navali, chimica), sia in quelli
pi moderni (elettronica e in-
formatica): il Paese primo al mondo nella produzione di autovetture e di molti beni di consumo
ad alta tecnologia (cellulari, fotocamere digitali, schermi televisivi, stampanti laser).
Negli anni Settanta, per lapertura ai capitali
giapponesi e americani attratti dal basso costo della manodopera, la Corea del Sud, Taiwan e Hong
Kong (allora colonia inglese) entrarono in una fase
di intenso sviluppo industriale. Pi recentemente, accanto alle industrie (tessile, automobilistica, elettronica, informatica), questi Paesi hanno sviluppato soprattutto le attivit finanziarie
e di servizio collegate al mercato cinese.
Pi recente, ma davvero impetuoso, lo sviluppo industriale della Cina, divenuta in pochi decenni la
quarta potenza industriale del mondo. Il
boom cinese stato favorito dallo sfruttamen-
70
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3
Hong Kong
(Cina). Il porto
commerciale
dellisola fra i pi
importanti del
mondo.
4
Shanghai (Cina).
Addette al
montaggio in
unazienda
elettronica. Le
industrie di questo
Paese emergente
non esportano solo
abiti, giocattoli,
televisori e cellulari,
a volte copiati da
quelli occidentali e
di scarsa qualit,
ma anche alta
tecnologia,
automobili, ricambi
per aerei, farmaci.
5
Tokyo (Giappone).
Il CEATEC, che si
tiene ogni anno,
la principale fiera
della produzione
tecnologica
giapponese.
Ledizione 2008 si
svolta in un
settore della
Makuhari Messe,
un futuristico
spazio espositivo
di circa 210.000
metri quadrati.
6
Taejon (Corea del
Sud). Il centro di
controllo di
unindustria ad alta
tecnologia.
71
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15:11
Pagina 72
6.
Popoli e Stati
Imperi millenari e popoli nomadi
16-02-2011
15:11
Pagina 73
73
16-02-2011
15:12
Pagina 74
Esercizi
Giappone e Cina:
un confronto tra due giganti mondiali
Il Giappone e la Cina sono non soltanto le due massime potenze asiatiche, ma anche due colossi delleconomia mondiale
Cina
13 - 60 - 27
21 - 68 - 11
79 - 85
71 - 74
Giappone
4 27 69
1,5-29,5-69
Cina
49 22 29
12-49-39
13-1-64-22
15-43-17-25
Cina
Giappone
popolazione attiva % sett.
popolazione
PIL % sett.
speranza di vita
100
90
80
70
60
50
40
30
20
10
0
POPOLAZIONE
= 100.000.000 ab
DENSIT DEMOGRAFICA
= 10 ab/km2
INCREMENTO NATURALE
= da -1 a 0;
= da 0 a + 10
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15:12
Pagina 75
ASIA ORIENTALE
Esercizi
3. Vediamo adesso qual stato lo
sviluppo delleconomia nei due
Stati negli ultimi anni. La tabella
riporta la crescita percentuale
del PIL in Giappone e in Cina dal
2000 al 2008. Con i dati della Cina, e in base alle indicazioni della
legenda, completa il nostro grafico, che gi contiene quelli del
Giappone.
anno Giappone
2000
0,3
2001
1,3
2002
-0,3
2003
-0,3
2004
2,7
2005
2,9
2006
2,6
2007
2,2
2008
1,9
12
Cina
8
7,5
8,2
9,6
9,6
9,1
10,6
11,4
8,1
Giappone
Cina
11
10
9
8
7
6
5
4
3
2
Giappone
34.188
7 posto
35
<2
0
9,5
0
31
Cina
2001
81 posto
0
12
9
3,6
15
72
1
0
1
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
INDUSTRIALIZZAZIONE
risorse
riforme politiche
aspetti economici e sociali
settori industriali
e prodotti
problemi sociali
e ambientali
75
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76
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942
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e ambienti naturali
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prosegue attraverso il deserto della Nubia, dove forma due grandi anse e dove il suo corso caratterizzato dalla presenza di cateratte. Ad Assuan, in Egitto, il fiume stato sbarrato da una gigantesca diga che ha dato origine al Lago Nasser, un bacino artificiale vasto 5180 km2 (24 volte il Lago Maggiore). Dopo aver
attraversato tutto lEgitto, il Nilo sfocia nel Mediterraneo con un
delta triangolare di 24.000 km2, i cui due rami principali sono il
Nilo di Rosetta e il Nilo di Damietta.
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200
400
600
800
1000 km
2.
Clima e ambiente
Quasi ovunque un clima desertico
Etiopia. Un arido
panorama
dellAcrocoro nella
stagione secca.
nellinverno secco le temperature aumentano, anche per effetto dei venti che spirano verso il Sahara. questa la regione della steppa.
Le piogge aumentano nella fascia pi meridionale della regione e in Etiopia, dove predomina il
clima tropicale, caratterizzato da una stagione
delle piogge che pu durare 4-5 mesi e una arida;
particolarmente piovose le zone pi elevate dellEtiopia, dove si superano anche i 1500 mm annui. Le
temperature sono abbastanza elevate per tutto
lanno, con un aumento nel periodo centrale della
stagione secca. In questa regione si passa dalla
steppa alla savana spinosa, che diventa savana
alberata sullAcrocoro Etiopico.
Infine, la regione costiera del Maghreb (Marocco, Algeria e Tunisia fino alla Cirenaica libica),dove
maggiore linfluenza del Mediterraneo, ha un clima mediterraneo, con discrete precipitazioni
concentrate nei mesi invernali, temperature elevate in estate e miti in inverno. Nelle zone montuose
pi interne, in particolare nellAtlante marocchino,
le piogge sono pi abbondanti e gli inverni diventano rigidi e anche nevosi. La vegetazione nelle zone
pi elevate costituita dalla foresta mediterranea.
78
79
3.
Popolazione e urbanizzazione
Profonde differenze
tra il Mediterraneo e il Sahel
Tripoli (Libia).
Immigrati
nordafricani in
attesa di un lavoro.
Le difficili condizioni di vita e i conflitti che insanguinano il Sudan e la Somalia hanno prodotto
negli ultimi anni un alto numero di migranti che,
attraversato il Sahara, si dirigono verso lEuropa
dai porti nordafricani, in particolare libici, su vecchie imbarcazioni spesso destinate a naufragare
nel Mediterraneo. Pi regolare il flusso migratorio
di Maghrebini, in particolare Marocchini.
Le metropoli moderne
e le citt tradizionali
Negli ultimi decenni i Paesi dellAfrica del Nord, come le altre regioni del Terzo Mondo, hanno visto
forti spostamenti dai villaggi alle citt e una notevole crescita delle aree metropolitane. Oggi, negli
Stati del Maghreb la popolazione urbana supera il
50% del totale, mentre nel Sahel ancora inferiore
al 30%, e le maggiori citt della regione si allineano
per lo pi lungo la fascia costiera mediterranea, che
vanta una lunga tradizione urbana. La maggiore
metropoli della regione, e la seconda dellintero
continente africano, la capitale egiziana Il Cairo,
con circa 8 milioni di abitanti e un agglomerato urbano dove vivono oltre 11 milioni di persone.
Altre metropoli milionarie sono Alessandria,
pure in Egitto, che il maggiore porto del Nordafri-
80
Algeri (Algeria). Panorama della moderna area balneare di questa metropoli, fra le
pi popolose della regione.
Addis Abeba. Una frequentata strada nel centro della capitale etiopica.
ti urbani dei Paesi poveri, come i vasti slum del Cairo e di Khartoum.
Alcuni centri della regione hanno maggiormente conservato il caratteristico aspetto precoloniale. il caso di Marrakech e Fs, nellinterno del
Marocco, fondate dagli Arabi nel Medioevo e divenute molto importanti come nodi delle vie carovaniere tra la costa e la regione sahariana. Unaltra
citt storica famosa Tombouctou, nel Mali, anchessa antico centro del commercio transahariano, assai importante nel Medioevo, quando contava 100.000 abitanti e vantava ben 80 scuole coraniche; citt santa dellIslam, per secoli rimase proibita agli Europei che vi poterono entrare soltanto nel
XIX secolo.
La lunga
tradizione urbana
della regione risale
allantica
colonizzazione di
Fenici, Greci e
Romani, in seguito
consolidata dalla
dominazione araba
e dalla
colonizzazione
europea. Ne sono
testimonianza resti
archeologici come
lArco di Marco
Aurelio a Tripoli (a
sinistra) o il centro
storico della
marocchina Fs (a
destra).
81
4.
Economia e societ
La prevalenza
delleconomia agricola
In quasi tutta la regione il suolo coltivabile molto ridotto; infatti, se si eccettuano la Tunisia e il Marocco, viene utilizzato meno del 10% del territorio (addirittura meno dell1% in Mauritania). Tuttavia, lagricoltura rappresenta ancora la principale attivit
economica, soprattutto nel Sahel, dove occupa pi
del 50% della popolazione attiva, con punte superiori all80% in Niger ed Etiopia. Negli Stati saheliani
prevale unagricoltura tradizionale di sussistenza,
basata su coltivazioni di tipo alimentare (miglio,
sorgo, riso, manioca, datteri); non mancano per
alcune colture commerciali, come il cotone (nel sud
del Niger e del Ciad) e il caff, coltivato negli altopiani dellEtiopia (primo produttore africano).
Nel Maghreb le superfici coltivate sono pi estese e, accanto alle colture alimentari, sono in crescita i prodotti destinati allesportazione: primizie ortofrutticole, olio doliva, cotone, canna da zucchero, agrumi, uva, fiori. Lagricoltura la principale attivit delle oasi, a partire dalla grande oasi
formatasi da millenni in Egitto e Sudan, nella vallata del Nilo. Qui la tecnica irrigua permette di ottenere anche tre raccolti lanno di cereali, ortaggi,
arachidi e cotone, di cui lEgitto un grande produttore mondiale. La costruzione di un canale che
porta acqua dal Lago Nasser permetter allEgitto
di allargare larea coltivata nella fascia desertica di
82
Le risorse minerarie,
base per il decollo di alcuni Paesi
Il Sahara possiede consistenti giacimenti di petrolio e gas naturale, attualmente sfruttati soprattutto in Algeria, Libia, Egitto e Ciad; lAlgeria il sesto
produttore mondiale di gas naturale, che viene
esportato in grande quantit anche in Europa. Unaltra risorsa mineraria che abbonda prevalentemente in Marocco (terzo produttore mondiale), Tunisia,
e nel Sahara occidentale sono i fosfati, utilizzati
per la produzione di fertilizzanti. Ricchi giacimenti
di ferro sono presenti in Mauritania, mentre il Niger
il quarto produttore mondiale di uranio.
Lo sfruttamento delle risorse minerarie ha permesso ad alcuni Stati soprattutto Marocco, Tunisia ed Egitto di avviare la costruzione di moderni
impianti industriali (petrolchimica, chimica, siderurgia e meccanica). Restano ovunque presenti le tradizionali industrie alimentari e tessili.
Il turismo un settore fondamentale delleconomia in Marocco, Tunisia ed Egitto, dove ogni anno affluiscono complessivamente oltre 15 milioni di
visitatori. Le principali mete sono i monumenti dellEgitto faraonico, lungo la valle del Nilo, le citt
storiche del Marocco, le localit balneari e archeo-
logiche1della Tunisia.
Lavorazione del
miglio nel Niger.
2
Attivit agricola
di sussistenza
nel Sudan.
3
Allevamento
delle capre in un
villaggio del Mali.
Pescherecci in un
porto marocchino.
La pesca ha un
discreto peso
economico negli
Stati del Maghreb,
particolarmente in
Marocco, dove
viene praticata
soprattutto lungo
la costa atlantica,
ricca di sardine e
tonni.
5
Impianti di
raffinazione
petrolifera presso
Orano, sulla costa
algerina
occidentale.
Le attivit
turistiche
regionali si
imperniano su
mete come la
Valle dei Re
presso il Cairo o le
localit balneari
tunisine.
83
5.
Popoli e Stati
DallEgitto faraonico
alla colonizzazione europea
Djenn (Mali).
Venditori locali
presso lantica
moschea, risalente
al regno Songhai.
84
tentrionale fu colonizzata da Stati europei; alla vigilia della prima guerra mondiale, la Francia controllava tutta la parte occidentale; lInghilterra lEgitto
e il Sudan; lItalia la Libia, la Somalia e lEritrea; la
Spagna il Rio de Oro (poi Sahara spagnolo).
1998 scoppiata tra i due Stati una nuova sanguinosa guerra di confine, iniziata con linvasione da
parte degli Eritrei della regione del Tigrai occidentale. Nel 2000 stata firmata la pace sotto legida
dellONU, ma permangono tensioni per la definizione dei confini.
Anche la Somalia, governata dal 1969 al 1991
dalla dittatura di Siad Barre, nel 1977 ha provocato
lo scoppio di un conflitto con lEtiopia, a seguito del
tentativo di annettersi la regione dellOgaden. La
sconfitta militare della Somalia ha avuto come effetto la caduta della dittatura e linizio di una lunga
guerra civile, nella quale ha cercato di intervenire
anche lONU con linvio di truppe. La guerra civile
ha provocato tra laltro la disgregazione dellunit
somala con la secessione di due regioni, il Somaliland e il Puntland, non riconosciute dagli organismi
internazionali.
Mogadiscio
(Somalia). Soldati
italiani della forza
multinazionale di
pace presente nel
paese nei primi
anni 90.
85
Esercizi
Una regione di emigranti e profughi
Quasi ogni giorno ascoltiamo alla radio e alla TV o leggiamo sui
giornali notizie di gruppi di Africani che raggiungono le nostre
coste, ma anche quelle di altri Paesi mediterranei come la Spagna e la Grecia, a bordo di vecchie imbarcazioni, che a volte fan-
Spagna
AT L A N T I C O
Turchia
Grecia
Lampedusa
Tangeri
Melilla
Ceuta
Marocco
Malta
Tunisia
Algeria
(paese di
attraversamento)
Canarie
Italia
Gibilterra
Algesiras
Francia
OCEANO
Sabha
Libia
Tamanrasset
Unione
europea
Niger
Mauritania
Mali
Agadez
Senegal
Stati
Uniti
Ciad
Sudan
Burkina
Faso
Gambia
Guinea
Nigeria
Ghana
Guinea-Bissau
Repubblica
Centrafricana
Sierra Leone
Liberia
Costa
dAvorio
Benin
Togo
Camerun
Congo
Gabon
Repubblica
Democratica
del Congo
Marocco
-0,77
2.100.000
11
Algeria
-0,31
1.100.000
12
Tunisia
-0,44
500.000
14
Libia
10
Egitto
-0,21
3.600.000
9
SALDO MIGRATORIO
Stato
Francia
86
Marocchini
500.000
Tunisini
150.000
Algerini
480.000
saldo migratorio %
+7,7
Spagna
560.000
30.000
50.000
+15,3
Italia
370.000
100.000
10.000
+1,6
Egitto
RESIDENTI ALLESTERO
= da -1 a -0,5%
= fino a 500.000
= da -0,5 a -0,1%
= da 500.000 a 1.000.000
=0
= da 1.000.000 a 2.000.000
= da 0 a +3%
= 2.000.000 e oltre
= +3% e oltre
AFRICA SETTENTRIONALE
Esercizi
% disoccupati
20%
600.000
500.000
15%
400.000
10%
300.000
200.000
5%
100.000
0
ALGERIA
TUNISIA
LIBIA
EGITTO
Marocchini
Tunisini
Algerini
% DISOCCUPAZIONE MASCHILE
valori = da 0 a 20%
valori = da 0 a 600.000
= Marocchini
= Tunisini
Darfur
(2003-2008)
= Algerini
SUDAN
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Eritrea
(1998-2001)
GIBUTI
(1991-1994)
ETIOPIA
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(1991-2006)
Ogaden
(1977-1979)
Sudan
meridionale
(1983-2002)
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G o l f o
LAfrica subsahariana vasta circa 16 milioni di km2, pi della met dellintero continente, del quale occupa la parte a sud del Sahara. Ha la forma di un triangolo rovesciato: il vertice il Capo
Agulhas, i lati sono bagnati a ovest dallOceano Atlantico, a est
dallIndiano. Ne fanno parte 38 Stati.
Le coste atlantiche formano un angolo retto in corrispondenza del grande Golfo di Guinea, mentre quelle orientali presentano alcune baie molto aperte (Baia di Sofala, Baia di
Maputo). NellOceano Indiano emergono la grande isola continentale di Madagascar, separata dalla costa dal Canale di
Mozambico, gli arcipelaghi delle Seicelle, Comore e Mascarene e, pi vicine alla costa della Tanzania, le piccole isole di
Zanzibar e Pemba.
La regione, come lAfrica settentrionale, formata in gran parte da un tavolato geologicamente molto antico, quasi sempre
superiore ai 500 m di altitudine. Le uniche fasce pianeggianti
si trovano lungo le coste, in particolare quelle guineensi.
Allinterno, il tavolato si abbassa in corrispondenza del Bacino
del Congo (oltre 200 m s.l.m.); a est e a sud esso si innalza a
formare una serie di altipiani che superano i 2000 m di altitudine e sono delimitati da catene montuose (Catena dei Mitumba,
Monti Muchinga, Monti dei Draghi) di antica origine geologica
e quindi fortemente erose.
La parte orientale del tavolato percorsa, da nord a sud, dal
Canale del Mozambico al Mar Rosso, dalla Rift Valley, una
lunga fossa tettonica che divide la placca africana da quella
arabica. Questa enorme fenditura, della larghezza media di 50
km, si prodotta negli ultimi 50 milioni di anni per il movimento delle placche crostali, e col tempo si allargher fino a spezzare in due parti il continente africano. Tutta la Rift Valley
punteggiata di vulcani, molti dei quali attivi. Ai suoi bordi sorgono vulcani spenti che costituiscono le cime pi elevate del
continente (Kilimangiaro 5895 m e Kenya 5199 m), mentre
la fossa creata dal rift occupata dai grandi laghi africani, primo fra tutti il Lago Vittoria (68.000 km2).
Numerosi sono i grandi fiumi ricchi di acque che percorrono
Pr
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Riunione
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2.
Clima e ambiente
Uguale il caldo,
diversa la piovosit
La savana
alberata della
Tanzania nella
stagione umida.
La fascia centrale, che comprende le coste guineensi e il bacino del Congo, ha clima equatoriale, con temperature elevate durante lanno e precipitazioni costanti per 10-12 mesi; particolarmente
piovosa (oltre 4000 mm annui) la costa della Liberia, che subisce la maggiore influenza dei monsoni estivi provenienti dallAtlantico. questo il regno della foresta pluviale africana.
A nord e a sud di tale fascia se ne estendono due
dal clima tropicale umido, con piogge concentrate nei mesi estivi (maggio-settembre a nord dellEquatore, novembre-marzo a sud). La stagione
delle piogge diventa sempre pi breve man mano
che ci si avvicina ai tropici. In queste due fasce predomina la savana. Anche la regione dei laghi, sebbene a cavallo dellEquatore, per la sua maggiore
altitudine contraddistinta dal clima tropicale della savana.
Nella parte meridionale, attraversata dal Tropico del Capricorno, presente invece un clima
subtropicale arido. Le precipitazioni sono particolarmente scarse nellarea sud-occidentale,
per la presenza della corrente fredda atlantica e
della barriera dei Monti dei Draghi, che ostacola
lafflusso verso linterno dei monsoni: tali fattori
hanno dato origine ai deserti del Kalahari e di
Namib.
Nella punta meridionale dellAfrica entriamo
nella fascia del clima temperato, che si differenzia tra il lato occidentale, dove si ha un clima di tipo
mediterraneo, con inverni umidi, e il lato orientale,
dove invece, per linflusso dei monsoni indiani, prevale un clima temperato subtropicale, con una lunga estate umida.
90
Limmenso
bacino del
Congo (con lalto
corso del fiume e
i suoi affluenti, in
basso a sinistra),
in unimmagine
satellitare. La
distanza di ripresa
consente di
apprezzare le
diverse aree di
vegetazione,
mostrando come
la foresta primaria
si faccia via via
meno densa,
anche per la
crescente e
dissennata
deforestazione.
nella regione diminuita fortemente lumidit e lacqua dei rovesci, diventati pi brevi e violenti, scorre con conseguenze
disastrose su un terreno indurito
e privo di alberi. Alcuni animali
della foresta, come gli elefanti,
non trovano pi cibo e devastano le coltivazioni, altri sono uccisi illegalmente per procurare
carne agli operai che abbattono
e trasportano i tronchi. Responsabili di questo disastro, oltre alle societ straniere, sono certi
governanti locali, che accumulano enormi capitali, messi al sicuro allestero, e non fanno nulla
per una popolazione che tra le
pi povere del mondo. Altrettanto devastante labbattimento illegale della foresta provocato da gruppi di guerriglieri che
operano in Congo ai confini
orientali con il Ruanda e lUganda.
Area di stoccaggio del legname
pregiato, ai margini della zona di taglio
(Repubblica Democratica del Congo).
91
3.
Popolazione e urbanizzazione
Elevato incremento demografico,
bassa speranza di vita
Ambulatorio in
Sierra Leone, uno
dei Paesi della
regione pi colpiti
dallAIDS.
Metropoli e bidonville
Per tutto il periodo precoloniale, il fenomeno urbano nella regione era raro e debole; citt con funzioni religiose e politiche sorgevano solo nellarea sudanese e in quella orientale. La colonizzazione europea produsse loccidentalizzazione delle citt esistenti e la nascita di nuove, di tipo europeo, lungo
le coste e nelle zone minerarie. Queste ultime furono spesso costruite prevedendo una netta separazione tra la minoranza bianca e la maggioranza nera. Fino a pochi decenni fa, comunque, la regione
presentava la pi bassa percentuale di popolazione
urbana del mondo: nel 1960 questa superava appe92
verso citt cresciute troppo in fretta ha fatto sorgere attorno a esse immense e squallide bidonville,
dove le condizioni sono spesso al limite della sopravvivenza. Nelle baraccopoli della capitale keniana, Nairobi, per esempio, vivono circa 700.000 persone, quasi un quarto della popolazione cittadina.
Dopo lindipendenza, alcuni Stati subsahariani
hanno creato nuove capitali, diverse da quelle sorte in epoca coloniale, che spesso risultavano troppo
decentrate rispetto al territorio nazionale: il caso
di Yamoussoukro, che in Costa dAvorio ha sostituito Abidjan; di Abuja, dal 1995 capitale della Nigeria al posto di Lagos; di Dodoma, capitale della
Tanzania in luogo di Dar es Salaam dal 1988.
La sede
della Bank of
Tanzania a Dar
es Salaam. Pur
avendo ceduto il
ruolo di capitale,
questa resta la
citt pi
importante e il
polo economico
del Paese.
93
4.
Quasi tutti i Paesi dellAfrica subsahariana costituiscono, assieme a quelli del Sahel, la regione pi
povera e arretrata del pianeta. A differenza di altre
aree continentali che negli ultimi decenni hanno
registrato sensibili sviluppi (come lAsia
orientale e meridionale), qui i progressi economici e sociali prodotti dalla globalizzazione sono stati assai de-
94
1
Donne in un
villaggio del
Burkina Faso. Il
lavoro femminile
fondamentale per
leconomia di
sussistenza
subsahariana: il
70% del cibo, ad
esempio,
prodotto dalle
donne.
2
Piantagione di
igname per
autoconsumo in
Costa dAvorio.
3
Fluitazione di
pregiato legname
tropicale in
Gabon.
4
Allevamento
nomade degli
ovini in Namibia .
5
Piantagione
commerciale di
t in Uganda.
6
Piantagione di
canna da
zucchero, nella
regione dellOrange
(Sudafrica).
7
Pesca artigianale
lungo la costa del
Senegal.
95
5.
LAfrica subsahariana ricca di risorse minerarie, che interessano i mercati internazionali. Dalle coste orientali del Golfo di Guinea si estraggono
grandi quantit di petrolio: la Nigeria,
con oltre 100 milioni di tonnellate annue
di greggio, ne la maggiore produttrice africana, seguita dallAngola, dal Gabon e dalla Repubblica
del Congo. Ancora pi importanti loro e i diamanti. Per loro, il Sudafrica il primo produttore mondiale, mentre il Botswana e la Repubblica Democratica del Congo lo sono per i diamanti; notevoli quantit di diamanti sono comunque estratte anche in vari Paesi dellarea guineense, in Angola, Namibia e Sudafrica. La Repubblica Democratica del Congo la
96
1
Incendio per
fuoruscita di
greggio da un
oleodotto
nigeriano. Lo
sfruttamento delle
risorse petrolifere
da parte di societ
straniere un
forte elemento di
tensione nel
Paese.
2
Impianto per
lestrazione dei
diamanti in
Sudafrica.
3
Lavoratore di una
miniera
congolese, dove
viene estratto il
minerale da cui si
ricava il coltan.
Grande segheria
nello Swaziland.
La lavorazione del
legname
abbastanza
sviluppata in
questa parte della
regione
subsahariana.
5
Ngorongoro
Conservation
Area (Tanzania). I
grandi parchi
nazionali, insieme
alle aree balneari,
sono unimportante
risorsa turistica
della regione.
97
6.
Popoli e Stati
Dagli ominidi
agli imperi coloniali
Larea orientale della regione, dallEtiopia al Sudafrica, stata la culla dellumanit: qui, 5 milioni di
anni fa, comparvero i primi ominidi, i nostri pi lontani antenati, e sempre qui, dopo un lungo processo
di evoluzione, ebbe origine la nostra specie, lHomo
sapiens. Durante il I millennio d.C. vi si erano ormai
diffuse la lavorazione del ferro e lagricoltura, anche
a seguito delle migrazioni dei popoli bantu.
Dal Medioevo, gli Arabi musulmani dellAfrica
settentrionale estesero i propri insediamenti allintera costa dellOceano Indiano, mentre regni neri
sorgevano su quelle guineense (Benin, Yoruba,
Ashanti, Dahomey) e congolese, e nello Zimbabwe (Monomatapa).
La colonizzazione europea inizi dal XV secolo nellarea del Golfo di Guinea, con i Portoghesi,
che nei due secoli successivi furono seguiti da Spagnoli, Inglesi, Francesi e Olandesi. Questi ultimi,
nel Seicento, fondarono allestremo Sud, nella zona
del Capo di Buona Speranza, una colonia di contadini liberi, i Boeri. Gli insediamenti costieri furono
il punto di partenza della tratta degli schiavi,
cio del trasferimento di milioni di Africani nelle
colonie americane.
La spedizione
del francese
Mizon nellAlto
Congo, in
unincisione del
1892.
98
Nella seconda met dellOttocento, dopo le esplorazioni di scienziati e viaggiatori nelle aree interne ancora sconosciute, la regione subsahariana fu interamente conquistata e spartita fra le potenze europee
(Francia, Inghilterra, Germania, Italia, Belgio, Portogallo e Spagna). Alla vigilia della prima guerra mondiale, vi era rimasto indipendente soltanto il piccolo
Stato della Liberia, creato nel 1822 da una colonia di
ex schiavi americani. Retaggio della dominazione coloniale il fatto che, dopo lindipendenza, molti Stati
subsahariani hanno adottato il francese o linglese come lingua ufficiale o come seconda lingua ufficiale.
Lindipendenza
e i suoi gravi conflitti
La decolonizzazione e la nascita degli Stati attuali, avvenute dopo la seconda guerra mondiale, hanno posto fine al domino europeo della regione, ma non ne
hanno garantito n la pace, n lo sviluppo. Infatti,
nella seconda met del Novecento essa stata sconvolta da sanguinosi conflitti tra Stati o tra popolazioni e gruppi etnici allinterno degli Stati stessi. In alcuni casi (come in Angola, Mozambico, Sudafrica,
Congo), tali conflitti sono stati provocati dal rifiuto
degli Europei di lasciare libere le colonie, oppure dal
desiderio di mantenere il controllo di zone minerarie particolarmente ricche. Tale situazione si
protratta fino agli anni Ottanta in Sudafrica e Rodhesia (oggi Zimbabwe), Stati indipendenti ma a lungo
governati dalla minoranza bianca dei discendenti europei, che avevano imposto una politica di segregazione razziale (apartheid) nei confronti della maggioranza nera.
Pi spesso, per, allorigine del conflitto (e dellarretratezza economica e sociale) vi sono cause
locali: rivendicazioni territoriali di confine, governi dittatoriali che non garantiscono libert ai diversi gruppi etnici, colpi di Stato e rivolte sociali, contrasti etnico-religiosi allinterno di uno stesso Paese. Negli ultimi decenni, le guerre pi sanguinose
sono state combattute in alcuni Paesi della costa
guineense (Sierra Leone, Liberia, Costa dAvorio),
nella Repubblica Democratica del Congo, in Angola e negli Stati orientali del Ruanda e del Burundi.
Noi alleviamo i loro figli, loro uccidono i nostri. La scritta antiapartheid, su un muro
di Citt del Capo (Sudafrica), degli anni 70 e allude alla tradizionale massiccia
presenza di personale domestico di colore presso le famiglie bianche.
27 aprile 1994,
Pretoria. Le prime
elezioni a suffragio
universale
decretano Nelson
Mandela come
Presidente del
nuovo Sudafrica
post-apartheid.
99
Esercizi
Povert e disuguaglianze sociali
Come abbiamo visto, le popolazioni subsahariane, nella quasi
totalit, occupano i gradini pi bassi nella graduatoria mondiale
Asia orientale
e Pacifico
PNL
6,9%
PNL
24,6%
Europa
occidentale
Nordamerica
Medio Oriente
e Africa settentrionale
PNL
24,2%
PNL
23,1%
PNL/ab in dollari/PPA*
pi di 25.000
20.000-25.000
America latina
e Caraibi
15.000-20.000
PNL
4,1%
Asia meridionale
Africa
subsahariana
10.000-15.000
5000-10.000
1000-5000
meno di 1000
dato non disponibile
* PPA = Parit di Potere dAcquisto
PNL
7,4%
PNL
7,3%
PNL
2,4%
2. Con i dati delle tabella sulla percentuale di coloro che vivono con meno di 1,25 dollari al giorno, costruisci per le
varie regioni del mondo un grafico come il nostro esempio, che si riferisce allAsia orientale e Pacifico.
1980
2005
78,8
17,5
1,6
5,0
12,3
8,2
8,6
4,6
Asia meridionale
59,4
40,3
Africa subsahariana
50,8
50,4
Mondo
52,0
25,7
AFRICA SUBSAHARIANA
Esercizi
4. Un altro dato per valutare la distribuzione della ricchezza
allinterno di un Paese costituito dalla consistenza percentuale (sul totale nazionale) del reddito e dei consumi del
20% della popolazione pi povera e del 20% della popolazione pi ricca del Paese stesso. Utilizza i dati della tabella
per costruire dei grafici come il nostro, relativo allItalia.
1980
2005
00
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
Paese
Rep. Centrafricana
2,0
65
Nigeria
4,5
56
Sudafrica
3,0
65
Kenya
5,0
51
Austria
10,5
33
Francia
7,0
40
Italia
9,0
36
Africa
Asia
America latina
Paesi
industrializzati
63
Zimbabwe
57
Sudafrica
59
Bangladesh
30
India
32
Cina
41
Brasile
59
Colombia
57
Cile
49
Italia
35
Regno Unito
37
Francia
33
Stati Uniti
40
Italia
dipende da
i rapporti
internazionali
infatti
leconomia
del continente
lagricoltura
le risorse
minerarie
la situazione politica
infatti
lindustria
101
MODULO
8
A
le
1.
l e
I s o
America
anglosassone
Spazi fisici e ambienti naturali
Le Americhe
LAmerica un continente vasto 42 milioni di km2 che si estende dalla regione artica a quella antartica nei due emisferi terrestri per ben 16.000 km: il punto pi settentrionale costituito
dal Capo Morris Jesup, in Groenlandia, quello pi meridionale da Capo Horn, presso la Terra del Fuoco. Pi che di America corretto parlare di Americhe; infatti il continente formato da tre regioni fisiche: America settentrionale (Canada, Stati Uniti e Messico), America centrale (Stati istmici e caraibici),
America meridionale (tutti i Paesi dalla Colombia al Cile). Dal
punto di vista umano, invece, si soliti suddividere il continente in America anglosassone, formata da 2 Stati, il Canada e
gli Stati Uniti, la cui popolazione parla in prevalenza linglese, e
America latina, comprendente tutti gli altri Stati dove si parlano lo spagnolo e il portoghese, lingue neolatine.
A occidente corre da nord a sud unampia fascia montuosa costituita da un insieme di catene geologicamente giovani, molto
elevate: le maggiori sono la Catena dellAlaska, dove si innalza il monte McKinley (6194 m), il pi elevato del Nordamerica,
le Montagne Rocciose, le Montagne Costiere e la Catena
Costiera, la Sierra Nevada. Allinterno di queste catene si allargano vasti altipiani, come il Great Basin e lAltopiano del
Colorado. I maggiori fiumi che nascono da queste montagne
e sfociano nel Pacifico sono lo Yukon, che attraversa lAlaska,
il Columbia e il Colorado.