Sei sulla pagina 1di 32

Politecnico di Milano

II Facolt di Ingegneria di Milano

Impianti meccanici

Il servizio idraulico

Servizio idraulico

SOMMARIO
Elementi base di un impianto
Le perdite di carico di un impianto
Le grandezze di riferimento
Curve caratteristiche interne ed esterne
Sistemi serie e parallelo
Il fenomeno della cavitazione

GLI ELEMENTI DELLE RETI DI DISTRIBUZIONE


Generalmente, in un sito industriale vi sono tre reti distinte tra loro:
una antincendio, una per lacqua potabile e una per le acque a uso
industriale, pi una di raccolta delle acque reflue.
I principali elementi che le costituiscono sono:
tubazioni
giunti, raccordi e guarnizioni
organi di intercettazione e regolazione
accessori vari (manometri, misuratori di portata, ecc.)
pompe.

GLI ELEMENTI DELLE RETI DI DISTR.: LE TUBAZIONI


La scelta del materiale fatta in funzione delle caratteristiche chimicofisiche del fluido e delle condizioni ambientali in cui limpianto si
trover a operare. In generale i materiali pi utilizzati sono:
acciaio pi comune corrosione (zincatura o catramina)
rame tubi di piccole dimensionipraticit di trasporto e lavorabilit
materie plastiche flessibilit, leggerezza, elasticit, no corrosione o flora
batterica, minori perdite di carico, rapidit di posa

ghisa In passato per reti di scarico, in abbandono


cemento.
Il tipo costruttivo fa riferimento alla presenza o meno di:
saldature
coibentazione
rivestimento protettivo.
4

LE PERDITE DI CARICO
Resistenza allavanzamento di un fluido in un condotto (che si traduce
in una perdita di energia) dovuta allattrito del fluido sulla superficie
interna del condotto e alle interazioni tra le molecole allinterno del
fluido stesso.

Effetto: diminuzione del carico totale


Si classificano in:

v2 p
z
2g

Distribuite
Localizzate

Carico piezzometrico
Esistono differenti modelli di approssimazione delle perdite, se ne
presenta solamente uno adatto agli scopi del corso.
5

LE PERDITE DI CARICO DISTRIBUITE


Si fa riferimento ad un modello empirico:

p distribuit a

f l G2
0,0375
D5

pdistribuita = perdita di carico distribuita [Pa]


f=
coefficiente di attrito adimensionale variabile con la natura, la
temperatura e la velocit del liquido e con natura e lo stato del
materiale del tubo
l = lunghezza del condotto [m]
G = portata in massa [kg/s]
= densit del fluido [kg/m3]
D = diametro del tubo [m]
= viscosit assoluta del fluido [kg/ms]
6

LE PERDITE DI CARICO DISTRIBUITE


Per il coefficiente di attrito si fa riferimento al n di Reynolds (rapporto
tra le forze di inerzia e le forze viscose che agiscono sul fluido):

Re

vD

Che distingue il moto laminare dal moto turbolento.


Moto laminare

Re < 2000

Nel caso di moto laminare, possibile risalire al coefficiente di


attrito f tramite la relazione:

64
Re
7

LE PERDITE DI CARICO DISTRIBUITE


Moto turbolento
Si fa riferimento al grafico sottostante definendo

Rugosit relativa

= r. assoluta [m]
D = diam. int. [m]

LE PERDITE DI CARICO DISTRIBUITE


Per i principali materiali rispetto alla rugosit assoluta si utilizzano i
seguenti valori di riferimento per condotti cilindrici.

[m]

Materiale
Acciao

4,610-5

Acciaio zincato

1,510-4

Ghisa

2,610-5

Ghisa bitumata

1,210-4
0,310-3 310-3

Cemento

LE PERDITE DI CARICO LOCALIZZATE


Sono dovute alla presenza, lungo il circuito idraulico, di elementi quali
curve, raccordi, saracinesche, organi di regolazione e intercettazione,
diaframmi, innesti, ecc (espresse in Pascal) ed approssimate dalla
relazione:

p localizzata

v2

2g

= coefficiente adimensionale di perdita di carico (tipico


dellelemento considerato)
v = velocit media del fluido entro il condotto [m/s]

10

LE PERDITE DI CARICO LOCALIZZATE

Per la valutazione delle perdite di


carico localizzate si ricorre al
concetto di lunghezza

equivalente, definita come la


lunghezza del condotto rettilineo
che presenta una perdita di
carico distribuita pari a quella che
si verifica nellelemento singolo
preso in esame.

11

GLI ELEMENTI DEL SERVIZIO IDRAULICO: LE POMPE


Macchine che scambiano energia con un fluido
macchine operatrici (pompe, ventilatori, compressori, ecc.)
macchine motrici (turbine a vapore, turbine a gas, turbine ad acqua,
ecc.)

A seconda della modalit di scambio dell'energia tra la macchina e il


fluido, per le macchine idrauliche si definiscono:
macchine volumetriche
macchine dinamiche (o a flusso continuo)

12

GLI ELEMENTI DEL SERVIZIO IDRAULICO: LE POMPE


Volumetriche
alternative
a stantuffo
a membrana
rotative
a ingranaggi
a vite
a lobi

Dinamiche
a effetto speciale
ad aria compressa
a vapore
a pressione d'acqua
rotodinamiche
assiali
radiali (centrifughe)

13

GLI ELEMENTI DEL SERVIZIO IDRAULICO: LE POMPE


Volumetriche
alternative
a membrana

Dinamiche
a effetto speciale
ad aria compressa

14

LE GRANDEZZE FONDAMENTALI: PREVALENZA ht


Incremento di energia riferito a un chilogrammo-peso di fluido fra
l'ingresso e la mandata della pompa.

Energia
Lunghezza
Forza
La prevalenza proporzionale alla differenza di pressione fra l'uscita e
l'ingresso della pompa.

pi

z i g

v i2 g h pu g v u2
zu
2

2
pi
v
zi g i = energia del fluido alla bocca di aspirazione (ingresso)

2
= energia ceduta al fluido dalla pompa
gh
2
pu
v
zu g u = energia del fluido alla bocca di mandata (uscita)

2
15

LE GRANDEZZE FONDAMENTALI: PREVALENZA ht


L'equazione di Bernoulli permette di determinare la prevalenza della
pompa:
p - p v 2 - v 2
h = u i u i z u - z i
g
2g

pi, pu = pressione del fluido all'ingresso e all'uscita della pompa


vi, vu = velocit del fluido all'ingresso e all'uscita della pompa
zi, zu = quota della bocca di aspirazione e di mandata della pompa
= densit del fluido [kg/m3]
g = accelerazione di gravit = 9,80665 9,81 m/s2

h = altezza (o la quota), misurata rispetto al piano di installazione della


pompa, che il liquido in grado di raggiungere in seguito alla cessione
di energia da parte della pompa stessa, quindi il legame tra prevalenza
p
e pressione :
= peso specifico del fluido
h

16

LE GRANDEZZE FONDAMENTALI
Prevalenza manometrica hm
Differenza di pressione tra l'ingresso e la mandata della pompa.
Portata G
Massa o volume elaborato dalla pompa (misurato alla mandata) per
unit di tempo.
Potenza P
Si fa riferimento alla potenza assorbita dalla pompa e non a quella
assorbita dal motore che la aziona.
Portata Pr essione G p
P

Rendimento

P = potenza [W]
G = portata [m3/s]
p = differenza di pressione tra mandata e aspirazione della pompa [Pa]

rendimento

Potenza resa al fluido


Potenza assorbita dalla pompa

17

LE GRANDEZZE FONDAMENTALI
rendimento

Potenza resa al fluido


Potenza assorbita dalla pompa

Il rendimento della pompa tiene conto delle dissipazioni di energia


all'interno della pompa:

perdite idrauliche (idr),

perdite volumetriche (V),

perdite al disco (D),

perdite meccaniche (mecc).


Si pu quindi definire il rendimento interno:

i idr V D

e quello complessivo della pompa:

i mecc
18

LE GRANDEZZE FONDAMENTALI
Velocit specifica delle prestazioni ns
Velocit di rotazione tipica in corrispondenza di una portata elaborata
pari a 1 m3/s e di una prevalenza manometrica pari a 1 m H2O.

ns 3,65

n Gv
p0,75

ns = velocit specifica [giri/minuto]


n = velocit di rotazione [giri/minuto]

19

LE POMPE VOLUMETRICHE
Agiscono operando ciclicamente il riempimento di un "volume" (e/o lo
svuotamento di un altro) tramite il movimento alternativo o rotativo di
uno o pi organi.
Pompe alternative
Funzionamento basato sulla variazione di volume generata dal moto
alternativo di uno stantuffo all'interno di un cilindro; permettono di
raggiungere elevati valori di prevalenza e di pressione alla mandata. Si
distinguono in aspiranti e aspiranti-prementi.

20

10

POMPE A STANTUFFO ASPIRANTE

21

POMPE ROTATIVE: A INGRANAGGI

Il moto del fluido nella pompa avviene secondo tre fasi successive:
1.
gli ingranaggi, creano un volume in espansione nella zona di
ingresso del materiale, il fluido fluisce nella cavit e viene "catturato"
dai lobi alla loro rotazione;
2.
il fluido si muove all'interno della cassa, negli spazi tra i lobi e
la cassa stessa, senza passare tra gli ingranaggi;
3.
il movimento degli ingranaggi forza il fluido sotto pressione
nella zona di scarico.
22

11

POMPE ROTATIVE: A VITE

Trasportano il fluido nello spazio creato tra un rotore di forma


approssimativamente elicoidale e il corpo della pompa.
23

POMPE ROTATIVE: A LOBI

Grande efficienza, affidabilit e resistenza alla corrosione oltre alla


facilit di conduzione e manutenzione.
Funzionamento abbastanza simile a quello delle pompe a ingranaggi,
ma diversamente da queste, i lobi non sono a contatto durante il moto.
24

12

POMPE DINAMICHE
La cessione di energia avviene per aumento della quantit di moto
fornito da un fluido o generato dalla superficie delle palette rotanti e
dalla accelerazione tangenziale che il fluido riceve nell'attraversamento
di condotti.

Pompe a effetto speciale


In questo tipo, un fluido (aria, acqua o vapore) agisce direttamente sul
liquido da elaborare senza l'interposizione di qualche elemento
intermedio e senza parti in movimento (per questo motivo parla anche
di pompe statiche).

Pompe rotodinamiche
Campo di applicazione molto vasto per la loro versatilit ed elasticit di
funzionamento (circa 80 - 85% del mercato)
25

POMPE CENTRIFUGHE

Senza diffusore

26

13

POMPE CENTRIFUGHE

Con diffusore

2 girante
3 diffusore
4 chiocciola
27

POMPE CENTRIFUGHE
Pompe-turbine
Macchine idrauliche capaci di funzionare sia come turbina sia come
pompa Impianti idroelettrici.

28

14

POMPE CENTRIFUGHE
Caratteristiche
funzionali
Portata
Prevalenza
Rendimento

Velocit di rotazione

Viscosit del liquido


Coppia di avviamento
Ingombro, peso e
prezzo

Rotodinamiche
centrifughe
assiali

Volumetriche
alternative
rotative

Continua ed elevata

Pulsante e limitata

Alta (se multistadio) e


dipendente dalla portata
30 - 92% (in funzione
anche delle condizioni di
funzionamento)

Molto alta e indipendente


dalla portata
80 - 95% (in funzione
anche delle condizioni di
funzionamento)

Molto alta (>24.000


giri/min)
Gn
h n2
P n3

Medio-bassa (<2000
giri/min)
Gn
h indipendente
Pn

Bassa

Alta
Prossima a quella di
esercizio
Grazie all'elevato numero
La frequenza del moto
di giri, al moto rotatorio e
alternativo deve
alla erogazione uniforme,
mantenersi limitata, per cui
si raggiungono prestazioni queste pompe hanno
elevate con unit di ridotte dimensioni, peso e costo
dimensioni, leggere e poco piuttosto elevati
costose
Molto bassa

29

FUNZIONAMENTO DI UN IMPIANTO IDRAULICO


Le condizioni di funzionamento di un impianto idraulico dipendono oltre
che dalla richiesta delle utenze anche dalle curve caratteristiche del
circuito di distribuzione e della pompa.

Si tratta di determinare queste due curve per individuare il punto di


funzionamento dato dalla loro intersezione (se esiste).

Il punto di funzionamento indica il valore di portata del liquido e di


prevalenza (o pressione) della pompa, da cui si pu ricavare la potenza
assorbita dalla pompa.

30

15

CARATTERISTICA ESTERNA
Esprime il compito di una pompa, ovvero la prestazione che una
pompa deve fornire per permettere il pompaggio del liquido.
l'altezza totale (o la prevalenza manometrica) che la pompa deve
superare per elaborare una certa portata di fluido.
Dipende da:
perdite di carico e conseguente dissipazione di energia nel circuito,
variazione di quota tra serbatoio di aspirazione e di mandata,
eventuali differenze di pressione tra i due serbatoi (tipicamente la
pressione in quello di mandata superiore a quella del serbatoio di
aspirazione).

31

CARATTERISTICA ESTERNA
Prevalenza he richiesta dal circuito:

p 2 - p1
v 22 - v12
he
z 2 - z1
hasp hm
g
2g
p 2 - p1
z 2 - z1 = componente statica
g
v 22 - v12
h circuito = componente dinamica
2g
hasp = prevalenza dovuta alla perdita di carico nel circuito di aspirazione
hm = prevalenza dovuta alla perdita di carico nel circuito di mandata
hcircuito = hasp + hm = prevalenza dovuta alla perdita di carico complessiva

32

16

CARATTERISTICA ESTERNA
Altezza (o prevalenza) geodetica totale hg
Differenza tra la quota z2 del punto di mandata e la quota z1 del punto
di aspirazione o di presa.
Si pu calcolare come somma dell'altezza geodetica di aspirazione e di
mandata.
Altezza geodetica di aspirazione hg1
Differenza tra la quota zgirante del baricentro della girante e la quota z1
del punto di presa.
Altezza geodetica di mandata hg2
Differenza tra la quota z2 del punto di mandata e la quota zgirante del
baricentro della girante.
33

CARATTERISTICA ESTERNA
La caratteristica esterna he vale anche:
he = hg + hcircuito + hv
hg = altezza geodetica
hcircuito = prevalenza dovuta alla perdita di carico complessiva
hv = altezza dinamica
Note le caratteristiche "geometriche" del circuito (lunghezza
equivalente e diametro) e quelle del liquido (densit), la caratteristica
esterna he dipende da G2 e da f:

he hg hv k f G 2
ovvero, nel caso in cui sia hv = 0

he hg k f G 2
34

17

CARATTERISTICA ESTERNA

zgirante z1 < 0: pompa installata sotto battente


zgirante z1 > 0: pompa installata in aspirazione

35

CARATTERISTICA ESTERNA
Pompa sotto battente (hg1 < 0)

hg

hg2

hg1

La prevalenza di aspirazione h1 pari a:

h1 hg1 hasp
mentre quella di mandata h2 vale:

h2 hg2 hm
36

18

CARATTERISTICA ESTERNA
Pompa in aspirazione (hg1 > 0)

hg2
hg2
hg

hg1

hg

hg1

37

CARATTERISTICA INTERNA (DELLA POMPA)


Esprime la relazione esistente fra la prevalenza (o pressione) e la
portata della pompa stessa.

Si determina per via sperimentale.

38

19

CARATTERISTICA INTERNA (DELLA POMPA)


La curva caratteristica espressa in termini di prevalenza (h) indica
l'altezza alla quale la pompa in grado di sollevare il liquido in
funzione della portata elaborata.

La caratteristica dipende da:


tipo di girante
profilo delle pale,
diametro girante (De),
velocit di rotazione n,
e non dal fluido elaborato.

39

CARATTERISTICA INTERNA: ESEMPIO


Pompa con una prevalenza pari a 60 m in corrispondenza di una
portata di 160 m3/h: significa che per quella portata la pompa in
grado di sollevare un liquido a 60 m di altezza (indipendentemente dal
peso specifico del liquido) ovvero l'energia meccanica ceduta a ogni
kgp pari a 60 kgpm.
Si confrontino tre liquidi diversi:
Acqua

kg

1000 3p
m

kg

800 3p
m

kg p

Trielina 1500 3
m

Alcool

60 m

40

20

CARATTERISTICA INTERNA: ESEMPIO


Quello che cambia per i tre liquidi l'incremento di pressione p di
ogni liquido tra l'aspirazione e la mandata della pompa (p attraverso
la pompa) pari alla pressione esercitata dalla colonna di liquido (di
altezza pari a 60 m) alla mandata della pompa: all'aumentare del peso
specifico aumenta la pressione e viceversa.
Cos, nell'ipotesi esemplificativa di una sezione del condotto pari a 1
m2, per i tre liquidi la pressione di mandata della pompa vale:
p acqua

p alcool

ptrielina

1 60 m 3 1000
1m 2

1 60 m 3 800
1m 2

kg p
m 3 48 103 kg p
m2

1 60 m 3 1500
1m 2

kg p
m 3 60 103 kg p
m2

kg p
m 3 90 103 kg p
m2

41

CARATTERISTICA INTERNA: ESEMPI

ALCOOL

TRIELINA

42

21

LEGGI DI AFFINITA
n
G G
n

n
p p
n

n
P P
n

Esempio
Se alla velocit n = 1.800 giri/min le prestazioni di una pompa sono:
G = 220 m3/h
p = 15 mH2O P = 12 kW
alla velocit n = 1.200 giri/min si ha:

1200
m
G 220
146,7
h
1800

1200
p 15
6,67 mH2O
1800
3

1200
P 12
3,56 kW
1800
43

PUNTO DI FUNZIONAMENTO E REGOLAZIONE PORTATA

he = hi

44

22

PUNTO DI FUNZIONAMENTO E REGOLAZIONE PORTATA

Si regola la portata in
ingresso alla pompa

45

PUNTO DI FUNZIONAMENTO E REGOLAZIONE PORTATA


Caratteristiche interne
PIATTA

RIPIDA

46

23

REGOLAZIONE CARATTERISTICA INTERNA


Data la pompa, il parametro su cui si agisce la sua velocit di
rotazione n attraverso:
variatori di velocit meccanici o con giunto idraulico,
motori elettrici a velocit variabile con sistemi di controllo elettronici.
I primi portano a una riduzione
del rendimento, mentre con i
secondi rimane quasi costante;
tuttavia per limitate variazioni
di velocit l'eventuale
peggioramento del rendimento
non molto significativo.

47

REGOLAZIONE CARATTERISTICA INTERNA


Se la valvola V chiusa la portata nel condotto di by-pass nulla. Quando si apre la
valvola, poich la pressione p2 (mandata) maggiore di p1 (aspirazione) una parte
della portata elaborata dalla pompa percorre in senso antiorario il condotto e quindi
viene fatta ricircolare.
In pratica la pompa elabora una portata (G2) superiore rispetto a quando la valvola V
era chiusa (GA), ma al serbatoio di mandata viene inviata una portata minore (G1).
Pertanto la portata che attraversa il condotto di by-pass pari a G2 G1.

48

24

POMPE IN SERIE
Somma della prevalenza a parit di portata

Curva caratteristica di 2 pompe


uguali in serie

Curva caratteristica di 2 pompe


diverse in serie

49

POMPE IN PARALLELO
Somma della portata a parit di prevalenza

Curva caratteristica di 2 pompe


uguali in parallelo

Curva caratteristica di 2 pompe


diverse in parallelo

50

25

COLLEGAMENTI DI POMPE IN SERIE E PARALLELO

SERIE

PARALLELO

51

IL FENOMENO DELLA CAVITAZIONE


Per cavitazione si intende il fenomeno della vaporizzazione locale di un
liquido. Quando la pressione assoluta di un punto della massa liquida
uguaglia o scende sotto la tensione di vapore del liquido a quella
temperatura, si formano delle bolle di vapore (ebollizione).
Dal momento che nei liquidi sono normalmente disciolti anche dei gas
(ad esempio quelli che compongono l'aria), l'abbassarsi della pressione
determina la separazione dal liquido di tali gas oltre alla vaporizzazione
del liquido stesso.
Le bolle di vapore che si formano danno luogo alla formazione di onde
di pressione ad alta intensit e frequenza, con elevatissimi aumenti
locali di pressione (fino a 4.000 bar) e di temperatura (fino a 800C).
Si determinano fenomeni di erosione meccanica degli organi
maggiormente esposti fino a giungere anche alla loro rottura.
52

26

IL FENOMENO DELLA CAVITAZIONE

53

IL FENOMENO DELLA CAVITAZIONE

54

27

IL FENOMENO DELLA CAVITAZIONE


Sulla girante

55

IL FENOMENO DELLA CAVITAZIONE


Nelle pompe la cavitazione si manifesta tramite:
alterazioni delle caratteristiche funzionali (riduzione improvvisa delle
prestazioni),
forte rumorosit (crepitio o effetto ghiaia),
vibrazioni anche violente e distruttive,
emissione luminosa (debole) nel caso vengano raggiunte
temperature molto elevate da parte dei materiali metallici,
accumulazione di vapori e gas con possibile interruzione del flusso.

56

28

IL FENOMENO DELLA CAVITAZIONE


Primo principio della termodinamica per i sistemi aperti tra le sezioni di
ingresso e di uscita del condotto di aspirazione:

v e 2 - v o 2 pe po

z e z o hasp 0
2g

v = velocit p = pressione
z = quota sezione condotto aspirazione
hasp = perdite di carico in aspirazione
Si pu osservare che in questo caso:
v0 0 (riferita alla variazione del livello
nel serbatoio di aspirazione)
z0 = 0 (si prende come riferimento il
pelo libero del serbatoio di aspirazione)

e
hg1
0

ze = hg1 = altezza geodetica di


aspirazione
57

IL FENOMENO DELLA CAVITAZIONE


Da cui si ottiene

pe po
=

ve2

-
hg1 hasp
2g

Quindi la pressione pe all'ingresso della pompa minore della


pressione atmosferica po in misura tanto maggiore quanto maggiori
sono le perdite di carico in aspirazione hasp e la velocit del fluido
all'entrata della pompa ve.

58

29

COME PROTEGGERSI DALLA CAVITAZIONE


Per evitare la cavitazione deve essere:

pe

p vap

p gas

p vap

hsol

pvap = tensione di vapore del liquido (in funzione della temperatura)


pgas = pressione parziale dei gas disciolti (in funzione della
temperatura)
hsol = termine convenzionale (in pratica una maggiorazione del
termine ) con cui si tiene conto della presenza dei gas disciolti a causa
della difficolt a calcolare la pressione pvap + pgas.
Sostituendo nell'equazione di Bernoulli si ottiene:

p vap

po v e 2
hsol
-
hg1 hasp

2g

59

COME PROTEGGERSI DALLA CAVITAZIONE


Solitamente il punto a pressione minore non si trova al termine del
condotto di aspirazione ma all'interno della pompa; qui, per, non
possibile utilizzare l'equazione di Bernoulli a causa dell'impossibilit di
descrivere il moto del liquido.
Quindi la condizione limite di aspirazione di determina per via
sperimentale; di solito i costruttori di pompe forniscono un valore hc
che esprime la caduta di pressione (perdita di carico interna alla
pompa) in termini di altezza di liquido, tra la sezione finale del
condotto di aspirazione (bocca di aspirazione della pompa) e il punto a
minore pressione all'interno della pompa.

p vap

p
h sol h c o

h g1 max

po

ve 2

-
h g1 h asp
2g

v 2 p vap

- e
h sol h c h asp
2g

60

30

Criterio NPSH (Net Positive Suction Head)


NPSH = prevalenza netta necessaria all'ingresso della pompa per non
avere cavitazione all'interno della pompa stessa.
Occorre che la prevalenza del liquido in corrispondenza del pelo libero
del serbatoio di presa corrisponda all'energia necessaria per:
superare l'altezza geodetica di aspirazione,
superare le perdite di carico in aspirazione,
mantenere alla bocca di ingresso della pompa un "margine di energia"
hc sufficiente a mantenere anche nel punto di pressione minima, una
pressione residua superiore alla tensione di vapore del fluido sollevato
oltre al termine di maggiorazione per tenere conto dei gas disciolti.

p vap

h sol

61

Criterio NPSH (Net Positive Suction Head)

ve 2
p p vap
h c o -
h sol h g1 h asp
2g

Primo membro = NPSH richiesto (NPSHR)


Pressione (prevalenza) minima che la pompa richiede all'aspirazione
affinch la portata di un liquido avente energia cinetica v2/2g attraversi
la pompa con una perdita di pressione hc (fra ingresso e punto di
minima pressione) mantenendo una pressione residua superiore alla
tensione di vapore.
Secondo membro NPSH disponibile (NPSHD)
Pressione (prevalenza) netta disponibile per via delle caratteristiche
dell'impianto, dell'ambiente e del liquido in corrispondenza
dell'aspirazione della pompa.
Non c' cavitazione se NPSHD > NPSHR
62

31

Criterio NPSH (Net Positive Suction Head)


L'NPSHD si ricava dalle caratteristiche dell'impianto, dell'ambiente e
del liquido. L'NPSHR una caratteristica intrinseca della pompa e
viene indicato dal costruttore.
Convenzionalmente l'NPSH di inizio cavitazione corrisponde a una
caduta pari al 3% della prevalenza della pompa rispetto all'assenza di
cavitazione.
p vap
h sol
Per tenere conto delle condizioni di funzionamento

reali opportuno selezionare le pompe con un


po
hg1
margine di sicurezza Sa:

Sa

NPSH D
NPSH R

Per acqua dolce e non incrostante, si assume Sa = 1,1.

hasp
NPSHR

63

Criterio NPSH (Net Positive Suction Head)


Riduzione della possibilit di cavitazione
Aumentare NPSHD riducendo l'altezza geodetica di aspirazione, le
perdite di carico nel condotto di aspirazione e la tensione di vapore del
liquido raffreddandolo oppure aumentando la pressione di
alimentazione (po).

Ridurre NPSHR utilizzando pompe a bassa velocit di rotazione, giranti


a doppia aspirazione, giranti a elevato sviluppo della superficie delle
pale oppure installando un inducer (campo di efficacia limitato)

64

32

Potrebbero piacerti anche