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Premio Attila Alessandria 2014

Ad imperitura memoria dei nostri figli


peggiori
Anche questanno dobbiamo attribuire il Premio Attila Alessandria alla
personalit che a livello locale si particolarmente distinta a danno dellambiente e della salute.
Lalta onorificenza ambientalista alessandrina, che laltro anno ha premiato Carlo Cogliati (ora
candidato a 18 anni di reclusione al processo Solvay, clicca qui), fu conferita la prima volta nel
2004 a Marcellino Gavio (clicca qui) subitamente nel 2005 bissata dal suo sodale, Fabrizio
Palenzona (clicca qui). Degno erede di entrambi, la prima candidatura gi sollecitata per il 2014
proprio quella di Bruno Binasco. Fate pervenire le altre candidature entro e non oltre il 28
febbraio 2015
tramite e-mail alessandriamd@gmail.com
oppure al numero telefonico 3470182679,
oppure sulla pagina facebook
https://www.facebook.com/MedicinaDemocraticaAlessandria
Indicate nome&cognome del candidato al premio unitamente alle
motivazioni/azioni di merito con le quali si particolarmente distinto a
danno dellambiente e della salute.

Premio Attila Alessandria 2004


Vince Marcellino Gavio
Primo aprile 2005.
Una giuria di 284 persone ha assegnato il Premio Attila Alessandria 2004 a Marcellino Gavio,
limprenditore, uno degli uomini pi potenti nel panorama italiano, presidente del gruppo omonimo e
padrone di un vasto impero economico e finanziario che ha come capitale Rivalta Scrivia, un sobborgo di
Tortona, ma che non conosce confini: edilizia, lavori pubblici, logistica, autostrade, petrolio, infrastrutture
stradali, meccanica, calcio, trasporti eccetera.
Una vittoria su misura strappata per appena quattro voti su Fabrizio Palenzona, il politico, altro calibro da
90, affermatosi con carriera fulminea nel Gotha bancario mentre stato per otto anni presidente della
provincia di Alessandria: vicepresidente della Confcommercio, ex consigliere di Mediobanca, comitato
direttivo ristretto di Unicredito, presidente della Federazione autotrasportatori italiani, presidente
dellAssociazione delle societ concessionarie di autostrade e trafori, ex consigliere di amministrazione

Cassa di risparmio di Torino, consigliere Fondazione cassa di risparmio Alessandria eccetera e


addirittura frequentatore del salotto di Bruno Vespa.
Da soli i due contendenti (contendenti per il premio, perch nellimmaginario collettivo sono accomunati
come il gatto e la volpe, culo e camicia, lex braccio e la mente) si sono impadroniti del 60% dei voti,
neppure impensieriti dalle performance di Mauro Bressan, assessore allindustria e allambiente del
Comune di Alessandria, e di Ennio Negri, peraltro braccio sinistro dello stesso Palenzona come assessore
provinciale allambiente.
Alle spalle di questi due ex aequo (34 voti cadauno), solo briciole agli altri candidati, a Mara Scagni sindaco
di Alessandria e a due altri imprenditori: Tarcisio Persegona e Francesco Gaetano Caltagirone.
La Rete ambientalista, il coordinamento provinciale delle associazioni e dei comitati alessandrini, ha
istituito il Premio Attila Alessandria da attribuire alla personalit che a livello locale si particolarmente
distinta a danno dellambiente e della salute. Il premio consiste in una preziosa pergamena in carta
riciclata opera del pittore Gianni Torchia.
Per il 2004, ogni votante ha potuto scegliere tra undici nominations (bando allegato), a loro volta
pervenute tramite concorso pubblico via telematica. Ciascuna nomination era corredata con le motivazioni
di merito. Il vincitore correva con due nomination. Nella prima, quella che ha guadagnato il maggior
numero di consensi, si legge: Marcellino Gavio: per essersi particolarmente distinto a danno
dellambiente e della salute in quanto non c iniziativa contestata dagli ambientalisti o vicenda giudiziaria
che non gli venga a torto o a ragione attribuita. Nella seconda candidatura si legge fra laltro: Perch
non scende in campo nonostante sia pi onnipotente di Dio ma addirittura di Berlusconi.
In campo politico, tra quelli scesi al posto suo, ha trionfato con due nomination Palenzona: Per essersi
particolarmente distinto per il suo peso (peso politico N.d.R.) esercitato nelle vicende Fabbricazioni
nucleari, terzo valico, alta velocit, inceneritore, cementir e in un altro numero infinito di aggressioni
ambientali. Durante la competizione, Palenzona, il politico, il don Nessuno pi potente dItalia (La
Repubblica), sembrato per un momento prevalere sulimprenditore. E successo dopo lassemblea (una
delle tre in cui si votato) di Pozzolo Formigaro quando i suoi concittadini (in realt nacque a Novi Ligure
perch mia madre cadde dalle scale) lo hanno votato in massa. Ma anche Gavio ha stravinto nella sua
Rivalta. Dunque la corsa testa a testa,
Minore vantaggio hanno goduto Bressan e Scagni, rispettivamente assessore e sindaco di Alessandria, in
quanto mancata una assemblea nella propria citt, oltre allhandicap di non essere mai riusciti, per colpa
degli ambientalisti, a portare a termine i loro tentativi di aggressione allambiente.
Per concludere, vanno segnalate alcune perle pescate nel corso della votazione (si poteva votare anche con
telefono ed e-mail). Un tentativo di corruzione della giuria: il signore di Pozzolo Formigaro che offriva
soldi, qualunque cifra per far vincere il proprio compaesano. La sintesi politico culinaria: Lo voto
perch un ciccione. La definizione della passionaria di Villa del Foro: Bressan sta allambiente come la
volpe alla custodia del pollaio. Laccorato appello al predetto assessore: Ci avevi promesso aria nuova in
citt, ridacci quella vecchia. Infine il suggello al vincitore del Premio Attila: Perch la sua capacit
devastatrice travalica i confini provinciali e dilaga come unorda di Unni.

Premio Attila Alessandria 2005


Ad imperitura memoria dei nostri figli peggiori
Una giuria sul serio popolare, composta da 310 votanti, via internet e soprattutto nelle
assemblee della Rete ambientalista, ha attribuito a Fabrizio Palenzona la pi
alta onorificenza ambientalista della provincia di Alessandria.
Con 190 voti, a furor di popolo ha vinto il Premio Attila 2005 Fabrizio Palenzona,
che gi lanno scorso aveva invano conteso per 4 voti (e senza accuse di brogli) la
vittoria a Marcellino Gavio. Questanno non c stata competizione, anche perch
Gavio non pu, per regolamento, essere candidato per due anni consecutivi. Alla
performance del millepiedi della politica-finanza ha senzaltro pesato la sua recente
iscrizione nel registro degli indagati nello scandalo BNL Antonveneta per aver
intascato da Fiorani 8 miliardi di lire, un po in contanti e un po in conti esteri
Chopin ecc. intestati ai famigliari (conti sequestrati: speriamo che ci restituiscano i

nostri soldi). Appena i giornali hanno riportato che era stato visto assorto in preghiera
davanti alla cripta di san Marziano protettore di Tortona e dispensatore di grazie,
stato immediatamente assolto dal suo delfino Paolo Filippi e dal segretario DS
Federico Fornaro, mentre nessun avversario politico ha fatto lavvoltoio.
Naturalmente per noi ambientalisti, assetati di vendetta, cannibali secondo Filippi, in
questo caso invece vige la presunzione di colpevolezza fino a sentenza definitiva (di
colpevolezza).
Anche a Palenzona la lussuosa pergamena, accompagnata da un gadget della
Procura di Milano, sar consegnata in cerimonia pubblica e solenne durante la quale
verr letta la motivazione del premio: Per essersi sempre guardato allo specchio
prima di trovare lispirazione per definire asini raglianti gli ambientalisti No
Tav TerzoValico, cani gli anti Tav Valle Susa e maiali i giudici dellinchiesta
Unipol-BNL.

Breve biografia del nostro illustre cittadino.


1,91 di altezza per due quintali, cinquantatr anni a settembre, Vergine, Fabrizio
Palenzona nella vita ha fatto di tutto. E stato a destra, al centro, a sinistra, con la
finanza laica e con quella cattolica. Nelle didascalie sui quotidiani definito banchiere
ma cavaliere del lavoro sotto la categoria industria, anche se ha ricoperto cariche in
Confcommercio. E cresciuto sotto la benigna protezione dei re di Castelnuovo Scrivia,
i fratelli Marcellino e Pietro Gavio, di cui socio, ma ha saputo entrare nelle grazie dei
Benetton, concorrenti dei Gavio. Un millepiedi insomma.
Le sue prime vocazioni sono state la politica e il giornalismo. Ha incominciato a
muoversi nellambiente delle ACLI e della corrente dc Forze nuove nei primi anni
settanta. A Tortona stato sindaco democristiano per due mandati spesi a sostegno
dellalta velocit Terzo valico insieme al vero padrone dellAlessandrino, Marcellino. Nel
1995, per puro colpo di culo (rinuncia del candidato Bianchi) stato eletto alla guida
della giunta provinciale di Alessandria. Poi riconfermato per il rotto della cuffia.
In pochi anni il seguace di Donat Cattin ha completato la sua metamorfosi. Prima ha
ricevuto lonore di diventare socio dei Gavio nel consorzio di trasportatori Unitra. Poi si
lanciato nei favolosi salotti della grande finanza. Si autonominato rappresentante
della Provincia di Alessandria nella Fondazione CRT (Cassa di Risparmio di Torino). Da
qui scattata la diffusione capillare del Palenzona: la Fondazione CRT azionista di
Unicredit e dunque Palenzona diventato vicepresidente di Unicredit. Ma Unicredit
azionista di Mediobanca. Dunque Palenzona diventato consigliere del prestigioso
istituto. Dove piaciuto: si presentava in compagnia di Marcellino Gavio. Due
provinciali sbarcati nella capitale della finanza, ma umili e rispettosi e con una
caratteristica che li rendeva simpatici ad ogni banchiere: il denaro contante delle
autostrade.
A quel punto Palenzona ha potuto cominciare a costruirsi la sua rete personale,
sempre pi larga come prova lelenco delle sue cariche. Qui si citano le principali.

Unicredit e Mediobanca. Presidente FAI (padroni e padroncini TIR). Vicepresidente


Confcommercio. Consigliere Amga, munipalizzata di Genova e di Schemaventotto
cassaforte dei Benetton. Presidente Aiscat, la confindustria delle concessionarie
autostradali. Presidente Slala, Sisal, Cofitral eccetera. Con questo peso, certo, quando
cadr, far un bel botto.
Ma dal suo primo maestro Gavio, al quale continua a dare del lei, ha imparato a
trovare sponde politiche in ogni schieramento. Alla notizia dellavviso di garanzia
nessuno del Polo gli ha riservato il trattamento applicato ai finanzieri comunisti di
Unipol. Ancor pi dellamicizia con Tremonti, stato stretto il rapporto con il senatore
forzista Luigi Grillo, anchegli indagato per le elargizioni di Fiorani. Con il nuovo
governo, Margherita al potere, Palenzona ancora pi coperto.
A turbare queste serene prospettive pu essere solo la melodia, molto notturna, del
conto Chopin a Montecarlo. Alla fine la stessa musica di circa dieci anni fa, quando la
sinfonia dei conti esteri era gestita da Pacini Battaglia. Cosa centra Palenzona?
Bisogna fare un piccolo sforzo di memoria. Pacini Battaglia si occupava anche lui di
infrastrutture e grandi lavori pubblici, insieme allamico Lorenzo Necci. Quando venne
arrestato, nellagenda del banchiere toscano furono trovati appunti che parlavano del
consorzio Cociv Alta velocit Terzo valico Milano-Genova. Accanto allazionista
Marcellino Gavio, Pacini si era anche appuntato il nome Pallenzona. Due elle, fece
notare Palenzona, dunque certamente non sono io.

Ultimo aggiornamento della biografia


IL CAPOLAVORO DI PALENZONA, ACROBATA DEL POTERE
di Giorgio Meletti, "Il Fatto Quotidiano", 15 gen. 2014
Magari lacrobazia finir male, ma per ora Fabrizio Palenzona sembra aver compiuto un nuovo
capolavoro: aumento choc dei pedaggi autostradali (4 per cento in media dal 1 gennaio) senza aver
scontentato nessuna delle 24 concessionarie di cui il lobbista principale e senza reazioni
significative dei tartassati autotrasportatori, dei quali il lobbista pi rappresentativo. Proprio cos.
L'ex sindaco di Tortona diavolo e acqua santa. Non a caso ama definirsi credente peccatore. Un
ossimoro, come tutta la sua cavalcata nel potere, in perenne oscillazione tra Prima e Terza
Repubblica, tra Carlo Donat-Cattin e Matteo Renzi, tra Gianni Letta ed Enrico Letta, tra debitori e
creditori, controllante e controllata, pubblico e privato, Padania e Roma ladrona. Tra la professione
di camionista e quella di banchiere.
Il Maradona di Bersani
Pur acciaccato secondo l'opinione di chi nota l'ormai drammatica carenza di denaro nei settori a
lui cari, pi o meno tutti - Palenzona sembra l'ultimo potere veramente forte. I suoi sodali di un
tempo sono tutti azzoppati. L'ex banchiere Cesare Geronzi va in cerca di qualcuno interessato ai
suoi inveleniti ricordi. Il temuto Luigi Bisignani ha varcato le colonne d'Ercole del libro di
memorie. Corrado Passera coltiva improbabili ambizioni politiche. Lui invece in sella, tiene a
distanza la tentazione diabolica dell'ospitata televisiva e recita le sue innumerevoli parti in
commedia. Nell'economia: vicepresidente di Unicredit da 15 anni, per una vita consigliere di
Mediobanca, presidente dell'Aiscat (associazione delle concessionarie autostradali), presidente degli
Aeroporti di Roma (Fiumicino e Ciampino), presidente onorario di Conftrasporto (la lobby dei
camionisti). Nella politica: ex democristiano, ex ulivista, ex Margherita, piddino aspirante renziano,
ma con legami profondi tra i berlusconiani smart, da Letta Gianni a Bisignani, e finch stato
possibile con Francesco Cossiga e il suo poliedrico giro di amicizie.

Quando lo fecero presidente dell'Aiscat, dieci anni fa, l'ex leader del Pd Pier Luigi Bersani
comment sobriamente: Hanno preso Maradona. Subito dopo Maradona support Gianpiero
Fiorani nella sfortunata scalata all'Antonveneta. Lo port da Cossiga, non riusc a portarlo da
Romano Prodi. Tifava da buon cattolico contro la massoneria internazionale. Quando i magistrati
milanesi stoppano Fiorani sequestrandogli le azioni Antonveneta, Palenzona sbotta: Quante azioni
hanno sequestrato i maiali?. Fiorani ha detto di essersi sdebitato su conti esteri, Palenzona nega,
per ancora sotto processo per la ricettazione di 800 mila euro.
Un grande virtuoso del conflitto dinteressi
Due mesi fa, all'interno della stessa dichiarazione, riuscito a dire come presidente degli Aeroporti
che non c'era margine per ristrutturare il debito di Alitalia (101 milioni verso Adr), poi come
vicepresidente di Unicredit che invece s, quando c' un buon progetto le banche fanno la loro
parte. Un vero acrobata del conflitto d'interessi. La sua storia disegna il suo network. Sindaco di
Tortona negli anni '80, poi presidente della provincia di Alessandria, negli anni '90 intuisce che le
nascenti fondazioni bancarie saranno un cardine del potere nella seconda Repubblica, cavalca quella
della Cassa di Risparmio di Torino, che entra nella grande aggregazione di Unicredit, regalando
proprio a lui, il camionista di Tortona, la vicepresidenza del colosso di Alessandro Profumo.
Diventa un protagonista dei salotti finanziari milanesi, ma non perde di vista il business vero, quello
con il suo amico e concittadino Marcellino Gavio, di cui socio nel consorzio di autotrasporto
Unitra. Gavio cresce anche nelle costruzioni e nelle autostrade. Palenzona sempre al suo fianco. E
quando il mondo delle autostrade risulta dominato da due soggetti, i Benetton (ai quali i governi
ulivisti negli anni '90 hanno semiregalato la Societ Autostrade) e lo stesso Gavio, viene quasi
naturale consegnare la presidenza dell'Aiscat proprio a Palenzona, battagliero sindacalista degli
autotrasportatori.
Gilberto Benetton e Gavio dovrebbero essere concorrenti, in teoria. Ma le autostrade sono monopoli
naturali, e quindi naturale anche la alleanza tra i gestori per ottenere generosi aumenti di pedaggi.
Benetton e Gavio si fidano di Palenzona. Il primo gli consegna la presidenza degli Aeroporti di
Roma, il secondo la presidenza di Impregilo, colosso delle costruzioni, che per sar rapidamente
scippato dalla Salini.
Il ciccione non mai un comprimario
Palenzona si racconta con i risultati, come un goleador. Gli viene attribuito un ruolo decisivo nella
cacciata di Profumo da Unicredit e un peso ancora rilevante nelle strategie di Mediobanca (di cui
Unicredit il primo azionista), che senza Palenzona sarebbe poca cosa, sentenzia Geronzi.
Bisignani, la mente, chiama Palenzona il ciccione e gli indica la strategia. Ma il ciccione, secondo
Geronzi, non mai un comprimario. Ottiene che Profumo sia sostituito da una squadra sbiadita
che non ostacoli le sue incursioni di potere. Poi corre per la presidenza della banca, ma non ce la fa.
I migliori gol li ha segnati con la lobby delle autostrade. Nel 2001 c'erano 5593 chilometri a
pedaggio; auto e tir vi hanno percorso 73 miliardi di chilometri, versando nella casse delle
concessionarie 4,1 miliardi di euro. Nel 2012 i chilometri di rete erano 5714, i chilometri percorsi
sono stati 76,4 miliardi e i pedaggi pagati 6,5 miliardi. Il capolavoro tutto qui. Ha aiutato i
signori delle autostrade a far passare l'idea che i pedaggi dovessero crescere per finanziare le
nuove autostrade di cui tutti, e in particolar modo i camionisti, avevano bisogno. La Spagna ha 6
metri di autostrada a pedaggio per chilometro quadrato, la Francia 13, lItalia 19: s, c il piccolo
problema che non sappiamo pi dove metterle. Infatti nel 2001 erano in programma 615 chilometri
di nuove autostrade, le abbiamo finanziate con pedaggi stellari e il risultato che nel 2012
risultavano realizzati solo 120 chilometri. E tutti quei soldi dove sono finiti? Palenzona lo sa, i
comuni mortali no, visto che l'algebra dei piani finanziari delle concessionarie e degli aumenti
tariffari tenuta gelosamente segreta: neppure il Parlamento ha diritto di conoscere i dettagli.
Palenzona intreccia gli interessi come solidi cestini di vimini. L'ex numero uno di Intesa Sanpaolo,
Passera, una tessera fondamentale del mosaico. Quando divent ministro delle Infrastrutture, a

fine 2011, il suo primo atto fu il mega finanziamento per il Terzo valico, la nuova ferrovia ad alta
velocit che dovr collegare Genova a Tortona. Gi, proprio Tortona, pensa un po', poi da l i
container potranno raggiungere l'Europa anche a piedi, che importa. Il Terzo valico feudo
affaristico dei Gavio dal 1991, anno zero dell'Alta velocit. Gi negli appunti del mitico faccendiere
Chicchi Pacini Battaglia, a proposito di quel ramo ferroviario giudicato inutile dallo stesso
numero uno delle Fs, Mauro Moretti, compariva il nome Pallenzona: quasi omonimia o semplice
refuso?
La seconda mossa di Passera ministro fu naturalmente lo sblocco degli aumenti dei pedaggi per le
autostrade ( l'appuntamento fisso di Capodanno), accompagnato per dalla promessa di 170
milioni di sconto ai camionisti, pagato dallo Stato. Quest'anno gi aperta la discussione tra 130 e
200 milioni di sconto. Funziona cos: Palenzona autostradale porta a casa l'aumento dei pedaggi,
Palenzona autotrasportatore corre ai ripari. Il suo sodale Paolo Ugg (ex sottosegretario con
Berlusconi, presidente di Conftrasporto, i camionisti di Confcommercio), che Dario Di Vico sul
Corriere della Sera definisce figura di collegamento tra sindacato dei trasportatori e le
concessionarie autostradali, tiene buona la categoria facendo spuntare lo sconto statale sui pedaggi.
Quindi gli automobilisti normali si beccano l'aumento e gli autotrasportatori ottengono lo sconto a
spese della fiscalit generale, il che anche giusto visto che i pedaggi sono una zavorra terrificante
per l'economia. E le concessionarie ingrassano.
Il caso Brebemi: limportante costruire
Il ruolo di Palenzona e Passera stato decisivo per dare forza alla lobby delle autostrade.
L'aspirante leader politico ha pilotato Intesa Sanpaolo verso il settore, facendone la locomotiva del
gigantesco imbroglio logico chiamato project financing. Lo schema noto: siccome lo Stato al
verde, il mitico privato investe nella costruzione di un'autostrada e vedr il suo capitale ripagato dai
pedaggi. Il caso esemplare quello della Brebemi, la nuova Brescia-Bergamo-Milano parallela alla
vecchia A4. Chi sono gli azionisti principali? Ovviamente Intesa e Gavio. La singolare opera, che
parte da Brescia e arriva a 25 chilometri da Milano, finanziata per 820 milioni dalla Cassa
Depositi e Prestiti (banca pubblica) e per 700 milioni dalla Bei (Banca europea degli investimenti,
pubblica). E se la Brebemi non mantiene le promesse e non in grado di restituire i 1520 milioni?
Semplice: per Cdp, che degli italiani, paga Pantalone, per la Bei che europea c' una garanzia
della Sace (che pubblica). S, tutti credono che la Sace sia la societ che assicura i contratti per
l'export, aiutando le aziende italiane a lavorare sui mercati mondiali. Invece qualcuno ha avuto la
bella idea di farle fornire anche garanzie a chi investe sulle infrastrutture strategiche.
Ma l'importante costruire, e soprattutto costruire su terreni agricoli vergini, cos si fanno tanti
espropri. Si fanno le opere per valorizzare i terreni, ha denunciato recentemente lo stesso
amministratore delegato di Autostrade per l'Italia, Giovanni Castellucci. Colpisce che a presiedere
la Brebemi sia stato chiamato il presidente della Confagricoltura lombarda, il bresciano Franco
Bettoni.
Ma il mondo di Palenzona un'elegante costruzione di delicati equilibri. Come quello che dovrebbe
portarlo alla prescrizione nel processo per ricettazione a Lodi, che sarebbe in corso ma con
appuntamenti rinviati di sei mesi in sei mesi, per carenza di organico. Prossima udienza il 7 luglio.
Twitter @giorgiomelett

Ad imperitura memoria dei nostri figli peggiori

PREMIO ATTILA ALESSANDRIA 2012


Scegliendo fra 18 concorrenti (http://www.scribd.com/doc/123316895/Nominationspdf#fullscreen ) selezionati via internet, la Giuria ha votato il Premio Attila Alessandria
2012. Al secondo posto, il direttore de Il Piccolo dovr gareggiare per il prossimo anno,
dipender tutto da lui.

Ha vinto Carlo Cogliati


gi presidente della Solvay (ex Ausimont) di Spinetta Marengo (Alessandria),classe
1938: sono sempre stato il primo della classe si definiva, infatti il principale imputato
(fra 8) e contumace, per avvelenamento doloso delle falde acquifere e dolosa omessa
bonifica del territorio, nel processo in corso per la catastrofe ambientale che ha
annientato la pi grande falda acquifera provinciale tramite cromo esavalente e altri
20 veleni tossici e cancerogeni, oltre ad aver inquinato del teratogeno PFOA fino alla
foce del Po. A prescindere dal protettorato di Comunione e Liberazione, non poteva
non vincere Cogliati, avendo tra i supporters lelevato numero di ammalati e famigliari
dei deceduti, lavoratori e cittadini, a centinaia presenti come parti civili al processo
dellacqua bevuta. Senza tener conto delle ulteriori vittime in un altro processo che si
aprir per linquinamento dellaria respirata.
Nelle foto pubblicate sul blog http://alessandriamd.blogspot.it potete apprendere che
lambto Premio Attila (gi conseguito da calibri addirittura come Marcellino Gavio e
Fabrizio Palenzona) stato consegnato al contumace con apposita solenne cerimonia
in ambiente severo e fresco, consono alla sua prossima ventura (15 anni di reclusione
previsti per i reati ascrittigli).
Come potete vedere (le foto sono autentiche!), Cogliati protetto da una costosissima
armatura forgiata dai suoi avvocati difensori, i pi famosi fabbri legulei italiani,
armatura particolarmente a tergo rinforzata a parare i colpi degli ex padroni belgi. Il
premio consegnato da uno dei due dipendenti che lui, fra tante rappresaglie, licenzi
per aver denunciato lo scempio ambientale, nonch anticipando le accuse di
Tangentopoli. Se osservate le foto della tavola fastosamente imbandita, noterete le
sedie lasciate vuote dai coimputati che lo vorrebbero unico capro espiatorio, mentre a
complimentarsi intravedrete il fantasma del grande Gianni Spinolo, laltro licenziato
che rientr trionfalmente in fabbrica con sentenza in nome del popolo italiano: gli terr
compagnia per i prossimi 15 anni. Finalmente privato dellarmatura, a pane e acqua,
acqua al cromo come quella che aveva immesso nei rubinetti delle case, il recluso
Cogliati avr cos tutto il tempo di rileggersi i 20 faldoni di documenti e intercettazioni
telefoniche che lhanno inchiodato penalmente nel processo del secolo, in vana attesa
della consueta amnistia e rimuginando sugli stratosferici emolumenti percepiti: pi che
inversamente proporzionali alla proverbiale tirchieria aziendale soprattutto a scapito
degli investimenti ambientali.
Poi scontata la gattabuia, il fantasma lo terr sveglio di notte per quei guadagni fatti
sulla pelle della gente, che pur confiscati dalla Giustizia terrena neppure in minima
parte hanno coperto i costi della bonifica del territorio, e per nulla risarcito le morti e le
malattie. Il fantasma gli enumerer una per una le discariche illegittime non
autorizzate n denunciate, i veleni sotterrati che ancora oggi dilavano nella falda

sotterranea avvelenando i pozzi privati e lacquedotto di Alessandria a mezzo di cromo


esavalente, arsenico, antimonio, nichel, cloroformio, selenio, DDT, fluorurati, solfati,
idrocarburi, metalli pesanti eccetera. Gli rammenter di aver dolosamente nascosto
agli enti pubblici la reale portata degli inquinamenti tossici e cancerogeni, e fatto nulla
per eliminarli o soltanto ridurli, anzi, agendo con condotte delittuose per nascondere e
falsificare documenti, analisi e dati ecosanitari. Gli ripeter che non c perdono per
aver cos cagionato tumori e malattie ai lavoratori e ai cittadini, agli animali e alle
piante. N pu consolare chiamare in correo gli altri imputati condannati, o gli impuniti
nei decenni: politici, sindacalisti, amministratori, funzionari arpa e asl, magistrati.
P.S. Al processo Solvay il PM ha chiesto una condanna a 18 anni di reclusione.
Cogliati stato meritatamente il vincitore del Premio Attila Alessandria 2012:
presidente e amministratore delegato Ausimont e Solvay dal 1991 al 2003, imputato
anche nel processo di Bussi (Pescara). Dice che non sapeva niente di discariche e
inquinamenti cancerogeni, proprio lui che controllava perfino la mobilit di una
scrivania da Bollate a Spinetta, proprio lui che, fra tante rappresaglie, ha
licenziato Lino Balza e Gianni Spinolo proprio per aver denunciato lo scempio
ambientale di Spinetta Marengo, nonch anticipando le accuse di Tangentopoli.
Entrambi rientrarono trionfalmente in fabbrica con sentenza in nome del popolo
italiano.
Classe 1938: sono sempre stato il primo della classe si definiva, infatti il principale
imputato e contumace per avvelenamento doloso e dolosa omessa bonifica nel
processo in corso per la catastrofe ambientale che ha annientato la pi grande falda
acquifera provinciale tramite cromo esavalente e altri 20 veleni tossici e cancerogeni,
oltre ad aver inquinato del teratogeno PFOA fino alla foce del Po. A prescindere dal
protettorato di Comunione e Liberazione, non poteva non vincere Cogliati il Premio
Attila, avendo tra i supporters lelevato numero di ammalati e famigliari dei deceduti,
lavoratori e cittadini, a centinaia presenti come parti civili al processo dellacqua
bevuta. Senza tener conto delle ulteriori vittime in un altro processo che si aprir per
linquinamento dellaria respirata.
Il licenziamento del sorvegliato speciale Balza fu il culmine dellescalation di
rappresaglie: 23 udienze in tribunale, 7 cause in pretura, 4 in appello, 2 in cassazione,
tutte concluse a favore di Balza ma piene di sofferenze: cassa integrazione, tre
trasferimenti, mobbing, anni di dequalificazione professionale, di inattivit assoluta,
oltre ad uno stillicidio di tentati provvedimenti disciplinari e vertenze minori e, dulcis in
fundo, licenziamento. Il corollario furono querele, esposti, denunce, manifestazioni,
scioperi della fame, incatenamenti, chilometri di firme di solidariet, titoli su titoli in
giornali e tv.

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