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Commissione
6 dicembre 2007
Oggetto: Cementeria di Isola delle Femmine, Palermo
Risposta(e)
E-6057/07
Nel territorio della provincia di Palermo sono presenti impianti della
Italcementi SpA, con uno stabilimento nel comune di Isola delle Femmine
dall'attivit estrattiva ora concentrata nella sola area di Raffo Rosso, sito di
importanza comunitaria (codice SIC ITA020023). La cementeria di Isola delle
Femmine (NACE Code 26.51) opera inoltre in un'area limitrofa ad altri siti di
importanza comunitaria, tra i quali M. Cuccio e Vallone Sagana (SIC
ITA020047), Fondali di Isola delle Femmine Capo Gallo, (SIC ITA020005)
Isola delle Femmine, R.N.O. Isola delle Femmine.
In tale area gli impianti della cementeria di Isola delle Femmine, secondo il
registro europeo delle emissioni inquinanti (EPER), emettono monossido di
carbonio (CO), anidride carbonica (CO2), ossidi di azoto (NOx), ossidi di zolfo
(SOx), particolato polveri sottili (PMx). Pur consapevole del fatto che, in
linea di principio, ci non rappresenta necessariamente una violazione della
direttiva 92/43/CEE(1), opportuno e doveroso segnalare alla Commissione
che in data 5 ottobre 2007, in risposta all'interrogazione parlamentare 403245 presentata dall'on. Fundar, il Ministro dell'Ambiente precisava che
Italcementi SpA non in possesso delle autorizzazioni alle emissioni in
atmosfera previste dalla normativa vigente, in quanto parte delle attivit
risulta difforme rispetto a quanto prescritto nei relativi atti autorizzativi, in
particolare con riferimento all'utilizzo del petcoke come combustibile
(Italcementi ha il permesso di tenerlo in deposito, non di utilizzarlo come
combustibile).
Non ritiene quindi opportuno la Commissione, alla luce di quanto dichiarato
dal Ministro dell'Ambiente, verificare quanto prima con le autorit italiane se
sia stata davvero rispettata anche la direttiva 92/43/CEE in riferimento alla
vicinanza dei siti SIC sopra riportati (tra i quali quello che ospita le attivit
estrattive) all'epoca del rilascio delle autorizzazioni ad Italcementi SpA, con
particolare riferimento alla presenza o assenza di valutazioni d'incidenza
RISPOSTA data da Stavros Dimas a nome della Commissione
15 febbraio 2008
E-6057/2007
Dalle informazioni pervenute alla Commissione si pu verosimilmente ritenere
che limpianto interessato, la cementeria situata nel comune di Isola delle
Femmine a Palermo, ricada nellambito di applicazione della direttiva
96/61/CE del Consiglio, del 24 settembre 1996, sulla prevenzione e la
riduzione integrate dellinquinamento (direttiva IPPC)(1). Questultima infatti si
applica agli impianti destinati alla produzione di clinker (cemento) in forni
rotativi la cui capacit di produzione supera 500 tonnellate al giorno oppure
di calce viva in forni rotativi la cui capacit di produzione supera 50 tonnellate
al giorno, o in altri tipi di forni aventi una capacit di produzione di oltre 50
tonnellate al giorno.
A norma della direttiva IPPC, gli impianti che ricadono nel suo campo di
applicazione devono disporre, ai fini dellesercizio, di unautorizzazione che
indichi anche i valori limite di emissione basati sulle migliori tecniche
disponibili (BAT), al fine di prevenire e, se ci non fosse possibile, ridurre in
generale le emissioni e limpatto sullambiente nel suo complesso. Laspetto
della prevenzione o della riduzione delle emissioni in atmosfera, nelle acque o
nel suolo va pertanto affrontato nellambito delle autorizzazioni ambientali
rilasciate a norma della direttiva. Gli impianti esistenti dovevano conformarsi
integralmente alle disposizioni della direttiva IPPC entro il 30 ottobre 2007.
Gli impianti di produzione del cemento rientrano anche nellallegato II della
direttiva 85/337/CEE, modificata, concernente la valutazione dellimpatto
ambientale di determinati progetti pubblici e privati(2) (conosciuta anche come
direttiva sulla valutazione dellimpatto ambientale o VIA). A norma di questo
testo gli Stati membri devono determinare (nellambito di una procedura
detta di selezione o screening), sulla base dei criteri indicati nellallegato
III della direttiva stessa, se il progetto in questione pu avere effetti
significativi sullambiente. In caso affermativo, necessario procedere a una
valutazione dimpatto.
Infine, per quanto riguarda la possibile violazione della direttiva 92/43/CEE
del Consiglio, del 21 maggio 1992, relativa alla conservazione degli habitat
naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche(3) (direttiva
Habitat), larticolo 6, paragrafo 2, stabilisce che gli Stati membri adottano le
opportune misure per evitare, nelle zone speciali di conservazione, il degrado
degli habitat naturali e degli habitat di specie nonch la perturbazione delle
specie per cui le zone sono state designate. Al paragrafo 3 dello stesso
articolo, inoltre, la direttiva prevede che qualsiasi piano o progetto non
che dia luogo alla produzione di emissioni diffuse di tale composto in assenza
della necessaria autorizzazione ai sensi del decreto legislativo n. 152/2006,
evidenziando inoltre che ogni ulteriore violazione delle prescrizioni contenute
nel presente provvedimento comportera necessariamente la sospensione
delle autorizzazioni concesse (nota n. 48283 del 25 luglio 2006); l8 gennaio
2007, il dott. Tolomeo, Direttore del Dipartimento territorio e ambiente ha
comunicato al dott. Genchi, responsabile dei pareri tecnici in materia di tutela
dellinquinamento atmosferico da emissioni del 3 Servizio, limmediata
sospensione dallincarico ed il conseguente spostamento a diverso luogo e a
diversa posizione, senza che tale provvedimento sia stato in alcun modo
motivato; il Dipartimento facente capo al dott. Genchi, stava anche
intervenendo su diverse tematiche a salvaguardia dellambiente, nel tentativo
di far installare sistemi di recupero dei vapori nelle operazioni di carico e
scarico delle navi, di impedire lo smaltimento mascherato di rifiuti tramite
torce, di ridurre i limiti delle concentrazioni emissive e di bloccare la Senato
della Repubblica costruzione di quattro impianti di combustione delle
biomasse, tutti progetti sostenuti con forza dal governatore Cuffaro; a
tuttoggi, lItalcementi non ha ne provveduto alla messa in sicurezza
dellimpianto, ne ai necessari aggiornamenti del sistema di filtraggio e
depurazione, ne, tantomeno, ha iniziato una procedura di controllo delle
attivita impattanti legate al funzionamento dei propri impianti, ma ha anzi
intenzione di proseguire nellinquinamento incontrollato, ampliando i propri
impianti mediante la costruzione di una nuova torre alta circa 100 metri, si
chiede di sapere:
se il Governo non ritenga opportuno bloccare lavvio di nuovi progetti fino al
momento in cui venga intrapresa la messa in sicurezza degli impianti e delle
operazioni del cementificio, con preventivo accertamento dei danni causati
dalle emissioni della Italcementi ai cittadini e allambiente;
se il Governo non possa intervenire a tutela del paesaggio e delle normative
in vigore, dato che la cementeria e situata allinterno di zona vincolata dalla
Sopritendenza per i beni ambientali e paesaggistici della Regione Sicilia, e
dato che si tratta di attivita nocive che producono fumo, polvere, rumore,
esalazioni nocive ed eventuali scarichi di sostanze velenose, le quali non
potrebbero avere luogo in prossimita di centri abitati, anche a norma del
piano regolatore di Palermo;
come il Governo intenda attivare tutte le procedure e i provvedimenti atti a
salvaguardare la salute dei lavoratori e dellintera cittadinanza, monitorando,
con un apposito gruppo di lavoro, le eventuali connessioni tra cio che si
evidenzia dai rapporti dellARPA e le patologie piu diffuse sul territorio, con
particolare riferimento a quelle neoplastiche e tiroidee.
(4-01195)
http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/251301.pdf
- Premesso che:
come gi denunciato nella XIV legislatura con l'interrogazione 4-17440,
presentata alla Camera il 26 ottobre 2005 dall'on.le Russo Spena, nel
territorio della provincia di Palermo, ed in particolare nel comune di Isola
delle Femmine, presente una cementeria della Italcementi Spa la cui
attivit estrattiva ha determinato e continua tutt'oggi a determinare il
ripetersi di gravi fenomeni di inquinamento che provocano seri danni alla
salute pubblica della popolazione residente;
presso l'Isola delle Femmine, ai sensi della direttiva CEE, recepita in
Italia dal decreto del Presidente della Repubblica n. 357 dell'8
settembre 1997, esistono delle aree di protezione ambientale (Codice
sito Natura 2000 SICITA20023 Raffo Rosso, M. Cuccio e Vallone
Sagana; Sic ITAA020047 Fondali di Isola delle Femmine; Sic
ITAA020005 Capo Gallo; R.N.O. Isola delle Femmine). Si tratta di
risorse naturali da proteggere e valorizzare, che invece vengono
minacciate dall'attivit inquinante e distruttiva della Italcementi. Per
esempio, in Raffo Rosso, l'Arpa ha accertato la presenza di una cava
per lo stoccaggio di pet-coke (carbone di petrolio, si tratta dei residui
della raffinazione del petrolio) e, per la conformazione morfologica del
terreno (presenza di condutture naturali), facile supporre un
inquinamento del terreno e delle falde acquifere. L'Arpa ha dichiarato e
verbalizzato che alcune parti del terreno non sono state
impermeabilizzate e presentano alcune pozze d'acqua;
nel porto di Palermo il 13 gennaio 2006 un campione di pet-coke
(prelevato dalla stiva della Amber K, carico destinato alla Italcementi)
analizzato dal Dipartimento Arpa, ha evidenziato la presenza di
idrocarburi policiclici aromatici e di metalli quali vanadio e nichel. Il
dipartimento Arpa, dalle analisi condotte sui punti di emissione dello
della magistratura e degli ee.ll. loggetto delle loro indagini sui fatti qui
esposti.
Si chiede di sapere se siano stati stanziati fondi UE per la realizzazione degli
impianti Italcementi.
Quali verifiche intenda avviare per valutare se il progetto rispetti la normativa
comunitaria, in particolare per quanto riguarda la tutela degli habitat delle
aree SIC interessati.
Quali iniziative intenda adottare per evitare i danni alla salute, allambiente e
allo sviluppo economico dellintera area, vocata al turismo di qualit, che
sarebbero causati dalla attivit estrattiva e di produzione del cemento.
Quali interventi di recupero ambientale e rinaturalizzazione siano praticabili al
fine di salvaguardare lambiente nel rispetto dei livelli occupazionali e del
diritto alla salute degli addetti alla produzione.
12 ottobre 2005
On. Pier Paolo Cento
On. Luana Zanella
A CURA DEL COMITATO CITTADINO ISOLA PULITA ISOLA DELLE FEMMINE
http://isoladellefemmineitalcementieambiente.blogspot.it/2010/08/ippc.html