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INTERROGAZIONE SCRITTA di Monica Frassoni (Verts/ALE) alla

Commissione
6 dicembre 2007
Oggetto: Cementeria di Isola delle Femmine, Palermo
Risposta(e)
E-6057/07
Nel territorio della provincia di Palermo sono presenti impianti della
Italcementi SpA, con uno stabilimento nel comune di Isola delle Femmine
dall'attivit estrattiva ora concentrata nella sola area di Raffo Rosso, sito di
importanza comunitaria (codice SIC ITA020023). La cementeria di Isola delle
Femmine (NACE Code 26.51) opera inoltre in un'area limitrofa ad altri siti di
importanza comunitaria, tra i quali M. Cuccio e Vallone Sagana (SIC
ITA020047), Fondali di Isola delle Femmine Capo Gallo, (SIC ITA020005)
Isola delle Femmine, R.N.O. Isola delle Femmine.
In tale area gli impianti della cementeria di Isola delle Femmine, secondo il
registro europeo delle emissioni inquinanti (EPER), emettono monossido di
carbonio (CO), anidride carbonica (CO2), ossidi di azoto (NOx), ossidi di zolfo
(SOx), particolato polveri sottili (PMx). Pur consapevole del fatto che, in
linea di principio, ci non rappresenta necessariamente una violazione della
direttiva 92/43/CEE(1), opportuno e doveroso segnalare alla Commissione
che in data 5 ottobre 2007, in risposta all'interrogazione parlamentare 403245 presentata dall'on. Fundar, il Ministro dell'Ambiente precisava che
Italcementi SpA non in possesso delle autorizzazioni alle emissioni in
atmosfera previste dalla normativa vigente, in quanto parte delle attivit
risulta difforme rispetto a quanto prescritto nei relativi atti autorizzativi, in
particolare con riferimento all'utilizzo del petcoke come combustibile
(Italcementi ha il permesso di tenerlo in deposito, non di utilizzarlo come
combustibile).
Non ritiene quindi opportuno la Commissione, alla luce di quanto dichiarato
dal Ministro dell'Ambiente, verificare quanto prima con le autorit italiane se
sia stata davvero rispettata anche la direttiva 92/43/CEE in riferimento alla
vicinanza dei siti SIC sopra riportati (tra i quali quello che ospita le attivit
estrattive) all'epoca del rilascio delle autorizzazioni ad Italcementi SpA, con
particolare riferimento alla presenza o assenza di valutazioni d'incidenza
RISPOSTA data da Stavros Dimas a nome della Commissione

15 febbraio 2008
E-6057/2007
Dalle informazioni pervenute alla Commissione si pu verosimilmente ritenere
che limpianto interessato, la cementeria situata nel comune di Isola delle
Femmine a Palermo, ricada nellambito di applicazione della direttiva
96/61/CE del Consiglio, del 24 settembre 1996, sulla prevenzione e la
riduzione integrate dellinquinamento (direttiva IPPC)(1). Questultima infatti si
applica agli impianti destinati alla produzione di clinker (cemento) in forni
rotativi la cui capacit di produzione supera 500 tonnellate al giorno oppure
di calce viva in forni rotativi la cui capacit di produzione supera 50 tonnellate
al giorno, o in altri tipi di forni aventi una capacit di produzione di oltre 50
tonnellate al giorno.
A norma della direttiva IPPC, gli impianti che ricadono nel suo campo di
applicazione devono disporre, ai fini dellesercizio, di unautorizzazione che
indichi anche i valori limite di emissione basati sulle migliori tecniche
disponibili (BAT), al fine di prevenire e, se ci non fosse possibile, ridurre in
generale le emissioni e limpatto sullambiente nel suo complesso. Laspetto
della prevenzione o della riduzione delle emissioni in atmosfera, nelle acque o
nel suolo va pertanto affrontato nellambito delle autorizzazioni ambientali
rilasciate a norma della direttiva. Gli impianti esistenti dovevano conformarsi
integralmente alle disposizioni della direttiva IPPC entro il 30 ottobre 2007.
Gli impianti di produzione del cemento rientrano anche nellallegato II della
direttiva 85/337/CEE, modificata, concernente la valutazione dellimpatto
ambientale di determinati progetti pubblici e privati(2) (conosciuta anche come
direttiva sulla valutazione dellimpatto ambientale o VIA). A norma di questo
testo gli Stati membri devono determinare (nellambito di una procedura
detta di selezione o screening), sulla base dei criteri indicati nellallegato
III della direttiva stessa, se il progetto in questione pu avere effetti
significativi sullambiente. In caso affermativo, necessario procedere a una
valutazione dimpatto.
Infine, per quanto riguarda la possibile violazione della direttiva 92/43/CEE
del Consiglio, del 21 maggio 1992, relativa alla conservazione degli habitat
naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche(3) (direttiva
Habitat), larticolo 6, paragrafo 2, stabilisce che gli Stati membri adottano le
opportune misure per evitare, nelle zone speciali di conservazione, il degrado
degli habitat naturali e degli habitat di specie nonch la perturbazione delle
specie per cui le zone sono state designate. Al paragrafo 3 dello stesso
articolo, inoltre, la direttiva prevede che qualsiasi piano o progetto non

direttamente connesso e necessario alla gestione di un sito Natura 2000 ma


che possa avere incidenze significative su tale sito forma oggetto di una
opportuna valutazione dellincidenza che ha sul sito, tenendo conto degli
obiettivi di conservazione del medesimo.
La Commissione si rivolger alle autorit italiane per ottenere ulteriori
informazioni sulle modalit di applicazione delle direttive summenzionate
allimpianto citato dallonorevole parlamentare.
http://www.europarl.europa.eu/sides/getAllAnswers.do?reference=E-20076057&language=IT
http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=//EP//TEXT+WQ+E-2007-6057+0+DOC+XML+V0//IT
CAMERA DEI DEPUTATI ATTI PARLAMENTARI
XV LEGISLATURA
ALLEGATO B AI RESOCONTI SEDUTA DEL 5 OTTOBRE 2007
FUNDARO e LION. Al Ministro dellambiente e della tutela del territorio e
del mare.
Per sapere
premesso che:
sul territorio del comune di Isola Delle Femmine (Palermo) hanno sede diversi
impianti produttivi connessi alle attivita di funzionamento della societa
Italcementi Spa;
da tempo la societa Italcementi di Isola delle Femmine e al centro di
numerose ed accese polemiche vertenti sulla pericolosita sanitaria ed
ambientale che i processi produttivi degli impianti rappresentano per il
territorio;
i maggiori rischi per la salute umana e per lintegrita ambientale dellarea in
cui sorgono gli impianti della societa , derivano principalmente
dallincontrollato utilizzo e smaltimento dei residui di produzione, quali il
petcoke, sostanza altamente cancerogena, per la quale la societa avrebbe il
permesso per il deposito, ma non di utilizzare;
denunce effettuate dalle autorita ambientali competenti dimostrerebbero che
la societa utilizzi come combustibile ma senza autorizzazione il petcoke
detenuto, producendo emissioni diffuse di tale composto;
risulterebbe certo che la societa in oggetto non solo faccia uso energetico del
petcoke senza averne i permessi previsti dalle relative norme ambientali, in
particolare del decreto legislativo n. 152/2006;

gia in passato anche un comitato cittadino, denominato Isola Pulita


aveva esplicitamente evidenziato il fattore di rischi per la salute cittadina,
rappresentato dagli impianti della Italcementi e aveva ammonito le autorita
pubbliche competenti a vigilare sulla situazione di pericolo sanitario ed
ambientale, allo scopo chiedendo anche che fossero effettuati accertamenti
volti a conoscere i possibili danni ambientali che la Italcementi nellesercizio
della sua attivita produttiva abbia eventualmente potuto arrecare al territorio
alle acque e alle persone di Isola
: se non intenda urgentemente attivare le opportune iniziative, se del caso
anche utilizzando le competenti autorita di controllo e di repressione, volte
ad accertare leventuale grado di pericolosita per la salute umana e per
lambiente rappresentato dalle attivita di produzione della Italcementi
di Isola delle Femmine ed in caso di riscontro positivo, provvedere affinche
si pervenga al ripristino della sicurezza e dellinnocuita allo scopo prescritti.
(4-03245)
RISPOSTA.
In relazione allinterrogazione indicata in esame e concernente la situazione di
inquinamento allIsola delle Femmine in Sicilia, si riferisce secondo quanto
comunicato dalla direzione per la salvaguardia ambientale di questo
ministero, quanto segue.
La predetta direzione, al fine di raccogliere elementi tecnici utili a fare luce
sulla situazione segnalata dagli interroganti ha inviato in data 1 agosto
2006 una richiesta di informazioni alle amministrazioni locali ed ha,
successivamente, ritenuto opportuno avviare un confronto con le stesse al
fine di individuare i fattori che potrebbero generare impatti negativi sulla
qualita dellaria nellarea del Golfo di Carini, con particolare riferimento
allimpianto Italcementi.
Allincontro, che si e tenuto presso il ministero in data 2 ottobre 2006,
hanno partecipato rappresentanti del ministero della salute, della Regione
Siciliana, dellARPA Sicilia, della Provincia regionale di Palermo e dei comuni
di Carini, di Isola delle Femmine e di Capaci.
Da tali indagini e stato, dunque, accertato che la ditta non e in possesso
delle autorizzazioni alle emissioni in atmosfera previste dalla normativa
vigente in quanto parte delle attivita risultano difformi rispetto a
quanto prescritto dai relativi atti autorizzativi.
Secondo quanto osservato dallArpa, inoltre, di particolare rilievo sono le
emissioni diffuse derivanti dalle operazioni di stoccaggio e movimentazione
dei materiali polverulenti che avvengono allinterno di un capannone a
mezzo di gru con ponte e presso la cava Pian dellAia. Tali operazioni non

sono descritte nella documentazione tecnica allegata alla richiesta di


autorizzazione (rilasciata il 17 marzo 1994). Le emissioni diffuse risultano
consistenti anche allesterno poiche la parte superiore del lato ovest del
capannone e priva di copertura.
Il DAP ha effettuato alcuni campionamenti di polveri totali in prossimita del
lato ovest del capannone che risulta privo di chiusura. I dati evidenziano
che le concentrazioni delle polveri diffuse, sono circa 10 volte maggiori
rispetto ai valori rilevati sul lato chiuso.
Inoltre lArpa informa che le analisi condotte dal DAP ai punti di emissione
dello stabilimento connessi allutilizzo di petcoke, hanno evidenziato la
presenza di inquinanti (IPA, Vanadio, Nichel) in quantita tali da
richiedere lapplicazione delle prescrizioni piu severe per
lemissione di polveri.
A seguito degli accertamenti sopra illustrati, il 25 luglio 2006 lassessorato
territorio ed ambiente della Regione Siciliana ha diffidato la Italcementi dal
continuare ad apportare modifiche allimpianto ed al ciclo produttivo in
assenza della preventiva comunicazione alle Autorita competenti e
delleventuale autorizzazione, dal continuare ad utilizzare il petcoke come
combustibile e dal continuare ogni attivita che dia luogo alla produzione di
emissioni diffuse di tale composto in assenza della necessaria
autorizzazione. LAssessorato ha infatti precisato che la Italcementi ha
comunicato alla Regione, solo successivamente ai sopralluoghi e alla
riunione effettuata nel mese di luglio 2006, i cambiamenti apportati
allimpianto mentre luso del petcoke non e mai stato comunicato.
Inoltre, sebbene comunicati, i cambiamenti apportati allimpianto non hanno
mai ottenuto la necessaria preventiva autorizzazione da parte
dellAutorita competente.
Successivamente, in data 18 settembre 2006, lAssessorato territorio ed
ambiente della Regione Siciliana ha comunicato alla ditta lintenzione di
aggiornare le autorizzazioni alle emissioni in atmosfera gia concesse, con
lesclusione delluso di petcoke come combustibile.
Si riportano di seguito le informazioni raccolte al fine di tracciare un quadro
informativo degli impatti derivanti dalle emissioni prodotte dalla citata
azienda.
La ditta Italcementi S.p.A., iscritta presso il Registro della provincia di
Palermo delle imprese che recuperano rifiuti, svolge attivita di produzione
di cementi presso limpianto sito nel comune Isola delle Femmine e attivita
di frantumazione nella cava denominata Piari DellAia per le quali e titolare
di apposite autorizzazioni alle emissioni in atmosfera rilasciate
dallAssessorato regionale territorio e ambiente della Regione Siciliana ai
sensi dellarticolo 12, del decreto del Presidente della Repubblica n. 203/88,

per 82 camini e dellarticolo 6, del decreto del Presidente della Repubblica


n. 203/88, per 4 camini.
Con il decreto di autorizzazione (D.A.) n. 292/17 del 17 marzo 1994
lAssessorato, ai sensi dellarticolo 12 del decreto del Presidente della
Repubblica 203/88, ha concesso alla Italcementi lautorizzazione per il
proseguimento delle emissioni derivanti dalla produzione di cementi. In
seguito, con i DD.AA. n. 871/17 del 6 ottobre 1994, n. 141/17 del 15 marzo
1995 e n. 187/17 del 4 aprile 1997, lautorizzazione originaria e stata
parzialmente modificata e rettificata, senza apportare alcuna modifica al
ciclo produttivo descritto nel progetto approvato con la prima
autorizzazione del 1994. Successivamente la Italcementi S.p.A. ha
presentato nel 2004 per la cementeria di Isola delle Femmine una
domanda di Autorizzazione integrata ambientale (AIA), aggiornata
nel 2006 con un progetto di ammodernamento tecnologico dellimpianto
produttivo. Si precisa che ad oggi il procedimento per il rilascio
dellAIA non risulta essere concluso.
Dal 2005 lARPA Sicilia, il Dipartimento provinciale A.R.P.A. di Palermo (DAP)
e la Provincia regionale di Palermo, al fine di effettuare verifiche
sullimpianto e sui relativi punti di emissione, hanno realizzato alcuni
sopralluoghi presso il cementificio ed il deposito di petcoke della ditta sito
in localita Raffo Rosso.
A seguito del sopralluogo effettuato presso limpianto il 6 dicembre 2005,
dallanalisi dei documenti prodotti dalla Italcementi in merito allattivita di
produzione cemento e recupero rifiuti, e dalla riunione tenutasi in data 12
giugno 2006 tra la Regione Siciliana, lARPA Sicilia, il DAP e la provincia
regionale di Palermo e lItalcementi, e emerso sia che lautorizzazione di
cui e titolare la Italcementi non consente lutilizzo di petcoke come
combustibile, sia che la ditta ha eseguito variazioni del ciclo produttivo e
modifiche dellimpianto senza avere ottenuto le necessarie autorizzazioni.
Con riferimento allutilizzo di petcoke infatti, trattandosi di unattivita
ne autorizzata ne comunicata, la regione ritiene che limpiego di tale
combustibile potra avvenire solo a seguito delleventuale autorizzazione
prevista dallarticolo 269 del decreto legislativo n. 152/06, le cui procedure
tecnico-amministrative potranno essere attivate solo a seguito di specifica
istanza da parte della Italcementi.
Con riferimento al provvedimento di diffida alluso di petcoke emesso dalla
Regione Siciliana, si informa che la societa Italcementi ha presentato
ricorso al TAR.
La sezione I del TAR Sicilia si e pronunciata con sentenza n. 1156 del 19
aprile 2007 ritenendo il ricorso infondato ed immeritevole di
accoglimento.

La provincia regionale di Palermo ha condotto, nei periodi gennaio-maggio


2006, agosto-ottobre 2006 e ottobre 2006-gennaio 2007, alcune
campagne di rilevamento della qualita dellaria in prossimita dellimpianto
Italcementi nel comune di Isola delle Femmine.
Nella suddetta postazione sono stati utilizzati due differenti laboratori mobili
attrezzati per misurare sia parametri chimici (SO2 CO, NO NO2, NOx, 03,
NMHC, CH4, PM1O, IPA, Benzene, Toluene e o- Xylene) che
meteorologici.
Con riferimento al PM1O, lanalisi dei dati registrati ed elaborati durante tali
campagne di rilevamento ha evidenziato 5 superamenti del valore limite
giornaliero per la protezione della salute umana nel periodo gennaiomaggio 2006 (71 giorni di rilevamento) e 12 superamenti nel periodo
ottobre 2006 gennaio 2007 (75 giorni di rilevamento). Nel periodo
agosto-ottobre 2006 non stati effettuate rilevazioni di tale inquinante.
Anche per gli Istituti per lambiente (IPA), nel periodo ottobre 2006-gennaio
2007, si osservano valori medi orari piu elevati rispetto a quelli della
campagna precedente. In particolare si rileva un incremento delle
concentrazioni di benzo(a)pirene.
Per quanto concerne gli altri inquinanti rilevati, in tutti i periodi di
monitoraggio sono stati registrati valori entro i limiti stabiliti dalla normativa
vigente sia conriferimento al valore limite di protezione della salute umana,
sia ai livelli di attenzione e di allarme nonche agli obiettivi di qualita.
Pur considerando limportanza di brevi campagne di monitoraggio, ai fini della
valutazione e gestione della qualita dellaria, si ritiene necessaria una
riorganizzazione della rete di monitoraggio per renderla conforme alle
disposizioni delle norme nazionali e comunitarie. Tale aggiornamento e
indispensabile per conoscere la reale situazione dello stato della qualita
dellaria nellarea.
Si precisa infine che, ad avviso della divisione competente, la
conclusione del procedimento per il rilascio della Autorizzazione
integrata ambientale allo stabilimento Italcementi di Isola delle
Femmine, possa individuare una possibile soluzione alle
problematiche sopra esposte, poiche in tale sede sara possibile
determinare, a seseguito di una analisi approfondita circa le migliori
tecniche disponibili e con specifico riferimento al sito in cui lazienda
e inserita, quali siano i valori limite di emissione e le prescrizioni
che lazienda dovra rispettare per garantire un elevato grado di
tutela dellambiente circostante.

Il Ministro dellambiente e della tutela del territorio e del mare:


Alfonso Pecoraro Scanio.
http://www.camera.it/_dati/leg15/lavori/stenografici/sed218/pdfbtris.pdf

Senato della repubblica seduta n. 255 del 27/11/2007


SODANO - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del
mare - Premesso che:
nel comune di Isola delle Femmine (Palermo), il cui territorio posto sotto
tutela paesaggistica, hanno sede diversi impianti produttivi della Italcementi
s.p.a., azienda produttrice di cemento;
i processi produttivi degli impianti della Italcementi rappresentano una
costante fonte di rischio per la salute umana e per l'ambiente, soprattutto a
causa dell'uso incontrollato di petcoke, della sua manipolazione, stoccaggio,
trasporto, immagazzinamento, carico e scarico;
presso la cava dismessa, situata in localit Raffo Rosso, esiste un deposito di
stoccaggio di petcoke a servizio della societ Italcementi S.p.A.;
l'autorizzazione edilizia per la realizzazione del deposito nei pressi della cava
Raffo Rosso stata rilasciata dal Comune di Isola delle Femmine il 5 aprile
2001, ma nell'atto di autorizzazione si faceva riferimento ad un generico
"combustibile solido", senza alcuna specificazione del tipo di combustibile che
sarebbe poi stato stoccato;
la concessione appare, tra l'altro, di dubbia legittimit, dato che la cava
insiste su di un'area assegnata dal Piano regolatore a verde agricolo e
definita come SIC, sito di importanza comunitaria, senza che fosse presente
la necessaria autorizzazione del Commissario di Governo per la gestione dei
rifiuti;
nel luglio 2006 il Servizio 3 dell'Assessorato territorio e ambiente della
Regione ha diffidato l'Italcementi s.p.a. da qualsiasi uso del petcoke
(emissioni convogliate, diffuse e stoccaggio);
nel febbraio 2007 lo stesso Assessorato ha ribadito quanto esposto nella
precedente diffida, circoscrivendo per la questione allo specifico problema
dello stoccaggio, diffidando l'Italcementi s.p.a. dall'utilizzare l'impianto di

stoccaggio della ex cava Raffo Rosso in assenza dell'autorizzazione, di cui


all'art. 269 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, ed invitando l'azienda
a dare seguito agli adempimenti previsti dalla normativa vigente;
nella diffida si legge che: "le attivit di tale impianto, nel quale si manipolano,
trasportano, immagazzinano, si caricano e si scaricano materiali polverulenti
contenenti sostanze inquinanti, non risultano tuttavia autorizzate, per la
limitrofa cementeria e non possono essere esercitate in assenza della prevista
autorizzazione art. 269 152/06";
nell'atto si riportava quanto esposto in materia di sanzioni dall'art. 279 del
decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, per cui "chi inizia a installare o
esercisce un impianto e chi esercita una attivit in assenza della prescritta
autorizzazione ovvero continua l'esercizio dell'impianto o dell'attivit con
l'autorizzazione scaduta, decaduta, sospesa, revocata o dopo l'ordine di
chiusura dell'impianto o di cessazione dell'attivit punito con la pena
dell'arresto da due mesi a due anni o dell'ammenda da duecentocinquantotto
euro a milletrentadue euro";
la diffida stata inviata per conoscenza alla Provincia, all'autorit giudiziaria
ed al NOE di Palermo per gli accertamenti di propria competenza;
numerose volte stata denunciata all'autorit giudiziaria la presenza illegale,
anche dopo gli atti di diffida dell'Assessorato territorio ed ambiente della
Regione Siciliana, del petcoke nel deposito sito in localit Raffo Rosso,
si chiede di sapere:
quali iniziative il Governo intenda assumere al fine di evitare ulteriori danni
alla salute, all'ambiente e allo sviluppo economico dell'intera area, causati
dalle attivit inquinanti degli impianti della Italcementi s.p.a.;
quali interventi di bonifica, messa in sicurezza e di ripristino ambientale si
intendano adottare al fine di salvaguardare l'ambiente nel rispetto dei livelli
occupazionali e del diritto alla salute degli addetti alla produzione, anche in
riferimento a quanto indicato dal Piano di caratterizzazione elaborato dalla
Italcementi s.p.a..
(4-03078)
Senato della Repubblica seduta del 30 gennaio 2007

SODANO, LIOTTA, DI LELLO FINUOLI. Ai Ministri dello sviluppo economico


e della salute. Premesso che:

in provincia di Palermo, nel comune di Isola delle Femmine, sono presenti


impianti della Italcementi S.p.A. in pieno centro citta (codice:
NACE Code 26.51), che emettono fumi nocivi e producono elevati livelli di
inquinamento acustico ed ambientale, con grave danno per i cittadini; oltre
allo stabilimento nel centro citta, la Italcementi si avvale di una serie di
impianti, dislocati nel circondario, come quelli dediti ad atti-Senato della
Repubblica 63 XV LEGISLATURA 96 Seduta Assemblea - Allegato B 30
gennaio 2007 vita estrattive a Piano DellAia-Rocche di Raffo Rosso ed a
contrada Manostalla, comune di Torretta; larea dove opera la Italcementi e
stata destinata ad uso industriale con il decreto del Presidente della
Repubblica del 1981 per un ventennio, al termine del quale il cementificio era
tenuto a ripristinare la destinazione duso a fini forestali e a riconsegnare il
terreno alla Regione Sicilia; nel 2001, alla data di scadenza della concessione,
il Comune di Isola delle Femmine ha concesso unautorizzazione edilizia per la
costruzione di un carbonile a cielo aperto per lo stoccaggio di petcoke
(concessione edilizia n. 10/2001 del 5 aprile 2001); da quando il cementificio
ha iniziato i processi produttivi, si sono riscontrati nellarea fenomeni di
inquinamento cos gravi da causare ingenti danni alla salute dei cittadini,
tante che i tassi di incidenza di tumori polmonari, tiroidite, forme asmatiche
e di altre malattie respiratorie, anche mortali, hanno raggiunto livelli anomali
e preoccupanti; il cementificio di Isola delle Femmine opera nelle vicinanze di
diversi Siti di importanza comunitaria (SIC), tra cui la riserva di Capo Gallo e i
Fondali marini di Isola delle Femmine, cos come individuati dalla direttiva
Habitat (direttiva 92/43/CE, recepita in Italia con decreto del Presidente
della Repubblica 357/1997), incidendo negativamente sugli ecosistemi locali, i
quali non vengono dunque salvaguardati come vorrebbe la normativa
europea e la legge italiana di attuazione; le attivita inquinanti della
Italcementi sono state piu volte oggetto di pubblica protesta, sia da parte
degli abitanti del luogo, che in sede istituzionale, come dimostrano le
numerose iniziative di vigilanza e controllo intraprese dagli organi preposti,
nonche gli atti di diffida rivolti alla Italcementi con lintento che proceda alla
dovuta messa in sicurezza del sito; nellottobre del 2005, un sopralluogo
effettuato dal D.A.P. con il Comandante della locale Stazione dei Carabinieri
nel cementificio di Isola delle Femmine, rilevava che allinterno del
capannone (materie prime: petcoke, clinker, calcare, sabbia, argilla, perlite.
Nelle adiacenze P.E. E43 ed E45) viene effettuato stoccaggio e
movimentazione a mezzo gru a ponte di materiale polverulento che produce

unemissione diffusa. Si evidenzia altres che parte del capannone risulta


essere aperto verso lesterno (verbale n. 9942393); il 25 gennaio 2006,
lAgenzia regionale per la protezione dellambiente (ARPA) ha effettuato un
sopralluogo presso il deposito di combustibile solido (petcoke) in localita
Raffo Rosso della Italcementi, evidenziando gravi carenze nel sistema di
impermeabilizzazione delle aree per lo stoccaggio del petcoke, sostanza
pericolosa per la salute umana perche rientrante nella categoria
cancerogena 3, (nota prot. 9945432, 30 gennaio 2006); la relazione
dellARPA del gennaio 2006, si conclude con lindicazione di diversi interventi
di messa in sicurezza che la Italcementi e tenuta a porre in essere nel piu
breve tempo possibile e con la richiesta di esibire lautorizzazione per lutilizzo
di petcoke quale combustibile solido allinterno dello stabilimento;
a seguito della relazione dellARPA, il Sindaco di Isola delle Femmine, ha
inviato una nota di diffida (nota prot. n. 3975 del 15 marzo 2006) alla
Italcementi, con la quale si invitava la predetta societa ad adottare i
necessari interventi di messa in sicurezza, di risposta emergenziale, di
bonifica e ripristino ambientale, cos come indicati dallARPA;
il 25 luglio 2006, lAssessorato al territorio ed ambiente della Regione Sicilia,
con nota n. 48283, ha emesso un provvedimento di diffida (firmato dal
Responsabile del Servizio, il dott. Genchi) nei confronti della Italcementi di
Isola delle Femmine contestando, tra laltro, lincontrollato utilizzo e
smaltimento dei residui della produzione, quali il petcoke, sostanza
altamente cancerogena;
nella diffida si legge, tra laltro, che il petcoke viene utilizzato dal 1987 come
combustibile del forno 3, del mulino crudo 3 e, in miscela e fino al 1992, del
forno 2 e che, sebbene la realizzazione del deposito di petcoke sia stata
autorizzata dal Comune di Isola delle Femmine, non e mai stato comunicato
ne autorizzato luso del petcoke come combustibile , rilevando infine che
nei rapporti analitici periodicamente trasmessi, la Ditta dichiara luso di
carbone e non di petcoke (nota n. 48283 del 25 luglio 2006);
solo pochi mesi prima, nel suo Piano di caratterizzazione (12 aprile 2006)
lItalcementi dichiarava invece che soltanto a partire dal 2001 presso la
localita Raffo Rosso si e effettuata lattivita di deposito del combustibile
solido (petcoke), in virtu dellautorizzazione edilizia n. 10/2001, rilasciata dal
Comune di Isola delle Femmine il 5 aprile 2001, omettendo quindi tutta una
serie di dati e di verita fondamentali; lAssessorato al territorio ed ambiente,
nel provvedimento del luglio 2006, dichiara in modo univoco che sono stati
ripetutamente violati i dettami della normativa vigente e le prescrizioni del
decreto assessoriale di autorizzazione (per quanto concerne lutilizzo del
petcoke al posto del carbone), diffidando lItalcementi dal continuare ad
utilizzare il petcoke come combustibile, nonche a continuare ogni attivita

che dia luogo alla produzione di emissioni diffuse di tale composto in assenza
della necessaria autorizzazione ai sensi del decreto legislativo n. 152/2006,
evidenziando inoltre che ogni ulteriore violazione delle prescrizioni contenute
nel presente provvedimento comportera necessariamente la sospensione
delle autorizzazioni concesse (nota n. 48283 del 25 luglio 2006); l8 gennaio
2007, il dott. Tolomeo, Direttore del Dipartimento territorio e ambiente ha
comunicato al dott. Genchi, responsabile dei pareri tecnici in materia di tutela
dellinquinamento atmosferico da emissioni del 3 Servizio, limmediata
sospensione dallincarico ed il conseguente spostamento a diverso luogo e a
diversa posizione, senza che tale provvedimento sia stato in alcun modo
motivato; il Dipartimento facente capo al dott. Genchi, stava anche
intervenendo su diverse tematiche a salvaguardia dellambiente, nel tentativo
di far installare sistemi di recupero dei vapori nelle operazioni di carico e
scarico delle navi, di impedire lo smaltimento mascherato di rifiuti tramite
torce, di ridurre i limiti delle concentrazioni emissive e di bloccare la Senato
della Repubblica costruzione di quattro impianti di combustione delle
biomasse, tutti progetti sostenuti con forza dal governatore Cuffaro; a
tuttoggi, lItalcementi non ha ne provveduto alla messa in sicurezza
dellimpianto, ne ai necessari aggiornamenti del sistema di filtraggio e
depurazione, ne, tantomeno, ha iniziato una procedura di controllo delle
attivita impattanti legate al funzionamento dei propri impianti, ma ha anzi
intenzione di proseguire nellinquinamento incontrollato, ampliando i propri
impianti mediante la costruzione di una nuova torre alta circa 100 metri, si
chiede di sapere:
se il Governo non ritenga opportuno bloccare lavvio di nuovi progetti fino al
momento in cui venga intrapresa la messa in sicurezza degli impianti e delle
operazioni del cementificio, con preventivo accertamento dei danni causati
dalle emissioni della Italcementi ai cittadini e allambiente;
se il Governo non possa intervenire a tutela del paesaggio e delle normative
in vigore, dato che la cementeria e situata allinterno di zona vincolata dalla
Sopritendenza per i beni ambientali e paesaggistici della Regione Sicilia, e
dato che si tratta di attivita nocive che producono fumo, polvere, rumore,
esalazioni nocive ed eventuali scarichi di sostanze velenose, le quali non
potrebbero avere luogo in prossimita di centri abitati, anche a norma del
piano regolatore di Palermo;
come il Governo intenda attivare tutte le procedure e i provvedimenti atti a
salvaguardare la salute dei lavoratori e dellintera cittadinanza, monitorando,
con un apposito gruppo di lavoro, le eventuali connessioni tra cio che si
evidenzia dai rapporti dellARPA e le patologie piu diffuse sul territorio, con
particolare riferimento a quelle neoplastiche e tiroidee.

(4-01195)
http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/251301.pdf

SENATO DELLA REPUBBLICA seduta n. 033 del 19/09/2006

SODANO, RUSSO SPENA - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del

territorio e del mare

- Premesso che:
come gi denunciato nella XIV legislatura con l'interrogazione 4-17440,
presentata alla Camera il 26 ottobre 2005 dall'on.le Russo Spena, nel
territorio della provincia di Palermo, ed in particolare nel comune di Isola
delle Femmine, presente una cementeria della Italcementi Spa la cui
attivit estrattiva ha determinato e continua tutt'oggi a determinare il
ripetersi di gravi fenomeni di inquinamento che provocano seri danni alla
salute pubblica della popolazione residente;
presso l'Isola delle Femmine, ai sensi della direttiva CEE, recepita in
Italia dal decreto del Presidente della Repubblica n. 357 dell'8
settembre 1997, esistono delle aree di protezione ambientale (Codice
sito Natura 2000 SICITA20023 Raffo Rosso, M. Cuccio e Vallone
Sagana; Sic ITAA020047 Fondali di Isola delle Femmine; Sic
ITAA020005 Capo Gallo; R.N.O. Isola delle Femmine). Si tratta di
risorse naturali da proteggere e valorizzare, che invece vengono
minacciate dall'attivit inquinante e distruttiva della Italcementi. Per
esempio, in Raffo Rosso, l'Arpa ha accertato la presenza di una cava
per lo stoccaggio di pet-coke (carbone di petrolio, si tratta dei residui
della raffinazione del petrolio) e, per la conformazione morfologica del
terreno (presenza di condutture naturali), facile supporre un
inquinamento del terreno e delle falde acquifere. L'Arpa ha dichiarato e
verbalizzato che alcune parti del terreno non sono state
impermeabilizzate e presentano alcune pozze d'acqua;
nel porto di Palermo il 13 gennaio 2006 un campione di pet-coke
(prelevato dalla stiva della Amber K, carico destinato alla Italcementi)
analizzato dal Dipartimento Arpa, ha evidenziato la presenza di
idrocarburi policiclici aromatici e di metalli quali vanadio e nichel. Il
dipartimento Arpa, dalle analisi condotte sui punti di emissione dello

stabilimento, connessi all'uso del pet-coke, rileva la presenza degli


inquinanti idrocarburi policiclici aromatici, vanadio e nichel;
l'Arpa ha evidenziato che fin dal 1987 l'Italcementi utilizza il pet-coke,
ma nei vari sopralluoghi effettuati dall'Arpa, l'Italcementi ha sempre
utilizzato la parola "carbone". Cosa ancora pi grave l'aver verificato
che da parte della Italcementi non stato mai comunicato, e quindi mai
autorizzato, l'uso del pet-coke come combustibile. Da tenere presente
che la Italcementi non ha mai effettuato analisi sulle concentrazioni di
idrocarburi policiclici aromatici (IPA), vanadio e nichel, emessi
nell'atmosfera. Consistenti emissioni diffuse avvengono all'interno e
all'esterno del capannone dove si effettua lo stoccaggio e la
movimentazione del pet-coke (dove purtroppo vi la presenza di operai
adibiti alla movimentazione di gru). Oltretutto parte del capannone
risulta aperto verso l'esterno con conseguente rischio di
contaminazione;
il pet-coke, secondo la definizione industriale, un prodotto che si
ottiene dal processo di condensazione per piroscissione di residui
petroliferi pesanti e oleosi fino ad ottenere un residuo di consistenza
diversa, spugnosa o compatta (petroleum coke o pet-coke). Nel
processo di coking si realizza un craking termico spinto che d origine,
attraverso reazioni di piroscissione, a frazioni liquide e a coke, costituito
per il 90-95% da carbonio. Il coke costituito da idrocarburi aromatici
policiclici ad alto peso molecolare e presenta un elevato tenore di
carbonio e basso contenuto di ceneri. In sostanza il pet-coke l'ultimo
prodotto delle attivit di trasformazione del petrolio e viene considerato
lo scarto dello scarto dell'oro nero tanto da guadagnarsi il nome di
"feccia del petrolio". Per la sua composizione, comprendente oltre ad
IPA (in particolare benzopirene) e metalli pesanti come nichel, cromo e
vanadio, va movimentato con cura per evitare di sollevare polveri
respirabili. Le polveri sospese nell'aria provocano diverse malattie
nell'uomo: allergie e malattie dell'apparato respiratorio in genere.
Quelle pi sottili (pm 2,5) si depositano nei polmoni e possono incistarsi
o essere trasportate dal sangue provocando anche tumori. Le polveri di
silice sono responsabili dell'asbestosi, una malattia mortale che colpisce
i polmoni. Il nichel, presente nel pet-coke (carbone di petrolio, si tratta
dei residui della raffinazione del petrolio) in quantit che oscillano da
0,1 milligrammi a 3.000 milligrammi per chilogrammo, provoca il cancro
ai polmoni e si riscontra in livelli eccessivi nell'uomo in casi di infarto,
ictus, cancro all'utero, tossicemia gravidica. I sintomi di intossicazione
da nichel sono: emicrania, vertigini, nausea, vomito, problemi
respiratori;

in questi ultimi anni si sono verificati nel territorio di Isola delle


Femmine diversi casi di mortalit a causa di tumori. Inoltre, sono
aumentati a dismisura i casi di tiroiditi oltre a forme allergiche e
malattie legate all'apparato respiratorio;
con protocollo 3975 del 15 marzo 2006 il comune di Isola delle
Femmine ha diffidato la Italcementi, ai sensi e per gli effetti degli
articoli 8,9, 10 e 11 del decreto ministeriale 25 ottobre 1999, n. 471, ad
adottare i necessari interventi di messa in sicurezza d'emergenza per
quanto concerne lo straripamento delle acque della vasca di raccolta, il
materiale depositato sull'area non impermeabilizzata, ed ancora ad
adottare urgenti interventi di bonifica e di ripristino ambientale;
rilevato inoltre che il 12 aprile 2006, in seguito alla diffida del comune
di Isola delle Femmine, la Italcementi ha formulato una proposta di
Piano di caratterizzazione (consulente geologo dott. Giovanni Ventura
Bordenca) ex decreto ministeriale 471/99 in relazione all'area di
deposito di combustibile solido (coke di petrolio) in localit "Raffo
Rosso", dal quale risulta quanto segue:
- pag. 3 "(...) a partire dal 2001, presso la localit Raffo Rosso si effettuata
l'attivit di deposito del combustibile solido (pet-coke) e tale attivit, descritta
in seguito, tuttora in essere.";
- pag. 14 "da un punto di vista idrogeologico si nota che la formazione
originaria presenta una permeabilit variabile in funzione della fatturazione
delle litologie carbonariche tanto che le acque meteoriche possono penetrare
in profondit fino al contatto con il Fliysch Numidico sottostante. Lungo tale
contatto il drenaggio avviene direttamente verso il mare oppure verso zone
costiere particolarmente disturbate per faglie e piegamenti. (...)";
- pag. 9-10 "(...) Il sito in oggetto (Raffo Rosso) sede di un deposito di petcoke (combustibile solido) destinato all'utilizzo nel forno per la produzione di
clinker della vicina cementerai di Isola delle Femmine." e "Sono pertanto da
tenere in considerazione, nel processo di formulazione del modello
concettuale le probabilit di formazione:
a) di un percolato contaminato da IPA (idrocarburi policiclici aromatici) e/o
metalli pesanti quali vanadio e nichel;
b) di polveri sottili che possano contaminare i suoli vicini al deposito.
Gli ambienti naturali particolarmente vulnerabili a possibili fonti di inquinanti
possono essere identificati:
a) nell'ambiente suolo;
b) nell'ambiente sottosuolo ed in particolare le acque di falda se presenti."
- pag. 10 "Considerata l'unicit tipologica del materiale depositato nel sito,
nonch l'assetto morfologico e litologico dei terreni d'imposta descritti in
precedenza, si pu ragionevolmente ipotizzare che i maggiori impatti

potenziali siano imputabili ad eventuali infiltrazioni nel sottosuolo di percolato


contaminato proveniente dal dilavamento del materiale del combustibile
solido quali idrocarburi policiclici aromatici e metalli pesanti (nichel,
vanadio)",
alla luce del grave pericolo rappresentato dall'uso del pet-coke si chiede di
sapere:
quali urgenti iniziative il Governo intenda assumere al fine di
evitare i danni alla salute, all'ambiente e allo sviluppo economico
dell'intera area, causati dall'attivit degli impianti della Italcementi;
quali interventi di bonifica, messa in sicurezza e di ripristino
ambientale si intendano adottare al fine di salvaguardare
l'ambiente nel rispetto dei livelli occupazionali e del diritto alla
salute degli addetti alla produzione, anche in riferimento a quanto
indicato dal citato Piano di caratterizzazione elaborato della
Italcementi.
(4-00514)

Interrogazioni Ambiente e tutela del territorio


Interrogazione a risposta scritta 4.17440 del 26 ottobre 2005
RUSSO SPENA
Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio
Per sapere - premesso che:
nel territorio della provincia di Palermo, sono presenti impianti della
Italcementi s.p.a., con uno stabilimento nel comune di Isola delle Femmine, e
con attivit estrattive a Piano Dell'Aia-Rocche di Raffo Rosso nel comune di
Palermo ed a contrada manostalla nel comune di Torretta;
la cementeria di Isola delle Femmine (NACE Code 26.51) opera in un'area
limitrofa a diversi Siti di Importanza Comunitaria, Siti di Importanza
Comunitaria individuati ai sensi della Direttiva CEE Habitat recepita in Italia
con decreto del Presidente della Repubblica n. 357 dell'8 settembre 1997;
le aree di protezione ambientale di tale territorio sono: (codice sito Natura
2000 SIC ITA020023) Raffo Rosso, M. Cuccio e Vallone Sagana, (SIC
ITA020047) Fondali di Isola delle Femmine - Capo Gallo; (SIC ITA020005)
Isola delle Femmine, R.N.O. Isola delle Femmine; l'attivit estrattiva del
calcare ora concentrata esclusivamente nell'area SIC ITA20023 Raffo Rosso
dove esistono habitat prioritari. In tale area gli impianti della cementeria di

Isola delle Femmine secondo il registro europeo delle emissioni inquinanti


(EPER), emettono ossidi di azoto (NOx), biossido di zolfo (SO2) e polveri
sottili (PMx);
L'Italcementi s.p.a. ha, inoltre, richiesto all'azienda elettrica ENEL il raddoppio
della potenza degli impianti, richiesta plausibilmente finalizzata ad un
incremento di produzione; le attivit della cementeria hanno determinato e
determinano il continuo ripetersi di fenomeni frequenti e diffusi di
inquinamento, che gravi danni provocano alla salute pubblica per
l'introduzione di sostanze nocive in atmosfera, per l'inquinamento acustico ed
il diffondersi di vibrazioni nel terreno, con grave danno per la popolazione
residente e per le attivit turistiche;
a parere dell'interrogante tali azioni sono in contraddizione con la direttiva
Habitat e con le direttive relative ai siti di interesse comunitario -: se siano
stati stanziati fondi UE per la realizzazione degli impianti Italcementi e quali
verifiche si intenda avviare per valutare se il progetto rispetti la normativa
comunitaria, in particolare per quanto riguarda la tutela degli habitat delle
aree SIC interessati;
quali iniziative si intenda adottare per evitare i danni alla salute, all'ambiente
e allo sviluppo economico dell'intera area, vocata al turismo di qualit, che
sarebbero causati dalla attivit estrattiva e di produzione del cemento; quali
interventi di recupero ambientale e rinaturalizzazione intenda adottare al fine
di salvaguardare l'ambiente nel rispetto dei livelli occupazionali e del diritto
alla salute degli addetti alla produzione. (4-17440)
http://la-rinascita-a-isola-delle-femmine.blogspot.com/2006/04/cementeriainterrogazione-parlamentare.html
AL MINISTRO DELLAMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO
Per sapere premesso che
- Nel territorio della provincia di Palermo, sono presenti impianti della
Italcementi s.p.a., con uno stabilimento nel comune di Isola delle Femmine,
e con attivit estrattive a Piano DellAia-Rocche di Raffo Rosso nel comune di
Palermo ed a contrada manostalla nel comune di Torretta.
- la cementiera di Isola delle Femmine (NACE Code 26.51) opera un area
limitrofa a diversi Siti di Importanza Comunitaria individuati ai sensi della
Direttiva CEE Habitat recepita in Italia con D.P.R. n. 357 del 8/9/1997;
- le aree di protezione ambientale di tale territorio sono: (codice sito Natura
2000 SIC ITA020023) Raffo Rosso, M. Cuccio e Vallone Sagana, (SIC

ITA020047 ) Fondali di Isola delle Femmine Capo Gallo, (SIC ITA020005)


Isola delle Femmine,R.N.O. Isola delle Femmine;
- lattivit estrattiva del calcare ora concentrata esclusivamente nellarea
SIC ITA 20023 Raffo Rosso dove esistono habitat prioritari. In tale area gli
impianti della cementeria di Isola delle Femmine secondo il registro
europeo delle emissioni inquinanti (EPER) emettono ,Carbon monoxide,
(CO), Carbon dioxide, (CO2), Nitrogen oxides (NOx), Sulphur oxides (SOx),
particolato - Polveri sottili (PMx).
- lItalcementi s.p.a. ha inoltre richiesto allazienda elettrica ENEL il raddoppio
della potenza degli impianti, richiesta plausibilmente finalizzata ad un
incremento di produzione; [Va segnalata in oltre la presenza di una parete
rocciosa di Raffo Rosso messa in sicurezza aggettante l'abitato di Isola delle
Femmine, sovrastante la cava esaurita di Raffo Rosso e gli stessi impianti di
produzione Italcementi;]
- le attivit della cementiera hanno determinato e determinano il continuo
ripetersi di fenomeni frequenti e diffusi di inquinamento, che gravi danni
provocano alla salute pubblica per lintroduzione di sostanze nocive in
atmosfera, per linquinamento acustico ed il diffondersi di vibrazioni nel
terreno, con grave danno per la popolazione residente e per le attivit
turistiche.
- Si ritengono queste azioni in contraddizione con la direttiva Habitat e si
chiede come tali attivit siano state considerate nella necessaria valutazione;
si sospetta la violazione della Direttiva Comunitaria 92/43/CEE relativa alla
tutela dei Siti di Interesse Comunitario- SIC;
- lo scarso coinvolgimento degli enti locali nel monitoraggio degli inquinanti,
nella zonizzazione acustica delle aree limitrofe agli impianti,
nellautorizzazione dei combustibili, nelle procedure di agenda 21; il rischio di
apporti nocivi alla falda idrica ed alle acque della area marina protetta;
- tali produzioni hanno determinato negli anni grave turbativa e allarme
nellopinione pubblica, con lintervento dellassociazionismo ambientalista, ed
interrogazioni parlamentari nazionali da parte di deputati di diversa parte
politica; che, con la popolazione, si sono opposti alla emissioni inquinanti per
i prevedibili danni ambientali ed economici che ne deriverebbero e per i
connessi rischi per la salute pubblica e per i fattori di nocivit cui sono esposti
gli stessi dipendenti.
- tali preoccupazioni e allarmi appaiano del tutto fondati come dimostrato
anche dallintervento delle forze dellordine che hanno posto allattenzione

della magistratura e degli ee.ll. loggetto delle loro indagini sui fatti qui
esposti.
Si chiede di sapere se siano stati stanziati fondi UE per la realizzazione degli
impianti Italcementi.
Quali verifiche intenda avviare per valutare se il progetto rispetti la normativa
comunitaria, in particolare per quanto riguarda la tutela degli habitat delle
aree SIC interessati.
Quali iniziative intenda adottare per evitare i danni alla salute, allambiente e
allo sviluppo economico dellintera area, vocata al turismo di qualit, che
sarebbero causati dalla attivit estrattiva e di produzione del cemento.
Quali interventi di recupero ambientale e rinaturalizzazione siano praticabili al
fine di salvaguardare lambiente nel rispetto dei livelli occupazionali e del
diritto alla salute degli addetti alla produzione.
12 ottobre 2005
On. Pier Paolo Cento
On. Luana Zanella
A CURA DEL COMITATO CITTADINO ISOLA PULITA ISOLA DELLE FEMMINE

http://isoladellefemmineitalcementieambiente.blogspot.it/2010/08/ippc.html

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