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Articoli scelti dal blog


Croce-via
Filosofia e Teologia
AA. VV.

TEMPONAUTICA

Dove realismo tomista e Magistero Cattolico disputano con la contemporaneit.

Sommario
Dallinno di un fisico allanalisi di un musicista ................................................................................................... 3
Se basta seguire la propria coscienza a che serve essere cristiani ? ................................................................... 6
Creazione e Evoluzione : alla ricerca del Paradiso Terrestre (I) .......................................................................... 9
Evoluzione e creazione: alla ricerca del paradiso perduto Appendice: dallellisse alla parabola .................. 14
Sullattributo dellonnipotenza in Dio ............................................................................................................... 16
Fantascienza : la Chiesa cattolica nella Quarta dimensione.............................................................................. 20
Progressismo fumoso ........................................................................................................................................ 22
Critica alle critiche di Tommaso alla prova ontologica di Anselmo dAosta...................................................... 25
Teologia del corpo, omosessualit, matrimonio: qualche linea guida. ............................................................. 27
La Buona Novella asimmetrica .......................................................................................................................... 32
La Pastorale Asimmetrica e Papa Francesco ..................................................................................................... 36
Sulla salvaguardia del principio di non contraddizione in una metafisica quantistica ...................................... 39
Esiste una metafisica quantistica? S, in quanto il reale basato sulla logica aristotelica................................ 42
Logica della fisica classica e quantistica per filosofi e tuttiquanti ..................................................................... 46
Lillusione dellateismo: negare Superman per negare Dio! ............................................................................. 49
Lateismo contemporaneo : la superstizione dei palloni gonfiati ..................................................................... 53
Interessante, forse persino brillante ........................................................................................................... 56
Introduzione a Bernard Lonergan ..................................................................................................................... 57
Grande Mons. Antonio Livi ! .............................................................................................................................. 60
Sulla metafisica della creazione......................................................................................................................... 64

Dallinno di un fisico allanalisi di un musicista


By minstrel on 29 agosto 2013 ( 1 )

Quando il tempo tende alleterno. Bach, Goldberg, Aria.


Scrive sul portale UCCR lamico fisico Giorgio Masiero, un inno alla bellezza. Riscontro in esso due
temi a me cari: le prove dellesistenza di Dio in introduzione allarticolo e unanalisi accorata e
appassionate su quello che la musica.
Scrive Giorgio riguardo lultimo punto:
Come aveva ragione Gottfried von Leibniz riflettevo, immerso nella contemplazione a ritenere
che la musica ci svela la struttura matematica contenuta nella bellezza e nella verit dellessere! Fu in
una lettera del 1712 a Christian Goldbach (quello della congettura matematica ancora irrisolta) che
Leibniz diede la sua celebre definizione della musica come aritmetica inconscia: musica est
exercitium arithmeticae occultum nescientis se numerare animi, la musica un esercizio occulto di
aritmetica, nel quale lanima calcola senza rendersene conto.
Il legame tra musica e matematica non era visto da Leibniz in senso mistico, come nella visione
ingenua di Pitagora, ma razionalmente secondo la concezione cristiana, donde non a caso nacque la
notazione diasistematica su righe parallele da cui sarebbe esplosa la polifonia della musica
occidentale moderna. La struttura numerica sottostante la musica, che nella mente del compositore
analizzata e costruita, nella mente dellascoltatore intuita come molteplicit organizzata. Il bello
musicale coincide con losservabilit del molteplice, un atto di sintesi che coglie la quintuplicit
aritmetica dei suoni nelle frequenze, nelle ampiezze, nelle durate, nei timbri (che consistono nella
successione delle ampiezze delle armoniche) e nei ritmi . Il piacere musicale sta nel sentire
larmonia, che il principio unificatore della variet. Unarmonia che tanto maggiore perci,
quanto maggiore la variet delle componenti che essa organizza, dissonanze comprese destinate a
risolversi nella consonanza finale.
3

e ancora
Larte del compositore che combina le note una mimesi dellattivit combinatoria che il Creatore
esercita su una variet a priori infinita di essenze, portandone alcune dal non essere allessere
nellaccordo reciproco. Larte musicale umana e larte combinatoria divina esprimono ancora una
volta la somiglianza del logos umano creato al Logos divino creatore.
Dopo aver letto questi splendidi passaggi, ho rubato al tempo che mi resta da vivere un istante e gli
ho scritto questa riflessione che vorrei condividere.
Grazie Giorgio,

Letto e lho trovato splendido. Soprattutto, ovviamente, la parte in cui decanti la bellezza
dellinspiegabile armonia matematica della musica. Segui il medesimo ragionamento che fa il tuo
collega fisico Andrea Frova in Armonia celeste e dodecafonia, ma trovo che il tuo ragionamento sia
molto pi fondato e rigoroso perch non solo scientifico (trovo che ragionare solo in termini
matematici della musica sia illuminare una faccia sola di un diamante immenso), poich si apre alla
metafisica e alla teologia introducendo termini come molteplicit dellessere e creatore.
Personalmente trovo che fare musica sia rendersi conto, anche solo per un solo istante
immediatamente, cio senza mediazioni poich in quei casi la musica come strumento di
comunicazione di s scompare, per diventare strada verso leterno -, di cosa sia il divenire
nelleterno. Una sorta di contraddizione che si spiega da s e pertanto contraddizione non , se non
in superficie.
Rendersi conto che con la musica si sospende il tempo per ricrearlo a propria immagine e
somiglianza. E sentire che il tempo non quello che si pensa comunemente, un fatto oggettivo e
misurabile, quanto il risultato soggettivo fra ci che abbiamo vissuto intensamente prima e quel che
speriamo fortemente poi. E percepire cio che, forse, non un inganno della musica che il tempo ci
appaia sospeso, ma un inganno del quotidiano pensare che il tempo sia per tutti uguale.
Daltra parte della soggettivit del tempo se nerano accorti anche i tomisti.
La musica poi la prova della teoria della creazione, poich anche esprimersi creando un mondo.
Se Dio pensando s stesso pensa il mondo, il compositore pensando a s stesso pensa il suo mondo.
E teoria della creazione filosofica applicata. Ed anche per questo che quando scrivo musica in
realt nulla di ci che faccio totalmente mio. Non solo perch richiamo autori antichi e nuovi,
ovvio, ma perch la mia creazione una sorta di partecipazione alla vita divina attiva, qui ed ora!
E grazia!
E ingannare il tempo per costruirsi un tempo pi vicino allassenza di tempo che leternit.
Certo che se leternit non tempo infinito, ma assenza di tempo, pare una contraddizione che la
creazione di un tempo diverso aiuti ad avvicinarsi al non-tempo. Non contraddizione in forza del
nostro pensiero che infinito! Se dunque nelluomo esiste linfinito e questo il pensiero, il
pensiero che permette alla coscienza e consapevolezza dellanima di riformulare il tempo,
creare un mondo e con mondo e tempo diversi avvicinarsi alleterno e allo spirito.
Sembrano discorsi campati per aria, ma a volte succede di ritrovarsi sul palco e chiedersi dun tratto
dove si stati per quei 10 secondi appena trascorsi, nei quali non si apparteneva a questa terra.
So con sicurezza che questa sensazione LA musica.
Musica che travalica incomprensioni e dualismi pseudofilosofici come bellezza vs. bruttezza. Perch
nudit da parte dellesecutore. E onest e nudit. E di fronte ad un uomo nudo che non sa di
4

esserlo si torna allEden, dove si bambini nello stupore (solo lo stupore conosce dice San
Gregorio Nissa), ragazzi nellimpeto, adulti nellamore, anziani nei ricordi stupiti. E il cerchio si
chiude.
Senza mediazioni.
Umani e divini. Che sembra una contraddizione, ma non lo .
E noi cristiani lo sappiamo bene.
Chiudo citando un Fariselli immenso che semplicemente, nudo, parla di s:
Chi fa musica maestro non solo dei suoni, ma anche del tempo. perch lavora in territori dove il
tempo non pi lineare e succedono cose che non si sa descrivere a parole. Io faccio fatica per lo
meno. [...]
Segue una parte dedicata alla musica improvvisata perfettamente in tema al post. Da ascoltare.
Fariselli, Patrizio. Fare musica, Intervista RaiEdu, 2013, Portale della Filosofia RAI, 16 luglio 2013

Se basta seguire la propria coscienza a che serve essere cristiani ?


By Simon de Cyrne on 12 settembre 2013 ( 11 )

ll Redentore e due famosi corredentori


Quella del titolo una domanda che si legge qui e li in queste ore dopo che il Santo Padre Francesco
abbia ricordato al Dott. Scalfari il bimillenario insegnamento della Chiesa. Rimembriamoci la sua
risposta Il peccato, anche per chi non ha la fede, c quando si va contro la coscienza. Ascoltare e
obbedire ad essa significa, infatti, decidersi di fronte a ci che viene percepito come bene o come
male. E su questa decisione si gioca la bont o la malvagit del nostro agire.

Vorrei far a partire da questa frase due brevi riflessioni da blog : una pi filosofica e una pi
spirituale.
Comincer con il notare che questa risposta del Papa stabilisce qualcosa di importante: condanna
il relativismo da un lato e lassolutismo dallaltro lato.

Un approccio relativista di considerare che non c modo di attingere a nessuna verit che non sia
circostanziale, variabile, effimera, che non c bene e non c male e che, quindi, il giudizio morale
ha da seguire lo sfizio del momento, linteresse personale, la goduria a corto termine.
Molte persone difendono un approccio relativista perch pensano che esso sia quello pi atto a
difendere valori considerati universali come la tolleranza e la legittima diversit di opinioni e di
gusti alla quale gli esseri umani hanno diritto, ma si dimenticano che difendendo il relativismo essi
distruggono la nozione stessa di universalit dei valori di tolleranza e di diversit ai quali
tengono tanto, visto che, in quanto relativisti, chiunque la pensi al contrario circa questi valori ha

tanto ragione quanto loro: la sola soluzione che rimane per averli accettati leliminazione, anche
fisica se necessaria, di chi non la pensa allo stesso modo entrando cos in piena contraddizione.
Lantitesi del relativismo lassolutismo morale, lapproccio puramente deontologico: ci sono
regole che debbono essere seguite in qualunque circostanza e lo debbono essere a prescindere da
ogni situazione concreta in quanto buone in s: come trovarle Kant ne d, ad esempio qualche regola.
Lassolutismo morale in teoria potrebbe definire ed imporre in un quadro definitivo le nozioni
di tolleranza ma al costo di arrivare ad una contraddizione anchesso: essere assolutamente
intollerante cogli intolleranti.
Lapproccio che ci offre il Cristo attraverso la Chiesa non n relativista n assolutista:
oggettivista. Oggettivit che rifugge levanescenza del relativismo ed il fissismo idealista
dellassolutismo e che affonda le proprie radici nel Reale. La tolleranza e la legittima diversit di
opinioni, ad esempio, trovano il loro fondamento nella realt antropologica ma sono realisticamente
inquadrati dalla stessa natura umana in atto: non sono n valori assoluti, n valori relativi, ma
modalit di relazioni ridimensionate nelloggettivit del Reale. Ogni atteggiamento virtuoso
come una cima tra due valli di vizi, cos chi si incammina sulla via stretta dellOggettivit sar
sempre tentato dalle due voragini del relativismo e dellassolutismo: due strade larghe per
lInferno.
La risposta del Santo Padre magnifica nella sua semplicit: rinvia chi non crede lontano da un
relativismo facilone, visto che non gli dice fai quel che vuoi e sarai salvato, ma non lo
condanna ai ferri di una logica astratta ed assolutizzante di un obbedisci alla Legge che,
S.Paolo docet, in finis condanna.
Il Santo Padre, come Cristo stesso, d unancora ferma nel reale: ascolta e obbedisci alla tua
coscienza, non obbedire alle proprie emozioni e sentimenti sensibili ed evanescenti, e non ascoltare
le sirene delle idee e ideologie che tutto giustificano ed il suo contrario e che non hanno relazione
colla Realt, ma obbedire a qualcosa di reale che si sperimenta per davvero: la propria
coscienza dove, nella relazione di ascolto e di obbedienza con questa, vi si esperienza loggettivit,
la quale non relativista sebbene tenga conto delle circostanze e non assolutista sebbene
conosca quel che bene e male.
Adesso ci possiamo porre la prima, seguente, domanda: ma, allora, a che serve Cristo se basta a
tutti, per essere salvati, di giusto seguire la propria coscienza?
Seguire sempre la propria coscienza e scegliere il bene che essa ci detta vorrebbe dire che abbiamo
una natura perfetta, invece sappiamo che anche il giusto pecca, al minimo, sette volte al giorno:
quindi il solo seguire questa regola non salverebbe nessuno. Come ricorda il Santo Padre ci
vuole tutta la Misericordia di Dio ad ogni modo: per questo c voluto il Riscatto offerto da Ges
Cristo, che permette, nella Misericordia di Dio, di salvare tutti coloro che cercano questo cammino
della retta coscienza, i quali non si salvano per la bont dei loro atti, che mai ci saranno per
giustificarli, ma per la grazia della Morte e Resurrezione di N.S.G.C. e questo anche se non ne
sono coscienti.
Bene, ma visto che Cristo venuto salvare tutti gli uomini di buona volont anche se non ne sono
coscienti, perch diventare cristiani? A che pro ?
Essere cristiani una chiamata particolare a seguire il Cristo in quanto Sacerdote, Profeta e Re
e diventare come Lui nel nostro essere qui: un onore ed un servizio, siamo chiamati ad essere
7

corredentori assieme a Lui, corredentori dei nostri fratelli umani nel nostro secolo, anche di quelli
che non ne sanno niente. Allonore corrisponde una responsabilit e una conseguenza: noi, scelti da
sempre dal Padre, ci salviamo nella misura in cui siamo veramente corredentori dei nostro fratelli,
ciascuno secondo le proprie capacit e competenze. Alla gratuit della vocazione divina corrisponde
il nostro obbligo di servire e di corredenzione.
In quanto corredentori agiamo da Sacerdoti offrendo la nostra vita in unione alla Sua
sullaltare del Sacrificio che riscatta; agiamo da Profeti annunciando questa buona notizia,
invitando tutti a questopera di Redenzione, richiamando quanto si debba seguire la propria
coscienza anche a chi non sente la vocazione di essere corredentore; agiamo da Re cercando
sempre ci accrescere e compartire il vero bene comune con tutti gli esseri umani.
Magistrale lezione questa di Papa Francesco in appena tre righe!
Grazie Santo Padre
In Pace
P.S.: Per rispondere alla domanda del titolo a che serve essere cristiani, la risposta , quindi, che
serve solo per prendere parte allOpera divina di Redenzione con Dio per la Sua Sola Gloria.

Creazione e Evoluzione : alla ricerca del Paradiso Terrestre (I)


By Simon de Cyrne on 26 settembre 2013 ( 6 )

Tohu-bohu
by
Cythara-Martine Gercault
Th Wbhh: nome dato nei libri ebraici al Caos primitivo primitivo precedente la Creazione e
Dio disse: Sia la luce!. E la luce fu!
ntroduzione
La controversia iniziata pi di un secolo fa tra chi, di fronte al fenomeno della vita, difende la
necessit di un atto creatore da parte di Dio e chi sostiene lipotesi di un continuum evolutivo dalla
materia inanimata fino al fenomeno umano, fondata su unincomprensione ed una visione riduttiva
ed incompleta della realt, come interpretata dai rappresentanti estremisti delle due posizioni. Da una
parte abbiamo persone che, basandosi su una lettura pedissequa e fondamentalista della Bibbia,
considerano lipotesi evoluzionistica come incompatibile con la comprensione della verit che
propone loro la fede; dallaltra parte abbiano altri che, in un atteggiamento eccessivamente
riduzionistico adottano uno sguardo altrettanto fideistico, anchesso tendente ad un fondamentalismo,
questa volta scientista, negatorio della possibilit di un atto creatore in quanto non necessario per la
comparsa dei fenomeni vitali e psichici.

Alcune soluzioni proposte per risolvere la controversia cercano di stabilire una forma di
appeasement, distinguendo i diversi livelli di conoscenza implicati, e gli oggetti ontologici
considerati, a loro equivalenti. Lidea dellID (intelligent design) che ci viene dOltre-Atlantico
lultima formulazione di intuizioni pi antiche espresse, ad esempio, nellopera di Teilhard de
Chardin e di Henri Bergson.
La distinzione della nozione di inizio da quella di origine , a nostro parere, al cuore della
questione epistemologica alla base di questa diatriba ed il tipo di risposta dato implica direttamente
la posizione che ciascuno assume rispetto alle nozioni di creazione ed evoluzione. La tesi che
intendiamo qui sostenere che la distinzione tra inizio e origine perfettamente adatta a
contemperare le due visioni, non secondo le modalit usualmente invocate da chi ricerca soluzioni
confusamente pacificatrici, ma con uno sguardo rinnovato allevoluzione e alla sua relazione con
latto creatore di Dio anche rispetto allID.
La differenza tra le nozioni di inizio e di origine
La comparsa di un essere o lemergenza di una situazione differente da quel che la precede ci fa
prendere coscienza della nozione di novit, dove il dopo si distingue dal prima rivelando la sua
differenza e la sua propria identit. qui che la nozione di inizio prende il suo senso nel mondo
fisico che osserviamo e che alla fonte stessa dellesperienza prima che noi facciamo sia del tempo
che dello spazio. Bench questa nozione di inizio provenga dallesperienza fisica e sensibile, essa ,
ci nonostante, uninterpolazione intellettuale tra un prima ed un dopo, i quali sono davvero
sperimentati in proprio. In quanto oggetto della conoscenza , linizio indica la constatazione da parte
del soggetto conoscente dellapparizione di una novit. Novit che si inserisce nel continuum spaziotemporale e che, al tempo stesso, lo discrimina cambiandone alcune propriet. Nel contesto del
confronto tra evoluzionismo e creazionismo che qui ci interessa, la nozione di inizio
eminentemente legata allapparizione di nuove propriet della materia lungo il tempo in uno spazio
dato e ci conduce a due tipologie di domande: quali erano le condizioni della materia prima di
questa apparizione? come questa transizione verso una novit si fatta?
Le diverse tipologie di causa sono, dalla natura fisica stessa delle domande, ridotte a quelle di
condizionalit e di causa efficiente. Se la presenza di stesse condizioni in altri luoghi e tempi non
producesse gli stessi effetti allora potremmo dire che lemergenza di una novit dovuta al caso e
che persino queste sole condizioni non sono sufficienti per stabilire una causa efficiente della novit.
da notare che la maggioranza degli approcci filosofici evoluzionistico-scientisti concordano nel
presentare i fenomeni legati alla comparsa della vita o del pensiero come dovuti al caso: come
conseguenza, se sono coerenti con le loro premesse, essi devono ammettere che lesistenza di
condizioni simili a quelle che esistevano sulla Terra su un altro pianeta non vi condurranno per forza
allemergenza della vita o del pensiero. La scoperta dellapparizione di fenomeni vitali su altri
pianeti sarebbe quindi una sconfessione dellipotesi scientista del puro caso, perch, in realt,
dimostrerebbe lesistenza di una distorsione alle leggi della pura casualit, in quanto aumenterebbe la
frequenza dellapparire del fenomeno vitale in modo tale da rendere luso della nozione di puro caso
contraddittorio con i calcoli probabilistici delle ricorrenze.
Per inciso, contrariamente a quel che si potrebbe ingenuamente pensare, lidea di una causa efficiente
non materiale concepita dallID, di una mano invisibile cugina di quella di Adam Smith in
economia, potrebbe trovare in un contesto di pura casualit una giustificazione teorica ancora pi
pertinente che in un contesto di causalit materiale efficiente pi esplicita: diventerebbe un

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salvagente capace di correggere leccesso scientista che non spiega pi niente visto che esso abdica
davanti allimpossibilit di cercare cause efficienti e leggi di causalit razionali.
proprio allincrocio tra evento fortuito dovuto al caso e quello della nozione di causalit che si
rivela in questo contesto la pertinenza di una nozione di origine differenziata rispetto a quella di
inizio, in quanto concepita come un atto che si situa fuori dalla trama spazio-temporale ma che, ad
immagine di un sigillo che imprime nella cera il proprio carattere senza essere se stesso cera,
particolarizza o individualizza loggetto impresso in un modo unico. Lorigine cos concepita non ha
lo stesso senso dellinizio, che invece uninterpolazione tra un prima e un dopo, ma direttamente
inteso dalla nostra intuizione, anche se non direttamente leggibile, come rottura del continuum
spazio-temporale in quanto propriet specifica del fenomeno considerato: unorigine pu cos
precedere un inizio, ma anche esserne posposta. Chi ha ricevuto il titolo di dottore in medicina ha
avuto un prima dove non era medico e un dopo dove medico, ma lorigine del suo carattere di
dottore nellistituto accademico che lo ha formato e riconosciuto atto a praticare, che lo precede nel
tempo e al quale, probabilmente, sopravvivr.
La volgata del pensiero scientifico, da Descartes in poi, e le visioni meccanicistiche delluniverso di
Newton, Lagrange, Hamilton ed altri, sono di credere che un sistema fisico perfettamente
determinato se e solo se i risultati di unesperienza sul sistema sono gi certi preventivamente, anche
prima che si sia deciso di fare lesperienza o prima di aver scelto quali strumenti utilizzare per
realizzarla. Orbene, se questa condizione di certezza preventiva del risultato sperimentale una
condizione sufficiente per determinare perfettamente un sistema fisico, essa non necessaria per
garantirne la causalit. Per un sistema perfettamente determinato sono necessari e sufficienti i due
seguenti assiomi aristotelici: 1) quando un sistema cambia, perde alcune propriet attuali e ne
guadagna altre e 2) per ogni propriet fisica ne esiste unaltra opposta.
Proprio per il fatto di conoscere questi principi di fisica aristotelica Einstein, con lesclamazione
Dio non gioca ai dadi intendeva solo affermare lincompletezza della meccanica quantistica,
davanti ai suoi comportamenti stocastici, e denunciare lerrore (comune tuttora tra molti fisici e non)
di confondere la causalit con la prevedibilit. Persino in meccanica classica ci sono sistemi fisici
perfettamente causali, ma assolutamente imprevedibili, come mostrato ad esempio fin dagli anni 70
del secolo scorso dalle cosiddette teorie del caos. Possiamo perci affermare che ogni sistema fisico,
anche aleatorio ed imprevedibile, completamente determinato e causale se soddisfa i due assiomi
aristotelici sopra menzionati. E cos vale anche per la meccanica quantistica.
Di conseguenza, non necessario ricorrere ad una mano invisibile per determinare completamente
un sistema fisico imprevedibile: in altri termini, non necessario trovare una spiegazione metafisica
per spiegare lemergenza di un evento apparentemente fortuito come lapparizione della vita e di
strutture materiali complesse. Non dispiaccia ai supporters dellID
La relazione tra evoluzione, caos e disordine
Il premio Nobel Ilya Prigogine ha messo in evidenza lesistenza di strutture dissipative e di sistemi
auto-strutturanti nei quali operano flussi di consumo di energia e di conseguente creazione di
entropia lontano da situazioni di stabilit termodinamica. Daltro canto, si consta che luniverso
stesso non ha mai cessato di strutturarsi, dal Big Bang in poi, in ammassi di galassie, galassie,
sistemi stellari e planetari, e con la comparsa di fenomeni fisici di auto-poiesi come la produzione di
strutture cristalline e cellulari, le quali possono tutte essere descritte come rotture di simmetrie, esse
stesse produttrici di entropia: lipotesi di una legge universale di complessificazione sembra
ragionevolmente poter essere connessa a queste teorie e non manca, a mio parere, di seduzione.
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Se questi processi, in principio, possono essere descritti in termini di teorie del caos, dove il
comportamento deterministico di ogni componente non implica che il sistema sia esso stesso
prevedibile (data la sua lontananza da situazioni di equilibrio termodinamico), allora la novit
sembrer sempre apparire allosservatore come fortuita, mentre invece perfettamente determinata e
causata. Il che vuol dire che , di principio, possibile supporre lesistenza di una legge universale di
complessificazione che abbia la sua origine nella natura materiale stessa delluniverso, senza bisogno
di ricorrere a causalit efficienti non fisiche e non osservabili.
Ci sembra ragionevole ammettere che il secondo principio della termodinamica possa comprendere
questo ruolo di descrizione della causa efficiente della complessificazione della materia: la
complessificazione un processo pesantemente generatore di entropia, poich la creazione di una
struttura, che di per s si comporta in modo neghentropico[i], produce di fatto grandi quantit di
entropia nelle sue vicinanze, tale che il bilancio totale sar sempre positivo e il principio di
produzione massima di entropia soddisfatto. E anche se le teorie pi moderne descrivono gli inizi
delluniverso come una zuppa indifferenziata di particelle perfettamente simmetriche, possedendo
dunque una densit di entropia straordinaria, giusto dopo la sua comparsa a causa del suo volume
infimo a quegli istanti la sua entropia totale era estremamente inferiore allattuale, dato che la sua
energia era non degradata, il suo disordine minimo e linformazione ivi contenuta praticamente
integra.
Ne risulta che la storia delluniverso e dunque tutta levoluzione cosmica lontana dallessere un
processo positivamente creatore ma , in realt, un processo degenerativo produttore di
disaggregazione, di rotture di simmetrie e di perdita di informazione, i cui fenomeni localmente autopoietici accelerano la fine del cosmo piuttosto che il suo rallentamento.
La specificit dellumano
La comparsa del fenomeno umano si oppone a questa dinamica di disaggregazione per crescita di
entropia, in quanto lessere umano produttore di nuova informazione e non solamente un distruttore
di questa (come ogni altra specie vivente). Ci che ci appare chiaro quando ci si china sullattivit
umana fin dai suoi inizi osservabili che essa introduce una nozione di ordine e di senso nel suo
agire, in quanto luomo capace di proiettarsi nel futuro e di ottimizzare il suo agire in modo da
produrre ordine e da strutturare il suo ambiente, minimizzando coscientemente il disordine prodotto.
Gi la prima tomba umana indica una capacit a distinguere il passato dal presente, ci che stato da
quel che sar, il senso del tempo, delluniverso e della vita: tutte attivit eminentemente produttrici
dinformazione e di senso e perci distruttrici di entropia; ovvero opposte alla progressione di
degradazione dellinformazione nelluniverso. Il fenomeno stesso di internet lultima
manifestazione storica di questa produzione planetaria dinformazione.
La comparsa delluomo ci indica un punto dinizio nel tempo che i paleontologi cercano di definire e
trovare appoggiandosi anche ad altre scienze come la genetica. Ci nonostante la natura delluomo
radicalmente differente dal fenomeno dellapparire del resto della biosfera o della strutturazione
cosmologica delluniverso: essa combatte la crescita di entropia mentre tutti gli altri fenomeni fisici e
biologici ne favoriscono la crescita. Utilizzando la differenza concettuale tra inizio ed origine, questa
differenza in natura implica che lorigine delluomo non la stessa di quella delluniverso, poich se
lorigine di tutto quello che fisico lagonia stessa delluniverso che si manifesta con laumento di
entropia, lorigine delluomo deve avere un principio indipendente, non riducibile alla materia intesa
in quanto realt sottostante il secondo principio della termodinamica: evidentemente il principio
delluomo strutturante e vita nel senso proprio del termine; esso non partecipa alla crescita di
entropia, ma addirittura vi si oppone, anche se la subisce nella sua componente biologica e fisica.
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La posizione creazionista nel senso fondamentalista non sostenibile in quanto appare poco
ragionevole: essa intende far corrispondere linizio del mondo e dellumanit con la sua origine. Per
il credente, il fatto che luniverso abbia avuto un inizio o no nello spazio-tempo non di per s
rilevante per la sua fede nellesistenza di Dio, come gi fu spiegato dallAquinate. Per analogia,
anche il fatto di ammettere la generazione spontanea di esseri vivi da materia inanimata o via
processi fisico-chimici e biologici intermediari non un vero problema religioso. Il fondamentalismo
creazionista impone una limitazione particolare di cui sia la riflessione filosofica che quella teologica
non sentono il bisogno per stabilire lazione di Dio nel mondo: la necessit di far combaciare un
inizio spazio-temporale con unorigine direttamente attuata da Dio. Tra laltro, questo andrebbe
anche contro un altro principio che lo stesso San Tommaso ha ben dimostrato: Dio agisce sempre
tramite intermediari naturali.
Ci nonostante, concepire, come Bergson o Teilhard o Kauffman, levoluzione in quanto processo
positivo che conduce infallibilmente dalla materia inanimata ai fenomeni biologici fino alla
comparsa delluomo (e alla sua finale convergenza con il Cristo, per Teilhard) una posizione, anche
se di senso opposto, ingenua tanto quanto quella dei creazionisti: questi evoluzionisti (religiosi e no)
assomigliano al Rousseau dellinnocente e buon selvaggio, dove stavolta linnocente bont
applicata allintero cosmo. Se c uno slancio vitale nelluniverso esso completamente frustrato e
contrastato da un processo involutivo, di decadenza irresistibile che permette la comparsa della vita
solo nella morte, insieme al dolore e ad unimpietosa (progressivamente solo distruttrice) selezione
delle specie.
Conclusione
Nei fatti, levoluzione appare una brutta copia, disordinata e piena di cancellature, della creazione
descritta nella Genesi: ci che avviene di positivo nelluniverso lo a dispetto dei processi evolutivi
che ne regolano il divenire e non grazie a loro. Donde limpressione di pura casualit dei fenomeni
evolutivi, anche se questi sono in realt sempre causati e determinati.
La comparsa delluomo unapparizione che mostra la sua origine essenzialmente neghentropica,
nulla avente in comune con i fenomeni evolutivi in quanto opponentesi alle loro leggi nella sua
attivit propria: con una chiave di lettura teologica, possiamo cos osservare che lorigine
delluniverso necessariamente mediata rispetto allatto creatore di Dio in quanto implicante
processi evolutivi la cui natura diretta alla distruzione delluniverso, mentre, al contrario, lorigine
delluomo nella sua singolarit custodisce latto creatore di Dio destinato allordine e alla vita.
Possiamo cos concludere che il libro della Genesi ci mostra il piano di Dio allorigine del Creato,
mentre la teoria dellevoluzione ci illustra quel che ne stato fatto dallinizio. Senza dubbio alcuno,
fin dal suo avviamento, il fenomeno umano si radica nelle profondit della lunga storia delluniverso
e risale addirittura ad un verosimile inizio di questultimo, ma lorigine propria delluomo si
stabilisce in quellatto creatore di Dio che il Paradiso terrestre.

[i] Cio, distruttore di entropia.

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Evoluzione e creazione: alla ricerca del paradiso perduto Appendice:


dallellisse alla parabola
By Simon de Cyrne on 10 ottobre 2013 ( 0 )

Ges e Adamo
Mi stato fatto notare di essere stato un poco troppo ellittico e forse un po criptico nei miei posts
precedenti sullevoluzione e la creazione: infatti non si voleva uno sguardo teologico ma solamente
filosofico-scientifico. Mi permetto allora di decriptare con uno sguardo meta-scientifico e metafilosofico le implicazioni di quel che ho scritto: dallellissi alla parabola evitando, spero, liperbole.
Il perno del ragionamento, aristotelico, di notare dallosservazione realista che il comportamento
della materia opposto a quello dellumano, in quanto la strutturazione della prima avviene per via
accrescimento del disordine, dellenergia sprecata e irrecuperabile e della perdita di informazione,
quel che si chiama entropia. Mentre lessere umano mosso dal bisogno di ordine, di salvaguardare
energia e di creare informazione. In questi giorni sar dato il Premio Nobel ai Proff. Higgs e Englert
per la predizione dellesistenza di una particella, chiamata oggi bosone scalare e, impropriamente,
particella di Dio, in quanto essa spiega lesistenza della presenza di massa nelle particelle
appellandosi ad una struttura originaria e simmetrica esistente subito dopo lapparizione
delluniverso quale lo conosciamo: questa informazione era andata persa da 15 miliardi di anni,
distrutta dallevoluzione della materia, congetturata una quarantina di anni fa e provata solo
lanno scorso al CERN.
Dalla constatazione di questo comportamento radicalmente opposto alla perdita di
informazione, se ne pu dedurre s che luomo in quanto essere fisico sottomesso allo stesso
processo disgregante al quale sottomessa tutta la natura e dunque che, qualunque cosa egli faccia,
lentropia delluniverso in quanto tale aumenter, ma che la sua origine non pu essere nel detto
universo sottomesso a questo secondo principio della termodinamica: o allora il premio Nobel non
sarebbe mai potuto essere conferito questanno, ad esempio.
Lorigine delluomo dunque differente di quella delluniverso, anche se la storia delluomo si
sviluppa e si intreccia in quella delluniverso stesso fino al presupposto inizio di questo.
14

Fin qui la riflessione filosofica a partire da constatazioni dal reale.


Abbiamo anche ricordato che per San Tommaso, filosoficamente parlando, che Dio abbia creato un
universo con un inizio nel tempo o esistente da sempre non ha altra rilevanza che la sua convenienza
ma anche che Dio sempre agisce attraverso una moltitudine di intermediari materiali e spirituali.
Dio crea il Paradiso terrestre e nel suo stesso atto di creazione vi la libert di altre persone che Lui
stesso: quella di Adamo ed Eva e quella del Serpente. Latto di Creazione stessa si termina con la
presenza di questi attori: chiamo questatto propriamente latto di origine, di genesi.
Dio genera luniverso ma non luniverso che vediamo: quello del Paradiso Terrestre un universo
in armonia, dove luomo da nome alle cose, cio struttura e crea conoscenza, non ununiverso dove
la legge suprema il secondo principio di entropia. Eppure quel che vediamo intorno a noi non un
universo che corrisponde: rassomiglia ma ne una brutta copia.
Quello del Paradiso Terrestre un universo dove la libert di cooperazione allopera di creazione
divina non si ancora esercitata mentre il mondo in cui viviamo un universo dove tale libert si
attuata: quello era un universo potenzialmente rispondente allamore di Dio, mentre questo
un universo che non ha attualmente risposto a tale amore per via delle scelte delluomo e del
serpente. Il Paradiso terrestre allorigine il Piano del nostro universo nellatto creatore di Dio
ma gli strumenti della sua attuazione, gli intermediari materiali e spirituali che sono gli angeli e
gli uomini lo hanno sfigurato: lOrigine ne stata avvilita nella Sua creazione.
Si, ma quale relazione concreta possibile tra Adamo e noi? Proporrei la stessa, mutatis mutandis
e anti-simmetricamente, che quella tra noi e Cristo. Allo stesso modo che Cristo ha stabilito e attuato
per noi una Terra Nuova e dei Cieli Nuovi e che Lui stesso vi gi salito e che rester per noi
inaccessibile fino alla fine dei tempi, cos Adamo sceso dal Paradiso terrestre, ormai per sempre
inaccessibile per stabilirsi tra gli uomini nelluniverso da lui attuato assieme al serpente. E Adamo
sceso in una popolazione umana temporalmente gi esistente e avente in lui il suo prototipo
mentre Cristo salito in quanto primogenito dal mezzo di una popolazione che sar ancora
esistente dopo. Cos come siamo tutti gi salvati in Cristo cos siamo tutti generati in Adamo.
Latto di libert del Serpente e di Adamo fa che viviamo in un universo apparso 15 miliardi di
anni fa, sottomesso al secondo principio di entropia, colle sue darwiniane conseguenze, ma di
Adamo manteniamo la divina origine ad immagine di Dio che ci fa conoscere ed amare, creare
neghentropia, struttura, ordine e la disciplina della carit.
Rendiamoci conto che Dio infinito, cio auto-straboccanteSi : in Lui latto di creare il Paradiso
terrestre, lasciare uomo e serpente scegliere, lasciare levoluzione svilupparsi, lasciare Ges, il
Cristo, Obbedire, stabilire un Cielo e una Terra Nuova tuttUno. Linizio e la fine del nostro mondo
sono solo Sua convenienza. Egli ci crea qui ed adesso, hic et nunc, e ci crea attraverso il Suo
Paradiso Terrestre, aldiqu della disobbedienza del Serpente, aldiqu di quella di Adamo,
malgrado luniverso che hanno attuato, aldil della Morte e della Resurrezione di Suo Figlio,
nel Suo Corpo Risorto.
In Pace

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Sullattributo dellonnipotenza in Dio


By minstrel on 16 settembre 2013 ( 0 )

Escher: limite del cerchio III


Devo una risposta allutente Squilpa che sul blog di Tornielli chiede delucidazioni sullonnipotenza
di Dio. Sono stato volutamente evasivo sul blog del vaticanista perch altrimenti sarebbe scaturito un
lungo commento totalmente OT rispetto al tema proposto; OT che noi utenti di Tornielli abbiamo
promesso di non alimentare pi. Ed eccoci qui allora per una risposta meno evasiva e spero lucida.
La domanda di Squilpa, comune a molti altri non credenti o credenti in altre fedi, parte da questa
mia affermazione piuttosto provocatoria: noi cristiani che riteniamo che Dio possa tutto tranne
lassurdo. Puntuale ecco lafferamzione per deduzione di Squilpa Apprendo poi con sollievo che
Dio non onnipotente, era ora che se accorgesse!. Al che io ripropongo un apoftegma che lasciato
senza spiegazioni teologiche dettagliate pare un assurdo: Dio onnipotente perch non pu
lassurdo!. Squilpa mi fa notare che Dio onnipotente perch non pu tutto e dunque in
italiano quasi onnipotente!.
SULLA TRASCENDENZA DIVINA
Questo mio scritto, indirizzato a Squilpa e a coloro che procedono deduttivamente come egli fa,
necessita in primis di una distinzione che funge da premessa alla comprensione.
Una delle grandi differenze fra il Dio Cristiano e il Dio musulmano sta nellassoluta trascendenza
del secondo. Ovvero, Dio per gli islamici possiede quale attributo la totale estraneit alle categorie
umane, comprese quelle della ragione. Non credo si faccia un torto allIslam a dire che il loro Dio
pu, agli occhi umani, tutto e il suo contrario. Scrive Ratzinger nella sua celeberrima, anche al
grande pubblico (ma ahim per i motivi sbagliati!), lezione di Ratisbona:
Per la dottrina musulmana [...] Dio assolutamente trascendente. La sua volont non legata a
nessuna delle nostre categorie, fosse anche quella della ragionevolezza. In questo contesto Khoury
16

cita unopera del noto islamista francese R. Arnaldez, il quale rileva che Ibn Hazm si spinge fino a
dichiarare che Dio non sarebbe legato neanche dalla sua stessa parola e che niente lo obbligherebbe a
rivelare a noi la verit. Se fosse sua volont, luomo dovrebbe praticare anche lidolatria.
Ratzinger, Joseph Benedetto XVI. Discorso del Santo Padre allincontro con i rappresentanti
della scienza, Regensburg, 12 settembre 2006
Il Cristiano invece non solo ritiene che Dio NON sia assolutamente (cio totalmente) trascendente,
ma prevede che ci che luomo, nel proprio sentire, sente essere ragionevole sia la natura stessa di
Dio, per cui le azioni non dettate dalla ragione corrispondono ad un agire contrario alla Natura di
Dio.
Ovviamente questo pensiero nasce dallincontro/scontro fra la filosofia greca e la teologia cristiana:
scontro che si concretizz nella storia della Chiesa nellaccesa diatriba medioevale fra dialettici ed
antidialettici, incontro a cui si giunse con la nascita di quel modello teologico detto analogico,
concretizzato in modo straordinario nellopera di San Tommaso dAquino. Servirebbe un post a parte
per descrivere dettagliatamente in cosa consistevano gli errori delle posizioni esclusiviste
(antidialettiche alla Pier Damiani) e quelle inclusiviste (addirittura nominalistiche come quelle di
Roscellino da Compigne).
Qui mi limito a esplicare che per modello Analogico si fa riferimento ad una modalit di
comprensione della fede che preveda la possibilit di indagare in qualche modo, con la ragione, i
contenuti della rivelazione. Questo pur sapendo che tali contenuti non possono per loro natura
(perch divini, cio superiori ontologicamente alle possibilit non-divine delluomo) essere
completamente compresi dalluomo stesso.
Mi sembra lunico modo con il quale si possa garantire una coerenza di fede fra la cosidetta
rivelazione divina fra Dio e luomo e la logica di testimonianza fra uomo e uomo di
(ri)comunicazione (e comprensione) di tale rivelazione.
Difatti lunica modalit che:
da un lato tiene conto dellassoluta impossibilit delluomo di comprendere (com-prendere, cio
prendere TUTTA INSIEME) la volont di Dio;
dallaltro tiene conto del bisogno di coerenza propria della ragione umana, indicando come
necessaria una MODALITA di comunicazione fra Dio e luomo, modalit che ovviamente sia
comprensibile alluomo stesso!
Daltra parte, come pu essere anche solo parzialmente comprensibile un Dio che non tiene conto
delle categorie nelle quali si muove lintelletto umano? Come pu cio comunicarsi per
rivelazione alluomo un Dio che non usa modalit umane proprie delluomo? Non pu.
Ovvio dunque che se vuole essere coerente anche il Dio mussulmano deve aver avuto una modalit
di comunicazione con il suo Profeta pur rimanedo Dio completamente trascendente (ignoro come
essi sfuggano a questa contraddizione o se questa contraddizione sia dettata da mia ignoranza; non
centra con il discorso presente).
Il Dio cristiano non presenta contraddizione di sorta poich, come spiega la dottrina analogica,
produce una comunicazione della propria rivelazione assolutamente discontinua e modalmente
continua! Cio:
assolutamente discontinua poich il contenuto globale della rivelazione, nella sua interezza,
trascendente alluomo, sganciato dalla sua comprensione completa!
modalmente in continuit perch tale contenuto si comunica alluomo, si narra alluomo,
mediante la stessa modalit di comprensione della realt propria delluomo: la ragione con tutte le
sue caratteristiche.
17

Luomo pu dunque ragionare sul contenuto della rivelazione la quale avr la caratteristica di essere
contemporaneamente:
-Rispetto a Dio: immutabile e assoluta quanto Dio stesso
Rispetto alluomo: comprensibile mediatamente (cio non in modo immediato e completo) e
sempre APPROFONDIBILE.
In questo contesto dunque si muove la teologia cristiano-cattolica. E con questo preambolo anche
possibile capire ora perch si ritiene che la nostra conoscenza naturale di Dio non immediata e
intuitiva, ma mediata e indiretta, perch ottenuta per il tramite della conoscenza delle creature.
Ragionare su Dio, come anche ragionare sulla sua rivelazione, possibile per luomo perch Dio (e
la rivelazione) MODALMENTE si comunica alluomo ed egli lo pu comprendere non
propriamente, ma per analogia. Cio:
Mentre la conoscenza vera e propria coglie un oggetto attraverso la sua propria forma (per speciem
propriam) ovvero per mezzo di una intuizione immediata, la conoscenza analogica lo coglie (per
speciem alienam) in una forma estranea, improntata cio ad altre cose diverse da quelloggetto. Ora
per conoscere Dio noi usiamo dei concetti tratti dal mondo creato, il quale ha una certa somiglianza e
rispondenza con Lui, sua causa efficiente ed esemplare. Tale rapporto di somiglianza tra Dio e le
creature, somiglianza soverchiata dalla dissimiglianza (infinito-finito), si chiama analogia dellessere
(analogia entis) e costituisce il fondamento di tutta la nostra conoscenza naturale di Dio.
Ott, Ludwig, Compendio di Teologia dogmatica, op. cit. nella biblioteca. p. 30
DIO PUO TUTTO PERCHE NON PUO IL NULLA!
Con queste poche conoscenze di prima teologia che spero di aver chiarito, possiamo dunque
rispondere a Squilpa, il quale credo sia felice di sapere che Dio onnipotente perch pu tutto
tranne lassurdo una frase di un cristiano il quale, ritienendo ragionevole la natura di Dio, deve
sempre restare nel ragionevole nel discorrere di Dio. Ritengo essere ragionevole il cosidetto
principio di non contraddizione come credo e spero lo ritenga ragionevole anche Squilpa.
Dunque se Dio risponde alla logica per sua natura e Squilpa crede di seguire la logica quando scrive
Dio quasi onnipotente perch non pu tutto qualcuno dei due sbaglia.
Ritengo che a sbagliare sia Squilpa che da valore a ci che, NELLA LOGICA, non ha valore alcuno.
Difatti cosa lassurdo in logica? Lassurdo in logica nulla. E il non-essere, potremmo dire con
terminologia metafisica.
Faccio un esempio: un triangolo quadrato o non- per la logica di qualsiasi essere umano che
sappia cosa sia un triangolo e cosa un quadrato? Non- ovviamente. Un triangolo quadrato un
assurdo. Un triangolo quadrato non esiste. Un triangolo quadrato nulla come essere. Un triangolo
quadrato nulla.
Lassurdo nulla, appunto.
Seguitemi ora:
Se lassurdo = nulla
Potere lassurdo = potere nulla
Potere nulla = non potere

18

Dio non il suo stesso potere?


Cio in formula Dio = potere divino?
Si.
Dunque:
Se il potere di Dio pu il nulla = Dio nulla
Cio Dio non .
Dio non esiste.
Un Dio che pu lassurdo e che si comunica alluomo nella ragione contradditorio. Come tale
assurdo. Come tale nulla.
Credere ad un Dio del genere un atto di completa irrazionalit. Fattibile ovvio; ma completamente
irrazionale.
Credere al Dio cristiano invece un atto di completa razionalit. Fattibile e perfettamente
razionale.
E con questo esempio ho anche spiegato come mai noi cristiani ci permettiamo di parlare di
razionalit della fede, affermazione che suona tanto incomprensibile alle orecchie di molti atei e
agnostici estranei alla logica teologica che ci muove.
CONCLUSIONE
E dunque un errore logico dire pensare che un Dio sia onnipotente perch pu tutto, anche
lassurdo poich potere nulla sarebbe smentire lonnipotenza stessa. E unautofagia pura.
Infine Dio pu tutto, anche lassurdo era la posizione di Pier Damiani, antidialettico, il quale per
vedeva nella filosofia e nel ragionamento logico una fonte di errore di fede certo. Se ci si richiama
alla logica e si crede che questa categoria ragionevole sia propria della natura di Dio allora non si
pu che concludere, in una affermazione che solo in apparenza contradditoria come si mostrato,
che Dio pu tutto proprio perch non pu il nulla.

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Fantascienza : la Chiesa cattolica nella Quarta dimensione


By Simon de Cyrne on 26 ottobre 2013 ( 0 )

Profondit
Oggigiorno quando parliamo di quattro dimensioni pensiamo allo spazio tridimensionale dei fisici
aggiunto alla nozione di tempo: nessuno ci pensa, ma laterza dimensione una ricostruzione
intellettuale della visione stereoscopica del fatto che abbiamo due occhi per guardare e per
posizionare loggetto nello spazio, quanto al tempo in quanto dimensione unestrapolazione per
tener conto del moto. La cosa divertente che il passato non esiste pi e il futuro non ancora: la
quarta dimensione spazio-temporale proprio un discorso per essenza mitico.
Gli antichi consideravano anche loro quattro dimensioni: la lunghezza, la larghezza, laltezza ela
profondit.Le prime tre sono dimensioni esterne , mentre la quarta una dimensione interna.
Queste dimensioni non sono costruzioni dello spirito come quelle usate dai fisici, ma esprimono
lessere delle cose che sperimentiamo e sono sempre dimensioni, non relative nel senso che diamo
attualmente a questa parola, ma in relazione: una larghezza quella che ma sempre da mettere
in relazione con altre larghezze: due tavole differenti hanno larghezze differenti ma sempre larghe
sono.
Spesso sentiamo tra amici chi si lamenta della messa attuale o della Chiesa attuale e La giudica
troppo orizzontale mancante di verticalit dopo il Sacro Santo Concilio Vaticano II, oppure sentendo
il Santo Padre che La considera non abbastanza rivolta verso le periferie esistenziali si prendono di
paura perch loro capiscono che bisogna aumentarne lorizzontalit, intesa come realt a due
dimensioni , oppure altri, anchessi resi un po miopi da un linguaggio inadatto, credono che
dedicandoci alla liturgia si perda la necessaria orizzontalit che permette di raggiungere lalterit
umana.
Eppure hanno la lezione di SantAgostino: con Dio si parla di profondit, capire Dio analogo a
fare un buco profondo nella sabbia e voler metterci ll mare intero: fare un buco, non costruire un
palazzo, o creare un lago. La Gerusalemme dell Apocalisse nel capitolo 21 descritta nel senso
della lunghezza della larghezza e dellaltezza, doro, ma sono le Sue fondamenta, al numero di
ben 12, che hanno i materiali i pi preziosi : [19]Le fondamenta delle mura della citt sono adorne
di ogni specie di pietre preziose. Il primo fondamento di diaspro, il secondo di zaffro, il terzo di
20

calcednio, il quarto di smeraldo, [20]il quinto di sardnice, il sesto di cornalina, il settimo di


crislito, lottavo di berillo, il nono di topazio, il decimo di crisopazio, lundecimo di giacinto, il
dodicesimo di ametista.
Stiamo a guardare lorizzontalit o la verticalit della Chiesa e della Liturgia, stiamo a giudicare se
troppo o non abbastanza a due dimensioni, mentre in realt la Chiesa si capisce nella Resurrezione
che avviene nella profondit del Sepolcro, si mostra nel segno di Giona, cio, in primis,
dovremmo, noi cattolici, essere consapevoli della Sua quarta dimensione: la profondit,
profondit che si amplia incessantemente ad ogni Liturgia che si compie , ad ogni povero che
si incontra.
In Pace

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Progressismo fumoso
By Simon de Cyrne on 31 ottobre 2013 ( 20 )

Progressismo
Ormai i vari Gnocchi, Palmaro, Siccardi, de Mattei ed altri si sono chiaramente posizionati
fuori dalla Chiesa, lungo una traiettoria di allontanamento spesso in consonanza con la
scismatica FSSPX: il loro discorsi ed i loro fini sono ormai chiari per tutti i cattolici e, purtroppo,
non ci rimane altro che seguire levangelico consiglio di N.S. G.C. di scuotere la polvere dei nostri
calzari ed andare avanti senza pi curarci di loro.
Ma se il tradi-protestantesimo anti-cattolico romano di queste persone ed organizzazioni ormai
chiaro nella mente di tutti, purtroppo la stessa constatazione di assenza di Sentire cum Ecclesia non
per niente cos chiara quando si guarda allaltra sponda, quella dello speculare progressismo.
In fin dei conti, se da un lato abbiamo un fenomeno di pensare sclerotico, dallaltro abbiamo quello
di un pensare a-strutturato: nei due casi, il termine pensare usato qui in senso analogico, perch
non di vero pensare che si parla ma di semplici ripetizioni di slogans inquadrati nelle sottoculture
rispettive: pi un ragliare che un pensare costruito quindi.
Grazie al blog di P.Aug mi stato dato di aver accesso a tal ragliare con un testo di Christian Albini
pubblicato sul sito Viandanti che invito i lettori a leggere per ben capire i miei commenti.
La pretesa dellautore di ridare un nuovo significato al termine relativismo, in quanto secondo
lui, sequestrata dai settori pi chiusi del cattolicesimo.
Premetto che lintroduzione gi non chiara a chi la legge in quanto egli sostiene voler dimostrare
che non sia vero che credenti e non credenti siano necessariamente avversari , il che, a me,
sembra essere di una tal ovviet evangelica al punto che non vedo in cosa la sua potenziale
dimostrazione possa avere un qualunque valore aggiunto nella storia del pensiero.
Comunque, la referenza ai settori pi chiusi, giudizio apodittico per s, mostra fin dallinizio un
discorso che sar poco in relazione con il reale ma intriso di quellideologia invisa a Papa Francesco
e d il tono di tutto larticolo.
22

Comincia il suo tentativo di ripensare il relativismo: in un primo tempo ci spiega attraverso


lintervento di Zagrebelsky che si pu essere laico senza essere relativista. Per, questa non un
gran scoperta, il problema della laicit non essendo quello di essere relativista ma, al
contrario, quello di essere assolutista, come la storia lo ha mostrato fin dai tempi della rivoluzione
francese colla scia sanguinosa lasciata dai poteri laici durante tutto il ventesimo secolo e che
continua ancora oggi.
Il bravo Albini, in un secondo paragrafo, si cimenta poi a cercare le radici delle divergenze: solo, c
un piccolo problema, non ci ha spiegato quali fossero queste divergenze, tra chi e chi, tra i credenti
ed i non credenti, o tra relativisti e gli assolutisti, o tra i chiusi e gli aperti, o tra i nichilisti e gli
eticisti, prima di voler cercarne le radici. Cerchiamo per, lo stesso, di seguire il suo pensiero
anche se non definito nelle sue premesse esplicite.
Si chiede perch non ci sia sintonia tra chi ha differenti concezioni etiche differenti rispetto linizio e
la fine della vita e vi risponde (non ridete) : Bisogna avere laccortezza di chiedersi se questa una
divergenza che nasce da una negazione della vita e della famiglia, o piuttosto da una differente
concezione del bene. Cio presso chi? Conosco laici che danno molta importanza alla famiglia e
alla vita e infatti lo stesso Albini lo afferma poco dopo ricordando che il nichilismo effettivamente
compartito da pochissimi atei e non-cattolici. Ancora una volta non si vede quale sia loggetto di
questo articolo, cosa esso voglia dimostrare, parlandoci adesso dei nichilisti (assimilati a chi?).
Viene poi con un giudizio apodittico, interessante, ma tutto da dimostrare, che i fondamentalisti
sarebbero nichilisti in quanto dividono il mondo in due: questo centra con il discorso precedente
come i cavoli alla merenda.
E chiude il paragrafo chiedendosi se sostenere posizioni sulla vita e famiglia altre che quella della
Chiesa sia essere sostenitore di un male o se non fosse, semplicemente, una differente concezione di
un bene o differente attuazione dello stesso bene. Notate amici, che questa frase non in relazione
logico-dimostrativa con tutto quel che egli scrive precedentemente: semplicemente una domanda.
In fin dei conti, la tesi che lui vorrebbe dimostrare, ma che ci presenta, indebitamente, dimostrata
dal suo precedente sproloquio, in realt non attinente neanche al soggetto.
Albini ci porta poi un paio di esempi, alla moda: il primo quello di una relazione omosessuale
caratterizzata da fedelt e dedizione che sarebbe un bene e di cui riconoscerne il bene non
significherebbe negare il matrimonio.
Lo so, tale livello di impreparazione fa ridere, ma il risultato dellincultura e dellassenza di
pensiero costruito e razionale. In effetti, mai un atto cattivo o immorale non ha un attrattiva di
bene per il soggetto che lo compie: avere unamante in pi della moglie certamente un bene sotto
un certo punto di vista, ed essere fedele e dedicato allamante cosa che potrebbe essere vista come
buona, seguendo questo ragionamento e allora potremmo dire che avere amanti ai quali essere fedeli
non significa negare il matrimonio.
Unazione immorale quando si sceglie un bene minore ad uno maggiore: ma sempre di beni si
tratta. Infatti, se fedelt e dedizioni sono un bene, un bene ancora pi grande vivere la propria
sessualit secondo la propria natura umana che sempre eterosessuale in quanto fine alla
procreazione della specie: nel caso secondo natura fedelt e dedizione aiutano alla realizzazione della
propria natura, mentre nel caso contro la natura della specie le stesse fedelt e dedizione avvinghiano
sempre di pi chi vi sottomesso a schiavit contro-natura. Nel primo caso fedelt e dedizione un

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processo di libert nel pieno esercizio del propria natura, mentre nel secondo diventa un processo di
schiavit.
Laltro esempio dato quello delleutanasia presentando il solito leit-motiv come essendo une bene e
non capendo ancora una volta che limmoralit di un atto non nel fatto che si sceglie un male
in s ma nel fatto che si sceglie un bene scadente quando si deve sceglierne uno migliore: chi
decide di ammazzare il vecchio padre per diminuire i costi e per rispetto della dignit umana, di certo
non vuole fare un male in s, ma di certo fa il male in quanto decide di far passare un bene
superiore, la vita ( e lamore che la deve accompagnare e che spesso esige sacrificio) dopo un bene
inferiore.
Non avendo dimostrato niente il Nostro chiude apoditticamente dicendoci che qui non siamo in un
permissivismo senza freni e quindi non siamo relativisti e il problema etico va da essere risolto
nellincontro: in realt, quel che egli ci dice che chi non daccordo con la Chiesa non per
forza un immoralista. Il che tutti gi sapevamo.
E qui, ci cascano le braccia, il Sig Albini dovrebbe sapere che ci sono due forme di relativismo
rispetto alle categorie da lui usate: quel relativismo che non accetta nessuna regola oggettiva ed il
relativismo che non accetta che ci sia una gerarchia tra beni oggettivi. Dire non sono relativista,
perch credo che ci siano valori, ma la priorit tra i valori sono io che li decido , direi che
proprio la definizione stessa di relativismo!
Il Sig. Albini gi dovrebbe studiare un po di etica e sapere che tra una posizione relativista ed una
assolutista, tra una teleologica ed una deontologica c la posizione oggettivista che tiene conto della
situazione reale e che va da essere considerata dalla ragion pratica e non da quella speculativa, alla
luce del bene comune e dello sviluppo delle virt di ciascuno.
Insomma, siamo in presenza del solito pensiero progressista informe, contraddittorio, di un
discorso che si definisce nella propria autoreferenzialit dove la verbosit funge da surrogato alla
logica e dove le preconcezioni rimpiazzano i fatti.
Purtroppo di questo si nutrono i nostri fratelli separati nel progressismo e questo li rende chiusi
agli altri dietro uninvalicabile muraglia cinese di verbosit ideologica impaurita dalla realt:
abbiamo visto che questo modo di separazione stato definito dallo stesso SIg Albini,
nichilismo
In Pace

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Critica alle critiche di Tommaso alla prova ontologica di Anselmo dAosta


By minstrel on 29 novembre 2013 ( 22 )

la necessit di non essere quadrato


Lultimo dialogo di Simon, strepitoso, mi ha ricordato una bellissima lezione (reperibile su web) di
Padre Barzaghi OP dedicata alla prova ontologica di Anselmo dAosta e alle critiche che fece a
questa Tommaso dAquino.
PREMESSA.
Tratto in questo breve post della prova ontologica secondo quanto proposto da Anselmo stesso. Oggi
tale prova ancora studiata e perfezionata da filosofi del calibro di Plantinga, il quale si chiede se
possibile comparare esseri esistenti con esseri non-esistenti.
Tralasciamo questo ambito modale di studio e fiondiamoci nel medioevo per un ripasso di Anselmo,
per ascoltare le critiche di Tommaso e tentare di criticarlo!
Scusi Maestro!!!
La prova di Anselmo celeberrima: tratta dallopera Proslogion una delle prove pi semplici (e
come tale anche pi efficace) perch composta da una frase secca e nitida per tutti: quando lo stolto
(lateo) dice che Dio non esiste si contraddice poich quando egli pensa Dio pensa necessariamente
allessere di cui non si pu pensare il maggiore e se un tale essere non possiede lesistenza
tuttaltro che il maggiore. Per cui richiamare un simile ente e dire che non esiste una
contraddizione.
E come se uno vi dicesse ad alta voce: io non sto parlando!.
Amen. Tutto qui? Tutto qui (dici poco).
Questa prova viene definita ontologica perch si basa su ci che E Dio!
Da subito tale strada ebbe delle critiche, la prima famosa venne da Gaunilone, frate appartenente
allo stesso ordine di Anselmo.
Altre critiche piovvero in ambito cristiano-cattolico, le pi dure da affrontare furono quelle di
Tommaso.

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Eccole qui:
1) CRITICA STORICA.
La definisco io cos perch mi sembra nasca dalla conoscenza che oggi definiamo storica di quel
che Tommaso sapeva di quanto pensavano i vecchi filosofi della grecia antica. San Tommaso infatti
dice: Non vero che tutti ritengono che Dio sia lessere di cui non si pu pensare il maggiore. Ad
esempio i presocratici pensano a Dio come Acqua oppure come fuoco
Prima demolizione parziale: allora come mai anche tu, caro il mio Tommaso, mi concludi le tue vie
con e questo TUTTI dicono Dio?
Resta in piedi in effetti la consapevolezza storica che i presocratici ritenevano fosse il fuoco, lacqua
(o il numero come Pitagora) larch di tutte le cose. Ma erano affermazioni in primis mancanti della
rivelazione cristiana con Dio quale Creatore e precede di molto lintuizione di essere come
formulata dal grande Parmenide. Oggi diremmo che un paragone azzardato che non tiene conto
delle caratteristiche stesse della scienza storica a cui si richiama per la critica.
2) CRITICA LOGICA.
San Tommaso comprende al volo la difficolt di passare tramite ragionamento dalla logica
allontologia (Kant mio, non hai inventato niente). Dice cio: anche ammettendo che Dio sia PER
TUTTI lessere di cui non si pu pensare il maggiore, questo non consegue necessariamente che
tale essere, Dio appunto, esista!
Tommaso dunque esplica che Anselmo dimostra soltanto questo: SE Dio esiste, allora esiste
necessariamente; ma non pu dimostrare il contrario!
Poniamo questo esempio: se penso ad un triangolo esso necessariamente avr la somma degli angoli
interni di 180. Ma non detto che tale triangolo esista! Se esiste, necessariamente avr questa
somma. Ma si chiede Tommaso una necessit logica ha necessariamente riflesso nellessere?
E da ora facciamo finta di parlare direttamente al nostro carissimo Maestro:
Demolizione dellargomento: scusi signor Tommaso, ma chi di noi non abbisogna di necessit
logiche per creare qualsivoglia prova o argomento? Ad esempio anche lei usa una necessit logica
per creare le tue bellissime vie!
Esempio concreto: ammettendo (perch oggi gli analitici ci stanno studiando su) limprocedibilit
allinfinito della sua prima prova, questa improcedibilit forse un dato di fatto? No! E unesigenza
logica posta come vera dallessere e dal senso comune.
Dunque perch devo accettare questa sua necessit logica e non un altra che necessariamente, per
forza direbbe Telesforo, mi prova lesistenza dellessere che E lesistenza?!
Lo sa Maestro che alcuni hanno superato questa difficolt semplicemente ritenendo che lessere non
possa essere antingibile? Si, si Kant e con lui tutta la modernit postcartesiana ritiene infatti che il
pensiero non pensa lessere, cio appunto che lessere non attingibile dal pensiero.
Gente che per pensare che lessere non sia attingibile dal pensiero deve, appunto, PENSARE che
quellessere sia fuori dalle idee.
Ma come possibile non attingere con il pensiero ad una cosa che, per comprendere che non
posso attingerne, la devo pensare con il pensiero stesso?
Non lo so Maestro Tommaso, non lo so proprio come facciano, per loro dicono che cos

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Teologia del corpo, omosessualit, matrimonio: qualche linea guida.


By minstrel on 4 marzo 2014 ( 40 )

il PENSATORE!
Prendendo spunto da una serie di splendidi commenti apparsi nei posts dedicati al Sinodo della
famiglia, ho cercato alcuni approfondimenti circa la bomba ad orologeria (Weigel) che risponde al
nome teologia del corpo secondo il beato Giovanni Paolo II; approfondimenti che ho voluto
inserire in una ricerca pi ampia che non tralasciasse alcuni modi di intendere tale teologia da parte
intuizioni filosofiche di stampo husserliano.
UN BLOG DEI BLOGS INUSUALE
Non sono in grado in questo momento di formare un pensiero personale al riguardo poich mi sono
avvicinato a questo aspetto teologico da pochissimo, grazie ai commenti apparsi su questo blog il
quale si sta configurando come un vero e proprio dono pi per noi autori che per voi lettori.
Durante la prima ricerca di fonti, ho reperito su web molte ottime risorse per cominciare un percorso
personale di comprensione di questi aspetti cos fondamentali oggi. Questa settimana dunque,
anzich il solito escursus web blog dei blogs, alla caccia di soliti sospetti, preferisco restare sul
pezzo e condividere con voi queste prime scoperte.
La teologia del corpo del beato Giovanni Paolo II espressione di una erotica completamente
ascritta ad una teologia cristiano-cattolica, atta a parlare alluomo contemporaneo. Per prima cosa
dunque comprendere in quali linee guida si inserisce tale riflessione teologica. Cio: quali sono le
ultime riflessioni valide che hanno cambiato il modo di intendere lamore negli uomini?
Ma calma e sangue freddo. Dobbiamo parlare di amore. Dunque dobbiamo comprendere dove si
mossa la filosofia contemporanea intorno a questo concetto.
AMARE OGGI? LA FENOMENOLOGIA
Una breve ricerca e scopro che queste ultime sono ritracciabili nella cosidetta fenomenologia
dellamore di Max Scheler e Dietrich Von Hildebrand, filosofia fenomenologica di stampo
Husserliano.
Un bel guazzabuglio da sbrogliare (almeno quanto questa mia ultima frase).
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Ecco come ho proceduto: Polymetis durante una discussione con Trianello su un forum parl di
Husserl e della fenomenologia come filosofia che gli permette di accettare senza alcun problema, da
filosofo cattolico, le unioni omosessuali. Parto da qui per capire cosa si intende per amore oggi.
Dal Dizionario critico dei termini filosofici di Antonio Livi apprendo che Fenomenologia ha, al
solito, diverse accezioni. Quella che ci interessa a noi la terza, che Livi individua essere di tipo
soggettivo (come procedimento logico di indagine), e allora per f. si intende lo studio dei
fenomeni secondo un certo metodo, quello idealistico di Hegel (Phnomenologie des Geistes) o
quello neocartesiano di Husserl, che tenta una reiner Phnomenologie [= f. pura], o quello
antropologico di Heidegger, che elabora una f. del Dasein
Molto bene, dunque Husserl di stampo neocartesiano. Mmmmh vado avanti e cerco come
lavorano questi filosofi, cio cerco il loro metodo. E scopro che in effetti esiste il metodo
fenomenologico ascrivibile ad una sistematica filosofica antropologica. Scopro che tale metodo
durante il Novecento ha arricchito notevolmente lantropologia con nuove nozioni, come quella della
simpatia (Max Scheler) e quella della empatia (Edith Steiln).
Mi soffermo sul primo, vado alla Treccani e scopro che Scheler supera il formalismo morale di Kant
dando ai valori un contenuto a priori originario del sentire umano e compie una intuizione
importante: mettere al centro della sua filosofia la concezione dellamore come rapporto essenziale
della persona umana con il Dio-persona. Scheler fu discepolo di Husserl in persona, insieme ad una
serie di altri filosofi poi divenuti importanti: A. Reinach, H. Conrad Martius, A. Pfnder, Edith
Stein. Fra di loro scorgo il nome di un teologo cattolico: Dietrich Von Hildebrand. Scatta
approfondimento dobbligo.
Termine di ricerca su Google fondamentale: concezione hildebrandiana delluomo
Ed ecco i risultati che ho scovato, metto a disposizione e mi legger con calma.
Paola Premoli Uomo e relazione: antropologia filosofica di Von Hildebrand
Paola Premoli? E allora: academia.edu!
Paola Premoli Felicit, bene e amicizia. Von Hildebrand legge Aristotele.
Ecco, cos almeno ho un sunto gratuito! Cosa si intende per leggere Aristotele. Presumo il ritorno
alla persona di tipo cristiano secondo lileomorfismo aristotelico-tomista. Infatti lantropologia
oggi risente di un abbandono di questo concetto fondamentale per la comprensione di cosa sia
luomo! Prendo sempre dal dizionario critico di Livi (pag. 292-295):
La nuova psicologia scientifi ca di tipo positivistico si propose invece di prescindere da ogni
differenza tra anima e corpo, eliminando il problema delle cause ultime dellagire umano per
rimanere nelle descrizioni dei fenomeni empirici e alla loro spiegazione immediata. [...]
La psiche, che come abbiamo detto vuol essere sinonimo di anima, viene spesso scambiata con un
altro termine che modernamente anchesso privo di connotazioni metafi siche: il termine mente,
in uso anche nelle lingue neolatine per infl usso dellinglese mind; da questo uso linguistico
derivano problemi come ad esempio quello dei rapporti mente/corpo (the mind/body problem),
che sostituisce il problema classico dei rapporti anima/corpo. Questo problema ha dato luogo, nel
corso dei secoli, a tanti termini specifici della antropologia. Uno di questi il termine dualismo,
che vuole indicare quella dottrina fi losofi ca nella quale luomo concepito come il punto
dincontro di due sostanze diverse, in qualche modo unite tra loro ma di origine del tutto diversa e
destinate a una diversa sorte finale. [...]
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Il termine contrapposto adualismo il termine schiettamente aristotelico di ilemorfi smo, ossia


la concezione dellanima come [morph (= forma)] del corpo; in questa concezione, dunque,
non esistono di per s n lanima n il corpo, ma esiste luomo. [...]
solo con ladozione delle categorie metafisiche aristoteliche che la filosofia cristiana raggiunge un
perfetto equilibrio teoretico nella sua concezione antropologica: Tommaso dAquino, infatti,
ricostituisce lunit della natura umana sulla base aristotelica dellilemorfismo, e riesce a
elaborare anche la giustifi cazione metafisica dellincorruttibilit dellanima umana, che pur
essendo destinata per natura a essere forma del corpo pu sussistere anche separata dal corpo
in quanto dotata di una sua propria sussistenza.
Dunque ecco un primo punto fermo: il dualismo postcartesiano ha portato alla ricerca di soluzioni
similari allileomorfismo, ma tutte precarie e inconsistenti. A queste scemenze filosofiche risponde
lottocento in modo opposti: lidealismo cristiano di Hegel, lidea del singolo di Kierkegaard, la
rinascita del tomismo (deo gratia) e infine la fenomenologia.
DALLA FENOMENOLOGIA A QUEL FENOMENO DI GPII!
Dunque la teologia del corpo di Giovanni Paolo II si insinua queste riflessioni e cerca di scardinarle,
superarle, ripensando in senso cattolico le conquiste filosofiche della fenomenologia, elaborando
una riflessione sistematica su un tema che solo in questi ultimi anni stato percepito in tutta la sua
centralit, e cio come rendere nuovamente udibile la visione cattolica dellamore umano
proveniente dalla rivelazione cristiana a un mondo che pare averne smarrito il senso profondo.
Ma chi sto citando? Scopertona presso Academia.edu:
Giacomo Coccolini Teologia del corpo in Giovanni Paolo II
E una breve, succinta e chiarissima somma (datata 2013!) di quello che intende essere questa
teologia. Analizza in breve i tre punti centrali (matrimonio, verginit, procreazione) mediante una
comprensione dellessere umano in quanto tale.
Cito dalla fine del breve illuminante articolo:
il matrimonio ha un valore sacramentale in quanto dice un riferimento profetico allunione di
Cristo e della sua Chiesa, per cui esso Afferma Giovanni Paolo II in riferimento al capitolo 5 della
lettera di Paolo agli efesini come sacramento primordiale, viene assunto ed inserito nella
struttura integrale della nuova economia sacramentale, sorta dalla redenzione in forma, direi, di
prototipo [...] E il linguaggio del corpo che qui viene ricercato il fondamento, perch per la sua
intima struttura, latto coniungale, mentre unisce profondamente gli sposi, li rende atti alla
generazione di nuove vite, secondo leggi iscritti nellessere stesso delluomo e della donna.
Sembra di leggere Simon!
Altri contributi chiari e semplici li ho reperiti su questo blog dedicato alla pastorale, autore ahim
sconosciuto chiamato borgosotto, ma di contenuti perfettamente cattolici. Prova ne una breve
riflessione sullomosessualit.
CONCLUSIONE CIRCOLARE: GLI ARGOMENTI DEI PROGRESSISTI
Ma tornando allinizio dopo tutto queste nuove consapevolezze, come fa un Polymetis, quale filosofo
e insieme cattolico e insieme antitomista (diventato a suo dire dopo un percorso da tomista
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convinto!), ad accettare lomosessualit? Che metafisica segue dunque? Copio dal forum gi citato
una parvenza di risposta: pu aiutarci a comprendere quali sono gli argomenti dei teologi morali che
spingono verso un superamento di quanto finora espresso dal Magistero ordinario e straordinario
della Chiesa. In breve: una metafisica post-Husserliana che prevede che il tomismo, con le sue
categorie cardine di potenza e atto, sia bello che defunto. Ma vero? Lascio la domanda a voi.
Trianello ha scritto: Invece io sostengo che i concetti di sostanza ed accidente (affondando le
proprie radici in quello che viene detto senso comune, sul tema J. Haldane, A Thomistic
Methaphyscs in The Blackwell Companion to Methaphyiscs, pp. 87-109) siano irrinunciabili onde
pensare coerentemente il mondo. Ma non questo il luogo dove poter difendere una tale tesi.
Gi, il luogo rende impossibile discutere di tale tesi, ma visto che Trianello ha dato della
bibliografia ed un utente la chiedeva, posso dire a ministrel che la mia bibliografia banalmente
tutta la filosofia europea dopo il 600. Trianello certo non ti vorr celare di appartenere ad una
setta di minoranza, e che se provi ad andare in un dipartimento di filosofia odierno mettendoti a
parlare di sostanza ed accidenti potrebbero guardarti strano, come se tu fossi un forsennato.
Non che ovviamente sia impossibile che tutta la civilt occidentale prenda un abbaglio: la
maggioranza non un criterio di verit. Tuttavia, se vero che essere in molti non significa avere
ragione, tuttavia il fatto che una tesi sia minoritaria dovrebbe far s che sia impossibile usarla in
maniera gratuita in un dibattito come fosse una premessa ovvia e scontata. Quanto pi una tesi in
discredito, tanto pi essa andrebbe dimostrata prima di utilizzarla in un dibattito. Ma Trianello ci
tiene a precisare che non vuole discutere a partire da questo presupposto, e che egli avrebbe
argomentato in maniera diversa, quindi non il caso di insistere. Sebbene io invece veda
chiaramente che una distinzione tra fattori primari di sterilit, e fattori secondari, non altro che un
tentativo camuffato di reintrodurre la vecchia distinzione tra essenza ed accidenti non essenziali. C
poi unaltra coppia terribile, che speravamo fosse finita nel dimenticatoio, perch davvero non
significa nulla, e che ancora continua ad alimentare la teologia cattolica. Ecco ad esempio come un
professore cattolico spiega, ricorrendo alla potenza e allatto aristotelici, il perch sarebbe lecito
far sesso nella menopausa della donna:
Dio stesso, che Creatore della natura, ha voluto che nella donna esistessero dei periodi di non
fecondit: i coniugi che, per seri motivi, esercitano la sessualit durante i naturali periodi infecondi,
fanno uso di una disposizione naturale voluta da Dio. Essi non peccano, come non peccano i coniugi
che esercitano la sessualit dopo la menopausa della moglie, quando il materiale procreativo della
donna gli ovuli terminato. La finalit procreativa, in questi casi, resta potenzialmente intatta:
resta potenzialmente presente e nella disposizione naturale della donna e nelle stesse intenzioni dei
coniugi che, se le circostanze lo consentissero, darebbero origine ad una nuova vita, facendo
passare la capacit procreativa dalla potenza allatto. (Bruto Maria Bruti)
Si tratta di deliri. Non c alcuna potenza che si possa tradurre in atto nel periodo infecondo, n
tanto meno nella menopausa. Ogni cosa ci che , e un periodo sterile un periodo sterile, non un
periodo potenzialmente fecondo, ma solo in potenza Queste formule non hanno alcun significato, e
sarebbe il caso si trarre la debita conseguenza che se il sesso solo in vista della procreazione, fare
sesso durante periodi infecondi dovrebbe essere proibito. Si fa sesso in un periodo sterile sapendo
perfettamente che non si concepir e dunque, non forse questa una dichiarazione che si ritiene
valido quellatto, e moralmente elevato, anche a prescindere dalla potenzialit procreativa, che
infatti sappiamo bene presente?
Bisogner dunque arrivare, visto che come stanno cos le cose non hanno senso, ed anzi, per
reggersi in piedi si basano su cose inesistenti come latto e la potenza, giungere ad un pieno
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riconoscimento della validit dellatto sessuale, a prescindere dalla fecondit del medesimo, vale a
dire che si arriver senzaltro a riconoscere che la funzione donativa e comunicativa dellamore tra
i coniugi pu esser buona anche considerata in se stessa, anche perch la procreazione, dopo
Darwin, non pu pi essere considerata un fine del rapporto sessuale, in quanto i fini in natura non
esistono. Potr essere un fine posto dalluomo, se ci tiene, senza che ci precluda la bont dellatto
sessuale che voglia prescindere dalla procreazione. Paolo VI nelle Humanae Vitae scriveva Questi
atti non cessano di essere legittimi se, per cause indipendenti dalla volont dei coniugi, sono
previsti infecondi, perch rimangono ordinati ad esprimere e consolidare la loro unione. (HV 11)
Qui ovviamente Paolo VI parlava di atti nei periodi infecondi dei coniugi etero, ma in queste parole
si pu leggere in filigrana il meccanismo che, tra qualche anno, scardiner inesorabilmente le
resistenze di quella morale che invece vuole laspetto comunicativo del matrimonio solo come
secondario, e sottomesso al fine primario della procreazione, con linesorabilmente conseguenza,
che i documenti del magistero si vergognano di dedurre, che dunque anche gli atti sessuali tra
coniugi fatti nella menopausa della donna mancano il loro fine primario.
Lintera risposta di Polymetis pu aiutare a tracciare il quadro generale dove si muovono alcuni
teologi morali come Giannino Piana.
Concludo con gli scan messi dallo stesso Polymetis del libro di J. McNeill La Chiesa e
lomosessualit pp. 85-91 nei quali si sviluppa il discorso biblico non c dunque nessun esplicito
accenno al fatto che la sregolatezza di Sodoma e Gomorra sia nellomosessualit. Argomento
correlato a quello di questo post.
Gi da questo breve sunto non si pu che constatare comunque che la teologia del corpo, con
relativo magistero, dovr essere assolutamente citata nel Sinodo che verr; aggiungo che forse
sar proprio il Sinodo a comprendere pienamente tutto ci che il grande contributo di questo Papa
Beato ha donato alla Chiesa nella riflessione continua sulla rivelazione che luomo compie durante il
suo cammino.

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La Buona Novella asimmetrica


By Simon de Cyrne on 7 marzo 2014 ( 24 )

Il Giovane Ricco di Mc 10,17-22


Prologo
Definizione di guerra asimmetrica: un conflitto in cui le risorse dei belligeranti sono diverse
nellessenza e nel combattimento, interagiscono e tentano di sfruttare le debolezze caratteristiche
del rispettivo avversario ( da Wikipedia)
Introduzione
Dialogando con alcuni carissimi utenti del blog mi sono reso conto di un immenso qui-pro-quo
culturale che mina la comprensione di cosa sia la Buona Novella e quale sia la sua articolazione colla
Morale. In un blog si cerca sempre di trovare un linguaggio chiaro e semplice evitando, finch si
pu, di renderlo troppo accademico, perci vorrei proporre lesempio che discutiamo questi giorni,
circa i divorziati risposati come caso per dimostrare lesistenza di queste confusioni ambo
semantiche e semiotiche e cercare di contemplare assieme cosa questa articolazione implichi.
Nel quadro delle religioni dette naturali, la relazione agli dei implica una gestualit sacra a loro
propria, luomo pio colui che onora gli dei come conviene loro, secondo tradizioni pi o meno
stabilite: onorare il dio celebrare la sua particolare liturgia. Certo, a volte, un Ulisse pu adirare gli
dei ma costoro, in generale, hanno poco interesse nel comportamento morale dellumano quanto
piuttosto nel fatto del suo essere pio. Ladoratore d al dio quel che gli spetta ed in cambio chiede la
soddisfazione dei proprio bisogni. Il problema della felicit delluomo non tanto un problema
religioso quanto piuttosto quello della filosofia, per la quale letica larte della ricerca di questa
felicit. Alcune religioni orientali sono religioni atee, nel senso in cui esse offrono il cammino verso
la felicit, o per lo meno verso lassenza di infelicit, anche attraverso rituali e attivit sociali comuni
ma senza deit. Se guardiamo allIslam, il problema della felicit si risolve nella volont di al Lah,
senza alcun bisogno di razionalit da parte di questi, n di un oggettivo comportamento virtuoso da
parte dei seguaci a parte il fatto di sottomettersi ai famosi cinque pilastri: cio anche nellislam, un
po come presso i pagani, la ritualit sociale risolve la relazione con la deit. Presso gli ebrei la cosa
diventa un po complessa: per piacere al Signore bisogna comportarsi bene e sottomettersi alla
Legge, in una relazione di tipo deontologica, la quale Legge trova il suo culmine, ancora una volta,
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nella ritualit quotidiana e personale come anche in quella sacerdotale e sociale che si sviluppa nel
Tempio. In teoria di management moderno, parleremmo appunto di stile di management
transazionale come caratterizzante queste relazioni simmetriche tra il dio ed il suo seguace.
Capitolo Primo: Buona Novella
Nel caso del cattolicesimo, ci troviamo di fronte a qualcosa di completamente diverso: ci data una
Buona Novella, il Kerygma e lincontro reale e personale, anche se mediato dalla Chiesa,dai nostri
fratelli in umanit e dalla Creato tutto, con la Deit. Il cristianesimo, non , a propriamente parlare,
una religione: non propone una ritualit che piace alla Deit e neanche una serie di regole e
regolamenti per non dispiacere la stessa autorit, non ci offre nessuna filosofia per non essere infelici
e non ci detta nessuna condotta per non essere condannati dal Dio. In questo senso la Buona Novella
del Cristo completamente sconcertante per lumano e questo probabilmente firma la sua origine
divina. Nella Buona Novella cristiana, il rito compiuto dal Dio, lincontro con Esso avviene
realmente indipendentemente dai regolamenti e le liturgie, ci mostra come giungerLo: tutta
liniziativa asimmetricamente del Dio che non aspetta nulla in cambio, in quanto ha gi tutto
ricevuto dal Sommo Sacerdote una volta per tutte.
In un senso, per lo sguardo del filosofo, questo perfettamente coerente: il Bene, il Bello, il Vero
non hanno bisogno di quel che si oppone loro per definirsi e porsi nellEssere, mentre invece, il male
, il brutto ed il falso devono sempre rifarsi ai Primi per definirsi, in quanto Ne esprimono lassenza,
totale e/o parziale. Questa la radice dellasimmetria ontologica: strictu sensu, il male, il brutto ed il
falso non esistono per s ma son solo una invenzione semantica che cerca di esprimere minori
perfezioni di bene, bello e vero.
Capitolo Secondo: Asimmetria
Non c un comportarsi bene che salvi o che renda felice nel cristianesimo, non c un saper fare
liturgico che ci rende gradevole alla Deit, non c una regola o un insieme di regole che ci
giustifichino: niente di tutto ci. C solo il Dio che prende liniziativa di incontrare luomo ed
questo incontro che beatitudine, giustizia, verit, giustificazione, liturgia.
Ad illustrare questo c la famosa parabola di Ges con il giovane ricco, ad esempio in Mc 10,17-22.
Maestro buono, che cosa devo fare
per avere la vita eterna?. Ges gli disse: Perch mi
chiami buono? Nessuno buono, se non Dio solo.
Tu conosci i comandamenti: Non uccidere,
non commettere adulterio, non rubare,
non dire falsa testimonianza, non frodare,
onora il padre e la madre.
Ecco, la Bont solo di Dio, vivere di questa bont, cio avere la vita eterna, ha luogo nellincontro
con Cristo, solo questo pu risolvere il desiderio del giovane ricco di vita eterna. Uccidere,
commettere ladulterio, frodare sono mali, cio sono diminuzioni della Bont di Dio ma le leggi che
li impediscono, cio non uccidere, non commettere adulterio, non frodare non esauriranno mai
lincontro con Cristo, che, Solo, d la vita eterna: la deontologia non salva di per s perch non sar
mai altro che casistica: la legge sar sempre asimmetrica rispetto allincontro. Infatti Cristo ama il
giovane ricco per aver osservato tutte, ma proprio tutte, le leggi, per lincontro con Lui trascende
codeste sebbene senza contraddirle:
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Una cosa sola ti manca:


v, vendi quello che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro
in cielo; poi vieni e seguimi.
Ecco, non la guerra asimmetrica, ma la Pace asimmetrica: Cristo non dice che non importante
seguire tutte le leggi, anzi sottolinea che seguire tutte le leggi ci vale il Suo amore, ma incontrarLo
qualcosa di pi che rompe la simmetria legalista ed lincontrarLo che d la vita eterna.
Capitolo Terzo: Applicazione
Le coppie che vivono della Buona Novella, vivono di questi due piani di simmetria e di asimmetria
al contempo, che ne siano pienamente coscienti o no, quando ci sono gioie e quando ci sono croci.
Nella coppia sacramentalmente sposata non si parla di regole, di comportamenti giusti o sbagliati, di
deontologia, dei dieci comandamenti o altro: vi si parla qui dellincontro reale tra gli sposi con il
Cristo nella loro Chiesa domestica, che, come Chiesa, riceve il Cristo stesso come dono.
Questa la Buona Novella che ci annuncia la Chiesa circa il matrimonio.
Ma luomo vecchio, come lo chiama San Paolo, ha molta difficolt a relazionare asimmetricamente e
direttamente con il Bene, il Bello ed il Vero , come nel caso del giovane ricco: gli pi consono
capire queste categorie, riducendole ad un livello simmetrico, come essendo il non male, il non
brutto, il non falso, il che non errato ma non esplicita la totalit e lessenza dei primi tre. E
guardando il non male , dir che non bisogna essere adulteri, che non bisogna impedire la
fecondit, che non bisogna lasciare lo sposo in difficolt da solo, eccetera: questa ricerca di
simmetria ha bisogno di un decalogo, di una deontologia, che non sono errati, anzi, sono necessari,
ma non possono intrinsecamente circoscrivere cosa sia il Mistero del Santo Matrimonio che Vita di
Cristo.
Quando si considera la problematica del divorziato risposato, si tende a porsi a livello di persone che
non vivono pi, se mai hanno vissuto, quella Buona Novella del Santo Matrimonio: il loro mondo
reale ridotto dunque a quel che si fatto di male nel passato e nel presente e la loro semantica,
come anche quella di chi cerca di interagire con loro, tende ad essere una semantica di tipo
deontologico, quella delluomo vecchio. Non sei stato fedele, non hai aiutato il tuo coniuge, non hai
lasciato la porta aperta alla vita, etc.
E qui si capisce, il dilemma delle discussioni che hanno avuto luogo in questi giorni: il Card. Mller
ci ricorda e ci annuncia la Buona Novella sul Matrimonio mentre il Card. Kasper e Mariadaga
restano a livello di messa in discussione della deontologia, volando a filo colle margherite,come
soffocati nella simmetria, notando, con una certa giustezza, bisogna ammettere, quanto questo
discorso sia insufficiente , per non capiscono che questo loro approccio non sufficiente
semplicemente perch non pu, intrinsecamente, rendere conto della pienezza e della specificit della
Buona Novella di Cristo sul Santo Matrimonio ma, erroneamente, vogliono cercare di reinterpretare questUltima alla salsa del pensiero mondano occidentale contemporaneo non
rispettandone pi il Mistero, come schiacciando la divina asimmetria contro la troppo umana
simmetria.
La Misericordia di Dio, tanto ricercata, rileva della Buona Novella stessa ed asimmetrica, mentre
la giustizia ecclesiastica (per fare molto semplice) di quello della discussione deontologica
simmetrica: adattamento di questultima deve avvenire nel quadro di una maggiore assimilazione
della Buona Novella sul Matrimonio e non per via di un adattamento di Questa alla casistica e
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alla giurisprudenza, ma, al contrario, adattando le umane simmetrie allasimmetria evangelica.


Cio la prima tappa capire meglio cosa sia il Santo Matrimonio eppoi adattare la legislazione a
questa pi profonda comprensione: non il contrario. Ad esempio, se si implica che la fede
strumentale per la validit del sacramento, allora la legislazione pu richiedere la sua dimostrazione
o a contrario usare la sua assenza per dichiararne la nullit. Altro esempio: se si conclude che un
cammino vocazionale specifico , allora obbliga un discernimento particolare della Chiesa locale, ma
pu forse aprire nuove strade per dei matrimoni non vocazionali ma secondo la sola natura.
Dallapprofondimento del Mistero possono sorgere nuove vie canoniche e pastorali, ma non dalla
riduzione e deformazione di Questo. Il fatto stesso che il Card. Kasper non sia stato capace nella sua
prolusione di stabilire un nesso tra la teologia del matrimonio da lui presentato e le sue proposte
indicativo del fatto che i due aspetti sono tuttora sconnessi.
Conclusione: Asimmetria della Chiesa Domestica.
Aldil degli esempi portati, la contemplazione del Santo Matrimonio ci indica che codesto Chiesa
domestica nel senso proprio dellaccezione del termine. Quel che interessante che il luogo
privilegiato dellincontro del Cristo con il marito, la moglie ed i figli. E cosa ci dice Lumen Gentium
sulla Chiesa? cos pure la Chiesa circonda daffettuosa cura quanti sono afflitti dalla umana
debolezza, anzi riconosce nei poveri e nei sofferenti limmagine del suo fondatore, povero e
sofferente, si fa premura di sollevarne la indigenza e in loro cerca di servire il Cristo la
Chiesa, che comprende nel suo seno peccatori ed perci santa e insieme sempre bisognosa di
purificazione, avanza continuamente per il cammino della penitenza e del rinnovamento Dalla
virt del Signore risuscitato trae la forza per vincere con pazienza e amore le afflizioni e le
difficolt, che le vengono sia dal di dentro che dal di fuori, e per svelare in mezzo al mondo, con
fedelt, anche se non perfettamente, il mistero di lui N la divina Provvidenza nega gli aiuti
necessari alla salvezza a coloro che non sono ancora arrivati alla chiara cognizione e
riconoscimento di Dio, ma si sforzano, non senza la grazia divina, di condurre una vita retta. Poich
tutto ci che di buono e di vero si trova in loro ritenuto dalla Chiesa come una preparazione ad
accogliere il Vangelo e come dato da colui che illumina ogni uomo, affinch abbia finalmente la
vita.
Allora perch non estendere questa riflessione della Lumen Gentium sulla Chiesa universale a quella
Chiesa particolare che la Chiesa domestica, anche quando umanamente parlando fallita? Perch
non cercare di vedere nella natura intrinsecamente differente nella sua asimmetria il sacramento
sempre oggettivamente valido del primo ( e solo) matrimonio (sacramentale) quel che svela in
mezzo al mondo anche se non pi perfettamente lincontro con Lui, dove il non pi
perfettamente potrebbe essere un secondo matrimonio (civile), ma stavolta ben vissuto,
umanamente parlando, e portatore anchesso di semi di verit, malgrado tutti i malgradi? Perch
non cercare di riflettere come, basandosi sulla coppia iniziale ormai civilmente divorziata, ma la sola
sposata sacramentalmente, nel perdono e in una carit ritrovata reale reciproca, sia possibile
condurre una vita retta nella penitenza, certo, ma in analogia a tutti coloro che si salvano nel
mondo per la grazia dellesistenza dell Chiesa cattolica, Sacramento del Cristo per il nostro mondo,
anche quando non ne fanno parte esplicitamente?
In Pace ( asimmetrica)

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La Pastorale Asimmetrica e Papa Francesco


By Simon de Cyrne on 9 marzo 2014 ( 20 )

Pastore della Chiesa

Nella prima parte del nostro post precedente intitolato La Buona Novella asimmetrica
commentando il dialogo di Ges con il giovane ricco Mc 10,17-22 abbiamo messo in evidenza
quanto lincontro con Ges, il solo che dia la vita eterna, sia assolutamente asimmetrico con il modo
di pensare del vecchio uomo o della legge, solo capaci di esprimere un modo di pensare simmetrico.
In queste prossime righe vorrei condividere con i nostri cari utenti una chiave di lettura di cosa sia la
Pastorale rispetto alla Dottrina e di brevemente illustrarla collultima intervista data dal Santo Padre
a Ferruccio di Bortoli e pubblicata dal Corriere della Sera
Anche nelle scienze dure come la fisica vige il confronto tra simmetria ed asimmetria come
metodo di conoscenza e di sperimentazione: la sperimentazione, in quanto esperienza esistenziale
diretta dello scienziato che la riconosce, un fenomeno irriducibile alle teorie fisiche che la
descrivono. Queste ultime stabiliscono come una ragnatela di ragionamenti che tentano di ridurla in
concetti compartibili con terzi rimanendo per incapaci di rendere conto di quel che costituisce
lunicit del fenomeno sperimentato: siamo di nuovo in una situazione di simmetria-asimmetria.
Fare teologia, enunciare ed esplicare il Kerygma, stabilire leggi morali rileva di questo legittimo
bisogno dellumano intelligente di tentare di descrivere, al fin di compartirlo il meglio possibile con i
propri simili, il Kerygma e la Buona Novella. Senonch la Buona Novella la venuta del Regno di
Dio, cio lincontro personale con Cristo stesso, e come ogni incontro personale anche questo non
riducibile ad un approccio simmetrico, in quanto nella Sua stessa natura asimmetrico.
Nellincontro, non possiamo limitarci ad un discorso apofatico, in quanto, abbiamo visto che esso
solo capace generare un discorso simmetrico, ma non possiamo neanche limitarci ad un discorso
catafatico in quanto incapace di rendere conto di qualcosa che di per s incomunicabile: il cuore a
cuore con Cristo stesso, quintessenza del foro interno, neanche fisicamente provabile o riscontrabile,
la fede non potendo essere sentita , al punto che c gente che ha la fede ma non lo sa e altri che
sono convinti averla ma non ne hanno.
E qui rientra la Pastorale: il Cristo ci dice di andare Evangelizzare, di incontrare i piccoli, i malati, i
deboli ed i peccatori: questa la missione della Chiesa, lunica missione, in realt. Il discorso, la
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dottrina, la spiegazione sono solo strumentali a questa missione del Figlio che esce dal recinto per
portare allovile le pecorelle smarrite.
La Pastorale quindi incontro ed in quanto incontro si risolve nellunicit di ogni essere umano che
coinvolge ed intrinsecamente asimmetrica ed irriducibile ad alcun discorso puramente dottrinale
per quanto questultimo cerchi di descriverla del meglio che pu e senza tradirla malgrado il suo
approccio necessariamente simmetrico.
La Chiesa ha vissuto lungo i secoli lungo queste due dimensioni, portando a volte laccento pi
sullaspetto simmetrico ed a volte pi su quello asimmetrico: quando la Chiesa affermava una verit
e dichiarava ut anathema sit chi pensava diversamente, in realt esprimeva qualcosa di vero e che
non potr mai essere cambiato, ma che non esauriva la Sua missione di incontro che va aldil di
queste categorie. Come negli esempi citati nel nostro post precedente, affermare lImmacolata
Concezione dogmaticamente tipicamente catafatico, ma difficile per molti capire cosa questo
voglia dire in quanto un Mistero, mentre dichiarare il contrario, cio che la Santa Vergine non ha
avuto lImmacolata Concezione un errore una cosa facilmente comprensibile e lanatema diventa
unaffermazione apofatica, vera, ma purtroppo, per natura, insufficiente a descrivere la pienezza del
Mistero. Santa Bernadette di Lourdes ha incontrato lImmacolata Concezione: lei ha avuto
lesperienza e quindi la sola vera conoscenza di cosa quel dogma affermava, in modo unico,
personale e, quindi, non cedibile a terzi.
Il futuro San Giovanni XXIII ha richiesto di evitare durante il S.S. Concilio Vaticano II queste
formule di condanna, apofatiche e, spesso, di poca rilevanza pastorale, sottolineando invece
limportanza di una Chiesa che sia segno, cio sacramento, dellAmore di Dio nel Mondo. Il futuro
San Giovanni Paolo II indic cosa la Chiesa sia , cio segno della Misericordia di Dio: a questo ci
riporta oggigiorno Papa Francesco con lesempio e con la parola.
Allora certo, sconcertante una Chiesa che decide di dare importanza allincontro concreto con
il Cristo cosciente che ogni discorso, bench giusto apofaticamente, non sar mai capace da solo
di esprimerne lintima asimmetria.
E questa deve essere la chiave di lettura del pontificato bergogliano: laccento messo su una Chiesa
che incontra luomo contemporaneo l dove e se il linguaggio non riesce ancora a seguire perch,
per natura, limitato dalla logica di simmetria che lo costituisce, allora poco importa. La Chiesa
diventa un ospedale da campo dove conta di pi lesperienza umana di una mano che accarezza o
stringe, di una parola di affetto, di uno sguardo di amore, del gesto medicale esperto che le teorie
sulla chirurgia, i corsi di anatomia e la conoscenza farmacologica, tutte cose anche necessarie, per
altro, ma che non rimpiazzeranno mai lincontro vero e buono e bello con il paziente che soffre.
Possiamo cos concludere ancora una volta che la Pastorale lEtica della Chiesa: il Cammino
della Felicit per chi La incontra.
Adesso vale davvero la pena che si rilegga larticolo di Bortoli avendo questottica presente. Qualche
stralcio:
Lei, Santo Padre, ogni tanto telefona a chi le chiede aiuto. E qualche volta non le credono. S,
capitato. Quando uno chiama perch ha voglia di parlare, una domanda da fare, un consiglio da
chiedere. Una signora vedova, di ottantanni, che aveva perso il figlio. Mi scrisse. E adesso le faccio
una chiamatina ogni mese. Lei felice. Io faccio il prete. Mi piace

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Si era parlato della cura spirituale delle persone che lavorano nella Curia, e si sono cominciati a
fare dei ritiri spirituali. Si doveva dare pi importanza agli Esercizi Spirituali annuali: tutti hanno
diritto a trascorrere cinque giorni in silenzio e meditazione.
La tenerezza e la misericordia sono lessenza del suo messaggio pastorale E del Vangelo. il
centro del Vangelo. Altrimenti non si capisce Ges Cristo, la tenerezza del Padre che lo manda ad
ascoltarci, a guarirci, a salvarci.
La povert allontana dallidolatria, apre le porte alla Provvidenza
Questa frase mi piace moltissimo, capirete perch:
Lattuale globalizzazione sferica (simmetria che f capolino, ndr) economica , e soprattutto
finanziaria, produce un pensiero unico, un pensiero debole. Al centro non vi pi la persona umana,
solo il denaro.
Eppoi ancora:
Vi sono molte famiglie separate Bisogna evitare di restare alla superficie. La tentazione di
risolvere ogni problema con la casistica un errore, una semplificazione di cose profonde, come
facevano i farisei, una teologia molto superficiale. alla luce della riflessione profonda che si
potranno affrontare seriamente le situazioni particolari, anche quelle dei divorziati, con profondit
pastorale.
La questione non quella di cambiare la dottrina, ma di andare in profondit e far s che la
pastorale tenga conto delle situazioni e di ci che per le persone possibile fare.
Davvero la Pastorale della Chiesa esprime perfettamente lintrinseca natura asimmetrica della
nostra relazione a Dio!
In Pace

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Sulla salvaguardia del principio di non contraddizione in una


metafisica quantistica
By minstrel on 19 marzo 2014 ( 98 )

Contraerea!
Con questo inconsueto articolo desidero sorvolare sullattualit e portare allattenzione dei lettori una
mia riflessione filosofica personale, totalmente in fieri, mediante la quale propongo un metodo di
salvaguardia del principio aristotelico di non contraddizione, fondamentale per il recepimento del
reale da parte della scienza e per la costruzione di una logica formale che possa contenere
informazioni e strutture comprensibili e come tali valide, allinterno della fisica quantistica che pare
demolirlo.
Prima occorre definire il principio e lo faccio secondo le parole del filosofo:
impossibile che il medesimo attributo, nel medesimo tempo, appartenga e non appartenga al
medesimo oggetto e sotto il medesimo riguardo
Aristotele, Metafisica, Libro Gamma, cap. 3, 1005 b 19-20.
Il problema in fisica quantistica che si scoperto che un quanto pu essere allo stesso tempo due
rappresentazioni opposte di una stessa realt (particella e onda). Questa scoperta pare quindi
annullare il principio e gettarci in un conseguente obbligo di utilizzo delle cosidette teorie del caos.
Accettando in premessa che un costrutto matematico possa avere valenza esistenziale in questo caso
preciso, potremmo rispondere come segue. 1
Per superare lempasse utilizzando una metafisica della quantistica basterebbe semplicemente
innalzarsi al di sopra della rappresentazione che si da di ci che un quanto.
Un quanto pare infatti demolire la struttura del principio di non contraddizione, come si diceva,
poich pu essere particella e onda nello stesso momento. Ma questo non significa che il principio

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non esista per il quanto, ma che il principio precedente tale categorizzazione di stampo eracliteo
cui gli scienziati sono soliti classificare il quanto.
Un quanto si comporta contemporaneamente come onda e come particella in una unica misurazione?
Cio misuro e scopro che tale quanto onda e particella insieme IN QUELLA MISURAZIONE? Da
quel che ne so io, no. Se cos fosse mi si comunque potrebbe rispondere che unaltra misurazione
fatta allo stesso quanto, nello stesso tempo, da un risultato opposto, dunque alla fine il principio
crolla.
Rispondo che questa obiezione crollerebbe solo se nello stesso momento E sotto la medesima
misurazione quel quanto fosse ondaEparticella. Se questo non avviene, cio risulta quindi
impossibile che il medesimo attributo, nel medesimo tempo, appartenga e non appartenga al
medesimo oggetto e sotto il medesimo riguardo, lobiezione regge e il principio salvo.
Conversio ad phantasmata: lacqua del mare mortale per luomo e non mortale per il pesce. Ma
lacqua del mare non pu essere mortale e NONmortale contemporaneamente per uno dei due
soggetti.
Se invece in scienza possibilissimo osservare un quanto ondaEparticella insieme, in un unico
tempo E mediante un unica e sola misurazione, occorre trovare unaltra obiezione per salvaguardare
il principio.
E lobiezione questa.
Cio dire che il quanto particella E onda insieme come dire che lacqua del mare mortale e non
mortale per luomo e in questo rapporto il principio pare demolirsi. Ma lacqua del mare NON
RAPPORTATA a qualcosa daltro rispetta benissimo il principio. Ad esempio lacqua salata
PUNTO e non pu essere salata e non salata al contempo.
Al che si pu benissimo dire nellimmagine proposta che lacqua del mare s mortale alluomo se
bevuta e nel contempo non mortale alluomo se usata da questi per tenersi a galla. Questo perch
lacqua salata e non pu non esserlo.
Dunque, al di l della conversio usata, anche il quanto, che in questa ipotesi se rapportato ad un dato
momento in una medesima osservazione particella e nel contempo onda, visto in prospettiva
metafisica di per s resta integralmente sempre un quanto e non pu essere un non-quanto.
Mi si pu ribattere che non esiste il NON-quanto quindi non sto dicendo nulla.
Al contrario rispondo che proprio la non esistenza del non-quanto a dimostrare irrevocabilmente che
il principio di non contraddizione costitutivo della realt, anche e soprattutto nello sguardo
quantistico.
Infatti essendo un quanto un principio materiale, cio IL costituente primo della realt finora
scoperto, potremmo metafisicamente, accettando la premessa (1), attribuirgli la patente di ente
primario.
Come tale appunto E e seguendo perfettamente il principio in questione egli NON pu NON
ESSERE.
Il quanto il quanto e non pu essere un non-quanto, cio il nulla, cio non-essere.
Mi puoi infine ribattere (da quel finora che ne so) che un quanto nasce dal nulla dunque E e NON
E insieme.
Io rispondo che non mi interessa se PRIMA non cera, poich ORA, in questo UNICO momento, il
quanto c e non pu NON ESSERCI.
Conversio ad phantasmata: anche io nel 1976 non cero e nel 2156 non ci sar. Ma ora ci sono
eccome e non posso non esserci.

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Si pu infine ribattere che se si ragiona sempre alzandosi di livello pur di salvaguardare il principio,
logico trovare sempre un appiglio poich lessere non pu non essere e con questo giochetto
metafisico il principio sempre l.
Rispondo che non solo questo il modo di procedere pragmatico metafisico lo sguardo verso
lintero ma la logica stessa che tale prassi non solo permette ma impone.
Ho trasmesso questa riflessione ad amici fisici per leventuale correzione di errori rispetto alle ultime
teorie quantistiche e le loro interpretazioni confidando una volta ricevute di poter approfondire il
tutto e rispondere cos a nuove evenutuali obiezioni.
1 E considerabile errore epistemologico infatti voler dare valenza esistenziale ad un costrutto
matematico che ordina fenomeni. Riguardo a questa interessantissima problematica si gestir
unulteriore approfondimento a tempo debito.

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Esiste una metafisica quantistica? S, in quanto il reale basato sulla


logica aristotelica.
By Simon de Cyrne on 23 marzo 2014 ( 234 )

Determinato ed imprevedibile
Trianello nel post precedente inaugurato da Minstrel fa questa affermazione giustissima : Il
problema della meccanica quantistica tutto di coloro che si rifanno al meccanicismo
riduzionistico tipico della mentalit moderna, non certo di coloro che si rifanno alla metafisica
aristotelico-tomistica.
E Minstrel mi ha chiesto un nuovo post per rilanciare il soggetto chiedendosi anche se possibile
dialogare tra fisici e filosofi: vorrei accingermi rivolgendomi a chi veramente fisico e/o veramente
filosofo a cominciare a sgomberare lo spazio dove questo dialogo pu essere fruttuoso. Ambizioso
programma? Neanche troppo: il filosofo realista sa che c ununit di essere e che lessere ha
potenza ad essere compreso razionalmente e che,quindi, il dialogo tra persone competenti dovrebbe
condurre ad una conoscenza condivisibile. Il challenge cercare di esprimere in un linguaggio
semplice concetti ai quali la simbolica logica e quella matematica danno un efficacia ed una
precisione portentosa ma al costo di un discorso reso criptico che rende difficile il dialogo tra filosofi
e fisici in quanto gli oggetti descritti dalle due comunit nei loro specifici linguaggi non sono
immediatamente e semplicemente in relazione diretta.
In questo mio intervento spero spianare tre crocevia cognitivi specifici di incontro e di dialogo
efficace tra fisici e filosofi, in quanto, malgrado le difficolt semantiche e semiotiche, non condivido
il pessimismo mostrato, ad esempio, dal nostro amico ggnel thread gi citato.
Ovviamente, per cominciare bisogna seguire la suggestione metodologia di Jaques Maritain
Distinguer pour unir: cominciamo con distinguere le cose.
Tanto per cominciare risaliamo ad Elie Cartan che nel suo Leon pour les invariants intgraux
(Hermann Paris 1958) ha concettualizzato e chiarito nel 1920 un punto centrale: la descrizione di un
sistema meccanico non deve essere fatta nello spazio fisico e neanche nello spazio
di configurazione , ma in uno spazio astratto, chiamato lo spazio degli stati (per i fisici: infatti le
equazioni di Newton essendo di secondo grado non permettono di determinare il movimento con le
sole coordinate iniziali e le forze in presenza, ancora bisogna dare le velocit iniziali): per risolvere
questo problema E. Cartan introduce quindi, nel caso semplicissimo di una sola particella lo spazio
degli stati R^7, cio uno spazio a 7 dimensioni le cui coordinate sono la quantit di moto (3
dimensioni) , la posizione (3 dimensioni) e la coordinata temporale (1 dimensione): in questo spazio
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le equazioni di moto sono di primo ordine e il dato di un punto iniziale determina completamente un
moto univoco. Tutti i punti di questo spazio rappresentano le propriet potenziali del sistema
considerato e per questo lo spazio stesso fu chiamato degli stati : qualunque sottoinsieme di R^7
rappresenta una propriet del sistema: se lo stato considerato si trova in questo sottoinsieme allora
possiamo dire che possiede tale propriet ed attuale senn si dir che non la possiede e che
potenziale.
Prima constatazione: un punto in R^7 che rappresenta uno stato (potenziale o attuale) NON la
particella considerata ma unastrazione matematica che descrive le propriet misurabili della
particella. Questo punto concettualmente estremamente importante: la fisica anche la pi classica
come in questo semplice caso considera: (a) le propriet fisiche e non la cosa in s ; (b) ne considera
il sottoinsieme delle propriet misurabili, il che vuol dire che non considera mai una propriet in
s ma solo quelle propriet che possono essere relazionate ad altre chiamate norme (metro,
chilogrammo, volt); (c) le leggi fisiche le pi semplici, come le equazioni di moto newtoniane,
esprimono relazioni tra queste grandezze misurabili: cio unequazione di moto applicato ad un
punto in R^7 non una particella, ma una relazione tra relazioni che descrivono levoluzione
della rappresentazione delle propriet misurabili della particella fisica che si considera in questo
semplice caso. La nozione di atto e potenza in questo contesto non quindi esattamente la stessa
di quella del filosofo aristotelico ma ne una rappresentazione nelle sue propriet fisiche
misurabili: una particella in atto nel reale ha propriet la cui rappresentazione in R^7 si ritrova in un
sottospazio specifico a 7 dimensioni mentre le altre rappresentazioni , gli stati potenziali,
corrispondono al sottospazio che lo complementa. Gi qui non si pu compiere quellatto di
riduzionismo denunciato da Trianello senza compiere un errore epistemologico grossolano e ad
incomprensioni profonde nel dialogo tra filosofo e fisico: ad esempio voler ridurre lastratto spazio
degli stati allo spazio fisico anche fosse metaforicamente.
Seconda constatazione: per il fisico normale , cio dotato di senso comune, un sistema fisico
esiste indipendentemente dal fatto che se ne conoscano oppure no le propriet e se desidera provare
che un sistema fisico ha una specifica propriet egli proceder ad un esperimento appropriato: se il
risultato del detto esperimento positivo allora la nostra affermazione confermata anche se non
provata. Se il risultato negativo allora di sicuro laffermazione falsa e lipotesi/teoria che il fisico
considerava inizialmente deve essere modificata. Se si facesse un esperimento per testare una certa
propriet e che la risposta positiva certa, si affermer che quella propriet in atto (cio attuale o
vera) senn che tale propriet potenziale. A questo livello, cio quello sperimentale, siamo
esattamente nella stessa definizione di atto e potenza che il filosofo realista o aristotelico:
unesperimento uninterazione con il reale e non una rappresentazione di uno sottospazio
dello spazio di fasi, mentre questultimo unastrazione delle propriet fisiche sperimentali ed un
unicum esistenziale. Questo un primo crocevia dove il filosofo ed il fisico si
ritrovano: nellesperimento, il quale conferma (o smentisce) lattuazione di una propriet.
Ovviamente la differenza sorger nel discorso che ognuno avr in seguito a tale esperienza: il fisico
continuer a considerare le relazioni misurabili e le funzioni matematiche che rilegano le
rappresentazioni (matematiche) delle propriet dell sistema considerato, mentre il filosofo si
interrogher sul significato a livello dellesistente ( attuale e potenziale) che tale risultato
sperimentale implica. Ovviamente forte la tentazione del fisico di dare valenza ontologica alle sue
rappresentazioni matematiche, proiettando metafore proprie alla propria cultura, ma questo un
abuso epistemologico: un esempio sarebbe di credere che le 7 dimensioni dello spazio di fase R^7
abbiano una realt esistenziale in quanto spazio fisico a 7 dimensioni . Come sarebbe un abuso dalla
parte del filosofo voler inferire a livello delle rappresentazioni matematiche sulla base di un dato
sperimentale: un esempio sarebbe voler obbligare il fisico ad esprimere le leggi fisiche nel contesto
delle sole tre dimensioni fisiche che sperimentiamo nellesistenza reale.
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Terza constatazione: ad ogni sperimentazione di una propriet sempre possibile definire la


sperimentazione inversa, cio quella che testerebbe lassenza di una propriet, come anche
possibile definire unesperienza la cui risposta sar sempre positiva (triviale positiva) e una che sar
sempre negativa (triviale negativa). Qui si stabilisce una struttura logica del reale costituito da tutte le
propriet misurabili in atto ed in potenza al quale corrisponde poi una struttura logica dello spazio
degli stati , ad esempio come in quello semplice di Cartan dato precedentemente, con operazioni
logiche e con una struttura dordine (chiamata lattice in inglese, cio in reticolo) . Questo un
altro crocevia importante dove il dialogo tra fisici e filosofi possibile: sulla struttura logica del
reale sperimentale fisco, dove il filosofo pu poi trarne deduzioni sulla natura dellessere e il fisico
pu trarne conclusioni e stabilire altri costrutti circa la struttura delle relazioni matematiche delle
rappresentazioni misurabili che considera. E un punto di discussione importantissimo e nel quadro
della discussione tra le differenze tra meccanica classica e quantistica esso fondamentale: ad
esempio, le considerazioni dellordine delle rappresentazioni matematiche circa la meccanica
quantistica presuppongono una struttura logica del reale diversa e, se s, in che senso?
Da un un punto di vista logico, il pregiudizio classicoconsiste ad affermare che per ogni
propriet dello spazio degli stati corrisponde unesperienza che definisce tale propriet ed il cui
risultato sia esso positivo o negativo certo a priori appena dato lo stato del sistema. Questo
pregiudizio stato ammesso per secoli dai fisici, ma un assioma fortissimo che va ben aldil di
quel che la fisica e la logica aristotelica abbiano mai richiesto ed intrinsecamente giustificato dalla
richiesta estremamente stringente che il risultato di unesperienza debba essere certo a priori, non
solo, ma, addirittura, chiede che il risultato sia certo anche prima di aver deciso di fare lesperimento.
Questo pregiudizio classico definisce completamente la struttura logica dello spazio degli stati ed
possibile dimostrare, ad esempio per il caso di una particella newtoniana, che la struttura di R^7
una rappresentazione isomorfa allinsieme logico di tutti gli esperimenti possibili.
Lipotesi aristotelica, invece, si basa in realt su due assiomi molto meno stringenti che il
pregiudizio classico ma che lo stesso definiscono completamente uno spazio di fasi, a cui la
struttura logica isomorfa : primo assioma dice che se un sistema evolve sa uno stato in un altro
allora si arricchisce di nuove propriet ma ne perde altre al contempo: il secondo assioma dice che
per ogni propriet fisica ne esiste unaltra che il suo contrario.
Nellipotesi aristotelica si pu ritrovare una fisica classica ( ma senza alcun bisogno del
pregiudizio classico di cui sopra) che pu essere rappresentata da una struttura tipo R^7 per il caso
di una sola particella quando si richiede in pi che qualunque sia lo stato di un sistema ogni propriet
data, anche puntuale, attuale oppure (aut aut) che la sua propriet contraria (detta usualmente
ortogonale) attuale (questa la definizione logica di propriet classica).
Se solo la domanda triviale positiva e quella trivialmente negativa sono propriet classiche
(secondo la definizione appena data) della struttura logica allora abbiamo un sistema puramente
quantistico : la struttura logica del sistema fisico tale che per ogni suo sottoinsieme logico si pu
per definire un altro sottoinsieme contrario ( ortogonale), il che pu essere rappresentato
matematicamente da uno spazio di Hilbert caro alla fisica quantistica, lequazione di moto essendo
descritta da lequazione di Schrdinger.
Questi ultimi tre punti sono importanti in quanto mostrano che lipotesi aristotelica comprende
naturalmente una struttura sperimentale logica di tipo quantistico, il caso classico essendone
semplicemente un caso particolare quando, cio, i sottoinsiemi di propriet possono essere ridotti a
propriet puntuali.

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In altre parole, il principio di non contraddizione sperimentale (secondo assioma ) come anche il
principio del tertium non datur sperimentale (primo assioma) sono lo stesso
fondamento sperimentale delle due fisiche, la differenza tra le due risedendo nella struttura logica
delle relazioni tra le propriet dovendo essere misurate.
Ancora una volta questo genera un terzo crocevia tra fisici e filosofi dove la discussione sulla
struttura logica del reale sperimentale pu essere compartita sia essa classica o quantistica.
Nota bene: le due ipotesi aristoteliche non dicono niente sulla predittivit del sistema, ma solo
sulla sua determinazione, il che vuol dire che contesti sperimentali dove il sistema perfettamente
determinato ma non prevedibili sono in perfetta coerenza con un approccio aristotelico, quindi
non solo una fisica di tipo quantistico ,ma anche sistemi caotici perfettamente determinati ma
imprevedibili.
Spero questi tre possibili crocevia tra fisici e filosofi siano sorgente di riflessioni proficue almeno
sul nostro blog, fermo restando che poi il fisico rispetti il ragionamento sullessere e la sua struttura
logica tipico del filosofo e che il filosofo rispetti le valutazioni e le costruzioni matematiche delle
propriet misurabili le quali sono basate su costrutti matematici correlati alla logica sperimentale, la
sola che sia realistica.
In Pace

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Logica della fisica classica e quantistica per filosofi e tuttiquanti


By Simon de Cyrne on 27 marzo 2014 ( 54 )

Logica Abissale
Nel post precedente abbiamo identificato la fisica classica tradizionale con teorie che
presupponevano il pregiudizio classico il quale affermache per ogni propriet dello spazio degli
stati corrisponde unesperienza che definisce tale propriet ed il cui risultato sia esso positivo o
negativo certo a priori appena dato lo stato del sistema.
Abbiamo ricordato che questa affermazione sufficiente, anche se non necessaria, per definire
completamente lo spazio logico che descrive la fisica di un sistema soddisfacente tale pregiudizio.
Abbiamo poi detto che necessario e sufficiente avere i due assiomi aristotelici seguenti per definire
completamente qualunque sistema fisico sia esso in fisica classica (in questo post, per evitare
ambiguit linguistiche, parler di fisica classica tradizionale quando mi riferir ad una fisica che
presuppone il pregiudizio classico di cui qui sopra e di fisica classica solamente quando utilizzer i
soli due assiomi aristotelici) oppure in fisica quantistica: primo assioma dice che se un sistema
evolve da uno stato in un altro allora si arricchisce di nuove propriet ma ne perde altre al
contempo: il secondo assioma dice che per ogni propriet fisica ne esiste unaltra che il suo
contrario.
Dove risiede la differenza fondamentale tra lapproccio di Aristotele e quello classico
tradizionale? Nel fatto che il secondo impone che il risultato di unesperienza futura sia gi
determinato prima di farla: la nozione di prevedibilit. I due assiomi aristotelici non lo richiedono:
bench il sistema sia determinato esso non deve per forza essere prevedibile. Per questo le teorie del
caos come anche la meccanica quantistica sono perfettamente integrate e contemplate da questi due
assiomi.
Se prendiamo i due assiomi aristotelici come validi, cosa differenzier, nella sostanza, un sistema
classico da uno quantistico sar laggiunta della condizione che ogni esperienza, che si compier sul
sistema classico corrispondente ad una propriet puntuale fisica, sar sia attuale sia potenziale. Nel
caso della fisica quantistica si richiede solamente che per ogni sottoinsieme di propriet esiste un
sottoinsieme di altre propriet che non fanno parte del primo, fermo restando che la domanda
triviale sia sempre vera ed il suo opposto sempre falso (assioma 2).

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Dar adesso esempi concreti di strutture logiche cosicch sar ormai possibile a tutti i nostri utenti di
fare meccanica quantistica senza formule matematiche ed ai filosofi di estrarne il sostanzifico
midollo.
Guardiamo alla struttura logica di un sistema classico tradizionale ( cio con pregiudizio classico).
Ad esempio costruiamo lesperienza seguente: un fascio composto di palline di ogni diametro e
voglio distinguere le palline tra di loro facendo due esperimenti differenti: uno con setaccio con un
diametro grosso poi uno con setaccio con un diametro piccolo. Quando durante il primo esperimento
una pallina passa il primo setaccio diremo che la risposta alla domanda {g} positiva, cio una
pallina grossa, se passa il secondo tipo di setaccio la risposta alla domanda {p} positiva, cio una
pallina piccola. Ben vediamo in questo contesto sperimentale che il pregiudizio classico
soddisfatto: anche prima di fare lesperienza il diametro delle palline predefinito. Guardiamo
ancora pi da vicino il nostro apparato sperimentale: lo posso utilizzare per rispondere ad altre
domande, ad esempio la domanda che lopposta di {p}, cio sapere se una pallina non piccola
N{p}: posso anche definire la domanda contraria a {g}, N{g} che ci dir che una pallina troppo
grossa, una novella propriet non inizialmente contemplata ; posso poi fare esperimenti assieme ad
esempio misurare quante palline sono grosse ma non piccole, che noteremo {g}*N{p}, oppure
troppo grosse e piccole N{g}*{p} e la risposta a questo esperimento sar sempre trivialmente
negativo, oppure {g}*{p} che uguale a {p}, N{g}*N{p} che uguale a N{g}; c poi la domanda
triviale per eccellenza e cio sono le palline troppo grosse, grosse o piccole. La struttura logica
descitta dalla condizione che per ogni esperienza che si compier sul sistema classico
corrispondente ad una propriet puntuale fisica sia essa attuale sia essa potenziale quindi
presente.
Immaginiamo un secondo esperimento sempre di fisica classica ma non tradizionale cio senza il
pregiudizio classico: esattamente la stessa sperimentazione di prima ma chi definisce il diametro
delle palline lo fa allultimo momento asseconda dellesperienza preparata, cio uno sperimentatore
che bara le sue proprie esperienze. In questo caso possibile costruire, ad esempio, unesperienza
che riesce sempre, o mai o in certi casi solamente, ma sempre la pallina creata avr una propriet e
non unaltra anche se non predefinita prima dellesperienza: cio saremo in un sistema totalmente
imprevedibile ma determinato, soddisfacente gli assiomi aristotelici citati.
Passiamo alla meccanica quantistica: lesperienza la seguente: si fa passare un fascio di palline in
un apparecchio speciale: quando le palline sono blu le manda in alto secondo una direzione e quando
sono di un altro colore le manda in gi secondo unaltra direzione. Non c altro modo di sapere se
sono blu se non facendoli passare per quellapparecchio, in quanto sono troppo piccole per un altro
strumento. Le palline che partono nella direzione supposta delle palline blu sono poi mandate in un
apparecchio che guarda se sono verdi funzionante con lo stesso principio del primo apparecchio:
ovviamente se fossimo classici tradizionalisti ci aspetteremmo che questa volta tutte le palline,
essendo, blu e quindi non verdi, andrebbero in basso e che nessuna andrebbe in alto, invece ,
sorpresa!, una gran parte delle palline blu va in alto, cio sono anche verdi. Si pu fare uninfinit di
esperienze con tutte le sfumature possibili di colori e sempre ci sar una parte di palline che avr il
colore nuovamente determinato, il peggio essendo che quando si rimisurer il colore delle palline che
inizialmente erano blu una parte sar considerata non blu.
Ovviamente andiamo contro il pregiudizio classico, visto che non si pu prevedere quale sar il
risultato dellesperienza, per il sistema perfettamente determinato: se non si pu prevedere per
ogni singola pallina quale sar il suo colore alluscita, le probabilit di prendere un dato colore esso
perfettamente determinato cio tale probabilit quello che e non un altra e se si cambia lo stato

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della pallina, facendolo passare da uno di questi apparati ad un altro, essa cambia la sua distribuzione
di probabilit di ottenere un tale colore: i due assiomi aristotelici sono soddisfatti.
Guardiamo anche alla struttura logica delle esperienze fatte, ebbene ci sono le domande (esperienze)
seguenti blu? {b}, verde? {v}, rosso? {r}, etc allinfinito: e non ci sono possibilit di
domandare ad una singola pallina cosa significa essere {b} e {r} e dire cosa sar, ad esempio il
risultato del prossimo {b}. Da un punto di vista logico solo la domanda triviale sempre vera dar un
risultato sempre positivo e cio hai un colore? e una sola domanda dar una risposta sempre
negativa hai solo un colore?. Questinfinit nella struttura logica degli esperimenti sempre
limitato da un lato da una domanda trivialmente sempre giusta e da unaltra sempre falsa
tipicamente non classico e ben caratterizza la logica quantistica di questo esempio.
La struttura del reale sempre e solo basata su domande che poniamo al sistema che si osserva e alla
quale solo risposte si o no sono possibili, il che proviene dal principio di non contraddizione insito
nellassioma aristotelico 2 e sulla constatazione che qualunque sistema fisico potr passare ad una
risposta opposta positiva solo diventando incapace di rispondere positivamente alla precedente,
passaggio dalla potenza allatto, espresso nellassioma 1.
A nessun momento la prevedibilit di un sistema necessario da un punto di vista aristotelico e
questo lascia spazio e permette di fondare epistemologicamente il calcolo di probabilit dei risultati
specifici di unesperienza.
Ad ogni momento il sistema, sia esso quantistico, o classico, sempre perfettamente determinato.
In Pace

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Lillusione dellateismo: negare Superman per negare Dio!


By minstrel on 8 giugno 2014 ( 164 )

Supergiovane lunico supereroe esistente!


Ecco le prove scientifiche materiali!
In questi giorni ho disputato con lutente Mauro1971 sul forum infotdgeova circa la possibilit
concreta che le scienze possano un giorno negare Dio.
E un argomento di cui si gi discusso moltissimo in ambito apologetico e ovviamente torna
ciclicamente a farsi sentire. In pratica si tenta di provare che la Scienza non solo pu arrivare a
negare Dio, ma addirittura lha gi fatto poich oggi giorno non esiste nessuna prova concreta
scientifica dellesistenza di Dio.
LARGOMENTO CONTRO DIO
I punti salienti di questa dimostrazione mi sono andati chiarendo a mano a mano che si continuava
nella disputa e credo si possano riassumere cos:
Se Dio esiste ed immateriale, il creatore del mondo ed interagisce con il mondo materiale,
dunque limmateriale esiste e tale immateriale interagisce con il materiale delluniverso;
se le scienze dure (fisica, chimica, biologia) sono la misurazione di una propriet di un ente
materiale e del mutamento che tale ente subisce a causa di interazioni varie
dunque limmateriale divino, se esiste, interagendo con il materiale LASCERA prove che potranno
essere raccolte dalla scienza.
MA
dato che finora in tutto lo scibile delle scienze dure non vi alcuna traccia diretta o indiretta di un
un ente immateriale, la ragione richiede che non si inventi qualcosa di cui non vi alcuna prova
scientifica per spiegare il materiale.
Dio risulta dunque superfluo in una discussione scientifica poich la scienza finora non ha alcuna
prova della sua esistenza.
Chi vuole restare nellalveo della razionalit scientifica deve necessariamente concludere che Dio
non esiste e se esiste non ne abbiamo alcuna prova.
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Credo che chiunque abbia un minimo di esperienza con la filosofia sistematica e lepistemologia
capisca che qualcosa non funziona in questo ragionamento apparentemente coerente (tipicamente
scientista, cio di chi ritiene che lunica conoscenza razionale sia quella scientifica). Il problema
che quando si disputa con le persone non bisogna dare per scontato delle conoscenze, ma cercare di
entrare nella loro forma mentis e quindi far comprendere gli errori che si sta commettendo anche in
modo trasversali. Il rischio di non avvicinarsi in questo modo sembrare saccenti e in fondo non
concludere nulla. Me ne sono accorto a mie spese poich durante tutta la discussione non ho fatto
altro che dibattere malamente senza cercare di comprendere a pieno chi avevo davanti e come
risolvergli la sua implicita domanda. Nel far casino sono stato certamente aiutato da un interlocutore
che non ha chiaro spesso ci di cui si sta parlando e la cui forma mentis molto lontana
dallaccettare la dialettica filosofica quale prova probante.
Se a ci si aggiunge la fretta nello scrivere certe mie risposte e il mio stile non-letterario consueto la
frittata fatta
Comunque ecco come lho risolta alla fine.
DAL PUNTO IN COMUNE ALLERRORE TEOLOGICO
Una volta chiarito che largomento che confuta lesistenza dellimmateriale divino come quello
sopra citato innanzitutto ho cercato un punto in comune che questo: in tutto lo scibile delle
scienze dure (cio, attenzione ora, nella conoscenza della realt compiuta scandagliando la
realt seguendo il cosidetto metodo scientifico!) non vi alcuna traccia diretta o indiretta di un
Dio. E questo ovvio per chiunque abbia chiaro il ruolo e lambito della scienza che Aristotele
chiamava seconda.
La scienza seconda infatti non pu dire nulla al riguardo perch il suo sguardo di osservazione sar
sempre e comunque al di fuori di una ipotesi metafisica quale Dio.
Tutto dunque si pu risolvere brevemente con la constatazione di questa banalit: la scienza non
pu provare ipotesi metafisiche. Provare tali ipotesi compito della filosofia. Se si sostiene la
validit della conoscenza filosofica si pu benissimo portare delle giustificazioni razionali
dellesistenza (e della non esistenza) di un assoluto. Fine.
E una banalit esatto, ma spesso da questa banalit si fa discendere una affermazione errata: io non
accetto le prove meramente filosofiche, la scienza moderna non pu provare Dio dunque
scientificamente provato che Dio non esiste. Questa naturalmente una tautologia, ma soprattutto
una forzatura del metodo scientifico stesso poich facendo questa affermazione si entra in un corto
circuito contradditorio.
Il perch subito detto: laffermazione che in tutto lo scibile delle scienze dure non vi alcuna
traccia diretta o indiretta di un Dio pu portare alla conclusione che scientificamente provato
che Dio non esiste solo e soltanto se si accetta la premessa METAFISICA che TUTTO CIO CHE
ESISTE DEVE ESSERE DIRETTAMENTE O INDIRETTAMENTE OSSERVATO E/O
OSSERVABILE. Tale premessa va dunque argomentata. E largomentazione deve essere
filosofica. Al di l che si riesca ad argomentare, dunque chiaro che per qualificare il proprio
pensiero come razionale necessario pensare la metafisica come una scienza in grado di qualificare
razionalmente le premesse dellargomentazione! Se si accetta la metafisica come scienza dunque
anche largomento metafisico dellesistenza di Dio (accettabile o meno, come ogni teoria) ha dignit
di essere considerato scientifico. Primo punto.
E ora arriviamo allerrore teologico insito nellargomento iniziale. Questo dunque, ripetiamolo in
altro modo, dichiara che dando ipoteticamente per vero lesistenza di un immateriale divino, esso

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DEVE interagire col materiale e quindi FARSI VEDERE dalle scienze che studiano questo
materiale.
Soluzione: se Dio fosse temporale il metodo sarebbe perfetto.
Con questo metodo infatti il ricercato al massimo cerca un semi-deo, un superman, un watchmen,
anzi un supergiovane!
Il ricercatore di questa entit infatti vorrebbe la prova che ci che oggi Dio tocca materialmente
con il suo essere immateriale, SUBITO DOPO il tocco si muove o cambia.
Bene, se mai trovassi questo Dio esso non Dio poich Dio non pu agire per sua natura NEL
TEMPO.
Cio un Dio simile, cio SOGGETTO AL TEMPO, sarebbe un Dio imperfetto.
Sarebbe dunque il classico supereroe che salva i giovani dando fuoco ad uno spinello che affumica il
governo che allistante passa alluso di eroina e muore pieno di overdose!
Sarebbe solo un superuomo immateriale soggetto al tempo che pu fare quello che alluomo non
concesso, ma non sarebbe Dio. In una provocazione:
Se la scienza provasse che Dio esiste, sarebbe la prova definitiva che Dio non esiste affatto.
Largomento dunque poggia su di una teologia irrazionale e al massimo prova che Dio non risulta
essere un ente temporale.
Un Dio cos davvero un dio con la d minuscola, completamente illogico e soprattutto
irrazionale.
Se dio questo per gli atei, li tranquillizzo tutti: dio certamente non esiste!
Di un Dio simile sono ateo anche io ovviamente.
Solo che dovremmo forse dire Grazie scienza, lo sospettavamo gi da millenni, lo sappiamo gi
da secoli?
Spieghiamoci meglio.
Un immateriale assoluto eternit, cio lassenza di tempo.
Questo significa che se luomo vuole pensare come Dio deve farlo analogicamente, riflettendo
come se il Tempo non esistesse poich qualsiasi cosa faccia Dio DEVE (PER ESSERE DIVINA)
essere eterna.
Ergo luniverso per lui tutto insieme nello stesso unico momento, in un unico atto.
Quello che succede ORA, IERI, 1000 secoli fa, DOMANI, fra 100000 secoli per Dio E! Esiste tutto
insieme. Il fare di Dio, per essere tale, E TUTTO INSIEME: quello che fu, quello che e quello
che sar!
Quindi quello che si interpreta come Dio agisce ORA una forzatura teologica perch nella realt
divina E FATTO da Dio da sempre, solo che noi immersi nel tempo ci sembra che succeda NEL
TEMPO.
Questo il Dio metafisicamente inteso in modo coerente. O meglio questa la spiegazione
metafisica di un suo attributo necessario: leternit.
La scienza dura cosa pu dire di una simile entit eterna? Nothing at all!
UNA FALSA CONFUTAZIONE
Esiste unaltra possibile confutazione che potrebbe sembrare la risposta allargomento.
Ritengo che non lo sia e spiegarne il perch pu aiutare nella comprensione della vera confutazione
qui sopra dettagliata.
Constatare la possibilit razionale dellesistenza di un immateriale divino significa anche poter
prevedere che tale immateriale divino agisca non solo sul materiale in modalit eterna (e quindi
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inscovabile con metodo scientifico), ma anche con altro immateriale (ovviamente impossibile da
misurare in modalit scientifica).
Potrebbe sembrare una buona risposta come dicevo, da un punto di vista umano per lo meno, ma la
ritengo teologicamente fallace: per cercare lesistenza di Dio infatti necessario capire cosa o chi
sia necessariamente Dio, necessario cio, come si diceva, avere chiaro il punto di vista divino.
Dunque necessaria una teologia razionale coerente e anche questa falsa confutazione compie
lanalogo errore dellargomento che stiamo dibattendo.
Lerrore sempre questo: non considerare il punto di vista ETERNO di Dio.
Dio vede (verbo presente=tempo=errore teologico, ma serve per capirci!) la creazione tutta
insieme. Quello che c e quello che cera e quello che ci sar e pure il prima e il dopo la creazione
(senza prima e dopo!). Tutto insieme. Come unintuizione, senza mediazione,
IM_MEDIATAMENTE. Ritengo dunque che sia ragionevole pensare che luniverso delle cose
materiali E immateriali siano nello sguardo di Dio ovviamente legate in modo indisolubile. E
lintegrale, il TUTTO metafisico-teologico. Cio essendo tutto legato al tutto in un medesimo atto,
immediatamente, distinguere il materiale con limmateriale un errore teologico.
Non esiste quindi limmateriale che tocca solo limmateriale o il materiale solo il materiale o
lincrocio fra i due. In modalit divina tutto tocca tutto nel medesimo atto dunque anche questa
divisione fra materiale e immateriale, che a prima vista pu sembrare valida per luomo, non pu
essere assolutamente valida per Dio e quindi deve essere scartata per un discorso teologico coerente.
Questa spiegazione, oltre a demolire la mia presunta confutazione, ritengo faccia comprendere fino
in fondo perch largomento immateriale che tocca il materiale non si nota ecc teologicamente
errato e scientificamente nullo.
AND SO
Concludendo: cercare Dio allinterno di un unico evento materiale inquadrabile nel tempo , usando
un eufemismo, un esperimento inutile poich o tutto (TUTTO METAFISICO!) da lui oppure
nulla da lui e dunque c un altra spiegazione per il tutto.
Certo, un bel dilemma.
Infatti se nulla da lui che il tutto da dove IL TUTTO?
Bibliografia minima:
Roberto Timossi: Lillusione dellateismo. Perch la scienza non nega Dio.
Battista Mondin: Filosofia Sistematica Epistemologia e Cosmologia
David Oldroyd: Storia della filosofia della scienza

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Lateismo contemporaneo : la superstizione dei palloni gonfiati


By Simon de Cyrne on 13 giugno 2014 ( 90 )

Ateista Bloggista Medio


Nel post precedente intitolato allIllusione dellAteismo abbiamo tutti potuto gustarci, divertiti, gli
interventi intellettualmente poco stringenti ed, in finis, poco onesti di un utente che, pretendendo
dare peso alle sue scalmanate affermazioni filosofiche a partire da una sua presuntuosa, pretestuosa e
totalmente immaginata personale autorit, voleva far dipendere la prova dellesistenza di Dio da
osservazioni fisiche (!); per poi voler definire Dio usando di concezioni fumose sulla materialit, per
finire sbugiardato da se stesso cambiando definizioni ad ogni pi sospinto; mettendosi poi in testa di
osservare cambiamenti (si, si!) in Dio, per pretendere in seguito voler vedere Dio; il tutto senza
mai rispondere a domande postegli su cosa sia per lui questo dio tanto casinoso e credendo di
scampare via dalla sua mala posizione osando affermare, contro il buon senso di ogni fisico serio che
si rispetti, che per lui un modello la realt (!). Dopo averci fatto sorbire una nozione di dio che
semplicemente quella di un idolo da superstizione, lo stesso utente ci dice poi che utilizza una sola
(e chiss quale) metodologia per conoscere il reale invece di utilizzare sperimentazione, deduzione e
testimonianza, come ogni fisico e filosofo serio fa quotidianamente e, infine, ci propone viaggi nel
tempo fantasmagorici per provare le sue asserzioni. Ciliegina finale: dopo averci cos luminosamente
dimostrato essere un magistrale incompetente in filosofia e non aver nessuno sguardo critico ed
analitico sulla scienza che afferma essere il suo mestiere, si permette in quanto a corto di argomenti
validi sul fondo, di fare attacchi ad hominem contro il prof. Feser ed il prof. Masiero. Questo utente,
neanche capace di criticare intelligentemente il pensiero dei due professori, ben incapace di
discutere razionalmente, ma mostra chi egli veramente sia bassamente calunniando le qualit
professionali di chi lo supera su tutti i piani: eppure, proprio lui che, in seguito alla dimostrazione
delle sue proprie (in-) competenze su questo blog, sembrerebbe davvero essere uno errore di
assunzione dellistituto dove lavorerebbe facendone cos abbassare la reputazione scientifica,
qualunque sia la reputazione che questistituto abbia.
Da questo esempio pratico di esercizio di gonfiamento di pallone ateista possibile trarne una regola
generale oppure un caso particolare? Il punto importante, e dobbiamo saltare a pi giunti sulla
falsa scusante che un cristiano non dovrebbe essere vessante per altrui, perch non dobbiamo
lasciarci imbavagliare dai prepotenti: Cristo stesso non esitava a chiamare razza di vipere e
sepolcri imbianchiti i palloni gonfiati del Suo tempo che indicava con chiarezza.
Infatti, da qualche anno in qua, il credente si vede loggetto di affermazioni ridicole, assolutamente
irrazionali, senza alcun fondamento scientifico da parte di questa frangia aggressiva dei nuovi
ateisti la Dawkin. E questo implica una battaglia culturale che va da essere sostenuta, se non
altro, per carit verso coloro che sono meno preparati e che potrebbero lasciarsi influenzare
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negativamente da certe argomentazioni fallaci. E ridicolizzare il pensiero ateista contemporaneo,


sempre nel pieno rispetto delle persone che potrebbero professarle, , secondo me, un dovere
intellettuale e morale, in quanto detto pensiero ateista davvero, intrinsecamente, ridicolo. Chi
siamo noi per giudicare un ateista? Nessuno ovviamente, ma certamente possiamo, anzi, dobbiamo
denunciare la truffa ateista.
A questo soggetto, e cercando di elevare un poco la riflessione, vorrei compartire il primo paragrafo
dellultimo capitolo delleccellente libro di Edward Feser The Last Superstition: a Refutation of the
New Atheism (ISBN: 978-1-58731-452-0, (2010), pp.229-235).
Qui Feser ci parla di una coppia, Patrica e Paul Churchland, insegnanti di filosofia (!) allUniversit
di California di San Diego che praticano quotidianamente e con costante pervicacia lultimissima
moda dell eliminative materialism che tradurr in italiano, con perfidia, materialismo
escretorio.
Il materialismo escretorio quella teoria che afferma che credenze, desideri come anche ogni
fenomeno mentale non esistono e che vanno da essere eliminati in quanto descrizione della
natura umana e rimpiazzati da concetti provenienti dalle neuroscienze. Alcuni esempi concreti
riportataci dal Feser sarebbero il fatto di rimpiazzare espressioni del genere mi sento angosciato e
ho bisogno di un rimontante con i miei livelli di serotonina sono al minimo, il mio cervello
inondato diglicocorticoidi, ladrenalina scorre nelle mie vene e ho bisogno di aumentare la mia
concentrazione di dopamina.
Ovviamente questa coppia di palloni gonfiati manifesta tutti i segni patologici di un disturbo
ossessionale convulsivo, ma aldil dell aneddoto, interessante vedere quel che questestremo ci
insegna su questo tipo di sguardo riduzionista del reale, anche perch spesso questa discussione tra
materialit e processi mentali apparsa pi volte.
Ovviamente per il materialismo escretorio il pensiero non esiste, ma semplicemente il nostro
cervello che fatto in modo tale da produrre rumori come mi sento angosciato, allo stesso modo il
volere non esiste: come dice con molto humour Feser, in realt il cervello della detta coppia che
connesso in modo tale da fare rumori del tipo il pensiero non esistee che, applicato a loro,
crediamo essere unaffermazione vera.
In altre parole, i materialisti escretori desiderano rimpiazzare il senso comune con una
descrizione scientifica che ritengono pi accurata (chiss perch poi, ma immagino perch le loro
connessioni esprimono tale seguito di parole e frasi e ci senza voler cercare pi in l una ragione):
questa concezione lultimo sforzo per cercare di sbarazzarsi delle cause finali aristoteliche
come ben visto dal Feser.
In verit, i Churchland dal fondo della loro ossessione cercano di riprodurre la tesi costruttivista che
sostiene che, cambiando il linguaggio, si cambiano i modi di pensare ed infine si cambia la societ,
come se dicendo che non si possono giudicare i sodomiti in quanto persone, il che giusto, allora
quella schifezza morale contro-natura che il comportamento stesso del sodomita diventerebbe agiudicabile . Altro esempio consimile sono le teorie del gender: in fin dei conti, queste vogliono
tutte essere soluzioni sociologiche a problemi metafisici che non hanno pi legittimit
epistemologica che cercare dimostrazioni per via di sperimentazioni fisiche delle affermazioni
metafisiche.

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Ma in realt quando i nostri amici materialisti escretori fanno affermazioni come quelle illustrate per
esprimere uno stato di angoscia perch lo ritengono primitivo, esprimono supposizioni e deduzioni
( ad esempio il loro livello di serotonina) che non sono verificate, stabiliscono metonimie
(riferendosi alle loro emozioni usando di concetti che vi sono correlati) e cio procedono esattamente
allo stesso modo con il quale si procede usualmente, giusto con un vocabolario differente: cio non
compiono nessuna rivoluzione culturale e non eliminano il concetto di ansiet o angoscia che
semplicemente espresso altrimenti.
In effetti, i materialisti escretori pretendono esprimere opinioni e convinzioni e riferirsi alla
conoscenza, alle idee ed alle intuizioni: ben incapaci come sono di poter dare a questi concetti una
descrizione scientifica nel senso da loro inteso, la scienza essendo la sola per loro capace di
fare affermazioni circa il mondo, sviluppando teorie, presentando spiegazioni, espandendo la
conoscenza: questo ci ricorda alcune affermazioni dei nostri di palloni gonfiati.
E qui Feser ci fa notare la contraddizione formale e pratica nei quali vivono questi escretori: sono
arrivati a questa forma di materialismo per eliminare completamente la nozione di causa
finale, ma proprio la scienza, come da loro intesa, essendo la sola attivit umana a poter dare
spiegazioni che ancora non ci sono ma che ci saranno per forza al fine di rendere il loro
programma socio-ideologico fattibile proprio concepita come una causa finale.
Ed infatti pretendono che un giorno le nozioni di verit, di razionalit, di concetto saranno
sostituiti sicuramente da altri concetti successivi che non conosciamo, n conoscono, ma che
conosceremo e, finalmente, quel giorno (!) sapremo davvero quel di cosa saremo parlando
incluso quel di cui i materialisti escretori stanno parlando anche se, per ora, non sanno di
cosa!!!
Quindi, affinch la loro concezione possa sostenersi ammettono che c intenzionalit e causa finale
e quindi, aldil del cervello, c una mente che non descrivibile secondo le loro stesse definizioni
materialistiche.
Grazie Edward per aiutarci a bucare i palloni gonfiati che asfissiano il pensare il reale nella nostra
societ!
In Pace

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Interessante, forse persino brillante


By minstrel on 31 luglio 2014 ( 5 )

Osservate i due tutor sulla destra e sulla sinistra


Sto leggendo, a minuti persi, larticolo The Vindication of St. Thomas del filosofo Alfred J.
Freddoso (studioso tomista, professore a Notre Dame) che qualche giorno fa il nostro futuro
brasiliano disperso nella fumosa Londra (call me Claudio) link di sfuggita nellarticolo di Law.
Sono molti i passi del paper che trovo interessantissimi; passi che probabilmente riprenderemo con
calma con futuri articoli. In questo mio breve scritto riporto semplicemente un aneddoto del Prof.
Freddoso che trovo particolarmente illuminante circa il pregiudizio continentale anti-metafisico (e di
conseguenza anti-tomista) che guida(va?) molti filosofi contemporanei.
Una vera deriva logica che, stando a quel che riporta larticolo, pare si stia lentamente arginando.
Offro la traduzione delle righe seguenti estraendole dallarticolo in questione.
Permettetemi ora un aneddoto personale qui. Nel 1997 un mio ex studente - soprannonimato
Geno, che continuava gli studi con un B.Phil. a Oxford mi chiam disperato un pomeriggio. Si
era imbattuto in un passaggio dell Etica Nicomachea che laveva completamente confuso e che di
l a tre giorni avrebbe dovuto presentare al suo tutor. Gli consigliai di intrufolarsi in una biblioteca,
furtivamente dare uno sguardo ad una copia dei Commenti allEtica di San Tommaso dAquino
dedicati a quel passaggio e stabilire se potevano essere di qualche aiuto. Naturalmente mi
raccomandai di non citare San Tommaso al suo tutor - o chiunque altro per quella materia.
Beh, per farla breve, la settimana dopo ho ricevuto unaltra chiamata da un esuberante Geno.
Quando ha enunciato linterpretazione del passaggio problematico di S. Tommaso (senza,
ovviamente, citare Tommaso per nome), il tutor si accarezzato il mento, gli ha detto di non aver
mai pensato al testo in quel modo e ha dichiarato che linterpretazione gli pareva interessante,
forse persino brillante!.
La morale della storia che anche in quel periodo cera apertura verso San Tommaso, persino tra
alcuni dei filosofi laici pi incalliti; bastava solo essere sottili a proporlo, e molto pazienti.
Alfred J. Freddoso, The Vindication of St. Thomas: Thomism and Contemporary Anglo-American
Philosophy, University of Notre Dame, 2014, pagg. 4 5

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Introduzione a Bernard Lonergan


By minstrel on 5 agosto 2014 ( 20 )

Uno sguardo in fuga


Grazie della fiducia a chi mi ha chiesto una sintesi della posizione di Bernard Lonergan e della sua
relazione con lautentico Tomismo.
Una sintesi in breve e quasi impossibile. Poiche ciascuno parte da conoscenze e aspettative diverse,
che non conosco, faro brevi accenni, a modo di esca, per poi cercare di rispondere a precise
domande, senza sobbarcarmi il compito di spiegare tutto a tutti, obiettivo che richiederebbe tuttaltro
impegno e spazio.
Le mie prime affermazioni avranno carattere negativo, per delimitare un po il campo. Ad es., talora
il Lonergan viene posto nella corrente trascendentale, sorta in quel periodo in campo cattolico,
soprattutto per linflusso di Marechal, che il Lonergan conobbe dallesposizione verbale di un
compagno di studi a Roma. Ma il Lonergan ha sempre negato la sua appartenenza alla corrente
trascendentale. Di fatto non si e mai interessato alle condizioni a priori del conoscere, ma ha creato
una filosofia tratta dallo studio della conoscenza umana e, in quanto tale, a base empirica. Infine non
ha quasi nulla che lo accomuni a Karl Rahner, il noto teologo gesuita coetaneo, che non e stato un
pensatore sistematico ed e ancora citato su singoli temi, ma non ha lasciato una scuola, pur avendo
avuto un grande influsso. Un libro di Otto Muck aveva inserito Lonergan nella scuola trascendentale,
ma senza fondamento. Pero questa e simili errate classificazioni sono destinate a restare patrimonio
della numerosissima schiera di coloro che devono mostrare di sapere senza conoscere. Se ce stato
un padre intellettuale del Lonergan questo e stato il card. John Newman con The Grammar of
Assent, che il Lonergan rilesse piu volte, ma linfluenza riguardo piu lattenzione costante al
soggetto pensante, che non specifiche conclusioni del Newman.
E necessario avere unidea della situazione del tempo. Il tomismo era stato promosso da Leone XIII,
i gesuiti avevano pubblicato le 25 tesi distintive, ma soprattutto nella prima parte del secolo XX
cera stata una fioritura di studi critici su s.Tommaso che ne stavano mettendo in luce il pensiero
autentico. Gli studi principali, richiamati dal Lonergan nellopera sulla grazia operante secondo
s.Tommaso, sono quelli di Schupp, Doms, Landgraf e Lottin. Non solo la correttezza, ma anche la
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vitalita del tomismo tradizionale era tuttaltro che entusiamante. Come il Lonergan ricorda allinizio
dello studio su Idea e Verbum, nel 1939 comparve su Ephemerides theologicae lovanienses un
articolo che analizzando molte opere di allora sullaspetto intellettuale della processione dellamore
nella Trinita, concludeva dicendo che le opere si dividevano in due categorie, quella di coloro che
non cercavano di risolvere la questione e quella di coloro che la risolvevano in modo
insoddisfacente. Lo stesso Louis Billot, che era ricordato come il grande teologo della Gregoriana
dove insegnara il Lonergan, aveva concluso la riflessione sulla processione intellettuale,
dichiarandola del tutto simile a cio che avviene nellimmaginazione, nella quale dal punto di vista
metafisico ce un eguale passaggio dalla potenza allatto rispetto ad un oggetto che puo non essere
presente. Poiche limmaginazione e una facolta sensibile la conclusione contrastava pero con la
posizione di s.Tommaso, secondo il quale limago Dei (non il vestigium di Dio, presente in tutta la
creazione) puoesserci solo nella mente delle creature ragionevoli. Da qui lanalisi del Lonergan che
preludera al trattato trinitario di alcuni anni dopo.
Il Lonergan dedico undici anni allo studio di s.Tommaso e prima dellopera su Idea e verbum,
aveva pubblicato un serie di articoli, ai quali ho accennato, sulla grazia operante in s.Tommaso. Nel
1965 per motivi di salute abbandono linsegnamento alla Gregoriana dove era stato chiamato nel
1953. Proprio nello stesso tempo, con la chiusura del Concilio, cessava non solo luso del latino, ma
anche linteresse per s.Tommaso nellinsegnamento teologico. Ormai da anni le opere che avevano
aperto il nuovo corso della teologia non erano piu in latino, quali quelle di Chenu, De Lubac,
Congar, Rahner. A differenza di questi teologi il Lonergan non ebbe mai problemi con le
congregazioni romane, i maligni dicevano che era perche nessuno lo capiva. Di fatto non era un
autore facile, perche molto tecnico e con unimpressionante e stancante capacita di analisi.
In conclusione. Il Lonergan fu il piu grande neotomista del XX secolo, che fu capace non solo di
ripristinare lautentico pensiero di s.Tommaso, ma anche, in seguito, di sviluppare sistematicamente
quelle che in s.Tommaso erano solo solide premesse, per ottenere un sistema intellettuale che
rispondesse fino in fondo alle sfide della cultura contemporanea. Nei trattati in latino su Cristo,
sullIncarnazione e sulla Trinita il Lonergan ha usato come nessun altro le categorie metafisiche
tomiste, che aveva riportato in vita, ed e riuscito ad introdurre la componente esegetica e storica
emersa dai piu recenti studi. Successivamente, completo il compito che si era proposto con Method
in Theology (1972) nel quali sviluppo per la teologia le riflessioni metodologiche del capolavoro,
Insight. A Study of Human Undertanding (scritto nel 1953, pubblicato nel 1957).
Non amo la polemica ne la ribalta. Ma tra coloro che lo studiarono produsse effetti permanenti. La
scuola che nacque spontaneamente da lui continua ad espandersi in tutti i continenti con nomi di tutto
rispetto nel campo teologico, filosofico e, forse, anche economico, perche, nel tempo perso, si
occupo anche di teoria economica.
Alcune delle sue grandi acquisizioni:
(1)
La nozione di conoscenza come struttura conscia autocostruentesi che persegue nellordine:
lesigenza di comprendere, poi quella di verificare la realta, poi il valore, poi la relazione attiva e
passiva con il divino.
(2)
La nozione di coscienza come esperienza di se e dei propri atti, quale era solo possibile
nella sua concezione non intuizionista della conoscenza. Non conosco unaltra concezione simile,
tantomeno cosi chiarificatrice. (v. n.4)

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(3)
Lesatta distinzione tra comprensione e concettualizzazione e percio tra forma, oggetto
della prima, e sostanza, oggetto della seconda. Qui sta la demarcazione decisiva tra tomismo e
scotismo, infiltratosi in gran parte della scolastica.
(4)
Come conseguenza del (2) la possibilita di prospettare un metodo empirico generalizzato e
di far diventare empirica la filosofia nel suoi tre sviluppi: a. Lo sviluppo di unempirica teoria della
conoscenza; b. Quello di unempirica teoria della metafisica riguardante i differenti contenuti di
differenti atti conoscitivi; c. quello di una teoria critica del realismo derivante da a+b.
Oggi ci sono molte divulgazioni del pensiero del Lonergan, ma ritengo che sia consigliabile leggere
direttamente i suoi testi, soprattutto qualche breve paper riassuntivo. Il problema e che questi
papers, raccolti in differenti volumi delle CWL (Le tre Collections) non so dove si possano trovare
sul web. I papers che consiglio per iniziare sono:
Metaphysics as Horizon;
The Cognitional Structure;
The Subject;
The Dimension of Meaning;
The Transition from a Classicist World-View to a Historical-Mindedness (molto citata);
The Future of Thomism.
Potr trattare per accenni qualcuno di questi temi o altri, secondo le eventuali richieste.
Tom

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Grande Mons. Antonio Livi !


By Simon de Cyrne on 18 settembre 2014 ( 0 )

Mons. Antonio Livi a sinistra


Come sanno coloro che hanno seguito questo blog fin dallinizio, siamo tra coloro che condividono
lapproccio di questo vero maestro in filosofia che Mons. Antonio Livi , il cui sito da sempre
presente tra quelli che consigliamo. Quel che ci ha sempre convinto proprio il metodo Livi, che
con spirito squisitamente epistemologico costruisce la metafisica sulla logica che diventa per lui, e in
questo lo seguiamo assoluatmente, aletica e daltro lato sul senso comune che il punto di
partenza di ogni pensiero sensato.
Alcuni ambienti de facto fuori della Chiesa cattolica come quelli tradi-protestanti hanno cercato di
appropriarselo ancora una volta torcendo la verit, come sempre loro incancrenato vizio, citandone
frasi fuori contesto secondo loro abitudini e commentandolo a torto e a casaccio. Gi in gennaio di
questanno abbiamo avuto occasione nel nostro post Sculacciata di Mons. Antonio Livi ai filotradi-protestanti di ogni risma di mostrare quanto egli fosse lontano da quelle posizioni che sono il
tarlo di quel pensiero para-cattolico.
Oggi abbiamo il piacere di rinviare caldamente i nostri lettori ad unintervista di Mons Livi apparsa
sul sito Cooperatores Veritatis, dove questo maggiore filosofo cattolico si esprime esattamente su
tutti i principali soggetti che da sempre sono a cuore a Croce-Via come la metafisica, lermeneutica
della continuit, lobbedienza al Magistero , lincombente Sinodo sulla Famiglia. Ne diamo qualche
citazione e rinviiamo i lettori al sito originale per la lettura completa e contestualizzata
Circa la Metafisica e la Teologia:
La metafisica non un optional per lintelligenza. Essa lessenza stessa della filosofia, in quanto
esigenza razionale delluomo che desidera orientarsi nel mondo in cui vive e si domanda da dove
viene, dove va e che ruolo gli spetta nella vita. La filosofia ricerca di quella sapienza che molto
pi necessaria per luomo di quanto non siano le conoscenze tecniche offerte dalle scienze
particolari. Questa sapienza luomo la trova in s stesso, inizialmente, nelle certezze fondamentali
che costituiscono il senso comune, e poi anche nella religione naturale, che presente in forme
diverse tutte le civilt. Ma un approccio propriamente scientifico (ossia rigoroso e dimostrativo) ai
grandi temi della sapienza pure necessario, e per questo la civilt greca classica elabor una
scienza dellintero che appunto la metafisica. Essa fu ed tuttora talmente ricca di vera
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sapienza naturale che il cristianesimo, quando si diffuse nel modo ellenistico, ne fece lo strumento
privilegiato dellinterpretazione razionale della verit rivelata.

la dignit delluomo stata difesa e attuta nella prassi sociale proprio dalla teologia cristiana,
che ha elaborato gi nellet patristica loriginale e feconda nozione delluomo come persona. E
questa preziosa nozione di natura schiettamente metafisica, tant che coloro che la mettono da
parte non hanno pi argomenti per difendere la vita dalla prassi abortista e dalle leggi che la
giustificano.

La vera teologia quella scienza che fa un cristiano che crede alla rivelazione divina, formalizzata
nei dogmi della Chiesa, e tenta di illustrare razionalmente i contenuti di questa rivelazione,
svolgendo cos una missione culturale preziosa al servizio della fede di tutti noi. Quando invece uno
studioso, cattolico o luterano che sia, prescinde dalla verit della rivelazione divina e mette i dubbio
o interpreta arbitrariamente i dogmi della fede, le sue tesi sono mera filosofia religiosa. La
filosofia religiosa si riconosce subito, perch sempre un discorso ambiguo, spesso soltanto
retorico, che tenta di imporre anche ai credenti una sapienza meramente umana, con la pretesa di
possedere una conoscenza superiore rispetto alla fede dei semplici e persino rispetto al
magistero della Chiesa (tecnicamente questo si chiama gnosticismo).
. Pierre Teilhard de Chardin, Karl Rahner, Edward Schillebeeckx, Bernhard Hring, Johann
Baptist Metz e Hans Kng sono tutti autori di teorie teologiche false, in quanto contrarie allo spirito
e talvolta anche alla lettera del dogma cattolico. Le loro opere sono tutte espressioni della medesima
filosofia religiosa di stampo immanentistico e progressistico, anche se ciascuno di essi ha lavorato
in campi diversi. [Di Henri de Lubac, Jean Danilou, Hans Urs von Balthasar, John Courtney
Murray; Yves Congar, Dominique Chenu, Louis Bouyer] si pu dire che sono teologi seri, autori di
opere importanti, anche se alcuni di loro hanno aderito talvolta a correnti di pensiero di
orientamento fideistico. Ci sono poi altri nomi da ricordare tra i veri teologi, ad esempio lo svizzero
Charles Journet e naturalmente il tedesco Joseph Ratzinger.

Circa il Magistero della Chiesa:


il criterio cattolico per discernere il vero profeta dal falso profeta e il buon maestro dal cattivo
maestro la fedelt ai dogma cattolico. . Poi Ges ha voluto affidare la rivelazione dei misteri
della salvezza agli Apostoli, dicendo: Chi ascolta voi, ascolta me; chi disprezza voi disprezza me.
Quindi, noi cattolici dobbiamo dare retta sempre e soltanto al magistero della Chiesa, ossia alla
dottrina degli Apostoli e dei loro successori, una dottrina che costituisce una catena ininterrotta di
fedele trasmissione degli insegnamenti e dei comandamenti di Cristo Maestro.
Circa lermeneutica della continuit:
Sono state dette tante cose sul Vaticano II in questi cinquantanni. Io, come cattolico, non voglio
parlarne se non come un momento di quella evoluzione omogenea del dogma (secondo
lespressione felice di Marin Sola) che assicura sempre ai fedeli la trasmissione fedele della dottrina
di Cristo e la sua opportuna applicazione pastorale in ogni tempo. Questo concilio ecumenico non
ha voluto introdurre alcuna variazione sostanziale nel dogma, ma solo aprire la strada a una nuova
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evangelizzazione, nei modi ritenuti pi confacenti alla situazione culturale del mondo moderno. Le
riforme conciliari, come quella della liturgia, sono state viste come utili alla pastorale anche da
personalit ecclesiastiche di profonda spiritualit e di sicura ortodossia, come il cardinale Siri (vedi
Giuseppe Siri, Dogma e liturgia, a cura di Antonio Livi, Casa Editrice Leonardo da Vinci, Roma
2014). Certo, ci sono stati anche tanti orribili abusi liturgici, ma sono tutti contrari alla lettera e
allo spirito dei decreti conciliari. Como sono contrari alla lettera e allo spirito dei decreti conciliari
i discorsi di chi manipola il Vaticano II per imporre, sotto letichetta di teologia conciliare, la
propria ideologia. Il Vaticano II un momento del magistero ecclesiastico, che ha come unici
titolari i vescovi in comunione con il Papa. Un concilio autorevole perch un Papa lo ha
convocato, un Papa lo ha presieduto e infine un Papa lo ha promulgato. Il Concilio non
unassemblea di teologi, con una maggioranza (i progressisti) che ha vinto e una minoranza (i
conservatori) che stata sconfitta. Lo ha spiegato bene papa Benedetto XVI, quando ha voluto
distinguere opportunamente tra il vero Concilio e il concilio dei media. E qui torniamo al discorso
dei falsi profeti e dei cattivi maestri, il cui imperdonabile peccato di essersi sostituiti
arbitrariamente, con luso accorto della retorica, a chi nella Chiesa ha autorit (divina) per
insegnare, dirigere e santificare.
Circa Papa Francesco :
Papa Francesco, quando ha parlato come maestro della fede, non ha mai contraddetto i suoi
predecessori. I suoi due unici documenti dottrinali (lenciclica Lumen fidei e lesortazione
apostolica Evangelii gaudium) non contengono alcun insegnamento in contrasto con quelli di
Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI.
Circa lobbedienza :
Preciso solo una cosa: la disobbedienza al papa si ha solo quando si agisce contro ci che
stabilito dal Diritto canonico o stato formalmente ordinato dallautorit pontificia attraverso uno
dei dicasteri della Santa Sede. Non c disobbedienza se un fedele cattolico assume opinioni e attua
iniziative allinterno di quei precisi margini di libert che la Chiesa gli riconosce.
Circa i prossimi Sinodi
Se da una parte il cardinal Kasper (che come teologo assai ambiguo e incoerente) vaneggia di
una presunta pastorale che di fatto mette da parte il dogma sacramentario e il diritto canonico,
altri cardinali teologicamente molto pi credibili (tra gli altri, Carlo Caffarra, Mauro Piacenza e
Walter Brandmller) hanno chiarito a pi riprese che nella Chiesa la pastorale unapplicazione
fedele e intelligente del dogma allopera di santificazione dei fedeli. Non una mera prassi di
accoglienza e di benevolenza umana con le persone che sono in stato di peccato mortale e non ne
vogliono uscire, cambiando vita e ricorrendo al sacramento della riconciliazione. La pastorale
incoraggiamento alla conversione, non connivenza con il peccato altrui (forse per rendere la
propria coscienza meno avvertita circa i peccati propri).

Escludo nel modo pi categorico la possibilit che il Papa avalli un sinodo dei vescovi nel quale
venga abolita la dottrina sacramentaria e canonica sul matrimonio e lEucaristia. La Chiesa
di Cristo, ripeteva Benedetto XVI negli ultimi giorni del suo pontificato. Ci significa che noi,
semplici fedeli, nel tempo del nostro pellegrinaggio terreno non dobbiamo fare altro che essere
personalmente fedeli, cio vivere uniti a Cristo con la grazia santificante, e poi adoperarci con tutti
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i mezzi dellapostolato affinch anche gli altri (quelli che possiamo orientare con il nostro esempio e
la nostra parola) lo siano. Poi, lasciamo tutto nella mani della Provvidenza, e non pretendiamo di
sostituirci ad essa.
In Pace

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Sulla metafisica della creazione


By minstrel on 28 ottobre 2014 ( 86 )

From Tree of Life by Terrence Malick


Vorrei anche io esporre due brevi e forse banali riflessioni sulle belle parole che ieri Papa Francesco
ha rivolto riferendosi al ponteificato di Benedetto XVI, durante un discorso alla Pontificia
Accademia delle Scienze nella Casina Pio IV ai Giardini Vaticani, dichiarando contemporanemente
che il Big Bang non contraddice lintervento creatore divino, ma lo esige.
Lo faccio consapevole della sufficenza con la quale il giornalista Stefano Feltri (Fatto Quotidiano) ha
commentato la notizia (virgolette dobbligo) stamane nella trasmissione di Radio3 Prima Pagina.
E lo faccio in seguito alle risate che mi sono fatto leggendo alcuni commenti in calce allarticolo
presente sul sito del medesimo quotidiano.
C chi urla al miracolo per una posizione oramai scontatissima, c chi dice che furbizia perch
non si racconta pi la favola di Adamo ed Eva e la Chiesa vuole salvarsi con questi sotterfugi e chi
pensa che sia necessario un bi-pensiero orwelliano per credere sia al Big Bang che alla creazione. Mi
consola vedere come molti stiano rispondendo per le rime alle incredibili baggianate che l si stanno
raccogliendo.
Dando una rapida occhiata sul web scopro quindi che tempi.it ride insieme a me, Libero inizia con
una semplificazione che mi spaventa (Il creazionismo e levoluzionismo sono compatibili? Ma in che
senso?!) e procede pensando che la teoria della creazione derivi da Genesi (baggianata colossale! II
Maccabei, VII, 28 e non ci vuole molto!).
Vatican Insider ci viene almeno un poco in soccorso con una rapida ed efficace sintesi; interessante
larticolo dellantropologo Guzzo che ne parla sotto laspetto storico scientifico, ricordandoci come
lidea primordiale di Big Bang venne ad uno scienziato presbitero, avvezzo alla scienza tanto quanto
alla teoria filosofica della creazione.
Sulla stessa scia il blog Libert & persona, dove aggiungono il collegamento allindispensabile
Documentazione Interdisciplinare Scienza e Fede e allarticolo del Prof. Tanzella-Nitti dedicato alla
creazione.
Ed proprio da questultimo articolo che voglio trarre le mie banali riflessioni, con le quali desidero
semplicemente porre un freno alla confusione imperante nella visione dei pi del concetto di
creazione, spessissimo (volutamente o inconsapevolmente) malamente comparata alla teoria
pseudo-scientifica dellID.
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Come al solito prima inizierei con una divisione lessicale che esprime tre diversi concetti di
creazione. Una volta chiarite queste accezzioni molti misunderstanding dovrebbero appianarsi.
Dividiamo cos fra concetto di creazione attiva, di crezione passiva e creazione continua.

Per creazione Attiva intendiamo lazione unica, atemporale, trascendente, di un Ente puro atto
che d origine ad una novit inesistente; il trarre lessere dal nulla, o meglio il creare enti in
potenza capaci di partecipare allatto dessere che proprio di quellEnte creatore. Come si nota
pura metafisica essendo questa teoria improvabile secondo lastrazione scientifica di primo livello.
Per creazione Passiva si indica leffetto di quella attiva. E in brevis il creato, la somma degli enti
soggetti allazione di quella forza che in filosofia viene definita divenire. E il concetto di Creazione
visto sotto laspetto pi transeunte. Sotto questo aspetto la creazione, il creato, pu benissimo
essere studiato anche mediante lastrazione scientifica che ne consente una conoscenza profonda,
anche se mai completa.
Con creazione Continua invece indico quella straordinaria intuizione nata in seno alla filosofia
cristiana patristica e medievale (con apice ovviamente nellatto dessere di Tommaso DAquino), che
prevede la creazione come continua relazione fra enti in potenza capaci di partecipazione allatto
dessere stesso che liberamente fa esistere costantemente. Cio latto creativo sotto questo
aspetto continua dipendenza fra enti in potenza e lente atto puro per s sussistente che mantiene
costantemente tutto lessere (tutta la creazione passiva) in atto. E quella che il Papa stesso ha
chiamato lazione delluomo che partecipa della potenza di Dio.

Sotto laspetto temporale, visto sotto la definizione aristotelica (il numero del movimento secondo il
prima e il poi), allora vediamo che lazione attiva completamente estranea al tempo, quella
passiva completamente assorbita dal tempo e la seconda assolutamente contingente allo stesso,
cio ne il suo stesso essere (del tempo!). In soldoni per la creazione continua Dio non ha creato
tutto, ma LO CREA continuamente, lo mantiene nellessere, lo mantiene essere!
Gi solo da questa brevissima dissertazione aiuta a comprendere come nulla potr demolire sia lidea
di creazione attiva (pienamente metafisica) che continua (che metafisica con risvolti
interdisciplinari nella scienza e nella teologia). Al massimo la scienza cosmologica e fisica potr
essere daiuto per la comprensione particolare di quella Passiva. Non solo; non solo la scienza non
pu contraddire due aspetti importanti di questa teoria filosofica, che ricordo risponde ad una
esigenza metafisica di esplicare il divenire, bens essa pare necessitare di questi due aspetti per poter
fondare il suo studio del reale, cio grazie a questa teoria che possibile fondare quel realismo
filosofico che lo sfondo obbligato per lattivit scientifica.
Dunque da dove nasce tutto questo putiferio di idee contrarie? Trovano ragion dessere visto che
bastano 2 righe come quelle presenti per far far tacere chi dice il contrario? Ovviamente esistono ben
altre idee che confondono le acque e sono riscontrabili nei pensieri filosofici anti-realisti (e come tali
non servono la scienza), democritei (basati sul caos), neoparmenidei (cfr. Severino) o nelle
metafisiche spacciate per scienza falsificabie che spostano soltanto il problema di una creazione
attiva (leggasi multiverso) oppure nelle astrazioni matematiche estreme che tentano un modello di
universo self-contained. Questultima opinione quella pi interessante. Un tale universo
evita la presenza di una singolarit iniziale semplicemente rimuovendo, mediante unopportuna
trasformazione matematica, la dipendenza delle equazioni dalla variabile temporale quando ci si
approssima al limite dellorigine dello spazio-tempo
Tanzella-Nitti. Creazione. Voce del Dizionario Disf.org.

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E il modello sviluppato da Hartle e Hawking con il quale ci si chiede se ancora ci sarebbe ancora
posto, in tal caso, per un creatore. La risposta a par mio ovviamente si, poich banalmente un
universo antosufficente, che si autocostituisce, costituisce in s ontologicamente qualcosa e
pertanto non risponde alla domanda cardine circa la necessaria creazione di questo qualcosa che si
autocostituisce poich ovviamente dal nulla non pu nascere che il nulla e quel che in queste
astrazioni viene chiamato nulla nasconde un pieno essere potenziale immenso.
Richiamiamo a questo riguardo il Bontadini che ne Per una teoria del fondamento scriveva a
preludio dellarticolo:
[...] possiamo cominciare ricordando che Aristotele intendeva per Fondamento ci per cui qualcosa
, o diviene, o conosciuto. Con questa definizione sembra che si faccia riferimento: ad un
fondamento metafisico, ad uno fisico e ad uno logico o gnoseologico. In realt il trinomio va ridotto
ad un binomio: giacch dellessere come tale non si d, non si chiede o richiede fondamento, non
c luogo ad un per (per cui). Il per dellessere non potrebbe essere che lessere. Con questa
considerazione elementare si apre la domanda: quando si d, si chiede, si richiede, si impone il o
un fondamento? Che potrebbe anche suonare: su qual fondamento si richiede il fondamento? La
risposta data dalla natura stessa del fondamento, come agevolmente si scorge. Diremo subito che il
fondamento di cui sulla scorta di Aristotele, ma. comunque, in relazione al tema che ci proponiamo
di affrontare, al campo che intendiamo esplorare qui si tratta, richiesto, in generale, per la
rimozione di contraddizione.
Bontadini, Gustavo. Metafisica e dellellenizzazione. Volume 6 di Filosofia e scienze umane. Vita e
Pensiero, 1975. Pag. 5
Come ben sappiamo queste riflessioni non vengono spesso prese in seria considerazione da chi
presuppone che la metafisica non possa provare scientificamente alcunch. Il che ovvio poich la
metafisica non pu provare nulla scientificamente (semplificando potremmo dire fisicamente),
tanto quanto la stessa scienza non pu provare nessuna teoria metafisica (cio che vada oltre il
misurabile empirico), teoria della creazione compresa!
Sul fronte interdisciplinare che unisce aspetto scientifico e metafisico comunque possiamo contare su
una demolizione precisa (e a mio avviso definitiva) di questa posizione filosofica (e pseudo
scientifica) dellultimo Hawking compiuta dal fisico Wolfgang Smith il quale, con un lunghissimo
articolo, ha risposto a queste elucubrazioni filosofico-scientifiche.
Articolo denso e importante, tanto che il nostro Law impegnato da tempo in un lungo lavoro di
traduzione che presenteremo pi avanti su queste stesse pagine.
Possa quindi Dio volerci costantemente mantenere nellessere per partecipazione in modo da poter
pubblicare il lavoro del nostro caro collaboratore!
Stay tuned.

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