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b a
Abbiamo quindi x = a + 2 con variabile.
|| a ||
b a
Otterremo analogamente x = a + 2 .
|| a ||
a x = || a || + 2 = || a ||2
|| a ||
quindi, sottraendo membro
a
(
b
a
)
x
=
|| a ||2
2 a (b a )
a membro, 0 = || a ||
donde si ricava il valore =
|| a ||2
ab
a (b a )
. In conclusione:
|| a ||2 || a ||2
a (b a ) b a
x = 2 2 a+ 2
|| a || || a ||
|| a ||
Tornando al problema fisico evidente che due sole iterazioni del procedimento di misura sono sufficienti a
1 v (F v) 1 F v
Fatte le debite sostituzioni otterremo B =
v
+
.
q || v||2 || v ||2
q || v ||2
rappresentazione e soluzione di problemi di geometria analitica quali: equazioni di rette, piani, sfere e
circonferenze, calcolo delle distanze di punti da rette e piani e di rette parallele o sghembe, proiezioni
ortogonali di punti su rette e piani, equazioni di piani tangenti a superfici sferiche etc.; il tutto in ambito
tridimensionale euclideo e a sostegno di formule risolutive banalmente traducibili in coordinate cartesiane.
Le operazioni tra vettori definite nei precedenti paragrafi si fanno apprezzare per la possibilit di
estendere la corrispondenza tra problemi geometrici e algebrici alla dimensione 3 in modo spontaneo e
sorprendentemente semplice, specie nel confronto con metodi pi tradizionali basati sulluso delle sole
coordinate; al tempo stesso esse forniscono la base intuitiva delle ulteriori generalizzazioni n-dimensionali
proprie dellalgebra lineare.
6.1
Sia r
v = vx i + vy j + vz k un vettore parallelo ad r .
evidente (vedi figura appresso) che i punti P di r sono tutti e soli quelli individuati dai vettori posizione
p = p0 + t v
17
pertanto lequazione vettoriale di r . Essa si traduce nel
Z
x = x 0 + tvx
(2.6)
r : y = y 0 + tvy t R
z = z 0 + tvz
P0
p0
piani XY , XZ , YZ ) si ottiene:
x x0
(3.6)
vx
y y0
vy
z z0
vz
vz , otteniamo
x x 0
y y0
=
vy
vx
z = z 0
(4.6)
E cos via
Lequazione (1.6) si presta a descrivere il moto rettilineo uniforme di una particella con velocit v . Infine se v
x = x + tv
x = x + t v
0
x
0
x
Le rette r : y = y 0 + tvy t R e r :
y
=
y
+
t
v
0
y
z = z 0 + tvz
z = z 0 + t vz
R {0} per cui v = v ovverosia se e solo se v v = 0 .
Ancora: i due sistemi che rappresentano algebricamente r ed r formano un unico macrosistema di 6 equazioni
scalari nel quale le variabili sono t e t . Se ne trae che r r (intersezione non vuota) se e solo se esso
ammette una soluzione del tipo (t1, t1) , il che a priori non detto.
6.3
EQUAZIONE
(PARAMETRICA
Il piano, come la retta, univocamente definito da un orientamento, che possiamo esplicitare tramite
un vettore n , ovviamente non nullo, ad esso ortogonale, e da un suo punto P0 (qualsiasi). La figura che segue
rende perspicua la cosa: per P0 passano infiniti piani ma uno solo di essi, denotato da , perpendicolare alla
direzione individuata da n 0 .
Chiaramente P se e solo se
(5.6)
( p p0 ) n = 0
ax + by + cz + d = 0
18
nella quale i coefficienti a , b , c sono le componenti di
P0 e di n , dunque infinite.
P0
con t,s R
i
iW
evidente che v w dunque lequazione di
( p p0 ) (v w) = 0
(7.6)
In alternativa possiamo scrivere
p = p0 + t v + s w
(8.6)
iV
p0
allaltro.
P0
n = a i + b j + c k n = a i + b j + c k onde v = n n 0 .
v = n n il vettore direzione della retta r = per cui
p = p0 + t (n n)
(9.6)
ax + by + cz + d = 0
a x + b y + c z + d = 0
Essendo 0 n n = (bc b c) i + (ca c a) j + (ab a b) k (vedi problema 14) almeno uno dei coefficienti di
(10.6)
by + cz = d
b y + c z = d
ax + cz = d
a x + c z = d
ax + by = d
a y + b z = d
possibilit di determinare p0 .
In tal modo otteniamo tutti i parametri dellequazione parametrica (8.6) di r .
19
6.4-bis
ax + by + cz + d = 0
Sia r :
lequazione di una retta r come intersezione di due piani e
a
x
+
b
y
+
c
z
+
d
=
0
abbia
una
direzione
che
(p p0 ) (n + n) = 0
vale a dire
n + n
(a + a )x + (b + b )y + (c + c )z + (d + d ) = 0 .
Linsieme di tutti i piani di tal genere al variare di e prende il nome di fascio di piani ed r quello di
retta sostegno.
x = x 0 + tvx
6.4-ter
FASCIO DI PIANI CON RETTA SOSTEGNO r : y = y 0 + tvy
t R (con v 0 ).
z = z 0 + tvz
vy x = vy x 0 + tvx vy
Dalle prime due equazioni di r otteniamo
dunque vy x vx y + (vx y 0 vy x 0 ) = 0 che
vx y = vx y 0 + tvyvx
lequazione di un piano 12 il cui orientamente dato da n12 = (vy ,vx , 0) .
v x vx y + (vx y 0 vy x 0 ) = 0
12 13 : y
v x v z + (v z v x ) = 0
z
x
x 0
z 0
v x v y + (v y v x ) = 0
y
x
x 0
y 0
12 23 :
v y v z + (v z v y ) = 0
y
y 0
z 0
z
v x v z + (v z v x ) = 0
x
x 0
z 0
13 23 : z
vzy vy z + (vy z 0 vzy 0 ) = 0
Supponendo di adottare il primo (discorso analogo vale negli altri due casi) il piano generico del fascio avente
r come retta sostegno avr direzione n12 + n13 = (vy ,vx , 0) + (vz , 0,vx ) , la sua equazione sar pertanto,
a seconda della scelta
(p p0 ) ( n12 + n13 ) = 0
(p p0 ) ( n12 + n 23 ) = 0
(p p0 ) ( n13 + n 23 ) = 0
20
6.5
che lequazione p1 = p0 + t v non soddisfatta da alcun t . Se cos non fosse i piani contenenti r e P1
sarebbero infiniti: esattamente quelli del fascio con r retta sostegno. Accertato che P1 r , dunque che
(p1 p0 ) v , e tenuto conto del fatto che P0 r (ove il piano incognito) possiamo scrivere
(p p0 ) [(p1 p0 ) v] = 0
(11.6)
6.6
scritta
nella
forma
(2.6))
i P1
: ax + by + cz + d = 0 equazione di un piano; s e
PI i
Q0
i P1
q0
p1
Come trovarlo? Non c che che risolvere lequazione avx t + bvyt + cvzt + d = 0 rispetto a t .
Posto che tI sia la soluzione le coordinate di PI sono necessariamente (x 0 + tI vx ,y 0 + tI vy ,z 0 + tI vz ) .
NB: se lequazione di s data come intersezione di piani
ax + by + cz + d = 0
s :
a x + b y + c z + d = 0
occorre prima trovarne lequazione parametrica col procedimento descritto nel punto 6.4.
In alternativa possiamo porre (p1 p0 ) ( n12 + n13 ) = 0 o (p1 p0 ) ( n12 + n 23 ) = 0 oppure ancora
(p1 p0 ) ( n13 + n 23 ) = 0
Infine, il caso della proiezione ortogonale di un punto P1 sul un piano si riduce alla determinazione
del punto di intersezione P1 della retta r : p1 + t n con : (p p0 ) n .
6.7
inf
xA, yB
d(x, y) .
21
i P1
i
P1
P0 i
(12.6)
(p1 p0 ) n
ax1 + by1 + cz1 + d
d(P1, ) =
=
|| n ||
a 2 + b2 + c 2
Torna utile quanto detto nel punto 6.3 alla cui figura facciamo qui specifico riferimento (con particolare
attenzione allequazione parametrica del piano). Si vede bene che se P0 , V e W sono i tre punti non
allineati in questione allora, indicando con pV il vettore posizione di V e con pW il vettore posizione di W
( p p0 ) [(pV p0 ) (pW p0 )] = 0
(13.6)
Volendo la corrispondente equazione cartesiana si procede come indicato nel punto 6.3 medesimo.
6.9
i P1
(14.6)
d(P1,r) =
||(p1 p0 ) v||
|| v||
P0
i P
1
p0
primo grado [(p0 + t v) p1 ] v = 0 . Otterremo cos
p1 = p0 + t v
(15.6)
NB:
Se lequazione di r data come intersezione di piani occorre prima tradurla in equazione parametrica o
mettere a sistema lequazione di con le equazioni dei piani 1 e 2 che definiscono r (sistema lineare di 3
equazioni in 3 incognite) e cos determinare le coordinate di P1 .
Una volta determinato P1 possiamo facilmente scrivere lequazione della retta r ortogonale a r e
22
6.10
Siano 1 : a1x + b1y + c1z + d1 = 0 , 2 : a 2x + b2y + c2z + d2 = 0 3 : a 3x + b3y + c3z + d3 = 0 i tre piani in
questione. Linsieme 1 2 una retta la cui direzione data da n1 n 2 0 . Se questa parallela a 3
avremo, a seconda dei casi, 1 2 3 = o (1 2 ) 3 = 1 2 (retta stessa). Se, viceversa, 1 2
non parallela a 3 ossia (n1 n 2 ) n 2 0 allora 1 2 3 un punto determinabile col metodo 6.6.
La condizione necessaria e sufficiente per cui 1 2 3 sia un punto (da verificare subito) :
a1 a 2 a 3
b1
6.11
b2
b3
c1 c2
c3
Notoriamente le rette r e r si dicono sghembe se hanno direzioni diverse e sono prive di punti in
comune.
M
v v
=n
v v
r
P0
P
0
23
Dimostriamo innanzi tutto che se, come ci suggerisce lintuito, esistono due punti N r e N r per cui
NN r e NN r allora
NN = d(r, r ) = inf
P R, P r
d(P, P )
t (v v)
[(p0 p0 ) + t v t v] v = 0
t || v||2 = (p0 p0 ) v
ossia
[(p p ) + t v t v]
v = 0
0
0
t || v|| t (v v) = (p0 p0 ) v
ammette ununica soluzione sse || v ||2|| v||2 (v v)2 . Ragionando sulla figura a
lato si vede che cos effettivamente, dato che per ipotesi v v .
Dalla figura soprastante si deduce che NN = P0N n = ( P0N P0P0 ) n = P0P0 n . Conclusione:
(16.6)
(p0 p0 ) ( v v)
d(r, r ) =
v v
Se le rette r e r sono parallele la loro sistanza d(r, r ) altro non se non d(P0 , r ) con P0 r . Non c
dunque, per calcolarla, che scegliere un qualunque punto di r e applicare la formula (14.6), sempre con
lavvertenza di utilizzare lequazione parametrica di r . Va da s che il ruolo di r e r interscambiabile.
6.13
Z
Ogni sfera (o per meglio dire superficie sferica) univocamente
p c 2 = 2
(18.6)
iC
x 2 + y 2 + z 2 + ax + by + cz + d = 0
24
= a 2
a = 2
= b 2
b
=
2
ove
e, di conseguenza,
= c 2
c = 2
2
2
2
2
= 2 + 2 + 2 d 2
d = + +
Data (18.6) queste ultime formule consentono di ricavare immediatamente le coordinate (, , ) di C e il
raggio . Si osservi che non tutte le equazioni (18.6) rappresentano circonferenze reali; perch ci sia occorre
che sia soddisfatta la condizione 2 + 2 + 2 = 1 (a 2 + b 2 + c 2 ) > d 2 .
4
In particolare se a 2 + b 2 + c 2 = 4d 2 allora = 0 ; diremo in tal caso che la sfera degenere (in quano collassa
sul suo centro). Se invece a 2 + b 2 + c 2 < 4d 2 parleremo di sfera immaginaia, con evidente allusione al fatto che
il suo raggio diventa un numero immaginario.
6.14
PT
k
C
Ragionando identicamente a partire dal piano YZ anzich XZ , si ottiene lortogonalit dellasse Z alla retta
r , la quale parallela a j . Possiamo cos concludere che dato un qualsiati P il vettore PT P , in quanto
combinazione lineare di i e j , ortogonale a CPT . Come dire: ogni piano tangente a una sfera ortogonale
allasse che congiunge il suo centro col punto di tangenza, risultato questo abbastanza intuitivo.
Quando si voglia trovare lequazione delle sfere di raggio R tangenti in un preassegnato punto PT di un
2
dato piano di equazione ax + by + cz + d = 0 , non c che scrivere pT R n p = R 2 , ove
a i + b j + ck
e p = x i + y j + z k il vettore posizione dei punti delle superfici sferiche.
n=
2
2
2
a +b +c
6.15
= a 2
= b 2
= c 2
R = 2 + 2 + 2 d 2
sono il valori delle coordinate del centro C e del raggio R (vedi punto 6.12).
25
Per stabilire se il piano o meno tangente ad ssa non c che da calcolare la distanza d(C, ) di medesimo
da C col metodo elaborato nel punto 6.7 e verificare se uguale maggiore o minore di R .
x = x + tv
0
x
Se
y
=
y
+
tv
t R lequazione di una retta r possiamo sostituire i valori x 0 + tvx , y 0 + tvy e
0
y
z = z 0 + tvz
z 0 + tvz a x , y e z in x 2 + y 2 + z 2 + ax + by + cz + d = 0 .
iP
pS = p0 + (p p0 ) (p p) .
Otteniamo cos
pS = 2 p p
i P
P0
x = x 0 + tvx
z = z 0 + tvz
Se r fosse data cartesianamente, ossia come intersezioni di piani del tipo
v
P
p0
ax + by + cz + d = 0
, si potr considerare vx x + vyy + vz z (vx px + vy py + vz pz ) = 0 (equazione del piano
r :
a x + b y + c z + d = 0
ortogonale a r passante per P ) e metterla a sistema con le due precedenti. La soluzione del sistema lineare
ax + by + cz + d = 0
r : a x + b y + c z + d = 0
vx x + vyy + vz z (vx px + vy py + vz pz ) = 0
di tre equazioni in tre incognite fornir le coordinate di P .
Si osservi che essendo i tre piani mutuamente non paralleli, detta soluzione esiste senzaltro ed unica.
6.17
Siano A (a1,a 2,a 3 ) e B (b1,b2,b3 ) due punti noti ed r : p = p0 + t v una retta data. Vogliamo
determinare il/i punto-i P r (ammesso che esista/no) per cui area del triangolo ABP =
assegnato.
con
A valore
26
area del triangolo ABP = 1 (b a) (p0 + t v a) =
2
= 4 A2
Sviluppando si ottiene, di massima, unequazione algebrica di secondo grado in t la quale pu: non avere
alcuna soluzione reale; avere due soluzioni distinte t1 e t2 ; avere ununica soluzione t1 .
Nel primo caso il punto P cercato non esiste; nel secondo esistono due soluzioni P1 p0 + t1 v e P2 p0 + t2 v ;
nel terzo la soluzione P1 p0 + t1 v .
NB: Una quarta possbilit che AB sia parallelo a v , nel qual caso lequazione sopra scritta degenera in
una identit numerica la quale pu essere vera o falsa. Se vera tutti i valori di t sono accettabili quindi le
soluzioni del problema sono date da tutti i punti di r ; se falsa ci significa che lequazione sopra scritta non
ha soluzione alcuna, dunque P r che soddisfi la condizione richiesta.
6.18
TRIANGOLI CON ANGOLO RETTO SU VERTICE NON APPARTENENTE A UNA RETTA DATA
Siano A (a1,a 2,a 3 ) e B (b1,b2,b3 ) due punti noti ed r : p = p0 + t v una retta data. Vogliamo
(b a) (b p0 t v) = 0
(p0 + t v a) (b p0 t v) = 0
x = x 0 + tvx
Siano r :
y = y 0 + tvy e : ax + by + cz + d = 0 la retta e il piano dati; indichiamo con rS la retta
z = z 0 + tvz
simmetrica.
27
Possiamo trovare A r . Poich (vedi figura a lato)
vn
vS = v v dove v = 2 n e v = v v otteniamo la
n
equazione vettoriale
rS : p = a + t vS
rS
arbitrario punto B r diverso da A (assegnando a t un opportuno valore) onde poi trovare il punto B ad esso simmetrico rispetto al piano (cfr. 6.6).
Noti i vettori A a e B b lequazione di rS sar p = a + t(b a) .
7
PROBLEMA 20
Stabilire il legame tra le equazioni dei piani nello spazio e le equazioni delle rette nel
piano XY .
: ax + by + d = 0
Tale equazione coincide con la classica equazione della
P0
Se P0 (x 0 ,y 0 , 0) e P (x,y, 0) appartengono a r allora (p p0 ) n = 0 quindi
P
n
P1
r : ax + by + d = 0
lequazione ben nota di di una retta nel piano cartesiano classico.
Con specifico riferimento allla (12.6) (distanza di un punto da un piano) ritroviamo la nota formula
d(P1,r) =
ax1 + by1 + d
a 2 + b2
relativa alla distanza di un punto da una retta nel piano cartesiano XY .
ESERCIZIO 1
Dati i piani : 3x + 2y 6z + 1 = 0
: 2x + y 2z 3 = 0 trovare lequazione
n = (3, 2,6) ; n = (2,1,2) ; essi non sono paralleli in quanto n n = (2,6,1) (0, 0, 0) (vedi
formula del problema 5) quindi i piani non sono paralleli. Resta da trovare un punto P0 = .
3x + 2y 6z + 1 = 0
Assumendo z = 0 il sistema
diventa
2x + y 2z 3 = 0
e y 0 = 11 ; se ne trae che P0 (7,11, 0) appartiene a r .
3x + 2y = 1
2x + y = 3
28
Abbiamo pertanto r
x = 7 + 2t
: y = 11 6t
z = t
ESERCIZIO 2
Scrivere lequazione del piano passante per A (1,1,1) , B (1, 2, 3) e C (3, 2,1) .
Soluzione
CB = 2 i + 2k e CA = 2 i j pertanto n = 2 i 4 j + 2k (vedi problema 5).
Lequazione del piano quindi x 2y + z = 0 .
Scrivere lequazione della retta r simmetrica rispetto al
punto A (2, 0,1) a r : x + y 1 = z 1 = 0 . Determinare inoltre, se esiste, una retta r passante per A che
sechi r secondo un angolo di 4 .
Soluzione
equidistanti da A .
x + y 1 = 0
Lequazione di r pu scriversi
dunque la sua r
z 1 = 0
direzione (identica a quella di r ) data da
i
P0
P0
j k
v = 1 1 0 = (1,1,0) .
0 0 1
Si vede subito che P0 (1, 0,1) un punto di r la cui equazione parametrica dunque r
x = 1 + t
: y = t .
z = 1
Osserviamo ora che p0 = p0 + 2(a p0 ) = 2 a p0 = (3, 0,1) il vettore delle coordinate di P0 r . Da qui
x = 3 + t
lequazione r : y = t
z = 1
Infine il vettore direzione v = (vx, vy, vz) di r devessere ortogonale a v ( a p0 ) = (1,1, 0) (1, 0, 0) e tale
che v v =
2
2
v v =
2 v = v .
2
2
A conti fatti: 0 = (vx, vy, vz) [(1,1, 0) (1, 0, 0)] = vz e vx vy = (vx, vy, 0) (1,1, 0) = (vx )2 + (vy )2 , possiamo
quindi assumere v
x = 2 + t
ESERCIZIO 4
x y + 2z = 0
3x + y = 3
(i)
(ii)
la proiezione ortogonale B di B su .
Soluzione
y = 0 il sistena che definisce r implica che debba aversi z = 1 2 . P0 (1, 0,1 2) appartiene dunque a r la
cui equazione parametrica r
x = 1 2t
.
: y = 6t
z = 12 + 4t
29
Otteniamo : (x 1,y,z + 1) (2, 6, 4) = 0 o, pi semplicemente : (x 1,y,z + 1) (1, 3, 2) = 0 , vale a dire
: x + 3y + 2z + 3 = 0 .
x = t
z = 1 + 2t
4
Sostituendo nellequazione di otteniamo 28t + 8 = 0 quindi t = . Tale il valore che il parametro t
7
dellequazione di r deve avere affinch il punto apprtenga a . Conclusione: B (4 7,5 7,1 7) .
Al variare di h R si studi lintersezione dei piani : hx hy 2z = 2h ; : x y = 0 ;
ESERCIZIO 5
: x 2hy z = h .
Soluzione
(i)
(ii)
se h = 1 2 le equazioni diventano : 12 x 12 y 2z = 1 ; : x y = 0 ; : x y z = 12 .
Poich (0, 0,1 2) soluzione di tutte queste equazioni la retta e il piano non solo sono
paralleli ma hanno un punto in comune. Se ne desume che ossia: lintersezione
una retta.
r : x = z 1 = 0 e il punto A (1,1, 0) .
Barrare inoltre le propriet vere di r tra le seguenti: a
Y
contenuta
ortogonale allasse Z
ortogonale allasse
2x + z 1 = 0
Soluzione
Y . Se ne trae: a
vera, b falsa.
Poich i punti di r sono tutti e soli del tipo P (0,t,1) con t arbitrario essi non soddisfano lequazione
vera.
h R ). Determinare una retta r F , ammesso che esista, avente distanza minima dallorigine.
Soluzione
Le rette rh sono date come intersezioni di piani con direzioni n = (1, 0, 0) = i e n = (0, 0,1) = k .
Z
2h 1
30
La direzione delle rh dunque vh = (0,1, 0) . Si intuisce da
ci (prescindendo dai calcoli) che la retta di F pi vicina
allorigine quella per cui 0 = z = 2h 1 donde si trae
h = 1 2 . In termini pi formali:
x = 1
Prh
z = 2h 1
ESERCIZIO 8
(i)
incidenti
b parallele
c sghembe
(ii)
(iii)
(iv)
Soluzione
perpendicolari
(1, 0,1) (0, 2, 0) = (1,2,1) e (0, 2, 3) (0,1,1) = (0, 3, 2) ; (1,2,1) (0, 3, 2) = (7,2, 3) (0, 0, 0) e
y = 2 2t
z = t
x = 0
y = 1 + 3t
z = 1 + 2t
B (1, 0,1) la sua equazione [(x ,y ,z) (1, 0,1)](2, 2,3) = 0 ossia 2x + 2y 3z + 5 = 0 .
Applicando la formula (12.6) otteniamo d(A, ) = 9
17 .
Larea del triangolo BCD pari alla met dellarea del parallelogramma individuato dai vettori vBC e
1
2
vBC vBD = 17 2 .
x = t
z = t
r per A e B e che
|| vAB ||
6
6
ESERCIZIO 9
Dati i punti A (1,1,1) , B (2,1, 2) , C (2, 3,1) e D (1, 2, 2) calcolare il volume del
tetraedro ABCD .
Soluzione
La formula del volume (vedi sopra) 1 AB AC DC = 1 .
6
31
ESERCIZIO 10
Considerati i punti A (0,1, 0) , B (1,1, 0) , C (1, 2,1) e D (0, 2,4) siano r la retta
(i)
Le rette r ed s sono a
sghembe
(ii)
(iii)
(iv)
Risposte
(i) le rette sono sghembe non ortogonali; (ii) lequazione y z 1 = 0 ; (iii) larea
2 2 : (iv)
Dati i punti A (1,1,1) , B (2,1, 2) , C (2, 3,1) , D (1, 2, 2) determinare il volume del
b a = (1, 0,1) ; c a = (1, 2, 0) ; d a = (0,1,1) sono i tre vettori che definiscono ABCD il cui
volume pertanto
1 1 0 1
1
1 2 0 = .
6
2
1 1 1
1
3
(b a) (c a) = larea della base ABC del tetraedro definita da b a e c a .
2
2
Poich il volume di ABCD pari a questarea per laltezza h del tetraedro stesso rispetto ad ABC diviso 3
13
1
h = quindi h = 1 .
avremo:
32
2
x + 2y z + 1 = 0
3x + y = 2
determinare il piano ortogonale a , parallelo a r e tale che A .
ESERCIZIO 12
Soluzione
3 1
nv = 0
a + b + c + d = 0
A conti fatti a + b c = 0
da cui ricaviamo la soluzione a = 2 , b = 1 , c = 1 , d = 1 . Lequazione del
a + b + c + d = 0
piano dunque 2x + y z + 2 = 0 .
ESERCIZIO 13 (BettiDi Libero, tema del 23/01/12)
Calcolare la distanza delle rette r : x + y 1 = 0 = 2y z e r : 2x + z 1 = 0 = x + y 1 .
Soluzione
v=
i j k
1 1 0
0 2 1
= (1,1,2) e v =
i j k
2 0 1
1 1 0
= (1,1,2)
32
Determiniamo le coordinate di due arbitari punti P0 r e P1 r risolvendo i sistemi
x + y 1 = 0
2x + z = 1
e
2y z = 0
x + y = 1
P0 (1, 0, 0) e P1 = (1 2,1 2, 0) sono senzaltro tra questi quindi, in virt della formula (14.6) del 6,
d(r, r ) = d(P0 , r ) =
||(p1 p0 ) v ||
|| v ||
r e s sono parallele
r e s sono ortogonali
r e r sono incidenti
x 1 = 0
x y = 0
i j k
y z = 0
x +z = 0
0 1 1
i j
k
pertanto v = 1 1 0 = (1,1, 2) fornisce la direzione di r . Si vede bene che v e v non sono paralleli,
1 1 1
possiamo quindi applicare la formula (16.6) previa determinazione di due (qualsiasi) punti di r ed r .
Soluzione
(1,1,1)[(0,1,1)(1,1,2)]
(0,1,1)(1,1,2)
2
6
2
.
3
In ultimo: d(r, r ) > 0 quindi r ed r non sono incidenti; v v = 3 quindi r ed r non sono ortogoali.
ESERCIZIO 15 (BettiDi Libero, tema del 07/02/11)
Per quali valori di k R i tre piani : x 2y + z = k 1 ; : kx + y 1 = 0 ; : x + kz = 0 hanno in
comune una retta?
x 2y + z = k 1 n = (1,2,1)
Soluzione
kx + y 1 = 0 n = (k ,1, 0)
x
+
kz
=
0
fornisce la
2y + z = k 1
Assumendo x = 0 otteniamo
z = k + 1 pertanto (0,1,k + 1) r .
y 1 = 0
x = t
z = k + 1 + (1 + 2k)t
k(1 + 2k) 1 = 0
2k + k 1 = 0
k = 0 o k = 1 ; la seconda k = 1 2 o k = 1 . Lunica soluzione compatibile col sistema k = 1 .
33
i j k
x +y = 0
Poich
lequazione di r , v = 1 1 0 = (1,1,1) il suo
y z = 0
0 1 1
vettore direzione.
B
A
B