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16

b a
Abbiamo quindi x = a + 2 con variabile.
|| a ||

Fissiamo a piacere un secondo a a e un secondo b .

b a
Otterremo analogamente x = a + 2 .

|| a ||

Moltiplicando scalarmente per a tali eguaglianze:




2 a (b a)

a x = || a || + 2 = || a ||2

|| a ||
quindi, sottraendo membro

a
(
b

a
)

x
=

|| a ||2


2 a (b a )
a membro, 0 = || a ||
donde si ricava il valore =

|| a ||2


ab


a (b a )
. In conclusione:

|| a ||2 || a ||2

a (b a ) b a
x = 2 2 a+ 2
|| a || || a ||

|| a ||

Tornando al problema fisico evidente che due sole iterazioni del procedimento di misura sono sufficienti a

fornire il valore del vettore incognito B in ogni punto dello spazio.



1 v (F v) 1 F v
Fatte le debite sostituzioni otterremo B =
v
+

.
q || v||2 || v ||2
q || v ||2

APPLICAZIONI ALLA GEOMETRIA ANALITICA


Il formalismo vettoriale si rende utile non solo in fisica, come abbiamo sopra accennato, ma anche nella

rappresentazione e soluzione di problemi di geometria analitica quali: equazioni di rette, piani, sfere e
circonferenze, calcolo delle distanze di punti da rette e piani e di rette parallele o sghembe, proiezioni
ortogonali di punti su rette e piani, equazioni di piani tangenti a superfici sferiche etc.; il tutto in ambito
tridimensionale euclideo e a sostegno di formule risolutive banalmente traducibili in coordinate cartesiane.
Le operazioni tra vettori definite nei precedenti paragrafi si fanno apprezzare per la possibilit di
estendere la corrispondenza tra problemi geometrici e algebrici alla dimensione 3 in modo spontaneo e
sorprendentemente semplice, specie nel confronto con metodi pi tradizionali basati sulluso delle sole
coordinate; al tempo stesso esse forniscono la base intuitiva delle ulteriori generalizzazioni n-dimensionali
proprie dellalgebra lineare.
6.1
Sia r

EQUAZIONE PARAMETRICA DI UNA RETTA NELLO SPAZIO

una retta, P0 un suo punto fisso, p0 = x 0 i + y 0 j + z 0 k il vettore posizione corrispondente,

v = vx i + vy j + vz k un vettore parallelo ad r .
evidente (vedi figura appresso) che i punti P di r sono tutti e soli quelli individuati dai vettori posizione

p0 + t v = (x 0 + tvx ) i + (y 0 + tvy ) j + (z 0 + tvz )k al variare di t in R . Se p indica il verore posizione di P


(1.6)

p = p0 + t v

17
pertanto lequazione vettoriale di r . Essa si traduce nel
Z

seguente sistema di equazioni scalari:

x = x 0 + tvx

(2.6)
r : y = y 0 + tvy t R

z = z 0 + tvz

Supponendo vx vyvz 0 (ossia v non parallelo ad alcuno dei

P0

p0

piani XY , XZ , YZ ) si ottiene:

x x0

(3.6)

vx

y y0
vy

z z0

vz

Se viceversa uno dei coefficienti vx , vy , vz nullo, per esempio

vz , otteniamo
x x 0
y y0
=

vy
vx

z = z 0

(4.6)

E cos via

Lequazione (1.6) si presta a descrivere il moto rettilineo uniforme di una particella con velocit v . Infine se v

non nullo parallelo a v e P0 r lequazione p = p0 + t v anchessa adatta a rappresentare r .


6.2

RETTE PARALLELE E INTERSEZIONE DI DUE RETTE

x = x + tv
x = x + t v

0
x
0
x

Le rette r : y = y 0 + tvy t R e r :
y
=
y
+
t
v

0
y

z = z 0 + tvz
z = z 0 + t vz


R {0} per cui v = v ovverosia se e solo se v v = 0 .

t R sono parallele se e solo se se

Ancora: i due sistemi che rappresentano algebricamente r ed r formano un unico macrosistema di 6 equazioni
scalari nel quale le variabili sono t e t . Se ne trae che r r (intersezione non vuota) se e solo se esso
ammette una soluzione del tipo (t1, t1) , il che a priori non detto.
6.3

EQUAZIONE

(PARAMETRICA

E CARTESIANA) DI UN PIANO NELLO SPAZIO

Il piano, come la retta, univocamente definito da un orientamento, che possiamo esplicitare tramite

un vettore n , ovviamente non nullo, ad esso ortogonale, e da un suo punto P0 (qualsiasi). La figura che segue
rende perspicua la cosa: per P0 passano infiniti piani ma uno solo di essi, denotato da , perpendicolare alla

direzione individuata da n 0 .
Chiaramente P se e solo se
(5.6)


( p p0 ) n = 0

Posto che p0 = x 0 i + y 0 j + z 0 k , p = x i + y j + z k e n = a i + b j + c k e d = x 0a y 0b z 0d essa si traduce


nella equazione scalare:
(6.6)

ax + by + cz + d = 0

18
nella quale i coefficienti a , b , c sono le componenti di

n . Le equazioni atte a rappresentare sono, sulla base

di quanto premesso, tante quante le possibile scelte di

P0 e di n , dunque infinite.

P0

Un diverso approccio quello di considerare

P0 e due vettori v e w paralleli a ma non luno

con t,s R

i
iW


evidente che v w dunque lequazione di


( p p0 ) (v w) = 0
(7.6)
In alternativa possiamo scrivere

p = p0 + t v + s w
(8.6)

iV

p0

allaltro.

essendo p p0 combinazione lineare di v e w .

Questultima prende il nome di equazione paramemetrica del piano


(si noti che qui i parametri variabili sono due anzich uno come
per la retta).
6.4

LA RETTA COME INTERSEZIONE DI PIANI

Consideriamo come noti i piani : ax + by + cz + d = 0


e

: a x + b y + c z + d = 0 non paralleli. Ci significa che

P0


n = a i + b j + c k n = a i + b j + c k onde v = n n 0 .


v = n n il vettore direzione della retta r = per cui


p = p0 + t (n n)

(9.6)

lequazione parametrica di r . Rimane da determinare il vettore

rappresentativo p0 di un punto P0 qualsiasi.


A tal fine possiamo osservare che le sue coordinate x 0 , y 0 , z 0 debbono essere soluzioni del sistema

ax + by + cz + d = 0

a x + b y + c z + d = 0


Essendo 0 n n = (bc b c) i + (ca c a) j + (ab a b) k (vedi problema 14) almeno uno dei coefficienti di

(10.6)

questultima espressione vettoriale diverso da 0.


Ci implica che uno almeno dei sistemi

by + cz = d

b y + c z = d

ax + cz = d

a x + c z = d

ax + by = d

a y + b z = d

derivati da (10.6) assumendo rispettivamente x = 0 , y = 0 , z = 0 , risolvibile, il che garantisce leffettiva

possibilit di determinare p0 .
In tal modo otteniamo tutti i parametri dellequazione parametrica (8.6) di r .

19
6.4-bis

EQUAZIONI DI FASCI DI PIANI

ax + by + cz + d = 0

Sia r :
lequazione di una retta r come intersezione di due piani e

a
x
+
b
y
+
c
z
+
d
=
0

(ovviamente non paralleli).

Si vede bene dalla figura accanto come qualsiasi altro


piano contenente r

abbia

una

direzione

che

combinazione lineare delle direzioni n = (a ,b ,c)

n = (a , b , c ) di e , del tipo n + n cosicch la


sua equazione sar

(p p0 ) (n + n) = 0

vale a dire

n + n

(a + a )x + (b + b )y + (c + c )z + (d + d ) = 0 .
Linsieme di tutti i piani di tal genere al variare di e prende il nome di fascio di piani ed r quello di
retta sostegno.

x = x 0 + tvx

6.4-ter
FASCIO DI PIANI CON RETTA SOSTEGNO r : y = y 0 + tvy
t R (con v 0 ).

z = z 0 + tvz

vy x = vy x 0 + tvx vy
Dalle prime due equazioni di r otteniamo
dunque vy x vx y + (vx y 0 vy x 0 ) = 0 che

vx y = vx y 0 + tvyvx
lequazione di un piano 12 il cui orientamente dato da n12 = (vy ,vx , 0) .

Analogamente dalla prima e terza equazione di r otteniamo vz x vx z + (vx z 0 vz x 0 ) = 0 , equazione di un piano

13 il cui orientamento dato da n13 = (vz , 0,vx ) .


Dalla seconda e terza equazione di r , infine, otteniamo vz y vy z + (vy z 0 vzy 0 ) = 0 , equazione di un piano

23 il cui orientamento dato da n 23 = (0,vz ,vy ) . Orbene, se


n12 = (vy ,vx , 0)
n13 = (vz , 0,vx )
n 23 = (0,vz ,vy )
fossero paralleli luno allaltro avremmo vx = 0 , vy = 0 e vz = 0 di contro allipotesi v 0 .
Lequazione parametrica della retta pu dunque tradursi in uno almeno dei sistemi di equazioni seguenti:

v x vx y + (vx y 0 vy x 0 ) = 0
12 13 : y
v x v z + (v z v x ) = 0
z
x
x 0
z 0
v x v y + (v y v x ) = 0
y
x
x 0
y 0
12 23 :
v y v z + (v z v y ) = 0
y
y 0
z 0
z
v x v z + (v z v x ) = 0
x
x 0
z 0
13 23 : z
vzy vy z + (vy z 0 vzy 0 ) = 0

Supponendo di adottare il primo (discorso analogo vale negli altri due casi) il piano generico del fascio avente

r come retta sostegno avr direzione n12 + n13 = (vy ,vx , 0) + (vz , 0,vx ) , la sua equazione sar pertanto,
a seconda della scelta

(p p0 ) ( n12 + n13 ) = 0
(p p0 ) ( n12 + n 23 ) = 0
(p p0 ) ( n13 + n 23 ) = 0

20
6.5

EQUAZIONE DI UN PIANO CONTENENTE UNA RETTA E UN PUNTO DATI

Se conosciamo r : p = p0 + t v e P1 (dunque p1 ) necessario verificare innanzi tutto che P1 r ossia

che lequazione p1 = p0 + t v non soddisfatta da alcun t . Se cos non fosse i piani contenenti r e P1
sarebbero infiniti: esattamente quelli del fascio con r retta sostegno. Accertato che P1 r , dunque che

(p1 p0 ) v , e tenuto conto del fatto che P0 r (ove il piano incognito) possiamo scrivere

(p p0 ) [(p1 p0 ) v] = 0

(11.6)
6.6

INTERSEZIONE TRA PIANO E RETTA E PROIEZIONE ORTOGONALE DI UN PUNTO SU UN PIANO

Siano s : p = p0 + t v equazione di una retta


(eventualmente

scritta

nella

forma

(2.6))

i P1

: ax + by + cz + d = 0 equazione di un piano; s e

sono paralleli sse v n ossia sse avx + bvy + cvz = 0 . Se

cos fosse potremmo avere: r aut r = . Nel

PI i

primo caso a(vx t x 0 ) + b(vyt y 0 ) + c(vzt z 0 ) + d = 0

Q0

i P1

q0

sarebbe valida t R ossia costituirebbe una identit

p1

in quanto P0 quindi ax 0 + by 0 + cz 0 + d = 0 . Nel

secondo caso a(vx t x 0 ) + b(vyt y 0 ) + c(vzt z 0 ) + d = 0


non avrebbe soluzione alcuna poich P0 .
Se viceversa avx + bvy + cvz 0 non c parallelismo tra

ed s e la loro intersezione un unico punto PI .

Come trovarlo? Non c che che risolvere lequazione avx t + bvyt + cvzt + d = 0 rispetto a t .
Posto che tI sia la soluzione le coordinate di PI sono necessariamente (x 0 + tI vx ,y 0 + tI vy ,z 0 + tI vz ) .
NB: se lequazione di s data come intersezione di piani

ax + by + cz + d = 0
s :

a x + b y + c z + d = 0

occorre prima trovarne lequazione parametrica col procedimento descritto nel punto 6.4.
In alternativa possiamo porre (p1 p0 ) ( n12 + n13 ) = 0 o (p1 p0 ) ( n12 + n 23 ) = 0 oppure ancora

(p1 p0 ) ( n13 + n 23 ) = 0

e poi determinare e per i quali tale equazione verificata (vedi 6.4-bis).

Infine, il caso della proiezione ortogonale di un punto P1 sul un piano si riduce alla determinazione


del punto di intersezione P1 della retta r : p1 + t n con : (p p0 ) n .
6.7

DISTANZA DI UN PUNTO DA UN PIANO

In riferimento alla soprastante figura denoteremo la distanza di P1 da con d(P1, ) . Si rammenti a


questo proposito che, in generale, la distanza di due sottoinsiemi A e B di R 3 viene definita

inf

xA, yB

d(x, y) .

21

i P1

Nella fattispecie d(P1, ) = P1P1 dove P1 la proiezione ortogonale di P1 su .


P1P1 lincognita del problema. Per determinarla si pu procedere in due modi.

Si trova la proiezione ortogonale P1 su col metodo descritto in 6.6 per

poi calcolare P1P1 = p1 p1 .


2

i
P1

P0 i

d(P1, ) = P1P1 = P1P0 cos quindi (ragionando direttamente sullimmagine):

(12.6)

(p1 p0 ) n
ax1 + by1 + cz1 + d
d(P1, ) =
=

|| n ||
a 2 + b2 + c 2

Questultimo metodo senzaltro pi sbrigativo del primo.


6.8

EQUAZIONE DI UN PIANO PASSANTE PER TRE PUNTI NON ALLINEATI

Torna utile quanto detto nel punto 6.3 alla cui figura facciamo qui specifico riferimento (con particolare
attenzione allequazione parametrica del piano). Si vede bene che se P0 , V e W sono i tre punti non

allineati in questione allora, indicando con pV il vettore posizione di V e con pW il vettore posizione di W

abbiamo v = pV p0 e w = pW p0 (vettori linearmente indipendenti). Lequazione parametrica di quindi


( p p0 ) [(pV p0 ) (pW p0 )] = 0
(13.6)
Volendo la corrispondente equazione cartesiana si procede come indicato nel punto 6.3 medesimo.
6.9

DISTANZA DI PUNTI DA RETTE E PROIEZIONE ORTOGONALE DI PUNTI SU RETTE

Supponiamo di conoscere r : p = p0 + t v e P1 . Dallanalisi

i P1

della figura otteniamo d(P1,r) = P1P1 = || p1 p0|||sin | quindi

(14.6)

d(P1,r) =

||(p1 p0 ) v||

|| v||

Quanto alla determinazione della proiezione ortogonale P1 di

P1 su r c da osservare che P1 lintersezione con r medesima di

un piano ortogonale ad essa (quindi a v ) nonch passante per P1 .



Lequazione di tale piano (p p1 ) v = 0 . Non resta, a questo

P0

i P
1

p0

punto, che utilizzare la metodologia esplorata in 6.5. Pi


specificatamente: trovare la soluzione t dellequazione scalare di


primo grado [(p0 + t v) p1 ] v = 0 . Otterremo cos

p1 = p0 + t v
(15.6)
NB:

Se lequazione di r data come intersezione di piani occorre prima tradurla in equazione parametrica o

mettere a sistema lequazione di con le equazioni dei piani 1 e 2 che definiscono r (sistema lineare di 3
equazioni in 3 incognite) e cos determinare le coordinate di P1 .
Una volta determinato P1 possiamo facilmente scrivere lequazione della retta r ortogonale a r e

passante per il preassegnato punto P1 ; essa p = p1 + t(p1 p1 )

22
6.10

INTERSEZIONE DI TRE PIANI DUE A DUE NON PARALLELI E SUA DETERMINAZIONE

Siano 1 : a1x + b1y + c1z + d1 = 0 , 2 : a 2x + b2y + c2z + d2 = 0 3 : a 3x + b3y + c3z + d3 = 0 i tre piani in


questione. Linsieme 1 2 una retta la cui direzione data da n1 n 2 0 . Se questa parallela a 3
avremo, a seconda dei casi, 1 2 3 = o (1 2 ) 3 = 1 2 (retta stessa). Se, viceversa, 1 2

non parallela a 3 ossia (n1 n 2 ) n 2 0 allora 1 2 3 un punto determinabile col metodo 6.6.
La condizione necessaria e sufficiente per cui 1 2 3 sia un punto (da verificare subito) :

a1 a 2 a 3
b1
6.11

b2

b3

c1 c2

c3

DISTANZA DI DUE RETTE SGHEMBE

Notoriamente le rette r e r si dicono sghembe se hanno direzioni diverse e sono prive di punti in
comune.
M

v v
=n

v v

r
P0

P
0

23
Dimostriamo innanzi tutto che se, come ci suggerisce lintuito, esistono due punti N r e N r per cui
NN r e NN r allora

NN = d(r, r ) = inf

P R, P r

d(P, P )

In effetti M r e M r abbiamo (considerando il il triangolo M M N ) MM MN inoltre, con


specifico riferimento al triangolo M N N , MN NN per cui MM NN .
Ci premesso occorre provare che i punti N ed N esistono.

Posto che r : p0 + t v e r : p0 + t v si tratta di dimostrare lesistenza di due valori t e t tali che


t (v v)

[(p0 p0 ) + t v t v] v = 0
t || v||2 = (p0 p0 ) v

ossia

[(p p ) + t v t v]
v = 0

0
0
t || v|| t (v v) = (p0 p0 ) v

Questultimo un semplice sistema di due equazioni lineari in due incognite. Esso


ammette ununica soluzione sse || v ||2|| v||2 (v v)2 . Ragionando sulla figura a


lato si vede che cos effettivamente, dato che per ipotesi v v .



Dalla figura soprastante si deduce che NN = P0N n = ( P0N P0P0 ) n = P0P0 n . Conclusione:

(16.6)


(p0 p0 ) ( v v)
d(r, r ) =

v v

la distanza delle rette sghembe.


NB: ancora una volta il caso in cui entrambe le rette (o anche una sola delle due) siano date in forma
cartesiana richiede la previa traduzione in forma parametrica tramite il metodo indicato in 6.4.
6.12

DISTANZA DI DUE RETTE PARALLELE

Se le rette r e r sono parallele la loro sistanza d(r, r ) altro non se non d(P0 , r ) con P0 r . Non c
dunque, per calcolarla, che scegliere un qualunque punto di r e applicare la formula (14.6), sempre con
lavvertenza di utilizzare lequazione parametrica di r . Va da s che il ruolo di r e r interscambiabile.
6.13

EQUAZIONE DI UNA SFERA

Z
Ogni sfera (o per meglio dire superficie sferica) univocamente


p c 2 = 2

p = x i + y j + z k quindi (x )2 + (y )2 + (z )2 = 2 vale a dire

(18.6)

iC

Lequazione corrispondente in termini vettoriali


(17.6)

determinata dal suo centro C , associato a un vettore del tipo

c = i + j + k , e dal suo raggio > 0 .

x 2 + y 2 + z 2 + ax + by + cz + d = 0

24

= a 2
a = 2

= b 2

b
=
2
ove
e, di conseguenza,

= c 2

c = 2

2
2
2
2

= 2 + 2 + 2 d 2

d = + +
Data (18.6) queste ultime formule consentono di ricavare immediatamente le coordinate (, , ) di C e il
raggio . Si osservi che non tutte le equazioni (18.6) rappresentano circonferenze reali; perch ci sia occorre
che sia soddisfatta la condizione 2 + 2 + 2 = 1 (a 2 + b 2 + c 2 ) > d 2 .
4

In particolare se a 2 + b 2 + c 2 = 4d 2 allora = 0 ; diremo in tal caso che la sfera degenere (in quano collassa
sul suo centro). Se invece a 2 + b 2 + c 2 < 4d 2 parleremo di sfera immaginaia, con evidente allusione al fatto che
il suo raggio diventa un numero immaginario.
6.14

SFERE E PIANI TANGENTI

Un piano si dice tangente a una sfera se esiste un unico punto

PT detto punto di tangenza. Consideriamo un sistema di riferimento


con origine nel centro C della sfera, orientato in modo che lasse Z passi per

C e PT . Indichiamo con R il raggio di e consideriamo lintersezione di

col piano XZ . Otteniamo, cos facendo una circonferenza C XZ di raggio


R . Lintersezione di con {PT } , quella di con XZ una retta r .

PT

k
C

Infine C r = {PT } , ossia r tangente a C . Da ci si trae banalmente che

lasse Z ortogonale a r la quale dunque parallela a i .

Ragionando identicamente a partire dal piano YZ anzich XZ , si ottiene lortogonalit dellasse Z alla retta

r , la quale parallela a j . Possiamo cos concludere che dato un qualsiati P il vettore PT P , in quanto

combinazione lineare di i e j , ortogonale a CPT . Come dire: ogni piano tangente a una sfera ortogonale
allasse che congiunge il suo centro col punto di tangenza, risultato questo abbastanza intuitivo.
Quando si voglia trovare lequazione delle sfere di raggio R tangenti in un preassegnato punto PT di un

2
dato piano di equazione ax + by + cz + d = 0 , non c che scrivere pT R n p = R 2 , ove

a i + b j + ck
e p = x i + y j + z k il vettore posizione dei punti delle superfici sferiche.
n=
2
2
2
a +b +c
6.15

CONDIZIONI DI TANGENZA DI UNA RETTA A UNA SFERA

Sappiamo che x 2 + y 2 + z 2 + ax + by + cz + d = 0 lequazione di una sfera e che

= a 2

= b 2

= c 2

R = 2 + 2 + 2 d 2
sono il valori delle coordinate del centro C e del raggio R (vedi punto 6.12).

25
Per stabilire se il piano o meno tangente ad ssa non c che da calcolare la distanza d(C, ) di medesimo
da C col metodo elaborato nel punto 6.7 e verificare se uguale maggiore o minore di R .
x = x + tv

0
x

Se
y
=
y
+
tv
t R lequazione di una retta r possiamo sostituire i valori x 0 + tvx , y 0 + tvy e

0
y

z = z 0 + tvz
z 0 + tvz a x , y e z in x 2 + y 2 + z 2 + ax + by + cz + d = 0 .

Otterremo in tal modo unequazione di secondo grado in t . Se il discriminante di questultima positivo


avremo due diverse soluzioni, segno evidente che la retta interseca in due diversi punti; se negativo r
esterna a ; se infine nullo (soluzioni coincidenti) allora r tangenete a .
6.16

PUNTO SIMMETRICO DI UN PUNTO DATO RISPETTO A UNA DATA RETTA

Immaginiamo di conoscere P (px , py , pz ) lequazione (parametrica o cartesiana) di una retta r e di


voler calcolare le coordinate di PS , simmetrico di P rispetto a r .

iP

Dallesame della figura a lato risulta chiaramente che


pS = p0 + (p p0 ) (p p) .
Otteniamo cos

pS = 2 p p

Lunico elemento mancante per la determinazione di pS

i P
P0

evidentemente p ossia il vettore delle coordinate del punto P ,

proiezione ortogonale di P sulla retta r .


Possiamo trovare questultimo col metodo indicato in 6.9 partendo

x = x 0 + tvx

dallequazione parametrica r : y = y 0 + tvy (qualora nota).

z = z 0 + tvz
Se r fosse data cartesianamente, ossia come intersezioni di piani del tipo

v
P

p0

ax + by + cz + d = 0
, si potr considerare vx x + vyy + vz z (vx px + vy py + vz pz ) = 0 (equazione del piano
r :

a x + b y + c z + d = 0
ortogonale a r passante per P ) e metterla a sistema con le due precedenti. La soluzione del sistema lineare

ax + by + cz + d = 0

r : a x + b y + c z + d = 0

vx x + vyy + vz z (vx px + vy py + vz pz ) = 0
di tre equazioni in tre incognite fornir le coordinate di P .
Si osservi che essendo i tre piani mutuamente non paralleli, detta soluzione esiste senzaltro ed unica.
6.17

TRIANGOLI DI AREA ASSEGNATA CON VERTICE SU UNA RETTA DATA

Siano A (a1,a 2,a 3 ) e B (b1,b2,b3 ) due punti noti ed r : p = p0 + t v una retta data. Vogliamo
determinare il/i punto-i P r (ammesso che esista/no) per cui area del triangolo ABP =
assegnato.

con

A valore

26

La variabile t , e dunque il punto P il cui vettore posizione p ,


dovr esse tale per cui si abbia:



area del triangolo ABP = 1 (b a) (p0 + t v a) =
2

Da questa equazione si trae banalmente che


(b a) (p0 + t v a)

= 4 A2

Sviluppando si ottiene, di massima, unequazione algebrica di secondo grado in t la quale pu: non avere
alcuna soluzione reale; avere due soluzioni distinte t1 e t2 ; avere ununica soluzione t1 .
Nel primo caso il punto P cercato non esiste; nel secondo esistono due soluzioni P1 p0 + t1 v e P2 p0 + t2 v ;
nel terzo la soluzione P1 p0 + t1 v .

NB: Una quarta possbilit che AB sia parallelo a v , nel qual caso lequazione sopra scritta degenera in
una identit numerica la quale pu essere vera o falsa. Se vera tutti i valori di t sono accettabili quindi le
soluzioni del problema sono date da tutti i punti di r ; se falsa ci significa che lequazione sopra scritta non
ha soluzione alcuna, dunque P r che soddisfi la condizione richiesta.
6.18

TRIANGOLI CON ANGOLO RETTO SU VERTICE NON APPARTENENTE A UNA RETTA DATA

Siano A (a1,a 2,a 3 ) e B (b1,b2,b3 ) due punti noti ed r : p = p0 + t v una retta data. Vogliamo

determinare il/i punto/i P r (ammesso che esista/no) per cui ABP = 2 .


Siano A (a1,a 2,a 3 ) e B (b1,b2,b3 ) i punti noti e r : p = p0 + t v

lequazione della retta. La condizione di ortogonalit in B pu

essre cos scritta:

(b a) (b p0 t v) = 0

Si tratta di unequazione di primo grado in t la cui soluzione t

(ovviamente unica ricordando che v 0 ) fornisce le coordinate p = p0 + tv del punto richiesto.


6.19

TRIANGOLI CON ANGOLO RETTO SU VERTICE APPARTENENTE A UNA RETTA DATA

Di nuovo A (a1,a 2,a 3 ) e B (b1,b2,b3 ) sono due punti noti e


r : p = p0 + t v la retta data. La condizione richiesta che APB = 2 .


Essa pu scriversi nel seguente modo:

(p0 + t v a) (b p0 t v) = 0

(equazione di primo grado con t R incognto).


Se t la soluzione P p0 + tv il punto cercato.
6.20

RETTA SIMMETRICA A UNALTRA DATA RISPETTO A UN DATO PIANO

x = x 0 + tvx
Siano r :
y = y 0 + tvy e : ax + by + cz + d = 0 la retta e il piano dati; indichiamo con rS la retta

z = z 0 + tvz

simmetrica.

27
Possiamo trovare A r . Poich (vedi figura a lato)


vn
vS = v v dove v = 2 n e v = v v otteniamo la
n
equazione vettoriale

rS : p = a + t vS

rS

banalmente traducibile nella forma parametrica classica.


Un altro possibile approccio consiste nel determinare un

arbitrario punto B r diverso da A (assegnando a t un opportuno valore) onde poi trovare il punto B ad esso simmetrico rispetto al piano (cfr. 6.6).
Noti i vettori A a e B b lequazione di rS sar p = a + t(b a) .
7

MISCELLANEA: PROBLEMI ED ESERCIZI DI GEOMETRIA ANALITICA

PROBLEMA 20

Stabilire il legame tra le equazioni dei piani nello spazio e le equazioni delle rette nel

piano XY .

Consideriamo un piano ortogonale al

piano XY . Il vettore n necessariamente parallelo a

XY quindi n = a i + b j . Abbiamo pertanto


Traccia

: ax + by + d = 0
Tale equazione coincide con la classica equazione della

P0

retta r formata dai punti di intersezione di con XY .


Si osserci che i coefficienti a e b sono le componenti di
un vettore ortogonale a r .


Se P0 (x 0 ,y 0 , 0) e P (x,y, 0) appartengono a r allora (p p0 ) n = 0 quindi

P
n
P1

r : ax + by + d = 0
lequazione ben nota di di una retta nel piano cartesiano classico.
Con specifico riferimento allla (12.6) (distanza di un punto da un piano) ritroviamo la nota formula

d(P1,r) =

ax1 + by1 + d

a 2 + b2
relativa alla distanza di un punto da una retta nel piano cartesiano XY .
ESERCIZIO 1

Dati i piani : 3x + 2y 6z + 1 = 0

: 2x + y 2z 3 = 0 trovare lequazione

parametrica della retta r = .


Soluzione

n = (3, 2,6) ; n = (2,1,2) ; essi non sono paralleli in quanto n n = (2,6,1) (0, 0, 0) (vedi

formula del problema 5) quindi i piani non sono paralleli. Resta da trovare un punto P0 = .

3x + 2y 6z + 1 = 0
Assumendo z = 0 il sistema
diventa

2x + y 2z 3 = 0
e y 0 = 11 ; se ne trae che P0 (7,11, 0) appartiene a r .

3x + 2y = 1

il quale ha come soluzioni x 0 = 7

2x + y = 3

28
Abbiamo pertanto r

x = 7 + 2t

: y = 11 6t

z = t

ESERCIZIO 2
Scrivere lequazione del piano passante per A (1,1,1) , B (1, 2, 3) e C (3, 2,1) .

Soluzione
CB = 2 i + 2k e CA = 2 i j pertanto n = 2 i 4 j + 2k (vedi problema 5).
Lequazione del piano quindi x 2y + z = 0 .
Scrivere lequazione della retta r simmetrica rispetto al

ESERCIZIO 3 (BettiDi Libero, tema del 16/7/10)

punto A (2, 0,1) a r : x + y 1 = z 1 = 0 . Determinare inoltre, se esiste, una retta r passante per A che
sechi r secondo un angolo di 4 .
Soluzione

r ed r debbono essere complanari, parallele ed

equidistanti da A .
x + y 1 = 0

Lequazione di r pu scriversi
dunque la sua r

z 1 = 0
direzione (identica a quella di r ) data da
i

P0

P0

j k

v = 1 1 0 = (1,1,0) .

0 0 1

Si vede subito che P0 (1, 0,1) un punto di r la cui equazione parametrica dunque r

x = 1 + t

: y = t .

z = 1

Osserviamo ora che p0 = p0 + 2(a p0 ) = 2 a p0 = (3, 0,1) il vettore delle coordinate di P0 r . Da qui
x = 3 + t

lequazione r : y = t

z = 1

Infine il vettore direzione v = (vx, vy, vz) di r devessere ortogonale a v ( a p0 ) = (1,1, 0) (1, 0, 0) e tale
che v v =

2
2
v v =
2 v = v .
2
2

A conti fatti: 0 = (vx, vy, vz) [(1,1, 0) (1, 0, 0)] = vz e vx vy = (vx, vy, 0) (1,1, 0) = (vx )2 + (vy )2 , possiamo
quindi assumere v

x = 2 + t

= (1, 0, 0) . Otteniamo cos r : y = 0



z = 1

ESERCIZIO 4

x y + 2z = 0

Dati i punti A (1, 0,1) , B (0,1,1) e la retta r :


determinare :

3x + y = 3

(i)

il piano ortogonale a r e passante per A ;

(ii)

la proiezione ortogonale B di B su .

Soluzione

Calcoliamo il vettore direzione v = 1 1 2 = (2,6,4) di r ortonormale a . Per x = 1 e

y = 0 il sistena che definisce r implica che debba aversi z = 1 2 . P0 (1, 0,1 2) appartiene dunque a r la
cui equazione parametrica r

x = 1 2t

.
: y = 6t

z = 12 + 4t

29
Otteniamo : (x 1,y,z + 1) (2, 6, 4) = 0 o, pi semplicemente : (x 1,y,z + 1) (1, 3, 2) = 0 , vale a dire

: x + 3y + 2z + 3 = 0 .
x = t

Lequazione parametrica della retta r passante per B r : y = 1 + 3t .

z = 1 + 2t

4
Sostituendo nellequazione di otteniamo 28t + 8 = 0 quindi t = . Tale il valore che il parametro t
7
dellequazione di r deve avere affinch il punto apprtenga a . Conclusione: B (4 7,5 7,1 7) .
Al variare di h R si studi lintersezione dei piani : hx hy 2z = 2h ; : x y = 0 ;

ESERCIZIO 5

: x 2hy z = h .
Soluzione

I vettori direzione dei primi due piani sono n = (h,h,2) e n = (1,1, 0) .


i

v = n n = h h 2 = (2,2,0) ; ci significa che la loro intersezione una retta.


1 1

n = (1,2h,1) il vettore direzione del terzo piano.


Questultimo parallelo a sse n v = 2 + 4h = 0 e ci capita sse h = 1 2 . Abbiamo quindi che:

(i)

se h 1 2 i tre piani si intersecano in un unico punto;

(ii)

se h = 1 2 le equazioni diventano : 12 x 12 y 2z = 1 ; : x y = 0 ; : x y z = 12 .
Poich (0, 0,1 2) soluzione di tutte queste equazioni la retta e il piano non solo sono
paralleli ma hanno un punto in comune. Se ne desume che ossia: lintersezione
una retta.

ESERCIZIO 6 (BettiDi Libero, tema del 3/5/10)

Scrivere lequazione del piano che contiene la retta

r : x = z 1 = 0 e il punto A (1,1, 0) .
Barrare inoltre le propriet vere di r tra le seguenti: a
Y

contenuta

ortogonale allasse Z

nel piano di equazione x + 2y 2 = 0

ortogonale allasse

contenuta nel piano di equazione

2x + z 1 = 0

Soluzione

La direzione di r data da v = (1, 0, 0) (0, 0,1) = (0,1, 0) = j ; r pertanto parallela allasse

Y . Se ne trae: a

vera, b falsa.

Poich i punti di r sono tutti e soli del tipo P (0,t,1) con t arbitrario essi non soddisfano lequazione

x + 2y 2 = 0 , se ne trae che c falsa. Viceversa soddisfano tutti lequazione 2x + z 1 = 0 pertanto d

vera.

P0 (0, 0,1) un punto di r .


La direzione di n = v (a p0 ) = (0,1, 0) [(1,1, 0) (0, 0,1)] = (0,1, 0) (1,1,1) = (1, 0,1) .
Lequazione di del tipo x + z + d = 0 e siccome A dovr aversi d = 1 ossia : x + z + 1 = 0
ESERCIZIO 7 (BettiDi Libero, tema del 2/9/10)

Sia F la famiglia di rette x + h = z h = h 1 (per

h R ). Determinare una retta r F , ammesso che esista, avente distanza minima dallorigine.

Soluzione

Le rette rh sono date come intersezioni di piani con direzioni n = (1, 0, 0) = i e n = (0, 0,1) = k .

Z
2h 1

30
La direzione delle rh dunque vh = (0,1, 0) . Si intuisce da
ci (prescindendo dai calcoli) che la retta di F pi vicina
allorigine quella per cui 0 = z = 2h 1 donde si trae
h = 1 2 . In termini pi formali:

x = 1

quindi inf (x 2 + y 2 + z 2 ) = 1 + (2h 1)2


y = t

Prh

z = 2h 1

da cui lidentica conclusione.


Si considerino i punti A (0, 2, 0) , B (1, 0,1) , C (0,1,1) , D (0, 2, 3)

ESERCIZIO 8

(i)

La retta per A , B e la retta per C , D sono tra loro


a

incidenti

b parallele

c sghembe

(ii)

Calcolare la distanza di A dal piano passante per B , C , D

(iii)

Calcolare larea del triangolo BCD

(iv)

Calcolare la distanza di D dalla retta passante per A e B .

Soluzione

perpendicolari

(1, 0,1) (0, 2, 0) = (1,2,1) e (0, 2, 3) (0,1,1) = (0, 3, 2) ; (1,2,1) (0, 3, 2) = (7,2, 3) (0, 0, 0) e

(1,2,1) (0, 3, 2) = 4 0 quindi le rette non sono parallele n perpendicolari.


La direzione della prima retta vAB = (1,2,1) , quella della seconda vCD = (0, 3, 2) .
Le rispettive equazioni parametriche sono pertanto
x = t

y = 2 2t

z = t

x = 0

y = 1 + 3t

z = 1 + 2t

Se si intersecassero dovremmo avere x = z = t = 0 e t = 1 dunque z = 3 , assurdo!


La risposta corretta al primo quesito c .
La direzione di data da n = vBC vBD = (1,1, 0) (1, 2, 2) = (2, 2,3) e poich esso contiene

B (1, 0,1) la sua equazione [(x ,y ,z) (1, 0,1)](2, 2,3) = 0 ossia 2x + 2y 3z + 5 = 0 .
Applicando la formula (12.6) otteniamo d(A, ) = 9

17 .

Larea del triangolo BCD pari alla met dellarea del parallelogramma individuato dai vettori vBC e

vBD vale a dire:

1
2

vBC vBD = 17 2 .

x = t

Veniamo allultimo quesito. Sappiamo che y = 2 2t lequazione della retta

z = t

r per A e B e che

D (0, 2, 3) . Possiamo applicare la formula (14.6):

||(pD pA ) vAB || ||[(0, 2, 3) (0, 2, 0)] (1,2,1)|| ||(6, 3, 0)||


d(D,r) =
=
=
= 15 2 .

|| vAB ||
6
6
ESERCIZIO 9

Dati i punti A (1,1,1) , B (2,1, 2) , C (2, 3,1) e D (1, 2, 2) calcolare il volume del

tetraedro ABCD .
Soluzione


La formula del volume (vedi sopra) 1 AB AC DC = 1 .
6

31
ESERCIZIO 10

Considerati i punti A (0,1, 0) , B (1,1, 0) , C (1, 2,1) e D (0, 2,4) siano r la retta

per A , B ed s quella per C , D .

(i)

Le rette r ed s sono a

incidenti e ortogonali b incidenti non ortogonali c parallele d

sghembe

e ortogonali e sghembe non ortogonali

(ii)

Trovare lequazione cartesiana del piano passante per A , B e C

(iii)

Determinare larea del triangolo ABC

(iv)

Determinare il volume del tetraedro ABCD

Risposte

(i) le rette sono sghembe non ortogonali; (ii) lequazione y z 1 = 0 ; (iii) larea

2 2 : (iv)

il volume del tetraedro 5 6 .


ESERCIZIO 11

Dati i punti A (1,1,1) , B (2,1, 2) , C (2, 3,1) , D (1, 2, 2) determinare il volume del

tetraedro ABCD e la sua altezza rispetto alla base ABC .


Soluzione

b a = (1, 0,1) ; c a = (1, 2, 0) ; d a = (0,1,1) sono i tre vettori che definiscono ABCD il cui

volume pertanto

1 1 0 1
1
1 2 0 = .
6
2
1 1 1

1
3
(b a) (c a) = larea della base ABC del tetraedro definita da b a e c a .
2
2
Poich il volume di ABCD pari a questarea per laltezza h del tetraedro stesso rispetto ad ABC diviso 3
13
1
h = quindi h = 1 .
avremo:
32
2
x + 2y z + 1 = 0

Dato il punto A (1,1,1) , il piano : x + y z + 2 = 0 e la retta r :

3x + y = 2
determinare il piano ortogonale a , parallelo a r e tale che A .

ESERCIZIO 12

Soluzione

Sia : ax + by + cz + d = 0 il piano incognito ortogonale a n = (a,b,c) ; n = (1,1,1) il vettore


i

3 1

ortogonale a pertanto n n . Il parallelismo di con r implica altres n v con v = 1 2 1 =

(1,3,5) vettore direzione di r medesima. Devono quindi essere soddisfatte le equazioni


n n = 0

nv = 0

a + b + c + d = 0

lultima delle quali esprime lappartenenza di A a .


a 3b 5c = 0

A conti fatti a + b c = 0
da cui ricaviamo la soluzione a = 2 , b = 1 , c = 1 , d = 1 . Lequazione del

a + b + c + d = 0

piano dunque 2x + y z + 2 = 0 .
ESERCIZIO 13 (BettiDi Libero, tema del 23/01/12)
Calcolare la distanza delle rette r : x + y 1 = 0 = 2y z e r : 2x + z 1 = 0 = x + y 1 .
Soluzione

I vettori direzione delle rette r ed r sono rispettivamente

v=

i j k
1 1 0
0 2 1

= (1,1,2) e v =

i j k
2 0 1
1 1 0

= (1,1,2)

esse sono dunque parallele.


Per quanto argomentato nel punto 6.12 la formula della distanza tra rette sghembe inapplicabile.

32
Determiniamo le coordinate di due arbitari punti P0 r e P1 r risolvendo i sistemi
x + y 1 = 0
2x + z = 1
e

2y z = 0
x + y = 1

P0 (1, 0, 0) e P1 = (1 2,1 2, 0) sono senzaltro tra questi quindi, in virt della formula (14.6) del 6,

d(r, r ) = d(P0 , r ) =

||(p1 p0 ) v ||

|| v ||

Svolgendo i calcoli otteniamo d(r, r ) = 3 3 .


ESERCIZIO 14 (BettiDi Libero, tema del 04/05/12)
Calcolare la distanza delle rette r : x 1 = y z = 0 e s : x y = x + z = 0 . Indicare inoltre la/e propriet
vera/e tra le seguenti:

r e s sono parallele

r e s sono ortogonali

r e r sono incidenti

x 1 = 0
x y = 0
i j k

quindi v = 1 0 0 = (0,1,1) d la direzione di r inoltre r :


r :

y z = 0
x +z = 0
0 1 1
i j
k
pertanto v = 1 1 0 = (1,1, 2) fornisce la direzione di r . Si vede bene che v e v non sono paralleli,
1 1 1
possiamo quindi applicare la formula (16.6) previa determinazione di due (qualsiasi) punti di r ed r .

Soluzione

Chiaramente (1,1,1) r e (0, 0, 0) r pertanto d(r, r ) =

(1,1,1)[(0,1,1)(1,1,2)]
(0,1,1)(1,1,2)

2
6

2
.
3

In ultimo: d(r, r ) > 0 quindi r ed r non sono incidenti; v v = 3 quindi r ed r non sono ortogoali.
ESERCIZIO 15 (BettiDi Libero, tema del 07/02/11)
Per quali valori di k R i tre piani : x 2y + z = k 1 ; : kx + y 1 = 0 ; : x + kz = 0 hanno in
comune una retta?

x 2y + z = k 1 n = (1,2,1)

v = n n = (1,k ,1 + 2k) (0, 0, 0)

Soluzione
kx + y 1 = 0 n = (k ,1, 0)

x
+
kz
=
0

direzione della retta r = . Troviamo un punto di r .

fornisce la

2y + z = k 1

Assumendo x = 0 otteniamo
z = k + 1 pertanto (0,1,k + 1) r .

y 1 = 0
x = t

Lequazione paramentrica di r pertanto y = 1 + kt


.

z = k + 1 + (1 + 2k)t

Orbene: = r sse r sse t + k [k + 1 + (1 + 2k)t] = 0 t R .


k(k + 1) = 0
k(k + 1) = 0

Per lidentit dei polinomi dovr aversi


ossia
. La prima equazione implica

k(1 + 2k) 1 = 0
2k + k 1 = 0
k = 0 o k = 1 ; la seconda k = 1 2 o k = 1 . Lunica soluzione compatibile col sistema k = 1 .

ESERCIZIO 15 (BettiDi Libero, tema del 28/06/11)


Determinare due punti A e B , se esistono, appartenenti alla retta r di equazione x + y = y z = 0 che
formino un triangolo rettangolo in A , di area uguale a 3

2 , con il punto C (0, 0, 3) .

Quante soluzioni ha il problema?


Suggerimento

Si osservi che C r (se C r il problema non ha soluzione).

33

i j k

x +y = 0

Poich
lequazione di r , v = 1 1 0 = (1,1,1) il suo

y z = 0
0 1 1
vettore direzione.

La richiesta condizione BAC = 2 implica che A sia la proiezione

B
A
B

ortogonale di C su r vale a dire: lintersezione di r col piano ortogonale a v passante per A .



Quanto a B esso devessere scelto su r in modo tale che AB AC = 3 2 .
Riepilogando, le soluzioni sono due: B e B , simmetriche rispetto ad A .

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