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prima in ombra, sono oggi protagoniste della vicenda mondiale e rivendicano il proprio diritto ad uscire dalla povert per
vivere un proprio benessere. certo che il diritto al benessere e il futuro all'umanit non potranno essere garantiti dal
modello consumistico-finanziario occidentale. Anche perch la finanziarizzazione della globalizzazione ha determinato forti
sconvolgimenti sociali e politici in tutto il mondo occidentale anche se di intensit diversa da paese a paese. da diversi
anni, quindi, che si pone la questione del superamento del neoliberismo. questa la ragioni profonda per cui lOccidente e
lEuropa vivono un periodo di transizione. La transizione caratterizzata da un duro scontro sociale, culturale e politico i cui
sbocchi democratici non sono n sicuri e n certi. Negli USA Obama ha avviato un processo di cambiamento sociale e
politico ma nel resto del mondo il cambiamento molto incerto. LEuropa uno degli epicentri strategici del conflitto con le
forze neoliberiste che sono prevalenti e dirette dalla corazzata tedesca. In Europa il PSE lunico soggetto in grado di
contendere la direzione politica alle destre e superare le loro politiche rigoriste. I tagli sociali delle destre europee, lalto
livello della disoccupazione e in particolare di quella giovanile, le scarse risorse finanziarie destinate agli investimenti
alimentano pericolose ondate populistiche, nazionalistiche e di sfiducia verso la democrazia e le istituzioni europee. Se le
forze progressiste non si uniranno e se non riusciranno ad avere il consenso necessario per una svolta democratica in Europa,
lUnione stessa sar compromessa e con lei il ruolo autonomo dei popoli europei nel mondo e nel Mediterraneo. Per noi
socialisti-ecologisti europei stare nella transizione significa combattere per una nuova idea dEuropa: gli Stati uniti dEuropa,
fondati sulla drastica riduzione delle diseguaglianze, sulla valorizzazione del lavoro, sullo sviluppo sostenibile, sulla
democrazia partecipata e sul rinnovamento delle istituzioni.
Lo sviluppo sostenibile lalternativa al liberismo, la sostanza della societ progressista.
Lo sviluppo sostenibile rappresenta la base su cui far convergere le forze democratiche che vogliono superare il liberismo e
il suo rigore antipopolare. L'alternativa sta nelle cose e non in uno schema estremistico. Legoismo sociale, lideologia
dellinfallibilit del libero mercato, le logiche opache della speculazione finanziaria, la mercificazione dei beni e luso senza
controllo sociale della ricerca scientifica vengono rimossi dallo sviluppo sostenibile che viceversa afferma grandi valori
come la solidariet umana, intergenerazionale e verso le altre specie, tutela linteresse comune attraverso le politiche
pubbliche e dello Stato, d spazio all'economia reale difendendola dalla speculazione finanziaria e fa della ricerca scientifica
un pilastro sociale regolato dai principi del limite e della precauzione. Tali principi sono essenziali per la stessa societ
progressiva che altrimenti sarebbe monca e subalterna a quella liberista. La concezione dello sviluppo sostenibile, come
specificato negli anni dai documenti delle Conferenze internazionali, rappresenta l'incontro tra lecologismo scientifico e le
moderne idealit socialiste, in quanto fonda lidea di una nuova societ sul soddisfacimento dei bisogni primari e dei diritti
umani senza compromettere la natura. Lo sviluppo sostenibile concepito per: la rimozione della povert e delle
ineguaglianze nella redistribuzione delle risorse naturali; linnovazione tecnicoscientifica; la promozione della
partecipazione dei popoli e delle persone alle scelte collettive; la riforma dellattuale economia capitalistica; le nuove e
solidali forme sociali di produzione; la sobriet nei consumi; la tutela delle specie, dellacqua, dei paesaggi, dei beni comuni
e artistici. Superare la lettura economicistica dello sviluppo sostenibile Il termine sviluppo sostenibile stato sottoposto a
forti stravolgimenti e critiche. Da una parte, stato interpretato come una delle ipotesi possibili per le scelte del mercato
decise sulla base delle sue esclusive convenienze a innovare prodotti e cicli produttivi, per cui bastava una buona
informazione sostenuta dalla responsabilit dei soli consumatori per andare nella giusta direzione. Linnalzamento della
temperatura del pianeta, il cambiamento climatico, le inondazioni e le frane, lo scioglimento dei ghiacci, la riduzione della
biodiversit sono l a testimoniare come dopo oltre vent'anni di liberismo non si andati avanti nel modo necessario.
Dall'altra parte, si avanzata la tesi della decrescita che ha approcciato una lettura meccanicistica dello sviluppo per cui
sarebbe bastato consumare meno energia e meno materie per risolvere la contraddizione ecologica e ci a prescindere dal
modello socioeconomico. Entrambe le posizioni negano il contenuto di riforma delleconomia e di trasformazione sociale e
democratica che ha lidea di sviluppo sostenibile, la prima, perch dando piena fiducia al libero mercato pensa che solo
questione di rendere edotte le forze del mercato (imprese, individui, finanza), la seconda, perch crede che attestando
all'attuale sistema economico su una semplice decrescita della produzione e dei consumi si risolva la contraddizione tra
consumismo, limiti delle risorse e inquinamento. Tuttavia, dobbiamo essere consapevoli che occorre modificare il concetto
di sviluppo che non pu pi essere percepito come semplice crescita quantitativa.
Lo sviluppo sostenibile lavoro, economia reale, economia verde, rivoluzione democratica europea
Leconomia verde rappresenta sia la risposta immediata alla recessione in atto, sia la riforma delleconomia in quanto ne
definisce i contenuti, i tempi, le forme, gli ambiti e la traiettoria. Le scelte del presidente Obama e quelle della Cina che
affrontano con provvedimenti durto la questione dellinquinamento atmosferico, giocando la carta dellinnovazione,
dellefficienza e delle fonti rinnovabili, spostano definitivamente la competizione mondiale sul fronte della capacit di
progettare e produrre tecnologie e societ ecologiche. la terza rivoluzione industriale che si sta affermando velocemente. In
questa competizione lEuropa frenata, da anni, dalle politiche rigoriste. Il PSE deve riuscire a ridare all'Europa il proprio
ruolo imprimendogli un nuovo vigore nella ricerca, nelle produzioni e nei consumi sostenibili. Lintero comparto
dellenergia va programmato sulla base di accordi esigibili e su concrete scelte dinvestimento finanziario e occupazionale
per lefficienza energetica, le fonti rinnovabili e la produzione distribuita. I settori della siderurgia, della meccanica, della
chimica, dellelettromeccanica vanno riorganizzate sulla base del risparmio energetico e dei materiali, sul riuso dei
rifiuti/materiali e sulla riduzione drastica dellinquinamento. Forti potenzialit sono presenti nella domanda di qualit che si
va affermando grazie ai nuovi modelli culturali e di consumo ispirati alla sobriet, alla rigenerazione urbana, alla bellezza,
alla convinzione della riduzione del consumo del suolo, alla mobilit sostenibile e ai prodotti agricoli di qualit. Imponenti
segmenti industriali e manufatturieri sono sospinti verso linnovazione ecologica dalla competitivit e dagli investimenti per
superare la recessione. Per sostenere la riconversione ecologica di importanti settori economici serve una politica europea in
grado di evitare scompensi sociali e perdita di competitivit. Sarebbe un errore, per, concepire leconomia verde basata
solamente sulla nuova politica industriale. Leconomia verde anche nuova qualit del rapporto tra luomo, la natura e i beni
culturali. Il territorio e le comunit locali assumono una grande funzione e centralit nella tutela del paesaggio e della difesa
del suolo. I parchi vanno estesi e resi vivi perch hanno il grande compito di garantire la biodiversit e i servizi ambientali
strategici che sono essenziali alla vita di tutti noi. Settori economici nuovi e sostenibili possono diventare la manutenzione e
la messa in sicurezza del territorio, la gestione dei beni culturali, lindustria culturale e delle arti creative, il restauro, il
design , laccoglienza e il turismo. La green economy, quindi, non unaltra economia ma la economia di oggi che ha in se
il futuro.
Il PSE diventer un partito ecologista?
Nella cultura socialista permane una sorta di chiusura e di diffidenza verso la cultura ecologista. Permangono gli echi di
antichi scontri politici e culturali propri della fase in cui la societ consumistica era laltra faccia del welfare e
dellavanzamento dei diritti e delle condizioni sociali della forze popolari e del lavoro. Oggi non siamo pi in quella fase. Il
modello dellattuale capitalismo caratterizzato dal comando finanziario e tecnologico. Leconomia reale interessa al nuovo
potere finanziario nella misura in cui si possono massimizzare nel breve periodo i guadagni con delocalizzazioni,
smembramenti e frammentazione delle imprese, con alta redditivit a scapito dei salari e dellambiente. Per questo non ha
pi senso ogni diffidenza verso lecologia. Come non ha senso lecologismo che non accetta una precisa collocazione sociale
popolare. tempo che la consapevolezza ecologista faccia parte del dna del socialismo europeo. Essa indispensabile per
avere una nuova idea di societ, per sapere dove indirizzare la transizione, verso quali riforme e per ritrovare il valore della
partecipazione contro la personalizzazione della politica e lo svuotamento delle istituzioni.