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Radicati nella fede

foglio di collegamento della chiesa di Vocogno


e della cappella dellOspedale di Domodossola
dove si celebra la messa tradizionale

Editoriale

Dogmatica su ci che non


dogma, sembra proprio questa la situazione della Chiesa
degli ultimi decenni. Mentre si lasciano i teologi
e i vari pastoralisti scorrazzare in piena libert
dentro la dottrina cristiana, riformulando pericolosamente le verit di fede fino a trasformarle e
sconvolgerle in qualcosa d'altro; mentre si lascia libero corso ad un
fiume di predicazione
che rischia di non salvaguardare l'interezza del
Credo cattolico, si diventa dogmatici, fissisti,
autoritari su ci che invece non essenziale
nella Chiesa, ad esempio sull'organizzazione
della pastorale nelle diocesi e nelle parrocchie.

Un tempo, invece, nella


Chiesa ci si preoccupava di salvare i dogmi,
la verit e le verit contenute nel Vangelo. Un
tempo, invece, si era
preoccupati di custodire
e trasmettere l'integrit
della morale cattolica, ripetendo i comandamenti
e declinandoli ai fedeli perch si esercitassero
ad applicarli alla concretezza della loro vita.

Anche nella disciplina, un tempo severa nella


Chiesa, si era tali solo per salvaguardare la
sana trasmissione della Grazia di Dio nell'impianto sacramentale. Si era severi nel garantire
le condizioni per ricevere con frutto i sacramenti, ma, ci sembra proprio cos, non si dogmatizzava sul resto. La storia della Chiesa
storia di libert, di una grande libert nel rispondere alla volont di Dio. Se pensiamo ai santi,
ci accorgiamo che non ce n' uno uguale all'altro; nelle loro vite appare la grande fantasia di

VIII
FEBBRAIO 2015 N.
ANNO

Dio e la grande libert dell'uomo nel compiere il bene.


Nello stesso tempo vediamo,
nelle diversissime vite dei santi, una uniformit
impressionante per quanto riguarda i dogmi,
cio ci che hanno creduto, l'importanza data
ai sacramenti, la centralit della Messa, la vita
concepita come partecipazione alla sofferenza
redentiva del Signore,
l'amore alla Chiesa, la
scrupolosit nelle opere
di misericordia, le fede
nella vita eterna, la decisivit della preghiera
per i vivi e per i morti,
etc. Erano insomma un
catechismo vivente: potremmo con frutto fare
dottrina partendo dalla
vita dei santi di tutte le
epoche della cristianit,
e giungeremmo a riscrivere sempre lo stesso
catechismo.
I santi, la Chiesa, erano
uniformi, meglio uniti,
nella fede e nella disciplina che ragionevolmente ne discende, e
non su tutto il resto.

Oggi, e veniamo al dunque, non proprio pi


cos: sei controllato su tutto il resto, devi uniformarti ad uno stile, quello naturalmente della
Chiesa moderna. Se non ti uniformi, non appartieni pi a questa Chiesa; e se non ti buttano
fuori, vivi come nell'ombra: sanno che ci sei, ma
fanno di tutto perch tu sia invisibile. Non interessa che tu sia fervente cattolico, che tu custodisca tutta la dottrina della Chiesa di tutti i
tempi. No, ai burocrati del clericalismo moderno
preoccupa che tu non sia allineato al nuovo
stile, allo stile moderno, alla Chiesa rinnovata!

Radicati nella fede

Questo il nuovo dogma, il super-dogma intoccabile, che avvolgendo tutti i dogmi di sempre, li neutralizza e li avvelena nella nuova
ideologia.

I dogmi, quelli veri, sono le verit rivelate da


Dio, che siamo tenuti a credere per l'autorit di
Dio che li rivela. La Chiesa ne la custode, la
responsabilit grave dei pastori trasmetterli
perch salvino le anime.

Il super-dogma della modernit invece non


viene da Dio, l'hanno inventato gli uomini. E
pretendono
di
reinterpretare
tutto
secondo
questa lapidaria
affermazione: La
Chiesa deve mettersi al passo coi
tempi, se non
vuole
restare
fuori della storia.

una falsit che


viene da lontano;
la Massoneria ne
diventata la pi
funesta propagatrice negli ultimi secoli; questa menzogna entrata pian piano nella Chiesa, oggi sembra aver
vinto. All'interno di questo bollettino troverete un
bello scritto del P. Emmanuel, dove, parlando
del mistero d'iniquit, definisce la Massoneria
la cloaca di tutte le corruzioni dell'umanit. E
cuore dell'opera massonica questa reinterpretazione globale del cattolicesimo in chiave moderna, per trasformarlo in una inutile religione
naturale, fatta di vuote parole di solidariet
umana.

La Chiesa deve mettersi al passo coi tempi,


se non vuole restare fuori della storia: una
menzogna, per questo non ve la spiegheranno
mai, ma ve la imporranno con violenza. Non ve
la spiegheranno, perch se lo facessero dimostrerebbero la loro eresia, dimostrerebbero di
non venire da Dio.

Da sempre, dagli inizi, la modernit non fu mai


la preoccupazione della Chiesa. La sua preoccupazione fu sempre quella di essere fedele al

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Signore Ges, alla divina Rivelazione. Pensate


ci che scrive san Paolo nella lettera ai Galati:

Orbene, se anche noi stessi o un angelo dal


cielo vi predicasse un vangelo diverso da quello
che vi abbiamo predicato, sia antema! L'abbiamo gia detto e ora lo ripeto: se qualcuno vi
predica un vangelo diverso da quello che avete
ricevuto, sia antema! (Gal 1,8-9).

Impressionante! Se anche noi stessi o un angelo dal cielo vi predicasse un vangelo diverso... San Paolo mette in guardia i fedeli...
non solo un angelo dal cielo,
ma nemmeno
lui, il grande
apostolo, pu
cambiare una
virgola alla fede,
una virgola a
quel
vangelo
che aveva gi
loro predicato. E
chi sono questi
teologi- pastoralisti moderni, chi
credono di essere, per chiederci di modificare la fede reinterpretandola
secondo il super-dogma della modernit... la
Chiesa deve adattarsi al mondo di oggi, non
pu pi fare oggi ci che faceva un tempo?
Eh s, ti dicono cos, non potete fare pi ci che
la Chiesa faceva un tempo... dovete adattarvi
al mondo moderno. Anche qui per non ti dicono il perch, non ti spiegano.

Perch mai non potremmo vivere la messa


come un tempo? Perch mai non potremmo ricevere i sacramenti come un tempo? Perch
mai dovremmo stravolgere una prassi consolidata nella Chiesa da secoli per applicare le dubbie ricette ecclesiastiche di oggi? Perch il
catechismo chiaro e semplice della tradizione
non dovrebbe andare pi bene? Perch mai
nelle chiese gli uomini di oggi non potrebbero
vivere la preghiera come i cristiani di duemila
anni? Perch mai dovremmo cambiare le regole per accedere ai sacramenti, se queste nascono dalla verit del Vangelo, se queste
custodiscono il dogma?

Radicati nella fede

Loro, i clericali moderni, dicono che dobbiamo


cambiare perch gli uomini di oggi non capirebbero. Ma anche questo non te lo spiegano, ti dicono che cos e che non si discute.

A noi sembra invece che sono loro, i clericali


ammodernati, a non sopportare la Chiesa, la
Chiesa e la sua gloriosa storia di grazia e di
santit. Non l'hanno pi sopportata, la Chiesa
di sempre, perch ne avevano smarrito le ra-

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gioni, e per non uscirne hanno lavorato per


cambiarla con il dogma della modernit. Lhanno cambiata davvero dove hanno potuto,
fino a sfigurarla, provocando la pi grande crisi
della storia cristiana.
Ma la Chiesa di Dio, per questo restiamo sereni nella Tradizione, attendendo l'ora della liberazione.
Orbene, se anche noi stessi o un
angelo dal cielo vi predicasse un
vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato, sia antema! L'abbiamo gia detto e ora lo ripeto: se
qualcuno vi predica un vangelo diverso da quello che avete ricevuto,
sia antema!
Gal 1,8-9

MERCOLEDI
DELLE CENERI

18 febbraio 2015
VO CO GNO
ORE

20.30

SANTA MESSA
E I MPOSIZIONE
DELLE SACRE CENERI
INCONTRI
DOTTRINA CATTOLICA

Gli incontri di Dottrina Cattolica


per il mese di febbraio:
venerd 13 e 27

ore 20.30 Sala Parrocchiale Vocogno

www.radicatinellafede.blogspot.it

Dottrina Cattolica

Radicati nella fede

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da La sainte glise

del Pre Emmanuel Andr


C' qualcosa di peggio del rifiuto ebraico del
Messia, delle eresie cristiane e degli scismi.
C' qualcosa di pi orribile dell'idolatria pagana o del disordine morale dei cristiani: c'
il Mistero d'Iniquit. Un disegno oscuro contro Dio e la sua opera di salvezza. Un disegno oscuro che all'opera nella storia. I
maghi, le sette gnostiche, i manichei che conducono alla moderna massoneria: ecco gli uomini
dell'Anticristo. Ecco il pericolo pi grande per la Chiesa, che deve difendersi da questo male operante nell'oscurit. Leggiamo e preghiamo.

Capitolo XXII

IL MISTERO DINIQUITA

Dal tempo di san Paolo, alcuni cristiani di Tessalonica, sulla fede di pretese visioni, si erano
persuasi che la fine del mondo fosse prossima;
e per questo non lavoravano pi per vivere,
come se queste preoccupazioni fossero ormai
superflue.

L'apostolo scrisse loro una lettera molto severa,


per disilluderli: dice loro che la fine del mondo
non prossima, che sar preceduta da segni
premonitori, in particolare dall'apparizione di un
uomo molto cattivo e crudele persecutore della
Chiesa, che chiama l'uomo di peccato. Fa allusione ad alcuni insegnamenti che aveva dato
loro a viva voce sugli ultimi tempi del mondo, e
aggiunge queste parole enigmatiche: Sapete
ci che impedisce che quest'empio si riveli, cosa
che far nel tempo stabilito. Poich il mistero
d'iniquit gi opera nel mondo: che colui che ora
lo trattiene, sia tolto di mezzo. Allora sar rivelato
quest'empio, che il Signore Ges uccider con
il soffio della sua bocca (2 Tes 2,6-9).

Non pretendiamo cercare ci che l'apostolo intende per questo ostacolo provvidenziale che
impedisce la manifestazione dell'uomo di peccato, dell'Anticristo; vogliamo solamente studiare
ci che pu essere il mistero d'iniquit a cui fa
allusione.

Vi nel mondo un mistero d'iniquit: questo mistero fa il suo cammino occulto nell'umanit decaduta; poich un mistero, cio un'opera che
si trama segretamente. Qual questo mistero?
Esisteva gi dai tempi dell'apostolo; cercava di
svilupparsi parallelamente all'estensione del
regno di Dio. L'apostolo penetrava queste trame
infernali, e le denunciava ai fedeli. Lo ripetiamo:
qual questo mistero?
***

Abbiamo percorso le molteplici forme di errore


che circondano e combattono la verit di Dio:
una tra queste sar questo mistero d'iniquit che
cerchiamo di scoprire?

Il giudaismo non il mistero d'iniquit di cui


parla l'apostolo: poich buono in se stesso, e
non divenuto cattivo che per la sua opposizione alla fede cristiana.

dunque l'idolatria? L'idolatria un'empiet


manifesta: ma, dai tempi dell'apostolo, scompariva di fronte al cristianesimo come la neve si
scioglie ai raggi del sole. Il fondo dell'idolatria,
l'ignoranza; non comporta quel dispiegamento di
malizia, n quel carattere misterioso che l'apostolo ci segnala.

San Paolo avrebbe voluto parlare di alcuni tentativi sordi di eresia e di scisma, che si sarebbero
prodotti in mezzo ai primi fedeli? Non lo pen-

Radicati nella fede

siamo. L'eresia che una negazione parziale


della fede, lo scisma che una rottura dell'unit,
sono, se si vuole, dei misteri d'iniquit: non sono
il mistero d'iniquit propriamente detto, nel quale
bisogna intendere una negazione totale della verit, un'opposizione radicale ad ogni bene, ad
ogni pace.

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Non abbiamo difficolt a dire che il maomettismo fuori questione, poich l'apostolo parla di
un male che esisteva dai suoi tempi e che si tramava sotto i suoi occhi.

Avrebbe voluto designare, con un'espressione


forte, i cattivi costumi di certi cristiani, che sono
per la Chiesa una cos dura prova? Evidentemente no. Un cristiano depravato, che comunque conserva la fede, non precisamente un
mostro d'iniquit; sovente un uomo debole e
ignorante. forse pi colpevole di un uomo nato
nell'eresia; e tuttavia, secondo la testimonianza
di Sant'Agostino, pi facilmente convertibile.
La pula interna, dice questo Padre, pi facilmente cambiata in frumento, che la pula esterna.

Quanto al potere secolare, non ad alcun titolo


un mistero d'iniquit: l'apostolo, per primo, lo dichiara buono, utile, onorabile. Se diviene cattivo
e nocivo, ci non tiene per nulla alla sua essenza.

Riassumendo, l'apostolo ha voluto parlare di un


male occulto ben diversamente pericoloso rispetto a tutte le forme di errore che abbiamo percorso. Ha voluto designare non so quale virus
inoculato nelle vene dell'umanit decaduta, che
la lavora, nel quale sono condensati tutti i veleni
dell'inferno. Questo male segreto e violento si
lega nel suo spirito all'apparizione dell'uomo di
peccato, del nemico personale di Ges Cristo,
dell'Anticristo. La manifestazione di costui sar
l'irruzione completa di questo male che avr covato durante secoli.
***

Il diavolo dominava nel mondo prima della venuta di Nostro Signore; dominava apertamente
e pubblicamente. Quando il Salvatore apparso, sent crollare il suo impero. Come quelle
bestie selvagge che, all'avvicinarsi del giorno,
rientrano nelle loro tane, dovette lasciare il pieno
giorno e ritirarsi nel segreto delle conventicole.
Sant'Agostino, a cui non sfuggito nulla, ne fa-

La squadra e il compasso
simbolo massonico
ceva la sottolineatura; ci descriveva certi uomini
orgogliosi e immondi, che praticavano in segreto
riti sacrileghi, sommersi da una curiosit cieca e
senza fine. Erano gli stessi che San Paolo aveva
visto, quando parlava del mistero d'iniquit che
si tramava di nascosto; ne traccia il ritratto nella
seconda lettera a Timoteo (2 Tm 3); San Giuda
e San Pietro ce li descrivono ugualmente. Il grido
reiterato di questi apostoli ci fa a sufficienza
comprendere la vastit del pericolo: ci sembra
vedere la chioccia evangelica battere le ali, richiamando i suoi piccoli perch, sopra di loro,
plana lo sparviero. Vediamo che gli apostoli ebbero sovente a che fare con dei maghi: erano gli
uomini del diavolo, gli operai del mistero d'iniquit. Il famoso Simone, antagonista di san Pietro, era il corifeo della loro setta infernale.

Le sette gnostiche raccolsero questo lievito


d'empiet forzata, di malizia tenebrosa. Si concentr nel Manicheismo, nel quale vediamo le
pratiche pi immonde allearsi agli errori pi grossolani, nel quale si entrava per gradi, grazie a
delle iniziazioni successive: cosa che suppone
un affinamento della scelleratezza, un vero mistero d'iniquit.

San Leone Magno che, dopo Sant'Agostino, seguiva con i suoi occhi queste operazioni tenebrose, faceva un'immensa differenza tra il
manicheismo e una eresia; per lui il manicheismo era la cloaca di tutti i vizi e di tutti gli errori,
era il male (Sermone 16).

Radicati nella fede

Questo male orribile non scomparve, come diverse eresie; sembr continuare per un tempo
in quell'Oriente che gli diede i natali. Poi penetr
in Occidente attraverso infiltrazioni segrete. Pietro il Venerabile lo segnala in Pierre de Bruys;
San Bernardo lo combatte con dei miracoli; ma
resta indistruttibile. Nel XII e XIII secolo, fa irruzione nel sud della Francia e nel nord d'Italia. Gli
Albigesi non erano che un ritorno di manicheismo; quanto ai settari italiani, si chiamavano
sfacciatamente manichei.

Pi tardi i Templari fecero, ahim! delle loro dimore santificate dalle benedizioni della Chiesa,
dei ripari d'empiet e di abominazioni. Il resto di
questi infelici cavalieri fuggirono in Scozia dove
continuarono principalmente le loro macchinazioni infernali.

Segnaliamo questa filiazione di errori mostruosi,


questa propagazione del mistero d'iniquit, prendendo dal buon libro del Padre Deschamps, ed
anche da eccellenti articoli, sfortunatamente interrotti, pubblicati su La Croix mensile da Mons.
Dutartre. Da allora, un grande e valente vescovo
ha indicato i Sociniani come i padri della massoneria contemporanea; questi settari hanno sicuramente una grande affinit con i nostri massoni,
nel carattere delle loro negazioni naturaliste e radicali; tuttavia noi non vediamo in loro che un canale della trasmissione delle vecchie sozzure del
vecchio mondo; il punto di partenza ben pi indietro. Ci sembra che la massoneria , alla lettera, la cloaca di tutte le corruzioni dell'umanit;
nei riti che impiega, si trova la traccia di tutte le
sue origini; vi per esempio una cerimonia che
esattamente il bema dei manichei, o festa
commemorativa della morte di Mani. Come spiegare quest'identit se non con la trasmissione
degli errori che noi abbiamo descritta?

Comunque sia, certo che l'azione delle societ


segrete si mostra in tutte le insurrezioni moderne
contro l'autorit della Chiesa; e sono loro che
hanno fatto la Rivoluzione francese, essenzialmente satanica. A questo proposito, menzioniamo un fatto almeno curioso.

Nel XV secolo, Pierre d'Ally, cardinale e vescovo


di Cambrai, da certi calcoli astronomici, fissava
al 1789 la data dell'apparizione dell'Anticristo (*).
certo che in quel giorno l'anticristianismo prese
corpo e spavent il mondo.

pag. 6

Papa Leone XIII


e la lettera Enciclica
di condanna della Massoneria
Oggi, ciascuno sa l'opera delle societ segrete.
Cercano dappertutto di impadronirsi dei poteri
pubblici, e sferrano contro la Chiesa una guerra
ipocrita e perfida, una guerra a morte. Lavorano
ad abbracciarla in un insieme di leggi sacrileghe;
e contano in un dato momento di soffocarla.
- Tutte le misure sono prese, diceva un giorno il
principe N... a Mons. M...; se la Chiesa vi sfugge,
io mi converto, poich divina.
- Principe, preparate il vostro atto di fede, rispose tranquillamente il vescovo.

Da quando il nostro Santo Padre il Papa Leone


XIII ha denunciato la massoneria in una recente
enciclica, con cos tanta gravit, forza, e moderazione in questa stessa forza, nessun credente
negher pi che non sia essa il mistero d'iniquit.

(*) Citiamo Dom Mabillon, nella sua edizione


delle opere di San Bernardo. A riguardo di una
predicazione di San Norberto, riportata nella sua
lettera 45, il sapiente riporta tutte le opinioni e
predizioni riguardanti l'Anticristo. Ecco le sue parole a riguardo di Pierre d'Ailly: Petrus de Alliaco,
cardinalis et episcopus Cameracensis, ex astronimicis indiciis et observationibus, predixit Antichristus anno Domini 1789 exoriturum.
continua...

cacacacac

Radicati nella fede

Il Santo del Mese

pag. 7

cacacacac

9 Febbraio
San Cirillo dAlessandria, Vescovo e Dottore

1. - Cirillo, Patriarca di Alessandria, quando nel


429 Nestorio, Patriarca di Costantinopoli, cominci a combattere il culto di Maria quale Theotocos (Madre di Dio), e questa eresia si propag
anche in Egitto, insorse con la massima decisione contro di essa e si appell al Papa Celestino I che nel 431 condann la dottrina di
Nestorio. Il Concilio di
Efeso, presieduto da Cirillo, nel 431 condann parimenti tale dottrina e
dichiar Nestorio decaduto dalla sua carica di
Patriarca. Cirillo ha perci
una parte considerevole
nella formulazione dogmatica della dottrina sulla divina maternit di Maria.
Egli autore di notevoli
scritti esegetici, dogmatici
e polemici contro gli Ariani
e i Nestoriani, di sermoni e
lettere. Scrive con straordinario calore e profondit
sulla SS. Eucarestia e sul
misterioso dimorare e
operare del Dio Trino
nelluomo in stato di grazia. Cirillo mor nel 344 e
nel 1882 fu dichiarato Dottore della Chiesa.

2. - Linvitto assertore
della divina maternit della Beatissima Vergine
Maria (Colletta). Nestorio aveva osato insegnare che Maria non ha generato il Figlio di Dio,
ma unicamente luomo Cristo. Ella sarebbe perci Madre delluomo e non Madre di Dio. Ed
qui che interviene Cirillo. Per lui ne va della
vera fede in Cristo, che in una sola persona
allo stesso tempo Dio e uomo, ne va della fede
nella singolare dignit e sublimit di Maria. Se
ella soltanto Madre delluomo, non allora
per nulla superiore alla madre di un qualsiasi
uomo. Per questo Cirillo interviene con tutte le
sue energie in difesa della dignit della Madre di
Dio e, giustamente, viene elogiato come il di-

fensore della vera e genuina fede e come il


padre dellortodossia. Il popolo di Efeso acclama a gran voce e accompagna con fiaccole
alle loro abitazioni i Padri del Concilio che avevano riconosciuto alla Madre di Dio il titolo di
Theotocos, primo fra tutti Cirillo che aveva diretto il Concilio in nome e per incarico del Papa.

3. - Ma tu veglia su tutti,
sopporta, fa opera di
evangelizzatore, adempi
al tuo ministero (Epistola). Cirillo si vede di
fronte ad uneresia che
distrugge e annulla il cristianesimo dalle fondamenta. Non compito
facile il suo. Nestorio non
intende ragioni; al contrario: alla domanda fattagli
con buone intenzioni da
Cirillo di voler tranquillizzare i fedeli chiamando
Maria Theotocos, egli risponde con un rifiuto e
con uno scritto offensivo,
rifiutandosi di apparire al
Concilio di Efeso. Dopo
che il Concilio aveva gi
preso le sue decisioni, un
certo numero di vescovi
simpatizzanti con Nestorio si riunirono e dichiararono deposto Cirillo, perch egli avrebbe agito
contro lordine dellimperatore. Si ebbero controversie penosissime. Soltanto gli sforzi ininterrotti
di Cirillo, la sua pazienza e perseveranza poterono condurlo alla vittoria. Limperatore conferm alla fine la deposizione e lespulsione
tanto di Nestorio che di Cirillo. Egli sopport tutto
con eroico coraggio e la Madre di Dio, per la
quale era intervenuto cos validamente e per
lamore della quale era ancora una volta perseguitato e oltraggiato, lo preserv dallesilio. Cirillo, grande uomo di fede, ottenne il permesso
di far ritorno ad Alessandria.

VERBANIA

DOMENICA
8 MARZO 2015

Chiostro Hotel

ORGANIZZATA DALLA CHIESA DI VOCOGNO E DALLA CAPPELLA DELLOSPEDALE DI DOMODOSSOLA


DOVE SI CELEBRA LA MESSA TRADIZIONALE

QUINTA

GIORNATA
della

TRADIZIONE

ore 14.30 ACCOGLIENZA


ore 15.00

QUALE ATTITUDINE
DI FRONTE ALLA QUESTIONE DELLA MESSA?
Pre Calmel

M. Davies

ore 17.30 S. MESSA IN RITO ANTICO


Possibilit di cena al ristorante
Prenotazioni entro il 1 marzo
tel. n 349/2848054

via F.lli Cervi 14, Verbania

www.radicatinellafede.blogspot.it

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