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to? Quante persone hanno la competenza e le informazioni necessarie? Anche solo per rispondere a un
uditorio reattivo? Eccoci dunque a
uno degli aspetti dei quali si discute
oggi molto attivamente affrontando il
tema della pedagogia della partecipazione: lelaborazione delle informazioni in funzione della loro intelligibilit, utilit e loro diffusione anche
con strumenti informatici come i social network. Non servono dilettanti
allo sbaraglio.
Quanto ai criteri secondo i quali si
debba valutare un bilancio comunale, faccio interamente mie alcune
righe del citato Ordine del giorno, l
dove si parla di un monitoraggio delle spese secondo criteri di efficacia,
efficienza e appropriatezza.
Queste parole mi sono balzate improvvisamente davanti domenica
scorsa alla lettura dei quotidiani a
proposito di Expo Gate in Piazza
Castello. Spendiamo 5 milioni e
mezzo per un allestimento che servir sei mesi e che si pensa di conservare dopo Expo. stato progettato e costruito per durare? Chi ne
far la manutenzione? vero che di
lavavetri pullula la citt ma anche se
abusivi qualche spicciolo lo vogliono. Chi ne sar proprietario? A chi
dunque la manutenzione? Efficacia,
efficienza, appropriatezza. Pensaci
Giacomino!.
SE VUOI SOLDI NON DARE LAVORO: LA FINANZA DEL TEMPO E QUELLA DEL DANARO
Giuseppe Gario
Dichiarata ufficialmente finita ogni
volta che la produzione riprende e
pazienza per loccupazione, la crisi
si trascina e aggrava. Continuiamo
a dare enormi e crescenti quantit
di denaro alle banche (a tasso reale
nullo o negativo, sogno di famiglie e
imprese), fingendo che cada come
pioggia su chi lavora o vorrebbe.
Purtroppo resta nel bacino finanziario, rimescolato da una finanza ombra, senza regole, in circuiti informatici al microsecondo, con profitti
speculativi senza paragoni.
La crisi finir quando le banche torneranno a dare credito a imprese e
lavoro, obbligate da governi e leggi
a scala sovranazionale, perch oggi
la finanza globale ha in pegno e in
pugno tutti gli Stati, inclusi governo
e congresso USA, e dal 2007 trasferisce magicamente su noi cittadini
del mondo i costi della sua incompetente avidit. Ora la magia rivela
un suo trucco: la Federal Reserve
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USA, che stampa i dollari, continuer a fornirli gratis fino alla ripresa
delloccupazione. Se vuoi i soldi,
non dare lavoro. Appunto. Oggi solo
in Europa c la concreta, straordinaria opportunit di fare uno scatto
in avanti dandoci un vero governo.
Le lobby finanziano pi o meno lecitamente i politici e fanno propaganda: oggi lo Stato-famiglia che accusa famiglie e disoccupati di non
accontentarsi, di non darsi da fare.
Non c povert senza colpa, figurarsi ricchezza. Ma cos non si va
da nessuna parte, tanto meno sul
mercato del lavoro e il disoccupato
sparisce dalle statistiche, non
nemmeno pi un numero. Joseph
Stiglitz ha dimostrato la falsit di
questa ideologia. Lo Stato-famiglia
taglia la spesa, come la famiglia,
che per continua a lavorare e guadagnare finch altri spendono, dando lavoro. Nello Stato e in economia
invece, i consumi tuoi danno lavoro
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Eppure, come i cinesi, abbiamo dato ben altra prova nel "miracolo economico", trasferendoci in massa
da campagne e Mezzogiorno nelle
citt industriali del nord, culturalmente molto pi distanti delle omologate nazioni oggi. La lingua fu un
ostacolo maggiore, ma superato da
milioni di persone che lavorando
impararono dialetti e gerghi tecnici
locali, mentre tutti simparava
litaliano in tv investendo tempo e
intelligenza. Motivazione e mezzi ci
sono anche oggi, maggiori e migliori.
La sicurezza viene solo da universit scuole biblioteche teatri case editrici librerie cinema edicole, attivit
culturali e luoghi e momenti di apprendimento. La rete informa, forse,
ma ci si forma solo nellincontro e
confronto personale, in presenza,
col tempo necessario. Il futuro dipende da noi, dalla nostra iniziativa
anche personale, di piccolo gruppo
per imparare a vivere bene anche
dal resto del mondo, che pi di noi
sa e agisce. legittima difesa culturale. Come funziona? Una bimba
inglese salv se stessa, familiari e
ospiti dellhotel avendo imparato a
scuola che cos lo tsunami. Gli italiani del "miracolo economico", nonostante stragi e assassinii, realiz-
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tutti. Anche la paura della grossolanit, del poco colto, nasconde il desiderio di continuare a delegare e
non entrare nel merito della politica
e delle sue relazioni; ci illudiamo
che la rappresentanza sia colta e
Giuseppe
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sono 55 auto ogni 100 abitanti, in
cui ogni giorno entrano in citt pi di
400.000 auto di non residenti (che
tradotto in termini comprensibili anche per un bambino significa una
fila lunga dal centro di Milano a
quello di Stoccolma), in cui si contano pi di 2 milioni di spostamenti
di veicoli, in cui laggressivit e pervasivit del traffico si traduce in una
profonda insofferenza reciproca tra
gli utenti della strada, in questo contesto, come si pu anche solo pensare di proporre uniniziativa come
Siamo nati per camminare? Possiamo essere cos naf da credere di
modificare e incidere su questa situazione invitando i bambini e le loro famiglie ad andare a scuola a
piedi o in bici?
Ma a chi conosce questa citt non
apparir cos insensato. Ogni milanese sa, se non per esperienza almeno in cuor suo, che Milano una
citt piccola in cui le distanze a piedi, in bici o con i mezzi pubblici sono
alla portata di tutti. Far sperimentare, ai familiari dei bambini che partecipano al progetto, nuovi percorsi
e modalit di spostamento un modo molto concreto ed efficace per
correggere una diffusa percezione
dei tempi di percorrenza e delle distanze, spesso e volentieri assolutamente errata.
Diventare tutti pedoni e ciclisti, e
continuare a pensare da pedoni e
ciclisti anche quando in rare e selezionate occasioni siamo alla guida
di unauto, anche il modo pi
semplice per rendere le strade delle
nostre citt pi sicure. Solo il 5% dei
bambini italiani, tra i 7 e 14 anni, va
a scuola senza essere accompagnato da un adulto contro il 12%
degli inglesi e il 28% dei tedeschi.
La paura e la pericolosit del traffico
sono uno dei principali motivi
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e da certa magistratura. Insomma
sarebbe uniniezione di libert civile
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citt (Universit, Energy Lab ma
non solo), formazione del personale
comunale e sensibilizzazione della
cittadinanza sullefficienza energeti-
ca, chiavi queste ultime del successo di altre citt europee virtuose,
quali Bristol (UK) e Firenze, le cui
esperienze sono state presentate e
zione in difesa del parco dellex Paolo Pini, alle associazioni che studiano, progettano e promuovono la
riapertura dei Navigli, al Drago del
Giambellino: una enorme massa di
energia, desiderio, investimento in
progettualit, in qualit dellambiente urbano e quindi in qualit della vita. Tutto questo un patrimonio
da valorizzare, non si pu correre il
rischio di vederlo disperso nella frustrazione.
I partiti sembrano comparire in filigrana in questa onda trasformatrice
della citt: non appaiono come primi
attori, ma giusto cos, a ciascuno la
sua parte. A loro spetta il compito di
articolare e di mettere a sistema nel
quadro istituzionale questa impalcatura di relazioni che per le vie spicce
definiamo partecipazione. Il consiglio comunale ripensa se stesso e i
suoi rapporti con la giunta, oggi se
ne discute in un incontro promosso
da Citt e Costituzione: fatica a trovare un suo ruolo, schiacciato tra
elezione diretta del sindaco e delibere di giunta. Non tema di venire
esautorato da una partecipazione
istituzionalizzata, ma lavori per favorirla, e colga loccasione per intavolare una delibera di consiglio che
finalmente renda organico quello
che non pu essere lasciato alla inesausta energia dei volenterosi.
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legge sempre nell'articolo sopra citato. Infatti, non ho mai avuto problemi, se non di forte, continuo, anche duro scontro politico, a trovare
spazio all'interno del partito. Un partito che aveva gi accolto esperienze provenienti dalla lista civica. Alle
primarie del 2012 ho sostenuto Laura Puppato, minoranza delle minoranze, mi sono candidata alle parlamentarie e chi del mio circolo riteneva di voler firmare per la mia
candidatura l'ha fatto e devo dire
che i numeri sono stati considerevoli. Anche qui, molto strano per un
circolo descritto dai due giornalisti
come luogo di estrema omologazione. Fatto sta che sono arrivata in
menta in me il dispiacere per la perdita, ormai evidente, della componente e dei ritorni immateriali di
quello che resta l'ultimo grande evento globale di lunga durata della
nostra epoca. Peccato (Segretario
generale del Comitato Scientifico di
Expo Milano 2015 (2007-2011))
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Rizzoli-Corriere non perdo il vizio
), poi grazie per ritrovarmi con lui
in ogni dettaglio, spesso proprio
CINEMA
questa rubrica curata da Anonimi Milanesi
rubriche@arcipelagomilano.org
12 anni schiavo
Di Steve McQueen [Usa, 2013, 134]
con Chiwetel Ejiofor, Michael Fassbender, Benedict Lumberbatch, Lupita Niongo'o, Brad Pitt
Dopo Lincoln di Spielberg, e Django di Tarantino, l'America nell'era di
Obama, continua a fare i conti con il
fantasmi del passato: le atrocit della schiavit. Le colpe da espiare sono tante per questo grande paese
che almeno ha la forza di interrogarsi sul tragici eventi irrisolti della
sua storia.
Il film racconta la storia vera di Solomon Northup, nero nato libero
nellAmerica della prima met
dell'Ottocento, venduto come schiavo in Georgia attraverso un inganno. Violinista, uomo colto e raffinato
si trova improvvisamente a vivere la
atroce vita da schiavo. Lo schiavo
una cosa nelle mani del padrone e
non deve sapere n leggere n
scrivere e per dodici anni Solomon
passer attraverso le mani di vari
padroni, la testa sempre bassa e le
frustate dietro l'angolo.
Ora il film un tentativo iperrealistico di raccontare una verit non
completamente interiorizzata dagli
autori. Tanto bella e intensa la
scena della falsa impiccagione di
Solomon, quanto poco credibili,
fredde e didascaliche le scene di
vita degli schiavi ridotte a pure stereotipo. In fondo noi spettatori, per
quanto sicuramente colpiti dalle
MUSICA
questa rubrica a cura di Paolo Viola
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Quattro concerti
Proviamo ad accostare - non certo a
mettere a confronto - concerti molto
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larmonica nel Falstaff di Elgar e
suonato e diretto il concerto K. 482
di Mozart; sul podio de laVerdi Gaetano DEspinosa ha proposto due
Sinfonie di Schubert (la Quarta e la
Quinta); al Conservatorio per la Societ del Quartetto Andras Schiff ha
concluso il ciclo integrale delle Sonate per pianoforte di Beethoven
(ha eseguito le ultime tre, le celeberrime opere 109, 110 e 111); infine, nellaula magna del liceo musicale Secco Suardo di Bergamo, il
duo violino e pianoforte di Giorgia
Righetti e Maria Luisa Gori ha eseguito tre complesse Sonate, rispettivamente di Mozart (Sonata K. 454),
Beethoven (opera 23) e Brahms (opera 108).
Avendo ascoltato i quattro concerti
in un lasso di tempo molto breve, mi
stato impossibile non fare alcune
considerazioni sul panorama musicale che ne scaturisce: da una parte
due miti al culmine (forsanche superato) della loro carriera, come Barenboim e Schiff, dallaltra dei giovani come DEspinosa - che ha gi
un pezzo di carriera alle spalle ed
ora in fase di consolidamento- e le
due soliste Righetti e Gori che, lavorando luna in orchestra (laVerdi) e
laltra nella scuola, avranno dovuto
faticare non poco per trovare il tempo di suonare insieme.
La prima considerazione relativa a
come gli ascoltatori godono questi
concerti, partendo dalla critica sui
grandi quotidiani, che dovrebbe
rappresentare proprio la voce del
pubblico e che si prodiga in recensioni o annunci importanti per i concerti di Barenboim e di Schiff mentre
resta silenziosa per i protagonisti
minori: giustamente, si dir, ma ne
siamo sicuri? Non dovrebbe essere
il contrario? Non sarebbe pi inte-
LIBRI
questa rubrica a cura di Marilena Poletti Pasero
rubriche@arcipelagomilano.org
Nicola Nosengo
I robot ci guardano
Zanichelli editore, Bologna, 2013
pp. 198, euro 12,90
Io ne ho viste cose che voi umani
non potreste immaginarvi. Navi da
combattimento in fiamme al largo
dei bastioni di Orione e ho visto i
raggi B balenare nel buio vicino alle
porte di Tannhuser. E tutti quei
momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia.
tempo di morire. Con questa frase
commovente, si conclude il film
Blade Runner, tratto dal romanzo
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Il cacciatore di androidi di P. K.
Dick. Sono passati trentanni da allora, ma di Replicanti simili non ne
abbiamo ancora visti. A molti la robotica pu sembrare un settore di
promesse mai mantenute, eppure i
robot ci circondano, ci sorvegliano,
ci aiutano a lavorare e a far ricerca.
Nicola Nosengo, saggista e uno
dei pochi giornalisti italiani che contribuisce alla rivista Nature, a intro-
durci nel mondo della robotica, partendo dalle origini di questa affascinante materia, uno dei filoni di successo della tecnologia dei prossimi
anni.
Nei primi secoli dopo Cristo, ad Alessandria dEgitto, muove i primi
passi la scienza che noi oggi chiamiamo robotica. Partendo da Erone,
un geniale inventore, siamo passati
attraverso secoli di storia a realizza-
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re automi sempre pi efficaci, sino
ad arrivare, agli inizi del novecento,
a costruire il primo robot da fabbrica. Imita la parte del corpo pi preziosa per il lavoro manifatturiero: si
tratta del primo braccio meccanico.
Dopo il successo nel campo industriale, i robot sono stati ricercati nel
campo medico, in particolare per le
operazioni chirurgiche di grande
precisione, dove limpiego di bracci
robotici abbinati a strumenti laparoscopici ha permesso di fare miracoli.
Auto senza pilota sono gi in grado
di viaggiare a 100 km/h, piloti automatici guidano aerei, assicurandoci
un volo sicuro. Sono robot validis-
simi, ma ben lontani dallassomigliarci. Dal punto di vista di un ingegnere, che pu dotare le sue creature di tutti gli arti che vuole e che pu
dare la forma pi idonea rispetto
alluso, sarebbe limitante attenersi
al modello Homo sapiens. Ma siamo
riusciti a soddisfare anche questo
desiderio. Lultima superstar dei robot umanoidi iCub, il robot bambino, ma Eccerobot, lo supera, non
certo in bellezza, ma in qualit: ha
muscoli azionati da motori elettrici e
tendini realizzati con funi elastiche.
Quello che si chieder ai robot del
futuro sar di orientarsi e muoversi
in luoghi dove luomo non mai stato: al centro della Terra, sul fondo
degli oceani, nello spazio, nelle arterie. Siamo alla ricerca di robot
sempre pi perfetti e pi intelligenti.
unidea che fa paura, ma nemmeno il timore che alcune caratteristiche degli esseri umani, una volta
inserite in una macchina, diventino
incontrollabili, pu fermare questa
rivoluzione tecnologica. A garantirci
ci saranno sempre le tre leggi di Isaac
Asimov,
che
leggiamo
nellantologia di racconti Io, robot.
Le qualit dei robot del futuro dipenderanno dalle qualit dei loro
progettisti: saranno creati a loro
immagine, somiglianza e talento.
Cristina Bellon
SIPARIO
questa rubrica a cura di E. Aldrovandi e D.Muscianisi
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Kings of the dance
Sar Londra, la citt retta dalla monarchia pi in vista dEuropa (e forse del mondo), a ospitare i Re della Danza. I prossimi 19-22 marzo
presso il Londons Coliseum saranno i quattro giorni di balletto extravagante per liniziativa promossa
ormai dal 2006 Kings of the Dance
2014.
I king di questanno sono il nostro
Roberto Bolle (principal allAmerican
Ballet Theatre di New York ed toile
al Teatro alla Scala di Milano), il
brasiliano Marcelo Gomes (principal
allABT), lamericano David Hallberg
(toile del Teatro Boloj di Mosca),
lucraino Denis Matvienko (toile al
Teatro Mariinskij di San Pietroburgo), lucraino Leonid Sarafanov (toile al Teatro Michajlovskij di San
Pietroburgo) e il russo Ivan Vasilev
(principal allABT). Lunica artista
ospite, la ballerina che interpreter
un pas de deux, Svetlana Lunkina
(principal al Balletto Nazionale del
Canada e prima ballerina al Teatro
Boloj).
Il programma della serata prevede
tre atti, i primi due occupati da due
coreografie pi lunghe, il terzo da
quattro brevi e intense danze. Aprir
la serata una coreografia dello spa-
gnolo Nacho Duato, direttore artistico del Teatro Michajlovskij, su musica dello spagnolo Enrique Granados, dal titolo Remanso (Sarafanov,
Matvienko, Gomes). Il pezzo prevede unesaltazione della potenza e
bellezza maschile nella danza, ricca
di salti, dal sapore neoclassico: la
scelta di apertura si intona perfettamente con liniziativa.
Seguir il secondo atto con Le Jeune homme et la Mort di Roland Petit
con interpreti Roberto Bolle e Ivan
Vasilev (a serate alterne) con Svetlana Lunkina. Questo balletto, capolavoro dellesistenzialismo francese
messo in danza, mostrer la durezza dellamore non corrisposto, visto
per una volta dalla prospettiva maschile, tanto dura che porter il giovane uomo a ricercare la morte in
un suicidio dal pathos ineguagliabile
per carica virile e allo stessa tempo
sensibilit. Il medesimo spettacolo
con i medesimi interpreti verr riproposto il prossimo maggio al Teatro alla Scala nella Serata Petit, in
omaggio al grande coreografo francese.
Il terzo atto vedr coreografie pi
brevi, ma intense dallo stile e sensibilit pi contemporanea, come
ARTE
questa rubrica a cura di Virginia Colombo
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Klimt, Beethoven e la Secessione Viennese
Gustav Klimt il maestro indiscusso
della Secessione viennese, movimento artistico sviluppatosi tra la
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lativamente esiguo, 250 lavori circa.
Nulla a confronto della prolificit di
artisti come Picasso, Warhol o Kandinsky, per citare solo alcuni degli
artisti ospitati di recente a Palazzo
Reale.
Ed proprio qui che da mercoled
12 marzo sar possibile scoprire e
ammirare anche i capolavori del
maestro viennese. Klimt. Alle origini di un mito lultima mostra promossa dal Comune di Milano e dal
Sole24 Ore.
bene dire fin da subito che non
una monografica su Klimt, ma piuttosto una panoramica su Klimt, sui
fratelli Georg e Ernst e su alcuni
degli artisti pi significativi della Secessione. Di lavori puramente klimtiani ce ne sono una ventina. Piuttosto quella proposta da Palazzo Reale una mostra, con un allestimento
molto accattivante e suggestivo, con
opere notevoli e lavori che faranno
capire il senso di quella straordinaria rivoluzione artistica che va sotto
il nome di Art Nouveau, Art Dec o,
appunto, Secessione.
Il motivo presto spiegato. I capolavori di Klimt non sono pi assicurabili, spiega il curatore della mostra, Alfred Weidinger, che cura
lesposizione insieme a unaltra
grande esperta klimtiana, Eva di
Stefano. I premi assicurativi sono
altissimi, le opere troppo significative perch i musei se ne possano
separare con facilit. Retrospettive
importanti a livello numerico sono
ormai rarissime. Per gli amanti dei
numeri basti ricordare che 'Il ritratto
di Adele Bloch Bauer' fu acquistato
nel 2006 da Ronald Lauder per 135
milioni di dollari, diventando uno tra
i quadri pi costosi di sempre.
Nonostante tutto le opere in mostra
sono comunque tante, un centinaio,
divise in sezioni. Si inizia con la se-
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douard Manet, Auguste Rodin, Edgar Degas, Pierre-Auguste Renoir,
Camille Pisarro, Paul Gauguin, Vincent van Gogh.
Per il Novecento sono presenti alcuni lavori di autori quali Lucio Fontana, Jaques Lipchitz, Marcello Dudovich, Jean Cocteau, Balthus, Toti
Scialoja, Graham Sutherland.
sa scuola, Kandinsky decide di recarsi a Parigi, sua ultima meta e citt allora pervasa dalle grandi novit
del cubismo e del surrealismo, corrente questultima, che influenzer
fortemente gli ultimi lavori dellartista.
Figure biomorfe sembrano galleggiare leggere e impalpabili su cieli
blu, diagonali di colore, griglie e colori pastello. Il cielo e la luce tanto
amata della ville lumiere lasceranno
unultima suggestione nelle grandi
composizioni cos come nei piccoli
dipinti su cartone che Kandinsky
cre durante la Guerra.
In mostra sono presenti alcune delle
opere pi significative dellartista,
quelle che tenne per s costantemente appese in casa o che don
allamata moglie Nina, e che danno
quindi il resoconto esatto di unarte
che si rivelata fondamentale anche per i pittori moderni. Molto dovettero a Kandinsky Pollock e i suoi
irascibili, cos come, larte astratta
e lInformale ebbero un debito enorme nei confronti di questuomo
che ebbe il coraggio di dire che le
forme e i colori sono fondamentali,
spirituali, e che la pittura deve trasmettere lessenza pi profonda di
chi la crea e di chi la guarda.
Kandinsky: la collezione del Centre Pompidou fino al 4 maggio
2014 Orari: luned:14.30 - 19.30 dal
marted alla domenica: 9.30 - 19.30
gioved e sabato: 9.30 - 22.30 Biglietti: intero 11,5, ridotto 9,5
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di settecento modelli in gesso, pitture, vetrate, oreficerie, arazzi e modelli architettonici che spaziano dal
XV secolo alla contemporaneit.
E lallestimento colpisce e coinvolge
gi dalle prime sale. Ci si trova circondati, spiati e osservati da statue
di santi e cherubini, da apostoli, da
monumentali gargoyles - doccioni,
tutti appesi a diversi livelli attraverso
un sistema di sostegni metallici e di
attaccaglie a vista, di mensole e
supporti metallici che fanno sentire
losservatore piccolo ma allo stesso
tempo prossimo allopera, permettendo una visione altrimenti impossibile di ci che stato sul tetto del
Duomo per tanti secoli.
Si poi conquistati dalla bellezza di
opere come il Crocifisso di Ariberto
e il calice in avorio di san Carlo; si
possono vedere a pochi centimetri
di distanze le meravigliose guglie in
marmo di Candoglia, e una sala al-
tamente scenografica espone le vetrate del 400 e 500, alcune su disegno dellArcimboldo, sopraffini
esempi di grazia e potenza espressiva su vetro.
C anche il Cerano con uno dei
Quadroni dedicati a San Carlo,
compagno di quelli pi famosi esposti in Duomo; c un Tintoretto ritrovato in fortunate circostanze, durante la Seconda Guerra mondiale, nella sagrestia del Duomo. Attraverso
un percorso obbligato fatto di nicchie, aperture improvvise e sculture
che sembrano indicare la via, passando per aperture ad arco su pareti in mattoni a vista, si potr gustare
il Paliotto di San Carlo, pregevole
paramento liturgico del 1610; gli Arazzi Gongaza di manifattura fiamminga; la galleria di Camposanto,
con bozzetti e sculture in terracotta;
per arrivare fino alla struttura portante della Madonnina, che pi che
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