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CARLO PISACANE
LA VITA, LE OPERE, L'AZIONE RIVOLUZIONARIA

Cenni

storici di

LUIUI FABBRI

ROMA-FIRENZE
F.

SERANTONI,
1904

Editore

BIBLIOGRAFIA
Carlo Pisacane
Carlo Pisacane

Testamento

Saggi

> Ancona,

Politico.

storici,

politici,

1880.

militari sulVItalia,

-J

Genova, 59-60,

Venosta Felice: Carlo Pisacane


spedizione di Sapri,

Milano,

Saverio Merlino: Carlo Pisacane.

Carlo Pisacane

Stab, Tip,

**

Saggio

Giovanni Nicotera

te
!

Milano, 1878.

sulla rivoluzione.

VniGILIO

1876.

Via Lambro, 12

Bologna, 1894,

Milano IGOT

<?^

^ <g^g^g^g>l^'^

CARLO PISACANE

Questo eroe dell'azione

e del pensiero

occupa un po-

sto che non gli spetta nella storia contemporanea, almeno in quella storia conosciuta per tale dai pi, illu-

ed insegnata nella nostre scuole e scritta nei libri


che hanno maggiore diffusione. Ci fa s che di Carlo
Pisacane si sappia da tutti il nome, da pochi la vera es-

strata

da molti si sappia come visse, che cosa fece e


da quasi nessuno come pens, perch ag e
mor;
come
quale idea lo conducesse a morire sotto i colpi ignobili
senza

dei villani nei dintorni di Sapri.

Hugo

Carlo Pisacane, che Victor

disse pi simpatico

ancora di Garibaldi, ha dettato ai poeti romantici e patriottici versi gentili ed a qualcuno ha fatto anche tentare il poema la sua figura stata idealizzata, n que;

sto

un male. Chi non ricorda

facili

e leggiadri versi

del Mercantini?
Dagli

Un

ocelli

giovili

il

bel capitano

camminava

Ma, nascosto entro

azzurri

la

dai

in

capelli

mezzo a

d'oro

loro.,.

nube dell'idealismo

patriottico,

dei trecento caduti a Sapri,

Termopili della unificazione

d'Italia,

ai

una delle
tempi

nostri

di positivismo e di ricerche scientifiche,

completamente

il

non appaga

pi:

nostro desiderio di sapere. Nonostante,

ce come una congiura


ce stata, almeno, rotta appena
da qualche tentativo mal riuscito
per non lasciar
fuggire l'eroe dalla sua nube di poesia e di romanticismo; se pure non si vuol tener conto che gli amici

delle odierne istituzioni, cos maniaci nel voler ingom-

brare tutte

piazze ed

i
trivi del bel Paese con statue
bene o male, prepararono ad essi la cuccagna del potere, che questi uomini, dico, di Carlo Pisacane hanno taciuto quanto pi era loro possibile, e

le

erette a quanti,

pi hanno taciuto di ci che di fronte

ai hivoratori del

braccio e della mente dell'eroe di Sapri

imperituro

La

il

monumento

poesia e la leggenda dimenticata presto; la vita

materiale, sia pure eroica, d'un

del

il

suo pensiero.

tempo sempre

futuri.

uomo perdo

col l'andar

pi la sua importanza agli occhi dei

Ci che resta l'idea che ha fatto vibrare

poesia, che

ha dato anima all'azione dell'eroe;

dell'eroe e la poesia che la circonda a

servano imperitura

siasmo dinanzi

sol

patto con-

la freschezza dei ricordi e dell'entu-

ai posteri,

la relazione col pensiero

cammino

un

la

e la vita

a patto che se ne scorga chiara

che ha guidato

l'eroe sul

suo

terreno; e che questo pensiero contenga in se

una promessa ed una speranza precorritrice dei tempi.


Eroe e martire della rivoluzione politica, Carlo Pisacane fu anche uno dei pi grandi precursori della rivoluzione sociale, uno dei primi che alle odierne aspirazioni
delle societ

umane hanno dato una base ed un conCome italiani dobbiamo essergli ricono-

tenuto positivo.

scenti per ci che

ha fatto onde non fossimo pi

sotto-

posti alla ferula borbonica, al mordacchio papalino


al

bastone tedesco; come

ed

uomini che combattono per la

fratellanza internazionale dei popoli, per la vera ugua-

glianza economica e per la

libert integrale

di tutti^

anche maggiore riconoscenza gli dobbiamo; a lui, che


mentre ci insegnava con l'esempio come si lotta e si

muore per una

idea, ci

dettava

fin

da

allora le prime

parole della nostra idea socialista e libertaria.

Guardiamo dunque

a Carlo Pisacane,

come

a Maestro

del pensiero e dell'azione.

Carlo Pisacane nacque a Napoli

il

22 agosto 181 8 dal

Duca Gennaro di San Giovanni e da Niccolina Basile


De Luna. Avendo perduto all'et di 6 nnni il padre,
sette anni dopo la morte di questo fu rinchiuso in collegio (183

1),

e precisam'ente nel Collegio Militare della

Nunziatella. Quivi

si distinse subito per il suo ingegno


specialmente nelle matematiche, ci che rivelava la praticit insieme e l'acutezza della sua mente.

svep-liato,

Ancora

collegiale, per quattro anni visse alla Corte di


Napoli, come paggio del Borbone, rimanendo per sem-

pre di costumi morigerati ed alteri. Nell'anno 1839, dopo aver superati splendidamente gli esami, usc di collegio.

Fra

Aveva
i

21 anni.

suoi concittadini sal presto a

manza come
ed

il

una

certa rino-

ingegnere, sopratutto ingegnere militare;

governo

lo

adib alla costruzione della ferrovia

Dopo un certo tempo part per


dove pass un circa 15 mesi; e ritornato
quindi a Napoli, fu promosso dall'autorit militare al
grado di sottotenente. Qui la sua vita trascorse senza
fra Napoli e Caserta.

gli Abruzzi,

incidenti notevoli, se ne togli che

sare venne assalito e ferito a morte

una sera nel rincada un ladro che ten-

tava derubarlo. Guarito, ebbe dal capitano Gonzales incarico di andare a dirigere la costruzione di
airAnti'^inano.

una

stracca

Intanto,

da qualche tempo

richiamata

sugali

succedendo; e

la sua attenzione era stata

avvenimenti

la sua

politici che si andavano


mente non poteva non occuparsi

delle questioni pi urgenti in quel tempo.

Il

suo tempe-

i;amento, la educazione

si

era andata

ed istruzione che

man mano impartendo da

non tardarono a

se stesso,

accettare le idee politiche pi avanzate, a farne

farp-li

in una parola un rivoluzionario. Cos si svilupp in lui il


desiderio d'una patria unita e della libert, insieme ad

un odio profondo per

Fu

il

cosi che. desideroso,

guito,

regime

paterno

come sempre

si

di essere coerente a se stesso,

rinunci

suo impiego ed

al

al

l'S

dei Borboni.

dimostr in

se-

febbraio 1847

suo grado ed emigr a

Londra,

Prima

di seguirlo nella via avventurosa e battagliera

dellesilio

dobbiamo accennare

alla

parte

affettiva della vita di Carlo Pisacane. Egli


di

120

13 anni,

prima cio di entrare

intima
firn

ed

dall'et

in collegio, s'era

invaghito d'una fanciulla sua coetanea; e quando usc


la trov gi sposata. Ci non valse agli occhi suoi, ed
anzi

il

tempo aveva raddoppiato

diviso dalla
sta a lasciare

remo

certo

donna amata con


il

il

suo amore, che, con-

pari intensit, spinse que-

marito per seguire l'amante. Noi non fa-

puritani a questo proposito. Si sa

come

in

quel tempo, e in certi ambienti anche presentemente,

si

combinavano

matrimoni

donna quasi sempre era


gettata nella braccia e sul letto d'un uomo prima a allora appena conosciuto e quasi mai amato. Questa donna aveva quindi il diritto di ribellarsi ad una unione
che era stata forse un mercato, alla quale non era in
grado di consentire scientemente. Di questo diritto si
valse la signora D. che divenne da allora in poi la fida
compagna di Carlo Pisacane, da cui ebbe una figlia,
Silvia, adottata dopo la morte del padre e della
madre
da Giovanni Nicotera. Questa donna segu Pisacane
i

la

dappertutto, nella buona e

nell'avversa

fortuna, sua

consolatrice.

nostro

rivoluzionario, rimanendo a lei fedele fino


alla morte, dimostr con l'esempio la superiorit
della
unione libera determinata dall'amore, sulla unione
il

le-

gale forzata basata in interessi estranei al sentimento.

Dopo

breve soggiorno a Londra, Carlo Pisacane par-

dove sollecit il permesso di entrare nella


legione straniera per addestrarsi alla vita militare,
in
vista degli avvenimenti che da un giorno
all'altro potet

per Parigi,

vano richiamarlo in Italia. Bisogna ricordare che a quel


tempo, non risolta ancora per tutte le nazioni europee
la
questione politica, questa incombeva su tutti e ne deter-

minava

le

delle armi

attitudini. In un tempo in cui dalla sorte


dipendevano molti problemi, anche nell'in-

teresse della libert era

duopo

essere alle armi adde-

per non essere inadatti anche in tempo di guerra


a fare il proprio dovere rivoluzionario.
strati

Entrato Pisacane nella legione straniera come sottoil 5 dicembre 1847 fu mandato in
Africa a com-

tenente,

battere contro

suo valore

gli

Arabi.

e coraggio,

quivi

quando

lo richiamarono in patria.

era insorta, e

E
Il

si

distingueva pel

avvenimenti d'Italia
12 gennaio 1848 Palermo
gli

febbraio susseguente

il Borbone era.
popolo la Costituzione. Tutta l'I-^
talia era in fiamme -^ anzi tutta Europa
e Carlo Pisacane non poteva certo rimanere in Africa ad azzuffarsi
1'

1 1

costretto a largire al

cogli Arabi, che alla

fin

dei conti

combattevano an-

ch'essi per la propria libert.

Ottenuto il congedo, egli torn in Italia mentre si preparava, la guerra contro l'Austria. Corse a Milano, e su-

bito

si

arruol fra

volontari della legione Borra, coi

Milano
quali combatt poi valorosamente nel Tirolo.
conobbe Carlo Cattaneo e gli altri animosi eroi delle
in quel

scrisse

Momentaneo ordinamento
mostr

184.8, in cui

appunto del Cattasua memoria sul


delV esercito lombardo del

e fu per incarico

Cinque Giornate;
neo ch'egli

fin

tempo

da allora

la

l'estensione e la pro-

fondit delle sue cognizioni e vedute tecniche in materia


guerresca e rivoluzionaria.

Ma

intanto a Napoli

luttuosi del 14 e 15

0;2:ni alito di libert

le

in

Milano
narono

pel tradniiento dei

citori

la Costituzione nel sangue.

la cui

il

resistenza ultima

moderati

reame con

con quelle del

in Calabria e

tembre

Sicilia,

Borbone affogava nei giorni

fu soffocato in tutto

giugno

stragi del

il

maggio

set-

fu vinta.

de monarchici

tor-

ma

vin-

gli Austriaci, vinti gi dalla rivoluzione,

d'un esercito regio da cui lo spirito rivoluzionario

Qui
per la prima volta egli vide e conobbe Giuseppe Mazzini, che gli pose subito grande stiffa, malgrado il disaccordo evidente ^\ metodi e di idee fra i due uomini.
Desideroso di moto e di lotta sul campo dell'azione,
sulla fine del 1848 Pisacane entr in Piemonte per arruolarsi nell'esercito sardo, che doveva continuare la
era bandito. Carlo Pisacane

guerra

si

rifugi in Svizzera.

allAustria

Ma non appena
dal fe])l:rnio

si

Roma
Roma a

seppe della sollevazione di

.'849, egli

prese congedo e vol a

portare alla giovane repubblica

l'aiuto del

suo polso

ingegno e della sua esperienza nelle


cose di guerra, su cui aveva fatti seri e profondi studi.
Infatti dal governo repubblicano fu subito nominato
d'acciaio, del suo

membro

della

fu che diede
luzionarie di

unire l'azione

Commissione di guerra; e come tale egli


migliore ordinamento alle milizie rivoRoma. Per desideroso come sempre di
al pensiero ed al consiglio, l'esser egli uno
il

dei capi tecnici dell'esercito dei volontari


di

combattere a fianco di Garibaldi di

perso'nia cri

rarmi

tutti gli scntri cl

mano, e di prender parte a quasi

alla

non gFimped

nemico.

Giuseppe Mazzini

gli

continu anche allora la sua

stima, bench fosse l'avversario accanito che tutti sanno

delle idee razionaliste e socialiste del Pisacane; e lo fe

colonnello.

portuno

proposito di Garibaldi, non torna inop-

riferire

il

pensiero del nostro Pisacane, pensiero

di positivista e di libertario, suH'entusiasm


tari

per l'Eroe dei due mondi.

Guai

elei

egli

volon-

diceva

allorch le masse giungono a credere all'infallibilit ed


inviolabilit d'un uomo! Guai allorch le masse si avvezzano alla fede e non alla ragione! questo il segreto
sul quale fino ad ora si basata la tirannide, che ha tro-

vato facile la strada del conseguimento dei suoi disegni dappoich il pensare fatica dalla quale rifug;

gono

le

Vinta

moltitudini corrive sempre al credere.


la

repubblica romana dalle armi francesi man-

date dal Bonaparte, Carlo Pisacane fu prima imprigio-

nato e quindi espulso da Roma.


Svizzera, a Losanna,

Ed

egli se ne

and

in

da dove collabor assiduamente

nel giornale che Giuseppe Mazzini ed altri avevano fri-

dato

col,

Ultalia del Popolo. In questo giornale egli

svolse le sue idee contro gli eserciti assoldati e permanenti, e sui fatti di

Dopo

tre

Londra;

Roma

dal punto di vista militare.

mesi di permanenza

e fu

appunto a Londra

in

Svizzera pass per

che, datosi

ardore agli studi delle questioni

sociali,

con maggior

approforid

sue idee in proposito ed accentu ancor pi

le

la diffe-

renza delle opinioni sue da quelle di Mazzini e dei pa"'

triotti

italiani.

'

Torn quindi daccapo nel 1850 in


questa volta a Lugano, dove scrisse

Svizzera, e

sulla Guerra combattuta in Italia

iS^S-^g.

}iel

la

sua

ano

mmon
In' q\ie-

10

sl'opera le sue idee rivoluzionarie

ed antiautoritarie si
determinano ancor pi
in esse dice che non bisogrna
avere alcuna fiducia nei principi e nella diplomazia per
:

trionfo della libert, e combatte il principio della disciplina che suole essere imposta ai militari. Fedele ai
suoi principi razionalisti e socialisti, sostiene che a la
i!

miseria e la religione sono

che

non

si

salvano

primi ausiliarii dei

sotto l'insegna del privilegio e

del cattolicismo

la religione l'ostacolo pi potente che si

progresso dell'umanit

despota*

nazioni marciando alla guerra

le

che

opponga

al

Sulla fine del '850 Carlo Pisacane torn in Italia,


recandosi a Genova, dove, prima di ottenere il permesso
di soggiornarvi liberamente, dovette restare per qualche

te^mpo nascosto; ottenuto questo permesso

si diede con
maggiore entusiasmo allo studio indefesso dei problemi
politici e sociali, che gli erano prediletti e non aveva
mai abbandonati. Per essere anzi pi tranquillo si ritir

ad abitare

sul vicino colle di Albaro, in

romitaggio. Intanto, nel

1851,

pubblicava la sua opera

scritta

cawbatt?yfJa in Italia nel

l'editore

una specie di
Pavesi gli

G.

La

a Lugano,

guerra

i8^f.8-^fg.

Lorrico. franco, integro, d'una fedelt a tutta

alle sue idee,

con queste

non

arrest,

al di fuori

tenne anche dentro

Quando

della sua vita intima,

ma

la

man-

della propria

famiglia.

non volle

l'ambito

una

notifica per atto notarile

scopo di non privare la

dinanzi alle leggi

Fu

prova

la coerenza

nel 1853 gli nacque la sua bambina,

battezzarla, e solo ne fece


al solo

come molti fanno,

figlia dei

diritti

suoi

civili.

nel suo romitaggio di

Albaro che Carlo Pisacane

Il

Topera pi importante della sua vita che com-

scrisse

plet nel 1855, e cio


libro che

Vltalia,

Saggi

st or ci-p oliti ci-mili ari sul-

divide in quattro parti

I" Cenni
Cenni storici-militari. 3'' La rivoluzione. 4:
Ordinamento dell'esercito italiano. II libro non trov

storici.

si

subito editori, e solo fu pubblicato


tvD

2""

quando

l'eroica

mor-

del suo autore richiam la generale attenzione sul suo

nome, nel 1858-1860. Oltre questo


nato sopra, Pisacane ha

libro, e l'altro

scritto altre cose di

accen-

minore im-

portanza, fra cui una polemica col generale Rosselli sui


fatti militari di

uno

libert,

Roma

nel

scritto per

famiglia di Murat

al

49 nel giornale La voce della

combattere

nel N. 225 del Diritto,

ed un

pretensioni della

le

trono di Napoli,

Murat
Murat e

Italia e

altro scritto

pubblicato nel N. 263 ^Itaha del Popolo.


Mentre il pensatore elaborava le idee, l'uomo d'azione

Borboni

non rimaneva

ozioso. Carlo Pisacane continu sempre


a mantenersi in relazione coi suoi amici politici, special-

mente col Comitato Nazionale di Napoli e col barone


Giovanni Nicotera che risiedeva allora in Torino. Quando credette opportuno il momento di seguir pi dappresso gli avvenimenti, lasci Albaro (1856) e torn a

Genova,

IL

Prima
al

di seguire la vita del nostro rivoluzionario fino


suo epilogo, al sacrifcio generoso di se stesso sul-

l'altare

della

libert'

all'ultimo martirio,

un istante a considerare

la

arrestiamoci

sua opera di pensatore e di

filosofo.

Nel 1856, quando lasci il romitaggio di Albaro, la


elabcirazione delle sue idee era in certo modo compiuta.
Da allora fino alla morte, e non vi fu intervallo che di

12

pochi mesi, tutta la sua energia la dette all'azione, fedele al suo principio che la miglior predicazione si fa
con l'esempio, che la miglior propaganda quella che
s'.

fa col fatto.

egli scriveva

proposito della propaganda col fatto

appunto che

un cittadino per giovare

la sola

opera che pu fare

al paese,

quella di cooperare

alla rivoluzione materiale...


di

lampo della baionetta


Agfesilao Milano fu una propaganda pi efficace di
Il

mille volumi scritti dai dottrinari.


tico).

Seguendo questo suo concetto

(Testamento Poliegli s'avvi al sa-

crificio.

Per comprendere, ripeto, l'importanza dell'azione di


Pisacane, occorre saperne

il

e^li disse sof)ratutto nelle


scritte e

da noi sopra

Italia nel

184.8-4.^),

Di queste due

pensiero.

citate
i

Ed

il

pensiero suo

due opere principali da


:

Saggi

La

lui

guerra combattuta in

stori ci- politici-militari.

gran parte non pi di


attualit. Molte cose hanno perduto d'interesse, parecchie sono state smentite da una susseguente esperienza.
Com'era naturale, si riscontra in esse una evidente conopere, certo

tradizione fra il teorico che vede tempi ancora lontani


e .l'uomo d'azione costretto a maneggiare armi non sue,

ad

accettar

s,

egli nimicissimo

temporaneamente metodi non approvati. Codelle stte e delle congiure, dov


congiurare ed insegnare agli altri a congiurare; nemico
del militarismo, fu per quasi tutta la sua vita un militare e scrisse opere di guerra e di milizia; nemico d'ogni

princimo d'autorit, fu autorit egli stesso e capitano


d'uomini anco andando a morire; negatore del patriottismo ed internazionalista, combatt tutta

la

sua vita per

l liberazione della patria contro lo straniero...

Ma

la

contraddizione pi apparente che reale; e fu in ogni


rndo contraddizione dei tempi, non dell'uomo, causata
dal fatto che mentre altre nazioni avevano conquistata
rnit della patria e s'erano quindi date ad elaborare

13

nuove idee del

1?

socialisnno e

di emancipazione del

-quarto stato, in Italia c'era ancora

cera ancora

Ripassn V Alpe

momento

il

terzo stato schiavo,

principio di nazionalit

il

da

riaffermare.

e tornereni fratelli!

e l'altro di

paura

il

gridava fra un
buon Manzoni.

Carlo Pisacane sub l'imposizione dei tempi, mai


per lasciando di affermare le sue idee, e, individualmente, mai ad esse facendo oltraggio con la menzogna.
Come dice il Colaianni era, a giudizio di Pisacane,
utile,

era necessario che

sperimentasse la vanit della

si

ricostituzione della nazione!

soddisfacendo alla va-

nit del suo tempo, seppe combattere e morire, insegnan-

do come

si

sarebbe dovuto combattere e morire per

da lui, fra primissimi in Europa, enunciate


forma razionale e scientifica.
idee

Queste
ed

idee, sparse

articoli di giornali,

in

le

una

un po' dappertutto nei suoi libri


sono in special modo condensate

ed esposte ampiamente e difese nella terza parte dei


suoi Saggi, precisamente in quello che ha per titolo:
J^a
I^

7 tv ohi zo ite (i).

^(^gg^o sulla rivohizione ai tempi nostri, in cui in


si sente il bisogno di ricorrere agli stranieri
per

Italia

attingerne idee
tato

come

il

e;

metodi di

sviluppate, tutte le idee


ria,

(i)

di

merita di essere addi-

moderne

adombrate ed

non

sia

ugualmente

Questa parte

dei

Saggi

altre

di filosofia della sto-

di socialismo e di rivoluzione sociale.

verit

nel

lotta,

libro in cui sono, alcune

Non

che una

tale se importata dall'estero

del

Pisacane stata ripubblicata

1894 dalla libreria Treves di Bologna, con una prefazione


N. Colajanni sotto il titolo
Saggi sulla rivoluzione. L'e:

dizione esaurita. Perch qualche coraggioso editore


fa una edizione nuova?

non ne

14

invece che rivelata la prima volta al di qua delle Alpi.

Ma

me sembra

che sia una cosa molto poco

scienti-^

presentare per nuova una teoria gi vecchia, e


aspettare ch'essa ci venga in forma astrusa non consenfica

tanea alla indole del nostro ingegno, tradotta e debitamente condensata e ridotta in pillole dal di fuori,

quando

forma migliore e piti consentanea alle nostre


menti meridionali potremmo apprenderla da un libro
di penna italiana, sol che ci affannassimo a scartabellare

in

qualche catalogo delle nostre biblioteche.

*
* *

Chi legge il saggio sulla Rivoluzione del Pisacane


prova una grande soddisfazione unita a sorpresa, quella
sorpresa che faceva gridare di gioia: Eureka! Eureka!/'
he trovato gli scritti di Pisacane! al nostro Carlo Cafiero,

che ritrovava nel libro d'un italiano

le

idee

da

lui

in parte esposte

poco prima nel suo compendio del Capitale di Marx, il primo compendio dell'opera del pensatore tedesco che
Infatti,

il

sia

si

fatto in Italia.

concetto marxista della

massima importan-

za della questione economica in rapporto alla minima di


quella politica, si trova affermato e delucidato in Pisa-

cane allo stesso

Marx

e dei

modo

marxisti.

se

non pi che nei

libri

L'interpretazione

di Carlo

materialistica

della storia sviluppata (non importa che le parole


terialismo storico

non

vi sieno pronunciate, dal

ma-

momento

che ce n' Tidea) nel Saggio sulla rivoluzione pi che


non sia accennata nel celebre Manifesto dei comunisti
di Marx ed Engels. Perfino la teoria della concentrazione del capitale, ormai dimostrata inesatta e che ha

fatto tanto furore fino a poco


crescente, detta

da Pisacane

tempo
in

fa, e

pagine

della miseria

che,

afferma

il

15

Colaianni, sembrano stralciate da Henry George. Cos


la stessa modernit di idee in Pisacane si riscontra

quando (i) scrive della fatalit delle rivoluzioni,


minima influenza della propaganda delle idee e
massima pressione dei bisogni,

della
della

Pisacane, pur professando la massima stima, affetto


e rispetto per Giuseppe Mazzini, molto prima di Michele

Bakounine

aspramente

le

repubblicano ligure, sopratutto

le

critic

dottrine del

Maestro

idee religiose ed

me-

todi autoritari.

Nel Saggio sulla rivoluzione,


dire
s'

infine, -^ continua a
Napoleone Colaianni nella prefazione succitata

rinviene nettamente delineata la teoria anarchica col

il governo come un'ulcera, nel ritenere che


una societ si livella da se e che la libert non si apprende dagli educatori; nel combattere le leggi perch
riescono sempre a beneficio dei privilegiati che le fanno,

considerare

nel giudicare che dev'essere spontanea la reciproca

mitazione tra

zione di tutti

propugnare

la

diritti di

tutti e legittima la

li-

soddisfa-

bisogni e delle inclinazioni di tutti; nel

formula: Libert

e Associazione,

da

so-

a quella mazziniana: Dio e Popolo, e all'altra


francese: Libert, Uguaglianza e Fratellanza, che ai

stituirsi

tempi di Pisacane erano in onore tra


taliani. {Op.

Di mettere
che,

cit.,

rivoluzionari

i-

pag. VII, Vili).

in luce le idee rivoluzionarie, razionalisti-

e libertarie di Carlo Pisacane aveva


animo, prima che la malattia tremenda che lo condusse al manicomio e quindi alla tomba lo assalisse,
socialiste

in

il

nostro Carlo Cafiero. Altri ne han parlato pi o meno.

(i)

Prefazione di N. Colajanni

al

i(Librena Treves, Bologna, p. VII).

Saggio

sulla rivoluzione,

16

fra cui gli amici Saverio Merlino in

blicato a cura della Plebe in

Domenico Spadoni

erro),

Milano

Critica Sociale di

in

di

un opuscolo pubMilano nel 1878 (se non


un articolo o due della
qualche anno fa, Niccol

Converti in diverse puntate della Questione Sociale di


Paterson del 1895-96. Questo, senza parlare di altri audi altri articoli di giornali e di riviste in Italia

tori,

all'estero.

Manca

per ancora lo studio coscienzioso, che

senza settarismo rimetta ancor pi in onore la figura


del Pisacane,

come

Tale studio

mostrerebbe Carlo Pisacane come uno dei

ci

filosofo oltre e pi che

come

pi grandi ed acuti precursori della rivoluzione,

eroe.

come

primo pensatore e teorico del socialismo anarchico.

il

Eg^li

infatti,

lungi dalle astruserie metafisiche e para-

Max

Stirner come dal confusionismo e dal


praticismo opportunista di G. P. Proudhon, fu il primo
a fare una critica ragionata del principio d'autorit e

dossali di

del

privilegio

di

propriet

individuale, che

coonest

l'idea della libert individuale a quella della socializ-

zazione del capitale, che vedendo inseparabile la questione politica

da quella economica,

disse

non potervi
e

essere libert laddove c' privilegio, e che pi forte

pi nocivo dei privilegi quello che fa dei pochi

droni di tutto, e dei molti

pa-

servi di pochi.

Un
meno

altro dei suoi meriti quello di essere stato

unilaterale di molti socialisti venuti

sono chiamati da se
tutti, e

meno dogmatico, assegnando

blemi che agitano


lore,
lati

stessi scientifici.

il

non trascur a

Pi

dopo

si

scientifico di

a ciascuno dei pro-

pensiero contemporaneo

il

suo va-

uno solo tutti gli altri


Cos, dando al lato econo-

profitto di

della questione sociale.

molto

e che

mico della questione


scur

lato politico, e

il

grande importanza, non tradisse che Fuguaglianza econo-

la pi

mica non avrebbe potuto essere garantita che da una


eguaglianza radicale in politica, e cio dalla libert in-

non inceppata da

dividuale,

leggi o governi, di ciascun

associato.

Lungi dal trascurare la questione religiosa, ne afferm


la grande importanza, ed ateo egli stesso, cerc di dimostrare

iniquit

la

di

tutte le

religioni, e soprattuto

quella del cattolicesimo. Molta parte del primo capitolo


del suo libro su

La Rivoluzione intende

a demolire

l'i-

potesi religiosa e deista della creazione. Nonostante,

il

suo ateismo non una specie di bigottismo a rovescio

come quello

di molti nostri anticlericali, e

non

nep-

pure l'apriorismo dogmatico di molti materialisti alla

Da

Bchner.

afferma a
ff

Chi ha creato

la pi

buon

positivista egli

priori. Sentite

mondo?

il

non immagina, non

K! ol so.

Di

tutte le ipotesi

assurda quella di supporre l'esistenza di im Dio,

l'uomo creato a sua imm.agine; questo Dio, l'uomo l'ha

ad immagine propria, e ne ha fatto il Creatore


mondo; e cos una particella diventata creatrice

creato
del

del tutto.

Sviscerando

la

storia

Carlo Pisacane rintraccia


le

tirannie e di tutti

fluenza

perniciosa

aeli ultimi

interrogandone la hlosofia,

le

origini religiose di tutte

privilegi,

moderni studi
altres la

e,

preludendo
nega

critici sul cristianesimo,

che questo abbia portato alcun

smentendone

dimostra la enonne in-

di tutte le religioni,

beneficio

all'umanit,

leggenda d'una origine

libertaria

ed egualitaria.

Se qualche aspirazione alla fratellanza

v'

stata,

dice Pisacane, l'avvenire immaginato dai cristiani in iole

aspirazione sarebbe stata la trasformazione del mojido


in

un co7wento... Per contro

le dottrine dei

moderni so2

18

non avvene alcuna che dissi associano non gi

fra le loro massime,

cialisti,

solva o avvilisca; gli uomini oggi

ma per prestarsi vicendevole aiuto,


lavorando per acquistare maggior prosperit e per com-

per pregare e

soffrire,

battere; l'aspirazione del socialismo

scendere in cielo,

ma

non

quella di a-

di godere sulla terra.

za che passa tra esso e

La

differen-

Vangelo la stessa che si riscontra fra la rigogliosa vita di un corpo giovane, ed


il rantolo di un moribondo. {Saggio sulla rivoluzione.
Edizione

Come

il

citata, pag. 69-70).


si

vede, Carlo Pisacane

fede socialista; socialista

difende a spada

tratta.

non sottintende

dichiara ed

si

primo errore dell'umano istinto, era


non la sola cagione della cancrena
libro

La

sua

la

socialismo

Gi nella prima parte dei suoi

saggi {Cenni storici) aveva affermato che

ancora, nel

il

guerra

184.8 -^g, aveva detto che

il

la propriet,

la pi potente,
sociale.

se

prima

combattuta in Italia nel


progresso mira ad ugua-

ed a proclamare la sovranit del


un socialismo fondato sull'uciascuno, e non sull'abnegazione e sul sacrifi-

gliare tutte le classi,

diritto ... nel senso di


tile

di

Nella medesima opera egli aveva gi fatto

cio...

processo alla borghesia (i) nel

modo

pi severo,

sempre sopra un terreno eminentemente


frase celebre di Prampolini

La

scientifico.

il

ma
La

miseria non nasce dal-

la malvagit dei capitalisti,

buono,

ma non

con quel che segue di


con l'ultima illazione pessima, era stata

gi detta da Carlo Pisacane nel


t E.o^li

(i)

una

Ecco

il

Lm guerra combattuta

verit incontrastabile, che

mali delle na-

giudzio che Pisacane d della borghesia

La

bor-

ghesia, impotente per s medesitna, in Europa tirannica ove

regna, e

demagoga ove

serva.

(La guerra combattuta,

ecc.).

19

non dipendono dagli uomini,

non sono che


i
frutti delle loro costituzioni sociali, e da cui non bisogna attendere un'abnegazione sinora sognata per manzioni

canza di principii.
sacane precorre

modo

In qualche

si

direbbe che Pi-

socialismo marxista anche

venturo

il

quali

nelle sue esagerazioni fataliste.

Cos pure egli enuncia la teoria della lotta di classe


applicata alla storia nel
l'evoluzione del

modo

pi moderno, seguendo

nella

proletariato

triplice

schiavit, del servaggio e del salariato,

fase

della

proclamando

la

necessit che anche quest'ultimo giogo sia scosso e che


gli operai inalzino la

bandiera che sventol a Lione nel


Vizre en travillant^ ou mourit

1833, su cui era scritto

en combattant,

il

motto cio che Filippo Turati ha

dotto nel suo inno col ritornello

O
()

Affermando che

tra-

vivremo del lavoro,

pugnando

l'Italia

si

morr.

non ha

nella grande rivoluzione sociale

altra speranza che


(Saggi sulla rivolu-

265) Carlo Pisacane si augurava che sorgesse anche nel nostro paese un partito

zione, edizione citata, pag.

socialista,

che della coscienza dei propri mali sorta nel

popolo

facesse bandiera. Scopo dell'azione di questo

si

come appare evidente da


complesso dell'opera del Pisacane, il socialismo

partito avrebbe dovuto essere,


tutto

il

anarchico.
Gi, ne

La

iS^8-^fg, egli

guerra combattuta in Italia

aveva detto che

anni

nuova verso

cui ci

l'era

negli

avviciniamo a gran passi, ridurr l'immensa e putrida


macchina governativa alla sua pi semplice espressione;
il
popolo non delegher pi ne potere, n volere... Il

genio destinato a servire

il

popolo

coi suoi lumi,

ed

so
ottenere

non

altro

compenso che

l'accettazione delle sue

idee.

Ed

tipo di societ verso cui secondo Pisacane gli

fi

uomini devono avvicinarsi ... quella in cui ciascuno


fosse nel pieno godimento dei propri diritti, che potesse
raggiungere il massimo sviluppo di cui sono suscettibili
le proprie facolt fsiche e morali, e giovarsi di esse senza.

la necessit o d'umiliarsi innanzi al suo simile, o di

quella societ, insomma, in cui

sopraffarlo;

non turbasse l'eguaglianza; quella

in cui in

libert

la

ogni

uomo

il

sentimento fosse d'accordo con la ragione; e in cui niuno


fosse mai costretto di operare

o soffocare

contro

dettati di questa,

gli impulsi di quello. In tal caso

l'uomo m,a-

nifesterebbe la vita in tutta la sua pienezza...


sulla rivoluzioi^e, edizione citata, pag.

Or

(Saggio

2).

che cosa questa se non l'anarchia degli anar-

chici odierni?

Con

quali Carlo Pisacane va molto d'ac-

cordo, per esempio, nella critica al matrimonio ed all'attuale organizzazione della famiglia.

egli dice, sono scaturite dalle

Tutte

dipendenze che

le leggi,

la violen-

za e l'ignoranza stabil fra gli uomini; ed in tal guisa


il

matrimonio

risult

dai

ratti,

delle pi belle, per usurparne

il

che

pi forti fecero

godimento.

per contro, sottopone l'unione dei

sessi alla

delFamore, e se un'altra regola, qualunque


viene, l'unione cangiasi in contratto, in

L'amore adunque, nel nostro patto

La

natura,

sola legge
siasi,

inter-

prostituzione...

sociale, sar la sola

ccndizione richiesta a rendere legittimo

mento dei due

sessi.

il
congiungi{Saggio sulla rivoluzione^ ed. cit.,

pag. 241).
Cosi,

comune

agli anarchici socialisti, Pisacane

relazione e filiazione che egli stesso trova delle


rie dalle idee dell'utopista Fourier;

chici

ha

zione,

la

il

comune

ha

la

siie teo-

cogli anar-

concetto della rivoluzione e della espropriacritica

al

suffragio

universale (che

chiama

21

amara

dehision), al parlamentarismo

ed

al costituzio-

nalismo. Ai repubblicani egli dice parole che sembrereb-

bero tolte ad un giornale socialista di oggi:


pubblicani dicono di non accettare

combattono
sti,

il

propugnano

...i

comunismo, temono dichiararsi socialiil


vangelo, in una parola niegano la

rivoluzione e vogliono la rivoluzione. Quali sono

forme da

il

me-

popolo, per conquistare que-

sto futuro incognito,

compia

che Iddio comunichi

le

le ri-

essi desiderate? Si ignora, l'ignorano essi

desimi, e pretendono che

Mos.

re-

ma

formalismo,

il

la rivoluzione,

ed attenda

tavole della legge ad un nuovo

{La guerra combattuta,

ecc.).

Chiama

strano

ed assurdo argomento quello dei dottrinari che sostengono che bisogna educarsi al vivere libero, ottenere
libert per gradi e

la

mezana

migliore avvenire.
cit.,

pag. 93).

non per

come sgabello

libert

ed accettare una

all'intera,

come pegno

{Saggio sulla Rivoluzione,

La

salti,

libert

non ammette

di

ediz.

restrizioni

di

sorta alcuna, n fa d'uopo d'educazione o di tirocinio

per gustarla

essa

il

sentimento innato nell'umana na-

tura. .Idem, pag. 98). Si dichiara contrario alle ditta-

ture rivoluzionarie {Idem, pag,

197 e seguenti), e par-

lando degli eroi delle rivoluzioni, da buon positivista


rsostiene che non questi fanno i loro tempi, ma sono i
tempi, le circostanze e l'ambiente che creano gli eroi.

Insomma,

libri del

miniera di idee per


rivoluzionario, per

il

il

Pisacane sono una vere e propria


socialista, per l'anarchico, per

sociologo.

il

insisto nel notarlo

non si tratta di idee utopistiche fondate sul sentimento pi che sulla ragione; non si tratta di concezioni
astratte d'un immaginoso e generoso riformatore di uomini, come potevano essere i Moro, i Campanella, i
Saint-Simon, i Fourier, gli Owen, i Cabet, ecc., ma di

22
tutta

una

illazioni

serie di osservazioni, di

argomentazioni

solide, positiviste e scientifiche, che

il

di

lettore,

sorpreso, trova di aver lette e sentite


mille volte in forconcisa e meno chiara, da autori vissuti
parec-

ma meno

dopo

chio

il

Pisacane, pi di questo saliti in

fama

di

scienziati del socialismo.

Certo, molte idee

da Carlo Pisacane appena accen-

nate, sono state poi

ampliate

nalate per

lui

le vie

da

e precisate meglio, inca-

non provvedute, per

le diverse
condizioni politiche dell'Italia di allora e per l'assenza
di un partito socialista, e sopratutto per l'assenza
del
proletariato come classe militante. Ci spiega le con-

tradizioni del nostro autore,

quando dalle idee volendo


come nel capitolo ultimo,

passare a dar consigli pratici,

non

sa spastoiarsi di tutte quelle nnedesime istituzioni

che ha criticato tanto aspramente.

Ma

questo naturale in un precursore a cui

la collaborazione della pi piccola

aveva sotto gli occhi e sotto

mano

per un'azione veramente socialista,


influivano potentemente

sime del proprio paese,

le

le

Carlo Pisacane fu

l'elemento principale
proletariato, e su cui

condizioni politiche diversisquali esigevano attenzioni

azioni politiche pi che sociali.

pre incertezza in sul

il

mancava

minoranza, che non

Eppoi

si

ed

sa bene c' sem-

primo elaborarsi d'una idea; e

primo (e forse il solo veramente


originale, prima di Antonio Labriola) in Italia, e dei
primi in Europa, a dare al socialismo un contenuto scientifico e veramente rivoluzionario. Forse che lo stesso
Marx, lo stesso Bakounine, e tutti gli internazionalisti
il

della prima ora, autoritari e liberitari,

non vagarono

in

principio in una quantit di incertezze, maggiori anche


di quelle di Pisacane, prima di formulare un completoed organico programma di azione? E c' del resto anche
<^g&i questo

Ma

programma? E'

lecito dubitarne.

Carlo Pisacane ha elaborata una dottrina pi che

:^3

programma, ed un programma massimo pi che un


programma minimo. Una azione socialista era allora

tin

impossibile, e per aprire a questa la via c'era bisogno


delibazione rivoluzionaria politica. Carlo Pisacane

prendeva bene questa

Monte Sacro
il

necessit, e

a sognare

il

si ritir

socialismo e

tempo venisse di poter agire

ag con gli altri

non

rivoluzionari

ad

aspettare che

social isticamente.
italiani

politici

com-

perci sul

questo tempo arrivasse pi pretso, ed ag in

Egli

perch

modo da

d'oggi come

si commuore per una idea.


Abbiamo visto come Carlo Pisacane fu un filosofo
ed uno scienziato del socialismo; or vediamo come seppe essere un eroe della rivoluzione.

insegnare con l'esempio


batte e

ai socialisti

si

III.

Hi

Ritornato

Carlo Pisacane nel

1856 dal romitaggio

Albaro

Genova, dagli studi

scientifici e sociali al-

in

l'azione rivoluzionaria politica, molti stenti dovette du-

campare la vita. Insegnava privatamente matenon erano molto numerose le lezioni trovate,
tanto che dovette, si pu dire, soffrire letteralmente la
rare per

matiche, e

compagna ed alla figliuola.


Mantenutosi sempre in relazione coi comitati rivolu-

fame, insieme alla sua

zionari di Torino e di Napoli, queste relazioni fece pi

maggio del 1857 ^^ ^^^ di persona


Torino a trovare Giovanni Nicotera, per proporgli
senz'altro una spedizione insurrezionale nel Napoletano.
vive; e sui -primi di
in

viva voce e per lettera, sentito anche

tani, fu presto tutto combinato. Sorta

il

una

non tergiversava affatto prima di porla


reva diritto alla mta.

Fu

stabilito che

per essere del paese e sopratutto per

parere dei lonidea, Pisacane

in azione, e cor-

Carlo Pisacane,

le

sue cognizioni

24

tecniche e militari, avesse

comando supremo della

il

mise subito all'opera, recandosi clandestinamente a Napoli, dove si abbocc con gli
spedizione. Egli infatti

si

amici pi fervorosi del Comitato nazionale, fra

ricordiamo Giuseppe Fanelli,

amico di Bakounine; e

quali

assicurarono che uno

gli

tutti

futuro internazionalista

il

sbarco sul suolo di Napoli di emigrati politici sarebbe


stato seguito

da una insurrezione

come questa

assicurazione fosse avventata e fallace.

Tornato a Genova, Pisacane


spedizione per

Come

generale.

fiss

partenopei per

lidi

il

la

Vedremo poi

partenza della

giorno 13 giugno

Ma un
contrattempo fece rimandare di qualche giorno la partenza dei volontari; Rosolino Pilo, Teroe della rivolu1857.

vede, non aveva perduto tempo.

si

zione siciliana che doveva morire vicino a Palermo nel

1860 a capo dei picciotti insorti in aiuto di Garibaldi,

mare una barca

incaricato di portare in alto


fu sorpreso

da una tempesta,

zioso carico in acqua a poche miglia

questo fatto Enrico Cosenz


all'impresa,

si

rifiut

come aveva promesso;

armi,

di

e costretto a gettare

il

pre-

da Genova. Dopo
di prender parte

e allora Pisacane col

passaporto di quegli ritorn daccapo a Napoli per concertarsi meglio, e non far avvenire un moto fuori tempo.

Ne

dopo aver prese

ritorn,

tutte le precauzioni

aver tutto provveduto, celeremente, e stabil insieme agli

spedizione,

il

da Genova

nuovo con i volontari della


25 giugno, dieci giorni dopo aver lasciato

altri di partire

di

Napoli.

Alla vigilia della partenza,


scrisse

credere

il

il

24,

Carlo Pisacane

suo testamento politico, in cui dichiarava di


che

sociazione, sia

il
il

socialismo, nella formula libert e as-

e forse dell'Europa.

alcuna fiducia per


costituzionali,

non lontano dell'Italia


Affermava in esso di non avere

solo avvenire

il

neppure

risorgimento d'Italia nei regimi


in quello del Piemonte, che anzi

26

credeva pi dannoso

all'Italia di quello borbonico.

tava altres la superiorit

dei fatti sulle idee

Van

Le

non questi da quelle, ed il


popolo non sar libero quando sar educato, ma sar
educato quando sar libero. E da questo concetto
deriva la superiorft della propaganda coi fatti, cui
abbiamo accennato pi sopra, e la necessit della iniidee risultano dai

ziativa

fatti,

rivoluzionaria

Alcuni dicono che

Ma

ci incontestabile.
e

poniamo

il

individuale con queste parole:

la rivoluzione

caso che

il

se tutti dicessero

una

cui io sono

che

la

mia

com^pio,

gante

(i).

aspettassero

parte

dee farla

infinitesimale

sarebbe

il

paese di

ma

ho an-

da compiere, e
immediatamente

Diceva essere sua opinione che

Scerebbe riuscita,

paese senza

il

particella infinitesimale, epper

rivoluzione

la

paese;

non scoppierebbe mai; invece

la rivoluzione

il

paese composto di individui,

tutti

far nulla, la rivoluzione

deve farla

la

gi-

la spedizione

che in caso contrario disprezzava

coloro che avrebbero detto folle

il

suo tentativo, poich

nessuno farebbe nulla di ardito se prima aspettasse

rappiovazione delle maggioranze; e concludeva di


var premio solo

dalla propria coscienza, e dal

dei suoi amici e cooperatori

bene fosse venuto

(i)

all'Italia

Questo Testamcnio Politico


edizioni

infinit

di

sembra

inutile

in

Italia

ripubblicarlo

tro-

cuore

che del resto, se nessun

dal suo sacrificio, sarebbe

di

C. Pisacane ha avuto una

ed conosciutissimo.
intero.

Esso

stato

Perci

mi

inserito

in

fondo al Saggio sulla Rivoluzione (edizione citata) a pag. 266,


ed stato pubblicato, per ci che ricordo io, nella vita di Carlo
Pisacane dall'on. Felice Visconti Venosta, senatore del Regno,
in Ancona, e deWUguaglianza 5o-

e poi a cura del Lucifero


ciale in Marsala.

26

una gloria per

stata sempre

lei

aver trovata gente vo-

lenterosa d'immolarsi al suo avvenire.

Finalmente, il 25 giugno 1857, Carlo Pisacane, Giovanni Nicotera, Battistino Falcone ed altri ventidue
s'imbarcarono in Genova sul piroscafo Cagliari, diretto
in Tunisia,

tocando

Ohetichella,

come passeggeri che ndn si conoscessero


Per, appena lontani dal lido, a un segno

l'un l'altro.

convenuto
li

si

la

Sardegna; e

si

imbarcarono alla

lanciarono tutti sui marinai e sul capitano,

fecero prigionieri con la forza e

li

rinchiusero sotto

non fosse della partita,


anche qualche passeggero, e perfino un cameriere del
piroscafo. Nominato capitano uno dei loro, a 20 miglia

coperta. Si un a loro, bench

dalla spiaggia si aspettava Rosolino Pilo che doveva


anche questa volta con una barca portare un carico di
armi ai volontari. Ma sventuratamente una folta nebbia

imped a Pilo di veder

piroscafo,

il

finch s'imbatt

nella sua barca un piroscafo del governo sardo, Vlshniisa, che la cattur. I congiurati in alto mare, capit
che non v'era pi da sperare su quell'aiuto, vollero pro-

seguire lo stesso

Pisacane

Impareranno

moderati

disse

come poche anime generose sappiano

ini-

ziare grandi fatti, armati d'un

Fortuna volle per

che,

pugnale soltanto.
navigando verso Ponza,

scoprisse che nel naviglio c'era

schioppi

da

caccia

diretti

gi una cassa di 150

a un armaiuolo di Tunisi.

Figuratevi l'allegrezza dei volontari! Per tutto


gio,

da

allora,

non

si

il

viag-

fecero che fabbricar cartucce e fon-

der palle adatte a quei

fucili, che,

dettero bene di appropriarsi

come

naturalmente, cre-

diritto di guerra.

27

giorno 2^ giunsero a Ponza, isola


deirarcipelago
napoletano,
cui il governo borbonico
teneva relegati
molti condannati politici. Oggi
in un muro dell'unica
strada dell'isola si possono leggere
in una lapide alcuni nomi di quei relegati. Il
governo italiano non ha
voluto in questo esser da meno
del governo borbonico,
ed anche lui ha mandato a pi
riprese a Ponza ed in
II

altre isole del meridionale,


relegati col nome di coatti
socialisti e gli anarchici che
1
con la loro azione politica lo disturbavano.
torniamo a Pisacane ed ai suoi

Ma

amici.
Questi, giunti nella rada di
Ponza, con un'astuzia attirarono a bordo ed imprigionarono
il capitano di porte e qualcne altra autorit
del luogo pi ingenua. Quindi in quattordici scesero
a terra, assaltarono e

marono

disar-

porto doganale e la gardia dei


veterani. I
soldati
300
di fanteria che erano nell'isola
di guardia
il

non sapendo di tanta


quasi senza colpo

inferiorit di numero,

arresero

si

Pisacane impose loro la consegna delle chiavi delle prigioni,


e quindi corse a liberare tutti 1 prigionieri politici,
un migliaio circa. Uno
di questi, per ricompensa si fece
traditore dei suoi
ferire.

libe-

ratori. Si

tenuti a

chiamava De Leo. Istig


non seguire Pisacane. che

gli altri suoi


li

aveva gi

conde-

tutti in-

gaggiati, e riusc a distoglierne

da lui quasi seicento.


compagni stavano per partire

E mentre Pisacane e suoi


con oli altri quattrocento rimasti fedeli,
il De Leo sur
una barca si rec a Gaeta ad avvertire le
autorit bor1

boniche.
Intanto, nella notte,

il piroscafo Cagliari
con i rivolufaceva strada verso il continente, e vi
giunse
innanzi che il giorno sorgesse. Carlo
Pisacane ed i

zionari

suoi'

sbarcarono precisamente dove s'era convenuto


col comitato di Napoli, vicino al villaggio di
Sapri. Qui per
nessuno li aspettava; 1 soccorsi promessi
non vennero,

26
e nessuno rispose al loro appello di libert. Venuto
il
giorno, g-li abitanti in cui si imbattevano fuggivano*
spaventati, e dopo aver aspettato tutta la giornata
del
28 pernottarono a Sapri, donde partirono l'indomani in-

A mezzod del giorno 24 i volontari, che


ormai possiamo chiamare i volontari della morte, giungevano a Torraca. Niun volto amico neppur qui atternandosi.

torno a loro silenzio, paura, abbandono, fuga. Perfino


barone Callotti, che si sapeva liberale, corse dalle
1]
autorit a scagionarsi d'ogni solidariet coi rivoluzionari sbarcati a Sapri. Giunti a Padula, un altro paesetto. il

rita

30 giugno,
si

nascose,

la

cosa

si

ripet

come fossero

la

gente fugg atter-

arrivati

briganti, tanta

era l'ignoranza di quella popolazione ed


attaccamento ai Borboni.

il

loro feticcio

Intanto il governo, avvertito, spediva battaglioni su


battaglioni sui passi degli insorti, cercando di attorniarli.

Contemporaneamente

la

guardia urbana di Sapri,

di Torraca e di altri paesi dei

dintorni

si

arm con-

tro gli sbarcati dal Cagliari. Il Cagliari presto veniva

raggiunto dalle navi borboniche e catturato, e presine


i marinai e le persone rimastevi.

prigioni tutti

Abbiamo detto della guardia urbana; ma non si creda che questa fosse qualche cosa come la guardia civica o nazionale, che si istituiva durante le rivoluzioni
del 1848 nelle varie citt d'Italia. Era essa una guardia civica a rovescio, composta di tutti gli oziosi e le
canaglie de' vari luoghi, assoldati dalla polizia in ser-

Era gente brutale, manesca, analfabeta, ignorante, quasi sempre rea di delitti comuni,
attaccata ai borboni come l'ostrica allo scoglio. Circa

vizio della reazione.

21

8oo di queste guardie


urbane, insieme a
200 ffendanni

guardie e

gendarmi borbonici

P-^-^n ins a

ui

nrocuiarsi.

niuno voleva darne


rhi,,^.

;,,

cS

Mancava

Th^

loro

i^

^^

Malfar Hn

P^""*^

..

t J'T

pane ed am,,:, ^
^
venivano ad essi

'

sete sopratutto che


soffrirono fu terribile

sotfot,7:?br

''

"""","^' "P^^^- ^"^ -^'io

volta erano otto


compagnie regolari di
Cacaatori^Sr
bomci. coi^andati dal
tenente colonnello
Gh o
me
'^^^^"^

Te

dtrnH a Garibaldi.
cavanti
"t MPer giudicare dell'entit
provviso sugli

insorti.,

Pagma Napoletana

MMe

si

'.-ominiosamente

ctscL

componeva

..loTZlT^

e duecento soldati
regolar, e

principio della fine...

fucili

rima

da

tron

LZ

'^"''''" ^' ^"^ ^^'


'"^ ^"^ fi"e
ai volontari, e si
dovette

cartL^l"'^'r
carono
le cartuccie
una risoluzione

coX

bene armati,

tanti eran

poveri

il

=.&":

delle forze <.iunte alI'Jm


baster dire che

appena trecento volontari


(che
-unisoni scarsissime e con

tra

'ftS

manad

pensare

disperata. O internarsi
ancora nei monti,
o morire battendosi
alla meglio fino all'ultimo.
Carlo
Pisacane era del secondo
parere, ma Nicotera lo
dissuase, persuadendolo
invece a battere in ritirata
e ripiegare con gli altri verso
il Cilento. Cos
cominci la
dolorosa ritirata
il
Calvario! Nell'attraversare Pa-

dula

il

volgo

si

scagli contro di loro, assalendoli di

gettando sul loro capo pietre e masserizie dalle finestre, uccidendone alcuni, altri facendone
prigionieri, e assassinando anche cinque di questi. Il
manipolo di generosi, assottigliato gi nei precedenti
fianco, a tergo,

anche di pi; erano rimasti


96 da 400, attorno a Pisacane, Nicotera e Falcone.

scontri, si assottigli cos

in

Percorsero insieme,

internandosi ancora,

la pianura,

e giunsero alle falde delle

montagne di Buonabitacolo.
Ahi! che non fu abitacolo buono per quei generosi!
Stanchi, digiuni, assetati, tutti negavano loro asilo, acqua, pane. Smarriti, non sapevano ove andare e solo
un pastore si offerse loro di guidarli verso il villaggio
:

Sanza. Credete voi che vi andassero per ottenerne


ristoro materiale? No! Ancora la speranza di far indi

sorgere quelle terre non era spenta in loro, e di nuovo


baldanzosi, bench pochi e disarmati, entrarono il 2
luglio nel villaggio di

Pisacane alla

lo

Vltalia! Viva la

doveva loro

Sanza a bandiere spiegate, Cargridando a gran voce: Viva


libert! Ma miglior sorte neppur qui
testa,

toccare.

popolaccio del luogo, mentre gli altri si nascondevano, tutt'altro che seguirli, si scagli pur esso furiIl

bondo contro gli sventurati. Si armarono in un batter


d'occhio di scuri, di forche, di falci e di bastoni, e li
rincorsero fuori del villaggio, guidati dai preti
e dai
frati
e pi furenti di tutti eran le donne
;

L'ultima carneficina cos cominci. Alcuni degli ex


relegati di Ponza si dispersero, cercando
di sfuggire
all'eccidio correndo via per la campagna e per i
monti.

Non

rimasero che in dodici attorno a Pisacane, NicoLa strage continu su loro. Falcone

tera e Falcone.

presto cadde in un lago di sangue, e 'Carlo


Pisacane,

da ogni parte, gi ferito, fu mortalmente


da un fendente di scure, e tutti gli altri villani

circondato
colpito

gH^^Jandarono sopra
Cosi l'eroe

fini la

finendolo a colpi di
forche e

sua vita gloriosa e


laboriosa spesa

-**

Che cosa avvenne poi?


Giovanni Nicotera

raccogliere e trascinar
v.a

.1

quando

cadavere dx

stava

r^.

Jaca^e

palla ,o feri alla


destra ed altr. co
pfdi'
scure io stramazzarono
a terra Fo-i f ^

in^e.e a,H

a.tr. e trascinato

""
"h? u^oLT'"'
f
'.\?."'"-"'''

t^aUdo^r^l^S'
^^"" P^-- =^ Salerno
^ "-'te le condanne pi

teroa.
feroci Ciov
Giovanni Nicotera si
port valentemente
in quel
processo; con l'astuzia
salv dalla condanna
i po^^iTh

infatti furono assolti,


ed al Procuratore
fiscaLet
tacco di mentitore,
ricaccio in gola
l'insulto scaranven

^"""^"^^^^^^^ -"tegno fiero del Nicotert'Toicr "'"'''""


'^^ "'*' ^""i pi" tardi, liberato dalla
d'i prigionia
perpetua nel fosso di
Favi-^nanl
' '^'"^- ^ ^--to al

;Xe

a capo
UoTell-IM'"""
dell Italia una,
raia

rr^^' t

t":r :

cambi siffattamente di
pensiero
""^^"^^^ ^ ""^ commissior;;;!
'"'""" ^""^
-d ' fanciulli

^--

def lavoratori, durante


dei
la manifestazione

Maggio. Indegno davvero


quel giorno
dottata ed ospitata in
sua casa

si

del

Primo

rese d'av

a-

la figlia del socTal sta

gmngere

influenza pervertitrice
e corruttrice del poterei

La compagna

tempo

di Carlo Pisacane mor qualche

primo che and, bene ricord4rlo, ad annunziarle che il padre della figlia sua era
stato ucciso, fu un giudice del governo sardo, recatosi

dopo

del suo amico.

Il

casa insieme al vice console del governo borbonico al quale, con atto di poliziesca deferenza, fu fatta prender visione di tutte le carte rimaste

a perquisirne

la

in casa del Pisacane.

verit stoiica vuol che

si

dica

che chi quel giorno tratt pi gentihnente e umanamente


la vedova desolata, e la confort di buone parole, fu
intercessione del quai! funzionario borbonico; per sola
le,

anzi,

il

villano giudice sardo non sfratt in

del governo piemontese dalla casa dellerce

pagna

la

nome

sua com-

e la figlia.

tempi ka voluto che il desiderio di


si sia avverato, che il risorgimento
non
Pisacane
Carlo
d'Italia non sia avvenuto com'ei voleva. Pensi la generazione che sorge a realizzare del l'eroe di Sapri l'altro

Or

l'iniquit dei

non lontano, per gli uopatrie, un avvenire di vero

ideale, quello che preconizzava

mini

affratellati di tutte le

beneserc e di integrale libert.


I.uiGi Fabbri.

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