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Cerchiamo di proteggerci dalla vita dividendoci in due (Alan W.

Watts)
C' semplicemente l'esperienza. Non c' qualcosa o qualcuno che
sperimenti l'esperienza! Non sentiamo sentimenti n pensiamo pensieri,
n percepiamo percezioni pi di quanto non udiamo l'udito, vediamo la
vista, odoriamo l'odorato. Mi sento bene, significa che presente una
sensazione di benessere. Non significa che c' una cosa chiamata 'Io' e
un'altra cosa separata chiamata sensazione, per cui, se le mettiamo
insieme, questo 'Io' sente il senso di benessere. Non vi sono altre
sensazioni che le sensazioni presenti, e qualsiasi sensazione presente
l' 'Io'. Nessuno ha mai trovato un 'Io' separato da qualche esperienza
presente, o qualche esperienza separata da un 'Io' - il che significa
semplicemente che 'Io' ed esperienza sono la stessa cosa. [...]
Ogni 'Io' separato che pensi i pensieri e sperimenti le esperienze
un'illusione. Capirlo capire che la vita assolutamente momentanea,
che non c' n permanenza n sicurezza, che non c' alcun 'Io' che
possa essere protetto. [...]
Il vero motivo per cui la vita umana pu essere cos totalmente
esasperante e frustrante non l'esistenza di fatti chiamati morte,
dolore, paura o fame. La cosa pazzesca che, quando questi fatti sono
presenti, noi ci giriamo intorno, ci agitiamo, ci dimeniamo, corriamo via,
tentando di sottrarre l' 'Io' all'esperienza. [...] Cerchiamo di
proteggerci dalla vita dividendoci in due. La salute mentale, l'interezza
e l'integrazione risiedono nella comprensione che non siamo divisi, che
l'uomo e la sua esperienza presente sono una cosa sola, e che
impossibile trovare un 'Io' o una psiche separati.
Sino a quando continuer a pensare d'essere separato dalla mia
esperienza vi sar confusione e scompiglio. [...] Per capire questo
istante non devo cercare di separarmene [...]. E ci [...] non
qualcosa che dovrei fare. In realt la sola cosa che posso fare.
Qualsiasi altra cosa la follia di tentare l'impossibile.
Per capire la musica dobbiamo ascoltarla. Ma finch pensiamo: Io sto
ascoltando questa musica non la sentiamo. Per capire la gioia o la
paura dobbiamo esserne consapevoli in modo totale e indiviso. Finch
le diamo un nome e diciamo: Sono felice, oppure: Ho paura, non ne
siamo coscienti. Paura, dolore, afflizione, noia restano problemi se non
li capiamo, ma il capirli richiede una psiche semplice e indivisa.
certamente questo il significato dello strano detto: Se il tuo occhio
semplice anche tutto il tuo corpo illuminato. [...]

Essere consapevoli della realt, del presente che vissuto, significa


scoprire che in ogni istante l'esperienza tutto. Non c' nient'altro
oltre a essa [...].
Anche nei pi evidenti momenti di autocoscienza, il 's' di cui siamo
consci sempre un qualche particolare sentimento o sensazione: di
tensione muscolare, caldo o freddo, dolore o irritazione, respiro o
sangue che pulsa. [...]
Nei periodi di felicit o piacere, di solito siamo abbastanza pronti a
prendere coscienza dell'istante e a lasciare che l'esperienza sia tutto.
In questi momenti 'dimentichiamo noi stessi' e la mente non compie
alcun tentativo di dividersi da se stessa, di separarsi dall'esperienza.
Ma con l'arrivo del dolore, fisico o emotivo, effettivo o previsto, ha
inizio la frattura e il cerchio si allarga sempre pi.
Non appena diventa chiaro che l' 'Io' non pu assolutamente sfuggire
alla realt del presente, perch l' 'Io' non nient'altro che ci che
conosco ora, questo scompiglio interno deve cessare.

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