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Musica per la tristezza Mente e psiche - Blog - Le Scienze

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MENTE E PSICHE
di Daniela Ovadia
Musica per la tristezza
13
gennaio
2011

Esiste la musica della tristezza? E che musica ascoltate, voi, quando siete tristi?
Per molto tempo gli psicologi della percezione si sono concentrati soprattutto sugli aspetti
uditivi della musica, poi hanno tentato di mettere in relazione emozioni e strutture musicali,
arrivando alla ben nota conclusione per cui il modo minore (e in particolare lintervallo di
terza minore) sarebbe quello della tristezza mentre il modo maggiore trasmetterebbe gioia:
una certezza in parte smentita con esperimenti effettuati su persone esposte a culture
musicali diverse da quella Occidentale, ma che alle nostre latitudini sembra funzionare.
Questestate un gruppo di ricercatori della Tufts University lo ha ulteriormente confermato
con un esperimento molto carino che dimostra come gli attori, nel pronunciare frasi con un
tono triste, tendono a eseguire intervalli di terza minore (i pi tristi di tutti). Lo studio
uscito su Emotion e qui potete sentire le registrazioni degli attori.

Ora un ricercatore dellUniversit della Florida, ma di origini coreane, Jiyoun Kim, ha


cercato di capire quale musica scelgono le persone tristi e se esiste una relazione con il
loro stato danimo.
Per fare questo ha selezionato alcuni brani americani e altri coreani, li ha fatti classificare
in base al mood che ispirano agli ascoltatori (brani tristi e brani allegri) e li ha fatti
ascoltare a un gruppo di persone felici e a uno di persone tristi.
Ambedue i gruppi mostrano una lieve predilezione per la musica triste (effetto che il
ricercatore spiega in base alla capacit della musica triste di evocare emozioni pi

13/08/2014 13:40

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intense rispetto a quella felice), ma la novit che pare che le persone tristi scelgano la
musica soprattutto in base alla familiarit. In pratica, anche quando la vita non ci sorride,
preferiamo unallegra canzonetta che ci evoca dei ricordi piuttosto che un brano adeguato
al nostro umore ma del tutto avulso dal nostro paesaggio sonoro interiore, come potrebbe
essere un brano coreano.
I risultati del suo studio sono stati pubblicati ieri su un numero curioso dellInternational
Journal of Arts and Technology, interamente dedicato al tema del rapporto tra arte,
intrattenimento ed emozioni.
Lo studio di Kim non particolarmente originale, ma interessante perch conferma
indirettamente altre ricerche recenti, alcune delle quali effettuate con laiuto del
neuroimaging, e che dimostrano la potenza della musica nellevocare emozioni. Una
potenza in molti casi superiore a quella della parola scritta o alle arti visive e che viene
usata anche in alcune forme di psicoterapia.
Inoltre lo studio di Kim mi ha fatto venire in mente altri esperimenti molto semplici e pi
volte replicati (ne trovate uno descritto qui): se prendete una sala piena di persone, fate
loro ascoltare dei brani musicali e chiedete loro di segnare su un foglio che tipo di
emozione intende trasmettere il compositore, avrete un risultato molto congruente, con
attribuzioni comuni intorno al 90 per cento dei casi. Se per chiedete alle stesse persone
di indicare che emozione suscita in loro lascolto di una determinata musica, avrete
risultati di poco superiori alla casualit (cio non detto che una musica triste evochi
tristezza).
Per quel che mi riguarda, il mood di una musica non dipende solo dalla tonalit, ma anche
da altri elementi, come il ritmo. Da qualche parte ho letto un esempio nel quale mi
riconosco appieno, ed quello della notissima melodia ebraica Hava Naghila (qui cantata
in una curiosa versione franco-ebraica nientemeno che da Dalida!) che minore che pi
minore non si pu ma in me evoca feste, matrimoni e danze sfrenate. Inoltre ho una
predilezione per la musica vocale, e non riesco a prescindere dal significato delle parole.
Quando sono triste ascolto soprattutto jazz o cantautori, a volte rock (perch c della
rabbia in quasi tutti i momenti di tristezza) e molta, moltissima musica barocca.
Il brano musicale pi triste che io conosca questo, ma se la gioca con questaltro che
di tuttaltro genere (e con altre tonalit), a dimostrazione del fatto che i nostri cervelli, in
fatto di arte ed emozioni, hanno gusti piuttosto eclettici.
Tag: emozioni, Musica
Scritto in Depressione, Felicit, Musica, Percezione | 45 Commenti

45 COMMENTI

Claudio 13 gennaio 2011 alle 02:27


Articolo veramente interessante!
Far qualche esperimento con gli amici di redazione e poi li sottopongo alla nostra
Luigina
Intanto segnalo io trovo le sonorit della voce di Jeff Buckley a un livello ancora
superiore a quello di tristezza, che definirei struggente:
Come nel brano Lilac Wine (una canzone di James Shelton degli anni 50 da lui
reinterpretata negli anni 90)
http://www.youtube.com/watch?v=6DqZAXQqoag
Leffetto che mi provoca proprio quello descritto nel post: capace di evocare in
me emozioni pi intense rispetto a musiche pi felici.

rico 13 gennaio 2011 alle 07:08


Per mia esperienza (e non solo) i ricordi sono evocati pi dagli ODORI che dalla
musica. Quante volte, passando davanti una pizzeria, panetteria, macelleria o
alimentari, ci arriva un flashback dal nostro passato?
La musica scatena emozioni, ma, di solito, non cos legate al passato.

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donMo 13 gennaio 2011 alle 09:35


Interessante davvero. Personalmente creedo di essere la smentita vivente del primo
esperimento che citi. Quando sono triste, infatti, ascolto musica che induce ancor
pi tristezza o malinconia (Guccini in primis, Canzone di notte va benissimo, per
dire) mentre quando sono allegro mi piace ascoltare musica barocca. Strana
davvero la mente.

Daniela Ovadia 13 gennaio 2011 alle 14:13


@Claudio: che bella canzone! Ma in questo caso i imputo parte dellemozione
trasmessa anche al testo.
@rico: in effetti, dal punto di vista cognitivo, ricordo ed emozione sono due
prodotti diversi, che coinvolgono circuiti diversi. Un ricordo trascina unemozione (o
viceversa, anche se pi raro), e c unampia letteratuira sulla differenza, in termini
cognitivi, tra unemozione presente e il ricordo di unemozione.
@donMo: Guccini bellissimo, ma s, depressogeno. Forse perch lo associo
alladolescenza
Invece il barocco lo ascolto quando sono triste per leffetto ansiolitico. Ci ho
pensato spesso, credo che dipenda da un aspetto che tutti coloro che lo amano
conoscono bene: la regolarit delle forme. C nella musica barocca una bellezza
formale che riposa la mente. Quando inzia una frase musicale posso intuirne in
anticipo levoluzione e la cadenza. E c spesso una corrispondenza tra forma
musicale, contenuto testuale ed emozione (i famosi affetti). Pu sembrare poco
creativo, ma non cos, perch la creazione sta proprio nel saper comunicare
emozioni allinterno di unapparente rigidit formale. Inoltre quando c la sorpresa,
allora s che davvero intensa (come in certe opere di Bach). Trovo ci sia una
grande analogia tra la musica barocca e la matematica, riflettono ambedue un
mondo ordinato da regole precise in cui brillano per tesori nascosti di fantasia
(pensate allimprevedibilit dei numeri primi). Tutto questo agisce sulla mente
(almeno sulla mia!) come un balsamo.

Mammifero Bipede 13 gennaio 2011 alle 15:15


Ci sono diversi livelli di lettura nellassociare musica ed emozioni.
Per cominciare c la base armonica della progressione degli accordi: laccordo in
chiave maggiore perfettamente intonato (e da unidea di giustezza), il minore un
po meno (e suggerisce che non tutto vada per il meglio), gli accordi diminuiti
sono ancora pi dissonanti (infatti si usano spesso nelle colonne sonore per
suggerire tensione e paura).
Poi ci sono le linee melodiche, salti di un tono o pi danno unidea di allegria, salti di
un semitono (soprattutto se ripetuti) danno un senso di fatica, di immobilit.
Poi, ancora, c il ritmo. Un ritmo veloce non si associa allidea di tristezza (quando
si tristi non si ha voglia di far nulla e ci si muove il meno possibile).
Arva Naghila ha una base armonica in chiave minore, ma i salti tonali della melodia
ed il ritmo suggeriscono allegria (unallegria non tronfia, in chiave minore, non siamo
dalle parti dellinno alla gioia di Beethoven)

nonsologrigio 13 gennaio 2011 alle 17:20


Interessante lo studio.
Credo comunque che alcune musiche (ma solo fra quelle che conosciamo), possano
darci tristezza od allegria esclusivamente in quanto abbinabili a specifici ricordi.
Se per musica, intendiamo anche il cantato, allora molto dipende dal testo, dalla
sequenza delle parole: non vi mai capitato che vi si drizzino i peli dalla pelle o
avvertire brividi?
Io posso dire di aver avuto queste emozioni cutanee anche con musiche mai
ascoltate, ma sempre e solo abbinate a testo in italiano: credo che possa essere
stata la particolare combinazione musica-parole.
Fabio

donMo 13 gennaio 2011 alle 18:07


@Daniela, molto bella questa tua analisi della bellezza della musica barocca, ora ho
compreso un po di pi perch mi piace. In effetti io sono per natura abbastanza
razionale ma con dei lampi e guizzi di imprevedibilit.
Resta il mistero gucciniano: in effetti musica alquanto depressogena, quindi
perch mai uno dovrebbe ascoltarla quando gi depresso di suo? Ci vorrebbe un
analista di quelli bravi

13/08/2014 13:40

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Francesco 13 gennaio 2011 alle 18:32


Io non capisco tutti questi studi scientifici che senso hanno.
La musica non un fenomeno psichico ed emotivo che prescinde dal contesto
ambientale, storico e soprattutto culturale.
E mi sembrano ridicoli tutti questi test che tentano di trovare una spiegazione
universale a un fenomeno, la relazione fra la musica e le emozioni che essa suscita,
che frutto di un incontro piuttosto caotico e imprevedibile fra lesperienza
soggettiva e mille altri fattori sopratutto culturali.
In fondo il tuo stesso articolo lo testimonia, riportando studi che si contraddicono fra
di loro e addirittura molte tue esperienze personali apparentemente anchesse
contraddittorie.
Quanto al barocco io credo semplicemente che in quellepoca la musica, come del
resto le altre arti, riuscisse molto di pi ad aderire alla vita di quanto non possa fare
adesso.
In poche parole, i compositori non avevano timori nellesprimere, allinterno dei
codici espressivi della loro epoca, tutta la gamma dei sentimenti umani.
Se ora ci poniamo questi problemi invece, a mio parere, perch siamo in fondo
tutti terrorizzati dalla tristezza che si trasformata in un cupo annuncio di patologie
ben pi gravi e che pensiamo tutti possano distruggerci la vita.
In altri secoli invece, e in altre culture pre-moderne o pre-tecnologiche che dir si
voglia, gli uomini sapevano di potersi cullare nelle terze minori senza paura, come
pure senza paura si poteva accarezzare un animale, attraversare un bosco,
starsene sotto a un temporale, persino avvicinarsi gli uni agli altri e in taluni casi,
purtroppo, persino morire sul campo di battaglia.

hector 13 gennaio 2011 alle 18:41


Gi in passato , nel mondo della musica modale , si era notato che a differenti stati
danimo o psicologici si accompagnavano diffenti modi . Anche la musica indiana dei
raga segue detti binari ed in pi li sviluppa su determinati periodi del giorno . Le
tonalit ( ovviamente nel sistema tonale ) in minore hanno un differente impatto sulle
nostre emozioni rispetto a quelle in maggiore . Ma anche nelle stesse scale ( sia di
magg. che min. ) limpatto notevolmente differente . Si confrontino brani di similare
impostazione in RE- ( tonalit elegiaca per eccellenza ) con analoghi in DO- (
tonalit con meno propensione allelegia ) . Ovviamente in un brano musicale vi il
connubio fra tonalit , ritmo e ductus melodico . Alla fine per mi sorge un sospetto
: le persone non scelgono di ascoltare preferibilmente ci che consono alla loro
sensibilit ? Un po come coloro che leggono preferentemente giornali della propria
connotazione politica . Si specchiano in ci che credono e conseguentemente li
rassicuri nei propri sentimenti .

Daniela Ovadia 13 gennaio 2011 alle 18:57


@Francesco: che piacere risentirti! Sai, le cose che dici sono quelle su cui discuto
sempre con tutti i musicisti. Perch fanno ricerche cos sulla musica? Perch per
uno studioso di scienze cognitive, ogni prodotto umano il risultrato dellinterazione
tra lambiente (quella che tu chiami cultura e societ) e il nostro cervello, che
lhardware che ci permette di creare tutto, anche la musica. Ed anche lhardware
che genera le emozioni, a meno che non si voglia credere in una dicotomia tra
mente e anima (legittimo ma poco scientifico).
Quindi perch la musica ha assunto certe forme? Perch certi suoni sono musica e
altri solo suono, o addirittura cacofonia? Cosa c nel nostro cervello che ha portato
alla genesi di detrminate strutture? Guarda lesperimento con gli attori di cui parlo
nel post: si pu pensare che per recitare la tristezza generino intervalli di terza
minore perch usano inconsapevolmente un prodotto della cultura che ha un
preciso significato. Oppure, viceversa, possiamo pensare che sia stato il linguaggio
(di cui la prosodia e la tonalit sono propriet neurologiche, tant che ci sono
persone che perdono queste abilit in modo selettivo) che ha generato lemozione
che la maggior parte della gente associa alle terze minori. Certo, capisco che per
un musicista come te ha poca importanza sapere se ci che crea determinato
dalla propria natura biologica o dalla cultura in cui cresciuto, ma questo invece
ci che vorrebbero scoprire i neuroscienziati, attraverso ricerche che al momento
danno risultati talvolta parziali e talvolta contraddittori.
Quanto a quello che dici sulla paura della tristezza nel mondo moderno, non potrei
essere pi daccordo.

Daniela Ovadia 13 gennaio 2011 alle 19:01


@hector: s, questo quel che dice lo studio di Kim. Per non cos scontato.
Molti musicoterapeuti, per esempio, utilizzano categorie pi generali per indurre

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determinate emozioni nei pazienti. Se queste categorie non sono valide, utile
saperlo.

Francesco 13 gennaio 2011 alle 20:27


Mah, continuo a pensare questi esperimenti stupidi e inutili.
La musica un linguaggio e pure piuttosto complesso.
Ed un linguaggio sorto per esprimere ci che ineffabile.
Secondo me ha molto pi a che fare con la religione o la psicoanalisi e
lantropologia.
Io piuttosto, se gi non lhanno fatto da qualche parte, metterei insieme un pool
composto di musicologi, etnomusicologi, psicoanalisti, sociologi e antropologi
appunto che studiassero i meccanismi della percezione e fruizione musicale.
Probabilmente anche loro non verrebbero a capo di nulla se non del fatto che tutto
soggettivo.
Per almeno ci sarebbe qualche dato in pi per orientare i contributi pubblici per la
musica e ripensare molti percorsi educativi.
Senza lasciare tutto, cos come ora, nelle mani delle solite leggi ineluttabili del
mercato o di qualche accademico completamente scollegato dalla realt.
Per la cronaca comunque lintervallo di terza minore ascendente, che nello studio
con le voci degli attori anche associato alla tristezza, quello con cui inizia il
celebre grido da stadio: al-o-o.
che sarebbe dunque per loro: tristezza (al=terza minore ascendente) seguita da
piacevolezza (o-o=quarta giusta discendente).
e diciamolo: triste bello!

Daniela Ovadia 14 gennaio 2011 alle 21:54


la settimana delle sperimentazioni sulla musica
Questo un articolo uscito or ora sul NYT su uno studio che sar pubblicato domani
su Nature Neuroscience
http://www.latimes.com/health/boostershots/la-heb-music-dopamine20110109,0,5591381.story
In breve, lascolto di una musica che ci piace attiva le aree dopaminergiche del
cervello, quelle collegate ai meccanismi di compenso e rinforzo materiale (di solito
attivate quando si ha fame e si mangia, o si investono soldi e si guadagna). Come
dice in chiusura larticolo, non sar la prova che senza musica non si pu vivere ma
certamente spiega perch la musica cos importante per luomo.

Daniela Ovadia 14 gennaio 2011 alle 21:54


Ops, era il Los Angeles Times, ma fa lo stesso

Claudio Romeo 15 gennaio 2011 alle 01:43


Da profanissimo sia di musica sia di neuroscienze, vorrei solo raccontare che un
tempo, quando lo scadere della data di consegna si misurava ormai in ore, io e il
mio socio, ormai stremati da notti insonni davanti al computer e dalla crisi di
astinenza da nicotina (perch le sigarette finivano regolarmente alle 4.00 del
mattino, quando lunico distributore automatico era rotto), arrivavamo
inevitabilmente al punto di rottura. Allora ci guardavamo negli occhi, ci dicevamo che
la vita una merda e decidevamo di farci del male: ascoltavamo Guccini. In
sequenza: Il pensionato, Canzone per unamica, Auschwitz e, per finire in bellezza,
Venezia (Stefania era bella, Stefania non stava mai male, morta di parto
gridando in un letto sudato d un grande ospedale).
A questo punto, la vita riprendeva il sopravvento: scoppiavamo a ridere, mettevamo
su musica allegra e tiravamo la volata per finire il lavoro.
Un post un po fuori tema: chiedo scusa a tutti. Ma larticolo stato stimolante.

Danilo 15 gennaio 2011 alle 10:35


A proposito di Guccini, anche Avvelenata non sarebbe stata male (Ovvio, il
medico dice sei depresso, nemmeno dentro al cesso possiedo un mio momento)
E a proposito dei referendum, visto il significato cruciale che gli si attribuisce e visto
che ormai il nostro cervello e ormai abbastanza lavato (che bello il lavaggio del
cervello) tanto che ci vogliono tutti liberi di fare quello che vuole chi ci comanda
(imprenditori, politici, sindacalisti, religiosi,), avanti di questo passo il 50%+1
decidera per tutti se Chopin e Mozart vanno ancora ascoltati oppure no.

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Emma 16 gennaio 2011 alle 07:56


Mi pare che in tanti modi si stia affermando che la musica induce uno stato mentale
connotato dallemotivit. Sapete cosa dice in merito la neuropsicologia? Si pu
curare, con fondamento, il dolore mentale con la musica?

Pericoti 16 gennaio 2011 alle 10:56


In altri secoli invece, e in altre culture pre-moderne o pre-tecnologiche che dir si
voglia, gli uomini sapevano di potersi cullare nelle terze minori senza paura, come
pure senza paura si poteva accarezzare un animale, attraversare un bosco,
starsene sotto a un temporale, persino avvicinarsi gli uni agli altri e in taluni casi,
purtroppo, persino morire sul campo di battaglia.
Penso che a quei tempi, la maggior parte degli uomini, vivessero la vita con un
approccio differente dal nostro, a causa dellignoranza. Unignoranza che creava in
loro un senso di impotenza e di completa rassegnazione, rispetto a tutte le disgrazie
che uno deve subire dalla vita.
Luomo vive in una sua realt virtuale e le persone si creavano una realt virtuale
nella quale le superstizioni religiose erano predominanti. Mia nonna visse una vita
certamente non invidiabile: vedova con un figlio dopo due anni di matrimonio, marito
ucciso in guerra, miseria fin quasi alla fine della sua vita. Eppure non lho mai vista
arrabbiata o eccessivamente triste, pensava solo alla vita dopo la morte, non aveva
dubbi: quello che diceva il prete era la Verit. So anche la musica che ascoltava,
era una sola, la musica sacra della chiesa del paese, non capiva niente perch in
latino, ma credo che quella melodia, ieratica e solenne, le portasse conforto. Pu
darsi che non potendo scegliere la nostra vita, quella situazione sia stata la meno
stressante. Io per preferisco la vita moderna, con la possibilit di informazione
attuale e pertanto con la possibilit di formarsi un giudizio personale su tutto.
Per quanto riguarda la musica non c soltanto lascolto, ma anche il fare musica
come suonare uno strumento, e mi sono accorto che quando sono gi, il che, alla
mia et, succede spesso, preferisco suonare o comporre musica in re minore,
mentre quando raramente sono euforico, preferisco la musica in sol maggiore. Mia
nipote sta studiando musica terapeutica, non so esattamente cosa comporti, anche
perch i giovani tendono a parlare poco con gli anziani, forse li giudicano, magari a
ragione, un po rimbambiti, ma credo che la musica abbia un effetto molto intenso
sul nostro cervello.

IMHO 17 gennaio 2011 alle 18:05


Finalmente ho qualcosa da dire e ho poco tempo. Vedo di stringere e scrivere
ora, altrimenti poi me ne dimentico.
Mi viene in mente il Semper Dowland semper dolens. John Dowland ce lha messa
tutta per intristire.
Di passaggio mi viene in mente Eleanor Rigby, ma forse il testo a contribuire alla
tristezza.
Invece c una canzone che mi getta nella disperazione, ma legata al ricordo di
una relazione di un po di tempo fa. Si tratta di Nancy, pi nella versione di De
Andr che in quella del suo autore. Leonard Cohen.
Le conoscete queste melodie?

silvia 17 gennaio 2011 alle 18:14


Avevo molto sentito parlare di Gloomy Sunday come la canzone del suicidio di cui
esistono versioni cantate da molti artisti, chiss se davvero particolare
musicalmente o solo banalmente triste

IMHO 18 gennaio 2011 alle 18:03


http://www.youtube.com/watch?v=5N23uwhNdac
E il quarto dei Kindertotenlieder di Gustav Mahler. Kathleen Ferrier sa trasmettere
la giusta dose di tristezza anche a chi non capisce il tedesco (io per esempio).
Se poi leggiamo il testo tradotto (lho trovato in rete) e pensiamo che si tratta di
canti scritti per la morte dei bambini di Malher leffetto straziante. Almeno per chi
ha dei figli.
____
IV SPESSO PENSO

13/08/2014 13:40

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Io spesso penso: sono solo usciti,


presto saranno di ritorno a casa!
Il giorno bello. No, non angosciarti,
fanno solamente una lunga passeggiata.
Ma s: sono semplicemente usciti,
ora, vedrai, ritorneranno a casa.
Non angosciarti, la giornata bella!
fanno due passi, l, su quelle alture!
S, sono usciti un po prima di noi,
e non faranno pi ritorno a casa!
Su quelle alture li raggiungeremo,
in pieno sole! La giornata bella
su quelle alture.

dioniso 19 gennaio 2011 alle 16:47


Molto interessante.
Un altro controesempio che si pu citare Che far senza euridice. in Do
maggiore, ma tuttaltro che allegro.
http://www.youtube.com/watch?v=0bUAM0ER-Dw

dioniso 19 gennaio 2011 alle 16:56


e per quanto riguarda la tristezza, che ne dite di By This River di Brian Eno?
http://www.youtube.com/watch?v=w2WURHY3D4A

hector 19 gennaio 2011 alle 21:28


Anche il Rigoletto in DO+ ( parole del maestro Muti ma non ho visto gli spatiti e
poi del melodramma mi sono sempre disinteressato ) e di allegro non c molto .
Pericoti allora siamo in due a divertirci suonando e componendo . Divertirsi per
me anche trasformare i propri sentimenti in suoni .

Daniela Ovadia 20 gennaio 2011 alle 12:42


@dioniso, in By this river mi viene da notare anche la discesa cromatica sulle parole
down down down. Perfetta concordanza di melodia e parole nel pi puro spirito
barocco

Pericoti 20 gennaio 2011 alle 16:14


@hector
Credo che Rigoletto sia il capolavoro assoluto di Verdi. Non sapevo che fosse in Do
maggiore, non ho mai visto gli spartiti e non saprei neanche cosa farmene, visto che
gli spartiti sui quali strimpello la mia musica, sono a livello amatoriale.
Del resto, se il Maestro ha scelto quella tonalit, quella giusta. Penso che il Do
magg. sia abbastanza neutro, si pu passare dal solenne al dimesso, cambiando
alcuni parametri come il ritmo e il timbro, sia degli strumenti che delle voci.
Quando ho finito di ascoltare il Rigoletto, non posso dire di essere triste o euforico
ma sonoappagato: non essendo uno scrittore, non trovo le parole per descrivere
quella sensazione.
Se il dramma fosse solamente recitato, o fosse soltanto suonato, le sensazioni e le
passioni sarebbero alquanto dimesse, lunione del testo e della musica aumenta
esponenzialmente il colore e la vivacit delle emozioni. Lopera uno spettacolo
completo, un universo di vita, di personaggi e di passioni. Naturalmente
ambientata in un quaddro poco probabile: un poveraccio, ricco di sensibilit e
amore, che, causa la sua deformit obbligato a fare il pagliaccio per un ricco
potente, fatuo, pieno di boria e con una condotta etica spregevole.
Ogni personaggio caratterizzato da una o pi arie. Questa o quella per il Duca,
un potente che pensa che il potere e la ricchezza siano esclusivamente privilegi e
diano il diritto a soddisfare qualsiasi capriccio, fra cui quello di poter prendere tutte
le donne che desidera. Pari siamo Rigoletto si sente uno scellerato o un
innamorato con Non parlare al misero, si sente poi oppresso e impotente con
Cortigiani vil razza dannata, come tutti gli oppressi non pu niente contro il
padrone che basa la sua forza su una classe privilegiata, i cortigiani, la sua rabbia
pu solo trasformarsi in disprezzo.
Gilda, che canta Gualtier Mald, la persona, ce ne sono anche nella vita reale ed
normalmente donna, che quando si innamora ama in modo assoluto, fino a
rinunciare alla vita per salvare quella dellamato, anche se lamato un delinquente.

13/08/2014 13:40

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Lopera, non essendo comica, finisce con il dramma, per lamore di Gilda trionfa
sulla giusta vendetta del padre, il quale vuole vendicare non gi lonore della figlia,
che era consenziente quando fece lamore col duca, ma il suo onore duomo,
sensibile e sfortunato, usato come trastullo da un uomo ignobile.
Penso che lopera classica sia troppo complessa per classificarla con una sola
emozione.

IMHO 20 gennaio 2011 alle 18:44


Qui troviamo in rete lo spartito del Rigoletto.
http://www.dlib.indiana.edu/variations/scores/bhr8278/large/index.html
Mi pareva strano, infatti, che unopera lirica che una composizione di una certa
complessit e che deve prevedere pezzi e arie per pi interpreti fosse tutta di una
sola tonalit.
Intanto il preludio ha tre bemolle in chiave di violino (La Si Mi) e questa una
tonalit di Do minore ( o di Mi bem. maggiore).
Gi la seconda pagina della partitura ha quattro bemolle in chiave (Fa min o La
bem. magg.). Lo stesso vale per Questa o quella per me pari sono.
Saltando al terzo atto, La donna mobile ha cinque diesis (Si magg o Sol # min).
A pag. 181 dello spartito troviamo che Bel-la attacca con quattro diesis (Mi magg
o Do # min) e fi-gli del-la mo re gi con cinque bemolle in chiave (Re bem
magg o Si bem min).
Quindi lascierei lanalisi del Rigoletto a un ppassionato del melodramma con
conoscenze musicali adeguate e interesse per la psicologia.

Pericoti 20 gennaio 2011 alle 20:11


@IMHO
Quindi lascierei lanalisi del Rigoletto a un ppassionato del melodramma con
conoscenze musicali adeguate e interesse per la psicologia.
Sono solo parzialmente daccordo con questa affermazione: per lanalisi degli spartiti
indispensabile un musicista, ma per affermare se unopera darte piace o che
emozione suscita, non serve uno psicologo. E pregio dellopera darte essere alla
portata di tutti ed ci che la distingue dalla Scienza. Non serve essere pittore per
decidere se un quadro mi piace o no.
Anche se una persona mi dicesse che il Rigoletto non gli piace, che suscita in lui
solo noia e fastidio, non mi meraviglierei, non penserei ad una persona insensibile,
non amante della musica, ma ad una persona con una sensibilit musicale diversa
dalla mia.
Ti ringrazio per il link allo spartito del Rigoletto, io non sarei mai stato capace di
trovarlo.

IMHO 20 gennaio 2011 alle 20:29


@Pericoti
Certo! Hai ragione. Io intendevo lanalisi del Rigoletto in relazione allargomento del
post: musica tristezza tonalit minore.

dioniso 20 gennaio 2011 alle 23:48


@Daniela, s vero. Non mi ero mai messo a considerare le note di By This River.
Lho appena fatto mettendomi alla tastiera e pare che siano:
fa mib re, fa mib re mib re, fa mib re, re fa mib re mib re do sib do
re do sib,
sib la sib la sib sol
Quindi la discesa c ma non cromatica: sono toni interi.
Poi se si considera pure la melodia che accompagna la voce mi pare proprio che il
pezzo sia in si bemolle maggiore. Non lavrei mai detto. Vi prego, smentitemi!
@IMHO, ho dato uno sguardo allo spartito e il preludio mi pare proprio che sia in do
minore. Poi con lentrata del tenore in scena passa al la b maggiore.

yopenzo 22 gennaio 2011 alle 21:45


se uno triste non si capisce perch debba ascoltare musica, a meno che egli/ella

13/08/2014 13:40

Musica per la tristezza Mente e psiche - Blog - Le Scienze

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http://ovadia-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/2011/01/13/mus...

non abbia una tristezza teatral-melodrammatica entro la quale gi prefigura se


stesso triste che si vede ascoltante, come in una puntata di Biutiful, brani musicali
tristissimi che amplificano la sceneggiatura lagrimosa. Se uno triste triste e
quindi o beve alcoolici, che lo renderanno tristissimo davvero, o prende la bici o
mette le scarpe da jogging e va a farsi un giro in ambiente ameno, che le endorfine
da sforzo fisico son meglio di quelle da fregnacce musicali.
Poi si fa la doccia bello carico e mette su
http://www.youtube.com/watch?v=iOaGNU4aPS0

yopenzo 22 gennaio 2011 alle 21:50


e va a farsi laperitivo

M&M87 22 gennaio 2011 alle 23:02


La cosa strana che mi capita spesso, quando sto un p gi, di mettere dei pezzi
che mi buttano definitivamente a terra! In questi casi sento spesso Anna Ternheim,
oppure i Blackfield:
http://www.youtube.com/watch?v=Yy-ZM-FrH3Y
Bellarticolo

hector 23 gennaio 2011 alle 23:06


Ho dato una scorsa allo spartito del Rigoletto . Mi sono chiesto cosa intendesse
allora il maestro Muti per tonalit dominante il DO+ . Forse sono io che ho capito
fischi per fiaschi .

Viagra 24 gennaio 2011 alle 19:20


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Pericoti 25 gennaio 2011 alle 14:27


@hector
Penso che ben difficilmente si trovi unopera lirica classica in unica tonalit.
Nella Traviata di Verdi, Violetta morente canta: Addio, del passato in tono minore;
poco dopo arriva Alfredo che, per darle coraggio canta: Parigi, o cara in tono
maggiore.
Non avevo mai fatto caso, ma anche la sinfonia no 5 di Beethoven in tono minore.

gioma 26 gennaio 2011 alle 08:30


Intanto complimenti per il tuo articolo, interessante e molto utile. Sono un cultore
della musica etnica e mi chiedevo se hai fatto esperienze in tal senso. Mentre tu
parli di ascolto della musica e probabilmente quello che dici ha diversi riscontri, si
vuole che si parta da chi e come certa musica viene prodotta, ancor pi per quale
ragione e uso prodotta. la musica e i canti aborigeni, ad esempio, nati per una
certa ritualit: una nascita, un matrimonio, un funerale, hanno non solo
ucaratteristiche diverse, ma ti assicuro che le trasmettono anche. Va detto, inoltre
che, lemotivit strumentale in cui una certa musica suonata (o se vogliamo
composta) trasmissibile attraverso i suoni, le scelte tonali, le lunghezza delle note,
ecc. Per esempio, alcuna musica del noto Brhams mincute una sorta di
insofferenza, altra tristezza cos come Mahler talvolta mincute angoscia. Sono io
la causa, oppure? Con ci intendo che non necessariamente ho bisogno di sapere
che Mahler oppure Brahms che sto ascoltando. Se vuoi parliamone.
gioma46@hotmail.it, buon lavoro!

Daniela Ovadia 26 gennaio 2011 alle 12:05


@Dioniso: scusami, sono stata assente per qualche giorno e non vedevo i
commenti. Hai ragione, la discesa per toni interi! A orecchio lho percepita come
cromatica: un bellesperimento, dimostra che sono influenzata dai miei stessi
preconcetti
@gioma: s, ho esperienza di musica etnica, canto da molti anni in un coro che
dedica proprio una parte del suo repertorio alla musica africana e dellamerica latina
(compresi gli indios dellamazzonia) e con loro sono stata in Burkina Faso. vero
che ci sono differenze nella modalit di comunicare i sentimenti, e in effetti mi

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Musica per la tristezza Mente e psiche - Blog - Le Scienze

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capitato, per esempio in Africa, di essere ingannata dal mio orecchio e sentire
allegria in musiche funebri o viceversa. Come gi detto in precedenza c nella
percezione musicale una forte connotazione culturale.

dioniso 27 gennaio 2011 alle 18:14


B, io mi sono aiutato con una tastiera. Quindi il merito non va di certo al mio
orecchio.

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hector 30 gennaio 2011 alle 21:11


Pericoti condivido che sarebbe un po difficile ed assurdo comporre unintera opera
lirica in una sola tonalit con tutte le differenze di caratteri , situazioni e sentimenti
che vengono esplicitati . Vi sono lavori assai pi brevi che utilizzano pi tonalit nello
spazio di poche battute . Vado a memoria ma credo che la celebre Gagliarda per il
re di Danimarca di John Dowland inizi in RE+ per passare in FA+ e chiudere in RE( almeno nello spartito in mio possesso che da qualche parte dovr avere ) .

Lex 8 febbraio 2011 alle 11:11


Secondo me tra la musica heavy metal una delle pi tristi Nothing else matters dei
Metallica, e gli Staind con Its been a while. Io di solito, ascolto musica per cos dire
triste, semplicemente perch pi emozionante e stimolante dal punto di vista
mentale. Chiudo gli occhi e mi rilasso.

rico 8 febbraio 2011 alle 20:22


Coincidenze: mi firmavo Lex alle medie, e subito dopo ascoltavo i Metallica.
Ma hanno sfornato infinit di album emozionanti e mai banali: Killem all (rabbia),
Ride the lightning (disperazione), Master of puppets (risveglio)
Certo, bisogna fare lorecchio a quel tipo di suono o muro del suono

Lex 9 febbraio 2011 alle 10:02


@rico Negli anni ho cambiato molti alias tipo Ale, Alexander, Alex, Xander, poi un
giorno rivedendo il film Superman ho sentito chiamare col nome Alexander,
lantagonista di Superman Lex Luthor, e ho capito che LEX era il dimunutivo di
Alexander, stupido io che non cero mai arrivato prima, non aveva mai pensato che
fosse un diminutivo del suo vero nome che Alexander Joseph Luthor.
Non dimenticarti Justice for all con la bellissima canzone One

Pericoti 9 febbraio 2011 alle 20:34


Si vede proprio che ho una certa et: mai sentita una sola canzone che, chi qui
intervenuto, ha suggerito, vedr se posso procurarmele.
Intanto vorrei suggerire anchio due pezzi che, secondo me, sono entrambi
melanconici, in pi, quello di Chopin ha una sfumatura di tristezza: Concerto per
chitarra in re maggiore di Antonio Vivaldi e Preludio n.6 in si minore di Frdric
Chopin.

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