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La teoria economica che riguarda il comportamento del consumatore tradizionalmente legata alla
teoria marginalista neo-classica, per motivi storici e ideologici. Tuttavia, la moderna teoria poggia
su basi formali pi generali, ancorch estremamente semplici. In particolare, l'ipotesi
comportamentale di base che i consumatori scelgano le combinazioni migliori fra quelle
disponibili. Dobbiamo, quindi, precisare cosa si intende per poter acquistare e per combinazione
migliore. Due fondamentali elementi sono dunque alla base della teoria: l) la definizione di ci che
costituisce l'insieme delle combinazioni di beni (o panieri) disponibili per i diversi consumatori; 2)
la definizione di una strumentazione che consenta di dire quando un paniere migliore di un altro.
Alla prima definizione provvede il vincolo di bilancio; alla seconda la metodologia delle
"preferenze" del consumatore. Dato vincolo di bilancio e preferenze, tutta la teoria microeconomia
del consumatore discende logicamente dalla formalizzazione di tali nozioni primitive
Cominciamo la nostra analisi della teoria del consumo chiarendo il concetto di poter acquistare.
Per farlo, dobbiamo definire il vincolo di bilancio del consumatore.
1. Il vincolo di bilancio
Per i nostri consumi quotidiani disponiamo (a parte casi rarissimi e fortunati) di una limitata
quantit di denaro. Tale quantit ipotizziamo che sia esogenamente fissata, pertanto non sappiamo
se deriva dal lavoro, da un lascito ereditario o da una vincita al lotto. Al momento semplifichiamo
ulteriormente lanalisi escludendo anche la possibilit di prendere denaro a prestito, quindi non vi
la possibilit di acquistare beni tramite il credito al consumo. Sotto tali ipotesi, la somma a
disposizione dellindividuo data dal reddito diminuito delle imposte al netto dei trasferimenti; tale
grandezza prende il nome di reddito disponibile.
Immaginiamo che nelleconomia esistano due soli beni, il bene 1 ed il bene 2. possibile
identificare questi beni in maniera oggettiva (carne e pane, oppure biglietti del cinema e
consumazioni in locali notturni) ma, per unanalisi pi generale, se il bene 1 loggetto della nostra
scelta diretta (ad esempio la pasta se sto leggendo queste righe allora di pranzo) possiamo
intendere il bene 2 come tutti gli altri beni delleconomia. Ovvero, il bene 2 viene inteso come un
bene composito, che rappresenta ogni altra cosa il consumatore desideri consumare oltre al bene 1.
Considerare solo due beni, permette di trattare la teoria del consumo in maniera semplificata,
attraverso utili analisi grafiche; sar, infatti, possibile utilizzare grafici a due dimensioni in cui in
ascissa ed in ordinata saranno poste le quantit dei due beni considerati. Indichiamo con la
simbologia (x1, x2) la combinazione di consumo, o il paniere di consumo, del consumatore
rappresentativo, dove x1 ed x2 rappresentano la quantit del bene 1 e del bene 2 che il consumatore
sceglie di consumare. In alcuni casi, per snellire la simbologia, indicheremo con X il paniere di
consumo (x1, x2). Supponiamo che i prezzi di mercato dei due beni siano noti e dati da p1 e p2,
rispettivamente.
Sia , infine, R il reddito monetario disponibile del consumatore. Il vincolo di bilancio definito
dalla seguente espressione:
p1 x1 + p2 x2 R
Questa equazione ci dice che il prezzo del bene 1 moltiplicato per la quantit di tale bene acquistata
dal consumatore pi il prezzo del bene 2 moltiplicato per la quantit di tale bene acquistata dal
consumatore deve essere minore od al pi uguale al reddito del consumatore. Infatti, p1 x1
rappresenta la quantit di moneta che il consumatore spende per il bene 1, mentre p2 x2 rappresenta
la quantit di moneta che il consumatore spende per il bene 2. Il vincolo di bilancio richiede che la
quantit di moneta spesa per lacquisto dei due beni non superi la quantit di moneta che il
consumatore ha a disposizione. Linsieme delle combinazioni di consumo acquistabili in
corrispondenza dei prezzi p1 e p2 e del reddito R detto insieme di bilancio. La retta di bilancio
rappresenta linsieme dei panieri di beni il cui costo esattamente pari a R; lequazione della retta
di bilancio , quindi, data da:
p1 x1 +p2 x2 = R
Tale equazione pu anche essere scritta in modo da isolare la variabile x2:
p2 x2 = - p1 x1 + R
Da cui:
X2 =
R P1
X1
P2 P2
Questa equazione rappresenta una retta con intercetta verticale positiva R/p2 (la quantit massima
acquistabile del bene 2) e inclinazione negativa -p1/p2. Il rapporto p1/p2, prezzo relativo, esprime il
numero di unit del bene 2 che il consumatore deve consumare per soddisfare esattamente il vincolo
di bilancio, se consuma x1 unit del bene; in pratica, dati p1, p2 ed R come dire che questa
equazione ci fornisce lesatto ammontare di bene 2 (x2) che il consumatore deve comprare per
spendere tutto il suo reddito R, quando il bene 1 pari allammontare x1. Linclinazione della retta
di bilancio rappresenta il saggio (o costo opportunit) al quale il mercato sostituisce il bene 2 con il
bene 1 (saggio di sostituzione).
Per costruire la retta di bilancio in un sistema di riferimento cartesiano in cui vi siano in ascissa il
bene 1 ed in ordinata il bene 2, basta osservare che R/p2 rappresenta lintercetta sullasse delle
ordinate, ovvero indica la quantit del bene 2 che pu essere acquistata usando tutto R per tale bene,
e che R/p1 rappresenta lintercetta sullasse delle ascisse, ovvero indica la quantit del bene 1 che
pu essere acquistata usando tutto R per tale bene. Trovati questi due punti sugli assi cartesiani
basta unirli per ottenere la retta di bilancio. Linclinazione della retta di bilancio, ovvero il rapporto
2
tra i prezzi dei due beni, rappresenta il costo opportunit del consumo del bene 1; indica cio a
quante unit del bene 2 occorre rinunciare per consumare, dati i prezzi ed il reddito, una unit
aggiuntiva del bene 1. Matematicamente si tratta della derivata della equazione della retta di
bilancio rispetto a x1 (dx2/dx1) che appunto ci dice di quanto deve variare il consumo del bene 2 se
si vuole aumentare il consumo del bene 1 di una unit, continuando a spendere R, dati p1 e p2.
Linsieme di bilancio costituito da tutti i punti sulla retta di bilancio e dai punti al di sotto di essa;
chiaramente, i punti al di sotto della retta di bilancio (come il punto B) rappresentano combinazioni
di consumo, ovvero panieri di beni, che non consentono al consumatore di spendere tutto il proprio
reddito; al contrario, tutti i panieri a destra della retta di bilancio (come il punto C) non sono
raggiungibili dal consumatore, perch dati i prezzi di mercato per essere consumati richiederebbero
un maggiore livello di reddito.
Variazioni di p1, p2 ed R comportano cambiamenti della inclinazione e/o della posizione della retta
di bilancio. In particolare, variazioni del reddito, a parit di prezzi, modificano la posizione della
retta di bilancio: se R aumenta, la retta di bilancio si sposta parallelamente a destra.
Se il reddito aumenta dal livello R al livello R, la retta di bilancio si sposta parallelamente verso
destra. Poich aumenta la capacit di spesa del consumatore, dati i prezzi, con un reddito pi
elevato pu acquistare maggiori quantit dei due beni. Infatti, cambiano sia lintercetta sullasse
delle ascisse che quella sullasse delle ordinate. La capacit di acquisto del consumatore
rappresentata, infatti, dal reddito reale, ovvero il reddito monetario R diviso i prezzi dei due beni.
Un aumento di R sposta in alto la retta del bilancio, il che rende acquistabili panieri che prima erano
troppo costosi (viceversa una diminuzione di R). Un aumento in proporzione dei prezzi equivale a
una diminuzione di R (sposta in basso la retta del bilancio). Il reddito reale aumenta ogni volta che
la retta del bilancio si sposta verso lalto, rendendo possibile la scelta di panieri prima troppo cari.
La crescita del reddito reale pu essere provocata da un aumento della somma R (il reddito
nominale), oppure dalla diminuzione di un prezzo o di entrambi. Il reddito reale diminuisce ogni
volta che la retta del bilancio si sposta verso il basso, riducendo il numero dei panieri disponibili per
la scelta. La diminuzione del reddito reale pu derivare da una riduzione della somma R (il reddito
nominale), oppure dallaumento di un prezzo o di entrambi.
Variazioni, invece, dei prezzi, a parit di R, modificano linclinazione della retta di bilancio. Le
figure successive mostrano, rispettivamente, il caso di una riduzione di p1 e quello di un aumento di
p2. Se p1 si riduce, cambia lintercetta sullasse delle ascisse e la retta di bilancio diventa meno
inclinata; infatti, p1/p2 diminuisce in valore assoluto (ovvero considerandone il valore positivo).
Se p2 aumenta, cambia lintercetta sullasse delle ordinate e la retta di bilancio diventa meno
inclinata; in questo caso p1/p2 diminuisce.
Si noti che, una variazione contemporanea di uno stesso ammontare dei prezzi p1 e p2 equivale ad
una variazione di R. Questo implica anche che, se i prezzi aumentano (diminuiscono) dello stesso
ammontare ed il reddito aumenta (diminuisce) nella stessa misura dei prezzi, la retta di bilancio
rimane la stessa.
2. Le preferenze del consumatore
Il concetto di utilit fu inizialmente associato al benessere complessivo di un individuo. In
particolare, il benessere degli individui veniva a dipendere dalla quantit di beni a disposizione
attraverso una funzione del tipo: U = U(x1, x2, ..., xn) dove U lutilit e x1, x2, ..., xn sono i beni
esistenti in natura. Non veniva per fornito un metodo per misurare lutilit, n per effettuare
confronti fra lutilit di individui diversi associata a panieri di beni diversi. Pertanto stata
progressivamente abbandonata lidea dellutilit quale misura della felicit, riformulando il
comportamento degli individui in termini di preferenze del consumatore dove lutilit interpretata
come un modo per descrivere i gusti degli individui. Gli individui infatti effettuano delle scelte di
consumo solo in base a regole economiche, determinate dalla composizione di due elementi: il
piacere che si trae dal consumo e lo sforzo di procurarsi i beni, con questultimo che deriva dalla
scarsit dei beni a disposizione e dalla conseguente necessit di impiegare una parte delle proprie
risorse in unattivit lavorativa. Pertanto, lutilit la soddisfazione che lindividuo ricava dal
consumo dei beni e dei servizi. Si tratta quindi di un concetto soggettivo.
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Tuttavia, come possiamo determinare la scelta di un consumatore affinch un paniere di beni sia
preferito ad un altro? Per fornire una risposta a questa domanda, dobbiamo introdurre le
preferenze che guidano il comportamento del consumatore. Indichiamo ancora con (x1, x2), o
semplicemente X, il paniere di consumo costituito dalle quantit x1 ed x2 dei beni 1 e 2; indichiamo,
inoltre, con (y1, y2), o semplicemente Y, il paniere di consumo costituito dalle quantit y1 ed y2 dei
beni 1 e 2. Immaginiamo che il consumatore possa ordinare tali panieri in base alla loro
desiderabilit. Allora potr accadere che:
Il paniere X strettamente preferito al paniere Y.
Il paniere X debolmente preferito al paniere Y, ovvero preferito almeno tanto quanto il
paniere Y.
Il paniere X indifferente rispetto al paniere Y.
Normalmente vengono fatte alcune assunzioni sulle relazioni di preferenza. Tali assunzioni sono
talmente importanti da essere chiamate assiomi della teoria del consumatore. Gli assiomi della
teoria del consumatore sono tre:
Completezza. Dati due panieri qualunque X ed Y, il consumatore sempre in grado di
confrontarli. I consumatori sono sempre in grado di classificare i panieri che possono
acquistare sul mercato. Quindi, dati due panieri distinti X e Y, il consumatore pu o
preferire X a Y, o preferire Y ad X o essere indifferente tra i due. Non ci sono altre
alternative. Con il termine indifferente si intende che i due panieri conferiscono al
consumatore lo stesso livello di soddisfazione.
Riflessivit. Ogni paniere desiderabile almeno quanto se stesso. Si tratta di un assioma di
coerenza: se per un consumatore A > B (il paniere A preferito al paniere B) non pu valere
che per lo stesso individuo B > A;
Transitivit. Se un paniere X debolmente preferito ad un paniere Y ed il paniere Y a sua
volta debolmente preferito ad un terzo paniere Z, allora X debolmente preferito a Z.
Questa caratteristica fa s che le preferenze siano razionali.
Se valgono questi assiomi sulle preferenze allora possibile costruire una funzione di utilit in
grado di ordinare gli infiniti panieri rispettando al tempo stesso le preferenze degli individui.La
funzione di utilit viene cos ad assumere un significato ordinale. Tuttavia in pratica si utilizza una
funzione di utilit che ha caratteristiche cardinali. Ne segue che per rappresentare le preferenze di
un individuo si pu utilizzare qualsiasi forma funzionale per lutilit, purch lordine delle
preferenze rimanga inalterato. Se ad esempio la funzione cardinale U = x1*x2 descrive le preferenze
di Caio, allora anche la funzione U = 5 x1*x2 in grado di descrivere le stesse preferenze:
Se un individuo desidera aumentare il consumo del bene X1 di una unit (X1=1), nel passaggio da
A a B, disposto a privarsi di 3 unit del bene X2 (SMS = 3) nel passaggio da B a C disposto a
privarsi di 1,5 unit di X2 (SMS = 1,5) nel passaggio da C a D di 1 unit (SMS = 1). Pertanto lungo
la curva di indifferenza, il SMS diminuisce. Quando lindividuo relativamente pi ricco del bene 2
e relativamente pi povero del bene 1 (paniere A) disposto a privarsi di una quantit maggiore del
bene 2 per ottenere una quantit in pi del bene scarso (X1). Al crescere del bene X1 nel paniere
dellindividuo, questi sar disposto a cedere in cambio quantit via via inferiori del bene X2 (che
diventa relativamente pi scarso) per ottenere unit aggiuntive del bene X1 (che invece sta
diventando relativamente pi abbondante). Questo comportamento, che appare del tutto ragionevole
ed intuitivo, coerente con lipotesi di convessit delle curve di indifferenza.
Vediamo ora la relazione che intercorre tra il saggio marginale di sostituzione e lutilit marginale.
Lutilit marginale del bene i (UMi) definita come:
U
U
UM 1 =
UM 2 =
X1
X2
Possiamo anche scrivere:
U = UM1 X1
8
U = UM2 X2
Lutilit di un paniere composto da due beni pu cambiare sia in seguito ad una variazione nel
consumo di X1, sia in seguito ad una variazione nel consumo di X2, ed in base alla relazione
precedente possiamo scrivere:
U = UM1 X1+ UM2 X2
Ricordando che lungo ogni generica curva di indifferenza lutilit rimane costante, avremo che U
= 0. Pertanto lequazione precedente pu essere scritta come:
0 = UM1 X1+ UM2 X2
UM1 X1 = UM2 X2
-
Dividendo entrambi i membri per X1 UM2, lungo la curva di indifferenza il SMS sempre uguale
al rapporto (inverso) fra le utilit marginali dei due beni:
SMS =
X2 UM 1
=
X1 UM 2
2) P1/P2 costante ( linclinazione di una retta); SMS variabile ( linclinazione di una curva).
2.5 Esempi di preferenze e relative funzioni di utilit
Preferenze Cobb-Douglas
Se il consumatore ha preferenze monotone e convesse, allora le curve di indifferenza che lo
rappresentano assumono una forma regolare. Una comoda rappresentazione matematica di questa
ipotesi fornita da una funzione di utilit Cobb-Douglas, che assume la forma seguente:
U = X1 X2
con e entrambi positivi.
Di seguito, con brevi passaggi algebrici, mostriamo alcune caratteristiche di tali preferenze.
1) Possiamo operare su e in modo che la loro somma algebrica sia pari ad 1. Moltiplicando
infatti entrambi gli esponenti per la loro somma, otteniamo una funzione di utilit
equivalente (loperazione equivale ad una una trasformazione monotona della funzione di
utilit iniziale, che mantiene lordinamento di partenza ed esprime quindi le stesse
preferenze):
+
1
+
2
U=X
Ponendo:
ne consegue che:
1 = 1
=
=
+
+
+
9
Pertanto:
U = X1 X21
2) Per calcolare il saggio marginale di sostituzione di una funzione di utilit Cobb-Douglas
osserviamo che la derivata parziale della funzione di utilit rispetto a ciascun bene
corrisponde allutilit marginale del bene stesso:
U = X1 X21
UM 1 =
UM 2 =
U
= X1 1 X21
X1
U
= (1 ) X1 X2
X2
U
X1
la pendenza (negativa) di tale curva sar data dalla derivata prima di questa funzione:
2
X2
U
= 2 < 0
X1
X1
2 X2 2X1U
=
> 0
X12
X14
il che da luogo ad una curva di indifferenza con pendenza negativa e, appunto, convessa.
Ci significa che il SMS decrescente: lungo una curva di indifferenza, la sostituzione del
bene 2 con il bene 1 avviene in modo non lineare, man mano che nel paniere aumentano le
dosi del bene 1, il consumatore disposto a cedere quantit inferiori del bene 2.
Beni sostituti e complementi
Descriviamo ora alcune particolari preferenze del consumatore, cui si associano particolari curve di
indifferenza comunque regolari. Finora abbiamo visto curve di indifferenze standard, ovvero che
descrivono la struttura delle preferenze accordate alla stragrande maggioranza di coppie di beni su
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cui un consumatore tipo possa effettuare le proprie scelte. Esistono, tuttavia, particolari categorie di
beni, la cui struttura di preferenze, per le peculiarit che presentano rispetto al loro consumo,
rappresentata da curve di indifferenza differenti rispetto a quelle osservate. Due esempi classici
sono quello dei beni perfetti sostituti e quello dei beni perfetti complementi.
Due beni sono perfetti sostituti se un consumatore disposto a sostituire un bene con laltro ad un
saggio costante. Il caso pi semplice quello in cui i due beni vengano sostituiti in proporzione 1 a
1. Supponiamo, ad esempio, di considerare una scelta tra matite rosse e blu, per le quali il
consumatore disposto a sostituire una matita rossa con una blu e viceversa senza subire variazioni
di soddisfazione. Consideriamo il paniere di consumo in cui vi siano 4 matite rosse e 4 matite blu;
ogni altro paniere il cui numero complessivo di matite sia 8 si trova sulla stessa curva di
indifferenza del paniere (4, 4). Se, a partire da tale paniere, vogliamo aumentare di una unit le
matite rosse, affinch il consumatore rimanga sulla medesima curva di indifferenza dobbiamo
ridurre di una unit il numero di matite blu. Quanto detto, ci porta a rappresentare le curve di
indifferenza dei beni perfetti sostituti come rette inclinate negativamente.
Linclinazione di tali rette rappresenta il saggio al quale il consumatore disposto a sostituire i due
beni, e nel nostro esempio pari a -1, ed chiaramente anche il SMS, che, quindi, in questo
particolare caso costante lungo tutta la curva di indifferenza (perch, questultima, appunto una
retta). Si noti che, nel caso di beni perfetti sostituti lipotesi di convessit vale nella forma della
preferenza debole; in questo caso, infatti, se consideriamo due panieri sulla stessa retta di
indifferenza, il paniere costruito come loro media si trover sulla medesima retta; sar, quindi, un
paniere debolmente preferito ai due panieri di partenza (preferito almeno tanto quanto i due panieri
iniziali).
I beni perfetti complementi sono, invece, quei beni che il consumatore vuole consumare
congiuntamente. Supponiamo che un individuo voglia produrre e consumare un liquore a base di
limone e la ricetta preveda lutilizzo di una unit di alcool ogni tre unit di limoni.
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Il punto di ottimo rappresentato dal punto in cui la retta di bilancio e la curva di indifferenza sono
tangenti, ovvero il paniere (X1*, X2*).
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Sappiamo infatti che il paniere E comporta una utilit maggiore rispetto al paniere A, ma, a
giustificare la variazione della scelta, dobbiamo osservare che in A, X1 valutato pi di quanto
costa sul mercato. In altre parole, nel punto A il SMS pi elevato rispetto al prezzo relativo: ci
significa che il consumatore disposto a cedere una quantit maggiore di X2 (in cambio di una
variazione unitaria di X1) rispetto a quanto il mercato ne richieda (rappresentato appunto dal
rapporto fra i prezzi dei due beni. Ripetiamo questo concetto con un esempio. Poniamo che il bene
1 rappresenti il consumo di pane e il formaggio sia il bene 2. Nel punto A il consumatore disposto
a cedere 5 unit di formaggio in cambio di 1 unit di pane (il SMS del consumatore pari a 5). Il
mercato richiede invece solo 2 unit di formaggio in cambio di 1 unit di pane (il prezzo relativo
P1/P2 pari a 2). Chiaramente lindividuo incentivato ad accettare questa variazione nella sua
scelta di consumo perch aumentando il consumo di pane in cambio di formaggio ottiene un
beneficio aggiuntivo pari a 3 unit di formaggio, quelle 3 unit che risultano come differenza fra ci
che lui disposto a cedere e quanto invece viene richiesto dal mercato. Questo incremento di
benessere si riflette nel passaggio ad una curva di indifferenza di livello pi elevato.
Lo stesso concetto di equilibrio del consumatore, grazie a semplici passaggi algebrici, pu essere
rappresentato in maniera equivalente come segue. Dato:
SMS =
X2 UM 1 P1
=
=
X1 UM 2 P2
UM 1 UM 21
=
P1
P2
ovvero quando saranno uguali le utilit marginali ponderate dei due beni. Se cos non fosse, ad
esempio se
UM 1 UM 21
>
P1
P2
il consumatore vorrebbe accrescere il consumo del bene 1 a scapito del bene 2 perch aumenterebbe
cos la propria utilit; il contributo allincremento di utilit del bene 1 superiore rispetto al bene 2.
Aumentando il consumo del bene 1, a causa dellandamento decrescente dellutilit marginale, il
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consumatore accrescerebbe la propria utilit e, allo stesso tempo, si muoverebbe verso una
condizione di equilibrio (dove le due utilit marginali ponderate sono uguali).
3.1 Equilibrio del consumatore e preferenze
Nel caso delle preferenze Cobb-Douglas, la condizione di equilibrio prevede che lSMS sia pari al
prezzo relativo, soddisfacendo allo stesso tempo il vincolo dato dal reddito a disposizione
dellindividuo. Quindi, per ottenere il paniere ottimo dobbiamo risolvere un sistema di due
equazioni in due incognite:
UM1 p1
=
UM 2 p2
p x + p x = R
1 1
2 2
X2 P1
=
1 X1 P2
R = P X + P X
1 1
2 2
X2* = (1 )
R
P2
La domanda di X1 (e analogamente quella di X2) dipende positivamente dalle preferenze fra i due
beni (il parametro ) e dal reddito e, negativamente, dal suo prezzo. Non c relazione invece con il
prezzo del bene alternativo per cui, in questo caso, il consumo del bene 1 non dipende dal prezzo
del bene 2 e viceversa.
Il parametro rappresenta il peso del bene 1 nel paniere del consumatore. Infatti, la quota spesa dal
consumatore per acquistare il bene 1 data da:
P1 X1 P1 R
= =
R
R P1
Analogamente 1- la quota spesa dal consumatore per acquistare il bene 2:
P2 X2 P2
R
= (1 ) = 1
R
R
P2
Un caso particolare si riscontra nella cosiddetta soluzione dangolo, in cui lequilibrio del
consumatore corrisponde ad un paniere dove il saggio marginale di sostituzione non uguale al
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costo opportunit dei beni. Nellesempio rappresentato in figura, il consumatore sceglie un paniere
che contiene soltanto il paniere il bene 2.
Nel caso dei beni perfetti sostituti, con sostituibilit 1 ad 1, possono presentarsi tre casi. Se P2>P1,
linclinazione della retta di bilancio inferiore a quella della curva di indifferenza. In questo caso, il
paniere ottimo corrisponde al punto in cui il consumatore spende tutto il suo reddito per il bene 1
(X1 = R/P1).
Se P1>P2, il consumatore acquista solo il bene 2. In tal caso, linclinazione della retta di bilancio
superiore a quella della curva di indifferenza (il paniere ottimo allora X2 = R/P2).
Infine, se P1=P2 vi una intera gamma di scelte ottime, poich retta di bilancio e curva di
indifferenza coincidono. Nel caso dei beni perfetti complementi, infine, lottimo si trova sempre nel
paniere dangolo delle curve di indifferenza, qualsiasi siano i prezzi dei due beni. Qualunque sia
linclinazione della retta di bilancio, il paniere ottimo sar sempre un paniere come B nel grafico. Si
noti, per concludere, che, lottimo relativo al caso di preferenze di tipo Cobb-Douglas viene detto
ottimo interno, quello relativo al caso di beni perfetti sostituti viene detto ottimo di frontiera e
quello relativo al caso dei beni perfetti complementi prende il nome di ottimo ad angolo.
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Vediamo in che modo la domanda del bene 1 e del bene 2 variano al variare dei prezzi e del reddito
4.1 Domanda dei beni e reddito: la curva reddito-consumo e la curva di Engel
Al variare del reddito, la domanda di un bene cambia a secondo della tipologia del bene che stiamo
trattando. Distinguiamo allora fra beni normali e beni inferiori.
Il bene normale un bene tale per cui un aumento di R genera un aumento della domanda di
quel bene da parte del consumatore.
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Il bene inferiore un bene tale per cui un aumento di R genera una diminuzione della
domanda di quel bene da parte del consumatore. Esistono molti beni la cui domanda
diminuisce allaumentare del reddito, in particolare se possibile sostituirli con beni di
qualit superiore al crescere delle disponibilt dellindividuo. La bicicletta pu essere un
bene inferiore se, al crescere del reddito, posso acquistare una motocicletta.
Un aumento del reddito si traduce in uno spostamento verso destra della retta di bilancio, senza che
linclinazione di questa si modifichi. Se uniamo i panieri domandati ottenuti in seguito allo
spostamento della retta di bilancio, otteniamo una curva che prende il nome di curva redditoconsumo.
Per alcuni tipi di preferenze, le curve reddito-consumo e di Engel sono delle rette. In tal caso, si
dice che le preferenze del consumatore sono omotetiche. Nel caso di preferenze omotetiche, se il
reddito aumenta o diminuisce di un certo ammontare t, le domande dei due beni aumentano o
diminuiscono dello stesso ammontare. Si dice, allora, che la domanda dei beni aumenta
proporzionalmente al reddito. Esempi di preferenze omotetiche sono: le preferenze relative ai beni
perfetti sostituti, ai beni perfetti complementi e le preferenze Cobb-Douglas. Se invece,
allaumentare di R la domanda dei beni aumenta in misura meno che proporzionale, i beni sono
detti necessari. Se, infine, allaumentare di R la domanda dei beni aumenta in misura pi che
proporzionale, i beni sono detti di lusso.
4.2 Domanda dei beni e prezzo del bene stesso: la curva prezzo-consumo e la curva di
domanda
Analizziamo ora come varia la domanda del bene 1 quando cambia P1. Bisogna distinguere fra beni
ordinari e beni di Giffen.
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Il bene ordinario un bene tale per cui un aumento del prezzo genera una diminuzione della
domanda di quel bene da parte del consumatore (e viceversa).
Il bene di Giffen un bene tale per cui un aumento del prezzo genera un aumento della
domanda di quel bene da parte del consumatore (e viceversa). Si tratta chiaramente di un
caso non molto frequente.
La variazione del prezzo di un bene comporta una variazione della inclinazione della retta di
bilancio. Unendo i panieri ottimi ottenuti in seguito a successive variazioni del prezzo, si ottiene la
curva prezzo-consumo. La curva di domanda ad essa associata descrive la scelta ottima del bene in
funzione del suo prezzo.
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Per i beni inferiori invece il segno positivo perch laumento del reddito reale comporta una
riduzione nella domanda di X1:
P1
Reddito reale (R/P1)
se X1 un bene inferiore X1
Nel caso dei beni inferiori, il consumo diminuisce allaumentare del reddito, contrastando leffetto
dovuto alla variazione del prezzo relativo. Dato che leffetto reddito riduce il consumo mentre
leffetto sostituzione lo aumenta, ipotizziamo che leffetto sostituzione sia maggiore delleffetto
reddito in modo che al ridursi del prezzo il consumo aumenti (ossia la curva di domanda sia
negativamente inclinata).
I beni di Giffen infine, sono beni inferiori per i quali leffetto reddito prevale sulleffetto di
sostituzione. La quantit domandata dal consumatore di un bene di Giffen diminuisce al diminuire
del suo prezzo. Tutti i beni di Giffen sono beni inferiori, ma non tutti i beni inferiori sono beni di
Giffen.
6. Elasticit
Un concetto molto importante legato alla domanda di mercato quello di elasticit della domanda.
Lelasticit della domanda fornisce una misura della reattivit della domanda rispetto al prezzo e
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permette di confrontare tale reazione tra beni diversi. Lelasticit della domanda al prezzo (D/P)
viene misurata mediante il rapporto tra la variazione percentuale della quantit domandata e la
variazione percentuale del prezzo:
Q Q Q P
D P =
=
P P P Q
Q/Q rappresenta la variazione percentuale della quantit, P/P rappresenta la variazione
percentuale del prezzo. Il segno dellelasticit della domanda generalmente negativo, perch la
domanda di mercato ha inclinazione negativa: allaumentare del prezzo del bene la quantit
domandata si riduce. Considerando lelasticit della domanda in valore assoluto (ovvero,
trascurandone il segno negativo) si possono verificare tre casi (si noti che, il valore assoluto
indicato, in matematica, scrivendo la variabile allinterno di due barre verticali):
1) D/P >1. In tal caso si dice che la domanda elastica, ovvero sensibile a variazioni di
prezzo. Una variazione di prezzo dell1% induce una variazione della quantit domandata
maggiore dell1%. Questo tipo di domanda caratteristico dei beni voluttuari, per i quali si
pu dimostrare che la spesa complessiva diminuisce al crescere del prezzo.
2) D/P <1. In tal caso si dice che la domanda inelastica, ovvero poco sensibile a variazioni
di prezzo. Una variazione di prezzo dell1% induce una variazione della quantit domandata
inferiore all1%. Questo tipo di domanda caratteristico dei beni di prima necessit, ma
anche di quelli che procurano assuefazione (sigarette, alcolici).
3) D/P =1. In tal caso si dice che la domanda ha elasticit costante unitaria. Una variazione
di prezzo dell1% induce una variazione della quantit domandata dell1%. In questo caso il
ricavo totale dellimpresa (che corrisponde con la spesa del consumatore) viene
massimizzato: ricavo totale = RT = PQ massimo.
Lelasticit della domanda in una curva di domanda lineare varia lungo la curva di domanda.
Intuitivamente, punti sulla curva di domanda situati in alto sono caratterizzati da una elasticit
maggiore di 1 (in valore assoluto) poich la variazione percentuale della quantit (al numeratore)
sar elevata (il livello della quantit basso) mentre la variazione percentuale del prezzo (al
denominatore) sar bassa e quindi il rapporto tra le due variazioni percentuali sar un numero alto.
Il contrario accade per punti sulla curva di domanda situati in basso, caratterizzati da una elasticit
minore di 1 (in valore assoluto) poich la variazione percentuale della quantit (al numeratore) sar
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bassa (il livello della quantit alto mentre la variazione percentuale del prezzo (al denominatore)
sar elevata e quindi il rapporto tra le due variazioni percentuali sar un numero basso.
6.1 Elasticit e ricavi
Definiamo il Ricavo Totale (RT) come il prezzo di vendita del bene moltiplicato il numero di unit
vendute: RT = PQ. Graficamente viene rappresentato come larea del rettangolo avente per base la
quantit e per altezza il prezzo. Quando il prezzo di un bene varia, leffetto sui ricavi totali
dipender dallelasticit della domanda rispetto al prezzo ossia, al diminuire del prezzo, il ricavo
totale aumenta o diminuisce a secondo dellelasticit della domanda. Nel tratto elastico della curva
di domanda, una riduzione del prezzo comporta un aumento del ricavo totale, come indicato in
figura, dove larea di ricavo totale si amplia se il prezzo si riduce:
Viceversa, se la riduzione del prezzo avviene nel tratto rigido della curva di domanda, il ricavo
totale si riduce:
mentre, laddove la curva di domanda ha elasticit unitaria, poich nel tratto elastico il ricavo
aumenta al diminuire del prezzo, mentre nel tratto rigido aumenta al crescere del prezzo, il ricavo
totale sar massimo:
Si noti che lelasticit della domanda strettamente collegata al tipo di bene considerato. Se un
bene ha molti sostituti, la sua domanda sar probabilmente molto sensibile al prezzo, se invece ne
ha pochi o nessuno, presenter in genere una domanda inelastica. Ad esempio, considerando il
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band inglese, mentre il biglietto per lo stesso evento costa 70 euro, egli avr un surplus (totalmente
psicologico) pari a 30 euro.
La curva di domanda esprime la disponibilit a pagare dei consumatori in corrispondenza di ogni
singola quantit che viene loro offerta sul mercato. Nella figura sottostante consideriamo la curva di
domanda D e supponiamo che il prezzo sia P e la quantit domandata Q. Poich il prezzo
rappresenta il valore attribuito al bene dal consumatore marginale, la curva di domanda pu
rappresentare anche il beneficio marginale sociale, in quanto rappresenta il valore attribuito al bene
dal consumatore (quanto sarebbe stato disposto a pagare per ogni singola quantit). La rendita del
consumatore (o surplus del consumatore), rappresenta il vantaggio che il consumatore ottiene dallo
scambio quando, per un dato prezzo di equilibrio, egli sarebbe disposto a pagare un prezzo pi
elevato. Poich tutti i consumatori pagano lo stesso prezzo (in questo caso pari a P*), il triangolo
AP*C rappresenta il surplus (netto) dei consumatori, ossia leccesso di beneficio (utilit) totale dei
consumatori rispetto alla spesa effettivamente sostenuta
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