2013-2014
Magritte
Emma Angelini
Dipartimento di Scienza Applicata e Tecnologia - Politecnico di Torino
e-mail : emma.angelini@polito.it
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LEZIONE 9
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Le Propriet di un sistema si definiscono funzioni di stato e sono correlate fra loro da equazioni di
stato (ne un esempio l'equazione generale di stato dei gas).
Le funzioni di stato hanno la caratteristica di essere indipendenti dal "percorso" attraverso il quale
un determinato stato stato raggiunto.
Ci significa che le loro variazioni sono esattamente definite dalla differenza fra il valore che
hanno nello stato finale e quello che hanno nello stato iniziale.
Ad esempio, consideriamo la reazione di ossido-riduzione del glucosio:
C6 H12 O6 + 6 O2 6 CO2 + 6 H2 O + 2879 kJoule
La quantit di energia prodotta la stessa sia nella combustione semplice che nella respirazione
cellulare, l'unica cosa che cambia il modo secondo cui procede la reazione e viene liberata
l'energia: istantaneamente nel primo caso, attraverso una serie di reazioni intermedie catalizzate
ciascuna da enzimi e coenzimi nel secondo.
I PRINCIPI IN SINTESI
I principi della termodinamica sono riconducibili a tre osservazioni sperimentali fondamentali.
Ciascuno diessi porta a definire una funzione di stato fondamentale , nell'ordine: Temperatura
(T), Energia Interna (U), Entropia (S).
0) "Se due corpi, A e B, sono entrambi in equilibrio termico con un terzo corpo, C, essi sono in
equilibrio termico anche fra loro." Questo enunciato noto come zeresimo principio della
termodinamica e sta alla base del concetto di temperatura e della sua misurazione mediante il
termometro.
1) "L'energia dell'universo costante." una delle possibili formulazioni del primo principio
della termodinamica . Non altro che l'espressione del concetto di conservazione dell'energia
(Mayer, 1842). Si introduce con esso la funzione energia interna di un sistema. Consente di
stabilire quali trasformazioni siano possibili.
2) " impossibile invertire completamente un qualsiasi processo naturale."
questa una delle possibili formulazioni del secondo principio. Esso pone delle limitazioni alle
trasformazioni di calore in lavoro (Carnot, 1824) e introduce la funzione entropia. Consente di
stabilire quali delle trasformazioni possibili siano spontanee.
IL PRIMO PRINCIPIO
I concetti fondamentali che si incontrano nella formulazione del 1 Principio sono Energia,
Lavoro e Calore.
Energia: L'energia di un sistema espressione della sua capacit di compiere Lavoro (ad es., in
chimica l'energia del sistema la somma delle energie cinetica e potenziale delle particelle
costituenti.)
Lavoro: Dal punto di vista meccanico si definisce come lo scalare Fs (forza per spostamento) e
pu pertanto essere sempre ricondotto al caso in cui un corpo viene spostato contro una forza.
Calore: Un modo alternativo per scambiare energia, diverso dal Lavoro. Quando due corpi a
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(1)
(2)
Ovvero la variazione di energia interna di un sistema (U) uguale alla somma delle quantit di
calore e lavoro scambiate tra il sistema e l'ambiente.
In cui vale la seguente convenzione sui segni:
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L'energia interna si misura nei calorimetri, o meglio nelle bombe calorimetriche, utilizzando la
seguente formula:
U = n c t = QV
Dove n il numero di moli della sostanza in esame, c il calore specifico molare, t la
variazione di temperatura subita dalla sostanza.
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elettrica a contatto con la sostanza. Facendo passare corrente elettrica nella spiralina della
resistenza elettrica, questa si arroventa e brucia, provocando la rapida combustione del composto.
Il calore della reazione viene assorbito da una quantit nota di acqua, in cui immersa la
"bomba".
Nota, mediante taratura, la capacit termica C del calorimetro e tenendo conto che il calore
specifico dellacqua uguale a 4,184 Jg-1C-1, possiamo risalire alla quantit di calore messa in
gioco nella reazione dall'espressione:
in cui:
m = massa in grammi dell'acqua presente all'interno del calorimetro
C = capacit termica del calorimetro
T1 = temperatura iniziale dell'acqua
T2 = temperatura finale dell'acqua
La capacit termica del calorimetro tiene conto del fatto che anche le sue parti componenti
(contenitore, termometro, agitatore, ecc.) assorbono calore. E' necessario pertanto predeterminare
la capacit termica del calorimetro, cio determinare la quantit di calore necessaria per innalzare
di 1C la temperatura di tale sistema: essa si pu ottenere facendo svolgere nell'apparecchio una
reazione la cui tonalit termica sia nota, oppure facendo passare una quantit nota di corrente
elettrica, che viene dissipata come calore all'interno dello strumento.
Si definisce CALORE SPECIFICO di una sostanza la quantit di energia che occorre usare per
far aumentare di un grado Celsius la temperature di un grammo di sostanza.
Il calore specifico si potrebbe per anche esprimere in quest'altro modo:
La quantit di energia che un grammo di sostanza cede allambiente raffreddandosi di un grado.
Alcune sostanze, come ad esempio i metalli, si scaldano molto velocemente e altrettanto
velocemente cedono all'ambiente il calore precedentemente accumulato. Essi hanno un basso
calore specifico, cio occorre poca energia per scaldarli.
Altre sostanze, come ad esempio l'acqua, hanno un calore specifico molto alto. Ci significa che
devo usare molta energia per scaldare l'acqua, ma anche che una volta che l'acqua si scaldata,
tende a mentenere calore per molto tempo.
Non un caso se il radiatore dell'automobile fatto da sottili lamine di metallo. Il liquido
"trasporta" il calore in eccesso del motore al radiatore che si scalda rapidamente, ma anche molto
rapidamente cede calore all'ambiente (l'aria che arriva dall'esterno). In questo modo si riesce a
disperdere l'eccesso di calore del motore in modo molto pi efficiente.
Stato
J/(kgK)
Alluminio
solido
880
Acciaio inox
solido
502
Acqua
liquido
4186
solido (0 C)
2090
Acqua (Ghiaccio)
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Anidride carbonica
liquido
838
Aria (secca)
gassoso
1005
gassoso
~ 1030
Azoto
gassoso
1042
Berillio
solido
1824
Diamante
solido
502
Elio
gassoso
5190
Etanolo
liquido
2460
Ferro
solido
444
Glicerina
liquido
2260
Grafite
solido
720
gassoso
14435
Litio
solido
3582
Mercurio
liquido
139
Olio
liquido
~ 2000
Ossigeno
gassoso
920
Oro
solido
129
Ottone
solido
377
Piombo
solido
130
Polistirene
solido
1450
Rame
solido
385
Silice (fuso)
solido
703
Silice
gassoso
2020
Stagno
solido
228
Zinco
solido
388
Idrogeno
Condizioni standard Per i solidi il valore coincide col calore specifico a volume costante
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Lavoro di volume
Ad es., consideriamo la reazione dello zinco con acido cloridrico a pressione costante. La
pressione costante dell'atmosfera stata sostituita da un pistone e da due pesi che esercitano una
pressione equivalente.
a) All'inizio della reazione, la pressione atmosferica bilanciata dal pistone e dai pesi, cosicch
all'interno del recipiente la pressione costante.
b) Nella reazione viene prodotto idrogeno; questo porta a un aumento di volume; i pesi e il
pistone sono spinti verso l'alto. Il lavoro viene compiuto dal sistema verso il pistone e contro la
forza-peso.
Zn + 2 HCl ZnCl2 + H2
Il lavoro di volume (WV) una forma di energia legata alla variazione del volume occupato dal
sistema di reazione.
WV = PV
Se durante la reazione V > 0, si ha w < 0; il sistema deve spendere parte della sua energia per
compiere l'espansione che contrastata dalla pressione, ovvero, come gi indicato, il lavoro
negativo se compiuto dal sistema (ed quello che avviene nell'esempio).
Se viceversa durante la reazione V < 0, si ha w > 0; il sistema guadagna energia (fornita
dall'ambiente), ovvero, come gi indicato, il lavoro positivo se compiuto sul sistema.
Se invece nella reazione V = 0, si ha w ~ 0, per i solidi e i liquidi puri, mentre per i gas ideali
w = RTn(g).
Nel calcolo del lavoro svolto da un gas che si espande, in genere si ottiene un risultato la cui
unit di misura espressa come prodotto tra le unit di misura di volume e pressione, cio
litriatm; dal momento che bene esprimere il lavoro utilizzando l'unit di misura del SI, cio in
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DI FORMAZIONE
Il segno negativo indica che nella combustione viene rilasciata energia. Questa energia viene
fornita come calore per ogni mole di CH4 che viene prodotta.
Poich l'entalpia una funzione di stato che dipende da P, T e n, la variazione di entalpia in una
reazione chimica (H) dipende a sua volta da
natura della sostanza
temperatura e pressione (poco) alle quali avviene la reazione
quantit (massa o numero di moli) dei reagenti e dei prodotti coinvolti
stato di aggregazione in cui si trovano reagenti e prodotti
Inoltre, poich l'entalpia una funzione di stato, invertendo il senso di una reazione, l'entalpia di
reazione cambia semplicemente di segno.
CH4 (gas) C (sol.) + 2H2 (gas)
STATO STANDARD
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ENTALPIA DI REAZIONE
Conoscendo dunque il valore di H0f per ogni singola specie chimica e sapendo che le funzioni
di stato possono essere addizionate, possibile determinare l'entalpia standard di reazione H0r
associata a una data reazione chimica:
la H0r si ottiene dalla somma algebrica delle entalpie di formazione di ogni molecola
partecipante alla reazione, considerando che i prodotti addizionano un termine H0f e i reagenti
sottraggono un termine H0f. In formula : H0r = H0f prodotti H0f reagenti.
L'entalpia standard di formazione dei composti chimici sempre riferita alla formazione di una
mole di composto, perci sempre espressa utilizzando come unit di misura kJ/mol. Questo
implica che
nel calcolo dell'entalpia di reazione, i valori dell'energia standard di formazione di ogni
composto devono essere sempre moltiplicati per il coefficiente stechiometrico corrispondente.
FORME DI ENTALPIA
Esistono vari tipi di entalpia:
Entalpia di transizione
Entalpia di combustione
Entalpia di formazione
Entalpia di reazione
Entalpia di atomizzazione
Entalpia di neutralizzazione
Entalpia di atomizzazione
Entalpia di transizione .............
entalpia di soluzione
entalpia di legame
entalpia di reticolo
Esempi
Entalpia di transizione (nelle trasformazioni fisiche)
H2O (liq.) H2O (gas) Hvap = + 40.7 kJ/mole (Vaporizzazione)
H2O (sol.) H2O (liq.) Hfus = + 6 kJ/mole (Liquefazione)
Entalpia di combustione (particolarmente utili per fare confronti tra i diversi combustibili)
CH4 (gas) + 2O2 (gas) CO2 (gas) + 2H2O (liq.)
Hcomb. = - 890.4 kJ/mole a 1 atm e 25 C.
Il segno negativo indica che nella combustione viene viene rilasciata energia .
C6H12O6 (sol.) + 6O2 (gas) 6CO2 (gas) + 6H2O (liq.)
Hcomb = - 2816 kJ/mol
questa energia corrisponde a 15.6 kJ per g di glucosio
Questa reazione la sorgente di energia degli animali i quali usano la respirazione per sfruttare le
risorse energetiche fornite dalla digestione e convertirle in attivit metaboliche (attivit
cardiocircolatoria, respiratoria, di termoregolazione,...).
LA LEGGE DI HESS
Le entalpie di reazione in condizioni standard vengono indicate con Hr . Quando non
possibile determinare sperimentalmente il Hf di un composto o il Hr di una reazione, si pu
applicare la legge di Hess: il Hr di una reazione chimica dato dalla differenza tra la
sommatoria dei Hf dei prodotti e la sommatoria dei Hf dei reagenti, essendo ciascun Hf
moltiplicato per il coefficiente stechiometrico di reazione , cio:
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Le applicazioni della legge di Hess, numerose e di grande importanza pratica, si basano sulla
propriet di funzione di stato dell'entalpia dei sistemi, per cui il H di una trasformazione non
dipende dal cammino percorso. Si pu sempre immaginare, infatti, di passare da uno stato 1 a uno
stato 2 di un sistema chimico attraverso reazioni intermedie che consentono il calcolo del Hf di
alcuni composti o del H di reazione, quando questi non possono essere determinati per via
diretta. Per esempio, si calcoli il H della reazione:
Poich la reazione desiderata si ottiene sommando la (2) alla (1), il H della reazione in esame
si calcolacon la stessa operazione, cio:
q < 0 H < 0
Isotermiche
q = 0 H = 0
Endotermiche
q > 0 H > 0
In altre parole, durante ogni trasformazione chimica alcuni legami si rompono e se ne formano di
nuovi:
Per rompere un legame chimico necessario fornire energia, mentre quando si forma un legame
si libera energia. Soltanto quando i legami che si formano sono pi forti di quelli che di quelli che
si rompono si libera energia, cio la reazione esotermica, sar, invece, endotermica nel caso
contrario.
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L'acqua di una cascata cade spontaneamente da una quota maggiore a una quota minore.
Un gas si espande spontaneamente fino ad occupare tutto il volume a disposizione.
Un corpo caldo si raffredda spontaneamente fino a raggiungere l'equilibrio termico con l'ambiente
circostante. Il comune sale da cucina si scioglie spontaneamente in acqua. Il carbonio si combina
spontaneamente con l'ossigeno dell'aria per dare il diossido di carbonio. La trasformazione in
ruggine di un oggetto di ferro esposto all'aria e all'umidit avviene spontaneamente.
Le trasformazioni di questo tipo non possono mai essere invertite completamente e per questo
motivo, I processi naturali sono definiti termodinamicamente irreversibili.
L'acqua precipitata da una cascata non pu spontaneamente risalire alla quota iniziale; per farlo si
deve impiegare dell'energia (ad es., ricorrendo a una pompa).
Un gas che diffonde da un recipiente a un altro attraverso una valvola di comunicazione, non fa
spontaneamente il processo inverso. Il calore non passa spontaneamente da un corpo freddo a uno
caldo: perch ci accada occorre utilizzare una macchina che "crei" il freddo, ad es. un
frigorifero. Il comune sale da cucina non si separa spontaneamente dall'acqua se non si fornisce
dall'esterno dell'energia, per es., per far evaporare l'acqua. Per ottenere nuovamente il carbonio e
l'ossigeno dal diossido di carbonio occorre fornire energia per rompere i legami che tengono
insieme i suoi atomi. Per riottenere il metallo contenuto nella ruggine occorre un processo
chimico analogo a quello con cui si ottiene un metallo dai suoi minerali, e ci richiede energia.
Dietro al concetto di irreversibilit vi di fatto "l'impossibilit di riportare un sistema, che ha
subto una trasformazione spontanea, dallo stato finale a quello iniziale, senza provocare
mutamenti in qualche parte dell'universo."
Questo punto di fondamentale importanza e fa la differenza fra trasformazione reversibile e
irreversibile.
Un processo spontaneo pu essere invertito intervenendo dall'esterno, ad esempio spendendo
lavoro e/o energia; tuttavia, in qualche modo si produce inevitabilmente una variazione in qualche
altro sistema.
IL SECONDO PRINCIPIO: LA DOMANDA
"Cos' che determina la direzione di un processo spontaneo?"
"In che modo si pu prevedere se un processo spontaneo?"
Il motore che spinge i sistemi verso uno stato stabile, di equilibrio, la tendenza verso uno stato
di minima energia potenziale.
Una valanga, ad es., raggiunge la situazione di massima stabilit quando si arresta nel fondovalle.
Nelle trasformazioni chimiche spontanee, in generale, le cose vanno allo stesso modo. Prendono
parte a una reazione chimica le sostanze che si trovano in una condizione instabile e che in tal
modo tendono spontaneamente a raggiungere una condizione finale stabile.
Ora, sappiamo dal 1 principio che l'energia dell'universo costante.
Quindi, se il criterio della minima energia fosse valido, dovremmo comunque aspettarci di veder
aumentare l'energia da qualche parte, diversa dal sistema.
E in tal caso, non sarebbe altrettanto corretto prendere in considerazione l'aumento di energia
dell'ambiente, come criterio di spontaneit?
In tal caso soltanto le reazioni esotermiche dovrebbero avvenire spontaneamente.
Sebbene la maggior parte delle reazioni spontanee sia in effetti esotermica, si conoscono tuttavia
numerose reazioni spontanee che avvengono a temperatura ambiente con assorbimento di calore,
che sono cio reazioni endotermiche, per es.:
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Macrostato 2: Le particelle sono distribuite 2:1 o 1:2 tra la parte sinistra e la parte destra
(microstati 1,2,5 e 3,6,7).
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