• Luglio 2009 – Entra in vigore l'ordinanza comunale contro l'accattonaggio "Non c’è alcuna volontà di perseguire od ostacolare le persone che chiedono con garbo ed educazione un aiuto per le loro esigenze più immediate e spicciole. Del resto sarebbe assurdo vietare di dare una mano a chi ha bisogno (...). Il provvedimento è stato concepito proprio per scongiurare l'accattonaggio molesto, insistente e irritante negli spazi pubblici o aperti al pubblico." Alfredo Celeste 30/07/2009 • Novembre 2009 – Chiede l'elemosina (non molesta) e si prende tre multe (per un totale di 300 euro) Lavinia è una ragazza romena di 26 anni, vive in una baracca a Cornaredo, è in Italia da un anno e mezzo, è madre di due bambini piccoli e chiede l’elemosina davanti al cimitero di Sedriano con garbo ed educazione senza infastidire nessuno, senza minacciare nè l’ordine pubblico nè la tranquillita dei Sedrianesi, raccoglie mediamente 5 o 6 euro al giorno senza sfruttare i minori e oltretutto non ha macchine da 100 mila euro. • Novembre 2009 – Le contraddizioni del Sindaco con quanto precedentemente dichiarato "A chi ha realmente bisogno ed è in regola non serve chiedere l'elemosina. Ai veri poveri, infatti, il comune da una mano. Con l'ordinanza, inoltre, vogliamo evitare il professionismo dell'accattonaggio, magari con lo sfruttamento di minori." Alfredo Celeste 13/11/2009 • Il precedente : Sentenza n. 519 Anno 1995 della Corte Costituzionale (...) Osserva il rimettente che la fattispecie contravvenzionale punitiva della mendicità è posta a tutela dei beni giuridici della tranquillità e del decoro della civile convivenza con offese che sussisterebbero sia nel caso della mendicità aggravata da forme particolari (vessatorie, ripugnanti, petulanti o fraudolente: art. 670, secondo comma), sia nel caso in cui si impieghino minori nell'accattonaggio (art. 671). Non vi sarebbe, invece, offesa della morale e della tranquillità pubblica quando l'accusato versi in una situazione di bisogno non riconducibile a sua colpa, risolvendosi la mendicità in una legittima richiesta di umana solidarietà, volta a far leva sul sentimento della carità. La previsione incriminatrice di cui all'art. 670, primo comma, del codice penale, violerebbe ad avviso del giudice a quo i principi costituzionali di solidarietà, di uguaglianza e della finalità rieducativa della pena contenuti negli artt. 2, 3 e 27, terzo comma, della Costituzione, giacchè sarebbe riservato lo stesso trattamento punitivo anche a soggetti che si trovino in condizioni economico-sociali del tutto diverse. Essa, infatti, prescinde dallo stato di indigenza non ascrivibile alla condotta individuale: di qui, un trattamento inadeguato, poichè non finalizzato a rieducare quanti, obiettivamente incapaci di mantenersi autonomamente, siano perciò costretti a far ricorso all'altrui solidarietà.(...) LA CORTE COSTITUZIONALE riuniti i giudizi,
(...) dichiara l'illegittimità costituzionale dell'art.670, primo comma, del codice