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Storia della crisi

Estate 2008: Esplode la crisi dei mutui sub-prime: sono stati concessi mutui a
famiglie del ceto medio che non potevano fornire garanzie sufficienti del rimborso
(necessità di estendere il mercato immobiliare), ma un numero crescente di famiglie
non riesce a pagare.

Un numero impressionante di case torna sul mercato facendo crollare il valore degli
immobili (le famiglie hanno pagato carissimo ciò che ora vale pochissimo). Le banche
sono incapaci di gestire l’imponente macchina ipotecaria, svendono pacchetti alle
agenzie immobiliari. Il mercato della casa perde valore, innescando la crisi.

La crisi si annuncia finanziaria, perché le banche hanno venduto i loro crediti nei
cosiddetti titoli derivati, obbligazioni vendute e acquistate sui mercati finanziari, di cui
ci si rende ora conto che il valore nominale non corrisponde a quello reale (una parte
consistente dei titoli di pagamento non verrà onorata). Si parla di titoli tossici, tutte
le banche li possiedono, ma si ignora in che misura: è dunque impossibile conoscere il
capitale reale delle banche e la loro effettiva capacità operativa.

Agosto-settembre 2008: Freddy Mac – Fanny Mae, la Fed “salva” le due banche dei
mutui popolari, immettendo ingenti capitali pubblici nei bilanci dissestati delle due
società.

15 settembre 2008: Leman Brothers, il fallimento di una delle principali banche


mondiali innesca il crollo delle borse. Crack da 613 miliardi di dollari. Si parla di crisi
del ’29. La crisi finanziaria è globale. Inghilterra: Royal Bank of Scotland e
Northern Rock (la banca d’Inghilterra interviene con 131 miliardi di sterline,
acquistando azioni RBS e nazionalizzando di fatto la Northern Rock)); Francia: Société
Générale.

I candidati alle elezioni presidenziali americane Bush e Obama propongono un piano di


salvataggio delle banche da 700 miliardi di dollari.

La Federal Reserve abbatte il tasso di sconto: le banche sopravvissute vengono


finanziate dallo stato federale con massiccie immissioni di liquidità.

Aprile 2009: G20 a Londra, Obama propone una governance globale della crisi
e la lotta ai paradisi fiscali. Gordon Brown fortemente impegnato nel salvataggio
della city e del sistema finanziario inglese, duramente colpito, propone senza successo
di introdurre la Tobin Tax, i governi si dicono decisi a regolare i mercati visto
l’impegno pubblico a favore delle società private, ma di fatto non vengono trovate
misure efficaci di governo della crisi mondiale. La stessa impasse si registrerà a
proposito della crisi ambientale quando, il Vertice sul clima di Copenhagen del
dicembre 2009 si chiuderà con generiche dichiarazioni di principio, incapace di
approvare un trattato vincolante per i paesi WTO che imponga la necessaria riduzione
delle emissioni.

Tutto il 2009 fa registrare una crisi della produzione e delle esportazioni che coinvolge
tutti i paesi del mondo, incluse le economie emergenti di Cina e India. Si dimezza il
prezzo del petrolio, ma la produzione non ne beneficia. In Italia è crisi delle piccole e
medie imprese, strangolate dal crollo della fatturazione e dalla chiusura del credito.
Aumenta la disoccupazione, il ricorso alla cassa integrazione, i licenziamenti. Le
imprese si sbarazzano del lavoro precario: 1 trentenne su 3 è senza lavoro.

2010: Le borse crescono, le transazioni finanziarie hanno ripreso i volumi del periodo
precedente la crisi grazie alla liquidità immessa nel mercato dai ministri del tesoro dei
paesi occidentali, ma l’economia produttiva non dà segni di ripresa: in tutto il mondo
si apre il dibattito sulla disoccupazione. In Italia, invece, il dibattito pubblico è
monopolizzato dalla crisi istituzionale e i temi economici sono relegati in secondo
piano. Secondo gli economisti, nonostante la distruzione di ricchezza sia più ampia di
quella della crisi del ’29, si è evitata la grande depressione grazie al Big Government,
cioè l’imponente intervento pubblico americano, e al Big Bank, l’impegno straordinario
della Fed, a cui si è aggiunto il sostegno pubblico dei paesi europei e del Giappone. La
crescita cinese ha fatto riaumentare il prezzo del petrolio e ha sostenuto le borse.

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