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ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00705
Dati di presentazione dell'atto

Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 363 del 15/01/2015
Firmatari

Primo firmatario: GIGLI GIAN LUIGI


Gruppo: PER L'ITALIA - CENTRO DEMOCRATICO
Data firma: 15/01/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario
Gruppo
Data firma
DELLAI LORENZO
PER L'ITALIA - CENTRO DEMOCRATICO 15/01/2015
Stato iter:

IN CORSO
Atto Camera
Mozione 1-00705
presentato da
GIGLI Gian Luigi
testo di
Gioved 15 gennaio 2015, seduta n. 363
La Camera,
premesso che:
il Trattato di Parigi del 1947, alla fine della Seconda guerra mondiale, assegnava al porto di Trieste
cinque punti franchi per favorire gli investimenti nell'area di Trieste e l'apertura di nuovi sbocchi
verso un'ampia area dell'Europa;
con la caduta del muro di Berlino, la fine della Guerra fredda e l'allargamento dell'Unione europea,
quella motivazione divenuta pi che mai attuale proprio in virt della posizione geopolitica del
Friuli Venezia Giulia, baricentrica rispetto al cuore della nuova Europa;
al contrario, da diversi anni, l'area di confine compresa tra la regione autonoma Friuli Venezia
Giulia, la Slovenia e l'Austria, rappresentata dalle citt di Trieste, Gorizia, Cividale e Tarvisio,
subisce un'agguerrita concorrenza, soprattutto dal punto di vista fiscale, messa in atto dai Paesi
confinanti, che sta causando pesanti ricadute economiche negative;
dall'analisi dei modelli di sviluppo di quelle aree industriali di confine emergono sostanziali
differenze nei sistemi di tassazione;
in Slovenia il livello di tassazione sul reddito riservato alle imprese che investono e offrono lavoro
sul territorio pari al 20 per cento. Particolari riduzioni e agevolazioni sono riconosciute alle
imprese operanti in zone economiche depresse. Inoltre, nella determinazione del reddito d'impresa, i
coefficienti di ammortamento delle immobilizzazioni sono in genere fra quelli pi elevati presenti
nell'Unione europea, quindi molto favorevoli per le imprese che cos possono recuperare, in un
lasso temporale pi breve, i costi per gli investimenti realizzati. Per le imprese che realizzano
esportazioni almeno pari al 51 per cento del fatturato prevista una detassazione del reddito
imponibile in relazione a investimenti per nuovi impianti o ampliamenti, ovvero per incrementi

occupazionali. I dividendi sono tassati al 15 per cento, sia per i soggetti residenti sia per i non
residenti, fatta salva l'applicazione delle convenzioni contro le doppie imposizioni;
per quanto riguarda l'Austria, le societ che hanno una propria sede legale o amministrativa sul
territorio subiscono una tassazione pari al 25 per cento sui redditi ovunque prodotti. Per le aziende
straniere, la Carinzia offre alle imprese contributi sugli investimenti fino ad un massimo del 35 per
cento e fino al 60 per cento sulle spese nel settore ricerca e sviluppo (nel resto dell'Austria ci si
ferma al 35 per cento);
in Italia, a fronte di un tax rate teorico del 31,4 per cento (27,5 per cento Ires e 3,9 per cento Irap) se
ne registra uno effettivo complessivo che, per le piccole e medie imprese, pu arrivare a superare il
68,5 per cento. Se questo dato lo si confronta con quello della media europea, pari al 42 per cento,
facile comprendere perch il nostro Paese sia confinato agli ultimi posti della classifica del Fare
business stilata dalla Banca mondiale;
a fronte di tale situazione nei Paesi confinanti e dell'elevata tassazione in Italia, le imprese del Friuli
Venezia Giulia guardano con attenzione alle opportunit offerte da Austria e Slovenia. L'interesse
degli imprenditori non tuttavia dettato solo dal miglior tax rate gravante sulle imprese, ma anche
dal sistema degli incentivi, dalla burocrazia snella, dall'efficienza del sistema giudiziario e dal pi
basso costo delle fonti energetiche;
secondo l'Ice il numero delle aziende italiane che negli ultimi anni hanno deciso di delocalizzare o
trasferire integralmente le proprie attivit in Slovenia supera quota 600, mentre quelle che hanno
scelto l'Austria superano le 900 unit;
secondo la Confapi del Friuli Venezia Giulia, il dato che sorprende, e che preoccupa, che negli
ultimi tempi anche le piccole e le micro imprese stanno iniziando a valutare l'eventualit di
trasferirsi, finendo per compromettere nei presupposti ogni prospettiva di ripresa dell'economia
regionale, caratterizzata dalla presenza di un tessuto di piccole e medie imprese che nei decenni
passati hanno rappresentato il cuore produttivo pulsante della regione e una parte significativa del
Nord-Est produttivo;
completano il quadro degli aspetti che rendono attraenti questi Paesi le convenzioni contro le doppie
imposizioni, il veloce rimborso dell'iva a credito, la deducibilit quasi totale dei costi aziendali, una
complessit burocratica ridotta ai minimi termini, il recepimento delle normative comunitarie in
modo tale da non far gravare sulle imprese altra burocrazia e costi aggiuntivi, le autorizzazioni
amministrative quasi automatiche, il contenzioso tributario limitato, l'amministrazione finanziaria
efficiente e atteggiata in modo friendly nei confronti delle imprese virtuose;
si sta registrando altres in Friuli Venezia Giulia uno spostamento della residenza fiscale oltre
confine, in considerazione del fatto che tale decisione, oltre a non richiedere un grande sforzo
logistico, in grado di evitare la doppia imposizione dei redditi d'impresa;
questa tendenza a delocalizzare, alimentata significativamente dalla convenienza fiscale, pu essere
fermata contrapponendole un sistema Italia capace di rendere nuovamente attraente il nostro
Paese per i nuovi insediamenti e per il potenziamento di quelli esistenti;
con la legge finanziaria per il 2007 (articolo 1, comma 340, della legge 24 dicembre 2006, n. 296)
sono state istituite le zone franche urbane al fine di sostenere lo sviluppo economico in alcune aree
depresse del Paese attraverso una fiscalit di vantaggio, nell'ambito delle procedure derogatorie
previste dalla legislazione comunitaria;
i requisiti necessari ordinari per il riconoscimento dello status giuridico di zona sono quelli di essere
territori ultraperiferici, a rischio di spopolamento e con una situazione socio economica di
sottosviluppo, ma sarebbe opportuno altres tenere in conto delle specifiche disposizioni legislative
dello Stato, rafforzate dall'articolo 116 della Costituzione, che attribuiscono al Friuli Venezia
Giulia, e alle altre regioni a statuto speciale, forme e condizioni particolari di autonomia, secondo i
rispettivi statuti adottati con legge costituzionale;
indubbio, infatti, che l'applicazione della zona franca urbana nelle fasce confinarie regionali che
subiscono maggiormente la concorrenza di sistemi fiscali, previdenziali e forme contrattuali di
lavoro particolarmente vantaggiose, possa rappresentare uno strumento strategico importante per

promuovere il rilancio dell'economia territoriale;


questa possibilit risulterebbe oltremodo importante per il rilancio dell'economia della regione
Friuli Venezia Giulia alla luce del progressivo allargamento dell'Unione europea verso i Paesi
dell'est e potrebbe fornire una significativa opportunit per scambi commerciali e di servizi, con
evidenti ricadute positive sull'economia locale che caratterizzata da un tessuto produttivo fatto di
piccole e medie imprese industriali, commerciali, artigianali e turistiche,
impegna il Governo:
ad agire con tempestivit al fine di scongiurare il rischio di una deindustrializzazione dell'area, ed in
particolare:
a) a considerare l'opportunit, per quanto di competenza e in conformit alla disciplina comunitaria
in materia di aiuti di Stato, di introdurre per la regione di confine sopradetta un regime di fiscalit di
vantaggio, anche temporaneo, in materia di dazi doganali ed extra-doganali, di imposte sui consumi
e sui redditi limitatamente a quelli prodotti nella zona franca, al fine di interrompere il processo di
delocalizzazione gi in atto per effetto di una concorrenza impari degli Stati confinanti;
b) a sostenere le imprese operanti nell'area sopra individuata attraverso un'incisiva semplificazione
fiscale e burocratica, per consentire alle nuove imprese e alle imprese dei giovani di poter
competere, oltre che sul piano fiscale, anche su quello organizzativo con le imprese omologhe dei
Paesi confinanti in quell'area;
c) a prevedere iniziative volte a contrastare i fenomeni di disagio sociale ed economico causati dalla
concorrenza degli Stati confinanti, a interrompere il processo di delocalizzazione degli impianti
produttivi in corso, nelle aree oltre confine, e a favorire il rilancio economico e imprenditoriale
friulano.
(1-00705) Gigli, Dellai.

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