Quando leggo i manoscritti o le lettere degli scienziati piu originalie piu ispirati,
trovo spesso espressioni di disperazione - comeI? accaduto per Keplero, di cui
riparlererno brevernente alla h e -quando vengono a scontrarsi con i limiti dda
conoscenza e d d epossibilita del loro tempo. Un esernpio tipico i il comment0
diHeisenberg sullo stato confuso della fisica quantistica all'inizio degli anni venti:
Non potevamo risolvere questi problemi con strumenti razionali ..
Quindi cadremmo nella disperazione ... Questo stato di disperazioneprodusse un
cambiamento nella nostra mente. Improvvisamente [ci dicemmo bene, dobbiamo
sernplicemente ricordare che il linguaggio di cui disponiamo non ci basta piu, che
siamo nel regno della fisica,dove le nostre parole non significano molto
Questa lotta ha messo d a prova I'equilibrio mentale di piij diuno scienziato, e a volte
ha rninacciato anche la loco vita. Alcuni,tra cui Newton, Einstein e Robert
Oppenheimer hanno avuto fortiesaurimenti nervosi. Altri hanno tentato il suicidio, a
volte riuscendoci,come Julius Robert Mayer, uno de& scopritori dellalegge di
conservazione dell'energia; Ludwig Boltzmann, Paul Ehrenfeste molti altri
A mio parere la metafora rnigliore per la condizione di unoscienziato che opera ai h i
t i delle sue capacith intellettuah i quelladi una persona intrappolata in una stretta
prigione, una bucaprofonda circondata dalle alte mura di quello che e gia noto,
dellaconoscenza che soddisfa i comuni mortali ma che opprime gliuomini straordinari
e li fa soffrire di claustrofobia. Essi scavanocon le unghie quelle pareti, come fece
Keplero per 15 anni, cercan0di scalarle o di abbatterle, per sfuggire all'incompletezza
delnoto e accedere a1 rnondo che c'i dd'altra pane, e del quale hannosolo una
ossessionante premonizione. Robert Oppenheimeruna volta paragon6 il lavoro su
problemi molto difficili al tentativo di strisciare verso I'alto all'intemo di una
montagna, senza sapere dove e quando si trover una via d'uscita
Questo mi ha portato a fonnulare il secondo e il terzo assioma:uornini ispirati che
sfidano i limiti, profondamente insoddisfattidelle conoscenze della loro epoca, sono
sempre esistiti e di sicuroesisteranno sempre. Essi adattano vecchi strurnenti, ne
inventanodi nuovi, fanno incursioni oltre i confini della loro disciplina. Comeil fisico
e fdosofo P.W. Bridgman disse in modo memorabile,il metodo della scienza consiste
riel fare del proprio megko, senzaesclordere nullo. Percib, contrariamente a quanto
sosteneva CharlesBabbage nel suo pessimistico libro sul Declino della scienza
inInghiltewa, pubblicato solo un anno prima che Michael Faradayscoprisse il
fenomeno dell'induzione elettrica; contrariarnente alleopinioni apocalittiche espresse
nel Tramonto dell'occidente daOswald Spengler, il quale era convinto che la scienza