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--- ML CRESCERE --La Luce dell'Anima - 10

Spedita in febbraio.
Arretrati e materiale vario in: www.viveremeglio.org
Coordinatore: Dr. Mario Rizzi (mario.rizzi@tin.it)
SOMMARIO:
FENOMENI DI MISTICISMO
Le sette sotto inchiesta
Sette: idee e vita
Un suggerimento di Roberto Gervasio
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
FENOMENI DI MISTICISMO (1)
Negli ultimi anni le societ industrializzate dell'Occidente sono state percorse da un fermento religioso
di vaste proporzioni. E' un fenomeno che ha assunto forme molto diverse ma che comunque trova
fondamento nella profonda crisi di valori che contraddistingue le nostre societ, proiettate alla ricerca
di un successo e di un benessere concepiti spesso in termini esclusivamente materiali.
Il revival religioso sembra compiersi al di fuori delle religioni istituzionali, incapaci spesso di uscire da
una prospettiva dogmatica, rituale e consolatoria. Si tratta certamente di un fenomeno ambivalente: il
tentativo di dare alla propria esistenza un senso che vada aldil delle finalit materialistiche di
abbondanza e benessere pu condurre ad approdi molto diversi e talora opposti.
La ricerca di verit e di significati pi profondi ha condotto taluni sulla strada di un'autentica crescita
interiore, alla riscoperta di una spiritualit che ha assunto forme nuove: si pensi alla diffusione dello
yoga, dello Zen e di alcune forme di meditazione di derivazione orientale. In altri casi gli effetti sono
drammatici e spesso contrari alle stesse intenzioni iniziali di chi ha intrapreso la nuova via: invece che
una liberazione si verifica una perdita di libert, piuttosto che a un arricchimento spirituale e umano si
assiste a un impoverimento della persona, a un restringimento piuttosto che a un allargamento della
coscienza.
La ricerca compiuta negli Stati Uniti da Conway e Siegelman documenta questo aspetto del fenomeno,
che non certamente l'unico, ma che non pu essere trascurato, soprattutto negli Stati Uniti, dove ha
assunto dimensioni socialmente rilevanti e ha dato luogo a tragedie come la strage di Bel Air dove
perse la vita l'attrice Sharon Tate e il suicidio collettivo dei seguaci del reverendo Jones in Guyana nel
1978.
La situazione italiana appare diversa. Qui il fenomeno sembra avere pi solide radici culturali ed
esprimersi in forme meno oppressive di quelle descritte dai due ricercatori americani soprattutto nei
casi (vedi i seguaci del buddismo tibetano e gli arancioni di Rajneesh) in cui la dottrina pone al centro
dell'insegnamento la liberazione dell'individuo da ogni costrizione e conformismo sociale.
LE SETTE SOTTO INCHIESTA (2)
Flo Conway e Jim Siegelman hanno interrogato persone che avevano fatto parte di sette e gruppi
religiosi. Dalle loro risposte emersa una dura realt.

... Questa ricerca, condotta su scala nazionale tra ex-adepti delle varie sette, ha messo in luce che molte
di queste, nella loro opera di proselitismo e nei loro rituali, si avvalgono di una nuova forma di controllo mentale, una manipolazione senza precedenti nella storia della nostra societ.
Effettuare un confronto con il lavaggio del cervello sarebbe fuorviante, poich tale metodo di
condizionamento del pensiero si basa sulla coercizione fisica come fattore dirompente.
Nelle sette americane, la partecipazione inizia quasi sempre volontariamente. Dal primo contatto alla
conversione e nella vita quotidiana degli adepti, il controllo non viene esercitato attraverso la coercizione fisica, bens attraverso un mezzo ancora pi potente: l'informazione.
Strategia dell'alienazione
Abbiamo studiato per sei anni le tecniche di comunicazione usate da alcuni santoni delle sette
americane per ottenere il controllo mentale delle persone e abbiamo riscontrato che essi si basano
prevalentemente sull'uso - e sull'abuso - di informazioni: linguaggio ingannevole e distorto, suggestione
studiata ad arte e intense esperienze emozionali, tattiche alienanti portate al limite dello sfinimento
fisico e dell'isolamento.
In genere, per arrivare a ci, le sette svolgono un'intensa opera di proselitismo con linguaggio
imbonitore: abbacinanti immagini di facili vie all'estasi e d'incontri personali con Dio, Cristo o altri
messia viventi della setta. E quando l'individuo e ormai completamente coinvolto, la conversione
avviene generalmente nel momento di un'intensa esperienza determinata dalla manipolazione
dell'informazione.
All'inizio delle nostre ricerca abbiamo notato pi di venti gravi alterazioni mentali, emozionali e
fisiche, conseguenza della vita di setta. Fra le modificazioni fisiologiche vi sono: elevato aumento o
perdita di peso, dermatiti esantematiche, eczemi, acne; disfunzioni mestruali nelle donne, variazioni del
tono vocale e diminuzione della crescita della barba negli uomini. Le pressioni indotte dalla gregariet
portavano anche a sensi di colpa, fobie, ostilit e crisi depressive, esplosioni di violenza e tendenze
autodistruttive.
Ma gli effetti pi inquietanti sono costituiti da turbe della coscienza, della percezione, della memoria e
di altre funzioni fondamentali legate all'elaborazione delle informazioni. Alcuni ex-adepti lamentano
disorientamento fluttuazioni fra stati di coscienza e di obnubilamento, incubi ricorrenti, allucinazioni e
fissazioni; esperienze di fenomeni psichici stupefacenti o snervanti e, assai diffusa fra gli appartenenti a
sette note per il loro intenso rituale ripetitivo, un'incapacit a interrompere i ritmi mentali del
salmodiare, della meditazione e della confessione pubblica ...
... Ci si domanda come sia possibile alterare il modo di pensare e di sentire di una persona con il solo
mezzo dell'informazione. Gli studi condotti nel campo della neurofisiologia hanno chiarito che, fin
dalla nascita, gli schemi mentali di elaborazione vengono modellati e conservati da un flusso costante
di informazioni. Possiamo andare pi in l e affermare che, a qualsiasi et, possibile alterare o
deteriorare questi stessi schemi mediante un improvviso bombardamento di informazioni o di
esperienze nuove.
Parlando con alcuni neurofisiologi e specialisti di bio-informatica della Stanford University, Caltech, e
dell'University of California, Berkeley, abbiamo appreso che, in alcuni casi, esperienze nuove e intense
possono innescare una riorganizzazione di microstrutture sinaptiche di vecchia data; in altri, nuovi
modelli intellettuali e psicologici possono superare o sovrapporsi ai precedenti.
Ma, fin dall'inizio della nostra ricerca, abbiamo osservato uno stretto rapporto tra la frequenza e la
gravit degli effetti riscontrati e la quantit di tempo dedicata alla pratica di riti disgregatori dell'autonomia mentale. Una pratica protratta di queste tecniche sembra imprimersi nella mente in modo pi
duraturo. Nelle nostre conversazioni con ex-adepti, abbiamo sentito parlare di turbe mentali ed
emozionali che persistevano per mesi, talora anche per anni, dopo il distacco dalla setta. Testimoni
sconvolti dicevano di aver avvertito un vero e proprio dolore fisico quando tentavano, per la prima

volta dopo anni, di prendere decisioni autonome e razionali; ricordavano periodi d'incapacit a distinguere fra mondo reale o esterno e mondo immaginario o interno.
Alcuni ex-adepti affermano di essere diventati incapaci di pensare; di non essere pi sicuri delle proprie
azioni e di non essere in grado di ricordare avvenimenti risalenti al periodo di appartenenza alla setta o
precedenti a esso. Una giovane donna che per diversi anni ha fatto parte della Chiesa di Scientology si
resa conto che la sua mente aveva smesso completamente di funzionare. "Ho dormito, La mia mente
rimasta inerte per quasi se anni e mezzo - ci dice. - La mia personalit ha smesso di evolversi sia
intellettualmente che psicologicamente, non appena ho incominciato gli esercizi iniziatici. Ero come
stordita e ipnotizzata".
I risultati della ricerca
Il nostro studio si concluso nel 1981 avevamo esaminato oltre 400 ex-appartenenti a 48 diverse sette,
incluse le cinque pi importanti sette religiose internazionali, Scientology, Missione della Luce Divina,
La Via, Chiesa dell'Unificazione Hare Krishna, le sette locali e le sette minori, quali I Bambini di Dio
(o Famiglia dell'Amore), Il grande Faro, seguaci d guru orientali.
Abbiamo sollecitato 98 risposte precise e 4 risposte pluriopzionali a domande che riguardavano ogni
fase dell'esperienza pseudomistica: reclutamento, vita gregaria, de-condizionamento, riabilitazione
effetti a lungo termine.
Le risposte erano assai varie, secondo l'et - dai 15 ai 25 anni (et media: 21 anni - e il periodo di
appartenenza alla setta - da 3 giorni a 12 anni (periodo medio: 3 mesi). Erano divise pariteticamente per
sesso (51 per cento uomini, 49 per cento donne), mentre variava ampiamente l'estrazione religiosa (46
per cento protestanti, 26 per cento cattolici, 21 per cento israeliti, 7 per cento atei, agnostici o altro).
Dalle risposte alle nostre domande, sulla loro vita quotidiana, emerge una dura realt. Per la maggior
parte di membri la vita di setta un moto perpetuo, un estenuante programma di lavori umili, di
raccolta di fondi e opera di proselitismo senza sosta, il tutto intrecciato con obblighi rituali e di
devozione. Nella maggior parte delle sette, i rapporti sessuali sono scarsamente importanti. Prevale il
celibato (72 per cento), bench un quarto circa delle persone (24 per cento) riferisca di aver avuto
rapporti eterosessuali almeno occasionalmente.
Lo sfruttamento sessuale a opera dei membri d'alto rango minimo. Solo il 5 per cento ammette di aver
avuto rapporti sessuali coi maggiorenti della setta. Un'importante eccezione costituita dai Bambini di
Dio, alle cui donne s'impone di trasformarsi in pescatrici di uomini e prostitute felici per Ges. Il 60 per
cento di esse riferisce di aver avuto rapporti sessuali coi membri d'alto rango.
Le punizioni fisiche, di cui parla circa uno su cinque intervistati, comprendono digiuni, asservimento
fisico, docce e immersioni fredde e ore di fatiche umilianti e degradanti. Un ex-scientologo riferisce:
"Fui tenuto in un 'campo di prigionia' sotto sorveglianza e isolato per quindici mesi. Per tutto il tempo
si cerc di convincermi che ero pazzo e malvagio".
Le sette si aspettano per ben altro che contributi spirituali. Il nostro modesto campione aveva versato
oltre I miliardo e ottocento milioni - risparmi e possedimenti - al proprio gruppo (donazione media:
circa mezzo milione) e quasi met degli intervistati era impegnata in campagne per la raccolta di fondi
e in lavori esterni che avevano fruttato, nel periodo di appartenenza, altri 8 miliardi (apporto medio: 1
milioni e mezzo).
Senza alcuna eccezione, le attivit pi vincolanti consistono nelle intense pratiche quotidiane, rituali o
terapeutiche, richieste da ogni setta. I metodi variano largamente da setta a setta: meditazione per la
Missione della Luce Divina; incentramento sugli insegnamenti del reverendo Moon, per i suoi seguaci;
il rituale delle confessioni per La Via; i regimi di training e la consulenza pastorale per gli scientologi:
il canto dei mantra per i seguaci di Krishna.
I nostri intervistati riferiscono di aver dedicato da tre a sette ore al giorno all'assolvimento di uno o pi
di questi obblighi. Vi erano, inoltre, quotidianamente, i riti di gruppo, comprendenti sedute

parapsicologiche. psicodrammi, elaborazione di fantasie e una serie di attivit religiose ad alto


coinvolgimento emotivo. Inoltre, quasi tutti gli intervistati riferiscono di aver dedicato 20-30 ore settimanali a conferenze, seminari, o allo studio privato della loro dottrina.
L'estenuante programma di attivit devote va da 40 a 70 ore settimanali (tempo medio: 55 ore),
trascorse in varie pratiche di controllo della mente. Il risultato pu essere catastrofico. Quasi tutti i
nostri 400 intervistati riferiscono di aver sofferto di uno o pi degli effetti negativi a lungo termine da
noi catalogati nella nostra ricerca iniziale. In questa parte DK nostro studio avevamo ovviamente
escluso quelle persone che avevano avuto precedenti problemi di salute fisica o mentale.
"Quando lasciai la setta - dice uno degli intervistati - mi sentivo distrutto, sconvolto e atterrito da tutti e
da tutto, soprattutto da me stesso". Un ex-seguace di Moon si sfoga: "Sono furioso. Mi sono rovinato la
salute con anni di denutrizione, di paura, di sensi di colpa, di tensione nervosa".
Ma, come gi stato sottolineato, nel campo delle turbe della percezione, della memoria e delle altre
funzioni legate all'elaborazione delle informazioni che la nostra analisi si fa pi rivelatrice. Il 52 per
cento degli intervistati riferisce di periodi di disorientamento o di fluttuazione fra stati di coscienza e di
obnubilamento. Il 40 per cento riferisce di aver incubi sulla setta. Pi di un terzo riferisce di non
riuscire a rompere ritmi mentali del salmodiare, della meditazione e della confessione pubbliche. Uno
su cinque dice di aver sofferto di allucinazioni e fissazioni per otto anni dopo il distacco dalla setta.
"Pensare fa male, fa male fisicamente". dice un ex membro della Missione della Luce Divina. La setta
ha limitato le mie facolt immaginative e creative in modo forse irreparabile" dice un altro.
Per molti ex-adepti, uscire da queste sette si dimostrata la pi tormentosa delle prove. In media, una
completa riabilitazione richiede pi di sedici mesi. Pi di uno su cinque degli intervistati riferisce di
aver avuto quel periodo cruciale tendenze suicide o autodistruttive. e pi di uno su tre ha dovuto
ricorrere a terapie di sostegno anche nel periodo successivo.
Questi diffusi resoconti di effetti traumatici starebbero dunque a dimostrare che le sette provocano
turbe informazionali? Di per s, no. Ma la nostra ricerca ha messo in luce quello che sembra essere un
rapporto numerico diretto fra le ore settimanali dedicate ai riti e all'indottrinamento e gli effetti a lungo
termine. Inoltre abbiamo riscontrato un'analoga correlazione fra ore settimanali dedicate ai rituali e
all'indottrinamento e tempo di riabilitazione. Detto in parole povere: i nostri dati sembrano confermare
che il trauma psicologico inferto dalle sette ai loro membri direttamente proporzionale al tempo dedicato all'indottrinamento e ai riti di controllo della mente.
Ma vi un secondo fattore, ancor pi sorprendente: in molte sette, dopo il primo periodo di tre-sei mesi
di noviziato, le conseguenze del rituale e dell'indottrinamento variano di poco, qualunque sia il periodo
di permanenza nel gruppo. In altri termini: la maggior parte del danno sembra verificarsi nei primissimi
mesi ...
Il decondizionamento
Alcuni dei commenti pi appassionati ci vennero in risposta alle nostre domande sul distacco e sul
decondizionamento. Dall'inizio degli anni '70, quando si cominciato ad allontanare a forza, su
richiesta delle famiglie, i giovani che avevano aderito alle varie sette, il decondizionamento sempre
stato un punto dolente all'interno del dibattito sui diritti civili. I portavoce delle sette lo condannano
come violazione brutale dei diritti individuali e delle garanzie costituzionali sulla libert di culto,
mentre gli ex-aderenti l'approvano come intervento provvidenziale che aiuta i giovani a ritrovare la loro
autonomia mentale.
A propria difesa, gli psicologi che operano il decondizionamento affermano che l'allontanamento
forzato solo un mezzo esterno e il processo di decondizionamento una pura e semplice maratona di
domande e risposte.

Ai membri vengono fornite informazioni sulle pratiche di culto e sui loro possibili effetti sulla mente;
essi sono inoltre incoraggiati a esaminare i loro dubbi e problemi. Attraverso questo procedimento,
quasi tutti i giovani emergono dal loro stato di trance nel giro di pochi giorni.
La nostra inchiesta ha confermato che il decondizionamento il primo e vitale passo sulla via del
recupero dello stato di indipendenza mentale. Durante questo processo si passa attraverso tre fasi distinte: anzitutto la separazione, che, per chi sotto controllo mentale, pu comportare il distacco forzato
dalla setta: poi, il decondizionamento vero e proprio; infine, un pi lento processo di riabilitazione, nel
quale l'individuo ricostruisce gradualmente le proprie indebolite capacit di pensiero e decisionali,
nello stesso modo in cui si riallenerebbe un muscolo atrofizzato.
Pi dei due terzi (il 71 per cento) degli intervistati sono stati decondizionati, ma di essi solo il 40 per
cento stato allontanato a forza. In genere, quelli che sono stati decondizionati si sono ripresi pi
rapidamente e hanno risentito meno degli altri degli effetti a lungo termine. I giovani decondizionati
hanno richiesto, in media, un periodo di riabilitazione di dieci mesi pi breve (14 mesi anzich 24) e
presentato, in media, meno della met degli effetti a lungo termine.
Non abbiamo trovato prove che suffragassero talune affermazioni secondo le quali il
decondizionamento avverrebbe in modo violento. Solo il 5 per cento parla di minacce, di insulti e di
maltrattamenti fisici durante la separazione o il decondizionamento e in 6 di questi casi si trattava di
lesioni auto-inferte.
Il campo del decondizionamento resta il punto cruciale del dibattito, ma i responsabili della salute
pubblica si sono fermamente rifiutati di riconoscerlo formalmente. Malgrado i molti problemi e alcune
gravi deficienze da parte di decondizionatori inesperti, questa terapia resta il solo rimedio ora
disponibile per molte vittime del controllo mentale.
SETTE: IDEE E VITA (3)
E' un fatto elementare, ma spesso dimenticato, che ogni setta ha almeno due aspetti: un'ideologia e una
prassi. Non si possono capire i Testimoni di Geova, ad esempio, se ci si dimentica che aspettano la fine
del mondo. Questo l'aspetto "ideologico", con tutta una storia che gli studiosi possono analizzare.
Chi non conosce direttamente le sette tende a guardare soprattutto le loro idee. Le sette tendono a
pubblicare molto materiale di propaganda di facile reperimento, che una persona colta pu confrontare
con altro materiale di altri gruppi per ricostruire dei filoni culturali o ideologici.
E' insomma un lavoro che si pu fare in "casa" senza sforzi eccessivi. Ma questo approccio ha alcuni
limiti.
Spesso ci sono due gruppi con le stesse idee, per con comportamenti radicalmente diversi. Ad
esempio, nella Societ Teosofica e in Nuova Acropoli si dicono le stesse identiche cose. Ma nella
Societ Teosofica ci si riunisce s e no una volta al mese per una chiacchierata, mentre i seguaci di
Nuova Acropoli finiscono sulla cronaca dei giornali per campi paramilitari, traffico di reperti
archeologici e possesso di armi da fuoco. Si cercherebbe invano una spiegazione in termini di meri
"filoni culturali".
Poi, chi appartiene a una setta di solito non sa nulla di "filoni culturali". E' in genere una persona
piuttosto semplice, e per lui le idee della sua setta non hanno storia: sono una rivelazione personale del
fondatore. Egli ignora che altri gruppi hanno idee simili, e se lo sa, li considera degli imitatori.
Infine, nessuna setta considera le proprie idee fini a se stesse. Parafrasando Marx, il loro scopo non
interpretare il mondo, ma cambiarlo. Il loro ragionamento semplice. Nel mio gruppo, possibile
trovare la salvezza o la realizzazione, vivendo in un certo modo. Questo costituisce una esperienza. Ma
un'esperienza non si pu trasmettere: si pu solo fare un po' di "poesia" che ne renda vagamente l'idea,
e che attiri la gente a fare la stessa esperienza. Quindi il materiale pubblico di una setta spesso uno
specchietto per le allodole.

Appartenere ai Testimoni di Geova non significa solo credere in "Geova": bisogna esserne anche
"Testimoni", cio vivere in un certo modo.
Questo significa una vita intera fatta di obbedienza ad una organizzazione con sede a Brooklyn;
significa farsi sbattere le porte in faccia, giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno;
significa che il massimo di creativit ammessa consiste nel leggere pubblicamente discorsi scritti da
sconosciuti; significa vivere nel quotidiano terrore del "mondo"; significa allevare i propri figli a
obbedire a mille piccoli divieti, come ad esempio partecipare alla festa di compleanno di un compagno
di classe; significa non andare al cinema, separarsi dai parenti, senza poter nemmeno crearsi una vita
alternativa che soddisfi le esigenze fondamentali della vita umana. Cosa che comporta un grado
altissimo di frustrazione, che ogni tanto esplode in atti di violenza. Studiare la vita quotidiana e l'organizzazione di una setta molto pi difficile che leggerne i testi pubblici.
Ogni setta si propone come gruppo perfetto. Ogni setta ha quindi qualcosa di fondamentale da
nascondere: il divario tra questa presunta perfezione e la realt. E ogni membro di una setta
mobilitato per tenere questo segreto. Un segreto che pu consistere semplicemente nel fingere di essere
felici quando si e infelici, oppure in reati, o almeno in pratiche che "il mondo non potrebbe capire": la
setta della "Grande Madre" non parler mai pubblicamente del fatto che essa divide le coppie, ne
"rieduca" i figli in austere scuole in India e fa risposare i genitori secondo i capricci della "Madre" stessa. Tutte cose che la setta considera "buone", ma che la societ ripudia.
Per una setta, svelare uno di questi "segreti" costituisce un grave delitto: I'adepto che lo fa diventa un
nemico morale del gruppo.
Se un ricercatore viene a conoscenza di uno di questi segreti, pu parlarne o tacere. Se parla, diventa
automaticamente nemico della setta e si preclude l'amicizia dell'oggetto delle sue ricerche. Se tace,
diventa complice. A una setta non preoccupa una critica "ideologica", anche profonda e seria;
preoccupa solamente lo svelamento dei suoi segreti.
Alcuni ricercatori, di grande capacit intellettuale, scelgono la via pi comoda: quella di limitarsi a
discutere con spirito critico le idee di questi gruppi, ma accettando di tacere della loro realt
organizzativa. A questo punto, questi ricercatori corrono il rischio di diventare dei "testimoni" della
stessa, che pu dire: "Vedete, questo grande studioso critica la nostra ideologia, ma non presta orecchio
alle calunnie contro di noi".
Per arrivare a capire cosa veramente una setta, bisogna avere molta pazienza. Bisogna diffidare di un
loro eventuale rancore, certo, ma bisogna anche capire che questo rancore ha spesso fondati motivi. Un
cane, tenuto per una vita a guinzaglio corto, pu essere un cane furioso; ma la sua stessa furia un
indizio di quello che ha subito.
Bisogna capire che il materiale pubblico delle sette materiale propagandistico, e quindi bisogna
imparare a leggere il materiale interno e segreto delle sette.
Bisogna notare piccoli particolari - la setta della "Grande Madre", ad esempio, nel suo dpliant dice
esplicitamente che non ci sono "divise" nell'organizzazione, ma nelle conferenze si vede che tutte le
ragazze appartenenti al gruppo portano gonne molto lunghe. Nulla da ridire - ma il fatto che le portino
tutte vuol dire che c' una direttiva in questo senso. Lo stesso dpliant dice che i corsi della setta sono
gratuiti, ma stampato a colori su una bella carta patinata. E cos via.
Uno studio obiettivo di una setta non pu piacere alla setta stessa. Perch deve includere una ricerca
proprio sulla vita quotidiana, sull'organizzazione e sui "segreti".
La setta si ritiene perfetta; se viene vista come meno che perfetta, si offende ed entra in una condizione
paranoica, perch crede di essere aggredita. Siccome ogni setta si d una grande importanza, ritiene che
questa aggressione provenga da qualche potente nemico. La "Grande Madre" - nota a ben poche persone - ritiene che esista una congiura diabolica in tutto il mondo contro di lei. Quindi chi ne svela i
segreti un nemico del progresso dell'umanit.
Nuova Acropoli ritiene che la stessa "Inquisizione che ha messo al rogo Giordano Bruno" le stia
facendo la guerra.

Scientology crede che esista una congiura mondiale di psichiatri ai suoi danni.
Quindi chi studia le sette seriamente diventer automaticamente non solo un estraneo, ma anche un
"agente" di queste "cospirazioni", e sar trattato di conseguenza. Un prezzo che non tutti i ricercatori
sono disposti a pagare.
Un suggerimento di Roberto Gervasio (4)
Tutto ci che posso fare, ora, di tentare di mettere in guardia con i mezzi a disposizione la gente,
cercare di evitar loro esperienze traumatizzanti.
Questi mistificatori non sono una teoria astratta, sono vicini, vicinissimi a noi. Hanno persone
incaricate di fare proseliti ovunque, utilizzano tutti i sistemi moderni di comunicazione.
I mercanti dell'occulto, quelli che vi promettono (a pagamento) I'illuminazione, la conoscenza,
addirittura la remissione del Karma, il risveglio Iniziatico, vivono fra noi.
Quelli che vi promettono di cambiare in meglio la vostra vita, che dicono di curare il cancro ed ogni
altro male, sono persone reali, mettono su giornali e riviste lusinghiere inserzioni, diffondono opuscoli
mielati con fotografie e disegni accattivanti. Spesso hanno consulenti psicologi, esperti in messaggi
subliminali che impostano le loro campagne pubblicitarie!
Attenzione! Usate la massima, assoluta attenzione! Andateci cauti prima di fare qualunque scelta.
Prima di prendere decisioni in loro favore pensate e ripensate ...
Fate questo semplicissimo ragionamento che tratto dal Vangelo. Quando chiesero a Ges come fare
per riconoscere i falsi profeti, Ges rispose: "Un albero si riconosce dai frutti che porta".
Sulla base di questa similitudine ribaltate il discorso e chiedetevi: "Costui mi sta promettendo mari e
monti, perch lo fa? Quale il suo tornaconto? A chi, o a cosa giova? Cosa guadagna lui da questo e
cosa guadagno io?"
Fate questo discorso a mente fredda. Valutate quanto di vostro pu passare a lui, quanto beneficio
materiale pu provenirgliene e quanto beneficio effettivo potr invece venire a voi.
Le cose dello spirito, dovrebbero essere date con amore e per amore. Non vendute, mercificate e
strapagate. Fate prima il calcolo di quanto denaro pu ricavarne l'altro e quanto potete beneficiarne voi.
Lucidamente.
Fatta questa semplice operazione allora decidete cosa fare o non fare. Questo purtroppo un vortice
che non avr mai fine perch la massa di persone che brancola nel buio alla ricerca di qualcuno
disposto a dar loro una mano, un appoggio morale, enorme!
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Ringraziamo tutti gli autori, che, con il loro lavoro hanno permesso questa raccolta e ci scusiamo
qualora avessimo fatto qualche errore nel citare la fonte originale del materiale presentato.
Il numerino vicino al titolo, qualora utilizzato con i riferimenti bibliografici, permette di conoscere la
fonte del brano proposto.
1) Articolo di Paolo Anselmi su Science Digest, luglio 1983, pag. 74
2) Estratto da un articolo di Flo Conway e Jim Siegelman su Science Digest, luglio 1983, pag. 74
3) Articolo di Giulio Franceschini su Presenza Cristiana, novembre 1974.
4) Giuditta Dembech, Quinta Dimensione, pag. 156
Edizione L'Ariete (1989)

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