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Riga n. 30
Roland Barthes
Roland Barthes
Come vivere insieme
il metodo e la cultura (12 gennaio 1977)
Metodo? Al momento di iniziare questo nuovo corso,
penso a unopposizione nietzschiana cara a Deleuze:
metodo/cultura.
Il metodo suppone una buona volont del pensatore,
una decisione premeditata. Di fatto, un mezzo per
evitare di andare in un certo luogo, o per garantirsi la
possibilit di uscirne (il filo nel labirinto). Effettivamente,
nelle cosiddette scienze umane compresa la semiologia
positiva metodo (io stesso ne sono stato attratto):
1. Procedimento verso un fine, protocollo di operazioni
volte a ottenere un risultato; ad esempio: metodo per
decifrare, per spiegare, per descrivere esaustivamente.
2. Idea di strada dritta (che procede verso uno scopo).
Paradossalmente, la retta via designa i luoghi dove in
realt il soggetto non vuole andare: feticizza il fine come
luogo e attraverso questo procedimento, scartando altri
luoghi, il metodo entra al servizio di una generalit, di una
moralit (equazione kirkegaardiana). Il soggetto, per
esempio, abdica a ci che non conosce di se stesso, il suo
irriducibile, la sua forza (senza parlare del suo inconscio).
cultura: Nietzsche ( senso umanista, irenico) =
violenza subita dal pensiero, una formazione del
pensiero sotto lazione di forze selettive, un
addestramento che mette in gioco linconscio del
pensatore = la paideia dei Greci (che non parlavano di
metodo). Addestramento, forza, violenza: non
bisogna prendere queste parole in senso proprio. Si deve
tornare allidea nietzschiana di forza (e non questo il
luogo adatto per farlo), come generazione di una
differenza: si pu essere gentili, anche educati! E stare
nella paideia.
Cultura, come addestramento ( metodo), rinvia per
me allimmagine di una sorta di dispatching dal tracciato
eccentrico: esitare tra frammenti, frontiere di saperi, di
sapori. Paradossalmente, cultura cos intesa, nel senso di
riconoscimento di forze, antipatica allidea di potere (che
nel metodo). (Volont di potenza volont di potere).
Si tratta quindi, almeno in senso postulativo, di cultura,
non di metodo. Non avere aspettative sul metodo a
meno di non considerare la parola nel senso che le
attribuiva Mallarm: finzione: linguaggio che riflette sul
linguaggio. Esercizio della cultura = ascolto delle forze.
Ora, la prima forza che posso interrogare, interpellare,
quella che conosco di me, anche attraverso linganno
dellimmaginario, la forza del desiderio, o per essere pi
precisi (giacch si tratta di una ricerca), la figura del
fantasma.
Fantasma
Cfr. Lezione inaugurale sullinsegnamento fantasmatico.
Far partire la ricerca (ogni anno) da un fantasma. Scienza
e fantasma: Bachelard: groviglio di scienza e immaginario
(XVIII secolo). Ma moralismo di Bachelard: la scienza si
costituirebbe per decantazione dei fantasmi. Senza
discutere questo concetto (si potrebbe dire che non vi
decantazione, ma sovrimpressione del fantasma e della
scienza), immaginiamo di trovarci prima di tale
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sugo.
Un quarto di capriolo con salsa di cetriolini tritati.
Un rombo al naturale.
Un cosciotto di castrato alla provenzale.
Un tacchino tartufato.
Pisellini novelli.
Espressione: Ah, amico mio, che amabile apparizione! Ma
questo un autentico festino!.
Terza serie
Reddito presunto: 30000 franchi e oltre (Ricchezza)
Un tacchino di sette libbre, farcito di tartufi del Prigord
fino a ottenere la conversione in sferoide.
Un enorme pt di fegato di Strasburgo in forma di
bastione.
Una grossa carpa del Reno la Chambord, con ricco
contorno.
Quaglie tartufate al midollo, adagiate su crostini imburrati
al basilico.
Un luccio di fiume steccato, farcito e accompagnato da una
crema di gamberi, secundum artem.
Un fagiano frollo al punto giusto, lardellato, adagiato su un
crostino lavorato la sainte alliance.
Cento asparagi novelli, del diametro di un pollice, in salsa
allosmazoma.
Due dozzine di ortolani alla provenzale secondo la ricetta
di Le Secrtaire et le Cuisinier.
Espressione: Ah signore, o meglio altezza, il vostro cuoco
un uomo veramente ammirevole! Queste cose si trovano
soltanto da Voi!.
Le pietanze sono valori quotati alla Borsa della Storia. Per
Brillat: Uova montate a neve: segno di mediocrit
oggi, buoni ristoranti. Il sistema delle connotazioni
alimentari = tracce laiche della grande simbolica del cibo,
spostata con limmaginazione dalla Natura (metafisica,
religiosa) allapparenza sociale (la Societ diventata la
nostra Natura).
2. Una semiologia del cibo? I codici di connotazione = la
sua prima branca. Ma non tutto: un altro problema
semiologico: il profilo (il prospetto) della parola
alimentare. In generale, sono persuaso che il rapporto
della parola con il referente non riducibile una volta per
tutte a uno schema universale. Il soggetto lettore, uditore,
ha un rapporto differenziale con le parole in funzione dei
loro referenti. Questa sarebbe una via di ricerca della
filologia attiva, voluta da Nietzsche: filologia delle forze,
delle differenze, delle intensit. La lettura pu (potr)
trovare la sua teoria solo se tiene conto del rapporto con la
parola (al singolare), in quanto distinto dallaffetto, il
desiderio, il disgusto ecc. In certe parole brilla, come un
flash, unimmagine, unidea del referente: non posso
leggere omelette senza un moto fugace di appetito o di
nausea. In ogni racconto, o rapporto, leggere dei men
significa trovarsi allintersezione di questi due assi
semiologici: la connotazione e laffetto.
3. Qualche esempio di men da leggere, considerati
secondo una lettura semiologica. (Naturalmente, la lettura
affettiva non pu essere sostenuta da nessuna
interpretazione. nellordine del fa venire
voglia/disgusta). Tipologie di esercizi di
interpretazione simbolica che mi limito a segnalare:
Monasteri buddisti di Ceylon. Prima colazione: t o caff
con zucchero, pane, gallette, burro, marmellata, miele.
Pranzo: riso al curry, verdura, latte fresco o cagliato,
frutta. Cena: t o caff zuccherato, ma senza latte, o
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