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Presentiamo on-line un articolo apparso sulla rivista Catechisti nella citt la Sintesi dei lavori
del Convegno Nazionale dei direttori degli Uffici catechistici diocesani La nostra lettera siete
voi... (2 Cor 3,2). Ascoltare le domande, comunicare il Vangelo, condividere lincontro con
Cristo, tenutosi a Reggio Calabria dal 15 al 18 giugno 2009. Il testo, che era stato preparato
per il convegno stesso da Andrea Lonardo e Paolo Sartor, stato riadattato per essere pi
comprensibile a persone non presenti allo svolgimento dei lavori. Tutte le relazioni del
Convegno sono on-line sul sito della CEI, al link Relazioni del Convegno UCD Reggio
Calabria 2009
(Gli scritti 9/9/2009)
nella
sofferenza
nel
lutto
per
preparare
la
scelta
del
matrimonio,
ecc.
Questo fatto emergeva dal convegno deve tornare ad essere guardato con grande simpatia
e con sincero apprezzamento, anche se le ragioni di questa vicinanza non hanno fin dallinizio
la
purezza
che
si
potrebbe
desiderare.
Sarebbe strano che si guardassero con grande simpatia le domande di vita ed i valori di coloro
che sono lontani dalla chiesa e non si sapesse apprezzare la domanda di chi bussa alle porte
della comunit cristiana o, addirittura, la abita anche se solo nella messa domenicale.
La centralit del primo annunzio, allora, non si contrappone alla complementare
consapevolezza del valore che ha tutto il tempo impiegato per laccoglienza e per la catechesi
ordinaria dei bambini, dei ragazzi, dei giovani, degli adulti.
come un Centro culturale, una associazione di lavoratori con le sue varie ramificazioni sul
territorio, una casa editrice e cos via. Erano state queste realt pubbliche a rendere possibili
gli
incontri
che
si
erano
poi
approfonditi
a
livello
personale.
Anche il contributo offerto da mons. Domenico Pompili, dedicato espressamente al tema della
comunicazione, ha mostrato limportanza che hanno i nuovi media nel costruire la visione del
mondo del nostro tempo e nel modificare in maniera pubblica ed onnicomprensiva i modi del
conoscere
e
dellincontrarsi
degli
uomini.
Il primo annunzio richiama, in sostanza, anche alla bellezza ed alla necessit di una fecondit
che non si preoccupi solamente dello spazio intra-ecclesiale, ma creativamente proponga
esperienze,
progetti,
valori,
istituzioni,
fuori
del
perimetro
ecclesiastico.
E questa cura della proposta della fede riguarda la chiesa nel suo insieme, proprio perch essa
una realt comunitaria e lannunzio sempre proposta della fede della chiesa e non
semplicemente di punti di vista particolari e parziali.
Ancora mons. Crociata ha invitato a percorrere fino in fondo la via della proposta di una Parola
che ha origine in Dio e solo in Lui proprio dinanzi al tentativo, che ha caratterizzato come
ossessivo nella cultura contemporanea, di autocentramento. Sarebbero miopi un annunzio
ed una catechesi che non facessero sempre di nuovo brillare lassoluta novit della rivelazione
divina
nellincarnazione.
Ma, proprio perch lamore il motivo dellevento del farsi uomo del Figlio di Dio, il primo
annunzio deve ascoltare, allo stesso tempo, sempre ed in forma ogni volta nuova e mai
compiuta una volta per sempre le domande delluomo che chiede di essere accolto ed amato
da Giampietro Ziviani stata ricordata in merito la Gaudium et spes con le sue pressanti
indicazioni
a
studiare
il
proprio
tempo
con
attenzione
e
rispetto.
Proprio la peculiarit del nostro tempo esige che si torni a riflettere sullinseparabilit, nella
fede cristiana, del contenuto della fede e della sua esperienza, del Logos e dellAgape che
caratterizzano la fede cristiana. Ancora mons. Crociata affermava che linseparabilit di
annuncio
e
testimonianza
non
sar
mai
sufficientemente
insistita.
Questo evidente proprio nella riflessione sul primo annunzio, dove ci si accorge facilmente
della originalit di ogni storia personale di conversione: talvolta una persona colpita dalla
testimonianza di gioia e serenit di un cristiano, altre volte dal servizio di un credente verso i
deboli, altre volte ancora dalle parole di un sacerdote o di un laico, scoprendo che ci che
riteneva non interessante e banale gli dischiude invece, improvvisamente, un mondo
totalmente
inedito.
Ma, una volta posto linizio, la verit della fede e la carit che ne nasce camminano insieme, di
modo che proprio la verit e la bont/bellezza del cristianesimo si richiamano continuamente a
vicenda. Non potrebbe resistere una fede che fosse solo bella o solo vera.
Vale la pena accennare qui, anche se solo di passaggio, alla questione del dubbio nella
ricerca di fede, pi volte sollevata nel convegno. Mons. Crociata specificava che bisogna
distinguere tra il possesso di Dio, che non avviene mai una volta per tutte, e la certezza
della fede che scaturisce, invece, dallaffidamento in Lui. Lesempio dellamore qui
illuminante. Chi ama il proprio sposo o la propria sposa non mette continuamente in dubbio
lamore su cui ha costruito la vita; se lo facesse, mettendo in continua discussione la verit
dellamore, farebbe entrare in crisi la famiglia che ne nata. Chi ama, piuttosto, vuole
certamente approfondire lamore e non ne mai sazio, ma non per questo dimentica di aver
compiuto una scelta che riempie di bene e di bellezza ormai tutta la vita.
Marco Tibaldi, nella sua testimonianza, ha specificato come le motivazioni della solidit, della
ragionevolezza e della bellezza oggettiva della fede siano particolarmente significative nel
primo annunzio: un eccessivo compiacimento del dubbio non aiuterebbe il vero cercatore di
Dio che, sperimentata linaffidabilit di altre proposte, si interroga sulla verit della fede
cristiana.
Mons. Bruno Forte, nel suo intervento, ha poi evidenziato anche la complementariet dei
diversi linguaggi utilizzati dalla Scrittura, dalla teologia e dal primo annunzio. Il linguaggio
metaforico affermava, citando Paul Ricoeur da a pensare, ma anche il linguaggio narrativo
ha grande importanza, cos come lespressione poetica. Non bisogna poi dimenticare proprio la
capacit sintetica della teologia: il cercatore di Dio ha bisogno proprio di quella visione
dinsieme che viene fornita dalla riflessione cristiana, poich essa sola gli permette di uscire
dalla frammentazione in cui vive. Proprio qui diviene evidente il valore del dogma e delle
espressioni sintetiche del vangelo rappresentate dal Simbolo di fede.
suo s alla vita, proprio perch essa opera sua e, nel suo amore, vuole darle pienezza e non
condurla in ristrettezza. La grande sfida che levangelizzazione deve affrontare proprio
quella della significativit della fede: la fede non pu che essere rifiutata se dovesse essere
percepita
come
mortificazione
della
vita.
In questo senso la storia del cristianesimo ha mostrato e deve mostrare oggi che la fede
accoglie tutto ci che umano; anzi, che essa porta a perfezione luomo, compiendo la sua
ricerca
di
verit
ed
il
suo
anelito
di
bellezza
e
bont.
Ma, daltro canto, la fede svela parimenti le situazioni dove tale pienezza manca e rivela il male
presente nella vita, nel cuore delluomo e nelle manifestazioni pubbliche dello spirito umano,
portandolo alla luce e chiamandolo per nome. Le meditazioni sullapostolo Paolo della patrologa
Borrello Bellieni hanno mostrato, nel corso del convegno, come fosse netta la denuncia
compiuta dall'Apostolo nei confronti dei falsi idoli e delle vie senza uscita degli epicurei e
stoici.
Il primo annunzio vivr cos sempre in una tensione fra accoglienza, denuncia e promessa di
compimento della realt.
povera,
abbandonano
il
cammino.
In questa prospettiva, appare importante tornare ad approfondire il grande tema
delliniziazione cristiana dei ragazzi e dei giovani e molti hanno reagito con grande interesse
agli accenni espliciti in merito compiuto da mons. Crociata nella sua relazione. Alla luce dei
contributi dedicati alla catechesi degli adulti, sar bene tornare allora a porre attenzione anche
alle pratiche consolidate, sperimentali o auspicabili, dell'iniziazione cristiana dei bambini e dei
ragazzi.
Questa rinnovata attenzione dovr, inoltre, essere posta in un orizzonte pi ampio di quello
meramente ecclesiale, nella consapevolezza che la difficolt di educare non riguarda solo la
Chiesa, ma anche il mondo della famiglia, quello della scuola, quello del tempo libero, ecc., che
tornano oggi ad interrogarsi su come sia possibile formare le nuove generazioni.