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Collegato alla religione era il culto dei morti: convinti dell'immortalit dell'anima, gli Antichi Egizi
credevano che essa, di tanto in tanto, tornasse a visitare il proprio corpo, ma che non potesse vivere
serenamente nell'oltretomba se il corpo non si fosse mantenuto integro (se il corpo si decomponeva
anche l'anima sarebbe stata decomposta). Per questo motivo la complessa tecnica
dell'imbalsamazione assume un'importanza fondamentale nella cultura egiziana. La conservazione
del corpo mediante la mummificazione forse la pratica religiosa egiziana pi nota anche ai profani
e una delle caratteristiche pi impressionanti della civilt del Nilo. Inoltre, non bisogna dimenticare
che il clima arido dell'Egitto contribuisce a conservare i cadaveri disseccandoli, mentre, altrove,
l'umidit distrugge le sostanze organiche ed in particolare i tessuti animali.
Il nome "mummia" ha origine greca. Infatti i Greci chiamavano nero di mummia il colorante derivato dal
bitume o dall'asfalto. Durante la colonizzazione dell'Egitto, sono state rinvenute alcune salme
imbalsamatecon asfalto o bitume e dissero che erano state cosparse con il nero mummia e, da qu, il
nome di mummia. In realt nell'Antico Egitto vi erano due modi di chiamare il corpo di un morto: il
cadavere era chiamato "khat", mentre il corpo imbalsamato era detto "wi".
Le prime rudimentali tecniche d'imbalsamazione risalgono, probabilmente, alla I dinastia quando
venivano imbalsamati, quasi certamente, solo i faraoni.
Erodoto, durante il suo viaggio in Egitto, descrisse con una certa precisione il rito dell'imbalsamazione:
alla morte di un uomo di una certa importanza, le donne della casa si cospargevano il capo di fango e
quindi uscivano di casa andando in giro per il villaggio percuotendosi. Anche gli uomini eseguivano il rito
delle percosse. Al termine di questa usanza poteva avere inizio l'imbalsamazione del corpo. Per eseguirla
si ricorreva a degli imbalsamatori professionistici. Essi proponevano alcuni modelli con i relativi costi. Si
svolgeva una breve trattativa in cui si definivano il prezzo ed il tipo d'imbalsamazione de eseguire.
Nell'Antico Egitto esisteva tre metodi principali con cui imbalsamare un corpo:
1. Il primo metodo, il pi costoso, veniva presentato secondo il metodo che il dio Anubi aveva
adottato per il cadavere di Osiride. Il corpo denudato veniva disteso a terra con la testa
rivolta a sud. Un imbalsamatore, recitata una preghiera, introduceva attraverso la narice
destra un ferro ricurvo e con esso estraeva il cervello. Recitata un'altra formula, uno scriba
tracciava sul costato del cadavere una linea lunga sulla quale un altro operatore praticava un
incisione con una pietra tagliente. Subito dopo uno degli imbalsamatori, introdotta la mano
attraverso l'apertura, estraeva rapidamente tutti gli intestini. Gli organi estratti dal cadavere
venivano racchiusi in vasi chiamati canopi il cui aspetto richiamava delle divinit
raffiguranti i quattro figli di Horo: Imseti (testa umana), Duamutef (testa di sciacallo),
Qebshnuf (testa di falco), Hapi (testa di scimmia). Il nome "canopi" fu attribuito dagli
studiosi che li ritrovarono per la prima volta. La scoperta fu fatta a Can, un piccolo paese
vicino ad Alessandria e da qu il nome canopi. La cavit addominale veniva prima lavata con
vino di palma e, in un secondo tempo, con aromi in polvere e poi riempita con mirra tritata,
cassia ed altri aromi, tranne l'incenso, e infine ricucita. A questo punto la salma veniva
immersa nel nitro dove era lasciata per 70 giorni. Alla fine di questo periodo la salma veniva
nuovamente lavata, spalmata di resine e di olio di cedro e infine avvolta completamente in
sottili e lunghissime bende di lino impregnate di gomma. Ad ogni giro di benda venivano
posti amuleti tra cui gli scarabei; per ogni amuleto posto venivano recitate apposite formule.
Al termine del bendaggio la mummia era riconsegnata ai parenti.
2. Nel caso si sia scelto il procedimento intermedio, per evitare una spesa troppo forte, gli
imbalsamatori si comportano come segue: per mezzo di siringhe riempiono il ventre del
morto di olio di cedro senza inciderlo e senza estrargli le viscere, ma iniettando il liquido
dall'ano. Poi mettono il cadavere nel nitro per un periodo di 70 giorni. L'ultimo giorno
estraggono dalla cavit addominale l'olio di cedro che esce con una violenza tale da
trascinare con s gli intestini e gli altri visceri ormai macerati: del corpo rimangono solo la
pelle e le ossa.
3. Il terzo sistema, consiste nel pulire l'intestino con un enteroclisma, e impregnare il corpo di
nitro per i 70 giorni stabiliti.
Come facile intiure, in Egitto nacque una vera e propria impresa funebre fatta di professionisti che
svolgevano le varie imbalsamazioni richieste.
Erodoto specifica che, nel caso di morte di donne molto belle, il coprpo veniva consegnato agli
imbalsamatori solo dopo 3 o 4 giorni dalla morte per evitare che l'imbalsamatore possa approfittarsi
del corpo della defunta per violentarla. Nel caso invece di morte avvenuta nel Nilo, il villaggio in
cui veniva ritrovato il cadavere doveva occuparsi della sua sepoltura nella maniera pi rispettosa
possibile. Il suo corpo pu essere toccato solo dai sacerdoti del Nilo che lo seppeliscono come un
essere sovrumano.
Dalla III dinastia hanno inizio le prime estrazioni di visceri, mentre il processo di lavatura del corpo
dovrebbe risalire alla V dinastia.
Il rituale dell'imbalsamazione, oltre che da Erodoto, viene descritto anche nel papiro di Boulaq e nel
papiro n.5158. Essi risalgono al I secolo dopo Cristo, ma sono certamente una copia di un
documento risalente al Nuovo Regno. In questi papiri viene raccontata dettagliatamente l'ultima
fase dell'imbalsamazione e cio le azioni materiali e le preghiere da recitare:
Unzione del capo con l'anti
Unzione del corpo con 10 tipi di oli diversi
3. Sistemazione dei visceri in un vaso dove di impregneranno "della essenza divina"
4. Preparazione del dorso
5. Posizionamento del corpo in modo da non spargere i vari oli
6. Doratura delle unghie di mani e piedi; le dita sono fasciate separatamente e poi ricoperte con
capsule a forma di dito
7. Ultima unzione e fasciatura dela capo. Prima della fasciatura vengono poste nelle aperture
del capo pietre preziose (turchesi e lapislazzuli). Vi un numero preciso di giri di bende
speciali, dopodich il tutto viene coperto da una benda larga 4 cm. Il capo cos avvolto viene
cosparso di un olio speciale che deve penetrare tra le bende per assicurarne l'aderenza con il
volto
8. Rifinitura del capo. Vengono messi sotto il capo alcuni prodotti vegetali, mentre si cosparge
la testa con oli e profumi
9. Fasciatura delle braccia. Le bende vengono dipinte con immagini di Dei
10. Avvertenze per la fasciatura della mano destra e della mano sinistra e per il bendaggio finale
11. Unzione, profumazione, fasciatura e bendaggio delle gambe con disegni di divinit. Il papiro
termina con queste parole: "Tu rivivi, tu rivivi per sempre; tu sei di nuovo giovane, tu sei di
nuovo giovane per sempre".
1.
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I tempi per l'imbalsamazione sono noti: l'imbalsamazione ha inizio 4 giorni dopo la morte, la
fasciatura inizia 52 giorni dopo l'inizio dell'imbalsamazione, la deposizione nel sarcofago 16 giorni
dopo l'inizio della fasciatura e la sepoltura 3 giorni dopo la deposizione nel sarcofago.
Le varie fasi del processo d'imbalsamazione furono stabiliti da Leca nel 1976 dopo un accurato
studio:
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Secondo lavaggio
Riempimento del cranio e della cavit addominale e toracica
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12.
Una particolare importanza la rivestiva la fase di disidratazione. Erodoto dice che il corpo del defunto era
"immerso nel nitro" senza specificarne le modalit. Alcuni esperimenti sostenuti da Lucas provano, senza
lasciare dubbi, che i risultati migliori si ottengono cospargendo il corpo con del natron secco.