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Un falco pellegrino percorre le altitudini sfruttando le

correnti ascensionali mattutine. Disegna traiettorie circolari


di raggio sempre pi stretto finch raggiunge le coordinate
del centro, lomphalos in geometria sacra, sulla verticale che
separa il rapace dalla preda. E da l si lancia in picchiata a
oltre 300 allora con lenergia di un proiettile e la
determinazione ossessiva di un atleta olimpionico, fino a
colpire

coi

possenti

tarsi

lindifeso

obbiettivo,

in

unesplosione di piume.
Questa dinamica naturale, che accade anche ai nostri giorni
iperurbanizzati, sta alla base dell invenzione della
Falconeria,

la

cui

precisa

definizione

descritta

dallimperatore Federico II di Svevia (1184-1250) nel suo


De Arte Venandi Cum Avibus ovvero larte di cacciare con
gli uccelli rapaci: questa la Falconeria. Invenzione perch
luomo, gi 2000 anni prima di Cristo, aveva visto la
possibilit di sfruttare labilit dei falconidi nella caccia per
accaparrarsi le prede da loro catturate. Insomma, i falchi
potevano fungere da vere e proprie armi viventi, pi efficaci
dei proiettili in tempi in cui archi e frecce erano il massimo
della tecnologia venatoria. Lintuizione fu senzaltro
geniale, ma la messa in pratica doveva risolvere una serie di
ardui rompicapi. Primo: come sincronizzare unazione di
caccia tra falco e preda e localizzarla nelle modalit
favorevoli allintenzione umana? Secondo: come riuscire a
non disturbare con lestranea presenza lattivit del rapace e,
ancor pi, a convincerlo di cedere con innaturale altruismo
lambto e meritato pasto?

La soluzione ai quesiti sta nel concetto di ammansimento


del falco, termine fondamentale che trasforma la Falconeria
in un arte sapienziale e presenta la figura del falconiere,
colui che alleva, ammaestra, arma e porta a volare il
falcone. Per quattromila anni i segreti della Falconeria
vennero tramandati oralmente, da maestro ad allievo, in una
formula quasi esoterica, timorosi i falconieri di svelare e
diffondere le conoscenze acquisite.
Si ritiene che la Falconeria sia nata in Cina. Dellantico
Egitto sono note le fattezze di falco del dio Horus. Furono
probabilmente i Romani ad importare la Falconeria in
occidente, avendo potuto apprenderla dai Persiani e dai
popoli dellAsia Minore; le tracce iconografiche tuttavia
non lo provano. Le prime prove certe della pratica della
Falconeria in Europa risalgono al IX secolo, nel magico e
oscuro Medioevo. Si tenga conto che presso i carolingi
vigevano vere e proprie leggi che la normavano: il furto di
un falco addestrato era punito con una sanzione pi la
restituzione di un falco di simile abilit. Di certo anche le
invasioni barbariche e le Crociate apportarono nuovi
approfondimenti. Dallanno mille la Falconeria divenne di
regola una pratica esclusiva dei nobili, i quali potevano
condurre alla caccia solo alcune tipologie di rapaci, secondo
una scala di valori che legava il potere degli uni con il
prestigio degli altri, come scrisse la badessa Juliana Berger:
unaquila per un imperatore, un girifalco per un re, un falco
pellegrino per un conte, uno smeriglio per una dama, un
astore per un cavaliere, uno sparviere per il prete e uno
sparviere maschio per il chierichetto. I falchi venivano
condotti a corte, a caccia, in guerra, perfino in chiesa,
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essendo gli unici animali a potervi accedere per diritto


canonico.
Let aurea della Falconeria risale agli anni in cui visse il
pi grande falconiere di tutti i tempi: proprio limperatore
Federico II. La caccia coi falchi lo ammali ed egli ne fece
una passione che coltiv per tutta la vita. Studi ogni
documento conosciuto sulla caccia coi rapaci e convoc a
corte i migliori falconieri, provenienti soprattutto dalle terre
dArabia, importando da questi il sistema di incappucciare il
falco per tranquillizzarlo nelle diverse situazioni; si pensi
che fino ad allora era consuetudine cigliarlo ovvero cucire
le palpebre del rapace, allentando o stringendo la sutura a
seconda delle esigenze. Ma per Federico II larte della
Falconeria era anche la rappresentazione simbolica del
potere, le cui tecniche e delicati equilibri, se magistralmente
condotti, potevano condurre alla padronanza del governare
limpero e i sudditi in modo retto e proficuo. Questo
stupefacente parallelismo una delle chiavi di lettura
dellimponente De arte venandi cum avibus. In esso
vengono descritti i rapaci con le loro caratteristiche, la
biologia, il comportamento, ogni fase di conduzione alla
caccia e il giusto addestramento. E un libro meraviglioso,
ancor oggi il pi completo ed esaustivo in materia di
Falconeria. Si narra che, durante la battaglia di Benevento
del 26 febbraio 1266, Manfredi, il figlio di Federico II,
avendo con s la copia originale del De arte venandi cum
avibus, per combattendo contro lesercito di Carlo
dAngi; questi, reperito il trattato di Falconeria, lo fece
tradurre in francese e stampare. Ebbe cos inizio la
diffusione del celebre libro,tuttoggi reperibile nelle librerie.
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Unaltra meraviglia realizzata da Federico II fu il famoso e


assai misterioso edificio ottagonale di Castel del Monte, in
Puglia. Intriso di geometrie perfette che si combinano in
miriadi di interpretazioni simboliche, curioso constatare
che la funzione di Castel del Monte ancora sconosciuta.
Tra le ipotesi emerge la possibilit che loriginale
costruzione a forma di regia corona fosse un tempio per
laddestramento dei falchi. Non si perda di vista la
straordinaria erudizione di Federico, di desinenza tardoromana, greca, egizia ed araba, che lo ispirarono nella
ricerca filosofica di uno stato ideale, in cui la Falconeria
assumeva pi un carattere di induzione alla meditazione
piuttosto che a mera pratica venatoria. E il falco diventava
un maestro di perfezione e sacralit.
Nel Rinascimento la Falconeria si affin sino a trasformarsi
in

una

specializzazione

impegnativa

dispendiosa.

Numerose le cronache che riportano accordi diplomatici tra


le varie signorie di Venezia, Mantova e Ferrara, il ducato di
Milano, suggellati da doni e scambi di prestigiosi falconi di
esotica provenienza. I sovrani avevano alle proprie
dipendenze dei falconieri professionisti a cui spettava la
cura e la preparazione dei rapaci di corte.
Segni di decadenza della Falconeria furono evidenti nel
diciottesimo secolo ed avvenimenti come la rivoluzione
francese

la

relegarono

allabolizione

come

pratica

aristocratica.
Oggi la Falconeria ha trovato nuove forme di affermazione,
mestiere antico ma attuale: molti aeroporti la utilizzano per
ridurre

il

problema

del

bird-strike,
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lantipatico

costosissimo scontro tra i motori degli aerei con le grosse


moltitudini di volatili che stanziano nel verde ai bordi delle
piste di volo. E sufficiente che un falconiere conduca
periodicamente nella zona il proprio falco in assetto di
caccia per fare aria pulita degli uccelli invadenti.
Un altro attuale impiego dei rapaci avviene nelle discariche
e nei siti ad alta densit ornitologica, come i centri storici
delle citt, piene di anfratti ben graditi a piccioni e gabbiani.
Si pensi come esempio a Piazza San Marco in Venezia,
dove lamministrazione comunale pi volte si affidata
allazione dei falconieri per controllare leccedenza di
avifauna nel territorio.
Poi, la bellezza di questi falconi e la loro straordinaria
abilit nel cielo li rende una vera e propria attrazione: molti
parchi di divertimento se ne sono accorti e hanno aggiunto
alla programmazione gli spettacoli di Falconeria. Qui
falconieri professionisti fanno volare acrobaticamente
diversi tipi di rapaci in modo da esibirne le peculiarit. Il
tutto talvolta ricamato da scenografie che riconducono la
Falconeria nelle ambientazioni storiche che pi le si
addicono:

contesti

medievali

coreografie

celtiche

circondano gli spettatori innalzando il livello di suggestione.


Che si vada a caccia o ad una manifestazione di volo, il
falco

deve

godere

di

ottima

salute ed

eccellente

preparazione atletica, avere una consolidata confidenza del


falconiere generata da miriadi di esperienze vissute insieme
e aver compiuto un addestramento adatto alle inclinazioni
caratteriali di uomo e animale. Se tutti questi fattori si
combinano nella giusta formula, un filo alchemico unir
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sempre falco e falconiere, stia il primo al pugno oppure


veleggiando sulle correnti in quota fino a scomparire
dallorizzonte del secondo.
Come si diventa falconiere? Prima di tutto procurandosi un
uccello rapace, questo suggerisce listinto. Sbagliato. Prima
di acquistare un falco da unallevamento necessario che
lapprendista falconiere sia preparato, abbia studiato
Falconeria dai pochi autorevoli testi reperibili, la biologia
dei rapaci e abbia avuto un contatto con questo ambiente,
per capire di cosa tratta questarte sofisticata. Si tenga ben
presente che ogni falco vola per cacciare; e la caccia un
atto cruento, dove animali vengono uccisi e mangiati,
secondo Natura. Non esistono rapaci da salotto. I falchi
devono poter volare quasi ogni giorno, altrimenti diventano
polli! I prerequisiti per diventar un falconiere non sono solo
cognitivi ma anche materiali: tutto deve essere pronto per
ospitare il falco, dalla struttura con apertura ad est che
diverr la sua dimora, allattrezzatura, come i geti di pelle
che gli avvinghiano i tarsi; il cappuccio; la lunga che
assicura il falco al blocco; il guantone; gli strumenti per
lallenamento, come la filagna e il logoro; una bilancia
appositamente modificata per controllargli il peso;
richiesta perfino unantenna ricetrasmittente, davvero utile
nel caso il rapace si perdesse o decidesse di allontanarsi un
po troppo. E non si scordi un bel freezer capiente, da
riempirsi di pulcini congelati, che per i rapaci son come
biscottini.
Tuttavia non basta. Al falconiere non son sufficienti le
conoscenze tecniche e pratiche. Egli deve avere delle qualit
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intrinseche: essere di media statura, di media corporatura,


devessere allenato, possedere unintelligenza completa e
una buona memoria, vista acuta e udito fine, devessere
coraggioso, agile, non troppo giovane, non deve soffrire il
sonno, non iracondo, non pigro, non vagabondoparola
di Federico II.

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