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Appunti per riflessioni incompiute

Nella storia delle idee si sono alternati due modelli riguardo alle relazioni umane e
all'organizzazione politica: homo homini lupus e homo homini deus. Questi modelli sono formule
ermeneutiche, strumenti di classificazione, risultato di una natura umana ambigua e ambivalente.
Darwin ha individuato i meccanismi dell'evoluzione, le strategie competitive e quelle mutualistiche
che le specie adottano per sopravvivere. Nel periodo vittoriano la natura ha zanne e artigli
insanguinati, secondo la celebre espressione di Lord Tennyson, "Nature, red in tooth and claw". La
lotta per l'esistenza si presenta sotto la veste della dura competizione, trascurando una buona met
del pensiero di Darwin. Quella met venne ripresa da Kropotkin, praticamente sconosciuto anche
nelle facolt di biologia.
Il pensiero di Darwin stato usato per affermare le spinte colonialiste e, ironia della storia e delle
idee, stato apprezzato da Marx e Engels perch dimostrava che in natura opera un metodo
dialettico di trasformazione e avvicendamento delle specie. La storia naturale di Darwin era
modello per la storia sociale di Marx, anzi per Marx il movimento sociale un processo di storia
naturale. Da parte sua Darwin rest sempre schivo e spaventato dell'apprezzamento manifestatogli
da direzioni opposte.
Il periodo vittoriano la cornice storica in cui i fenomeni naturali sono letti in termini di successo
del migliore, del "pi adatto" secondo l'infelice espressione di Herbert Spencer che pure Darwin
adott. Ma lespressione sopravvivenza del pi adatto, spesso usata da Herbert Spencer, pi
idonea, e talvolta ugualmente conveniente, Darwin, 1859. Dall'ambito evoluzionistico a quello
politico c' un travisamento semantico e un impoverimento del concetto di "pi adatto".
Nell'evoluzione biologica il "pi adatto" chi trasmette pi copie del proprio genoma, in qualunque
modo e per qualunque motivo, strategico o contingente. Tanto la strategia quanto la contingenza
sono modalit estremamente complesse e difficilmente riducibili a variabili uniche e semplici, e non
riguardano solo l'individuo. In ambito politico "il pi adatto" diventa "il pi forte", una banalit
monodimensionale. Quella stessa banalit che oggi traslata nel "pi meritevole".
Adam Smith ha individuato i meccanismi delle "transazioni". Ha analizzato le relazioni sociali
attraverso lo scambio di valori economici, ma la sua lezione morale stata trascurata. Smith stato
per l'economia ci che Darwin stato per la biologia. Entrambi travisati, entrambi usati per scopi
politici. La lezione morale di Smith era parte integrante del suo pensiero. Nella Ricchezza delle
nazioni dice chiaramente che le asimmetrie contrattuali minano alla base l'esistenza stessa del libero
mercato, inteso come luogo di negoziazione, luogo in cui la transazione accresce il vantaggio di
entrambe le parti. Dei tanti seguaci di Smith o sedicenti tali, quanti fanno sentire la loro voce nei
confronti delle multinazionali che monopolizzano il mercato e coerciscono le scelte politiche di
interi paesi? Molti osannatori della mano invisibile farebbero un salto sulla sedia leggendo le
critiche di Smith alle corporazioni che creano diseguaglianze.
La famigerata "mano invisibile" di Adam Smith il principio che regola l'organizzazione dei
sistemi complessi, una "forza" difficile da individuare poich coinvolge molteplici aspetti e lunghe
catene causali del sistema eppure determinante per la struttura del sistema stesso. La mano
invisibile non un principio normativo, sebbene nello stesso Smith non manchino ambiguit al
riguardo, bens un principio descrittivo. La selezione naturale di Darwin, un principio descrittivo,
non un principio normativo, non pi di quanto siano principi normativi la legge di gravit di
Newton o la relativit di Einstein. La lezione di Hume ha insegnato a non confondere descrizione e
prescrizione, ci che non implica ci che deve essere. Confondere i due piani logicamente
disonesto. Il passaggio dall'essere nel dominio "naturale" a quello del deve essere nel dominio
"sociale" rende evidente anche la disonest morale della fallacia naturalistica. E poich la
confusione tra descrizione e prescrizione sempre stato il punto debole dei neoliberisti, tempo fa ho

temuto che un articolo di Alesina, in cui lo sviluppo del capitalismo in Europa messo in relazione
alla diffusione della peste nera, fosse preludio per una politica di rilancio del capitalismo sofferente!
La natura indifferente alle passioni umane ma si predilige vedere una natura assetata di sangue
nella misura in cui questo ci gratifica come vincitori della lotta per l'esistenza, oppure all'altro
estremo una natura benevola e addomesticata, a sostegno di desideri, aspettative e volont di
potenza. Proiettiamo sulla natura quello che di volta in volta soddisfa le nostre pulsioni
narcisistiche. La politica largine culturale ad una natura del tutto indifferente ai destini umani,
come Leopardi ha ampiamente dimostrato.
Che tipo di storia quella che si va sviluppando sotto le spinte "naturalistiche"? La politica non pu
essere esclusivo adeguamento ai fenomeni naturali, non pi di quanto non sia descrizione delle
catastrofi naturali senza considerare le strategie per arginarne gli effetti deleteri. La politica
cultura che ambisce a costruire lo spazio della cooperazione che in natura occupa lo stesso posto
della competizione pi feroce.
Riconducendo l'etica ai suoi fondamenti (aiutare l'altro, non danneggiare l'altro), in natura troviamo
l'origine evolutiva dell'etica e sappiamo che la cooperazione una strategia di sopravvivenza come
la competizione. Nella specie sapiens operano entrambe le strategie ma siamo essenzialmente una
specie sociale, forse una specie in transizione, quasi sicuramente verso l'estinzione.
Quale posto occupa l'uomo in natura? Qual' la nostra natura? Oppure dovremmo chiederci, quale
natura scegliamo di avere? Preferiamo una politica che favorisca la cooperazione o una che
favorisca la competizione?
Il neoliberismo senza freni considerato gi da Smith una catastrofe, ed una catastrofe "naturale"
che ci si limita ad assecondare spacciandola per riscrittura della storia. Una storia in cui i diritti del
'900 diventano privilegi, una storia dove ciascuno solo a giocarsi la partita della vita.
Della meritocrazia. Si organizza una societ in base ai successi che ognuno raggiunge,
evidentemente per merito, creando l'immagine del vincente cui fa da contraltare la speculare
immagine del perdente, evidentemente per demerito. Nulla di pi lontano da una societ organizzata
sulla base delle relazioni emotive e affettive. Nella societ del merito la collaborazione non
costitutiva della socialit ma funzione di un obiettivo non sempre collettivo e spesso "imposto" con
strumenti "pacifici".
Renzi condivide con Berlusconi la stessa ignoranza e lo stesso disprezzo per i corpi intermedi della
democrazia. Ha una visione personalistica della politica e riduce la democrazia ai soli organi
centrali, essenzialmente il governo o pi precisamente la presidenza del consiglio. Renzi, come
Berlusconi, mette in scena il contatto diretto con il cosiddetto popolo che per non ha voce per
influenzare le politiche se non attraverso i corpi intermedi della democrazia. Quindi quello a cui
parla Renzi non un popolo ma una massa informe. Da qui nasce la frustrazione del popolo che
emerge con effetto ritardato! Troppo ritardato a mio avviso ma emerge.
La democrazia non solo "centro", la democrazia essenzialmente "periferia". E' dibattito
parlamentare cos come assemblea sindacale, manifestazione sociale, consiglio di classe, comitato
di quartiere e assemblea di condominio.
Il disprezzo dei corpi intermedi, in particolare dei sindacati, non solo espressione di ignoranza
politica, rivela un disegno preciso. La delegittimazione dei sindacati, soprattutto di quelli meno
accondiscendenti, mina alla base gli strumenti di compensazione delle asimmetrie contrattuali tra
capitale e lavoro, tra datore di lavoro e lavoratori. Possiamo muovere molte critiche ai sindacati - io
ne ho una grossa come un macigno: essersi accorti troppo tardi del precariato - ma la loro
demolizione significa che ciascun lavoratore si trover solo a contrattare con il datore di lavoro. Il
sindacato stato storicamente la coalizione tra lavoratori per contrattare con il capitale. Unire le
reciproche debolezze per avere forza di contrattazione: questo stato il sindacato. Ridurlo in

polvere significa lasciare che le asimmetrie tuttora presenti tra capitale e lavoro esprimano i loro
effetti. Significa che ogni lavoratore solo a giocarsi la partita del lavoro con il datore di lavoro e
poich la classe imprenditoriale povera di Adriano Olivetti il risultato una corsa al ribasso di
salari e diritti, cos come sta avvenendo dagli anni '80, da quando il pensiero neoliberista diventato
il pensiero unico.
Il vincente sar chi accetta le condizioni imposte da chi ha maggiore forza contrattuale. Per analogia
con il discorso evolutivo, sar colui che prima degli altri si adattato. Il pi adatto! E' questa la
societ dei meritevoli che vogliamo? Chi vince il pi meritevole, il pi meritevole vince! Chi il
pi meritevole? Quello che vince! Chi vince? Il pi meritevole! Pi chiaro di cos. La tautologia dei
bulli due punto zero.
Li conosco questi boyscout iscritti ai rotary e lions club. Nullit. Che siano ricchi o aspiranti tali,
conta poco. I primi sono frustrati perch devono imitare il padre, i secondi perch devono
affrancarsi dal disagio di non essere nati ricchi e rinnegano il padre pensando di riscattarlo. Scarti
che si candidano a guidare la societ, e la guideranno, perch loro sono i vincenti, quelli con le
relazioni giuste, quelli che sanno cogliere il momento opportuno. Li conosco questi figli beneducati
alla messa domenicale, pronti a sputare sentenze su chi non ce la mette tutta per essere un vincente,
su "chi si piange addosso". Sempre pronti a solidarizzare con chi pi forte, perch il debole non ce
l'ha messa tutta, il debole cos per suo demerito, magari va a cercarsi anche la morte perch un
tossico, un extracomunitario, un ladro e porta pure malattie.
Io so i nomi dei responsabili, diceva Pasolini, ma non ho le prove. Io so i nomi di chi ha ucciso
Cucchi perch so che la causalit non legata alle cose pi prossime e pu avere origini molto
lontane. So i nomi di chi lo ha ucciso coprendosi dietro il velo dell'autorit e so i nomi di chi quel
velo ha tessuto. Sono quelli che parlano di merito e che sotto questo vessillo nascondono il loro
disprezzo per i "perdenti", per chi non ha merito, per chi pu essere pestato a morte perch se l'
andata a cercare...
La politica un gigantesco e maestoso esperimento contro-natura, fieramente e umanamente
contro-natura o piuttosto un esperimento che pi di qualunque altro afferma la natura umana.
Esperimento contro-natura nella misura in cui vogliamo vedere nella natura zanne insanguinate e
sopravvivenza del pi forte, esperimento che afferma fortemente la natura umana nella misura in cui
individuiamo le coordinate empatiche della specie umana, una specie che si distingue per la sua
socialit, oltre che per la sua ferocia. Siamo capaci delle pi elevate opere dello spirito e dei pi
efferati crimini. Tra i monumenti della nostra specie c' la corale di Beethoven e il bombardamento
di Dresda, la relativit di Einstein e la bomba di Hiroshima, la Cappella Sistina e la Shoah.
La politica un modello contro l'idea (errata) che abbiamo di natura.
Una societ in cui tutti gli individui siano messi nelle condizioni di esprimere le proprie aspirazioni:
questo modello un modello umano, che non troviamo in altre specie. In questi termini dico un
modello contro-natura e allo stesso tempo che afferma la nostra natura. Il modello neoliberista
lascia l'individuo solo senza tessuto statuale e con un blando tessuto sociale, questo il trionfo della
natura intesa come regno della lotta per la sopravvivenza del pi forte. Renzi ne un degno alfiere.
La meritocrazia di Renzi dice di voler mettere tutti sulla stessa linea di partenza ma non non dice
nulla dell'allenamento che ogni atleta pu permettersi e bara sull'asimmetria della forza di
contrattazione tra capitale e lavoro.
Ogni tempo ha il suo fascismo, diceva Primo Levi, e il fascismo muta nel tempo. Oggi abbiamo
fascisti geneticamente modificati per vendersi come condottieri di sinistra. Con loro si vince, non
importa cosa, non importa come ma si vince.

Renzi ha azzerato la dialettica fondendo in maniera surrettizia istanze destruens e costruens, senza
avere stoffa n per l'una n per l'altra, o forse solo per la prima. Un Bel Am della politica si
impadronito di tesi e antitesi. Ha realizzato quello che disse Fukuyama dopo la caduta del muro di
Berlino, la storia finita, non c' pi dialettica, il pensiero unico ha trionfato. L'imbarazzante
debolezza dei suoi avversari, sia interni che esterni al pd, lo fa apparire un gigante. La sua retorica
da ultima spiaggia ha soppresso il confronto. La cosiddetta sinistra pi spiazzata della destra,
intontita da una mancanza di alternative che non ci sono fino a quando non vengono costruite e non
si costruiscono fino a quando si intrappolati nella mentalit che non prevede alternative.
La storia potr anche essere finita ma non il conflitto. La dialettica sociale il conflitto e dove ci
sono asimmetrie sociali continuer a esserci conflitto.
Renzi passer, il conflitto no.
"La libert non che un vano fantasma quando una classe di uomini pu affamare laltra
impunemente. Luguaglianza non che un vano fantasma quando il ricco, attraverso i monopoli,
esercita il diritto di vita e di morte sul suo simile. La Repubblica non che un vano fantasma
quando la controrivoluzione opera, giorno dopo giorno, attraverso i prezzi delle derrate alle quali i
tre quarti dei cittadini non possono accedere senza versare lacrime." Dal Manifesto degli arrabbiati
di Jacques Roux, 25 giugno 1793.
Appena 220 anni fa!

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