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istituzionalizzazione
1 La sussidiariet come concezione alternativa del diritto 2 Lasse
istituzionale solo immaginario? 3 Cosa custodire? 4 Un esempio 5 La
dignit umana come soglia del diritto 6 Un approccio categoriale alla
dignit 7 Per un metaxy non quantitativo 8 Metaxy, possibilit e
relazione: uno e zero come operatori relazionali di identit 9 Custodire il
metaxy
1. La sussidiariet come concezione alternativa del diritto
Il sussidiariet non solo un principio di articolazione degli spazi pubblici
e delle istituzioni politiche e nemmeno di distribuzione delle competenze
decisionali ed amministrative tra organi giuridici o di apertura dellesercizio
dellazione pubblica alla partecipazione dei privati 1. Il principio di sussidiariet
sottintende un modo di concepire, e circolarmente di praticare, i processi di
istituzionalizzazione politica e giuridica alternativo a quello che si affermato
nel pensiero moderno e contemporaneo in derivazione dallimpostazione
hobbesiana 2.
Ivi il primato della volont sottintende una rotazione
naturalistica dei processi di istituzionalizzazione, per cui questi mimano
lapporto ed il coinvolgimento umano e sfociano in realt istituzionali
sostanzialmente paraetiche; quasi superfluo notare che siffatto
capovolgimento in primis colpisce il diritto, rendendolo in definitiva
indistinguibile da una maschera della forza 3. Per sfuggire alla reificazione
dellintero arco istituzionale che ci comporta, occorre rileggere i processi di
istituzionalizzazione chiarendo la specificit, oltre allineliminabilit, del
coinvolgimento in essi delluomo. Occorre, in altri termini, portare alla luce ci
che fa delle dinamiche di istituzionalizzazione dei processi di riconoscimento.
Una linea di risposta a questa sfida viene potentemente delineata da Hegel, nel
momento in cui costruisce la sua teoria del riconoscimento, situandola nel
cuore dei processi di costituzione delle istituzioni umane 4. su questa scia che
si pu muovere uninterpretazione del diritto sullasse della sussidiariet, in
quanto questa fa delluomo e della sua azione il punto prospettico cui
ricondurre le istituzioni umane, in specie quelle giuridico-politiche 5.
Data la vastit del tema, cerco di affrontarlo trasversalmente rivisitando
la sempre attuale e scottante problematica della custodia della istituzioni, in
1
questa una declinazione in termini pi generali del notissimo tema schmittiano circa lo
Hter der Verfassung; cfr. C. SCMHITT, Il custode della costituzione, Giuffr, Milano, 1981
(1931).
7
Una sola indicazione per avvicinarsi alla problematica: N. ELIAS, Il processo di civilizzazione,
Il Mulino, Bologna, 1988.
8
Penso alle soluzioni caratterizzate dal non niente altro che; ad esempio, listituzione, in
generale, non niente altro che credenza ovvero finzione.
9
Non sta a me sottolineare le valenze totalizzanti dellintroduzione di blocchi dogmatici nella
riflessione e ricerca sui tratti pi elementari della condizione umana.
Ossia a letture che la relega nellambito delle finzioni o delle credenze. Qui il problema, per,
che nulla pi della finzione, come anche della credenza, si situa nellambito istituzionale. Se,
per, identifichiamo istituzionale ed immaginario, e teniamo conto che il numero immaginario,
denominato come numero i o j, uguale allinverso dellopposto di se stesso (infatti j=1/j),
allora diviene impossibile distinguere listituzione dalla menzogna! O anche, se vogliamo, noi
stessi dalla nostra immagine allo specchio (che, a ben pensarci, opposta, in quanto si forma
virtualmente, dallaltra parte dello specchio, ed insieme, nella sua simmetria, inverte destra e
sinistra).
Che il numero immaginario sia uguale allinverso dellopposto di se stesso lo si dimostra
tenendo conto che j2=1 e, quindi, se scriviamo j = j 2/j e sostituiamo j2 a 1 abbiamo. Per
continuare lisomorfismo con le immagini, come j 2=1, due specchi uniti e tra di loro
ortogonali, restituiscono unimmagine non simmetrica ma uguale a quella che formerebbe se
loggetto, nella sua fisicit, fosse posto di fronte a se stesso, ossia opposto a s come lo sono 1
e 1.
11
Anche il nomen e la sua imposizione si situano nella dimensione istituzionale; si ripresenta il
problema di cui sopra.
12
Per una discussione dello sfondo sia culturale che teorico giuridico della questione cfr. F.
VENTORINO, P. BARCELLONA, A. SIMONCINI, La lotta tra il diritto e la giustizia, Marietti 1820, GenovaMilano, 2008.
13
Uno scorcio sullinsieme delle questioni qui sottintese affiora in U. AMALDI, Dal Big Bang
alluomo: teologi uscite dallimpasse, Vita e Pensiero, n 6 2010 (anno XCIII), pp. 82-96.
Qui delirio sta a significare, con tutte le sue contorsioni, il discorso senza interlocutore. Per
unintroduzione alla discussione del problema cos come precipita nel sistemi giuridici
contemporanei cfr. A. SUPIOT, Homo juridicus. Saggio sulla funziona antropologica del diritto,
Bruno Mondadori, Milano, 2006.
sfuggente, una delle croci di qualsiasi riflessione sulla societ e sulla storia,
ma occorre poterne chiarire, anche per frammenti, qualche risvolto. Se,
dogmaticamente, escludiamo questa linea del domandare, svuotiamo, meglio
destituiamo di possibilit, linterrogativo intorno a cosa e come custodire delle
istituzioni. E, di nuovo, scatterebbe il precetto del Tractatus.
Propongo, a latere della problematica, qualche considerazione sparsa e
trasversale, partendo
dallipotesi
che
il nucleo
dei
processi di
istituzionalizzazione oscilli, per cos dire, intorno a soglie che uniscono e
distinguono la natura e la cultura 17. Prendo soglia non tanto nellaccezione di
finis (limes; terminus), confine separante, quanto come limen, soglia
dingresso, zona che congiunge ambienti contigui nel segno della continuit
piuttosto che della separazione 18. La soglia, soprattutto nei processi umani e
culturali, spesso mobile e poco identificabile, luogo in cui si toccano e
passano dalluno allaltro dimensioni e fattori che, sebbene a prima vista
opposti ed eterogenei, integrano nella loro complessit i processi di
significazione 19. Ci non restringe pi di tanto larea della riflessione, ma la
sottrae ad una dialettica di opposti che, nel continuo reciproco inseguirsi e
sostituirsi rimangono inconciliati, riproponendo cos una versione non lineare,
ma non per questo meno viziata, di regressus in infinitum. Nella tematica della
custodia delle istituzioni, in particolare quelle politico-giuridiche, gli opposti
prenderanno, ad esempio, i nomi di decisione e sistema formale, luna nella
posizione del dato naturale e laltro in quella del costrutto culturale e la loro
opposizione rimarr parimenti in conciliata.
4.Un esempio
Per fare un esempio, lesercizio del linguaggio sottintende la soglia che
unisce, tenendole distinte, natura e cultura. Ivi, infatti, componenti e processi
naturali (fisico-chimici, biologici, neurologici etc.) vengono presupposti,
reindirizzati e trasposti tanto da significare qualcosa; senza di essi la funzione
segnica non pu essere esercitata, ma n i singoli significati e tantomeno larea
della significazione ne sono il puro e semplice prodotto naturale. Pensiamo ad
una matita o ad un dito nel momento in cui vengono usati per dare
unindicazione; questa non risiede nella loro costituzione fisica e, per il dito,
biologica, ma senza di essa non possono essere adottati per indicare. Dalla
costituzione fisica alla funzione segnica una soglia stata attraversata, anche
se estremamente difficile precisare in che cosa ci consista. Se vogliamo i
Una difficolt forse minore, strettamente connessa per alla precedente, quella di
interpretare in processi di istituzionalizzazione con strumenti non statici e sostanzialmente
quantitativi, ma tali da seguirne, fino ad una formalizzazione adeguata, la dimensione dinamica
e, in questa, le componenti qualitative. Da questo punto di vista la proceduralizzazione dei
processi, sia teoretica che operativa ed organizzativa, non altro che una dichiarazione di
incapacit di incontrarli, conoscitivamente ed operativamente, nel loro specifico.
17
Riprendo la terminologia delle soglie dallantropologia culturale, in cui fu introdotta da Arnold
Van Gennep e approfondita da Victor Turner. Cfr. A. VAN GENNEP, Riti di passaggio, Bollati
Boringhieri, Torino, 1981; V.W. TURNER, Processo rituale, Brescia 1972; Antropologia della
performance, Il Mulino, Bologna, 1993. Per una discussione filosofica dei Rites des passages cfr.
W. BENJAMIN, I passages di Parigi, I, Einaudi, Torino, 2010, p. 555.
18
Sulla differenza tra finis (limes) e limen cfr. Aa. Vv, Il confine nel mondo classico, a c. di M.
Sordi, Vita e Pensiero, Milano, 1987.
19
Turner sostiene che "lessenza della liminalit consista nella scomposizione della cultura nei
suoi fattori costitutivi e nella ricomposizione libera o ludica dei medesimi in ogni e qualsiasi
configurazione possibile, per quanto bizzarra", Dal rito al teatro, Il Mulino, Bologna, 1986, p. 28.
due oggetti, nella loro costituzione fisica, hanno subito una risignificazione che
non ne ha modificato ne reso indistinguibile la fisicit, ma la ha integrata in un
campo radicalmente diverso. Latto della significazione ha cos congiunto due
campi, quello fisico o naturale e quello del significato, senza sopprimerne la
distinzione e limmediata opposizione; ora per congiungere senza confondere
occorre una soglia, la quale, di per s, non ha spessore e quindi non viene
percepita, ma ha una sua peculiare estensione che la rende transitabile 20.
La soglia della significazione si attiva nel mentre viene transitata e
chiama in causa chi la transita e, oltre a chiamare parimenti ma
differenziatamente in causa chiunque la possa decrittare, attiva il campo cui d
accesso. Il transito di quella soglia per un verso presuppone che il campo della
significazione sia gi aperto, altrimenti sarebbe uno spostamento fisico non
identificabile quale gesto significativo, indistintamente immerso nella sua
naturalit, ma per un altro verso quel campo non si apre, o riapre, se qualcuno
non ne transita la soglia. Ci eminentemente significativo per il costituirsi
delle relazioni interumane che, altrimenti, rifluiscono nellindistinzione, nella
dinamica dei rapporti immediati e naturali e dei rispettivi sistemi di riferimento.
Le relazioni stazionerebbero in unarea naturalistica, mentre le istituzione,
sempre che ne potessero sorgere in un tale contesto, andrebbero a situarsi in
unarea paranaturalistica, leggibili forse come mimesi di processi e dinamiche
non naturali ed eventualmente come finzioni, senza per poter dar ragione del
loro stesso emergere e configurarsi in tal modo.
Anche senza poter approfondire questa problematica, la possibilit di
transitare la soglia della significazione e di farla transitare ad entit costituite in
e secondo processi naturali 21, e limportanza di ci per i processi di
istituzionalizzazione che caratterizzano la societ umana, ripropongono la
domanda: c qualcosa da custodire in proposito? E, se s, in che cosa pu
consistere una tale custodia? Perch farlo e come farlo? Sembra che si debba
custodire almeno la distinzione ed insieme il legame tra i due ambiti messi in
comunicazione dalla soglia, altrimenti si rimane come al di qua o si finisce al di
l del campo della significazione, vale a dire si rimane in un qualche stato
asignificativo oppure si cade in una qualche forma di follia. Questa
considerazione si potrebbe affinare, osservando che la soglia della
significazione, in realt, non viene lasciata indietro nel momento in cui viene
transitata ma viene sempre ritransitata; non viene cio transitata come in un
accesso da fuori a dentro, in quanto siamo gi sempre in quel campo, la cui
apertura o costituzione sono presupposto del delinearsi della soglia nascosta
nelluso segnico di qualsiasi entit naturale venga inclusa in essa.
Che cosa, allora, va custodito in questo caso? La possibilit di ritransitare
continuamente e liberamente quella soglia? Forse meglio, per non cadere nel
regressus in infinitum, la possibilit stessa di assumere un dato naturale
entro il campo della significazione e di riconfigurare questo via via che nuovi
dati o elementi si presentano in esso. Ci richiede che i presupposti e le
dinamiche dei processi di significazione siano custoditi e, con essi, il
ricchissimo gioco personale e relazionale che li sostanziano. Se vogliamo,
20
Si pu azzardare che la dimensione della soglia sia analoga alla lunghezza di un segmento
(soglia unidimensionale) o allarea di una superficie (soglia bidimensionale). La soglia, per,
non sembra avere spessore, che ne farebbe un gradino (e le conferirebbe una fisicit in cui si
pu inciampare).
21
Naturale qui va preso nellaccezione di esterno al campo della significazione; il transito della
soglia di questultimo significa che gli oggetti naturali possono esservi inclusi.
Ad esempio come il conflitto a proposito del possesso di un cavallo ed alcuni guerrieri di una
trib Cheyenne diventano oggetto, parti in causa e magistrati di una controversia giuridica. Mi
riferisco al caso di Lupo Coricato e del club dei Guerrieri dellAlce ricostruito da Hoebel. Cfr. Cfr.
E.A. HOEBEL, Il diritto nelle societ primitive. Uno studio comparato sulla dinamica dei fenomeni
giuridici, intr. di A. Colajanni, Il Mulino, Bologna, 1973.
23
In questo senso si possono leggere i sistemi matrimoniali e il divieto dellincesto alla loro
base, le modalit di risoluzione dei conflitti anche l dove non mirano al ripristino dello status
quo ante ma alla salvaguardia dellunit e della sopravvivenza del gruppo, le procedure in cui
la risposta al torto subito sono informata dal principio vendicatorio. Cfr. C. LVI-STRAUSS,
Antropologia strutturale, Il Saggiatore, Milano, 198; N. ROULAND, Antropologia giuridica, Giuffr,
Milano, 1992; R. VRDIER, La vengeance. tudes d'ethnologie, d'histoire et de philosophie, IV
vol., Cujas, Paris, 1980-84.
24
Riprendo lidea dellistituzione come diaframma, interposizione umanizzante, tra gli uomini
presi nel conflitto dei loro interessi, da SUPIOT, Homo juridicus, p. 63 ss. Sul punto cfr. anche O.
DE BERTOLIS, Elementi di antropologia giuridica, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli, 2010.
La dignit, come notissimo, segna lincipit della Dichiarazione Universale dei diritti delluomo
del 1948. Il Preambolo di questa recita: Considerato che il riconoscimento della dignit
inerente a tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti, uguali ed inalienabili, costituisce
il fondamento della libert, della giustizia e della pace nel mondo. A sua volta, il primo periodo
dellArticolo 1, recita: Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignit e diritti.
Il richiamo fondativo alla dignit, pur espresso mediante luguaglianza relativamente alla
libert e ai diritti, caratterizza anche le grandi dichiarazioni francesi, la dichiarazione di
indipendenza americana, gli articoli iniziali e decisivi della Costituzione della Repubblica
italiana. Insomma, il richiamo alla dignit non solo un principio filosofico, ma il chiodo cui
sono appesi i nostri ordinamenti positivi ed hanno, perci, un significato decisivo per la nostra
convivenza civile e politica.
Cfr. KANT, Metaphysik der Sitten, Metaphysische Anfangsgrnde der Tugendlehre, Kants
Werke, VI, 1907, vol. VI, 37 ss.
29
Riprendendo limpostazione di Ricoeur, significa sovrapporre un riconoscimento naturalistico
ad ogni dimensione narrativa, denegando cos il riconoscimento con la sua stessa attribuzione
parziale o deformata; cfr. RICOEUR, Percorsi del riconoscimento, p. 135 ss.
30
Metaxy avverbio che possiamo tradurre con tra o intermedio e viene da metechein,
partecipare; per la struttura del metaxy cfr. PLATONE, Filebo, 26b; 36d-41; ma anche Convivio,
202 s.
31
Cfr. PLATONE, Filebo, 36d-41. .
32
Si noti che qui i due estremi non sono opposti nel senso in cui lo sono numeri positivi e
numeri negativi, come 1 e 1 ad esempio, ma come le sponde di un fiume o le pareti di una
stanza, tra cui si trova il fiume o la stanza.
33
Cfr. PLATONE, Filebo, 16c-17a.
del cd. 34. Si pu notare, ad esempio, che nei termini di una matematica
del limite, calcolo differenziale tendente ad identificare e calcolare
lapprossimazione progressiva ad un limite, luno andrebbe sostituto con
linfinitesimo (x) e lapeiron con il suo inverso, quantit enorme e sempre pi
grande, sempre, per cos dire, crescente, sempre pi grande di se stessa. Il
metaxy pu, per, essere riletto ab imis potendo disporre dello zero e del suo
inverso, il numero infinito detto aleph dalla prima lettera dellalfabeto ebraico
e reso anche con il simbolo , oltre che dellassunzione dello zero e delluno
come operatori relazionali di identit 35. Zero e aleph, di cui Platone non
disponeva, consentono di uscire dalle strettoie, se non dalle aporie cui conduce
interposizione del metaxy tra due estremi identificati come uno ed apeiron.
Occorre, per, anche rivisitare i presupposti epistemologici che il limite si
trascina dietro, ripensando i due estremi, ora zero e aleph, non come limiti
bens come estremi che segnano il termine della serie o campo. Il primo passo
che zero ed aleph consentono di fare luso del sistema formale dellalgebra,
con le sue regole di sintassi, per stabilire e poi esplorare la loro relazione. 0 e
si trovano ad essere correttamente interconnessi, in tal modo, tramite l1.
Luno lega lo zero e laleph come operatore inversione e non come operatore
relazionale di identit quantitativa. Il metaxy trova, cos, espressione e
formalizzazione mediante lequazione seguente:
1/0=
Ivi lo zero prende il posto delluno nella formulazione platonica, laleph
reinterpreta lapeiron, mentre luno si trova nel metaxy, in cui svolge le funzioni
di forma e numero. Sostituire lo zero alluno al primo estremo del campo
intermedio significa uscire dallequivoco che lega il numero esclusivamente alla
quantit e fa delluno il primo ed il pi importante dei numeri, eventualmente
caricato di pesi metafisici che non riesce a portare 36. Luno, pur essendo, il
primo dei numeri naturali, degli interi nella terminologia di Peano, non il
numero che rappresenta la fuoriuscita dalla non quantit e linizio nella
quantit; se consideriamo il limite di tutti i numeri naturali o reali che dir si
voglia, questo non luno, bens lo zero, cui si approssima senza peraltro mai
raggiungerlo, linfinitesimo 37. Ancor meno luno pu essere considerato
34
Per unampia ricostruzione di una nozione comunque complessa cfr. M. MIGLIORI, L'uomo fra
piacere, intelligenza e bene. Commentario storico-filosofico al "Filebo" di Platone, intr. di Th. A.
Szlezk, Milano, Vita e pensiero, 1993. Per la dimensione storico-politica cfr. E. Voegelin, The
Beginning and the Beyond, in What is History? and Other Late Unpublished Writings, Collected
Work of Eric Voegelin, Luisiana State University Press, Baton Rouge, vol. 28, 1990, pp. 173-232.
La nozione ritorna anche in Simone Weil e Hanna Arendt; di questa cfr. Vita activa. La
condizione umana, Bompiani, Milano, 2001.
35
Molto rapidamente e senza pretese dimostrative, lo zero si mostra come operatore di
identit qualitativa in quanto rappresenta la differenza di un numero da se stesso; ad es. 7 7
= 0: loperazione di sottrazione toglie quantit, in questo caso tutta la quantit espressa in quel
determinato numero (qui il 7): lidentit di un numero nella sua qualit di numero,
prescindendo dalla quantit che esso stesso esprime, risulta da quella relazione con se stesso
evidenziata dalloperazione di sottrazione ed rappresentata dallo zero. Luno, invece, si
mostra operatore di identit quantitativa, in quanto rappresenta il rapporto quantitativo di un
numero con se stesso; infatti un numero diviso per se stesso d 1. Loperazione di divisione
non toglie la quantit al numero, ma la sua quantit determinata, la quantit di quantit che lo
identifica; lidentit (ed anche la qualit quantitativa) di un numero che ed in quanto esprime
quantit dunque rappresentata dalluno.
36
Solo forzandolo logicamente, ad esempio, luno pu portare il carattere dellindivisibilit, dal
momento che luno matematico frazionabile allinfinito.
37
Linfinitesimo esprime una quantit la quale pi piccola di s stessa, senza mai
annullarsi, F. M. PICCARI, Appunti inediti, n 222.
lestremo della serie, il termine a quo di tutti i numeri naturali o interi che dir si
voglia, in quanto luno gi metaxy, il primo della loro serie o insieme, ma
non il loro termine, che sta fuori di quella serie o campo 38. Luno preso in
accezione metafisica, da parte sua, starebbe su un piano del tutto diverso,
incommensurabile, con quello della serie o campo di numeri che stanno
metaxy. Allestremo della serie o insieme dei numeri, invece, sta benissimo lo
zero, il quale, fuori della quantit perci stesso fuori del metaxy, assenza
di quantit e di movimento ed insieme ne il limite. Lo zero si situa come
termine logico, estremo approssimabile ma irraggiungibile rimanendo nella
quantit o nel movimento, ma facilmente raggiungibile operando la sottrazione
della quantit fino al suo azzeramento. Nel movimento di approssimazione al
limite sempre possibile assumere un numero pi piccolo del famoso
piccolo a piacere che identifica linfinitesimo e, quindi, spostarsi verso un ancor
pi piccolo, che, per e perci ancora metaxy, sia pur al suo margine
estremo; lo zero, invece, semplicemente, per logica, non metaxy ma del
metaxy il termine, se vogliamo il termine di partenza.
Una volta spostata lattenzione sullo zero come termine dellinsieme dei
numeri naturali, bisogna spostare lattenzione sullaltro estremo, che nella
formulazione platonica viene identificato come apeiron. Lapeiron, si traduca il
termine greco con indefinito o con infinito, rimane qualcosa di sfuggente; se lo
si prende come opposto delluno, come ci che chiude il metaxy sul versante
che sta dallaltra parte rispetto alluno 39, lapeiron deriva dal dilatarsi
smisurato della forma e del numero, ove la forma si disgrega nellinforme ed il
numero trapassa nellinimmaginabile. Lapeiron pensato o immaginato per
estrapolazione dalla quantit, sfugge alla presa e per sottrarsi a questa
trappola occorre uscire dalla quantit e dalle implicazioni epistemologiche
sottintese al confinamento del numero nel suo ambito. Ci possibile
assumendo lo zero in posizione di termine iniziale del metaxy e chiedendosi
che cosa stia, per cos dire, allestremo opposto. Lo zero in matematica non ha
opposto, essendo privo di segno, ma ha linverso e questo il numero aleph; il
nesso tra infinito e zero mediato dalloperatore di inversione, ossia
dalluno, e si formalizza, pertanto, nellequazione 1/0= 40. Questa formula, di
conseguenza, esprime e formalizza il nesso tra i termini estremi del campo dei
numeri che rappresentano quantit, del numero in espressione aritmetica
(numero) ed in espressione geometrica (forma) e, pertanto, del metaxy.
Lapeiron si pu sostituire o, meglio, reinterpretare con il numero aleph, infinito
cui apre laccesso lo zero rinviando al proprio inverso 41.
38
Se quella di limite nozione familiare alla matematica, in quanto chiave del calcolo
infinitesimale, quella di termine non sembra essere stata molto considerata in tale ambito, che
ha invece cittadinanza in filosofia ed in particolare in Aristotele. Questi fa del terminus a quo e
del terminus ad quem gli estremi, in cui non si d movimento, del movimento (certo in
accezione qualitativa e non di moto locale). Cfr. ARISTOTELE, Metafisica, VII, 7.
39
Opposto qui va inteso nel senso in cui la sponda di un fiume sta dallaltra parte rispetto alla
prima e non nel senso algebrico per cui, ad es. + 1 lopposto di 1, ossia un numero positivo
diviene lopposto di s stesso cambiando di segno, prendendo il segno meno o, viceversa, il
segno pi.
40
E, reciprocamente, 1/ = 0.
41
Luno operatore di inversione in quanto consente di ricavare linverso dei numeri naturale;
ad es. 2 e , 4 e 1/4, 1.000 e 1/1.000. Se consideriamo che = 0,5, = 0,25; 1/1.000 =
0,001, alla fine dovremmo avere1/ = 0. In senso contrario, avremo che 1/0,5 = 2, 1/0,25 = 4,
1/0,001 = 1.000 e, al termine, dovremmo trovare 1/0 = . Queste sequenze, molto elementari
ed appena delineate, servono a preparare la comprensione delle due equazioni secondo cui
1/=0 e, inversamente, 1/0=, ma non ne colgono lo specifico. Sono sequenze intuitive e
Anche laleph non , come gi lo zero, per dissociato dalla quantit; lo si nota, per un aspetto,
tenendo conto che si pu, si deve, scrivere 0< e ci implica che la relazione tra i due numeri non
quantit , per un aspetto almeno, quantificabile.
47
Si noti che il metaxy, declinato matematicamente, non solo quantitativo, in quanto oltre
allinsieme dei numeri naturali positivi (che rappresentano quantit) comprende quello dei
numeri negativi, che gi si sganciano dalla rappresentazione diretta della quantit, e quello dei
numeri immaginari e complessi; questi sono insiemi che esprimono comunque un nesso con la
quantit.
48
A questo punto si potrebbe scrivere, ma occorrerebbe sviluppare i dovuti passaggi, 0 x =
n
49
A conferma che il metaxy va oltre il nesso diretto con la quantit, luno operatore di
identit e di inversione anche nel campo degli immaginari, tanto vero che j/j=1 e che,
malgrado la cosa sia un po sorprendente, j=1/j (tra gli immaginari, anzi, sembra che lo sia
contemporaneamente).
50
Metaxy legato al verbo metechein, partecipare.
In 1/0= al posto di uno andrebbe allora posto il numero di Eulero, ossia il numero e, ove e
= 1, la cui struttura, come vedremo, ben si presta a farne il rappresentante di tutti i numeri tra
zero e aleph, di tutti i numeri, ed implicitamente di tutti gli altri enti che presentano tratti di
isomorfismo rispetto ad essi, che si trovano nel metaxy.
55
Se lo zero come operatore di identit si esprime nella formula n 0 = 1 (per n2), allora
possiamo connettere tale espressione con quella che formalizza il metaxy: n0 = 1 = 0 x .
56
Pi originariamente di quella imago complementare al verbum per caratterizzare la relazione
in cui si configura lidentit del Filius, cui ho accennato in La regola del diritto tra Verbum
e Imago, in AA.VV., Sergio Cotta (1920-2007). Scritti in memoria", a c. di B
9 Custodire il metaxy
Implicazioni e conseguenze sulla logica del diritto e delle istituzioni del metaxy
riletto con la matematica dello zero sono incalcolabili. Diviene possibile, ad
esempio, riprendere ed in parte formalizzare linterpretazione di alcuni profili del
riconoscimento in e mediante cui si costituisce e affiora lintreccio tra identit e
relazione e come questo si proietti, quale principio dordine, sui vari campi
dellagire umano e del rapportarsi interumano. La dignitas, in specie, si pu
mostrare come asse, che delimita a mo di limes invisibile una soglia che funge da
limen, quellintersezione tra dimensioni naturalistiche e componente narrativa del
costituirsi dellidentit e del suo riconoscimento, che altrimenti al massimo
decrittabile come una dialettica in definitiva inconciliata ed irrisolta. Le
conseguenze del salto epistemico che ci trascina con s rispetto al dipanarsi della
comunicazione, dello svolgersi della partecipazione agli spazi pubblici, della
disciplina e nella custodia degli spazi istituzionali incalcolabile 57. La dinamica
riconoscimento rivela, ad esempio, unarticolazione ben pi ricca e complessa di
quanto non possa schiudere una semplice caratterizzazione secondo una ternariet
ancorata ad una concezione del numero schiacciata sulla quantit ed
inconsapevole di quanto sia profondo lo sfondo di intelligibilit reso accessibile dal
numero.
Se rileggiamo il metaxy mediante la soglia (limes) rappresentata dalla zero e che
segna il passaggio dalla quantit alla qualit, distinguendo queste senza per
dissociarle, il metaxy pu comparire come una soglia (limen) in cui il gioco dei
numeri non esprime solo la combinazione e ricombinazione indefinita di quantit,
finita . perci che possiamo scrivere:
3>3
Ove 3 identifica un numero distinto e maggiore di aleph. Possiamo allora associare detto numero al
nome tav e scrivere
3=
Tenendo conto che = e che, quindi 3=
Possiamo allora scrivere
>
Entrambi sono numeri infiniti, ma distinti e differenti, separati da una differenza infinita ma non
quantificabile.
Tav un numero che non serve nei calcoli ordinari, tanta la sua incommensurabilit con il metaxy,
ma ha un significato peculiarissimo in riferimento agli altri numeri. Infatti tav il numero cui
conduce la potenza aleph di ogni numero uguale o maggiore di 2, a prescindere dal segno positivo
o negativo che lo accompagni. Ossia, per n2 n = . Capovolgendo tale relazione, ripercorrendola
cio allindietro e tenendo conto che radici e potenze esprimono la stessa relazione considerata in
senso inverso, ne segue che tutti i numeri naturali, per n2, sono anche ;tutti i numeri metaxy
sono o relazioni interne ad essi ! Ci proietta delle implicazioni stupefacenti sulla costituzione
del metaxy. Se i il gioco dei numeri, nella sua infinita variet, risulta dallesplicitazione dei loro
rapporti, vale a dire che nel metaxy possiamo indagare, percorrere, formulare e riformulare,
applicare quei rapporti e gli algoritmi che ne conseguono, lorigine del numero e la relazione
originaria ed originante tra i numeri non sta nel metaxy e nemmeno nei suoi estremi zero ed aleph,
ma in . ci che consente loro di rapportarsi senza perdere la loro identit, senza sciogliersi
interamente nel gioco; la dipendenza originante dal tav fa s che i singoli numeri non siano debitori
della rispettiva identit luno allaltro, ma e insieme, rimangono debitori, secondo una reciprocit
generalizzata, quanto al poterla esercitare ed allesercitarla correttamente e proficuamente . Se cos
mi posso esprimere, tale architettura relazionale attesta che la relazione originaria e fondante
anche fondamento della relazione rapportante; nel rapportarsi reciproco ciascun numero sta in
relazione, oltre che direttamente con laltro, indirettamente e mediante laltro con il tav, cos come
questo sta allorigine dellaltro, ossia come ciascuno sta in relazione con la sua origine !
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Per isomorfismo si formalizza limpossibilit di porre il tu a fondamento dellio ma, insieme, di
ritenerlo come sua imprescindibile condizione di attivazione.
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Almeno due indicatori in questa direzione: la serie intermedia, costituita da numeri esprimenti
quantit, anche il prodotto tra le due qualit situate agli estremi; lo zero e luno sono anche
relazioni, operatori di identit relazionale costitutivi di ciascun numero esprimente quantit.