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Invito al Festival Mondiale delle Resistenze e delle Ribellioni

contro il Capitalismo
Veniamo per condividere i nostri sentimenti e dolori che ci ha causato questo sistema neoliberale.
Ma altrettanto certo che condividiamo le valide conoscenze, esperienze di lotta, di organizzazione.
Impegni e sfide di fronte ai capitalisti invasori e neoliberali che tanto danno ci hanno
causato.(EZLN, agosto 2014)
Ai fratelli e sorelle della Sexta nazionale e internazionale:
Riuniti i nostri popoli nella Condivisione dei Popoli Zapatisti e del Congresso Nazionale Indigeno David
Ruz Garca, abbiamo parlato delle nostre sofferenze, delle nostre parole ed esperienze di lotta, ribellione
e resistenza.
Insieme sappiamo che nelle nostre ribellioni ci sono i nostri NO alla politica di distruzione che fa il
capitalismo in tutto il mondo. E sappiamo che nelle nostre resistenze ci sono i semi del mondo che
vogliamo.
Queste ribellioni e resistenze non sono solo dei popoli originari del Messico. Sono anche nei passi dei
popoli originari di tutto il continente e in tutti gli angoli del pianeta dove individu@, gruppi, collettivi e
organizzazioni non solo dicono NO alla distruzione, ma anche stanno costruendo qualcosa di nuovo.
In questa condivisione che stata possibile in gran misura grazie allappoggio dei fratelli e sorelle della
Sexta nazionale e internazionale, confermiamo che la nostra madre terra, che da la vita a tutto il pianeta,
in pericolo e con lei lumanit intera; vediamo che il capitalismo neoliberale che provoca tanto dolore,
tanta distruzione e tanta morte, che ci spolia, sfrutta, disprezza e reprime.
Nella difesa della madre terra, nella lotta per lumanit e contro il neoliberismo, non c una lotta piccola.
Fratelli e sorelle della Sexta nazionale e internazionale, poich sappiamo che questo capitalismo selvaggio
e di morte non invincibile, come ci insegnano, oltre all'esperienza zapatista, le ribellioni e resistenze che
fioriscono in tutto il pianeta, e che i loro dolori sono i nostri, e che le loro lotte sono le nostre, e che i loro
sogni sono i nostri, vogliamo condividere con voi le parole, le esperienze, i cammini e la decisione
condivisa che possibile un mondo che contenga molti mondi. Andiamo concretando questi passi per
raggiungere questo sogno, necessario condividere tra di noi, sapere quel che pensiamo, ascoltarci per
sapere come sono le nostre lotte, per conoscere le nostre ribellioni e imparare dalle nostre resistenze.
I popoli, trib e nazioni abbiamo accordato in questa assemblea di realizzare insieme con voi il Primo
Festival Mondiale delle Resistenze e delle Ribellioni contro il Capitalismo con lo slogan DONDE LOS
DE ARRIBA DESTRUYEN LOS DE ABAJO RECONSTRUIMOS (dove quelli in alto distruggono,
quelli in basso ricostruiscono).

24 horas en Ayotzinapa di Luis Hernndez Navarro*


Il giorno dei morti una delle celebrazioni pi importanti nella cultura popolare messicana. Tra candele,
fiori ed offerte vengono ricordati coloro che ci hanno preceduto, quando gli assenti si ritrovano. Ma questo
giorno dei morti diverso dai precedenti: i 43 studenti della Normale di Ayotzinapa scomparsi per mano
della polizia sono al centro delle cerimonie. E' un momento di identit nazionale nel dolore e nella rabbia,
il momento di ricordarli e di esigere che vengano restituiti vivi alle famiglie.
Oggi ci dirigiamo verso la scuola rurale per testimoniare come si vive, tra le sue mura, una giornata tanto
speciale. Stiamo percorrendo l'autostrada del Sur con destinazione la scuola normale rurale di Ayotzinapa,
siamo gi in Guerrero, uno stato che conosciuto come violento, corrotto. Uno stato ricco di risorse
naturali, molto importante dal punto di vista turistico e minerario e contemporaneamente con una
popolazione che vive in uno stato di estrema povert. In Guerrero si registra uno dei pi alti tassi di
analfabetismo, di morte infantile, di denutrizione. Si tratta di uno stato devastato dalla violenza, dalle
bande del crimine organizzato che sono state affrontate dalla popolazione recuperando, nel caso delle
popolazioni indigene, le loro polizie comunitarie e la popolazione meticcia, formando gruppi di autodifesa.
Ayotzinapa significa in nhuatl, il luogo delle tartarughe. La scuola normale rurale di Ayotzinapa Raul
Isidro Burgos un centro di formazione di maestri per le regioni contadine, la scuola frequentata da
giovani nati da famiglie molto povere, nelle sue aule si mette a loro disposizione l'educazione, il cibo,
l'alloggio e il materiale scolastico.
Scuole di poveri per poveri, le Scuole Normali Rurali sono uno degli ultimi baluardi della rivoluzione
messicana. Sono anche uno dei pochi mezzi che le comunit contadine hanno per la propria promozione
sociale.
Questo un centro di eccellenza, di formazione di insegnanti rurali. I muri di ingresso come tutti i muri di
tutte le unit scolastiche sono piene di murales che raccontano la sua storia, la sua missione e la sua
visione. Si tratta di un esempio in pi della lotta della memoria contro l'oblio.
Il maestro Virgilio Gonzalez si laureato a Ayotzinapa ed insegna arti plastiche.
Tutte le Scuole Normali Rurali che finora esistono hanno murales che ritraggono un'ideologia,
possiamo dire propriamente rivoluzionaria. Nel caso di Ayotzinapa i giovani hanno fatto propria questa
forma di espressione. I giovani usano questi spazi per esprimersi, per far conoscere ci che sentono, per
esprimere la voce dei popoli, la voce degli studenti e dei maestri e dei movimenti sociali.
In loro ritroviamo l'eco delle richieste sociali che ci sono nel paese, in Guerrero e qui alla Normale.
Molti pittori guerrerensi hanno deciso di mettere la propria arte al servizio della causa dei desaparecidos.
Siamo nella parte finale del lavoro di 43 volti, 43 ritratti dei giovani scomparsi. Abbiamo invitato i pittori
del Guerrero e quasi tutti, tutti hanno aderito all'iniziativa: ogni pittore esprime a modo suo il ritratto del
giovane che gli stato affidato. Funziona come una sorta di simbolismo.
LHN: Questi ritratti dove verranno messi?
La nostra intenzione di esporli in diverse piazze pubbliche perch si possano vedere questi giovani, senza
nascondere pi nulla, ci sono solamente i volti disegnati dai pittori.
I semi che Ayotzinapa pianta nei suoi studenti hanno germogliato in tutto il paese.
Parla un insegnante della scuola normale rurale di Ayotzinapa Raul Isidro Burgos
Ayotzinapa sta dove sta il cuore, a sinistra. Per questo Ayotzinapa di sinistra, rivoluzionaria.

LHN: Maestro cos' per lei Ayotzinapa, che significa?


E' un orgoglio essere parte di una generazione di questa scuola normale rurale. Sono molto felice di questa
scuola perch mi dato riparo, mi ha dato un alloggio, perch mi ha dato la possibilit di impegnarmi come
lavoratore dell'educazione.
LHN: E cosa significa per lei la sparizione dei 43 ragazzi?
E' stato qualcosa di indescrivibile, una rabbia, un'impotenza, sapere cosa stava succedendo a questa scuola.
LHN: Pu leggerci qualcosa di quello che ha scritto a proposito dei desaparecidos?
Certo, con molto piacere: sono un maestro del Guerrero, Messico. Voglio dire che 43 miei alunni non sono
ancora tornati.
Sono qui davanti alla mia scuola normale rurale dove posso percepire con tutta l'anima la fresca essenza
degli eucalipti, gli edifici in stile sobrio con immagini e leggende rivoluzionarie del Che, Lucio [Cabaas]
y Genaro [Vazques Rojas], e pi in l le verdi e azzurre montagne in armonia con il cielo trasparente di
Tixtla: come vedete, i loro banchi sono vuoti e li stanno aspettando, le scuole e le aule li aspettano, hanno
nostalgia di loro, come me, come tutti, come quelli che dicono AyotzinapaSomosTodos.
LHN: Lo scorso 26 settembre un gruppo di 80 normalistas rurales di Ayotzinapa stato selvaggiamente
aggredito dalla polizia municipale di Iguala. Si tratta di una delle aggressioni pi tragiche che abbiamo
vissuto nel Messico contemporaneo con il risultato di 6 giovani assassinati, 20 feriti, uno di loro molto
grave, e 43 desaparecidos. La tragedia ha commosso tutto il paese, ha provocato una grandissima
mobilitazione e ci ha fatto ricordare le peggiori tragedie vissute in questo paese come quella del 2 di
ottobre del 1968 e la guerra sporca nello stato del Guerrero.
La sofferenza e l'incertezza si sono impossessati dei familiari che da giorni non sanno pi che fine hanno
fatto i loro figli.
Parla Felipe de la Cruz, padre di un normalista scomparso: sono andati a racimolare dei soldi per poter
partecipare il 2 ottobre alla manifestazione di Citt del Messico ma non avrebbero mai potuto immaginarsi
l'incubo che avrebbero vissuto con la polizia di Iguala. Nel momento in cui inizia l'aggressione mio figlio
mi chiama al telefono e mi dice Pap hanno gi ammazzato un ragazzo qui a Iguala, la polizia ci
perseguita e non ci fa passare e quando scendiamo con il compagno iniziano a spararci e loro corrono a
rifugiarsi.
LHN: Un'ansia cos grande...
In quel momento volevo volare a Iguala, l'ansia e la disperazione perch volevo stargli vicino.
LHN: Come si sono comportate secondo lei le autorit di fronte a questo problema?
Il comportamento del governo federale e statale stato negligente, incapace di fare qualsiasi cosa contro
questa gente.
LHN: Lei ha partecipato alla riunione che si svolta in Los Pinos, la residenza ufficiale della
presidenza, con Enrique Pea Nieto... come stata questa riunione?
E' stata una riunione pesante per lui perch noi avevamo molto domande, molte richieste, abbiamo avuto
molto coraggio come padri di famiglia e il discorso che ci ha fatto ha infuso molto coraggio e io anche ho
detto al Presidente io non mi fido, lei mi pu dire quello che vuole ma finch non vedo i ragazzi, io non
mi fido. S, perch il governo federale complice quando non fa nulla nell'immediato. Ha cominciato a
vedere il caso dopo 4 giorni, anche lui colpevole di omissione.

LHN: A Ayotzinapa, come nel resto delle Normales Rurales del paese l'insegnamento non solo una
questione teorica ma anche pratica. Se i suoi laureati si trasferiscono in comunit rurali a lavorare,
devono saper realizzare attivit agricole. Per molti giovani di altre istituzioni scolastiche, il senso della
solidariet non consiste solamente nello scendere insieme nelle strade per manifestare, ma si rivela anche
nel lavoro produttivo degli appezzamenti di terreno scolastici della Normal.
Studenti Uam Xochocimilco di Citt del Messico: Perch siamo fratelli della stessa terra, questo che ci
unisce, fratelli dello stesso dolore, veniamo dalla Uam de Xochocimilco. I compagni ci hanno chiesto di
venire a aiutarli a strappare le erbacce dai campi di mais per questo stiamo strappando tutta l'erba. Ora i
compagni non possono essere qui a fare questo tipo di attivit, sono occupati in una lotta, stanno cercando i
loro compagni, non riposano, non dormono e quindi non possono lavorare la loro terra.
LHN: Qual il senso della carovana?
Venire fino a qui, lavorare con loro, abbracciarli e dirgli in faccia che loro non sono soli, il loro dolore il
nostro dolore. Noi potremmo essere stati il 44simo. Se noi fossimo desaparecidos sicuramente i
compagni di Ayotzinapa starebbero facendo assemblee e iniziative di solidariet per noi.
LHN: Questo aiuto molto necessario perch gli studenti di Ayotzinapa stanno facendo azioni di
disobbedienza civile e pacifica per esigere che i loro compagni siano restituiti vivi. Lo fanno giorno per
giorno, come oggi quando hanno bloccato l'ingresso di negozi e centri commerciali a Chilpancingo, la
capitale dello stato. Ci dirigiamo l per parlare con loro.
Siamo a Chilpancingo, oltre all'occupazione delle strade e di edifici pubblici i giovani stanno impedendo
l'ingresso dei possibili clienti a questo centro commerciale che appartiene ad alcuni degli uomini pi ricchi
del Messico.
Studente della scuola Raul Isidro Burgos: Stiamo occupando i centri commerciali, come noi siamo
qui, ci sono tanti altri compagni in altre citt, lo facciamo per protestare perch i nostri 43 compagni ancora
non sono tornati. La nostra una protesta pacifica, non stiamo saccheggiando nulla, stiamo semplicemente
chiudendo tutte le porte di tutti i negozi dei centri commerciali.
LHN: La scomparsa dei 43 studenti di Ayotzinapa non un episodio isolato, fa parte di una lunga serie di
aggressioni contro di loro.
Come il 12 dicembre del 2011 con quello che fu il primo atto di repressione del Governatore Angel
Aguirre appena prese il potere. Le diverse polizie spararono contro gli studenti a pochi metri da questo
stesso negozio assassinando due ragazzi.
LHN: Tu hai partecipato ai fatti del 12 dicembre del 2011. Ti ricordi cosa successo?
I fatti si sono svolti intorno alle 9 del mattino. Quel giorno stavamo facendo una petizione che
organizziamo ogni anno come Normal. Ce l'avevano gi respinta tre volte, perci abbiamo detto che non ce
ne saremmo andati finch non ci avessero ricevuto.
Hanno cercato di sgomberarci e noi non stavamo nelle condizioni di lasciare l'autostrada. La polizia
federale ha iniziato a sparare in aria, hanno cominciato a spararci e poi la polizia ministeriale, da questo
lato, ha cominciato a spararci addosso. Noi eravamo l quando Alexis e Gabriel, i due compagni, sono stati
uccisi. Siamo riusciti a spostare Alexis di qualche metro, ma la polizia ci venuta addosso e non abbiamo
potuto fare niente altro. Noi continuiamo a chiedere giustizia perch i poliziotti ministeriali che erano stati
incarcerati, dopo un anno sono stati rilasciati. Non si proceduto giuridicamente contro nessuno dei
responsabili morali e materiali.

LHN: Tu pensi che se si fosse avuta giustizia forse si sarebbe evitato ci che successo il 26 di
settembre?
S, gi a quel tempo era governatore Angel Aguirre, penso che si sarebbe potuto evitare questo tragico
avvenimento.
LHN: Ayotzinapa si trova nel municipio di Tixtla, dove di fronte agli abusi del crimine organizzato i
cittadini hanno formato la loro polizia comunitaria.
Polizia comunitaria La Patria es Primero: Noi siamo la polizia comunitaria della casa di Giustizia La
Patria es Primero. Erano molto comuni i rapimenti, i sequestri. Prima era molto comune vedere i ragazzini
imbracciare fucili a bordo di auto lussuose. Era una situazione insostenibile. Siamo nati per questa
necessit. Il nostro un sistema di sicurezza e di giustizia e come sistema di giustizia quello che facciamo
processare i delinquenti.
LHN: E di fronte alla tragedia dei 43 studenti scomparsi che ha fatto la polizia comunitaria?
Abbiamo difeso completamente la scuola, perch poteva succedere che qualche gruppo venisse qui alla
Normal e assaltarla. Questa stata la nostra misura di sicurezza: siamo stati qui giorno e notte,
proteggendo i ragazzi. I ragazzi non sappiamo dove siano, non sappiamo se sono vivi, non sappiamo come
li stanno trattando, non sappiamo...siamo stufi, insostenibile.
LHN: Uno dei centri nevralgici stato Chilpancingo, sede dei poteri statali e della rabbia del popolo del
Guerrero.
Sergio Ocampo, giornalista: E' una citt anche di gente che viene dall'interno dello stato alla capitale a
lavorare. E' una societ dove la maggioranza dei cittadini sono maestri, burocratici e soprattutto
commercianti.
LHN: Gli studenti di Ayotzinapa in parte non erano visti di buon occhio qui a Chilpancingo. Come si
spiega ora questa empatia, questa solidariet verso di loro?
Sono stati sempre considerati dei rossi, guerriglieri, comunisti. Tuttavia ora i mass-media hanno diffuso le
immagini dei loro padri, per la maggior parte figli di contadini quindi s, questa societ di Chilpancingo
stata un po' conservatrice in generale.
LHN: Da diversi giorni gli edifici che rappresentano il potere statale sono stati l'obiettivo
privilegiato della rabbia popolare...
Si generata una specie di insorgenza civile popolare che si era vista solo nel 1962 quando Genaro
Vazquez occup i Municipi. Questa insorgenza arrivata, ha contaminato settori che mai si erano
mobilitati come l'Universit di Guerrero e oggi anche gli imprenditori vanno e portano cibo al presidio dei
giovani nella piazza centrale.
Qui c' un presidio dal 22 ottobre, sono stati occupati 22 municipi, ci sono stati blocchi stradali in diversi
municipi, ci sono cittadini del PRI che stanno partecipando. Mai si era visto in Guerrero un movimento
come questo.
Il Guerrero in fiamme. Si dato fuoco alla sede del Governo e del PRD (Partito Rivoluzionario
Democratico), un simbolismo che esprime malessere, il fuoco evidenzia che c' molto coraggio. Penso
che potrebbero esserci esplosioni di violenza situata nella maggioranza delle regioni dello stato.
LHN: Il massacro di Iguala ha messo allo scoperto la regia del narco-potere, accelerando la
riapparizione pubblica di diverse organizzazioni politico-militari...

A partire da questo movimento si scoperto il legame di diversi governi municipali con i gruppi della mal
chiamata delinquenza organizzata, qui le vittime sono state migliaia, sequestri ed estorsioni erano
all'ordine del giorno.
LHN: In Guerrero esistono varie organizzazioni politico-militari da diversi anni. Come stanno
agendo in questo momento e cosa immagini che faranno?
Hanno forza, hanno la loro base sociale, sono organizzazioni che operano da pi di trent'anni. In questo
momento potrebbero tornare sulla scena a causa dell'attuale situazione di rabbia che si sta vivendo,
soprattutto in regioni gi note per insurrezioni, la zona della Costa Grande, della Montagna, la Costa Chica,
che sono anche luoghi che vedono un alto numero di studenti desaparecidos.
Io penso che potrebbe esserci una risposta da parte di queste organizzazioni politico-militari in maniera
coordinata.
LHN: Ad Ayotzinapa, la ferita continua ad essere aperta.
Felipe de la Cruz, padre di uno studente scomparso: Per me e per molti guerrerensi la migliore
scuola che esiste, come tutte le Scuole Normali Rurali del paese, perch seminano maestri che
combattono con le comunit, che lottano contro l'ignoranza che esiste nel popolo messicano e nascono da
qui.
LHN: Che succeder nei prossimi giorni? Cosa si sta pensando di fare da qui in avanti?
Se i ragazzi non ricompaiono entro i prossimi giorni ci sar una convocazione nazionale per dire ad
Enrique Pea Nieto che per la sua incapacit deve lasciare la presidenza. Perch noi genitori non possiamo
credere che con tutto il potere che ha lo stato messicano, non riescano a ritrovare i ragazzi.
LHN: Lei convive ogni giorno con gli altri genitori. Ascolta i loro dolori, le loro preoccupazioni, i
loro dubbi, come riesce a portare tutto questo peso sulle spalle?
Non facile, molte volte piangiamo insieme, molte volte gridiamo insieme il coraggio che sentiamo, e
l'incapacit di non poter fare nulla per trovare i ragazzi, non ci resta altro che resistere, la disperazione,
l'ansia, il dolore di vedere le madri piangere, che non mangiano, non dormono. Non abbiamo dubbi che lo
stato c'entri in quello che successo.
LHN: Perch Don Felipe?
Perch sono stati dei poliziotti a portarseli via.
LHN: 43 il numero, 43 sono le sedie vuote di un'aula della Scuola Normali Rurale di Ayotzinapa. 43
sono i nomi che, pronunciati durante l'appello degli insegnati, non potranno dire Presente, 43 sono i letti
vuoti ogni notte, perch coloro che ci dovevano dormire sono stati fatti sparire dalla polizia di Iguala. 43
il numero, 43 studenti normalistas di Ayotzinapa devono tornare vivi, qui e ora, come lo esigono milioni di
giovani in questo paese.
* Luis Hernndez Navarro, scrittore, giornalista e coordinatore della sezione Opinion del quotidiano
messicano La Jornada
* Le Scuole Normali Rurali vennero istituite negli anni Venti con lintenzione di favorire laccesso
all'educazione e la formazione di insegnanti nelle zone contadine e indigene del paese. Oggi ne rimangono
17 in tutto il paese. Lo studio e la vita in comune - le scuole offrono la possibilit di residenza - hanno fatto
s che in queste istituzioni si sviluppasse una presa di coscienza profonda rispetto alle condizioni di
emarginazione strutturale da cui proviene la maggior parte degli alunni. Per questo subiscono, da sempre,
la repressione e la criminalizzazione da parte dei governi.

I familiari degli studenti scomparsi di Ayotzinapa incontrano


lEZLN a Oventik
Comandante Javier porge il benvenuto alla carovana di Ayotzinapa nel caracol di
Oventik, il 15 novembre 2014
Sorelle e fratelli genitori dei 43 studenti desaparecidos, Studenti ed Insegnanti della scuola Ral Isidro
Burgos di Ayotzinapa, dello stato di Guerrero.
Buona sera a tutti e tutte.
A nome delle nostre migliaia di compagni e compagne basi di appoggio dellEsercito Zapatista di
Liberazione Nazionale, vi diamo il pi cordiale benvenuto in questo umile Caracol II di Oventik,
Resistencia y Rebelda por la Humanidad, della Zona Altos del Chiapas, Messico.
Siamo qui quali rappresentanti dei nostri popoli zapatisti per accogliervi a braccia aperte ed ascoltare le
vostre parole.
Non siete soli! Il vostro dolore il nostro dolore! La vostra rabbia la nostra degna rabbia! E vi
sosteniamo nella richiesta di riavere in vita i 43 studenti desaparecidos per lazione criminale dei
malgoverni; accomodatevi, siete a casa vostra, questo il posto di tutte e tutti coloro che lottano.
Grazie.

Comandante Tacho apre lincontro dellEZLN con la carovana dei Ayotzinapa


Compagne e compagni:
Padri e madri dei giovani studenti desaparecidos della Scuola Normale Rurale Ral Isidro Burgos di
Ayotzinapa, stato di Guerrero, Messico.
Agli studenti ed a tutti quelli che accompagnano questa carovana e a tutti i presenti.
A nome dei bambini, bambine, ragazzi, ragazze, uomini, donne, anziani ed anziane dellEsercito Zapatista
di Liberazione Nazionale, benvenuti nel caracol di Oventik, Caracol II Resistencia y Rebelda por la
Humanidad.
Compagne e compagni:
LEsercito Zapatista di Liberazione Nazionale vuole ascoltare le vostre parole di dolore e rabbia, che sono
anche nostre.
Noi non vogliamo sapere dei municipi bruciati, n delle auto bruciate, n di porte, n di palazzi.
Noi vogliamo ascoltare il vostro dolore, la vostra rabbia e la vostra angoscia di non sapere dove si trovano i
vostri ragazzi.
Vogliamo anche dirvi che noi zapatisti vi abbiamo accompagnati nelle proteste e mobilitazioni che si sono
svolte in Messico e nel mondo, anche se sui mezzi di comunicazione prezzolati non appaiono le nostre
azioni di dolore e rabbia, ma vogliamo dirvi che vi abbiamo accompagnati con fatti reali e veri.
Per questo vogliamo che ci parliate e noi vogliamo ascoltarvi.
Se avessimo saputo del vostro arrivo qualche giorno prima, oggi ad accogliervi ed ascoltarvi saremmo stati
molto pi numerosi.
Noi oggi siamo qui in rappresentanza di tutti per accogliervi con tutto il cuore ed ascoltare il vostro dolore
e la vostra rabbia.
tutto.

Parole del Comando Generale dellEZLN, per voce del Subcomandante Insurgente
Moiss, al termine dellincontro con la carovana dei familiari di desaparecidos e
studenti di Ayotzinapa, nel caracol di Oventik.
Madri, Padri e Familiari dei nostri fratelli assassinati e scomparsi a Iguala, Guerrero:
Studenti della Scuola Normale Ral Isidro Burgos di Ayotzinapa, Guerrero:
Fratelli e sorelle:
Ringraziamo di tutto cuore per averci portato la vostra parola.
Sappiamo che per portarci questa parola diretta, senza intermediari, senza interpretazioni estranee,
avete dovuto viaggiare molte ore e soffrire la stanchezza, la fame, il sonno.
Sappiamo anche che per voi questo sacrificio parte del dovere che vi sentite.

Il dovere di non abbandonare i compagni fatti scomparire dai malgoverni, di non venderli, di non
dimenticarli.
E a causa di questo senso del dovere che avete iniziato la vostra lotta fin da quando non si faceva
alcun caso a essa, e i fratelli oggi scomparsi erano catalogati come capelloni, novellini, futuri
delinquenti che se lo meritavano, picchiatori, radicali, tamarri, agitatori.
Cos li hanno chiamati molti di quelli che ora si affollano attorno alla vostra degna rabbia per moda
o convenienza, bench allora volessero incolpare della disgrazia la Normale Ral Isidro Burgos.
C ancora chi tenta di farlo da l sopra, con lintenzione di distrarre e nascondere il vero colpevole.
Per questo senso del dovere avete iniziato a parlare, a gridare, a spiegare, a raccontare, a usare la
parola con coraggio, con degna rabbia.
Oggi, nel marasma di parole vane che uno o laltro sparge sulla vostra degna causa, litigano ora per
stabilire chi ha fatto in modo che foste conosciuti, ascoltati, compresi, abbracciati.
Forse non ve lhanno detto, ma siete stati voi, i familiari e compagni degli studenti morti e
scomparsi, a ottenere, con la forza del vostro dolore, e di tale dolore convertito in rabbia degna e
nobile, che molte e molti, in Messico e nel Mondo, si sveglino, facciano domande, pongano in
questione.
Per questo vi ringraziamo.
Non solo per averci onorato con laver portato la vostra parola perch la potessimo ascoltare, umili
come siamo: senza rilevanza mediatica, senza contatti con i malgoverni, senza capacit n
conoscenze per potervi accompagnare, spalla a spalla, nellincessante andirivieni di ricerca dei vostri
cari, che ormai lo sono anche per milioni di persone che non li hanno conosciuti; senza le parole
sufficienti a darvi consolazione, sollievo, speranza.
Anche e soprattutto, vi ringraziamo per il vostro eroico impegno, la vostra saggia caparbiet di
nominare i desaparecidos di fronte ai responsabili della loro disgrazia, di domandare giustizia di
fronte alla superbia del potente, di insegnare ribellione e resistenza di fronte al conformismo e al
cinismo.
Vogliamo ringraziarvi per gli insegnamenti che ci avete dato e ci state dando.
E terribile e meraviglioso che familiari e studenti poveri e umili che aspirano a diventare maestri, si
siano convertiti nei migliori professori che abbiano visto i cieli di questo paese negli ultimi anni.
Fratelli e sorelle:
la vostra parola per noi stata ed una forza.
E come se ci abbiate dato un alimento pur essendo lontani, pur non conoscendoci, sebbene ci
separassero i calendari e le geografie, cio il tempo e la distanza.
E vi ringraziamo anche perch ora vediamo, ascoltiamo e leggiamo che altri cercano di zittire la
vostra parola dura, forte, quel nucleo di dolore e rabbia che ha messo in moto tutto.
E noi vediamo, ascoltiamo e leggiamo che ora si parla di porte che prima non importavano a
nessuno.
Dimenticando che da tempo tali porte sono servite a indicare a quelli di fuori che non erano affatto
tenuti in considerazione nelle decisioni che prendevano quelli allinterno.
Dimenticando che ora tali porte sono parte soltanto di un baraccone inservibile, dove si simula
sovranit e ci sono solo servilismo e sottomissione.

Dimenticando che tali porte danno soltanto su un grande centro commerciale al quale non accede il
popolo che sta fuori, e nel quale si vendono i rottami di quel che in qualche tempo stata la Nazione
messicana.
A noi non interessano queste porte.
N ci interessa se le bruciano, se le adorano, se le vedono con rabbia, o con nostalgia, o con desiderio.
A noi importano di pi le vostre parole.
La vostra rabbia, la vostra ribellione, la vostra resistenza.
Perch l fuori si parla, si discute, si chiosa su violenza e non violenza, lasciando da parte che la
violenza si siede tutti i giorni a tavola con la maggioranza delle persone, cammina con loro al lavoro,
a scuola, torna con loro a casa, dorme con loro, diventa incubo che sogno e realt
indipendentemente dall'et, dalla razza, dal genere, dalla lingua, dalla cultura.
E noi ascoltiamo, vediamo e leggiamo che l fuori si discutono colpi di mano di destra e di sinistra,
ovvero chi mandiamo via per vedere chi mettiamo al suo posto.
E si dimentica cos che lintero sistema politico marcio.
Che non tanto il fatto di avere relazioni con il crimine organizzato, con il narcotraffico, con le
molestie, le aggressioni, gli stupri, le botte, le carceri, le sparizioni, gli omicidi, bens che tutto questo
gi parte della sua essenza.
Perch non si pu pi parlare della classe politica e differenziarla dagli incubi che soffrono milioni di
persone in queste terre.
Corruzione, impunit, autoritarismo, crimine organizzato e disorganizzato, sono gi negli emblemi,
negli statuti, nelle dichiarazioni di principi e nella pratica di tutta la classe politica messicana.
A noi non importano i perch e percome, gli accordi e disaccordi che quelli di sopra imbastiscono
per decidere chi si incarica ora della macchina di distruzione e morte in cui si convertito lo Stato
messicano.
A noi importano le vostre parole.
La vostra rabbia, la vostra ribellione, la vostra resistenza.
E noi vediamo, leggiamo e ascoltiamo che l fuori si discutono calendari, sempre i calendari di sopra,
con le loro date ingannevoli che nascondono le oppressioni che oggi patiamo.
Perch si dimentica che dietro Zapata e Villa si nascondono quelli che sono rimasti, i Carranza,
Obregn, Calles e la lunga lista di nomi che, sul sangue di chi stato come noi, prolunga il terrore
fino ai nostri giorni.
A noi importano le vostre parole.
La vostra rabbia, la vostra ribellione, la vostra resistenza.
E noi leggiamo, ascoltiamo e vediamo che l fuori si discutono tattiche e strategie, i metodi, il
programma, il che fare, chi dirige chi, chi comanda e verso dove orientato.
E si dimentica che le domande sono semplici e chiare: devono ricomparire in vita tutti e tutte, non
solo quelli di Ayotzinapa; devono essere puniti i colpevoli di tutto lo spettro politico e di tutti i livelli;
e si deve fare il necessario perch non si torni mai pi a ripetere lorrore contro chiunque in questo
mondo, anche se non si tratta di una personalit o di qualcuno di prestigio.
A noi importano le vostre parole.
La vostra rabbia, la vostra ribellione, la vostra resistenza.

Perch nelle vostre parole noi ascoltiamo anche noi stessi.


In queste parole ci sentiamo dire e dirci che nessuno pensa a noi, i poveri di sotto.
Nessuno, assolutamente nessuno pensa a noi.
Fanno solo finta di esserci per vedere cosa cavarne, quanto possono crescere, guadagnare,
raccogliere, fare, disfare, dire, tacere.
Molti giorni fa, nei primi giorni di ottobre, quando appena appena si iniziava a comprendere
lorrore di ci che era avvenuto, vi mandammo alcune parole.
Piccole, come da tempo sono di per s le nostre parole.
Poche parole perch il dolore non trova mai parole sufficienti che lo dicano, che lo spieghino, che lo
allevino, che lo curino.
Allora vi dicemmo che non siete soli.
Ma con ci vi dicemmo non soltanto che vi appoggiavamo e che, seppure lontani, il vostro dolore era
nostro, come nostra la vostra degna rabbia.
S, vi dicemmo questo ma non solo questo.
Vi avevamo detto anche che nel vostro dolore e nella vostra rabbia non eravate soli perch migliaia
di uomini, donne, bambini e anziani conoscono sulla propria pelle quellincubo.
Non siete soli sorelle e fratelli.
Cercate le vostre parole anche nei familiari dei bambini e delle bambine assassinati nellasilo nido
ABC nel Sonora; nelle organizzazioni per i desaparecidos nel Coahuila; nei familiari delle vittime
innocenti della guerra, persa fin dall'inizio, contro il narcotraffico; nei familiari dei migliaia di
migranti eliminati nell'intero territorio messicano.
Cercatele nelle vittime quotidiane che, in ogni angolo del nostro paese, sanno che lautorit legale
chi picchia, annichila, ruba, sequestra, estorce, stupra, incarcera, uccide, a volte sotto le vesti di
organizzazione criminale e a volte come governo legalmente costituito.
Cercate i popoli originari che, da prima che il tempo fosse tempo, serbano la saggezza necessaria a
resistere e che conoscono pi di chiunque altro il dolore e la rabbia.
Cercate lo Yaqui e si trover in voi.
Cercate il Nahua e vedrete che la vostra parola sar accolta.
Cercate il aht e lo specchio sar mutuo.
Cercate coloro che hanno innalzato queste terre e con il loro sangue hanno partorito questa Nazione
fin da prima che la chiamassero Messico, e saprete che di sotto la parola ponte che attraversa
senza timore.
Perci ha forza la vostra parola.
Nelle vostre parole si sono visti riflessi in milioni.
Molti lo dicono, anche se la maggior parte lo tace ma fa suo il vostro reclamare e dentro di s ripete
le vostre parole.
Si identificano con voi, con il vostro dolore e la vostra rabbia.

Sappiamo che molti vi richiedono, vi esigono, vi domandano, vi vogliono portare da una parte o
dall'altra, vi vogliono usare, vi vogliono comandare.
Sappiamo che molto il frastuono che vi scagliano contro.
Noi non vogliamo aggiungere frastuono al frastuono.
Noi vogliamo solo dirvi di non lasciar cadere la vostra parola.
Non lasciatela cadere.
Non affievolitela.
Fatela crescere perch si elevi al di sopra del frastuono e della menzogna.
Non abbandonatela perch in lei prosegue non solo la memoria dei vostri morti e desaparecidos, ma
cammina anche la rabbia di chi oggi di sotto perch gli altri siano di sopra.
Sorelle e fratelli:
Noi pensiamo che forse sapete gi che pu succedere che rimaniate soli, e che siate preparati.
Che pu succedere che quelli che ora si affollano su di voi per usarvi a proprio beneficio, vi
abbandonino e corrano altrove alla ricerca di unaltra moda, di un altro movimento, di unaltra
mobilitazione.
Noi vi parliamo di ci che conosciamo perch gi parte della nostra storia.
Fate conto che siano 100 quelli che ora vi accompagnano nelle vostre richieste.
Di questi 100, 50 vi sostituiranno per la moda che verr al prossimo giro di calendario.
Dei 50 che resteranno, 30 compreranno loblio che fin dora si offre a pagamenti rateali e si dir di
voi che ormai non esistete, che non avete combinato nulla, che siete stati una farsa per distrarre da
altre cose, che siete stati uninvenzione del governo affinch non facesse progressi il tal partito o il tal
personaggio politico.
Dei 20 rimanenti, 19 fuggiranno impauriti al primo vetro rotto perch le vittime di Ayotzinapa, di
Sonora, di Coahuila, di qualsiasi geografia, restano nei mezzi di comunicazione solo un momento e
possono scegliere di non vedere, di non ascoltare, di non leggere, girando pagina, cambiando canale
o stazione, ma un vetro rotto , in cambio, una profezia.
E allora, di 100 vedrete che ne rester solo uno, una, unoa.
Ma questa una o uno o unoa, si scoperta nelle vostre parole; ha aperto il suo cuore, come diciamo
noi, e in quel cuore si sono seminati il dolore e la rabbia della vostra indignazione.
Non soltanto per i vostri morti e desaparecidos, ma anche per quelluno, una, unoa tra cento, dovete
andare avanti.
Perch quell'una o uno o unoa, come voi, non si arrende, non si vende, non zoppica.
Come parte di quell'uno per cento, magari la pi piccola, stiamo e staremo noi zapatiste e zapatisti.
Ma non solo.
Ci sono molte, molti, moltei di pi.
Perch risulta che i pochi sono pochi finch si incontrano e si scoprono in altri.

Allora accadr qualcosa di terribile e meraviglioso.


E quelli che si credevano pochi e soli, scopriranno che siamo la maggioranza in tutti i sensi.
E che sono quelli di sopra a essere pochi, in verit.
E allora bisogner ribaltare il mondo perch non giusto che i pochi dominino i molti, le molte.
Perch non giusto che ci siano dominatori e dominati.
Sorelle e fratelli:
Tutto questo diciamo noi, secondo i nostri pensieri che sono le nostre storie.
Voi, nelle vostre storie, ascolterete molti altri pensieri, cos come ora ci fate lonore di ascoltare i
nostri.
E voi avete la saggezza per prendere ci che ci trovate di buono e disfarvi di ci che vedete di male in
tali pensieri.
Noi come zapatisti pensiamo che i cambiamenti che importano davvero, che sono profondi, che
creano altre storie, sono quelli che iniziano con i pochi e non con i tanti.
Per sappiamo che voi sapete che sebbene passer di moda Ayotzinapa, che sebbene falliranno i
grandi piani, le strategie e le tattiche, che sebbene passeranno le congiunture e diverranno di moda
altri interessi e altre forze, che sebbene se ne andranno quelli che oggi si agglomerano su di voi come
animali da carogna che prosperano sul dolore altrui; sebbene tutto questo passer, voi e noi
sappiamo che c in ogni luogo un dolore come il nostro, una rabbia come la nostra, un impegno
come il nostro.
Noi come zapatisti che siamo vi invitiamo ad andare da questi dolori e queste rabbie.
Cercateli, incontrateli, rispettateli, parlateci e ascoltateli, scambiate i vostri dolori.
Perch noi sappiamo che quando dolori differenti si incontrano non germinano in rassegnazione,
tristezza e abbandono, bens in ribellione organizzata.
Sappiamo che nel vostro cuore, indipendentemente dalle vostre credenze e dalle vostre ideologie e
organizzazioni politiche, ad animarvi la richiesta di giustizia.
Non spezzatevi.
Non dividetevi, a meno che non sia per arrivare pi lontano.
E soprattutto, non dimenticate che non siete soli.
Sorelle e fratelli:
Con le nostre piccole forze ma con tutto il nostro cuore abbiamo fatto e faremo il possibile per
appoggiare la vostra giusta lotta.
Non stata molta la nostra parola perch abbiamo visto che ci sono molti interessi, dei politici di
sopra in prima fila, che vi vogliono usare a proprio gusto e convenienza, e non ci sommiamo n ci
sommeremo al volo rapace degli opportunisti svergognati ai quali non importa nulla che
ricompaiano in vita quelli che mancano ora, bens importa portare acqua al mulino della loro
ambizione.
Il nostro silenzio ha significato e significa rispetto perch la dimensione della vostra lotta gigante.

Perci i nostri passi sono stati in silenzio, per farvi sapere che non siete soli, perch sappiate che il
vostro dolore il nostro e nostra anche la vostra degna rabbia.
Perci le nostre piccole luci si sono accese dove nessuno, a parte noi, ne teneva conto.
Chi vede come poca cosa o ignora questo nostro sforzo, e reclama ed esige che parliamo, che
dichiariamo, che aggiungiamo rumore al rumore, un razzista che disprezza ci che non appare di
sopra.
Perch importante che voi sappiate che vi appoggiamo, ma importante anche che noi sappiamo di
appoggiare una causa giusta, nobile e degna, cos come lo quella che ora anima la vostra carovana
per tutto il paese.
Perch questo, sapere che appoggiamo un movimento onesto, per noi alimento e speranza.
Sarebbe un male se non ci fosse alcun movimento onesto, e che in tutto il grande sotto che siamo si
fosse replicata la farsa grottesca di sopra.
Noi pensiamo che chi punta su un calendario di sopra o su una scadenza, vi abbandoner quando
apparir una nuova scadenza allorizzonte.
Avendo fiutato una congiuntura per la quale nulla hanno fatto e che allinizio hanno disprezzato,
aspettano che le masse gli aprano la strada al Potere e che un uomo supplisca a una altro uomo di
sopra mentre sotto non cambia niente.
Noi pensiamo che le congiunture che trasformano il mondo non nascono dai calendari di sopra, ma
sono create dal lavoro quotidiano, tenace e continuo di coloro che scelgono di organizzarsi invece di
unirsi alla moda di turno.
Certo, ci sar un cambiamento profondo, una trasformazione reale in questo e in altri territori
dolenti del mondo.
Non una ma molte rivoluzioni dovranno scuotere il pianeta.
Ma il risultato non sar un cambio di nomi e di etichette per cui quello di sopra continui a stare di
sopra a spese di chi sta sotto.
La trasformazione reale non sar un cambio di governo, ma di relazione, per la quale il popolo
comandi e il governo obbedisca.
Per la quale essere governo non sia un affare.
Per la quale essere donne, uomini, altri, bambine, bambini, anziani, giovani, lavoratori o lavoratrici
della campagna e della citt, non sia un incubo o un trofeo di caccia per il piacere o larricchimento
dei governanti.
Per la quale la donna non sia umiliata, lindigeno disprezzato, il giovane desaparecido, il diverso
dipinto come un diavolo, linfanzia resa una merce, la vecchiaia accantonata.
Per la quale il terrore e la morte non regnino.
Per la quale non ci siano n re n sudditi, n padroni n schiavi, n sfruttatori n sfruttati, n
salvatori n salvati, n leader n seguaci, n comandanti n comandati, n pastori n pecore.
S, sappiamo che non sar facile.
S, sappiamo anche che non sar rapido.
S, ma sappiamo bene anche che non sar un cambiamento di nomi e dinsegne nelledificio
criminale del sistema.

Ma sappiamo che sar.


E sappiamo anche che voi e tutti gli altri troverete i vostri desaparecidos, che ci sar giustizia, che
per tutti quelli che hanno sofferto e soffrono questa pena ci sar il sollievo di avere risposte al
perch, cosa, chi e come, e su queste risposte non solo si costruir il castigo dei responsabili, ma
anche il necessario affinch non si ripeta e che lessere giovane e studente, o donna, o bambino, o
migrante, o indigeno, eccetera, non sia un marchio attraverso il quale il boia di turno identifichi la
sua prossima vittima.
Sappiamo che cos sar perch abbiamo ascoltato qualcosa che abbiamo in comune, tra le molte
altre cose.
Perch sappiamo che voi e noi non ci venderemo, non zoppicheremo e non ci arrenderemo.

Fratelli e sorelle:
Da parte nostra vogliamo soltanto che portiate con voi questo pensiero che vi diciamo dal fondo del
nostro cuore collettivo:
Grazie per le vostre parole, sorelle e fratelli.
Ma soprattutto, grazie per la vostra lotta.
Grazie perch, sapendo di voi, sappiamo che gi si vede lorizzonte
Democrazia!
Libert!
Giustizia!
Dalle montagne del Sudest Messicano.
Per il Comitato Clandestino Rivoluzionario Indigeno- Comando Generale dellEsercito Zapatista di
Liberazione Nazionale.
Subcomandante Insurgente Moiss.
Messico, a 15 giorni del mese di novembre 2014, nell'anno 20 dall'inizio della guerra contro loblio.

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