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LA COSTRUZIONE DELLA

CITT METROPOLITANA
WALTER VITALI
promotore di Laboratorio Urbano

PARTITO DEMOCRATICO - Corso di formazione


LE CITT METROPOLITANE E LE NUOVE PROVINCE: L'ASPETTO ISTITUZIONALE
Roma, 29 novembre 2014

Di che cosa mi occupo?




Laboratorio Urbano, Centro di documentazione,

ricerca e proposta sulle citt


www.laboratoriourbano.info
Urban@it, Centro nazionale di studi per le politiche
urbane
https://urbanit2014.wordpress.com/

Walter Vitali (a cura di), UnAgenda per le citt,


Il Mulino 2014
https://www.mulino.it/isbn/9788815251282
Cap IV, Il cammino accidentato verso le citt
metropolitane, di Walter Vitali e Luciano Vandelli

Me gacitie s e citt medie


europee


P er Un-Habitat

Le

il XXI secolo sar il secolo delle citt.


Occorre capire di che tipo di citt si tratta, e se le citt medie europee
avranno ancora un ruolo - e quale - nel secolo che gi iniziato.

m e g ac itie s , cio le agglomerazioni urbane con almeno dieci

milioni di abitanti, nel 1950 erano solo due, New York e Tokio. Nel 1975
erano tre perch ad esse si aggiungeva Citt del Messico. Nel 2007
erano diventate diciannove, con una sola citt europea, Mosca. Nel
2025 saranno 27, di cui tre sole europee, Mosca, Parigi e
Istanbul, e tre nordamericane, New York, Los Angeles e Citt del
Messico, mentre quindici saranno asiatiche, soprattutto cinesi e
indiane, tre sudamericane e tre africane.


P er

Patrick Le Gals il cuore relativamente stabile del sistema


urbano europeo, frutto dellevoluzione delle citt medievali e
rinascimentali, costituito da citt medie da 200.000 a 2 milioni
di abitanti, abbastanza vicine le une alle altre, e da
qualche metropoli.

Progressi e fallimenti del governo


metropolitano in Europa
I

 l tema del governo metropolitano si posto in Europa a partire dagli anni

sessanta e settanta del 900. I grandi poli urbani si erano sviluppati


molto al di l dei confini amministrativi tradizionali, il loro nucleo
storico si era specializzato ed era diventato luogo di produzione di servizi,
erano cresciuti poli periferici intorno a centri urbani minori ed erano sorti
nuovi sobborghi residenziali. Nascevano le metropoli come fenomeno
urbano peculiare, ma anche come questione istituzionale complessa.


La

ricerca di nuove forme istituzionali per il governo


metropolitano non lineare, ha conosciuto progressi e
fallimenti e non segue modelli preordinati. In letteratura non esiste
una definizione di area metropolitana legata al numero degli/delle abitanti; si
seguono piuttosto criteri qualitativi di tipo relazionale, funzionale e di effettivo
esercizio della cittadinanza, che di solito fanno riferimento alla dimensione
gravitazionale della citt reale rispetto ai confini amministrativi preesistenti.

Progressi e fallimenti del governo


metropolitano in Europa (2)


La

diffusione metropolitana della citt ne mette in


discussione tutte e tre le dimensioni (urb s , c iv itas e
p o lis ), rendendo necessarie nuove forme di governo e
di rappresentanza.

Urbs , Civitas


La

La

e Polis

citt come urb s , come spazio fisico, si dilata nella


metropoli e perde i suoi contorni, determinando la perdita di identit,
un crescente consumo di suolo, l'erosione del territorio rurale, il
degrado del paesaggio, una crescente mobilit privata.
citt anche c iv itas , comunit di cittadine/i, che
possono averla abbandonata sotto il profilo residenziale, ma
continuano a frequentarla assiduamente, senza luoghi di
socializzazione e privi di una comunit urbana di appartenenza.

Urbs , Civitas

e Polis (2)

La

La realizzazione di nuove forme di governo metropolitano non ha quindi

citt incorpora anche una dimensione politica, p o lis ,


quale comunit dotata di strumenti di autogoverno. La
configurazione classica dellarea metropolitana, con un comune centrale
di maggiori dimensioni e comuni minori che lo circondano, produce
rilevanti problemi di legittimazione democratica delle decisioni. Le scelte
del comune principale hanno effetti su una popolazione pi ampia, verso
la quale i decisori non sono responsabili politicamente, e questo
determina uninterruzione del circuito rappresentanza-responsabilit e
disincentiva la partecipazione politica.
solo ragioni tecnico-economiche, come la necessit di fornire servizi per
larea vasta ottenendo economie di scala. Ha anche forti motivazioni
politico-istituzionali, poich la cittadinanza dispersa deve
ritrovare luoghi di spazio pubblico, di rappresentanza
democratica e di decisione politica che le corrispondano.

Tra il gove rnm e nt forte e la s oft


gove rnance metropolitana


Le polarit tra le quali si collocano le esperienze europee sono quelle

del g o v e rnm e nt metropolitano forte, con ununica istituzione


elettiva che governa lintera area metropolitana e i comuni al suo
interno dotati di poteri tendenzialmente ridotti, e quello della soft
governance metropolitana, come coordinamento volontario e non
formalizzato di una pluralit di enti che mantengono le loro funzioni e
competenze. Tra questi poli si collocano i governi metropolitani di
secondo livello non direttamente elettivi, lassociazione volontaria tra i
comuni, una pluralit di agenzie specializzate per alcune politiche che
agiscono su scala metropolitana.

Negli

anni Ottanta molte delle esperienze dallalto (to p d o w n) fallirono, come il Gre ate r London council e le Englis h
me tropolitan countie s abolite nel 1986, lautorit della Grande
Rotterdam soppressa nel 1985 e il consiglio metropolitano di
Copenaghen abolito nel 1989.

Tra il gove rnm e nt forte e la s oft


gove rnance metropolitana (2)


Quei fallimenti portarono successivamente a favorire un approccio

dal basso, incentrato sulla flessibilit, il volontariato e il


partenariato, in cui listituzione non pi considerata come un
dato, ma come qualcosa da costruire, secondo il modello
prevalentemente seguito negli stati federali.


La

legge italiana n. 142 del 1990 la riproduzione tardiva delle


esperienze dallalto che in molti casi stavano fallendo. Sono
espressioni del nuovo corso laccordo volontario per la Citt
metropolitana di Bologna del 1994, la resurrezione della
Gre ate r Lo nd o n Autho rity , la nascita della Grande Stoccarda,
listituzione delle Are as m e tro p o litanas di Lisbona e Porto e
lattivit delle c o m m unaut urb aine francesi. (L. Bobbio, I governi
locali nelle democrazie contemporanee, 2002).

Le forme del governo metropolitano


in Europa
Da una panoramica delle forme di governo metropolitano in Europa emerge
una vasta pluralit di formule e di assetti [Bobbio 2002, 111].
Con qualche semplificazione, possibile indicare alcune tipologie, quali:


C itt-s tato

C itt-p ro v inc ia,

Ente

Fo rm e

o c itt-re g io ne , quali Berlino, Amburgo, Madrid, Vienna,


Bruxelles: realt metropolitane sostanzialmente coincidenti con un soggetto
(land, stato-membro, regione) dotato anche di poteri legislativi;

quali Monaco, Francoforte e la gran parte delle citt


tedesche: concentrazione dei poteri provinciali in capo al comune capoluogo
(kreisfrei), mentre larea esterna costituisce una provincia a ciambella;
m e tro p o litano , ad es. Londra, Stoccarda, Amsterdam, Rotterdam:
ente elettivo con poteri rinforzati ma non legislativi, che ricomprende una
ampia pluralit di municipi, senza grande comune capoluogo;
as s o c iativ e , quali Lione, Bordeaux, Marsiglia, Strasburgo, Lille e la
gran parte delle citt francesi: aggregazioni tra i comuni interessati
(com m unaut s urbaine s );

Le forme del governo metropolitano


in Europa (2)


A uto rit d i s e tto re , quali Barcellona, Londra prima delle riforme del 2000:
gestioni metropolitane a diversi cerchi concentrici, distinte a seconda dei
settori (ad esempio trasporti, traffico, acque, rifiuti). In questo modello pu ora
essere collocata, pur con varie peculiarit, la legge del giugno 2010 sullarea
metropolitana parigina (Grand Paris ), che - al fine di ridurre gli squilibri sociali
e promuovere lo sviluppo solidale e di adottare peculiari regole unitarie
nellarea, particolarmente in materia urbanistica e fiscale - istituisce, tra laltro,
due nuovi enti pubblici, con il compito di attuare un piano di gestione del
territorio che comprende una cospicua realizzazione di reti di trasporto,
alloggi e diverse infrastrutture (compreso un grande polo scientifico e
tecnologico);

Fo rm e

d i c o llab o raz io ne e p arte c ip az io ne . Anche sotto questo profilo,

lesempio pi recente costituito dal modello parigino, che affianca ad enti


settoriali una rete di forme di coinvolgimento e collaborazione con i comuni e
le loro associazioni.

La via italiana alle citt


metropolitane
Le

citt metropolitane sono state introdotte in Italia dalla legge


sullordinamento locale, la n. 142 del 1990, secondo lo schema del
gove rnme nt metropolitano forte e dallalto che doveva prendere il via con
le leggi regionali. Era uno schema che riproduceva tardivamente proprio
quei modelli che in altri paesi stavano gi entrando in crisi.

Le

aree metropolitane nelle quali, in base a quella legge, potevano


essere istituite le nuove istituzioni erano nove nelle regioni a statuto
ordinario (Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze,
Roma, Napoli, Bari) e cinque nelle regioni a statuto speciale, in virt
della loro competenza esclusiva in materia di ordinamento degli enti locali
(Trieste, Palermo, Catania, Messina, Cagliari). Di queste
quattordici potenziali citt metropolitane, solo sette (Genova, Venezia,
Bologna, Firenze, Palermo, Catania, Messina) furono delimitate con le
relative leggi regionali, tuttora in vigore, adottate tra il 1990 e il 1995.

La via italiana alle citt


metropolitane (2)


La legge n. 265 del 1999 modificava la legge n 142 del 1990


e prevedeva un processo costitutivo affidato alla iniziativa
degli enti interessati con una flessibilit territoriale, organizzativa e
funzionale rimessa alla disciplina dello statuto della citt metropolitana, il
quale doveva essere necessariamente sottoposto al vaglio di un
referendum popolare tra tutti i cittadini dell'area interessata. La nuova
normativa fu interamente recepita dal testo unico degli enti locali del
2000, il decreto legislativo n. 267, e dalla riforma del titolo V della
costituzione del 2001.

Ma il testo unico del 2000 stabiliva che il processo costitutivo della citt
metropolitana andasse avviato d'intesa tra il sindaco del comune
capoluogo e il presidente della provincia, e questo blocc ogni
possibile iniziativa. Perci si rendeva necessario un nuovo intervento
legislativo.

La via italiana alle citt


metropolitane (3)


Dopo

Con

qualche tentativo non riuscito di ridurre solo a tre le citt


metropolitane (Roma, Milano e Napoli), nella legge n. 42 del 2009 sul
federalismo fiscale sono state introdotte, insieme alle norme
per Roma capitale, le norme transitorie sulle citt
metropolitane aggiungendo Reggio Calabria all'elenco della
legge n. 142 del 1990 che diventano 15 aggiungendo anche
quelle delle regioni a statuto speciale.
il decreto legislativo attuativo n 68/2011 si anche
previsto un sistema di finanza rafforzata per le citt
metropolitane, le quali erediteranno il sistema finanziario delle relative
province che verranno soppresse. La compartecipazione al gettito dell'Irpef
potr essere maggiore di quella delle province sulla base di quanto stabilito
dalle leggi annuali di stabilit. Alle citt metropolitane spetter inoltre una
specifica imposta di scopo, oltre alla facolt di istituire un'addizionale sui
diritti di imbarco portuali e aeroportuali e allattribuzione dell'imposta sulle
emissioni sonore degli aeromobili su deliberazione della rispettiva regione.

La via italiana alle citt


metropolitane (4)


Con il decreto Salva Italia del dicembre 2011, adottato nel pieno della
bufera finanziaria di quel momento, si sono ridotte le funzioni delle
province e si demandato ad una legge successiva il
compito di stabilire le modalit di elezione dei loro organi da
parte dei/delle consiglieri/e dei comuni ricadenti nel loro
territorio.

Nell'agosto del 2012, con la legge n. 135 di conversione del


decreto-legge sulla s p e nd ing re v ie w , si sono stabilite le
norme per la costituzione delle citt metropolitane dal 1
gennaio 2014. La mancata conversione del successivo decreto-legge per
laccorpamento delle province ha fatto s che ledificio non sia stato
completato entro la fine della legislatura.

La via italiana alle citt


metropolitane (5)


La

sentenza della corte costituzionale del 3 luglio 2013 ha


annullato le norme sulle province e le citt metropolitane
della legge n. 135 del 2012, perch ha ritenuto improprio lo strumento del
decreto-legge per riforme di quella portata.

 l parlamento ha successivamente approvato la legge n. 56

del 7 aprile 2014 per le citt metropolitane , le province, le


unioni e le fusioni di comuni.

Perch le citt metropolitane sono


necessarie
I

 l

progetto di ciascuna citt metropolitana deve


partire dai problemi reali e dalle loro dimensioni,
adeguando ad esse le risposte istituzionali. Vanno
rimessi in discussione i tradizionali e consolidati assetti delle
funzioni, costruiti in un contesto che ormai non esiste pi, per
ridisegnarli completamente in base ai principi costituzionali di
sussidiariet e, ancora, di differenziazione e adeguatezza (art. 118,
primo comma).

E'

un processo costituente che deve coinvolgere


lintera comunit, con adeguati percorsi e pratiche partecipative
aperte a tutte/i le/i cittadine/i, per riconfigurare insieme i meccanismi
della rappresentanza e della decisione. A Bologna si svolta
uninteressante processo partecipativo e To w n Me e ting
inizialmente proposto da Laboratorio Urbano:

http://www.laboratoriourbano.info/wp-content/uploads/140902-Dcoumento_Proposta_Partecipata_DEF.pdf

Quali sono gli obiettivi da


perseguire?
Gli obiettivi da perseguire possono essere cos sintetizzati:
1.Rilegittimare democraticamente le decisioni

che
riguardano tutti/e e che non possono essere assunte solo dagli organi
eletti da una parte della comunit, dando finalmente unit amministrativa
ad un territorio che la vita quotidiana delle/dei cittadine/i e la percezione
politica e istituzionale gi considerano tale;

2.Collocare

ogni decisione nel suo ambito ottimale,


privilegiando sempre le istituzioni pi vicine ai/alle cittadini/e, salvo che non
debbano essere attribuite al livello superiore per assicurarne l'esercizio
unitario, come prevede la costituzione;

3.Semplificare

al massimo le istituzioni e l'amministrazione,


sopprimendo la provincia come prevede la legge, abolendo enti e
organismi intermedi, impedendo la duplicazione di funzioni e riducendo i
costi;

Quali sono gli obiettivi da


perseguire? (2)
4.Rendere

il pi possibile omogenee le regole di accesso ai


servizi e alle prestazioni dell'amministrazione, anche quando
sono rese da entit diverse interne all'area metropolitana;

5.Rafforzare

il rango delle grandi aree urbane italiane e


collocarle nel contesto delle aree metropolitane europee,
creando le condizioni per raggiungere i traguardi che si ritiene di dover
perseguire anche attraverso il metodo della pianificazione strategica.

Le opportunit che offre la legge


A parte alcune modifiche, limpianto della legge n. 56 del 2014 ricalca le
norme che erano contenute nella legge di conversione sulla s pe nding
re vie w . I punti fondamentali sono:

Le citt metropolitane sono enti territoriali di area vasta e


si costituiscono dal 1 gennaio 2015 a partire dal territorio
delle relative province succedendo ad esse, ferma restando la
possibilit di iniziativa dei comuni per il mutamento delle circoscrizioni
provinciali in base allarticolo 133 della Costituzione (art. 1, commi 2 e 6);

La citt metropolitana di Roma capitale disciplinata dalla


stessa legge, ma le funzioni di Roma capitale restano riferite al comune
capoluogo e lo statuto dovr garantire il migliore assetto delle funzioni che
essa dovr garantire come capitale della Repubblica (art. 1, commi 101,
102 e 103);

Le opportunit che offre la legge (2)


Le funzioni fondamentali sono quelle delle province pi:
a) adozione e aggiornamento annuale del piano strategico
metropolitano triennale; b) pianificazione territoriale generale;
c) strutturazione di sistemi coordinati di gestione dei servizi
pubblici ed esercizio congiunto di funzione come ad esempio
stazione appaltante e concorsi per il personale; d) mobilit e
viabilit; e ) promozione e coordinamento dello sviluppo
economico e sociale; f) promozione e coordinamento dei
sistemi di informatizzazione e digitalizzazione (art. 1, comma 44);

Lo

Stato e le regioni, ciascuno per le proprie competenze,


possono attribuire ulteriori funzioni alle citt metropolitane
(art. 1, comma 46);

Il

sindaco metropolitano il sindaco del comune capoluogo e


il consiglio formato da altri 24, 18 o 16 amministratori dei
comuni che ne fanno parte, a seconda della loro dimensione
demografica (art. 1, commi 16 e 20);

Le opportunit che offre la legge (3)


Il consiglio metropolitano lorgano di indirizzo e di controllo
del sindaco metropolitano che lorgano esecutivo, mentre la
conferenza metropolitana dei sindaci approva o respinge le
proposte di statuto e di sue modifiche ed esprime parere sugli
schemi di bilancio (art. 1, comma 8);

Il

sindaco metropolitano pu nominare un vicesindaco, scelto


tra i consiglieri metropolitani, e pu assegnare loro deleghe.
Le cariche della citt metropolitana sono esercitate a titolo gratuito (art. 1,
commi 40 e 41);

L'atto

fondamentale lo statuto che deve essere adottato entro il


31.12.2014. In caso contrario resta in vigore lo statuto delle provincia fino al
30.6.2015, poi si applicano le procedure per lesercizio del potere sostitutivo
(art. 1, commi 16 e 17).

I contenuti dello statuto




Lo statuto delle citt metropolitane costituisce la prima


coerente applicazione legislativa del principio di
differenziazione previsto dallarticolo 118, primo comma della
Costituzione. La legge conferisce infatti ampia autonomia che
consente di ottenere istituzioni differenziate in relazione alle differenti
esigenze di ciascuna area metropolitana, sulla base di decisioni
assunte dai rappresentanti delle comunit locali.

I contenuti dello statuto (2)




L'autonomia statutaria riguarda principalmente due ambiti fondamentali:


Le

funzioni. Lo statuto: a) regola le modalit e gli strumenti di

coordinamento dellazione complessiva di governo del territorio


metropolitano; b) disciplina i rapporti tra i comuni e le loro unioni facenti parte
della citt metropolitana e la citt metropolitana in ordine alle modalit di
organizzazione e di esercizio delle funzioni metropolitane e comunali, prevedendo
anche forme di organizzazione
in comune, eventualmente
differenziate per aree territoriali. Mediante convenzione che regola le
modalit di utilizzo di risorse umane, strumentali e finanziarie, i comuni e le loro
unioni possono avvalersi di strutture della citt metropolitana, e viceversa, per
lesercizio di specifiche funzioni ovvero i comuni e le loro unioni possono
delegare il predetto esercizio a strutture della citt metropolitana, e
viceversa; c) pu prevedere, anche su proposta della regione e comunque dintesa
con la medesima, la costituzione di zone omogenee, per specifiche funzioni
e tenendo conto delle specificit territoriali, con organismi di
coordinamento collegati agli organi della citt metropolitana; d)
regola le modalit in base alle quali i comuni non compresi nel territorio
metropolitano possono istituire accordi con la citt metropolitana
(art. 1, comma 11);

I contenuti dello statuto (3)


Le modalit di

elezione del sindaco e del consiglio metropolitano.

Lo statuto pu prevederne lelezione diretta con il sistema elettorale che sar


determinato con legge statale. condizione necessaria che entro la data di
indizione delle elezioni si sia proceduto ad articolare il territorio del
comune capoluogo in pi comuni. A tal fine il comune capoluogo deve
proporre la predetta articolazione territoriale con deliberazione del consiglio
comunale, da sottoporre a re fe re nd um tra tutti i cittadini della citt
metropolitana che deve essere approvata dalla maggioranza dei partecipanti al
voto. altres necessario che la regione abbia provveduto con propria legge
allistituzione dei nuovi comuni e alla loro denominazione ai sensi
dellarticolo 133 della Costituzione. Per le sole citt metropolitane con
popolazione superiore a tre milioni di abitanti (Roma, Milano e Napoli)
condizione necessaria, affinch si possano eleggere direttamente il sindaco e il
consiglio metropolitano, che lo statuto della citt metropolitana preveda la
costituzione di zone omogenee e che il comune capoluogo abbia
realizzato la ripartizione del proprio territorio in zone dotate di
autonomia amministrativa (art. 1, comma 22).

Il modello di citt metropolitana


della legge n. 56


Si tratta di un modello:
Differenziato in base alle esigenze delle diverse aree

urbane garantito dallautonomia statutaria;


Di amministrazione condivisa e non pi separata come
con le vecchie province tra citt metropolitana (e nuove
province) e comuni;
Ispirato alle due esperienze di maggior successo
europeo tra loro alternative, quella delle c o m m unaut
urb aine francesi e quelle dellente elettivo con poteri rinforzati
che ricomprende una pluralit di municipi senza grande
comune capoluogo
(Londra,
Stoccarda,
Amsterdam,
Rotterdam). La scelta anche in questo caso affidata allo
statuto.

La dimensione territoriale


Le trasformazioni territoriali delle aree metropolitane italiane sono state


profonde negli ultimi decenni e pertanto la questione dei confini
amministrativi delle istituzioni locali deve essere
affrontata.

La

La previsione legislativa dellunione obbligatoria per i comuni di minore

classificazione europea ESPON delle aree urbane


funzionali (FUAs), successiva allapprovazione dello Schema di
sviluppo dello spazio europeo del 1999 e da allora costantemente
aggiornata (www.espon.eu), fondata proprio sullindividuazione delle
aree locali dove si addensano gli spostamenti per studio e lavoro. Solo
in pochi casi le FUAs delle aree metropolitane coincidono
con la provincia, in molti altri casi no.
dimensione e gli incentivi alle fusioni possono portare alla riduzione
delle attuali unit amministrative comunali, anche facendo
leva sul concetto di zone omogenee previsto dalla legge.

La democrazia deliberativa e la
qualit della regolamentazione


La

Lo

statuto pu prevede le modalit attraverso le quali possono essere


attivate, anche da parte di un certo numero di cittadini, processi di
democrazia deliberativa definendo gli atti degli organi metropolitani a
cui possono essere applicati, indicando modi e tempi per il loro svolgimento
nonch le modalit di invio dei risultati agli organi incaricati delle decisioni e
quelle per motivare laccoglimento o meno dei loro risultati.

Lo statuto pu prevede altres la tipologia delle opere pubbliche e

citt metropolitana, i comuni che la compongono e le loro unioni


promuovono, ciascuno per le proprie competenze, la partecipazione dei
cittadini come metodo permanente della propria azione di governo.

delle trasformazioni territoriali alle quali si applica


obbligatoriamente la procedura del dibattito pubblico. Esso
deve riguardare tanto lopportunit che le caratteristiche della loro
realizzazione, deve svolgersi nella fase dello studio di fattibilit e la sua
regia deve essere affidata ad una commissione indipendente. I suoi risultati
hanno un valore consultivo per gli organi della citt metropolitana che
devono essere tenuti ad annunciare la propria decisione entro un tempo
definito.

La democrazia deliberativa e la
qualit della regolamentazione (2)


Lo

statuto pu contenere il principio della qualit della


regolamentazione, tendendo alla sua estensione a tutti i comuni
che ne fanno parte. A questo fine promuove la creazione di sistemi
unici di regolamentazione per rendere lamministrazione
pi trasparente, pi semplice e pi vicina ai cittadini.

La pianificazione strategica
I

 l piano strategico metropolitano triennale latto di indirizzo

per lente e per l'esercizio delle funzioni dei comuni e delle


unioni
di
comuni
compresi
nel
territorio
dell'area
metropolitana, anche con riferimento allesercizio di funzioni delegate o
attribuite dalla regione. Nel piano strategico si definiscono gli obiettivi
generali, settoriali e trasversali di sviluppo nel medio e lungo
termine per l'area metropolitana, individuando le priorit di
intervento, le risorse necessarie al loro perseguimento e il metodo di
attuazione.

 l

piano strategico pu coordinare tra di loro tutti gli


strumenti di pianificazione della Citt metropolitana
definendone gli obiettivi generali a cui ciascuno di essi deve
concorrere.

 l piano strategico non solo un atto di programmazione interna della citt

metropolitana, ma opportuno sia lo strumento di condivisione


della visione di sviluppo tra tutti gli s take ho ld e rs e i soggetti
interessati. Pu anche essere articolato per zone omogenee.

La pianificazione strategica (2)


I

 l piano strategico deve essere collegato con gli obiettivi dellAgenda

urbana nazionale in rapporto allAgenda urbana europea


per la quale la Commissione uscente ha avviato un processo di
consultazione concluso il 25 settembre 2014
http://ec.europa.eu/regional_policy/consultation/urb_agenda/index_en.cfm

 l piano strategico deve inoltre raccordarsi con il PON

metro 2014-2020 e con i POR regionali in particolare per


lasse citt.

La pianificazione territoriale
I

 l piano territoriale generale metropolitano, in coerenza

con gli indirizzi del piano strategico, pu comprendere la


programmazione ed il coordinamento della mobilit, le
strutture di comunicazione, le reti di servizi e delle
infrastrutture
di
competenza
della
comunit
metropolitana, le politiche ambientali sostenibili e di
sviluppo insediativo, lindividuazione dei poli funzionali
e industriali metropolitani, nonch tutti i contenuti assegnati
ai piani territoriali di coordinamento di competenza delle province. Il
piano territoriale generale pu ricomprendere e sostituire in forma
unitaria i piani di settore.

 l piano territoriale fissa vincoli e obiettivi allattivit e allesercizio

delle funzioni dei comuni compresi nel territorio metropolitano e


pu includere i contenuti strutturali dei piani comunali
costituendo il quadro di riferimento per i piani
operativi di competenza dei Comuni.

La pianificazione territoriale (2)

La

La citt metropolitana pu coordinare lesercizio delle funzioni in

citt metropolitana tende alla realizzazione di un


regolamento urbanistico ed edilizio unico per tutti i
comuni che ne fanno parte.
materia di politica abitativa dei comuni, tendendo alla
realizzazione di una graduatoria unica per laccesso
agli alloggi di edilizia residenziale pubblica.

Sistemi coordinati di gestione dei


servizi pubblici


La citt metropolitana:
P u

coordinare lesercizio delle funzioni in materia di


ambiente dei comuni, proponendosi di diventare linterlocutore
unico per la gestione dei servizi a rete per lenergia, lacqua e i rifiuti.
La citt metropolitana, i comuni e le loro unioni possono esercitare in
comune le funzioni in materia di energia, tendendo alla realizzazione di
un unico piano energetico metropolitano;

P u strutturare un sistema coordinato di gestione dei servizi


sociali (minori, giovani, adulti in difficolt, disabili e anziani) di
competenza propria, dei comuni e delle loro unioni, tendendo alla
realizzazione di un unico regolamento per laccesso ai
servizi e alle prestazioni e di un unico fondo nel quale
confluiscano anche i finanziamenti statali e regionali;

Sistemi coordinati di gestione dei


servizi pubblici (2)
P u

esercitare le funzioni in materia sanitaria che le sono attribuite


dalla legge statale e regionale, assumendo come indirizzo della
propria azione lunificazione delle aziende e la nomina di
direttori che rispondano agli indirizzi degli organi di
governo metropolitani;

P u strutturare un sistema coordinato di gestione dei servizi


relativi allistruzione di competenza propria, dei comuni e
delle loro unioni, tendendo alla realizzazione di un
regolamento unico per laccesso ai servizi e alle
prestazioni. La citt metropolitana, i comuni e le loro unioni
possono esercitare in comune le funzioni in materia di
edilizia scolastica compresa la manutenzione degli
edifici, proponendosi lunificazione dei diversi servizi comunali che
attualmente operano sul territorio;

Sistemi coordinati di gestione dei


servizi pubblici (3)
P u strutturare un sistema coordinato di gestione dei servizi
relativi alla cultura di competenza propria, dei comuni e
delle loro unioni, tendendo allunificazione in ununica
rete delle istituzioni culturali che operano nel suo
territorio.

P u prestare servizi e promuovere attivit a favore dei comuni e delle


unioni che la compongono, d'intesa con questi; in particolare pu
esercitare funzioni di predisposizione dei documenti di
gara, di stazione appaltante, di monitoraggio dei contratti
di servizio e di organizzazione di concorsi e procedure
selettive per il personale.

Mobilit e viabilit


La citt metropolitana:
E sercita

in comune con i comuni e le loro unioni la funzione di


pianificazione della mobilit, tendendo alladozione di un
unico piano metropolitano della mobilit che include la
componente strategica degli attuali strumenti di
pianificazione comunali;

Tende

alla realizzazione di un unico bacino di programmazione,


progettazione e gestione unitaria dei servizi pubblici di trasporto su
gomma e su ferro, proponendosi di assumere dalle regioni la
programmazione e la progettazione del servizio ferroviario
metropolitano;

E sercita

in comune con i comuni e le loro unioni le funzioni in


materia di costruzione e manutenzione delle strade di
loro competenza, proponendosi lunificazione dei diversi
servizi comunali che attualmente operano sul territorio.

Sviluppo economico e sociale




La citt metropolitana:
P u

promuovere e assicurare il sostegno all'attivit


economica, di ricerca e innovazione e alla creazione di
impresa in materia di industria, commercio, politiche
agricole e sviluppo rurale, servizi e risorse turistiche, in
coerenza con il piano strategico metropolitano;

P u

coordinare lo svolgimento delle proprie funzioni in


materia di sviluppo economico, con le politiche attive
del lavoro e della formazione, di competenza di altre istituzioni,
al fine di valorizzare il capitale umano, la migliore occupazione e la
conoscenza;

P u

impegnarsi a facilitare il rapporto fra pubblica


amministrazione e sistema produttivo, semplificando le
procedure e tutelando il diritto allesercizio dellattivit economica
unitamente al benessere dei cittadini;

Sviluppo economico e sociale (2)


P u

perseguire la migliore omogeneit ed integrazione delle


normative relative al commercio e al turismo in tutti i loro
diversi aspetti, tendendo alla realizzazione di una
regolamentazione
unica
per
lintera
area
metropolitana.

Ulteriori funzioni dallo stato e dalle


regioni


La citt metropolitana pu esercitare le ulteriori funzioni che le


vengono attribuite dallo Stato e dalle regione secondo i principi di
cooperazione con i comuni e le loro unioni e di coordinamento
dellazione complessiva di governo del territorio, in modo
particolare nelle materie della pianificazione
territoriale, delle politiche abitative, dellambiente,
del w e lfare , della sanit,
dellistruzione, della
mobilit e viabilit, dello sviluppo economico e
sociale.

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