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SEZIONE BASE - CAPITOLO 2

Come si forma
limmagine digitale?
La luce
Dalla luce ad un mondo di pixel e di bit
Definizione di Pixel, di bit, di Byte
Immagine Raster : una mappa di pixel
Come calcolare la risoluzione
La formazione del colore con la sintesi additiva (RGB)
Limmagine vettoriale
Bit/colore

LA LUCE
La luce lelemento primario sia della fotografia analogica che della fotografia digitale, la
materia prima del nostro lavoro. Quello che cambia, da un sistema allaltro, sta ovviamente
nel come vengono catturate le radiazioni luminose riflesse dai soggetti che desideriamo
riprendere: tramite alogenuri dargento nel primo caso, mediante un sensore nel secondo
caso.
Altra differenza, parlando di rapporto con la luce tra sistemi di ripresa su pellicola e ripresa
digitale, sta nella sensibilit allo spettro: le pellicole fotografiche sono - nelle versioni pi consuete, ovvero quelle pancromatiche - sensibili ad uno spettro di radiazioni paragonabile allincirca a quello che viene percepito del nostro occhio umano (dal violetto al rosso, ovvero da
400 a 700), anche se leggermente allargata allo spettro dellultravioletto che, infatti, viene filtrato debitamente sia allinterno degli strati della pellicola che, spesso, anche in fase di ripresa tramite opportuni filtri anti-UV. I sensori sono, invece, molto sensibili alle radiazioni infrarosse e tale caratteristica impone luso di un filtro che tagli tutte le radiazioni oltre i 700 per non
influire sulla riproduzione tonale dei soggetti da riprendere.

DALLA LUCE AD UN MONDO DI PIXEL E DI BIT


La luce raggiunge il sensore, cuore di un sistema di ripresa digitale, tramite un sistema ottico
(obiettivo). Va detto, a titolo di inciso, che diffusa nel settore lidea che da un obiettivo destinato alla ripresa digitale non sia richiesta la medesima qualit richiesta da unottica destinata
alla ripresa su pellicola, ma questo assolutamente falso; vero, invece, che alcuni costruttori
hanno sviluppato o stanno sviluppando ottiche specifiche per la ripresa digitale, le quali sono
ottimizzate per rispondere meglio alle esigenze della riproduzione digitale ma, in ogni caso, la
ripresa digitale richiede quanto meno la stessa qualit richiesta da una pellicola, per fornire il
miglior risultato dal punto di vista qualitativo.
Tornando al nostro tragitto luminoso, le radiazioni che raggiungono il sensore vengono convertite da esso in flussi elettrici direttamente proporzionali alla quantit di luce ricevuta. Si
tratta di uno degli elementi pi importanti dal punto di vista qualitativo: il sensore deve essere
in grado di produrre una corrente elettrica priva di disturbo sia nelle zone pi intense (laddove
ha ricevuto pi luce, ovvero nelle zone pi chiare del soggetto) che in quelle pi deboli (zone
scure) e uno degli elementi per definire la qualit dei sensori sta proprio nellanalisi del loro
comportamento in questi due estremi. Alcune costruzioni prevedono soluzioni per eliminare o
ridurre i difetti nella riproduzione dei punti pi intensi della luce che altrimenti vengono riprodotti sotto forma di aloni e non di punti nitidi (difetto denominato blooming) e per ridurre il
rumore delle zone dombra, che solitamente si ottiene raffreddando in modo forzato, oppure
usando soluzioni costruttive di altro genere, il sensore.

DEFINIZIONE DI PIXEL, BIT, BYTE


Sono alcuni dei termini pi usati nel mondo dellimmagine digitale, e non hanno in realt cos
tanti segreti come in molti ancora credono.
Il PIXEL - nome derivato dal termine: Picture Element - lelemento primario che descrive
unimmagine digitale di tipo raster (esiste un altro tipo di immagine non creata da pixel, che
si chiama vettoriale, come vedremo pi avanti); rappresenta, quindi, la base delle fotografie
digitali, siano queste acquisite con uno scanner o frutto di una ripresa digitale diretta. Il pixel
potrebbe, in termini metaforici, essere definito la grana dellimmagine digitale. Le informazioni contenute allinterno di ogni singolo pixel sono influenzate, come vedremo qui di seguito, dal campionamento A/D che il nostro sistema digitale ci fornisce; queste informazioni

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(possiamo chiamarli dati, se volete) possono essere 8, 10, 12 per ogni pixel e si esprimono
con un valore che viene chiamato BIT. In pratica il computer legge linformazione di un pixel,
analizzando i singoli bit che lo descrivono.
Il BYTE non altro che un aggregamento di 8 bit, il che significa che se un pixel formato
(come spesso avviene) da 8 bit, si pu anche dichiarare che quel determinato pixel formato
da 1 byte di informazione. Il byte, in quanto tale, serve forse a poco nella spiegazione del
come i pixel vengono interpretati dal computer (dire 8 bit o 1 byte la stessa cosa, e sembrerebbe quindi unequivalenza inutile). Nella realt, il linguaggio dei computer parla di Kilobyte,
di Megabyte, di Gigabyte, tutti valori che derivano direttamente dal byte, e quindi bene abituarsi anche al byte per poter comprendere pi facilmente i calcoli che vedremo pi avanti
per calcolare la risoluzione.
bene segnalare che
1024 byte formano un Kilobyte (Kb)
1024 Kb formano un Megabyte (Mb o mega)
1024 Mb formano un Gigabyte (Gb, o giga)
e che, se proprio volete saperlo
1024 Gb formano un Terabyte (Tb, o tera).

IMMAGINE RASTER: UNA MAPPA DI PIXEL


La caratteristica che influenza maggiormente la qualit dellimmagine, ed anche limmaginario
collettivo, legato alla risoluzione spaziale del sensore, ovvero al numero di celle fotosensibili
che sono disponibili sullarea del sensore. Un numero elevato di celle in grado di suddividere limmagine in pi punti, consentendo quindi di catturare un numero superiore di dettagli. E
corretto interpretare unimmagine digitale come ad una mappa composta da tanti quadratini (i
pixel) che suddividono limmagine in piccoli tasselli. Appare ovvio che se la nostra immagine
viene rappresentata da una mappa di 2 milioni di tasselli ci fornir una quantit di elementi di
informazione inferiore rispetto ad una mappa di 6 milioni di pixel. Nella realt, per, la quantit
di pixel determinante non in termini assoluti, ma in funzione della distanza di osservazione,
del fattore di ingrandimento al quale vorremo sottoporre limmagine e della qualit che viene
richiesta dal mezzo che useremo per la visualizzazione dellimmagine (una stampa, un monitor, un fotocolor).
Per essere ancora pi corretti, esiste un rapporto diretto e fisico tra la quantit di pixel
necessari per visualizzare correttamente unimmagine digitale in una determinata area e la
capacit percettiva dellocchio umano di distinguere o meno i singoli elementi che compongono limmagine. Un esempio pratico ci viene dalle pubblicit stampate sui cartelloni delle
strade: finch li osserviamo a media o grande distanza, non siamo in grado di percepire che
limmagine prodotta da tanti punti di un retino, ma quando li osserviamo da vicino scopriamo la tramatura evidentissima di tale riproduzione. Locchio umano, infatti, non in grado di
distinguere singoli elementi di unimmagine se essi sono pi piccoli di una determinata
dimensione, e quindi li fonde insieme ottenendo la percezione di un tono continuo. La
dimensione dei singoli pixel non dovrebbe mai superare tale soglia, quindi necessario interrogarsi sulle applicazioni previste per le immagini digitali che andremo a produrre, sia per evitare la carenza (che porterebbe a vedere ad occhio nudo la tramatura della mappa dei
pixel), sia leccesso (che ci impone di trasportare una quantit eccessiva ed inutile di informazioni, quindi di bit, byte, Kb, Mb). La risoluzione, che in seguito vedremo come calcolare,
il risultato della definizione della QUANTIT di informazioni necessarie per una determinata
applicazione, e per quanto riguarda il digitale, non direttamente collegata alla QUALIT del-

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limmagine in termini assoluti.

COME CALCOLARE LA RISOLUZIONE


Abbiamo visto che unimmagine raster composta da pixel, e che la quantit necessaria di
pixel influenzata dal rapporto tra dimensione finale dellimmagine, distanza di visione e tipologia di mezzo usato per la visualizzazione. Partiamo da questultimo elemento, perch ci
consente di fare subito un distinguo che ci faciliter la comprensione successiva.
Nominalmente, stato determinato che per ottenere una stampa di buona qualit, da osservare ad una distanza normale di lettura (40/50 cm), sono necessari, circa, 300 punti per pollice. Il condizionamento dei valori espressi in pollici, invece che in centimetri, dovremo tenercelo per tutta la vita, perch i primi che hanno pensato di fare studi su questo tema usavano
comunemente i valori espressi in pollici, e non in centimetri. Poco male, se ci teniamo in
mente che 1 (pollice) rappresentato da 2,54 cm. Questo significa, per essere molto pratici,
com necessario quando ci si esprime con calcoli matematici a persone che di professione
si occupano di immagine e di creativit, che:
una riga della lunghezza di 1 (2,54 cm) viene formata da 300 punti.
E che
in un quadratino di 1x1 pollice (1 pollice quadrato) potremo contare:
300x300 punti = 90.000 punti.
Per fare un confronto con dimensioni pi reali, pi vicine alla realt fotografica, tutti noi sappiamo che la pi conosciuta tra le pellicole di grande formato il 4x5 pollici, ovvero una
dimensione in centimetri pari a 10,2x12,7 cm. Se dovessimo acquisire con uno scanner questa pellicola per poi riprodurla sulla stampa in formato 1:1 (senza alcun ingrandimento, come
se la riproducessimo a contatto) alla risoluzione di 300 punti per pollice, dovremo fare questo calcolo:
4 pollici x 300 punti = 1200 punti
5 pollici x 300 punti = 1800 punti
Questo significa che larea complessiva dei punti richiesti di
1200x1800 = 2.160.000 punti/immagine
Questi punti sono ovviamente dei pixel, i punti/immagine che se descritti con un campionamento normale, contengono 8 bit (o 1 byte) ciascuno (vedere sezione dedicata alla
profondit dei bit).
Proseguendo il nostro calcolo (ma siamo quasi alla fine), se i nostri 2.160.000 pixel sono
formati ciascuno da 1 byte di informazione ciascuno, allora:
2.160.000 pixel = 2.160.000 byte
Abbiamo finalmente lequivalenza tra numero di pixel e dimensione del file che otteniamo,
che, se seguiamo le equivalenze sopra citate, scopriamo che:
2.160.000 byte: 1024 = 2110 Kb
se desideriamo infine avere il valore in Mb, ovvero nei termini pi consueti, dovremo ulteriormente dividere questo valore per 1024, ottenendo:
2110: 1024 = circa 2 Mb.
Unimmagine stampata quindi a 300 punti per pollice, di dimensione pari a 4x5 (10,2x12,7
cm) occupa, allincirca 2 Mb.
SCORCIATOIA: Se non siete appassionati della precisione assoluta di calcolo, e volete avere
una valutazione obbiettiva, ma pratica, della dimensione, in Mb, di unimmagine digitale e ne

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conoscete il numero di pixel (per esempio, sapete che una fotocamera digitale usa un sensore da 6 milioni di pixel), potete tranquillamente, con un briciolo di approssimazione, valutare
che: 1 milione di pixel = 1 Mb.
Come potete vedere dai calcoli sopra riportati, non esattamente cos, ma il risultato simile
e si risparmia un sacco di tempo.
Attenzione: fino a questo momento, abbiamo parlato di immagini riprodotte con ununica
mappatura di pixel, anche definita ad 1 canale. Questo significa che, nella realt, noi abbiamo
riprodotto unimmagine solo considerando le componenti della densit (chiaro/scuro). Per
dirla pi banalmente, il calcolo che abbiamo sopra spiegato si riferisce ad unimmagine in
bianco e nero.
La risoluzione, cos come labbiamo calcolata, si riferisce al parametro (300 punti) che quello definito nominalmente per una stampa di qualit. Questo parametro cambia, per, se si
usano le immagini per altre applicazioni. Qui di seguito riportiamo alcuni valori (sempre nominali) di risoluzione per applicazioni specifiche:
Stampe darte
Stampa su periodici/rotocalchi
Stampa su quotidiano
Monitor

400
225
90
72

Cosa significa tutto questo? Che se dobbiamo usare le immagini per applicazioni che richiedono una risoluzione inferiore, possiamo acquisire un numero inferiore di pixel, oppure - a
parit di numero di pixel - si potr ottenere una riproduzione pi grande rispetto a quelle che
potremmo ottenere ad una risoluzione pi alta.
Non ci stuferemo mai di ricordare che MAGGIORE RISOLUZIONE nel digitale non significa
disporre di MIGLIORE QUALITA, ma di poter ottenere IMMAGINI PIU GRANDI, a parit di
qualit finale.

LA FORMAZIONE DEL COLORE CON LA SINTESI ADDITIVA (RGB)


Una volta che abbiamo compreso il calcolo della risoluzione pixel di base x pixel di altezza x
indice qualitativo (per esempio: 300 punti) sappiamo che questo calcolo ci fornisce un valore
espresso in pixel e che ci definisce la risoluzione di un canale, ovvero dellimmagine acquisita nelle sue componenti di densit, ma non di colore. Come fa un sistema di acquisizione
digitale a riprodurre il colore? Unendo le componenti di densit relative alle tre componenti
cromatiche primarie della sintesi additiva: il blu, il verde ed il rosso.
Maggiori informazioni sulle tecniche di acquisizione di una fotocamera digitale, di un dorso o
di uno scanner le potete trovare nella sezione dellinput, direttamente collegata a questo
discorso ovviamente, ma quello che ci preme spiegare che, dal punto di vista della risoluzione, per riprodurre le immagini a colori dovremo sommare i tre canali - quello del blu, del
verde e del rosso - come se avessimo tre fette di prosciutto in un panino.
Se riprendiamo lesempio citato nel paragrafo precedente, avremo:
2.160.000 pixel x canale = 2.160.000 x 3 canali (RGB) = 6.480.000 pixel
La nostra immagine a colori (RGB) alla profondit di 8 bit (8 bit per pixel) occuper quindi
6.480.000 byte, e quindi allincirca 6 Mb (usando la logica della scorciatoia sopra citata.
Quando si parler di immagini riprodotte in quadricromia (CMYK), scopriremo che dovremo
confrontarci non con 3 canali, ma con quattro (come ben chiarisce il termine quadricromia)
e che quindi la dimensione del nostro file crescer di un ulteriore canale, e quindi, sempre
riferito allesempio di cui sopra, avremmo: 2.160.000 x 4 canali = 8.640.000.

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TRANQUILLIZZATEVI: tutti questi calcoli, che sembrano complessi, in realt sono molto
semplici quando si capiscono nella loro logica. Per fornirvi ulteriori sicurezze vi diciamo che:
1. i calcoli si possono fare in automatico, aprendo un qualsiasi programma di elaborazione di
immagini: si inserisce la dimensione che si desidera ottenere e la risoluzione di uscita (per
esempio, i soliti 300 punti) ed ecco, per magia, che otterrete la dimensione, che potr essere
espressa in pixel, in Mb, oppure come preferirete.
2. per avere sotto mano una serie di dati che vi permettono di inquadrare il problema della
risoluzione, eccovi una tabella che vi potete trascrivere o scaricare, per averla sempre sotto
mano.

TABELLA CALCOLO RISOLUZIONE PER IMMAGINI IN BIANCO E NERO.


RAPPORTO TRA DIMENSIONE, RISOLUZIONE, DIMENSIONE IN MB (O KB)
E NUMERO PIXEL
DIMENSIONE RISOLUZIONE Kb/Mb Pixel
10x15 cm 300 2Mb 1181 x 1772
10x15 cm 225 1,1 Mb 886 x 1329
10x15 cm 72 118 Kb 283 x 425
13 x 18 cm 300 3,11 Mb 1535x2126
13 x 18 cm 225 1,75 Mb 1152 x 1594
13 x 18 72 200 kb 384 x 531

21 x 29,7 (A4) 300 8,3 Mb 2480 x 3508


21 x 29,7 (A4) 225 4,6 Mb 1860 x 2631
21 x 29,7 (A4) 72 490 Kb 595 x 842

42 x 29,7 (A3) 300 16,6 Mb 4961 x 3508


42 x 29,7 (A3) 225 9,3 Mb 3720 x 2631
42 x 29,7 (A3) 72 980 Kb 1191 x 842
Per le immagini a colori, sar sufficiente moltiplicare x 3 la dimensione in Mb/Kb.
Per esempio:
A4 (21x29,7 cm) 300 Kb/Mb = 8,3 x 3 (R, G B) = 24,9 Mb

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LIMMAGINE VETTORIALE: QUANDO I PIXEL NON CENTRANO


Altro tipo di immagine, ma non composta - come nel caso delle immagini raster - da una
mappa di pixel, quella vettoriale. La differenza sostanziale sta nel fatto che essa viene
descritta, come dice anche il suo termine, da vettori e non da pixel, e questa caratteristica
consente di essere esente da quella che una definizione di risoluzione: un vettore un
segno che viene calcolato descrivendo il suo punto di inizio e quello di fine; ma se modifichiamo tale distanza (banalmente, ingrandendo o rimpicciolendo limmagine) i valori che descrivono tale vettore vengono ricalcolati in funzione di questa variazione, ma la dimensione del file
non viene condizionata dalla dimensione di visualizzazione della stessa. Viceversa, unimmagine raster, per poterla riprodurre in dimensioni maggiori, richiede un maggior numero di pixel
e, di conseguenza, la dimensione del file aumenta in modo considerevole.
Le immagini vettoriali, dal punto di vista visivo sono di fatto dei disegni: non esiste infatti
nessun sistema di ripresa digitale, n tantomeno scanner che siano in grado di creare immagini vettoriali; nel caso venga riprodotta una stampa con un disegno, pur creata in modo vettoriale, con uno scanner o con una fotocamera digitale, si otterr una versione raster (fatta di
pixel) della riproduzione su carta del disegno vettoriale. E consentito, invece, vettorializzare
unimmagine raster, usando opportuni programmi, ovvero creare un tracciato partendo da
unimmagine. Questa tecnica molto utile quando si debbono riprodurre marchi e logotipi,
partendo da unimmagine acquisita con uno scanner. Alcune tecniche consentono di vettorializzare con buoni risultati anche delle immagini fotografiche ricche di dettaglio e a colori, ma
ovviamente il risultato che si ottiene quello di un disegno derivato da una fotografia.
Le immagini vettoriali, tra le quali troviamo non solo i disegni, ma anche gli elementi di grafica
delle pagine stampate (titoli, forme grafiche, testi, lettere), per essere riprodotte correttamente,
richiedono un interprete per la stampa, denominato RIP, in grado di leggere gli elementi
che sono descritti in modo vettoriale allinterno della pagina. Nella quasi totalit dei casi, questo interprete utilizza un linguaggio che si chiama PostScript, sviluppato dalla Adobe.

BIT / COLORE
Una componente molto importante nella riproduzione dellimmagine per successiva al sensore: la corrente elettrica che il sensore ha ottenuto partendo dalle radiazioni luminose che
lhanno colpito viene inviata ad un circuito denominato A/D converter che si occupa di trasformarla in dati binari, ovvero in bit. Questa conversione pu essere pi precisa o pi
grossolana in funzione della tipologia di campionamento del quale il convertitore capace:
8 bit/colore, 10 bit/colore, eccetera. In pratica, ogni singola informazione (pixel) pu essere
descritta da un valore scelto per esempio tra:
2 valori - immagine campionata a 1 bit (nero e bianco)
256 valori - immagine campionata a 8 bit
4096 valori - immagine campionata a 12 bit
Appare evidente che il flusso elettrico, trasformandosi in dato digitale, sar quanto pi preciso
e fedele al soggetto originale, pi ricco di sfumature se acquisito con un sistema in grado di
campionare ogni singola informazione in oltre 4000 variabili rispetto ad un altro che pu operare la scelta su 256 valori disponibili.

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