FACOLT DI FILOSOFIA
ANNO ACCADEMICO 2009/2010
La temporalit nelluomo:
contingenza o necessit?
FE1A00
Prof.ssa
Giorgia Salatiello
ELABORATO FINALE
Studente
Maria Cristina Compagno
Matr. 158350
INTRODUZIONE
Luomo vive immerso nel tempo. una constatazione di fatto: la nostra storia,
almeno quella della quale possiamo parlare, racchiusa tra due date: la data di nascita e
la data di morte. Della seconda data non parleremo mai con altri se non prima del
sopraggiungere del suo evento, la qual cosa non ne diminuisce lineluttabilit.
Rimane il fatto che la sperimentiamo. Possiamo anche evitare di pensarci, possiamo
non considerarla come parte integrante della nostra esistenza, ci non toglie che esiste
(o esister) quasi a confermarci che viviamo immersi nel tempo.
Un pomeriggio trascorso con un amico vola, e quando giunge la sera, il buio fuori
dalla finestra ci sorprende. In altre occasioni, istanti interminabili ci bloccano il corpo su
una sedia, mentre la nostre mente percorre spazi infiniti; o altre volte ci giriamo e
rigiriamo nel letto nellattesa che giunga il tempo di addormentarci, finalmente!
Il tempo passa quasi trascorre al di fuori di noi
Se anzich farci consumare dal tempo, iniziamo a prendere coscienza di vivere nel
tempo, ci sorprenderemo a pensare che il nostro essere temporale.
Dire che il nostro essere temporale, pone ulteriori questioni. Cosa intendiamo
quando diciamo il nostro essere? Cosa vuol dire temporale? Questa temporalit
essenziale o contingente a noi? Ci condiziona o ci libera?
Con il mio elaborato intendo rispondere ad alcune di queste domande, avvalendomi
della riflessione tomista sulluomo e dellulteriore approfondimento del teologo tedesco
Karl Rahner.
Dopo una breve analisi sulla costituzione essenziale delluomo, analizzer latto del
conoscere e la libert quali espressioni dello spirito umano nel tempo, rivelatrici della
sua apertura alla trascendenza.
Non entrer nel merito di questioni sul tempo o sulla temporalit o sulla storicit, n
di argomentazioni squisitamente metafisiche, n soprattutto proceder con unanalisi
storica delle questioni presentate. Accenner brevemente a possibili aperture in altri
campi dellindagine filosofica, in particolare sar facile intravedere lapertura alla
religiosit nelluomo e la prospettiva etica.
Intendo semplicemente indicare una strada, una delle possibili soluzioni, nella quale
si mostra che la temporalit intrinseca al nostro essere costitutivo, non come
unimposizione esterna che vincola la nostra libert, ma come unico luogo in cui
possiamo essere, esprimerci e realizzarci pienamente.
Utilizzer un metodo il pi ampiamente discorsivo, affrontando la tematica a partire
dalla nostra esperienza quotidiana e ponendomi le domande filosofiche pi elementari:
come? Perch? Quando?
CAPITOLO I
Nella mia riflessione parto dal presupposto che luomo un IO sostanziale, ovvero dotato di identit
personale specifica e determinata. Presuppongo, inoltre, che esista una natura umana che caratterizza
luomo nella sua essenza e laccomuna a tutti gli altri uomini. Utilizzer i termini essenza e sostanza, e gli
aggettivi da essi derivati, in maniera pressocch univoca, pur nella diversit del loro significato ed uso in
metafisica, salvo specifica indicazione degli autori ai quali mi riferisco.
2
Nel testo utilizzer indistintamente il termine anima e il termina spirito con riferimento alla natura
umana, fatto salvo luso degli autori ai quali mi riferisco.
3
TOMMASO DAQUINO, Summae Theologiae, III, d.60, a.3, ad.1.
4
Non intendo entrare nel merito di situazioni di rottura di tale unit sostanziale come la questione
sullimmortalit dellanima o sulle modalit di vita dellanima fuori dal corpo, non essendo questioni
inerenti al tema proposto.
5
TOMMASO DAQUINO, In II Sent., d.3, q.1, a.6.
6
Et ideo consequuntur istae differentiae inter animam et Angelum, unibile, et non unibile, ex diverso
gradu possibilitatis, ID.
Tommaso riprende, pur personalizzandola, la dottrina aristotelica dellatto e della potenza, nonch
della forma e della materia, da qui luso, nel nostro testo, dei termini aristotelici che non approfondisco.
8
Licet corpus non sit de essentia animae, tamen anima secundum suam essentiam habet habitudinem
ad corpus, TOMMASO DAQUINO, De Spirit. Creat., a.9, ad.4.
9
In quantum est haec anima, est quod habeat habitudinem ad hoc corpus, ID.
10
Haec enim anima est commensurata huic corpori et non illi, TOMMASO DAQUINO, Gent., II, 80.
11
TOMMASO DAQUINO, In II Sent., d.19, q.1, a.1. Cfr. Corpus humanum habet naturalem ordinem
ad animam rationalem, quae est propria forma eius et motor, TOMMASO DAQUINO, Summae
Theologiae, III, q.8, a.2.
12
Si riprenda a questo proposito la citazione di S. Tommaso proposta allinizio del paragrafo, p. 5.
13
Gi a livello esperienziale, distinguiamo gli uomini dagli altri animali in relazione a certe evidenti e
specifiche caratteristiche fisiche, lo studio delle quali costituisce, a conferma ed esempio per noi,
loggetto di alcune scienze naturali quali la biologia o la medicina, a differenza di altre scienze, quali la
zoologia, il cui oggetto riguarda gli animali propriamente detti.
di dipendenza reciproca, dellanima dal corpo e del corpo dallanima, possiamo parlare
di unit sostanziale stricte dictis, laddove, tuttavia, dipendenza reciproca non da
intendersi come dipendenza equivalente, la qual cosa riprender e dimostrer pi avanti.
A proposito della differenziazione della forma dalla materia e del loro reciproco
legame di dipendenza, Tommaso evidenzia che la materia riceve dalla forma la sua
perfezione, ma la forma riceve dalla materia la sua restrizione14, da cui coarctatio
formae est per materiam15.
Ci chiaro se applicato alla relazione anima - corpo: lanima, in quanto forma del
corpo, da esso stesso limitata.
S. Tommaso, quando parla delle potenze dellanima, ancora pi esplicito a questo
riguardo, e chiarifica che lanima, atto primo nella sua essenza, atto secondo riguardo
alle sue operazioni che non pu esperire pienamente senza il suo corpo.
Tuttavia questa supposta dipendenza-reciproca-non equivalente quanto mi accingo
a dimostrare nel paragrafo successivo a partire dallanalisi della conoscenza umana.
Forma autem non perficitur per materiam, sed magis per eam eius amplitudo contrahitur,
TOMMASO DAQUINO, Summae Theologiae, I, q.7, a.1.
15
Ibid., I, q.14, a.1.
16
Ibid., I, q.54, a.5.
17
CAPITOLO II
Partendo dalla considerazione che la conoscenza umana non si pu dare fuori dalla
sensibilit, e dando per presupposto che la sensibilit si manifesta nello spazio e nel
tempo20, in questo secondo capitolo intendo rispondere alla domanda: la temporalit
nelluomo necessaria o contingente? Ovvero: la storicit21 essenziale alluomo?
La risposta ha diversi campi di indagine.
Immediatamente potremmo dire: la materia ci condiziona! Ma una tale affermazione
non soddisfa listanza che ci spinge allindagine. Cogliamo la nostra trascendenza al di
l della materialit del nostro corpo. La cogliamo in una originariet che pretende una
risposta pi soddisfacente.
La nostra unit-sostanziale-costitutiva ci interroga sulla relazione tra il nostro spirito
e il tempo. Se lunit spirito-corpo sostanziale sembrerebbe che anche la relazione
spirito-tempo debba essere sostanziale.
Per riflettere su questo secondo momento, intendo avvalermi della riflessione
filosofica che il filosofo tedesco Karl Rahner svolge a partire da Tommaso.
20
Sono costretta a dare tale presupposto senza approfondirlo in quanto unanalisi puntuale sullo
spazio e il tempo e la loro relazione con la sensibilit, seppur interessante, sarebbe fuorviante dal tema
proposto. Tuttavia mi chiedo: potrebbe essere altrimenti? Cfr. nota 23.
21
Intendo per storicit il tempo integrato nella vita personale. Non entro nel merito di altre
differenziazioni terminologiche con la temporalit.
22
K. RAHNER, Uditori della parola, 165.
10
23
11
Si tratta allora di dimostrare che il tempo che viviamo non cimprigiona come fosse
un luogo chiuso posto al di fuori di noi, ma, appartendendoci costitutivamente, ci
permette di essere; la storia sarebbe allora il nostro luogo di apertura alla trascendenza.
Per dimostrare quanto sopra, riprendo dalla reditio completa nellatto della
conoscenza umana.
Contemporaneamente al completo ritorno dello spirito su s stesso, il soggetto
conoscente si coglie come soggetto di quella conoscenza determinata che offre un
oggetto solo in quanto, appunto, il soggetto pu tornare su di s [] distanziandosi dal
contenuto della sua percezione e affermandosi nella sua spiritualit32.
Ma tale spiritualit umana, affermata qui nellatto della conoscenza e manifestata con
la reditio completa in se ipsum,33 esprime anche la capacit del soggetto conoscente di
oggettivare coscientemente il dato sensibile pur nella sua particolarit e singolarit, e
coglierlo nella sua universalit.
Cogliere loggetto da conoscere nella sua universalit coglierlo nellampio
orizzonte dellessere; rileviamo che ancora prima del cosciente atto di conoscenza la
percezione previa, la capacit che ha per sua natura lo spirito umano di protendersi
dinamicamente verso lillimitata vastit di tutti gli oggetti possibili34.
La constatazione non da poco: la percezione previa lapertura delluomo
allessere35, il fondamento della conoscenza36 che consente di trascendere il singolo
oggetto ma pur tuttavia di coglierlo nella sua singolarit e limitatezza.
In ogni singolo atto di conoscenza, luomo, soggetto conoscente, corpo - spirito, si
trova al confine tra il limite dellessere conchiuso in un oggetto conosciuto e lillimitato
dellessere dellassoluta vastit degli oggetti possibili; si scopre al confine tra il finito e
linfinito, tra il riconoscersi conoscente, in un preciso momento storico e rivolto ad un
determinato oggetto, e limmensa apertura oltre il tempo presente e la determinazione
delloggetto sensibile.
La percezione previa la presa di coscienza dellorizzonte, nellambito del quale
luomo conosce il singolo oggetto37.
32
12
37
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42
Tuttavia il modo in cui si attua questa auto intellezione dipende dalla libert delluomo, K.
RAHNER, Uditori della parola, 139.
43
Si pu comprendere la conoscenza nella sua forma definitiva e originaria solo se si tiene conto
dellelemento volitivo, che la rende essenzialmente completa nella sua costituzione ontologica di ente,
Ibid., 138.
44
Ibid., 142.
45
G. SALATIELLO, Lesperienza e la grazia, 33.
46
Lautentica storicit si ha solo dove si riscontrano lirrepetibilit e limprevedibilit della libert,
K. RAHNER, Uditori della parola, 175.
47
Ibid., 175-176.
48
K. RAHNER, Corso fondamentale sulla fede, 66.
14
15
CONCLUSIONE
49
16
Come parlare di tempo, quando non vivremo pi questo tempo? Quando la storia non
sar pi la nostra storia, unica, personale e irripetibile?
Sono tutte domande che ci aprono ad ulteriori riflessioni. Altre prospettive e diversi
campi dindagine filosofica, altri orizzonti che non affronteremo in questa sede, ma per i
quali abbiamo individuato un possibile punto di partenza.
Oppure possiamo non accettare questa visione antropologica, semplicemente
chiudere gli occhi alla trascendenza che abbiamo scoperto in noi e che ci costituisce
sostanzialmente e vincolarci alla mera materialit.
La storia, nella quale viviamo e ci sentiamo immersi, sar allora la nostra prigione.
Qualcosa esterna ed estranea a noi stessi, da cui fuggire (ma come?), da ignorare finch
non sar lei a imporsi, o semplicemente subire passivamente cercando di soffocare e
non cogliere la nostra stessa auto-coscienza.
Rimangono quelle due date: luna conosciuta e festeggiata annualmente, laltra
ignota eppur certa.
Rimangono quegli istanti con gli amici e la noia di un lento pomeriggio.
Rimane leternit di un tramonto e il colore rosso del cielo impresso nel nostro cuore
per sempre.
Rimangono parole come ora, mai e per sempre che continuamente utilizziamo nel
nostro linguaggio, con le quali tentiamo di esprimere il tempo che ci vive dentro.
Rimane quel tempo che ci costituisce e che imprime il carattere indelebile di libert
alle nostre attivit.
Rimane il nostro essere che non pu fare a meno di cogliersi mentre vive.
A noi la scelta.
In fondo, siamo noi a scegliere come desideriamo comprenderci. Il nostro modo di
comprenderci, sar anche la vita che decidiamo di vivere.
17
BIBLIOGRAFIA
18
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INDICE
INTRODUZIONE ......................................................................................................................... 3
CAPITOLO I - LA COSTITUZIONE SOSTANZIALE DELLUOMO .................................................... 5
1.1. Luomo unit sostanziale ............................................................................................... 5
1.2. La conoscenza umana .................................................................................................... 7
CAPITOLO II - LO SPIRITO STORICO NELLUOMO ...................................................................... 9
2.1. Luomo condizionato dalla materia vive storicamente .................................................. 9
2.2. Luomo aperto alla trascendenza nel tempo .............................................................. 10
2.3. Luomo libero nella storia ......................................................................................... 12
CONCLUSIONE ........................................................................................................................ 15
BIBLIOGRAFIA ........................................................................................................................ 17
INDICE ....................................................................................................................................... 19