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1) Chi assiste deve essere presente come Coscienza e saper guardare la sofferenza con amore e
distacco.
molto importante non lasciarsi coinvolgere dagli stati danimo del malato. Occorre fare
differenza tra s e lui sotto il profilo emotivo e quindi energetico. Come ho gi detto pi volte
precedentemente, la mente copia tutto; quindi la persona che sta accanto al moribondo copier
anche le sue vibrazioni e le archivier dentro le proprie memorie simili appartenute a qualche
antenato vicino o lontano della propria linea genetica.
Le sensazioni copiate si potranno manifestare con stati danimo ed emozioni simili a quelle del
malato andando in risonanza e diventando una cosa sola con esse.
Potete comprendere quanto ci possa risultare deleterio per il malato che, oltre alla propria
negativit emotiva, sar costretto a ricevere anche quella di unaltra persona. Il malato e chi lo
assiste moltiplicano cos ciascuno le proprie difficolt e sofferenze, vittime inconsapevoli della
stessa meccanica (quella del copiare).
Se chi assiste lo sa, sa anche cosa fare, e quindi dar una mano ad entrambi, altrimenti il malato,
essendo gi debole e avendo poca energia a causa della malattia che lo sta consumando, non
riuscir a far fronte facilmente alle proprie vibrazioni ed emozioni perch sommate a quelle di
chi lo assiste. Quindi egli tender a rimanerne schiacciato e a consumarsi energeticamente ancora
pi in fretta.
dunque importante ricordarsi, mentre si sta accanto al malato, di dire spesso alla propria mente
di non copiare niente di lui che possa far risuonare dentro di noi qualcosa di simile, in primo
luogo le sue sofferenze, le paure, il dolore fisico e morale.
In tal modo sar possibile creare il giusto livello di distacco che permette alla persona malata di
specchiarsi in chi le sta vicino e la sta aiutando. Distacco, infatti, in questo caso sinonimo di
amore e di comprensione ad un livello pi alto, non di freddezza o di lontananza.
ESSERE DISTACCATI QUANDO SI ASSISTE UNA PERSONA SIGNIFICA METTERSI
NELLE CONDIZIONI DI AMARE IN MODO EFFICACE E NON SOLO GENEROSO.
CAPACIT, DISTACCO E AMORE COMPASSIONEVOLE SONO I PRIMI REQUISITI
PER AIUTARE UN MALATO.
Il distacco permette infatti alla Coscienza di essere presente perch non sommersa dai ricordi
della mente della persona che le sta vicino.
2) Chi assiste deve avere caratteristiche di semplicit, umilt e amore.
A volte pu accadere che una persona si ritrovi ad assistere un malato che sta avvicinandosi alla
morte, senza che essa si senta pronta ad affrontare la sofferenza e la morte stessa della persona
malata. Pu essere che abbia paura e che non vorrebbe essere l, ma che per dovere deve farlo.
Ci pu renderla nervosa, pu indurla ad assumere atteggiamenti di insofferenza verso il malato,
sgridandolo oppure suggerendogli di stare zitto, se lo sente parlare, con frasi del tipo: non
sforzarti tanto non importante, oppure cerca di dormire, non ci pensare. In tal modo si
rischia per di bloccare il moribondo il quale potrebbe avere qualcosa da dire che ritiene
importante oppure potrebbe pensare di essere oramai di impiccio, di non avere pi nessun valore
per alcuno, fino a provocare in lui il desiderio di voler morire pi in fretta possibile.
Lumilt e lamore nello stare vicino ad un malato sono dimportanza vitale, perch gli
atteggiamenti che riscontrer nei suoi confronti saranno determinanti sul modo con cui egli
affronter poi la morte. Infatti, potr andarsene serenamente scaldandosi al calore dei suoi cari
oppure morir pensando di essere solo un peso e credendo che nessuno pi gli voglia bene.
Se la persona che assiste ha paura di sbagliare, di non essere allaltezza nel suo compito, pu fare
presente il suo disagio e dire al malato di insistere tranquillamente se lei non capisce cosa lui
voglia. Inoltre gli dica anche che lei contenta di dargli qualsiasi aiuto nelle sue possibilit per
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anche se capiscono di avere il cancro e vorrebbero fare qualcosa nel tempo di vita che rimane,
accettano la decisione dei parenti come la pi importante. Cos faranno finta di non sapere della
malattia, anche se coveranno dentro di loro rabbia e rancore. Agiranno ancora una volta secondo
la scala dei valori di qualcun altro.
Visto che sono proprio le azioni negative fatte durante la vita che fanno stare male la persona e
abbattono la sua Coscienza, IL MALATO DEVE AVERE LA POSSIBILITA, SE VUOLE, DI
METTERE A POSTO LE COSE CHE RITIENE LO FARANNO STARE MEGLIO UNA
VOLTA SISTEMATE.
Ogni azione che far per rimediare nel tempo che gli rimane lo rafforzer come Coscienza e
quindi gli permetter di essere pi in grado di affrontare la morte e quello che incontrer nelle
sue dimensioni. E poi, dirgli che ha il cancro o qualsiasi altra malattia che lo porter alla morte
pu significare fornirgli lunica occasione della sua vita in cui prendersi responsabilit per se
stesso e per la sua famiglia. Il suo coraggio potrebbe essere lesempio positivo che lascia come
insegnamento a figli e parenti.
Certo, c anche il rischio in taluni casi che la persona non accetti la notizia e possa cadere in
uno stato di paura o depressione oppure potrebbe pensare al suicidio.
Credo che la cosa debba essere valutata caso per caso, ma la mia esperienza mi dice che quasi
sempre i parenti o gli amici del morente decidono di non dire niente riguardo alla gravit della
malattia del loro caro pi per propria codardia o egoismo che per rispetto del malato.
Pensate, ancora oggi ci sono malattie, nonostante le accresciute possibilit della medicina
moderna di agire pi efficacemente sul dolore, che causano grandi sofferenze a persone il cui
corpo ancora in vita presenta gi evidenti processi di putrefazione. In altri casi nota la totale
impotenza delle cure mediche su malattie di cui si conosce con certezza la prognosi sfavorevole.
Perch un morente potrebbe pensare o decidere di porre fine volontariamente alla sua vita in tali
condizioni? Forse perch non vuole soffrire inutilmente per tanti mesi senza che nessuno possa
fare nulla? E quale sarebbe il suo crimine in questo caso?
Da parte dei parenti, invece, non bisogna sottovalutare lesistenza, a volte, di una certa forma di
egoismo che pervade taluni che preferirebbero prolungare di fatto le sofferenze del loro
congiunto piuttosto che separarsene anzitempo poich causerebbe loro troppo dolore che non
sopporterebbero. Quale dolore ha pi diritto di essere lenito per primo?
Infine non dimentichiamo che in caso di suicidio per evitare le estreme sofferenze, il nostro
congiunto o amico morente con la sua decisione potrebbe far sentire una parte di noi come fosse
codarda, perch forse essa non avrebbe mai il coraggio di fare una cosa del genere in condizioni
analoghe.
Quasi sempre, omettere di dire alla persona che dovr morire a breve unazione negativa verso
la sua Coscienza perch in questo modo non le viene permesso, nel limite delle sue forze fisiche
e mentali, di riscattarsi in merito alle cose che, una volta messe a posto, la farebbero sentire in
pace con se stessa.
Oltre a ci non sottovalutate larrabbiatura espressa o tacita del malato verso di voi che gli avete
mentito. Infatti il rancore rimasto registrato nella sua mente ed essa, alla sua morte, ve ne far
dono buttandovi addosso le entit disincarnate che tale rabbia ha prodotto.
Queste entit, a loro volta, creeranno addosso a voi energie di odio e cattiveria che potranno
produrre nel vostro corpo problemi pi o meno gravi e probabilmente periodi di negativit nella
vita dove potrete trovare qualcuno che vi impedir, sul lavoro o in famiglia, di prendere decisioni
e di fare azioni per portare a termine alcuni dei vostri scopi (legge del karma).
Tali energie negative altro non sono che le entit disincarnate, le quali vi puniscono per aver
raccontato menzogne e che vi fanno vivere situazioni in cui dovete provare gli stati danimo e le
emozioni che ha provato il parente morto, da cui sono state create, quando gli avete mentito.
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4) La persona che assiste ed aiuta deve essere disposta a percepire, ad ascoltare il malato e, se
questi un parente, un amico o una persona conosciuta, a vedere le azioni sbagliate che ha
fatto nei suoi confronti.
Il malato deve essere ascoltato e logicamente bisogna aspettarsi anche che ci dica che lo abbiamo
fatto soffrire quando gli abbiamo risposto male, oppure quando non siamo andati a trovarlo e lui
aveva bisogno di noi.
Egli sta infatti rivedendo in retrospettiva la propria vita e nei suoi ricordi non ci sono solo le cose
belle e brutte che ha fatto, ma anche quelle belle e brutte che ha ricevuto da parenti, amici,
conoscenti, persone estranee, persino dagli animali.
Quindi, per aiutarlo e aiutarvi dovete guardare i vostri ricordi inerenti a ci che vi sta dicendo e
prendervi le vostre responsabilit, nel senso che se avete veramente sbagliato dovete dirlo e
chiedergli scusa. Se pensate invece che non sia cos, allora dovete spiegargli come avete vissuto
voi quelle situazioni in modo che possa comprendervi. Se vi vengono in mente altre azioni o
pensieri negativi che avete fatto nei suoi confronti, dovete dirglielo. Cos come dovete dirgli le
volte che anche lui vi ha fatto soffrire.
Questa comunicazione produce molto amore e rispetto che, oltre ad andare a rafforzare la
Coscienza del malato, rafforzer anche la vostra. Non dovete tenervi dentro i sensi di colpa,
perch sono delle brutte bestie che vi mangeranno energia: quindi parlate, tirate fuori il vostro
coraggio, chiedete spiegazioni, scusatevi, abbracciatelo, piangete pure insieme. Non si piange
solo per il dolore ma anche per la comprensione di essersi ritrovati, capiti, amati.
Ricordate che quando parlo di percepire il malato intendo osservarlo con la vostra Coscienza
in modo da aiutarlo a parlare quando capite che vorrebbe dire qualcosa ma non ne ha il coraggio,
oppure che vorrebbe fare una determinata cosa ma non riesce a chiedere aiuto per farla.
Quando si sta vicini ad un malato non si deve pensare a noi, ma a lui.
5) Ricordatevi che una persona malata sta perdendo la propria energia vitale ed normale
che la prenda anche a voi: la sua aura e la vostra sono infatti amalgamate (visto che i vostri
corpi fisici sono vicini) e cercano di riportarsi in equilibrio energetico. In questa ricerca di
equilibrio, avendo il malato un basso livello di energia questa compenetrazione sfocer in un
abbattimento energetico anche per voi. Per questo importante cercare di farlo parlare e mettere
in atto tutto ci che possibile utilizzare per aiutarlo a far crescere la propria Coscienza, come
vedremo nel prossimo capitolo.
Pi il malato sviluppa la propria Coscienza e meno diventa un parassita che come un vampiro,
succhia solo energia a chi gli sta vicino, perch alimentando la Coscienza si rigenera
energeticamente.
Diamo dignit alla Coscienza a cui sta morendo il corpo fisico, affinch anche alla morte sia
orgogliosa di se stessa!
con un corpo malato, che non guarir pi, e chi meglio di loro pu dirci qual il livello di
sofferenza e dignit morale e spirituale che possono tollerare. Non dovrebbero essere n i precetti
religiosi, n le posizioni ideologiche a determinare i contenuti della Carta dei Diritti della Coscienza
del Malato sulleutanasia; e agli esperti di bioetica si dovrebbe soltanto richiedere un parere non
vincolante, perch tutti costoro non sono idonei a decidere in quanto dovrebbero discutere e trattare
un argomento di cui non hanno unesperienza diretta. Le uniche eccezioni sullidoneit a decidere
sullargomento in questione potrebbero concedersi a quelle persone che con amore, compassione e
vera professionalit hanno assistito o assistono tuttora i malati terminali, vivendo quantomeno, se
non una esperienza diretta almeno una personale e profonda realt del problema e, infine, a chi ha
vissuto situazioni di premorte.