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Introduzione
Che cosa sono le visualizzazioni
Traccianti solidi, liquidi e gassosi
Misura di velocit con particelle traccianti
1 - Introduzione
L'osservazione visiva dell'evoluzione temporale e della distribuzione spaziale d
i opportune
grandezze fisiche, qualora possibile, pu essere di notevole aiuto, non solo nella
comprensione dei
fenomeni fisici, ma anche nella formulazione di modelli in grado di rappresentar
li. Non fanno
eccezione i fenomeni fluidodinamici, per i quali la visualizzazione del moto del
fluido attorno a
corpi o all'interno di condotti si rivelata fondamentale nella formulazione dell
a maggior parte delle
teorie oggi disponibili.
A questo proposito si devono ricordare gli esperimenti di visualizzazione condot
ti verso la fine del
secolo scorso da Osborne Reynolds e, all'inizio di questo secolo da Prandtl, per
supportare le loro
fondamentali intuizioni e, soprattutto, il lavoro di Ernst Mach (1838-1916) che
ebbe un peso non
trascurabile nella filosofia della scienza e, forse non a caso, un ruolo determi
nante nello sviluppo
delle tecniche di visualizzazione.
Tuttavia, oltre alla fondamentale importanza delle visualizzazioni dal punto di
vista
fenomenologico, esse presentano ulteriori caratteristiche di notevole interesse.
La prima risiede nella possibilit di ottenere, dall'esame della registrazione del
la corrente
visualizzata (fotografica, magnetica o digitale), informazioni quantitative. La
seconda, nella
possibilit di acquisire informazioni simultanee in una intera regione del campo d
i moto, anzich in
un singolo punto di misura, come avviene con la maggior parte delle classiche te
cniche di misura
strumentali (sonde di pressione o di velocit, ecc.).
Inoltre, contrariamente ad altre tecniche di indagine che si avvalgono dell'uso
di sonde poste
all'interno della corrente, molte delle tecniche di visualizzazione, se corretta
mente applicate, sono
scarsamente intrusive, ovvero non perturbano sensibilmente la corrente di fluido
in esame. E' questa
una caratteristica di notevole importanza soprattutto quando si debbano studiare
correnti al limite
della stabilit o della separazione.
Si deve infine tener presente che, quand'anche le tecniche di visualizzazione no
n si rivelassero del
tutto risolutive in termini di informazioni fornite, esse consentono comunque di
acquisire,
generalmente in breve tempo, tutte quelle indicazioni sul campo di moto che risu
ltano indispensabili
per un corretto impiego di altre (e pi costose) tecniche di indagine (modulo e di
rezione locali della
velocit della corrente per il posizionamento di sonde, ecc.).
Parte 13 - pag. 2
pertanto fondamentali, dal momento che linee di flusso, tracce e traiettorie del
le particelle fluide
forniscono informazioni completamente diverse (e complementari).
E' forse opportuno richiamare qui le definizioni di traiettorie, linee di flusso
e tracce.
Si definisce traiettoria istantanea di una particella di fluido (in inglese part
icle path), all'istante , il
luogo delle posizioni occupate dal suo baricentro, nell'intervallo di tempo fini
to compreso tra un
istante iniziale e l'istante .
La traiettoria di una particella di fluido pu essere quindi visualizzata soltanto
usando una singola
particella tracciante, discreta, e registrandone (cinematograficamente o fotogra
ficamente) il
percorso compiuto nell'intervallo tra
e .
Si definisce linea di corrente o di flusso istantanea (in inglese streamline), a
ll'istante , ogni linea
che abbia in ciascuno dei suoi punti tangente parallela al vettore velocit istant
anea 1.
Tale definizione implica che il trasporto di massa in direzione normale alle lin
ee di flusso sia nullo.
Le linee di corrente sono le 2 soluzioni del sistema differenziale del primo ord
ine:
dx
dy
dz
=
=
v x (x,y,z,t ) v y (x,y,z,t ) v z
(x,y,z,t )
Le linee di flusso in una corrente 2 possono essere visualizzate inseminando uni
formemente la
corrente con una opportuna concentrazione di piccole particelle discrete e fotog
rafandole con un
tempo di esposizione tale che
ciascuna di esse venga
registrata sulla p
ellicola come un breve
trattino, le cui orientazione e lunghezza indicano, rispettivamente, la direzion
e ed il modulo della
velocit locale istantanea: le linee di flusso si ottengono tracciando le curve ta
ngenti a questi trattini.
Se poi si adotta una sorgente luminosa di intensit (o colore) variabile nel corso
dell'esposizione,
possibile individuare anche il verso locale e istantaneo della corrente.
Da quanto detto si deduce che non affatto possibile risalire alle linee di fluss
o con l'uso di
traccianti continui (a meno che, ovviamente, il moto non sia stazionario).
Si definisce infine traccia istantanea (in inglese filament line), all'istante ,
il luogo delle posizioni
occupate dalle particelle di fluido che sono transitate per un medesimo punto fi
sso
del campo di
moto, nell'intervallo di tempo finito compreso tra un istante iniziale
e . Ad ogni istante
,
le tracce sono pertanto le 3 linee d'equazione parametrica vettoriale
, equivalente alle
tre equazioni scalari:
x = x(x o ,y o ,z o ,t) , y = y(x o ,y o ,z o ,t) ,
z = z(x o ,y o ,z o ,t)
Una traccia pu essere visualizzata immettendo nel punto un tracciante continuo op
pure discreto,
a partire dall'istante , e registrandone fotograficamente la distribuzione spazi
ale nell'istante 3
Le definizioni sopra riportate sono valide per un osservatore fisso con il siste
ma di riferimento del
laboratorio, ovvero solidale con il dispositivo attraverso il quale i traccianti
sono immessi nella
corrente. Del tutto diverso l'aspetto delle linee di flusso o di corrente se l'o
sservatore in moto
relativo rispetto a tale sistema di riferimento. A questo proposito opportuno ci
tare un lavoro di
Hama (1962) in cui si descrivono le linee di flusso e le tracce in una corrente
piana viscosa
perturbata con onde sinusoidali, registrate con un'apparecchiatura fotografica f
issa, oppure in
movimento rispetto al riferimento del laboratorio (Figura 2.1). Egli mostra chia
ramente, tra l'altro,
come il moto non-stazionario possa apparire perfettamente stazionario ad un osse
rvatore che si
muova alla stessa velocit con cui si propagano le onde di perturbazione nel fluid
o.
1 Nel caso di visualizzazione sulla superficie di corpi, si parla di linee di
flusso (o di corrente) limite, o di linee di
sforzo.
2 Si ricordi che, nel caso di correnti tridimensionali, per conoscere traietto
rie, tracce e linee di flusso sono necessarie
almeno due riprese, ottenute da punti di vista distinti.
3 Si noti che pu essere un istante anche successivo a quello di eventuale cessa
zione dell'immissione di tracciante.
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a)
b)
Figura 3.2 a): Tracce di fumo nella corrente d'aria attorno ad un profil
o alare (da Ed.Serv.Inc)
b): Generatore di fumo a paraffina di Preston e Sweeting (da
Bradshaw, 1970).
Colorante
latte
latte
coloranti alimentari
coloranti alimentari
inchiostro da stampa bianco
crystal violet
viola genziana
nigrosina nera
blu di metile
anilina
Rhodamine fluorescente
fluorescina
Particelle
Autori
Hostaflon
Brandone e Bernard, 1971
alluminio
Colac-antic e Grtler, 1970
cipria cosmetica
Hasinger, 1968
acqua
polistirene
Wood, 1967
acqua salata
alluminio
ficate
Martin e Long, 1968
acqua e glicerina polistirene
ione
acqua
libero
acqua
ite
acqua
Diametro
Campo applicaz
correnti a pelo
vortici
0.010.2 mm scie
correnti strati
correnti convet
tive
Douglas et al., 1972
olio siliconico
alluminio
Elder, 1965
aria
licopodio (seme)
Chen e Emrich, 1963
aria
goccioline d'olio
Chen e Emrich, 1963
aria
fumo di sigaretta
Chen e Emrich, 1963
aria
metaldeide
ica
Eicke e Wille, 1937
aria
olio atomizzato
Griffin e Votaw, 1973
aria
sferette di vetro
a
Philbert e Boutier, 1972
aria
polvere di marmo
a
Philbert e Boutier, 1972
elio
alluminio
Fulmer e Wirtz, 1965
onde d'urto
1 m
onde d'urto
0.2 m
onde d'urto
1 mm
galleria subson
1 m
scie, vortici
20 m
galleria subsonic
1 m
galleria subsonic
2 3 m
ugelli supersonici
Re =
(
f dp U f - U p
(3.2)
Per sfere rigide 7, tale relazione perfettamente nota 8 in un vasto campo di num
eri di Reynolds ed
riportata nel grafico di Fig. 3.1.1.
Il diagramma mostra che il coefficiente di resistenza della sfera fortemente dip
endente dal numero
di Reynolds. Per poter definire il coefficiente di resistenza
quindi nece
ssario stimare il valore
del numero di Reynolds, il quale dipende per dal valore istantaneo della velocit r
elativa, che a
sua volta implicitamente dipendente dal coefficiente di resistenza
, sec
ondo la (3.1).
Il problema pu essere facilmente risolto se si impone che la corrente attorno all
a particella sia in
regime di Stokes, ovvero abbia numero di Reynolds inferiore all'unit (o a qualche
unit).
Questa imposizione pu sembrare arbitraria, ma invece perfettamente consistente co
n: a) l'aver
imposto alla particella di avere un diametro molto piccolo e b) l'esigenza (pena
la completa inutilit
della visualizzazione) che la velocit relativa tra particella e fluido sia estrem
amente ridotta.
Quindi, nel caso particolare di regime di Stokes, in accordo con la legge del d
iagramma 3.1.1, si
assume che:
24
24 f
Cd =
=
(3.3)
(
Re f d p U f - U p
)
e l'equazione di moto (3.1) diventa:
dU p
18 f
=
(U f - U
p )
(3.4)
dt
p d2
p
Nell'ipotesi di
:
18 f
[
]
U p = U f 1 - e- k(t - t 0 ) + U p 0 e- k(t - t
0 )
con
k=
p d2
p
(3.5)
(3.6)
La velocit della particella pertanto approssima quella del fluido con legge es
ponenziale e la sua
accelerazione tanto pi rapida quanto
pi ridotte sono le sue dimensioni e
la sua densit e quanto
maggiore la viscosit del fluido in cui essa immessa 9.
Si deve osservare che, nella presente trattazione, si sono tralasciati alcuni
aspetti importanti, quali la
presenza di gradienti di velocit nella corrente.
Si consideri, ad esempio, l'istante iniziale di immissione di una particella
sferica in una corrente
piana in direzione x, in cui sia presente un gradiente di velocit in direzione
y. Sulla superficie
superiore della particella agiscono pressioni e sforzi tangenziali istantanei
diversi da quelli che
agiscono sulla faccia inferiore: il gradiente di pressione esercita sulla par
ticella una forza in
direzione normale ad x, mentre il gradiente di sforzo tangenziale produce una
coppia che tende a
provocare una rotazione della particella.
Sebbene a regime tendano ad annullarsi sia il gradiente di pressione sia quel
lo di sforzo tangenziale,
al contrario, durante il transitorio, la cui durata dipende dalla massa e dal
momento d'inerzia della
particella, tali gradienti sono presenti in misura variabile e la traiettoria
della particella pu deviare
sensibilmente da quella rettilinea delle particelle di fluido.
Se i gradienti di velocit sono intensi, come nel caso di un vortice, le partic
elle traccianti sono
soggette ad una accelerazione radiale centrifuga (maggiore di quella agente s
ul fluido, se la loro
densit relativa superiore a quella del fluido) e ad una accelerazione radiale
centripeta dovuta
gradiente di pressione tra le sue superfici interna ed esterna, che sono entr
ambe funzioni piuttosto
complesse della sua velocit di rotazione istantanea. Anche in questo caso, per
tanto, le traiettorie
delle particelle traccianti potranno differire sensibilmente da quelle del fl
9 Si noti che, nella fase iniziale del moto della particella, i valori ista
ntanei del termine
possono portare a
numeri di Reynolds anche superiori all'unit. In tal caso, la velocit della
particella reale approssima quella del
fluido pi rapidamente di quanto preveda l'equazione (3.6).
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Figura 3.1.2 Particelle con densit specifica pari a 2 in un vortice libero stazio
nario in acqua.
Diametro medio delle particelle 30 m (da S.H.Hasinger, "An Experimen
t with
Particles in a Free Vortex", AIAA Journal, Vol. 6, No. 5, 1968).
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