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Quattro poesie dedicate alla Madre


di Paolo D’Arpini

Madre, tu sei femmina ed io son maschio Madre, mi dicono infedele


Come mai quel seme d´amore Poiché ti amo in tutte le tue forme.
Che tu hai posto nel mio cuore Come potrebbe essere altrimenti?
Sta germogliando? Ti vedo e ti riconosco, sorniona,
Mi hai reso fecondo dietro ogni sorriso tentatore.
Ed io ho perso la mascolinità.. Eppure tu non sei quelle forme,
tu sei quella che sta dietro le forme,
..... ed io ti amo... e ti adoro...

Madre, volevo tradirti ..............


Ed ho cercato un´altra
Ma ovunque guardassi tu eri lì. Madre, cosa posseggo io
Chiunque avvicinassi tu eri quella. Che possa chiamare mio?
Com´è intensa la tua seduzione Il mio corpo sei tu.
che non posso più trovare chi tu non sia! La mia mente sei tu.
La mia anima sei tu.
......... Perché dunque ti prendi gioco di me
Illudendomi che siamo separati?

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EROTISMO COMPASSIONE CREATO
ottobre 2009 – di Etain Addey

Donne che furono rivoltate formaggio, come se quel latte fosse la soma dei
dieci volte dal parto Vedici, lavorare la pasta per la crescia come se ogni
chicco di grano le fosse familiare, come se potesse
sulle isole solitarie lavate dal vento sfamare ogni creatura del mondo con quello che
guidano il cerchio di danzatori obon usciva dalle sue mani. Nonostante l’età, aveva nella
attraverso una notte di plenilunio d’agosto sua persona un ardore conturbante. Aveva fatto
undici figli, “tutti boni”, ma dava a me l’impressione
la ragazza più piccola per ultima; di fare ancora, nel suo quotidiano, l’amore con ogni
cosa.
Donne che sono sveglie dall’altra nottata
per pulire e squamare i pesci volanti Al-Kindi affermava che ogni sostanza, celeste o
sublunare, emette raggi in ogni direzione, di modo
cantano dell’amore che, in virtù di queste radiazioni e della loro
propagazione, non sarebbe avventato sostenere che
ancora e ancora ogni cosa sia in ogni altra, e che ogni parte del cosmo
cantano dell’amore sia legato empaticamente a tutte le altre. Quella
mezzadra che mungeva, che mieteva, che partoriva,
Snyder, Love, Suwa-no-se Island che faceva partorire, che macinava e tritava, che
raccoglieva e seminava, che uccideva, che cuoceva e
conservava, che lavava il morto, che accarezzava e
incoraggiava, era nella condizione ideale per
penetrare, no, per incarnare l’erotismo del mondo.
“La conoscenza integra ed esauriente di una pur
minima cosa rivela, come dentro uno specchio,
l’universale essenza del cosmo”: Lucia nella sua
posizione sociale apparentemente umile, con il suo
maneggiare il poco o niente di questo mondo,
sembrava maestosamente piena di quella essenza
cosmica.

Naturalmente si può seminare e raccogliere le piante


o allevare gli animali come se queste attività fossero
solo un lavoro, se manca il rispetto per queste entità,
se non vengono accolti come esseri con un interiorità
loro. La poetessa Mary Oliver parla di “Alcune
domande che potresti fare”:
Quando arrivai qui nella valle trovai nel casale più
vicino a casa mia una donna, Lucia, che allora aveva
L’anima è solida, come il ferro?
quasi ottant’anni. Aveva fatto sempre la vita della
O è tenera e frangibile come
mezzadra, ma era la persona più padrona del mondo
le ali della falena nel becco del gufo?
che abbia mai conosciuto.
Chi ce l’ha e chi non ce l’ha?
Continuo a guardarmi attorno.
Era padrona del mondo nel senso più interiore della
Il muso dell’alce è triste
parola, nel senso che ne avrebbe dato il filosofo arabo
quanto quello di Gesù.
al-Kindi, che parlava dell’unitas reggitiva, il
Il cigno apre le sue ali bianche lentamente.
principio unificante che permette alla volontà
Nell’autunno l’orso nero porta le foglie
dell’individuo di modificare l’esistente quanto più la
nell’oscurità.
volontà è innervata dai moti dell’animo e dai
Una domanda porta ad un’altra.
desideri. Lucia strofinava il fianco caldo della vacca
Ha una forma? Come un iceberg?
Chianina che usciva dalla stalla con la stessa
Come l’occhio del colibrì?
sensualità palpabile con cui mi accarezzava la pancia
Ha un solo polmone, come il serpente e il pettine?
arrotondata dalla prima gravidanza. La vedevo
Perché lo dovrei avere io e non il formichiere
versare litri di latte nel calderone per fare il
che ama i suoi figli?

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Perché lo dovrei avere io e non il cammello? Vita e poi l’Intelletto, che è composto di Kronos,
Ora che ci penso, e gli aceri? Rhea e Zeus.
E l’iris azzurro?
E i sassolini, sparsi solitari alla luce della luna? Zeus è il demiurgo, il creatore dell’universo
E le rose e i limoni, e le loro foglie scintillanti? manifesto. Man mano che si dispiega l’universo, le
E l’erba? profondità ineffabili dell’Uno si manifestano in modo
Lucia falciava l’erba come se quella avesse un’anima sempre più chiaro, come descrive la tradizione orfica.
e non posso evitare di pensare che il suo largo Zeus chiede all’Oracolo della Notte: “Come posso
sorriso, il suo tocco elettrico, il suo invisibile planare creare una cosa che contiene molte cose?” E la Notte
sulla valle con occhio di falco, così che nessuna noce, risponde che deve ingoiare Eros Protogonos, il Dio
che governa il Tutto quando è ancora Essere puro e
indiviso. Zeus quindi crea l’universo manifesto
attraverso il potere di Eros. Il legame maestoso e
perfetto con cui Zeus avvolge il cosmo è quello che
gli oracoli chiamano il legame dell’amore, gravido di
fuoco.

Il potere trasformatore dell’amore dipende


dall’incontro fra esseri che riconoscono l’interiorità
l’uno dell’altro, perché Eros lega tutte le parti del
mondo all’Uno. È per questo che, come dice Rumi,

Attraverso l’Amore tutto quel che è amaro sarà dolce


Attraverso l’Amore tutto quel che è rame sarà oro
Attraverso l’Amore ogni feccia si trasformerà nel
nessuna bacca di corniolo, nessuna melacotogna vino più fine
maturasse senza che lei lo sapesse al tempo debito, Attraverso l’Amore ogni dolore si trasformerà in
fosse dovuto a questo suo rispetto per il creato e il rimedio
suo riconoscere l’interiorità di ogni essere. Allineata Attraverso l’Amore tutti i morti diventeranno vivi
con il grande flusso, partoriva con ogni essere, Attraverso l’Amore persino il re diventa uno schiavo!
moriva con ogni essere, era la padrona delle
trasformazioni senza fine. Il paradosso terrificante Un’enciclopedia di filosofia pubblicata negli Stati
del mondo, il tendere alla più stupefacente bellezza di Uniti nel 2006, a proposito di questa visione del
un creato che si nutre di se stesso, trovava in Lucia mondo, che viene etichettata “Panpsichismo”, una
un’accettazione gioiosa. visione che ha informato l’agire di popoli indigeni di
tutto il mondo per millenni, e che ha informato il
L’erotismo è la delizia, il desiderio, il canto del nostro quotidiano europeo prima dell’avvento del
creato, che continua a versare se stesso cristianesimo, recita così:
involontariamente attraverso il tempo, come una
coppa traboccante. La generosità è la natura del “Anche se il panpsichismo sembra ora incredibile
mondo. Plotino disse: “Ciò che è pieno deve alla maggior parte delle persone, è stato accolto in un
traboccare, ciò che è maturo deve generare” e modo o l’altro da molti pensatori eminenti sia
postulava l’immortalità dell’anima individuale nell’antichità che in tempi più recenti.”
umana, animale e anche vegetale. Per lui, il mondo
intero era un organismo vivente e ogni parte Segue un elenco di pensatori che hanno osato credere
dell’universo era legata ad ogni altra parte. Ebbe di non appartenere all’unica specie con una propria
questo consiglio per raggiungere l’unione con l’Uno, vita interiore. Vengono nominati Thales,
“Spogliati di tutto”; ed era, fra i filosofi Anaximenes, Empedocles, molti stoici, Plotino,
dell’antichità, un ottimista -forse dal largo sorriso Simplicius, molti filosofi del Rinascimento italiano e
anche lui – pieno di alto elogio per la bellezza del tedeschi come Paracelso, Girolamo Cardano,
cosmo visibile. Bernardino Telesio, Giordano Bruno e Tommaso
Campanella, e poi Leibniz, von Schelling,
Secondo Proclo, la struttura dell’universo parte Schopenhauer, Rosmini, Clifford, Høffding,
dall’Uno per aprirsi nella dualità del Limite e Renouvier, von Hartman, Wundt; i liberi pensatori
dell’Infinito. Da questa divisone derivano gli Dei e tedeschi come Haeckel, Bölsche, Wille; C.A.Strong,
l’Essere. L’essere si dispiega nella triade dell’Essere Adickes, Becher, Fouillée, C.S.Pierce, F.Schiller, e
Unico, Eternità e Phanes, chiamato anche Eros Fechner, Lotze e Royce, e nel ventesimo secolo, A.N.
Protogonos , l’Amore primogenito. Da qui deriva la Whitehead, Samuel Alexander, Bernardino Varisco,

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Paul Haeberlin, Aloys Wenzel, Charles Hartshorne e inestricabilmente l’uno all’altro in un contesto
i biologi Pierre Teilhard de Chardin, C.H. concreto di avvenimenti. All’interno di un
Waddington, Sewall Wright e W.E. Agar. avvenimento “soggettività e oggettività si avvolgono
a vicenda”. Whitehead aveva un forte senso del
continuum Uomo-Natura.

Il filosofo e psicologo tedesco Gustav Fechner (1801-


1887) scrisse,
Phanes-Eros “In una calda giornata d’estate stavo in piedi vicino
Bassorilievo II° Sec. a uno stagno e contemplavo una ninfea che aveva
d.C. steso le sue foglie equamente sull’acqua e con il fiore
Museo di Modena. aperto si crogiolava alla luce del sole. Che fortuna
Foto della eccezionale, pensai, ha questa ninfea che sopra gode
Soprintendenza. del sole e sotto è immersa nell’acqua – se solo fosse
capace di sentire il sole e il bagno. E perché no? mi
chiesi. Mi sembrò che la natura non avrebbe
sicuramente creato una creatura così bella, e così
perfettamente disegnata per queste condizioni, solo
per essere l’oggetto dell’osservazione casuale…ero
incline a pensare che la natura l’aveva così costruita
perché tutto il piacere che si possa derivare dal
Sembra un elenco di pochi individui fuori dal coro, godere contemporaneamente il sole e l’acqua fosse
ma forse sono solo quelli (occidentali poi) che hanno goduto da questo essere nella misura più piena
lasciato degli scritti sul loro pensiero, perché i mille e possibile.”
mille abitanti della terra come Lucia, questa visione
del mondo l’hanno semplicemente sentita nelle Questo sentimento mi pare com-passione, mi sembra
viscere, l’hanno intuita e vissuta. un suo riconoscere la natura erotica nell’altro, anche
quando è una ninfea invece di una donna stesa che
Comunque mi ha incuriosito questo elenco di gode il sole. Il poeta inglese Wordsworth
pensatori, specialmente quelli del ventesimo secolo. gli fa eco nella sua poesia intitolata Lines written in
Quando negli anni sessanta cercavo di trovare early spring:
un’università dove studiare filosofia, non ho potuto “Ed è la mia fede che ogni fiore
trovare traccia di una filosofia che avesse a che fare gode dell’aria che respira.”
con questo mondo e quindi sono fuggita dal mondo
accademico, che mi sembrava arido e distaccato. Probabilmente nessun filosofo arriva a questa
Forse non sapevo dove cercare degli insegnanti. conclusione senza un’esperienza diretta del mondo,
anche se poi non tutti quelli che scrivono ci
Sdraiata sotto un acero nel sole di ottobre con i cani e raccontano la fonte dell’intuizione. Lotze disse
con gli asini che si rotolano felici nella polvere vicini “L’intero mondo dei sensi…è solo il velo di un regno
a me, mi metto a leggere a destra e a manca. infinito di vita mentale”, usando qui un’antichissima
metafora per l’intelligenza della Natura, che
Il capostipite in tempi recenti sembra essere stato ritroviamo nell’inno egizio a Iside Svelata:
A.N. Whitehead (1861-1947), che disse “I filosofi “Salve, madre grande, la tua nascita non è stata
hanno disdegnato quelle informazioni sull’universo scoperta:
ottenute attraverso i loro sentimenti viscerali, e si Salve, madre grande, nel mondo infero che è
sono concentrati su sensazioni visive.” Whitehead doppiamente celato tu sconosciuta!
considerava che i portatori di vita psichica non erano Salute a te, o grande, o divina, la tua veste non è
tanto i sassi o le stelle ma gli “avvenimenti” che stata sciolta, non è stata sciolta!
costituiscono questi sassi e queste stelle, che lui Salute, o Nascosta, non c’è via che porti fino a te.
chiama “occasioni” e in questo senso si focalizzava Vieni e ricevi l’anima di Osiride, proteggila tra le
sui processi della natura, sulle sue continue tue mani.”
trasformazioni. Comunque vedeva la natura,
attraverso tutti i suoi cambiamenti, come un’entità Fechner considerava che l’intero universo avesse una
intera e inclusiva, e rifiutava il dualismo mente- natura spirituale, il mondo dei fenomeni essendo solo
corpo, considerando che “ogni attualità concreta deve la manifestazione esteriore di questa realtà spirituale.
essere visto come un soggetto”. Così i concetti di Ciò che a se stesso risulta di natura psichica agli altri
soggetto e oggetto per Whitehead non solo devono appare fisica.
abbracciarsi, ma in realtà sono legati

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E qui abbiamo la fonte di percezione più diretta credere in questa creazione dal nulla contraddice i
possibile: ognuno di noi percepisce se stesso come principi della scienza e che lo scienziato farebbe
un’entità psichica ma vede gli altri come corpi. Da meglio a concludere che “una vita interiore era già
questa esperienza primordiale, per analogia, ci pare presente in germe (keimhaft) negli elementi e poi si è
credibile che l’intero mondo di fenomeni è un velo sviluppata in forme superiori.”
che nasconde ai nostri occhi la vera natura interiore
del mondo fisico. Così come nessuno di noi desidera Chi vive tra animali e piante, come la mamma di una
essere trattato come un corpo solo, anche il mondo mia amica, che diceva “Tutte le piante si chiamano”,
“altro” desidera essere conosciuto come soggetto e trova facile, credo, attribuire coscienza al mondo
non come oggetto. Così Fechner vedeva la coscienza animale e vegetale. Forse è più difficile attribuirla al
come una caratteristica di tutto quello che esiste, mondo inorganico. La roccia che vita interiore può
anche degli atomi che sono solo gli elementi più avere?
semplici in una gerarchia che conduce a Dio, che egli Ero seduta, l’anno scorso, nel buio della notte,
considerava l’anima dell’universo. Ogni vero cinquecento metri sotto il cratere del vulcano di
incontro tra parti del mondo è un incontro di soggetti, Stromboli, a sentire nel corpo il ruggito delle
ogni vero incontro è com-passione, e se deve eruzioni, cercando di resistere all’istinto di fuggire
produrre mondo, se deve creare, è un incontro ogni volta che si innalzavano le fiamme e si riversava
erotico. il magma incandescente verso il mare. Per la prima
volta capii che viviamo su una palla di fuoco, non su
Fechner era convinto che qualunque ipotesi che ci una roccia fredda! Non potevo evitare la sensazione
rende felici, anche se impossibile da provare che quel fuoco avesse un impeto gioioso.
positivamente, se non contraddice la scienza, è da
abbracciare. Disse che la sua visione della realtà era
la spiegazione più bella, più chiara e più naturale dei
fatti dell’universo. Schiller aggiunge che questa
visione “rende l’operare delle cose più
comprensibile” e ci mette in grado di “agire con
successo”. Agar, un seguace di Whitehead disse:
“porta ad un quadro del mondo più coerente e
soddisfacente di qualsiasi alternativa”, e questo
soprattutto perché questa linea di pensiero, a
differenza della visione convenzionale odierna, “non
accetta l’idea paradossale che il fattore mentale...fece
la sua comparsa dal nulla in una certa data nella
storia del mondo.” In seguito mi è capitato di leggere le parole di
Maurice Krafft, a proposito della sua prima visita a
Difatti, oggi regna l’idea che la coscienza è una Stromboli, all’età di sette anni: “L’odore penetrante
“proprietà emergente”, che appare solo con la di zolfo, il fragore delle esplosioni di quel vulcano,
comparsa sulla terra di un organismo abbastanza perennemente e quasi gioiosamente attivo, mi si
complesso. Questa idea sostiene una visione scolpirono nella mente e nel cuore. Fin da quel
antropocentrica del mondo e credo che la sua momento non ebbi alcun dubbio: da grande avrei
accettazione derivi soprattutto dall’inurbamento fatto il geologo.” Quell’esaltazione di Maurice
massiccio della popolazione occidentale negli ultimi ognuno di noi l’ha vissuto, davanti a una cascata
secoli. La risposta viene da Zeno lo Stoico, citato da d’acqua fragorosa, in cima a una montagna battuta
Cicerone, che disse: “Niente che è in sé privo di vita dal vento, o sul mare in tempesta. L’energia della
e ragione può generare un essere che possiede vita e terra trova una risposta forte nella nostra anima,
ragione; ma il mondo genera esseri con vita e anche quando, invece del mondo “vivente”, si tratta
ragione; il mondo stesso quindi non è privo di vita e di fuoco, roccia, aria, acqua. Ma la terra ha una vita
di ragione.” interiore?

Anche Paulsen (1846-1908) ai nostri tempi chiede: Risponde Royce, che credeva che la differenza nella
“Come ha avuto origine la vita dell’anima?” Nota che coscienza dei corpi inorganici fosse solo una
la biologia moderna crede che la vita organica derivi questione di velocità. Diceva che la natura “fluida”
dalla vita inorganica. “La prima sensazione nella della vita interiore dei sistemi inorganici viene
prima particella protoplasmica è allora qualche cosa ignorata per via della sua “vastissima lentezza”, che
di assolutamente nuovo, qualcosa che prima non però non significa che sia “un tipo di coscienza
esisteva in nessuna forma, di cui in precedenza non inferiore”. Gli sciamani nativi americani spesso
c’era nessuna traccia?” Paulsen suggerisce che parlavano di pietre sacre che viaggiavano per

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compiere certe missioni e mi ricordo la descrizione di Il sole è definitivamente tramontato. Io rimango a
Brave Buffalo, un Teton Sioux, di alcune pietre pensare con meraviglia all’idea della mia giovane
rotonde: “Queste pietre sono rotonde, come il sole e persona che girava la facoltà di filosofia senza sapere
la luna, e sappiamo che tutte le cose rotonde sono che in quel momento, per me di grande confusione,
parenti. Le cose che sono simili di natura diventano c’erano persone nascoste in piccoli laboratori sparsi
simili di aspetto e queste pietre sono state là molto nel mondo, con questa visione grandiosa, che
tempo a guardare il sole.” Brave Buffalo disse che parlavano solo fra di loro, che qualche volta persero
aveva sognato la pietra poco prima di trovarla e nel perdevano l’occasione di scambiare le loro idee
sogno questa gli aveva detto che per onorare lo filosofiche, come nel 1926, quando Agar e Wright si
spirito creatore del mondo Wakan’tanka, è necessario incontrarono a Chicago e parlarono di genetica senza
onorare il suo creato nella natura, e che la pietra lo scoprire l’identità della loro visione filosofica. Non
avrebbe aiutato a guarire i malati. Teneva la pietra mi pare una coincidenza che questi ultimi quattro
avvolta in piumini d’aquila dentro una stoffa rossa. pensatori erano tutti biologi e quindi a contatto con la
“C’è qualcosa fra l’aquila e la pietra, perché quando vita fisica.
la pietra è dentro i piumini, non può scappare”; ma
qualche volta Brave Buffalo mandava la pietra a Io ho dovuto aspettare Lucia e la mia esperienza
osservare cose distanti. Il canto dei Teton Sioux per diretta; forse è stato meglio così.
le pietre si intitolava “May you behold a Sacred
Stone Nation” (Possiate vedere la nazione sacra delle In questo momento la visione del mondo come un
pietre). essere dotato di interiorità sta godendo di un
risveglio. Sono usciti alcuni libri importanti sul
L’asino Teseo si è avvicinato a me e sta in piedi con panpsichismo, di Skrbina nel 2005, di Strawson nel
il muso quasi appoggiato alla mia spalla. Il sole sta 2006 e quest’anno esce un altro libro di Skrbina,
declinando e siamo in quel momento della sera Mind that Abides.
quando la natura conduce alla riflessione e gli asini
hanno una propensione apparente per lunghe C’è poi l’ecofilosofa australiana Freya Mathews,
riflessioni. Le file di formiche che prima si autrice di For Love of Matter (Suny Press 2003) che
industriavano a portare via i semi dell’acero verso il riconosce alle filosofie non occidentali quali il
loro nido si stanno diradando. Dovrei alzarmi e Taoismo e la cultura degli indigeni australiani il suo
andare a fare la cena. Leggo le ultime biografie di debito principale. Mathews vede l’universo come
due genetisti che condividevano una visione del una specie di “sé cosmico”, autogenerativo,
mondo intriso di coscienza. autorealizzante e autoreferenziale. Il campo
primario, dal suo punto di vista manifestato come
Sewall Wright (1889 -1988) era un biologo entità e luoghi specifici, è la dimensione soggettiva,
americano; credeva che la nascita della coscienza non in cui esiste un nesso di comunicazioni condivise tra
fosse dovuta ad una misteriosa proprietà della l’Uno e la moltitudine, e tra le parti del mondo nella
complessità crescente ma che era una proprietà realtà fisica.
inerente anche alle particelle più elementari. Il suo
amico Charles Harthorne (1897 – 2000) era un Mathews giustifica il suo progetto come una ricerca,
assistente di Whitehead ed era evidentemente un non tanto della verità, ma di una metafisica in cui
genio, avendo conseguito in gioventù ben tre lauree viene affermata e nutrita la capacità umana di
in quattro anni a Harvard. Quello che è notevole di innamorarsi non solo di un individuo umano ma del
questi due amici è la loro longevità: Wright è morto a mondo fisico stesso. E’ nel nome dell’amore per la
98 anni e Hartshorne a 103 anni. Questo l’avevo realtà materiale ultra-umana che ci supporta e ci
notato anche nel caso del filosofo americano di avvolge e di cui come esseri incorporati facciamo
questo filone, Frank Emersole, zoologo, ornitologo e parte, che Mathews ci invita ad abbracciare la visione
poeta, insegnante in Oregon e morto a 90 anni, e panpsichista.
Charles Birch, biologo, teologo e Professore
Emeritus all’Università di Sydney, che ha appena E quando l’abbracciamo, troviamo che il nostro
pubblicato Biology and the Ridde of Life all’età di 89 atteggiamento cambia: non più una oggettivizzante
anni, e che dice: “Tutti gli esseri viventi sono soggetti ricerca della verità ma una serie di incontri erotici,
– e questo vale fino agli elettroni e protoni…questo è che implicano la conoscenza carnale, la compassione,
un universo senziente.” un’apertura verso l’altro piena di sorprese e rischi.
“L’obiettivo non è quello di fare teorie sul mondo ma
Forse aveva ragione Fechner nel dire che questa è di rapportarsi ad esso e di godere di quel rapporto.
una visione che rende felici: certo che i suoi fautori Per questo ci servono…poesia e canto.”
sembrano godere di una lunga vita.

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Si mira ad un atteggiamento di devozione verso il
mondo, che Mathews spera sarà l’inizio di un
profondo ripensamento della tradizione occidentale in Bibliografia
una prospettiva ecocentrica. Ha osservato che i primi Mary Oliver, Wild Geese, Bloodaxe Books, Tarset 2004
passi di questo cambiamento sono stati fatti in due Al-Kindi, De Radiis, Teorica delle arti magiche, Mimesis,
paesi, la Norvegia di Arne Ness e l’Australia di Val e Milano1994
Snyder Gary, L’Isola della Tartaruga, Stampa Alternativa,
Richard Routley negli anni settanta, luoghi dove la
Viterbo 2004
presenza del non umano è ancora palpabile. Plotino IV. 7 (2), chs.2-8iii, 14)/ III,2 (47), Ch.12, 1.4)
Encyclopedia of Philosophy, ED. Donald Borchert,
“La terra è un essere…un’unità intera in forma e Thompson Gale, USA 2006
sostanza, in scopo ed effetto, e autosufficiente nella A.N.Whitehead, Process and Reality, Cambridge, 1929
sua individualità”, (Fechner). “Ogni cosa è piena A.N.Whitehead, “Nature Alive” Lecture 8 of Modes of
degli Dei”, (Thales). “Il mondo è un Dio benedetto”, Thought, MacMillan, New York 1938
(Platone). “Dobbiamo accantonare i beni del mondo Bureau of American Ethnology, Teton Sioux Music, 1918
per cercare l’unione che la mente ha con l’intera E.A. Wallis Budge, The Gods of the Egyptians, Chatto &
Natura”, (Spinoza). “L’intero creato costituisce una Windus, London 1904.
simbolica riflessione di Dio”, (Pico della Mirandola, F.C.S.Schiller Studies in Humanism, MacMillan, 1907.
Agar, W.E., The theory of the Living Organism,
che doveva anche stare attento alle parole per evitare
Melbourne University Press, 1943
l’attenzione della Chiesa!). Questi sono gridi che Cicero On the Nature of the Gods, BkII, Sec.VIII citando
cercavano di rammentare all’uomo civilizzato il suo Zeno.
gioioso far parte di un creato vivo, delizioso, estatico, Royce, The World and the Individual, 1899,1900
erotico, compassionevole. Paulsen, Introduction to Philosophy, 1899
Freya Mathews, For Love of Matter: a contemporary
Lucia è vissuta 93 anni, suo marito, Gervaso, 101. Panpsychism, SUNY Press, Albany 2003
Skrbina David Panpsychism in the West, Cambridge, MA,
Semplicemente vivi MIT Press, 2005
entrambi, io Strawson, Galen, Consciousnmess and its place in Nature,
Anthony Freeman, 2006
e il papavero.
Skrbina David, Mind that Abides, John Benjamins, 2009
Issa

“Rientro e chiudo la finestra.


Mi portano il lume e mi danno la buona notte.
E la mia voce allegra dà la buona notte.
Magari la mia vita fosse sempre questo:
il giorno pieno di sole, o addolcito dalla pioggia,
o tempestoso come se finisse il Mondo,
la sera mite e la gente che passa
guardata con interesse dalla finestra,
l’ultimo sguardo amico alla quiete delle piante,
e poi, chiusa la finestra, il lume acceso,
senza leggere niente, senza pensare a niente, senza neanche
dormire,
sentire la vita scorrere in me come un fiume nel suo letto.
E fuori un grande silenzio, come un dio che dorme”.
F. Pessoa

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Ho visto anche delle vongole felici…
Compassione, ecologia profonda e buona tavola eco-pacifista.
di Stefano Panzarasa

Una mattina al mare, passeggio su una bella spiaggia Ecologia profonda – Per il buddismo la compassione
riscaldata dal sole di fine settembre, non c’è nessuno è una idea fondamentale ed è legata alla saggezza, ma
fin dove posso vedere, le onde si infrangono sulla quale saggezza? La storia del pianeta, le varie civiltà
battigia, l’aria è pulita e ricca di salsedine trasportata che si sono succedute durante i millenni dal
dal vento. L’unico segno della presenza umana sono Paleoliticosuperiore fino ai nostri giorni (matriarcali,
le orme che i miei piedi lasciano sulla sabbia… patriarcali) e il rapporto (ultimamente molto
A un certo istante comincio a sentire delle vocine negativo) che gli umani hanno avuto con il pianeta, ci
arrivare dalla sabbia bagnata dall’acqua, come un insegnano che la vera saggezza è quella ecologica.
piccolo coro: “Grazie, grazie, grazie!” Non mi In un interessante articolo apparso sul n. 35 della
sembra vero ma poi capisco che questi ringraziamenti rivista Lato Selvatico, il poeta americano Gary
sono rivolti proprio a me e ne sono veramente Snyder dice chiaramente che non si può salvare un
contento…. animale o una specie se non si opera per salvare la
Ieri al campeggio mi sono fatto insegnare da bioregione in cui essa vive. Questo è quello che
Mariagrazia il suo piatto vegan più caratteristico, gli insegna l’ecologia profonda. Così se non si risolve il
“Spaghetti alle vongole felici”, dove però in questo problema della pesca dissennata nel Mare Adriatico
famoso piatto della nostra tradizione culinaria- non rimarrà in vita più nessuna vongola! (E già
marina, le vongole sono state sostituite dai pistacchi. moltissime ne arrivano dalla Spagna…).
Il piatto è veramente gustoso e non fa proprio La voglia di mangiare troppe vongole (e i pesci) ma
rimpiangere l’originale, i pistacchi cotti col soffritto specialmente troppa carne (la “cultura della bistecca”
sono anche divertenti da sgusciare, e le vongole? come ricorda Jeremy Rifkin nel suo bel libro
… Le vongole sono rimaste a vivere felici nella Ecocidio) sta causando dei guasti probabilmente
sabbia! irreversibili sul pianeta (desertificazione di mari e
regioni intere e miseria per le popolazioni locali),
insieme ad una immensa sofferenza degli animali
(allevamenti intensivi) e anche degli umani stessi
(malattie cardiocircovascolari e tumori in
grandissimo aumento).
Gary Snyder ci ricorda ancora il primo precetto
buddista: “Non causare male non necessario”. Ecco
che quindi è chiaro che per i popoli occidentali, ricchi
e pieni di risorse, sarebbe veramente “da ammirare”
cercare di cibarsi il più possibile di verdure e cereali
e rispettare di più gli animali (esseri viventi più
deboli e indifesi), altrimenti si va verso “una forma
lussuriosa dello spreco” che il pianeta non si può più
permettere…
Ovviamente, quello che vale per i popoli occidentali
Alla faccia delle barche da pesca “turbosoffianti” che non può valere per le popolazioni del terzo mondo e
devastano i fondali marini sabbiosi anche sottocosta tribali, la cui economia alimentare è ancora troppo
aspirando tutto quello che trovano per tenersi poi solo legata alla caccia e alla pesca e poi il primo precetto
le vongole e così distruggendo ogni forma di vita buddista non è neanche un ordine imperativo per
subacquea e creando un vero e proprio deserto nessuno, c’è ancora per fortuna chi almeno alleva gli
sottomarino come sta accadendo da noi animali con grande cura e amore, è solo un invito alla
principalmente nel Mare Adriatico… riflessione che la saggezza ecologica può alla fine
Compassione – La parola deriva dal latino “patire”, trasformare in una pratica quotidiana di mangiare
ma infine dal greco “sympátheia”, “comunità del meno carne o addirittura rinunciarci.
dolore”, definisce un moto dell’anima che ci fa Buona tavola eco-pacifista – A tavola ogni giorno
sentire dispiaciuti dei mali altrui, quasi fossimo noi a ciascuno di noi può fare qualcosa per il pianeta e per
soffrirli. Nella visione olistica del buddismo la lenire la sofferenza di tanti animali maltrattati per un
compassione è anche il desiderio del bene nei bisogno troppo imposto dalla “cultura della bistecca”
confronti di ogni essere vivente nell’idea che tutto sia (cioè dalle multinazionali alimentari). La cucina
connesso. Dunque si può affermare che non vi può vegetariana e vegana presenta un’infinità di piatti
essere saggezza senza compassione, né, ovviamente, veramente gustosi (e anche saggi e divertenti da
vera compassione senza saggezza. realizzare come gli spaghetti alle vongole felici…).

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La compassione a tavola! Mangiare rendendo
omaggio alla sacralità della vita e del pianeta, una Proviamo ad immaginare come vorremmo il mondo e
pratica quotidiana del “Great Work” (il Grande magari proviamo ad immaginare una società equa,
Lavoro), la bellissima visione del compianto basata sui valori della pace, della solidarietà, della
ecoteologo e bioregionalista Padre Thomas Berry compassione, dell’uguaglianza, senza la guerra, lo
dove ciascuno di noi dovrebbe sforzarsi di fare ogni sfruttamento della natura, ecc. Bellissimo no? Chi di
giorno qualcosa per arrivare ad una nuova era di noi non vorrebbe viverci?
saggezza ecologica che lui ha chiamato l’”Era Però c’è una regola particolare del gioco che lo rende
Ecozoica”. veramente interessante, eccola: solo, ma solo alla fine
La natura selvatica ci insegna che nessuna specie fa del gioco, ciascun giocatore potrà sapere chi sarà, che
del male ad un’altra per il solo piacere o la vita condurrà, in questa nuova società. Saprà quindi
consapevolezza di farlo, solo l’uomo è capace di ciò se sarà un uomo o una donna, bianco o nero, ricco o
e fin’ora quella che molti pensano sia una evoluzione povero, intelligente o stupido, credente o ateo,
culturale sempre in avanti, è contraddetto proprio da altruista o egoista, e così via. Ma anche (attenzione!)
ciò che stiamo facendo agli animali, al pianeta e in se sarà un vecchio o un bambino, un malato,
definitiva a noi stessi. Solo per parlare da europei, addirittura un animale o una pianta, in definitiva, un
nella Civiltà dell’Antica Europa neolitica e matristica debole…
c’era molta più consapevolezze ecologica che ai E se a noi ci capitasse di essere una vacca, un
nostri giorni. maiale o… una vongola?
Forse la vera bontà dell’essere umano, ci ricorda lo
scrittore ceco Milan Kundera in L’insostenibile Nota: la ricetta degli “Spaghetti alle vongole felici” e
leggerezza dell’essere, si può misurare da come tratta altre ricette eco-pacifiste si trovano su:
“coloro che sono alla sua mercè, gli animali”. Io www.veganblog.it (chef: Mariagrazia).
aggiungo anche gli alberi e poi le persone più deboli, I vostri commenti sono benvenuti!
quelle che non si possono facilmente difendere, le Altre informazioni su www.orecchioverde.il
bambine e i bambini, le donne, gli anziani, gli cannocchiale.it e (novità) le mie canzoni eco-
zingari, le persone diversamente abili… pacifiste su www.myspace.com/orecchioverde
Per finire un gioco, un bellissimo ed significativo Il titolo dell’articolo è un libero riferimento alla bella
gioco che ognuno può fare da solo o in società canzone di Claudio Lolli: “Ho visto anche degli
(narrato sul recente libro di Mark Rowlands: Il lupo e zingari felici” (simbolo del Movimento degli studenti
il filosofo). del ’77).
Email: bassavalledeltevere@alice.it

Fichi
di Alec Furtek

Sono rimasto un innocente e per me un fico era Per secoli i pittori hanno usato le foglie di fico per
semplicemente un frutto dolce da cogliere, coprire i genitali, da quando Adamo ed Eva si
riscaldato dal nascosero nel giardino di Eden, ma al fico ora
solleone da un non riesco a pensare in questi termini…
albero selvatico. Qualche sera fa, camminando tranquillo per le vie di
Qualche anno fa un paesino umbro arroccato in cima a una
durante un collina per digerire una cena eccellente in
magico compagnia di Paolo e Harald abbiamo preso a
soggiorno parlare della delizia della frutta, dei suoi gusti
sull’isola di e delle nostre preferenze. Paolo scelse le
Tilos nel albicocche maturate al sole della Sicilia e
Dodecanese, ho Harald si dichiarò per i fichi.
vagato attraverso un piccolo borgo ab- Innocentemente chiesi, perché i fichi?
bandonato, camminan-do sulle mura delle case Be’, spiegò Harald, li trova i frutti più erotici, ne ama
rovinate per mangiare i piccoli fichi succosi la sensazione che gli danno, il loro peso, la
colti dagli alberi che crescevano su quelle loro forma e la loro struttura carnosa e il fatto
mura crollate. che quando li si colgono secernano un liquido
I fichi freschi si accompagnano in maniera splendida bianco e cremoso. “Cosa vorresti dire?” chiesi.
al prosciutto quando ci si è stancati del “Ma dai, Alec!” rispose,”assomigliano proprio
melone. Sono buoni anche per farcire i biscotti a succulenti testicoli!” E ha proprio ragione!
al burro.

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Non ho più potuto mangiare o tenere in mano un fico
dopo questa conversazione senza pensarci… e
la mia vita è così enormemente arricchita!
Sensazioni di terra
di Francesca Mengoni

L’odore sensuale e aspro si dilata nelle narici


“C’è un essere che vive nel sottosuolo selvaggio invadendo la mente. Ci attira un pane dopo l’altro,
delle nature femminili. Questa creatura è la nostra abbondiamo anche di aglio, una ricetta semplice e
natura sensoriale, e come tutte le creature complete ricchissima: pane, aglio, olio e sale. Guardandomi
ha i suoi cicli naturali e nutritivi. Questo essere è intorno divento colma, piena di questo pulsare di
curioso, nel suo porsi in relazione è talvolta esigente,
vitalità ed erotismo che ci appaga fluendo, entrando e
talaltra quiescente. Reagisce agli stimoli concernenti
i sensi: la musica, il movimento, il cibo, le bevande, passando oltre.
la pace, la quiete, la bellezza, l’oscurità.
Questo è l’aspetto femminile che possiede il calore.

Non un calore che si esprime in “Facciamo del

sesso”. E’ piuttosto una sorta di fuoco sotterraneo

che talvolta divampa, talaltra lentamente brucia,

ciclicamente. Con l’energia che viene liberata, la

donna agisce come le pare conveniente. Nella donna,

il calore non è uno stato di eccitazione sessuale ma

uno stato di intensa consapevolezza sensoriale che

include la sua sessualità, ma a essa non si limita.”

Clarissa Pinkola Estés, Donne che corrono coi lupi

Raccogliendo olive in un tramonto rosso


Ritaglio di olivi rubati all’incuria e ai rovi. Frutto
prezioso e sacro, ci avvinghiamo ai tuoi rami. Le
mani veloci districano i tuoi noccioli scuri che in
tonfi silenziosi si disperdono nell’ampio telo. Nubi
globulari spaziano nel cielo mentre nella profondità
dell’orizzonte si va a chiudere il sole seminando il Cucinare insieme
cielo di un fragoroso rosso. Ci inebria, ci incanta, ci Scambio di materia che si fonde nelle nostre pance.
avvolge. Spire della notte si infrangono sui nostri Vegetali odorosi, uova, farina pastosa, latte, olio,
volti radiosi. Ci abbracciamo sulle scale in una burro si mischiano. Si trasformano attraverso le
erotica immersione di bellezza. nostre mani intelligenti in pietanze saporose,
mangiare diventa superfluo in questo succoso
Olio nuovo godimento comunitario.
Fluido verde oleoso da spandere sul pane bruscato e
salare. Le olive sudate al freddo vento autunnale ci Mangiando le ciliegie dall’albero
appaiono in un’altra forma e consistenza. E’ l’olio Carico di rossi frutti, lo circondiamo allungando le
nuovo e tutti siamo densi di commenti e piacere. braccia, con gli occhi avidi rivolti verso l’alto. Queste
“Eros è possibilità e
più eroticità c’è, 13
più possibilità si libera.
fragranze sono ammalianti. I noccioli sputati a terra Le nostre mani affondano insieme nell’impasto, con
senza eleganza e risate piene e mugolii di piacere. Le vigore, con le maniche instancabili che rotolano giù.
ciliegie mi confondono, vorrei assaggiarle tutte. Polvere di farina ci riempie le narici e pennella le
vesti. Ci fermiamo soltanto quando sembra essersi
Nebbia di luna fuso nelle nostre mani. L’impasto corposo ci scalda
Pietre medievali levigate con accuratezza, scorci, la pancia. Lo formiamo per lasciarlo lievitare. Con
fessure sui vicoli, il rumore del torrente che scorre, pazienza ascoltiamo il crescere di questa forza,
nebbia di luna fredda, colline aspre e rocciose, il mentre con lentezza prepariamo il fuoco, alchimia di
legno vissuto delle porte. Sento il dinoccolare delle arbusti secchi e scintille. L’odore della legna e del
tue ossa bianche come il latte. Ero terrorizzata dalla fumo ci brucia gli occhi. Siamo donne chiassose,
tua presenza, terrorizzata ed attratta. Sempre più mi immerse in cucina tra risa e saggezza. Il forno è
attiri con il potere della tua essenzialità, struttura pronto, le pareti calde. I pani vengono distribuiti sulla
portante del mio vivere. Mi concedo a te lasciando teglia. La grande bocca del forno li inghiotte.
crollare le mie paure, le mie resistenze, mi
abbandono a te, ti avvolgo, mi avvolgi, costola del La passata di pomodori
mio rinnovamento. I pomodori maturi al sole caldo d’agosto. Voci di
donne allegre che si distribuiscono il lavoro in
I corpi attraverso la terra compagnia, per l’avvenimento annuale. Tutto questo
I corpi attraverso la Terra sono espressioni diverse di rosso che si espande succoso. Libidine di questo
un’unica pulsazione. Ogni pancia gode dell’altra. Il frutto acido fondamentale per le nostre diete. Lavare,
ventre unico della Terra ci accomuna. Quanti siamo? tagliare, spremere, macinare, imbottigliare e bollire.
Tanti? Forse un corpo solo. Che fermento! Insieme, stanche e sconvolte. Il rosso
afrodisiaco ci costringe ad annaspare nei nostri umori
Zappando la terra erotici. Un tocco comune.
Si sollevano le zolle, si capovolgono come bambini
che giocano. Ha un sapore la Terra Grande Madre. Si Pesche sciroppate
sbriciola umida. Terra inzuppata dall’inverno Le abbiamo raccolte insieme, attente a riconoscere
piovoso. Colori frammentati di marrone, di rosso quelle mature al punto giusto, attente agli ingannevoli
scuro, di grigio. Rimuovere la terra, scavarla, riflessi rossastri che coprono il verde acerbo. Le
rivoltarla, farla scorrere tra le mani. Sentirsi scivolare abbiamo preparate, sbucciate, tagliate, condite con lo
nel proprio femminile arcaico, ritrovarsi, scavare nel sciroppo acqua e zucchero. Sono movimenti, sono
proprio piacere sensuale. attenzioni, sono comunicazioni. Siamo noi in questo
frutto. Quando le mangiamo contengono ancora la
Le foglie dell’uva fragranza erotica della terra. Ci perdiamo insieme in
Doniamo questo servizio ai chicchi di uva spogliando questa orgia collettiva del gusto.
le viti di larghe foglie per meglio raccogliere il sole.
Arranchiamo su per la collina, in scambi di voci, nel Alla vendemmia
giugno infuocato di verde. Siamo stanche, con Ebbrezza, uva di radice succosa, grappoli dai chicchi
diverse andature che si combinano con l’età. Qualche ripieni infranti nei sapori dolciastri del mosto. Schizzi
ciottolo rotola indietro sotto le nostre scarpe e noi bluastri violacei. Pianta generosa e rampicante dalla
siamo sorelle e fratelli in questo sforzo comune. tortuosa spina dorsale, capace di soffocare gli arbusti.
Mani laboriose, frutti abbondanti, forbici dai colpi
Le more sui rovi spinosi incessanti. Persone energiche che raccolgono la
L’agosto secco ha bruciato la terra che, ancora messe divina, spogliandola da ragnatele e foglie
florida, mostra i suoi frutti. Susine, prugne, pesche, ombrose. Come sento follemente carnale questo rito
albicocche, pere, mele. Le more dei rovi spinosi di stagione.
primeggiano gravide e scure. Ci destreggiamo tra le
spine per raggiungere le punte dai frutti più succosi. Radici
Le più invitanti le esibiamo con orgoglio prima di Le ginestre stanno fiorendo in gialli profumi sulle
frangerle nella bocca fino a ridurle a poltiglia di semi. aguzze colline. Le querce possenti mi osservano
Ci osserviamo incredule di tanta rovinosa sensualità. insieme ai frutti rossi del corniolo. Le pietre levigate
sono sorelle che emanano le mie emozioni. Amo la
Infornando il pane terra a cui appartengo, amo ogni angolo con

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incosciente fervore. L’Essenza di questo luogo mi
conosce e mi nutre di affetto e sensualità.

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Una favola di compassione
di Martino di Valdichiascio

Quando sono nato sentivo freddo. L’aria era umida godevamo la pausa di gioco assaporando il profumo
intorno a me e nonostante i miei goffi movimenti da del vento che sfiorava la nostra pelle.
neonato non riuscivo a scaldarmi. “Ma dove sarò
capitato? Non ci sarà nessuno che si prenderà cura di Se non giocavamo, mangiavamo. Facemmo certe
me? mangiate! Mi ricordo un giorno che mangiammo per
Dov’è la mia mamma?” quattr’ore di fila. Francamente ci sentimmo un po’
male dopo. Lo stomaco ci stava per scoppiare e giurai
Sbirciò a destra e a sinistra ed ecco un mio fratello che non avrei mai più mangiato in quel modo. Che
che mi guardava con occhi altrettanto perplessi. Vìdi dolori! Ma fortunatamente riuscì ad andare di corpo
che anche lui era stato abbandonato e tremava dal dopo un paio d’ore e tutto si risolvò.
freddo umido che ci circondava. Purtroppo non riuscì
a parlargli, non avevo ancora imparato la nostra Così io e il mio carissimo fratello crescevamo in un
lingua. Perciò rimanemmo muti e infreddoliti nella mondo felice, quasi senza pensieri. L’unica cosa che
nostra culla. mi gironzolava in testa ogni tanto era, cosa avrò fatto
da grande. Avevo una gran voglia di volare ma non
Non mi ricordo come successe, però ad un certo avevo idea come, dove e quando avrei potuto
punto la mia memoria mi racconta di essere cresciuto impararlo. Sembrava un impresa così difficile. Sarei
in fretta. La mia culla si era trasformato in un vano mai stato bravo abbastanza per diventare maestro di
con le pareti verdi dove io ed il mio fratello quel difficile mestiere? Decisi di mettercela tutta,
giocavamo insieme e dove c’era sempre abbondanza volevo realizzare questo mio sogno a tutti costi.
di cibo. Avevo un appetito insaziabile. E dopo Fantasticavo ad occhi aperti di volare in alto, sentirmi
mangiato mi sdraiavo al sole che mi scaldava e a libero delle costrizioni della gravità terrestre e poter
volte quasi mi bruciò. osservare il mondo dall’alto.

Non ho mai conosciuto la mia mamma. Non ho la più Successe tutto in attimo. La pelle ruvida del pollice ci
pallida idea dove finita. “Sarà morta?” Purtroppo schiacciò.
nella mia vita non sono riuscito a risolvere questo
enigma, ma mi sono divertito un mondo con il mio * *
fratello. Lui era sempre di buon umore, voleva Il contadino avanzò verso la prossima pianta di verza,
sempre giocare. Non si stancava mai. Per essere controllando le sue foglie per trovare i bruchi dei
sincero a me ogni tanto veniva sonno, ma lui non mi cavoli.
lasciava mai in pace. Qualche volta forse sono
riuscito a dormire per pochi attimi mentre lui non
mi guardava. Ma appena si voltava verso di me ,. mi
chiamava ad alta voce: “Pilar, (mi avevano dato
questo nome ma non mi ricordo bene il mio
battesimo) svegliati e fammi la caccia. Vedi se ce la
fai ad acchiapparmi!” E siccome mi piaceva da matti
rincorrerlo, partivo subito all’inseguimento
dimenticando la sonnolenza di un attimo prima.

Ero un pochino più grosso di mio fratello e le mie


gambe facevano i passi più lunghi, perciò non mi ci
volle molto tempo per raggiungerlo. Lo tenevo stretto
e gli impedivo di continuare la corsa. Allora lui si
girava e sorrideva tutto felice e ci abbracciammo. Mi
faceva sentire bene il calore del suo corpo e ci

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Promemoria
di Felice 15-2-2009

Tieni aperto il tuo cuore, non chiuderlo alla benevolenza e alla dolcezza
Ricordati dei tuoi giorni bui, quando eri pieno d’angoscia e tristezza.
Quando orfano vagavi per un mondo che ti sembrava ostile
Continuando a bussare a porte che non si volevano aprire.
Ora che nel tuo cuore il sole brilla e splende
non dimenticare quelle giornate tremende,
quando per te era tenebra anche in pieno giorno
e la tua anima arrostiva come fosse in un forno.
Coltiva l’empatia, apriti all’altrui dolore,
non startene barricato nel tuo compiaciuto e soddisfatto cuore.
Ma non cercare d’essere neanche troppo buono o troppo gentile
non lasciare che chiunque calpesti il tuo giardino o il tuo cortile.
Difficile fissare un confine con una linea precisa e retta
il bene sfuma nel male, non c’è divisione perfetta.
Basta spostarsi di poco, cambiare il punto di vista
e quel che sembrava un’offesa diventa soltanto una svista.
“La legge è fatta per l’uomo, non
l’uomo per la legge”,
disse un saggio barbuto e capellone,
poco dopo il potere lo appese ad una
croce temendo sommosse e
ribellione.
E tu coltiva lo stesso dolcezza e
benevolenza
non lasciarti dominare da odio e
rancore, non cedere alla violenza.

Gradita Sorpresa
di Felice 14-8 2009

Il cielo generoso annaffia di nuovo il


bosco, l’orto, le piante
mi godo lo spettacolo con la sua
musica dolce e riposante.
Il tuono mi ha avvisato della doccia
in arrivo con la sua voce profonda e
forte
mi sono affrettato su per la salita con
le patate appena raccolte.
Ora la pioggia incalza con ritmo serrato, copiosa e abbondante
accompagnata da effetti speciali luminosi e una grancassa tuonante.
Seduto sull’uscio ammiro la natura in azione
ipnotizzato da questa semplice, magica visione.
Questa era l’ora della mia passeggiata quotidiana, ma non mi lamento,
sarei andato sul colle a salutare il finire del giorno per un momento.
Lo spettacolo è stato lo stesso ottimo e avvincente
una gradita sorpresa che non mi aspettavo per niente.

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KYOTO CANTO DEL NATO A PRIMAVERA
di Gary Snyder

Piccoli bambini bellissimi


trovati in cocomeri,
nel bambù,
in un “uovo di usignolo dallo strano bagliore”
una bimba perfetta –

bimbo, bimbo,
minuto, prezioso
topolini e vermi:

Grande maestà del Dharma che ruota


Grande danza del potere Vajra

piccolo di lucertola vicino alla felce


piccolo di centopiedi che si arrampica verso il muro
piccolo gattino lasciato piangere da solo per il latte
piccolo topolino troppo impaurito per correre

O canta nato in primavera


piccole rondini tessitori a Nishijin
nidi sotto le grondaie Il nonno era venuto da lontano.
Era appena arrivato a quella betulla
le ali scintillanti della madre
dove la terra e cielo si incontrano
calano al rumore del telaio
quando scese in volo un cigno, dalle stelle
e tre bimbi grassi atterrò davanti a lui.
con tre madri umane
che lavano i panni ogni mattina Il nonno diventò Coyote.
“Buon Il cigno diventò una giovane donna
giorno come sta il tuo bambino?” con la faccia larga e lunghi capelli neri.
Tomoharu, Itsuko e Kenji – Ridacchiò quando, guardando in basso,
vide di avere addosso
Topo, ricomincia solo delle calze nere di nylon
e una gonna leggerissima di piume.
I San del Kalahari stanno ridendo
al trucco da coyote
che ci ha fatto pensare le macchine Nonno Coyote le girò intorno parecchie volte.
Quasi non ti riconoscevo
bimbi selvatici senza tamburo, disse alla fine.
nelle felci e nelle susine e nelle erbacce. Lei non riusciva a smettere di ridacchiare.
Respira a fondo, ordinò Coyote
Lei eseguì, smise di ridere, e Coyote chiese,
Perché sei venuta da me?
Sono la terra, sono il morto, sono il non nato.
Devi venire con me, entrami in bocca.
Voleremo sulla strada di stelle.
Coyote continuava a girarle intorno.
E cosa succede se mi entri in bocca, chiese
Lei si mise a ridere e cercò di prendergli la coda.
Si può provare, disse.

Jim Koller

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AMORE E PIACERE
Rielaborazione originale di Roberto Cavaliere
su un testo di Antonio Sbisà (testo segnalato da Mario Cecchi)

Quasi sempre leghiamo giustamente la sessualità alla relazione con l’altro, ma dovremmo sentirla e viverla prima
di tutto come esplosione di una forza contemporaneamente corporale, emozionale ed interiore che si espande e sale
da 1° chakra (la radice del potente fuoco ipogeo) fino al 7° chakra (l’ardente corona dell’eletto), attraverso la
pienezza di un amore per se stessi e per il divino, che si alimenta di potenza, di coraggio, di mistero, di donazione,
di abbandono. Ecco allora che fondendoci poi con l’altro, potremo effettivamente donargli universo di amore e di
entusiasmo.
Erotismo ed eroismo. Il divino e potente Eros richiede ai suoi eletti passione, sensualità ma anche cuore e coraggio.
Se riportiamo la spinta sessuale a questa spinta creativa scevra dal senso di colpa e dall’attaccamento egoistico
all’oggetto “amato”, allora chiaramente non esisteranno, non esisterebbero incompatibilità, fra un amore personale
interpersonale ed una missione sovrapersonale transpersonale.

Che cosa succede allora? Perché tanti amori che si credono emancipati, liberi, moderni, ricadono nella
separazione fra l’amore e la creatività, fra la sessualità e la pratica mistica come il Tantra insegna?

Abbiamo forse troppo tollerato il peso della materialità volgare, della


sicurezza, della negatività, ed ecco che queste ci hanno abituato a
cercar di possedere le persone che diciamo di amare. Ci siamo abituati
a chiudere gli amanti nel cassetto, di qualsiasi amore si tratti. Ci siamo
abituati a controllare il fuoco dell’altrui passione, ma spesso facendolo
spegnere, facendolo morire. Molti così perdono persino il ricordo della
bellezza del fuoco.
In questo modo ci fermiamo, rallentiamo, aspettiamo, soddisfiamo
qualsiasi bisogno di materialità e di sicurezza, in noi stessi e nell’altro.
Ma possesso e sicurezza chiudono, pretendono, vincolano. In questo
modo gli obiettivi primari diventano la sopravvivenza di un sistema
egoistico, la sicurezza di un possesso stabile, si perdono di vista
l’evoluzione e la creatività. Abbiamo allora una forma inferiore
d’amore, una sessualità comune, talvolta banale, dedita a rispettare i
ruoli sociali, a compensare con piccoli eventuali piaceri di consumismo
degenerativo e con soporifere sicurezze abitudinarie, una vita di
controllo, di staticità, di separazione. Il rapporto monogamico, il
classico nido familiare, spesso diventa solo una copertura legittimata
dalla rassegnazione popolare e un compromesso fra coloro che temono
solo di perdere quel niente che credono di possedere.
Non si possono possedere le persone, non si può possedere neanche se
stessi. Se crescere vuole dire realizzare al massimo le proprie
potenzialità, attraversare fasi di morte e rinascita, trasformarsi nel
flusso della creazione permanente, ecco che un rapporto si sviluppa
creativamente se gli amanti entrano in questa dimensione. Ecco allora
che si possono coniugare l’amore e la coscienza, ecco allora che
l’amore e la sessualità diventano un fuoco divino, l’entusiasmo della
creazione irrompe e l’emozione di una felicità cosmica trova
compimento. Si possono creare nuovi sentimenti, nuovi rapporti, nuove
emozioni, nuove sessualità, nuovi amori, lontano dalle abitudini storiche e psicologiche, lontano dal conosciuto,
verso l’esplorazione della meraviglia, dell’incanto, della beatitudine.
[...]
La prima regola dell’amore è il rispetto reciproco e solo partendo dal rispetto e attraversando il cuore si potrà
raggiungere il vero Piacere.
La seconda regola dell’amore è l’umorismo: usiamo anche la potenza della mente per ridimensionare e alleggerire i
nostri pensieri.
La terza regola dell’amore è la compassione amorosa per gli altri da cui impareremo a trarre il nostro Piacere
dall’armonia delle altrui passioni.
La via tantrica all’illuminazione si nutre di mille petali del Piacere, dove più che la sessualità, è la Sensualità la
vera regina.

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Per quanto riguarda le prossime redazioni di Quaderni: Chiara D´Ottavi e Robert West si occuperanno di quella
del solstizio d´estate 2010 con l’argomento “CICLI DELLA NATURA, IMPERMANENZA E SOLIDARIETÁ” e
Silvana Mariniello, Jacqueline Fassero e Cosetta Lomele di quella del solstizio d´inverno 2010.
Per il prox numero inviare il materiale entro la fine di maggio a:
Chiara D'Ottavi e Robert West, Via Placido Martini, 98 - 00040 Montecompatri (Roma)
Tel e e-mail di Chiara:
tel: 349-7144218 chiaradtv@libero.it

Abbonamenti (due numeri, ai solstizi) €10.00 – arretrati €5.00 – versamenti sul ccp n.56537624 intestato a
Giuseppe Moretti, Str. Digagnola, 24 – 46027 Portiolo (MN)

REFERENTI LOCALI DELLA RETE BIOREGIONALE


* BIOREGIONE ALTO GARDA
Oscar Simonetti, Loc. Campo, 7 – 37010 Brenzone (VR) – tel: 045/6590036
* BACINO IDROGRAFICO DEL SARCA-GARDA-MINCIO
Vincenzo Benciolini, Palù dalla Pesenata, 37010 Colà di Lazise (VR) - tel: 045/7590990
email: vincenzo.benciolini@tiscali.it
* BIOREGIONE BACINO FLUVIALE DEL PO
Giuseppe Moretti, Str. Digagnola, 24
46027 Portiolo (MN) - tel: 0376/611265 –
email: morettig@iol.it
* BIOREGIONE ALTO OLONA
Carlo Salmoiraghi, Via Leopardi, 18 int.38 –
21047 Saronno (VA) - tel: 347/4313611
email: casalmo@tin.it
* LIGURIA E BASSO PIEMONTE
Renato Pontiroli e Manù, Borgo Cerri, 17030 Erli (SV) – tel: 340/4933825 –
email: boscoselvatico@gmail.com
* LIGURIA
Chiara e Massimo Angelini, Via E. De Amicis, 3/18 – 17100 Savona – tel: 347/9534511
email: scrivi@quarantina.it
* TOSCANA
Massimo Toccafondi, Loc. il Termine, 59025 Cantagallo (PO) – email: vanessaniso@libero.it
* ALTA TOSCANA E SARDEGNA
Mario Cecchi, “Avalon”, Via delle Valli, 184 – 51015 Montevettolini (PT)
* BIOREGIONE VALLE DEL TEVERE
Jacqueline Fassero, Loc. Piedimonte – 00018 Palombara Sabina (RM) – tel: 0774/634303
email: jackiejulien@alice.it

20
Silvana Mariniello, L.go A. Missiroli, 13 – 00151 Roma – tel: 06/5371184 –
email: salva.selve@quipo.it
Stefano Panzarasa, Via dei Portici, 39 – 00010 Moricone (RM) – tel: 0774/605084
email: bassavalledeltevere@inwind.it
* BIOREGIONE ALTO CHIASCIO
Etain Addey, “Pratale” Vallingegno – 06024 Scritto (PG)
* BIOREGIONE COLLINE METALLIFERE
Francesca Mengoni, Podere Petraia, 58020 Ghirlanda/Massa Marittima (GR)
tel: 0566/902925 – email: tacaumbra@libero.it
* BIOREGIONE TUSCIA
Paolo D’Arpini, Via del Fontanile, 12 – 01030 Calcata (VT) – tel: 0761/587200
email: circolo.vegetariano@libero.it
* BIOREGIONE PARTENOPEA
Gino Sansone, “Lab. La Stella”, Rampe Petraio, 17 – Vomero – 80127 Napoli – tel: 340/7830920
* BIOREGIONE DEI FIUMI TRIGNA E TRESTE
Francesco D’Ingiullo, Casetta dei Buoi, 66050 Palmoli (CH) – tel: 329/8064297
* SUD PENISOLA E SICILIA
Elena Di Cristo, Via S. Antonio, 15 – 86071 Pizzone (IS) – tel: 0865/951504 – 333/1198625
BIOREGIONE RUBICONE
Gianfranco Zavalloni e Fabio Molari
e-mail: burattini@libero.it - www.scuolacreativa.it

blog della Rete:


www.retebioregionale.ilcannocchiale.it

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All’interno di questo numero potrete trovare:

Quattro poesie dedicate alla Madre di Paolo D’arpini pag. 3


Erotismo Compassione e Creato di Etain Addey pag. 4
Ho visto anche delle vongole felici… di Stefano Panzarasa pag. 10
Fichi di Alec Furtek pag. 11
Sensazioni di terra di Francesca Mengoni pag. 12
Una favola di compassione di Martino di Valdichiascio pag. 14
Promemoria di Felice pag. 15
Gradita Sorpresa di Felice pag. 15
Kyoto canto del nato a primavera di Gary Snyder pag. 16
Amore e piacere
Rielaborazione originale di Roberto Cavaliere su un testo di Antonio Sbisà pag. 17

Poesia di Jim Koller pag. 16


Poesia di Fernando Pessoa pag. 9

La fotografia delle “Vongole felici” a pag.10 è di Stefano Panzarasa, la fotografia della “roccia all’Isola del Giglio” a pag.12 è
di Fabiana Fabbri, il logo dei Quaderni è di Gino Sansone. Le illustrazioni sono di Rien Poortuliet e Jean-Olivier Héron.

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Prima di tutto vorremmo ringraziare tutti quelli che hanno collaborato a questo numero di Quaderni.
Purtroppo non c'era spazio per tutti i contributi che ci sono pervenuti. Abbiamo scelto quelli che ci
sembravano più in sintonia con il nostro titolo "Erotismo, Compassione e Creato"

Siamo stati molto contenti di mettere insieme questo numero di Quaderni anche perché all'ultimo incontro
della Rete qui a Pratale si è riaffermata la forte volontà dei presenti di continuare questo progetto. In
particolare viene apprezzato il fatto della redazione itinerante che permette ad una vasta gamma di idee
bioregionali di circolare. Però attenzione! Nessuno di noi ha la verità assoluta. Ascoltiamo, guardiamo e
leggiamo quelle che sono le pratiche bioregionali degli altri membri della Rete per imparare, ma evitiamo di
giudicare chi non condivide le nostre scelte! La bellezza della Rete è proprio questo. Possiamo esprimere i
nostri sentimenti nel far parte di una bioregione in mille modi diversi, ognuno a modo suo. Difatti gli articoli di
questo numero di Quaderni non rispecchiamo necessariamente l'opinione della redazione.

Dunque, buona lettura ed un felice solstizio d'inverno a tutti!

Martino, Francesca, Etain

La pietra dello sposalizio


primaverile, Maltegard,
Danimarca, 2000 aC circa. Il
matrimonio ha luogo dentro il
cerchio intrecciato. L’uomo offre
la sua energia alla donna, che è
rappresenta anche dalla buca nella
terra.

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