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Gilles Clement a Mi/Arch 2014:

intervista al 'giardiniere planetario'


Mi/Arch 2014, la rassegna del Politecnico di Milano, apre le danze con l'intervento del grande
paesaggista e scrittore Gilles Clement, autore de "Il giardiniere planetario".
Pubblicato sul Canale green il 14 ottobre 2014

Gilles Clment durante il suo intervento al Mi/Arch 2014


Gilles Clment il personaggio che, in qualit di grande paesaggista e scrittore, ha inaugurato,
con il suo intervento, la kermesse Mi/Arch 2014, presentata ieri da Stefano Boeri, 'rigidamente' in
lingua inglese, ormai diventata la lingua ufficiale del Politecnico di Milano. Un intervento
preceduto anche da una breve ma sentita presentazione, in lingua italiana (in difesa della
biodiversit delle lingue, in quanto ricchezza culturale) da parte di Italo Rota (allievo di Vittorio
Gregotti e suo collaboratore, collega di Gae Aulenti e progettista del nuovo Museo del Novecento a
Milano) che pone laccento sul pensiero di Clment come scelta di vita e prospettiva sul
futuro. Non si parla solo di architettura, quindi.

Noto per il suo pamphlet Manifesto del Terzo Paesaggio, edito in Italia da Quodlibet, ma tradotto in
tutto il mondo, dove ipotizza la rivincita della natura non antropizzata allinterno del Giardino
Planetario Globale, il paesaggista francese, docente presso lcole Nationale Suprieure de
Paysage de Versailles, apre alle ipotesi pi alternative di difesa ed organizzazione del territorio
presentando una visione ecologica della globalizzazione che va di pari passo con la presa di
coscienza di uneconomia capitalista in piena crisi. Un invito coraggioso e in piena sintonia con le
migliori ispirazioni della Milano contemporanea quello fatto a Clment, che si pone non solo come
studioso del paesaggio ma come vero e proprio maitre a penser sul futuro delle specie umana e
delle specie che laccompagnano: piante e animali.
Gli abbiamo posto alcune domande prima del suo intervento intitolato, non a caso, Disegno
Planetario, di fronte ad un foltissimo pubblico di studenti ed appassionati. La presentazione stata
focalizzata su una serie di progetti ed esperienze fatte in giro per il mondo con lo studio Coloco, un
gruppo di 12 paesaggisti con cui Clment lavora da anni: dalla Francia al Sudamerica, tutti progetti
partecipati e regolati secondo la filosofia del Terzo Paesaggio.

Un estratto della presentazione di Gilles Clment al Mi/Arch 2014

http://www.architetto.info/gilles-clement-a-mi-arch-2014-intervista-al-giardiniere-planetario_news_x_24927.html?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=newsletter_architetto_37_2
1_10_2014

Nei suoi scritti lei parla di giardino di resistenza cosa significa?


Innanzitutto bisogna definire che la resistenza non fare qualcosa contro qualcuno o qualcosa, ma
sfruttare al meglio le risorse esistenti, spesso dimenticate, per ottimizzare senza sprechi. Il giardino
di resistenza nasce dal pensiero del terzo paesaggio, quello non antropizzato, e reca tutta la
ricchezza della natura senza bisogno di investire risorse economiche sproporzionate e, soprattutto,
crea nuove possibilit di utilizzo e di espressione da parte delluomo. Siamo tutti giardinieri
perch il nostro impatto individuale sulla vita del pianeta enorme, sia in senso positivo che in
senso negativo: di questo dobbiamo prendere coscienza e ricostruire un rapporto corretto fra gli
umani, gli animali, la natura.

Dov' il giardino di resistenza?


Dappertutto: in citt, in centro, nelle periferie urbane, in campagna. Non un luogo un metodo
che si esprime in un luogo e che apre nuove possibilit di partecipazione e nuove ipotesi di
economia, soprattutto in questa fase di crollo economico e di necessit di cercare un futuro
realmente diverso. Quindi giardino di resistenza pu essere diffuso sul territorio e in tutto il
pianeta, ed unesperienza che cammina nettamente in senso nettamente contrario allattuale
economia

Lei afferma che la polverizzazione di queste esperienze un dato positivo perch esse
sfuggono al potere e alla sua cultura della crescita, ma come si collegano fra di loro?
Sono esperienze autosufficienti, nelle quali linserimento di una agricoltura di sussistenza diventa
sempre pi indispensabile per le nuove generazioni e per gli anziani, soprattutto nelle periferie
urbane. La piattaforma di comunicazione sicuramente lesperienza diretta da una parte e la rete del
web. Il terzo paesaggio e la sua forza sono il terreno sul quale queste pratiche si sviluppano a costo
pressoch zero.

Gilles Clment al Mi/Arch 2014

Che cos il giardino in movimento di cui lei parla nellomonimo libro?


E unidea paradossale ma concreta. E lo spazio in cui la natura non assoggettata e soffocata dalle
briglie di un progetto, di uno schema preconfezionato, e dove spesso pi prezioso sapere cosa non
fare piuttosto che intervenire e aggredire . E dove il gioco delle trasformazioni sconvolge
costantemente il disegno del giardino, anche il giardiniere, che non altro che il guardiano
dellimprevedibile: ogni eventuale visitatore, pu nutrirsi delle immancabili dosi di sorpresa che la
natura riserva loro quando si esprime finalmente nella sua pienezza. La natura si esprime e noi
seguiamo il suo percorso senza forzarla.

Lei parla anche di uomo simbiotico.


Si, egli rappresenta la realizzazione del processo di presa di coscienza da parte della specie umana
di un rapporto diretto con la natura e rispetto ai suoi insegnamenti, alle sue manifestazioni, alle sue
scelte, alle sue esperienze. Luomo simbiotico coltiver la terra e il giardino in consonanza e non
contro la natura, utilizzer il territorio non lo consumer, ne trarr dei prodotti non degli artifici. In
questa presa di coscienza luomo sapr relazionarsi con gli altri essere viventi presenti sul pianeta. E
sapr anche innescare processi di partecipazione al bene comune.

Breve bibliografia delle opere di Gilles Clement in lingua italiana:


Ho costruito una casa da giardiniere, Quodlibet, 2014
Giardini, paesaggio e genio naturale, Quodlibet, 2013
Breve storia del giardino, Quodlibet, 2012
Il Giardino in movimento, Quodlibet, 2011
Manifesto del Terzo paesaggio, Quodlibet, 2005
..un caro saluto,
con stima,
Benito Giacomodonato

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