Itinerario
di un 'aouentura critica
A partire dai contemporanei, Ia crrnca ha soprattutto connotato il Parmigianino come il pittore della 'vaghezza', della 'grazia', della ' delicatezza', abile e ricercato nel disegno e nel colore, degno, per tali sue doti, di essere menzionato dopo Correggio e Raffaello. Anche Ia testimonianza dei Vasari (1568),
pur nella dovizia di notizie fornite sul Mazzola, non si discosta
in sostanza da tale linea interpretativa, aggiungendo Ia lode
per Ia sensibilit paesistica dell'artista e il rammarico per il suo
aver lavorato "a capriccio" e essersi lasciato trascinare dali' alchimia, motivi che gli avrebbero impedito di raggiungere maggior grandezza. Nel Seicento 10 Scannelli (1657), pur sempre
sottolineando il legame con l'arte dei Correggio e di Raffaello,
individua nell'artista una "terza particolar maniera sua propria" esplicantesi tra l'altro nella "sveltezza" e nello "spirito
vivace", motivo che si ritrova in quell'immagine dei "Parrnesanin" "svelto, e legiadro pi d'un Balarin" icasticamente fissata
nei versi dei veneziano Boschini (1660). Voei di condanna non
potevano naturalmente mancare nel periodo neoc\assico; I'AIgarotti (J 764), ad esempio, ne biasima Ia mancanza di simmetria e I'affettazione. Nessun apporto significativo fomisce Ia
critica ottocentesca, per 10 pi meramente ripetitiva o denigratoria. 11 sorgere degli studi sul Manierismo nel Novecento
coincide con I'approfondirsi dell'interesse critico per I'artista
cui finalmente Ia Frohlich-Burn (1921) dedica uno studio monografico, che apre Ia via alia vera e propria esegesi dell'arte
parmigianinesca, ben lungi ancora tuttavia da una piena comprensione e inquinata da quegli stessi pregiudizi legati alia genesi storico-critica dei concetto di manierismo.
11 Quintavalle (1948) per primo ricostruisce Ia personalit artistica dei Parmigianino in una prospettiva di pi vasto respiro cercandone i punti di contatto, nell'area appunto della cultura manieristica, con l'Anselmi, con il Pordenone, per il periodo formativo, e, successivamente, con il Rosso e le altre presenze artistiche avvicinate durante il soggiorno romano. La ricostruzione
dell'attivit dei Mazzola risulta inoltre illuminata da una minu-
ziosa e cospicua documentazione archivistica che completa ricerche in parte precedentemente rese note dai Copertini nella sua
monografia dei 1932. Sul piano critico e attributivo Ia discriminazione delle opere e Ia loro collocazione cronologica, nello studio dei Quintavalle, rivelano ancora Ia necessit di sfrondamenti, precisazioni ed emendamenti: l'esigenza, insomma, di un catalogo ragionato, cui ha, pochi anni dopo, magistralmente corrisposto il serrato rigore filologico di quello della monografia dei
Freedberg (1950) a tutt'oggi fondamentale anche sul piano interpretativo, malgrado una certa discrepanza, giustamente imputatagli dalla Barocchi ("Co" 1950) tra teoria e filologia, mai fuse
interamente "nella interpretazione dell'opera d'arte".
Importantissime sono state per una chiarita e perfezionata conoscenza dell'arte dei Parmigianino e per alcuni recuperi ai suo
'corpus' pittorico, le campagne di restauro, condotte sotto Ia
guida della Ghidiglia Quintavalle, che hanno tra l'altro reintegrato nei loro valori pittorici originali gli affreschi di San Giovanni
Evangelista, quelli di Fontanellato e della Steccata. La studiosa
ne ha fatto oggetto di due pregevoli pubblicazioni (1968; 1971),
anche se non approfondite sul piano dell'esegesi critica parmigianinesca nei rapporti con Ia problematica manieristica. Notevole interesse assume il libro dei Fagiolo Dell'Arco (1970) che,
con analisi capillare e documentatissima ricerca, si propone di
leggere interamente in chiave alchemica l'opera dei pittore. Un
punto di vista che, nel caso di una personalit introversa e complessa come quella dei Parmigianino, non manca di prospettarne alcuni aspetti che acquistano un significato particolare nell'ambito della problematica e della sensibilit dei suo tempo.
NeI campo della grafica dell'artista non si pu passare sotto silenzio il fondamentale volume sui disegni dei Popham (1971)
che ha fatto magistralmente il punto su tale parte della produzione dei Mazzola, oggetto anche di uno studio antologico
della Ghidiglia Quintavalle (1971) che giustamente ribadisce
l'importanza della grafica quale mezzo di ricerca stilistica strettamente legato ai raggiungimenti pittorici.
Fra molti che sono stati dotati in Lombardia della graziosa virtu dei disegno e d'una certa vivezza di spirito nell'invenzioni e
d'una particolar maniera di far in pittura bellissimi paesi, non
e da posporre a nessuno, anzi da preporre a tutti gli altri, Fran-
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ITINERARIO CRITICO
B . A RMENINI,
[".] si potr ben credere, che Francesco Manzuoli prima dall'opere dei Correggio nella Lombardia, poscia in Roma da quelle
di Rafaello n'acquistasse colla debita sufficienza Ia gratia, e delicatezza, e mediante il suo' natural talento, e straordinaria
dispositione, componesse una terza particolar maniera sua propria, che in sveltezza, spirito vivace, e gratiosa leggiadria ha superato ogni pi eccellente Pittore [".],
[".] Ia "Madonna dai collo lungo" [".] dimostra, con Ia sua insopportabile
affettazione,
fino a qual punto i discepoli [dei
Correggio] abbiano frainteso il maestro, credendo che il fascino ne consistesse in una delicatezza speciale, ed in un modo
speciale di presentare le forme, e non rendendosi conto che
il fattore principale
era dato dall'immediatezza
delIe forme
piacevoli.
J. BURCKHARIIT, Der Cirrrone, 1855 (cd. it. 19521
Pi di tutti [.,,] si accost [ai Correggiol, pur serbando certa 0riginalit nello stile, il Parmigianino,
il quale per altro ostinandos i a credere che nel lungo e nell'ondeggiante
stesse Ia grazia,
fece sotto teste, per dir vero agili, gentili, simpatiche, certi corpi d'una lunghezza impossibile, e mani in cui le dita s'appuntano a mo' di fusi, e piedi interminabili. Fosco e cupo talvolta nel
colore, avea per un chiaroscurare ben disposto, un com porre
facile, uni to, gradevolissimo;
sicch senza avere n manco uno
de' meriti eminenti dei suo grande esemplare, si busco fama di
sommo, ed ebbe sino laudatori che vollero scusare quella sua
stramba lunghezza di proporzioni,
dicendola emula alia eleganza de' marmi greci [",].
P.
F.
SCANNEU.I,
BOSCHINI,
ALGAROlTl,
S ELVATICO,
1657
Opere, I I, 1764
Correggio e grazioso, ma le sue figure sono corte e abbondantemente rivestite di carne, mentre quelle dei Parmigianino sono lunghe e tanto pi 10 sembrano, quanto pi egli, come il
grande maestro fiorentino [Michelangelol, si studia di dar loro
teste piccole, un collo altissimo, mani sottili e fini, dita affusolate. Tutto cio svela nel Parmigianino
il desiderio costante di
piacere grazie a una certa aristocrazia di forme, che e frutto di
una costruzione mentale piuttosto che essere derivata dali a natura stessa, nella quale I<;)proporzioni perfette sono pi misurate. La natura, il Mazzola credeva di conoscerla a memoria, e
presto smise di consultaria. 10 non ne vedo come prova che i
suoi disegni. Sia che egli li delinei a sanguigna, sia che li tracei
con una penna sottile, i disegni dei Parmigianino
sono fatti
quasi sempre di esercizio e di invenzione. Sono continue prove
per giungere alIa grazia. La stessa positura, 10 stesso movimento, sono scandagliati, abbozzati, ricercati in parecchie riprese,
fino ache I'artista non abbia trovato quel movimento o quella
positura che ben si attaglia alI'ideale che egli persegue [... ] Si
avverte bene che il pittore ha un modello, ma questo modello
posa soltanto davanti agli occhi delIa sua mente. E secondo
questo modello precostituito che egli corregge quello che pu
avere di volgare Ia natura, che egli conosce a memoria.
c. BLANC,
11
ITINERARIO CRITICO
FROHLlCH-BuM.
Parmigianino
1921
di A. Biguzzi)
VENTURI,
Ma il quadro dei San Rocco [Bologna, San Petronio] e di grande interesse non soltanto per il lato formale, si anche per il
contenuto. Prima dei Parmigianino
nella pittura italiana non e
per nulla frequente Ia rappresentazione
di un santo isolato che
esprime per via della sublimazione dello sguardo le proprie relazioni col cielo.
[...] e gi determinante per tutta Ia spiritualit deI manierismo
questo interpretare figure solitarie di santi nella loro relazione
immediata e subbiettiva con Dio.
F. ANTAL,
in "Pinacorheca",
1928
11 Parmigianino ha dato aI suo Cupido [Vienna, Kunsthistorisches Museum] l'aspetto idealizzato di un efebo. Come gli antichi scultori greci pigliavano quale base il vero, per innalzarsi
alie sfere dei bello ideale, meta di ogni loro aspirazione, cosi
il nostro pittore andava alla ricerca dei soggetti pi belli, dei
quali sfudiava daI vero le parti migliori, onde dare con essi
forma a quell'ideale di bellezza, che gli accendeva 10 spirito. I
modelli deI Parmigianino,
esaminati nei particolari, sembrano
tolti daI vero, ma guarda ti nel complesso appaiono irreali, poich il senso critico ci avverte che e cosa impossibile trovarne in
natura di si perfetta bellezza. Francesco vedeva sempre attra-
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o.
Q.UINTAVAI.I.E,
11 Parmigianino,
1948
FREEOBERG,
Pannigianino.
1950
ITINERARIO
BOLOGNA.II
in
"Paragone",
1956
LONGHI,
Un nuovo Parmigianino,
in "Paragone",
1958
FREED8ERG,
voce Parmigianino
in
"Enciclopdia
CRITICO
HAUSER,
Der Manierismus,
1964 (ed.
il.
1965)
Un repertorio eterogeneo [quello di Fontanellato], amalgamato dai ritmo delle linee, dalla sensibilit dei colore, dali' eleganza delle membra snelle, e dallieve malizioso sorriso che brilla
negli occhi e nella bocca di Paola Gonzaga, come nell' 'Antea'
o nella 'Schiava turca', le dorme cheegli ha ritratto nell'arco
breve della sua vita, breve ed intensa come I'ora drammatica
raffigurata nel 'boudoir' di Fontanellato ed ivi ancora espressa
con una spontaneit, un abbandono,
una baldanza giovanile,
che le vicende successive, coi tanti contras ti esterni ed intimi,
raggeleranno
in una allucinata, scultorea e quasi glittica eleganza.
A. GHIDlGLlA
QUINTAVAllE,
11 "Boudoir" di Paola Conzaga signora di Fontanellato,
in "Paragone",
1967
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ITINERARIO CRITICO
PALLUCCHINI.
ARGAN,
Storiadell'Arte
Italiana, 1968
GHIDIGLlA
QUINTAVALLE,
[... ) 11Parmigianino e un pittore che, quasi per polemica, prende da tutti, sperimenta ogni forma esistente perch gli interessa
appunto il procedimento
e non il materiale formale. Dimostra
che non c' da inventare niente; c' soltanto da perfezionare e
polire un mondo di immagini gi esistente. C' solo da trovare
un metodo, non un sistema di immagini (anche se poi, paradossalmente, trova pure questo).
M. FAGIOLO
DELL' ARCO,
QUINTAVALLE,
E.
POPHAM,
01Parmigianino,
1971
[... ] il Correggio disegna per uno scopo preciso, cio e per dare a
se stesso l'idea dell'opera di pittura che ha in mente; nel Parmigianino il processo e non solo pi lungo e complesso, ma
completamente
diverso: ogni opera e per lui un problema di
cui tutti gli aspetti, tutte le incognite, debbono essere risolti
prima dell'esecuzione;
essi sono, in una, disegnativi, cromatici, plastici ed anche architettonici,
ma soprattutto
investono,
con Ia forma, Ia sostanza delIe cose: Ia statica e Ia dinamica delle figure, il gesto, il movimento, l'espressione; e essenzialmente
una ricerca tica e psicoI.ogica, elementi che egli approfondisce
e studia uno ad uno ed in roto.
[...] Nei suoi studi, anche semplici appunti, e [... ] un vero ininterrotto diario per immagini, in cui tutto 10 scibile, ogni elemento reale o fantastico e passato ai setaccio: dai corpo umano, in riposo o in movimento, ai paesaggio, alia luce solare e notturna,
alIe figurazioni sacre, alIe scene di vita quotidiana, colta in tutti
gli aspetti: gli uomini, gli animali, i fiori, i frutti, gli oggetti,
all'aperto o ai chiuso e negli ambienti pi diversi. Contrariamente ai Correggio e, in genere, ai suoi contemporanei,
il protagonista non e solo l'uomo nel cosmo, di cui e parte inscindibile.
A. GHIDIGLlA
QUINTAVALLE,