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Tra le regioni premiate in testa il Piemonte con 79 vini, seguito dalla Toscana con 72, dal Veneto con 36,
dallAlto Adige con 28, dal Friuli Venezia Giulia con 27 e dalla Lombardia con 23. Segue la Campania con 20,
la Sicilia con 19, le Marche con 17, lAbruzzo con 15, la Sardegna con 13 e Emilia Romagna e Puglia con 12,
l'Umbria con 11, il Trentino con 10, il Lazio e la Liguria con 7, la Valle dAosta con 5, la Basilicata e la Calabria
con 4 e il Molise con 2.
I Tre Bicchieri sotto i 15 euro sono ben 108, sintomo di una reazione a questi anni difficili con proposte di
vini sempre pi buoni ad un prezzo sempre pi corretto. 80 il numero dei Tre Bicchieri Verdi. Vini dItalia
impegnata a sostenere le aziende nel loro percorso di sostenibilit ambientale, aspetto fondamentale per il
futuro di tutto il comparto agricolo italiano; questanno sono stati applicati criteri pi selettivi. In elenco,
infatti, solo i vini delle aziende che sono certificate in biologico e biodinamico da enti certificatori ufficiali. I
premi speciali vanno ai migliori vini dellanno per ogni categoria e poi alla cantina dellanno, al miglior
rapporto qualit prezzo, al viticoltore dellanno, alla cantina emergente e, a chiudere, il premio per la
viticoltura sostenibile.
Nelle schede si trovano, oltre ai testi che raccontano azienda e vini, scritti di nuovo ogni anno, la valutazione
di ogni vino degustato, che parte da uno fino ai celebri Tre Bicchieri; poi indirizzi e contatti ma anche dati
sulle dimensioni aziendali, informazioni sul tipo di viticoltura, istruzioni per visitare lazienda e lindicazione
dei siti internet.
Una 28 edizione festeggiata con una premiazione unica in Italia presso lAuditorium del Massimo a Roma,
che ha visto protagonisti i giornalisti della stampa estera e i diplomatici delle ambasciate, che hanno
effettuato la premiazione. Presentato inoltre il Primo Rapporto sulla Sostenibilit del Vino promosso dal
Forum per la Sostenibilit del Vino, da uniniziativa di Unione Italiana Vini e Gambero Rosso.
Da questanno inoltre, la guida si avvale della presenza di Barbara Philip MW e del Liquor Distribution Branch
della British Columbia, che ha apportato un valido contributo al panel di degustazione. Questo a conferma
dellapertura internazionale di Vini dItalia che tradotta in tedesco, inglese, cinese e giapponese. Con una
serie di eventi internazionali in tutti i continenti e i mercati classici ed emergenti, arrivando a oltre 30 tappe
nel mondo, la guida accompagna la crescita del nostro export sui mercati internazionali dimostrando di
essere uno strumento principe di conoscenza e approfondimento per tutti gli amanti del vino italiano nel
mondo.
La guida disponibile in versione digitale: come applicazione per Apple e Android e come ebook su Kindle
Amazon e iBooks Apple. L'applicazione sfrutta le funzionalit di ricerca avanzata per trovare con un solo click
il proprio vino preferito all'interno di un database di 20mila vini fornendo dettagli come i vitigni, la
denominazione, la fascia di prezzo e, naturalmente, la valutazione in bicchieri.
La funzione Around me permette di trovare il produttore o l'enoteca pi vicina alla propria posizione, con il
percorso per raggiungerli o i numeri per contattarli direttamente. La versione ebook consente di portare
l'intera guida, sfogliabile come l'edizione stampata, comodamente sul proprio kindle o smartphone. Per la
prima volta il Gambero Rosso si avvale della partnership di AirFrance.
Sicilia (19)
Si parte da sud con la Sicilia, alla quale sono stati attribuiti 19 Tre bicchieri. Anche per questanno lisola
conferma il numero dei premiati deccellenza (erano 19 anche sulledizione 2014 della guida) e il buono stato
di salute della sua vitivinicoltura, complice anche lintroduzione della Doc Sicilia che ha reso la Trinacria
ancora pi forte e riconoscibile come brand. Lenologia isolana riserva molta attenzione al grande patrimonio
dei vitigni autoctoni, in un orizzonte che tende a mettere in primo piano lagricoltura eco-sostenibile, con
lEtna protagonista delle degustazioni con ben sei centri, che premiano vini magnifici e intriganti che
raccontano le diversit dei vari terroir.
Nellultimo decennio lAlto Adige ha segnato unevoluzione importante tanto della base ampelografica,
quanto nella mentalit e nellapproccio verso i mercati, vecchi e nuovi. Oggi una regione dinamica in
continuo movimento, in cui sempre pi giovani tornano a vinificare anzich vendere le uve, nonostante la
fase economica poco favorevole. Conseguenza diretta una pi consapevole distribuzione ampelografica che
non stigmatizza alcune variet, anche le meno amate: si sta creando una mappatura empirica del territorio,
che porta ad abbinare al meglio vitigni e cru. Per esempio oggi si consapevoli del valore dei Pinot Nero
dellAlto Adige, se piantati al posto giusto. Arrivano in commercio i primi supervini, testimonianza del
coraggio ritrovato dal mondo produttivo atesino: coraggio di osare, rompere uno schema che inizia a star
stretto, e pensare che lAlto Adige non sia solo terra di ottimi vini a prezzi competitivi.
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a 24,40
18,40
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Puglia (12)
Trovare la Puglia ai vertici della produzione italiana ormai non pi una sorpresa. Il miglioramento, pur
complessivo, riguarda soprattutto la zona delle denominazioni di origine a base primitivo. Certo che la
diffusione, anche qui, di un sistema di denominazione di origine passe-partout (per esempio la
denominazione Gioia del Colle include vini realizzati con uve diverse) non aiuta a tracciare un'identit
facilmente riconoscibile e apprezzabile dal consumatore. Ci sembra importante passare dall'esaltazione del
vitigno a quella della terra, puntare proprio sul radicamento nel territorio. Fare sistema per promuoverlo,
approfondire la conoscenza delle caratteristiche delle varie zone vinicole, salvaguardarne, per esempio, i
vecchi impianti ad alberello e il ritorno nei nuovi vigneti a questo sesto dimpianto, almeno nelle zone che
tradizionalmente lo utilizzavano. E non un caso che dei dodici Tre Bicchieri questanno solo due non
appartengono a denominazioni di origine controllata.
Molto lentamente, ma anche l'enologia molisana sta cambiando, registrando finalmente qualche timida
evoluzione che d conto di un territorio con una grande vocazione alla viticultura sino a ora mortificato da
interpretazioni tutte potenza e internazionalit, o marcate da ingenuit, spinte rustiche o un debole troppo
dichiarato per l'enologia moderna. Ma qualcosa sta cambiando, dicevamo. E il territorio inizia a diventare
protagonista. Che la Calabria possa esprimersi con un buon livello qualitativo, invece, non una novit. Ma
ancora vediamo una regione a due velocit: da una parte un piccolo gruppo di produttori che non ha nulla da
invidiare ai colleghi di altre regioni, che in questi anni ha investito (anche molto) sulla ricerca, nei vigneti e in
cantina e che oggi riscontrano un netto miglioramento della qualit e della continuit produttiva; dallaltra,
quelli che iniziano ora e ancora non trovano continuit nei risultati. Anche la distribuzione sul territorio
registra grosse differenze per produzione e qualit.
Molise
Calabria
Lombardia (23)
fino al 14.01.15
Un territorio particolare che genera vini particolari, purtroppo ancora costretti a prodotti di facile consumo.
Cos la Valle d'Aosta non esprime ancora in pieno il suo potenziale, anche se il panorama vivace, con la
nascita costante di nuove aziende e nuovi investimenti. Non sempre si centra l'obiettivo: manca un'analisi pi
approfondita al connubio vitigno/terroir, per esempio, ma l'attitudine alla sostenibilit e l'interesse ai vitigni
autoctoni segnano due importanti punti a favore.
Valle
Valle
Valle
Valle
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d'Aosta
d'Aosta
d'Aosta
d'Aosta
d'Aosta
Basilicata (4)
Discorso diverso per la Basilicata: qui la star ancora l'Aglianico del Vulture, ma le denominazioni crescono,
con loro i produttori determinati a fare qualit e sfruttare le potenzialit della regione. Anche Matera inizia a
proporsi con maggiore decisione sui banchi degli assaggi a testimonianza di una regione in crescita tanto per
quantit quanto per qualit.
Liguria (7)
La Liguria del vino cresce. A piccoli passi, ma con costanza e sempre maggiore qualit. Nuovi produttori,
territorio, lavoro certosino. I frutti? Ve li raccontiamo qui. La viticoltura ligure difficoltosa, i muretti a secco
indispensabili, i vigneti spesso frazionati, il lavoro richiesto certosino. Ma i risultati ripagano gli sforzi, con
vini unici che racchiudono i tanti sapori del Mediterraneo. Ai pionieri succedono gi nuovi proseliti che
percorrono la strada della qualit, mentre le aree vitivinicole hanno acquisito, ormai, una loro identit. E
intanto tutta la regione cresce. I premiati sono 7 di altrettante aziende. Ecco quali.
Sardegna (13)
La qualit media della Sardegna del vino ormai alta, con nuove eccellenze che si affiancano a quelle che
hanno fatto la storia dellIsola. E lo si pu vedere anche in un'annata come il 2013: difficile, fresca nel
complesso, ma incostante a livello climatico e dai rischi diversi. Eccellenti i bianchi, vere espressioni di alcune
variet in determinati terroirs, per esempio il vermentino: fuoriclasse in Gallura e capace di stupire in altre
zone, come Usini o Serdiana. Ottima prestazione anche tra i rossi. Come il Cannonau di Sardegna dannata,
soprattutto se giocato su bevibilit e leggiadria, nelle maturazioni pi lunghe hanno un ruolo centrale i
terroirs, che devono essere quelli giusti. Anche zone fino ad ora sottovalutate con l'emergere del Mandrolisai.
A conferma di questo c' il premio al Viticoltore dellAnno, che questanno va a Giuseppe Gabbas, per la
totale dedizione con cui segue le proprie vigne.
Lazio (7)
Lamentavamo una crescita eccessivamente lenta del Lazio, troppo livellata su prodotti ben realizzati, ma
senza mai lambizione alleccellenza; questanno invece abbiamo registrato con piacere una serie di nuove
realt e situazioni che ci fanno ben sperare. La valorizzazione del Grechetto, forse il vitigno di quel territorio
con le maggiori potenzialit, la rinascita della produzione di valore nellisola di Ponza, la crescita in senso
qualitativo, finalmente, del Frascati. Questanno, dunque, nellelenco dei premiati si affiancano ai soliti noti,
che sono poi i nomi che riescono a conciliare qualit e costanza nei risultati, anche delle belle sorprese.
Montiano2012 Falesco
Trentino (10)
Il TrentoDoc fa la parte del leone, ma poi? Ecco cos'altro c' di bello e di buono quest'anno in Trentino. Grandi
e piccole aziende che raccontano questa terra ai piedi delle Alpi. Il Trentino si ripete bissando il risultato dello
scorso anno. Ma volendo analizzare il dato numero cosa troviamo? Troviamo il TrentoDoc, con in testa la
Riserva del Fondatore e gli altri a seguire. Tra questi anche bianchi e rossi.
la fotografia di una terra dove convivono realt diverse: le grandi cooperative e i marchi internazionali che
guardano al mercato globale, aziende medie e ,pi spesso ancora, piccole e piccolissime, di produttori
vignaioli, vigorosamente individualisti, che sono votati all'espressione pi pura e naturale possibile delle loro
uve da vigne di montagna. Due mondi che dialogano con difficolt ma finiscono poi per parlare la stessa
lingua, quella della qualit e della ricerca della tipicit e delleleganza che queste vigne ai piedi delle Alpi
riescono a imprimere ai vini del Trentino.
Abruzzo (15)
I vini d'Abruzzo? Sono la traduzione liquida del paesaggio abruzzese, che in pochi chilometri spazia dal verde
Adriatico ai ghiacciai. E i Tre Bicchieri di questanno ne sono il riflesso fedele: una squadra di vini eterogenea
per provenienza, ma simile per qualit. Anno dopo anno i vini abruzzesi diventano pi buoni e interessanti e
a noi non resta che registrare il fenomeno e certificarlo per quel che ci compete.
Pi di 150 aziende private, oltre 600 campioni, aziende storiche, grandi cooperative che svolgono unazione
sociale sul territorio, cantine nuove e artigiane che lavorano nel solco di una tradizione importante e
nobilmente contadina. E poi i vini: il Montepulciano dAbruzzo un rosso sempre pi ritmico e tradizionale
(anche se fatica a trovare una giusta collocazione sui mercati internazionali, per il prezzo spesso troppo
basso e lo stile iperconcentrato), il Trebbiano torna a essere davvero dAbruzzo, con vini eleganti, capaci di
invecchiamenti strepitosi, spesso grazie alle fermentazioni spontanee che salvaguardano i delicati profumi
varietali.
proprio il Vigneto Capestrano 12 di Valle Reale ad aggiudicarsi il premio di Migliore Bianco dellAnno. Il
Cerasuolo, nervoso e complesso, il perfetto compagno a tavola. Il Pecorino dimostra di essere un grande
vitigno. Una ricchezza che traduzione liquida del paesaggio abruzzese, che in pochi chilometri spazia dal
verde Adriatico all'alta montagna. E i Tre Bicchieri di questanno sono il riflesso fedele di questa temperie,
una squadra di vini eterogenea per provenienza, ma simile per qualit.
Umbria (11)
LUmbria cresce. Forse non per quantit, visto che la regione contribuisce alla produzione nazionale con
meno di 1 milione di ettolitri di vino, ma con un percorso qualitativo costante con una rinnovata capacit di
realizzare bottiglie originali. Tutti sono alle prese, chi pi chi meno, con unazione volta a smarcarsi
dallaffollato mondo di vini troppo standardizzati. Del resto gli umori di critica, appassionati e mercato hanno
oggi come parole dordine territorio, eleganza, originalit, identit. Ecco allora che la regione ha imboccato la
via dei vitigni autoctoni, almeno nei casi in cui era possibile, di denominazioni classiche che sembravano
passate di moda e di vini dal sapore pi marcatamente locale. Ovvio che il caso Sagrantino sia in questo
senso paradigmatico, numericamente e qualitativamente inarrivabile. Accanto a esso, per, altre variet che
parevano destinate alloblio stanno dimostrando il loro valore. Per esempio riportando alla luce, dopo la
sbornia rossista degli anni Novanta e dei primi Duemila, il volto bianco dellUmbria. E allora ecco di nuovo i
Grechetto, i Trebbiano (specie Spoletino), le Malvasia. Cos come, sullaltra sponda, i Ciliegiolo, i Trasimeno
Gamay, forse i Grero di domani. Un percorso in divenire che, insieme alla maturit delle aziende di pi lungo
corso e al dinamismo delle nuove, regalano un caleidoscopio stilistico sconosciuto che rende la mappa
enologica regionale molto pi sfaccettata e complessa.
Marche (17)
Nelle Marche i Tre Bicchieri 2015 raccontano di una ragione divisa in due, a nord il bianco, al sud quasi
esclusivamente rosso. La realt per ben pi complessa. A scorrere la lista dei Tre Bicchieri 2015 si ottiene
un quadro estremamente polarizzato del panorama marchigiano. Nel Piceno si delineano diverse scuole di
pensiero sul Pecorino: grinta salina e verticale o altre apprezzate tradizioni personali. Si nota un generale
miglioramento per i rossi dove si punta sulla freschezza del frutto e sulla moderazione della concia aromatica
del legno, pur senza rinunciare alla materica generosit delle uve montepulciano e sangiovese. Nel mondo del
Verdicchio -Jesi e Matelica- si attinge al patrimonio duna molteplicit dinterpretazioni. Sia che si persegua
uno stile nervoso e salino o che si lasci prevalere lintensit, la forza e la capacit a generare sapore, i
premiati hanno nella finezza olfattiva e nelleleganza gustativa il tratto che li lega tutti. Pi controversa la
prova di altri territori viticoli. Se il Pollenza continua a creare vini dimpeccabile taglio internazionale, il resto
della provincia di Macerata fatica a guadagnare prestigio.
il Lambrusco il protagonista della regione, con una rivoluzione silenziosa che porta in prima linea le cantine
cooperative, oggi impegnate nella conquista di un mercato internazionale con una proposta di produzioni in
bottiglia di grande qualit e carattere. Non lunica notizia dal mondo del Lambrusco, perch c da
raccontare il successo del Sorbara, un vino che dieci anni fa sembrava destinato alloblio e oggi
protagonista di un successo senza pari con una serie di vini pieni di carattere, taglienti e vibranti. Poi c' un
nuovo protagonista: un vitigno bianco, lalbana, originale per la capacit di produrre uve di grande acidit
con bucce tanniche e fragili.
Il Sangiovese resta lindiscusso cardine della Romagna e sempre di pi si va affermando la capacit di
produrre ottimi Superiore. Sono vini freschi, agili, netti nel frutto e convincenti anche sulla capacit di reggere
il tempo. Due i terroirs che si sono identificati: le argille della prima quinta collinare e le marne della parte
alta delle valli. Il Pignoletto un altro caso di successo e si stanno identificando due grandi areali produttivi:
la pianura tra Bologna e Modena, che produce vini frizzanti, semplici e popolari, e i colli sopra Bologna, che
possono invece ambire a produzioni di qualit pi alta. I Colli Piacentini, e questa una buona notizia, hanno
una nuova leva di piccoli produttori che presentano vini coraggiosi e interessanti, una sorta di nouvelle vague
del territorio che abbiamo seguito con attenzione fin dai primissimi passi.
Campania (20)
facile, ma anche piacevole, perdersi per le tortuose vie del vino campano. Vuoi per la frammentazione di
territori con culture produttive, esposizioni e formazioni geologiche diverse, i vulcani spenti come nel caso di
Roccamonfina, il Vesuvio, le isole, i vigneti sempre pi dalta quota - fino a superare i 700 metri di quota a
ridosso dei Monti Picentini - le vigne a strapiombo sul mare. Vuoi per i tanti vecchissimi appezzamenti a
piede franco, per una variet di linguaggi e interpretazioni stilistiche - anche e soprattutto allinterno di una
stessa denominazione - francamente straordinaria. Se difficile tracciare dei punti di contatto, non lo invece
imbattersi in vini senza filtri territoriali, diretti, con una capacit di evocare il luogo produttivo a volte quasi
spiazzante. Grandi bianchi capaci di declinare un campionario di tratti minerali che si associano via via a toni
fum, ai respiri sulfurei, al ritmo salino e iodato per le versioni pi vicine al mare. Una mineralit che trascina
sapore e sensazioni mediterranee: lidentikit dei perfetti compagni di tavola. Un potenziale ancora
inesplorato, come la loro diffusa capacit di sfidare il tempo. Poi ci sono i grandi classici, i garagisti, i bei
rossi. La vivacit regionale confermata dalle moltissime aziende al loro primo ingresso in Guida. E ben 6
allesordio con i Tre Bicchieri, sui 20 regionali, provengono da una viticoltura biologica o biodinamica
certificata.
una regione di grandi bianchi e uno straordinario laboratorio che, negli anni, ha esplorato nuove strade ed
elaborato tendenze poi raccolte in altri angoli d'Italia. E il risultato di quest'anno conferma la buona forma di
cui gode il Friuli Venezia Giulia: 27 Tre Bicchieri (di cui 26 bianchi) con il Collio che la fa da padrone (con ben
14 Tre Bicchieri) e gli altri a seguire. Grandi cantine storiche e giovani e giovanissimi produttori che
confermano la vocazione alla ricerca e allo studio delle potenzialit di queste colline. Ci sono Collio, Isonzo,
Carso, Grave. Un inno ai bianchi che trovano qui una definizione stilistica impareggiabile, per esempio nei
Pinot Bianchi premiati, provenienti da diversi terroirs. Impossibile non segnalare, infine, la buona prestazione
degli orange wine che anche in assenza del caposcuola Gravner, trovano nel Friuli la culla della macerazione
sulle bucce.
Veneto (36)
Amarone, Valpolicella Superiore e poi Custoza, Soave, Prosecco. Sono i tesori enologici del Veneto che
quest'anno vede premiati vini di annate diverse, ben 10. Un palma res che anche una sintesi di come sia
cambiato il mondo del vino dal 2003. I Tre Bicchieri del Veneto premiano vini di 10 annate diverse. Dal 2003
a oggi tante cose sono cambiate, a partire dai gusti per approdare all'attenzione, alla sostenibilit e a un
rinnovato interesse per i vitigni autoctoni e le tradizioni. Fino al desiderio di creare vini che restituissero una
fotografia fedele dell'andamento climatico di ogni annata e dei profili caratteristici di ogni vitigno. Cos, anche
se l'Amarone continua a essere il vino pi premiato, testimonia questa trasformazione con prodotti molto pi
eleganti e tesi che in passato. Mentre la Valpolicella Superiore trova espressioni pi identitarie rispetto
allAmarone, con risultati sempre pi incisivi e raffinati. Il Custoza ormai uno dei grandi bianchi della
regione, insieme al Soave, punto di raccordo tra la potenza e la tensione, mentre a Valdobbiadene sono
sempre di pi le aziende che sanno esaltare la delicata ed effervescente aromaticit del Prosecco. A questi si
unisce una ricca batteria di piccoli gioielli regionali. In Veneto anche il premio per il miglior Rapporto Qualit
Prezzo dellanno.
Toscana (72)
Medaglia dargento per la Toscana con 72 premiati distribuiti tra i molti territori e le conseguenti
denominazioni. Grande performance del Chianti Classico, con 24 Tre Bicchieri, tra vini a denominazione e
Supertuscan con alcuni 2010, annata da incorniciare, ancora in circolazione. 11 premi in tutto a Montalcino,
meno dello scorso anno, a causa di unannata, la 2009, non brillantissima. Bolgheri presenta vini da
unannata, la 2011, in linea con le caratteristiche della zona, soprattutto per variet coltivate: millesimo caldo
ma senza esagerare, ha dato vini maturi (ma non stra), avvolgenti ed efficaci. La Maremma dimostra di non
essere sonnecchiosa, soprattutto nellarea del Morellino dove diffuso uno stile pi elegante e di facile beva,
rispetto a quello superconcentrato di pochi anni fa. Il Nobile conferma il suo status di territorio vocato a un
Sangiovese pi strutturato e tannico, con 5 premi ad aziende ormai consolidate. A completare il caleidoscopio
molti i Tre Bicchieri distribuiti in territori meno famosi ma non per questo meno significativi. Due premi
speciali: il Dolce dellAnno (andato al Vin Santo di Carmignano Riserva 2007 - Tenuta di Capezzana) e la
Cantina dellAnno (Tenuta Sette Ponti di Antonio Moretti).
Piemonte (79)
Che il Piemonte riesca a esprimere un livello qualitativo assoluto anche sul versante dei bianchi non una
novit, e i tre autoctoni, Timorasso, Gavi (da uve cortese) ed Erbaluce si stanno ritagliando uno spazio
meritato e preciso nellarticolato panorama nazionale, grazie a interpretazioni agili, vibranti, fresche e
complesse allo stesso tempo. Poi ci sono i rossi, i grandi rossi piemontesi. Ottima la prestazione delle
principali denominazioni dedicate al vitigno barbera, il Dolcetto che mantiene alto il vessillo delleccellenza
con esempi molto varietali e originali. E poi c il nebbiolo, in tutte le sue accezioni e denominazioni: il Nord
Piemonte, terra storica di vini profondi e longevi, vanta un compatto e variegato numero di premi, diversi e
complementari tra loro e in grado di far comprendere lessenza della viticoltura di questo angolo dItalia; il
Roero, dove i terreni sabbiosi regalano sfumature pi tratteggiate e rarefatte. Arriviamo a destra del Tanaro,
dove si trovano il Barbaresco e il Barolo che disegnano una mappa sensoriale ideale di un territorio unico e
irripetibile. I molti premi per queste due super denominazioni rendono impossibile tracciare classifiche di
merito assoluto, in quanto i premiati con i Tre Bicchieri rispondono a stili e terroir simili ma non
sovrapponibili, diversi e non facilmente paragonabili. In sintesi, dunque, meravigliosi tratti distintivi che
aggiungono a una regione cosi particolarmente dotata ununicit che la pone tra le aree enologiche pi
interessanti del pianeta. Rosso dellAnno, quindi leccellenza delleccellenza, assegnato al Barolo Villero
Riserva 2007 di Vietti. Un vino e unazienda che rappresentano, in Italia e in tanti paesi del mondo, un punto
di riferimento di qualit e prestigio per il made in Italy enologico.
Alta Langa Brut Zero Sboccatura Tardiva Cantina Maestra 2008 Enrico Serafino
Barbaresco Cricht Paj 2005 I Paglieri - Roagna
Barbaresco Curr 2010 Sottimano
Barbaresco Gallina 2011 La Spinetta
Barbaresco Ovello Ris. 2009 Produttori del Barbaresco
Barbaresco Ovello V. Loreto 2011 Albino Rocca
Barbaresco Pora 2010 Ca del Baio
Barbaresco Rabaj 2011 Bruno Rocca
Barbaresco Rabaj 2011 Giuseppe Cortese
Barbaresco Rombone 2010 Florenzo Nada
Barbaresco S. Stunet 2011 Piero Busso
Barbaresco Serraboella 2010 F.lli Cigliuti
Barbera dAlba Bric du Luv 2012 Ca Viola
Barbera dAlba Vittoria 2011 Gianfranco Alessandria
Barbera dAsti Bricco dellUccellone 2012 Braida
Barbera dAsti Pomorosso 2011 Coppo
Barbera dAsti Sup. Nizza 2011 Tenuta Olim Bauda
Barbera dAsti Sup. Nizza Acs 2011 Scrimaglio
Barbera dAsti Sup. Nizza Le Nicchie 2011 La Gironda
Barbera dAsti Sup. Nizza V. DellAngelo 2011 Cascina La Barbatella
Barbera dAsti Sup. V. La Mandorla 2012 Luigi Spertino
Barbera del M.to Sup. Barabba 2010 Iuli
Barbera del M.to Sup. Bricco Battista 2011 Giulio Accornero e Figli
Barolo 2010 Bartolo Mascarello
Barolo 2010 Cascina Fontana
Barolo Arborina 2010 Mauro Veglio
Barolo Brea V. Ca Mia 2010 Brovia
Barolo Bricco delle Viole 2010 G. D. Vajra
Barolo Bricco Manzoni 2010 Silvio Grasso
Premi Speciali
I MIGLIORI VINI DELLANNO
CANTINA DELLANNO
Tenuta Sette Ponti
MIGLIOR RAPPORTO QUALITA/PREZZO
Custoza Sup. Ca del Magro 12 Monte del Fr
VITICOLTORE DELLANNO
Giuseppe Gabbas
CANTINA EMERGENTE
Tiare - Roberto Snidarcig
PREMIO PER LA VITIVINICOLTURA SOSTENIBILE
Barone Pizzini