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PRESENTAZIONE.
IN VIAGGIO CON PRO NATURA - SCUOLA
Viviamo un tempo di passaggio. Sta cambiando la scuola - il sistema scolastico in
generale ma, particolarmente, la scuola secondaria mentre altri profondi processi si stanno
svolgendo a livello economico, sociale e politico, per non parlare di quelli che coinvolgono
le relazioni interpersonali, i modi di interpretare la realt, le idee e le pratiche etiche, la
nostra stessa identit, pi difficili da mettere a fuoco e da esprimere, ma che pi ci
attraversano e ci interrogano nel privato delle nostre vite e delle nostre coscienze.
Che si vogliano considerare tutti questi processi singolarmente o, pi correttamente,
nelle loro reciproche connessioni sistemiche, ci ritroviamo nelle condizioni di quel
nuotatore della metafora utilizzata da Serres, che, avendo lasciato da tempo la riva
conosciuta e non vedendo ancora l'approdo, vive una condizione di perdita di riferimenti,
in cui pu solo affidarsi alla sofferenza ed al coraggio dell'apprendimento, immerso nelle
acque del passaggio. "Nessun apprendimento evita il viaggio e apprendere d inizio
all'erranza"'.
Il nostro orizzonte epocale ci consegna ad una dimensione di incertezza, della
sospensione nel non p e nel non ancora, condizione che senz'altro di spaesamento, di
faticoso tentativo di ripensare e ricostruire discorsi, concetti, pratiche sociali e
professionali, organizzativi, ma anche - e questo il bello - feconda di opportunit di
sviluppo personale e collettivo. Forse un inizio un po' enfatico ma chi si occupa di scuola
in Pro Natura ha imparato a non vedere le cose con gli occhi di ieri e, soprattutto, a tentare
interpretazioni da pi punti di vista, non sempre pienamente riconoscibili e, alcune volte,
nemmeno ipotizzabili. Questo , per, il nostro intendimento e ad esso ci atterremo.
(vedi il doc. 04.omissis)
presa di posizione a difesa del territorio e di tutto quanto minacciato da un'ondata che
non fa che riprendersi ci che le stato tolto.
Scopo di questa proposta, che si concretizza nell'analisi dettagliata, in vista di una
conoscenza pi diretta, di un tratto del fiume Bormida immediatamente a sud della citt,
esattamente questo. Far conoscere meglio la storia del nostro territorio, dei nostri fiumi,
delle nostre difficolt e dei nostri adattamenti ripetutisi nei secoli a fronte di una realt
incontrovertibile: il fiume un'entit viva, con suoi caratteri, tempi ed esigenze.
Nel progetto in esteso (cos come sar presentato ai diversi utenti) a questo punto
vengono presentate alcune letture che qui, per comodit, citeremo soltanto:
1. Antonio CEDERNA, La distruzione della natura in Italia, Torino, Einaudi, 1975, p. 20)
2. Floriano VILLA, Fragile suolo. Metodi e criteri per un nuovo approccio al problema della
difesa del suolo, in "notizie verdi" n. 45, dicembre 1994
3. Giuliano CANNATA, Come si costruisce una catastrofe. Uso e governo del suolo, idem
n. 45
4. Dino GRIBAUDI, Alle origini della terra alessandrina e dei suoi insediamenti umani,
Torino, Ed. Deput. Sub. Storia Patria, 1970
Il percorso
E' la situazione che viene presa in considerazione lungo la Bormida nella zona oltre ponte
ferrovia, in prossimit della cascina Moietta, per raggiungere, poi, con un percorso vario e
- tutto sommato - agevole, la confluenza con il torrente Orba. Qui vi ancora un'area che
d, anche se in modo limitato e frammentario, un'idea di come doveva essere l'antica
foresta planiziale che insisteva sulla piana alessandrina.
1. Inizio percorso con osservazione delle cascine napoleoniche e breve storia dei fatti del
giugno 1800.
2. Dalla cascina Moietta al viale dei gelsi centenari. Osservazione delle grandi piante e di
alcuni fenomeni di simbiosi.
3. Osservazione del sottobosco tipico planiziale: "biancospino", "sambuco", ecc.
4. Osservazione di piante tipiche della foresta planiziale (relitti); "salice". "pioppo nero"
"pioppo bianco", "olmo", "rovere", "farnia", "acero campestre", ecc.
5. Osservazione dell'andamento (sul "campo" e sulle carte) dei paleoalvei della Bormida
e, probabilmente, della stessa Orba; considerazioni sulla costruzione delle difese
(arginature di vario tipo, prismate, ecc.) e sulla loro effettiva efficacia.
6. Considerazioni sulle baracche lungo fiume, sulle autorizzazioni e sul significato che
possono avere per una parte di popolazione;
7. Verifica sul campo della consistenza dell'insieme della fauna ittica e delle sue
caratteristiche (anche in senso storico, con l'attuale prevalenza di pesci di grossa taglia
"siluridi")
8. Passaggio attraverso l'arcata est del ponte ferroviario della linea Genova Torino;
osservazione dei diversi ponti - con i rispettivi agganci - che si sono succeduti nel
tempo. Lettura di alcuni dei testi a disposizione su questo particolare argomento (la
costruzione dei ponti) da G. Cesare all' arch. Straneo.
9. Osservazione del dislivello posto a fine "cuscino" alluvionale, con verifica della
volubilit del fiume sulle carte topografiche.
10. Inizio del percorso in "piccola foresta", immediatamente a ridosso dell'argine con
osservazione delle variet botaniche presenti.
11. Possibilit di continuare fino alla confluenza Orba (circa 1500 m. senza particolari
dislivelli su sentiero comodo) con finale osservazione del fiume oppure
12. Possibilit di concludere il percorso dopo circa 500 m. con il raggiungimento della
principale ansa della Bormida immediatamente a sud della citt di Alessandria.
13. Considerazioni finali e osservazione in situ dei ciotoli visibili ad occhio nudo, previa
semplice lavatura e, se del caso, con spaccatura centrale finalizzata a metterne in
evidenza la costituzione interna.
14. Conclusione dell'esperienza, se richiesto, con brandi letterari e poetici letti direttamente
vicino al fiume (ad es. "Pioppo morto" di Garcia Lorca, brani dal "Mulino del Po")
15. Argomento che viene ripreso nel testo di Fulco Pratesi:
- Fulco PRATESI, Gli ambienti naturali e l'equilibrio biologico, in "STORIA D'ITALIA,
ANNALI, vol. 8, Torino, Einaudi, 1989.
Ovviamente ogni parte pu avere integrazione o variazioni a seconda delle necessit.
Il responsabile di educazione ambientale
Note
AA.VV. (2000), Rapporto ISFOL 2000, Franco Angeli, Milano, pag.171 e seg.