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PRO NATURA - ALESSANDRIA


V.le Medaglie d'Oro n. 34 - Alessandria

. PRESENTAZIONE. IN VIAGGIO CON PRO NATURA - SCUOLA


. CARATTERISTICHE GEOLOGICHE - GEOMORFOLOGICHE GENERALI DEL
TERRITORIO ALESSANDRINO.
. IL FIUME E LA CITTA'. Un percorso di conoscenza a cura
di Pro Natura.
. DETTAGLIO DEL PERCORSO: dalla cascina Moietta alla Confluenza Orba.

PRESENTAZIONE.
IN VIAGGIO CON PRO NATURA - SCUOLA
Viviamo un tempo di passaggio. Sta cambiando la scuola - il sistema scolastico in
generale ma, particolarmente, la scuola secondaria mentre altri profondi processi si stanno
svolgendo a livello economico, sociale e politico, per non parlare di quelli che coinvolgono
le relazioni interpersonali, i modi di interpretare la realt, le idee e le pratiche etiche, la
nostra stessa identit, pi difficili da mettere a fuoco e da esprimere, ma che pi ci
attraversano e ci interrogano nel privato delle nostre vite e delle nostre coscienze.
Che si vogliano considerare tutti questi processi singolarmente o, pi correttamente,
nelle loro reciproche connessioni sistemiche, ci ritroviamo nelle condizioni di quel
nuotatore della metafora utilizzata da Serres, che, avendo lasciato da tempo la riva
conosciuta e non vedendo ancora l'approdo, vive una condizione di perdita di riferimenti,
in cui pu solo affidarsi alla sofferenza ed al coraggio dell'apprendimento, immerso nelle
acque del passaggio. "Nessun apprendimento evita il viaggio e apprendere d inizio
all'erranza"'.
Il nostro orizzonte epocale ci consegna ad una dimensione di incertezza, della
sospensione nel non p e nel non ancora, condizione che senz'altro di spaesamento, di
faticoso tentativo di ripensare e ricostruire discorsi, concetti, pratiche sociali e
professionali, organizzativi, ma anche - e questo il bello - feconda di opportunit di
sviluppo personale e collettivo. Forse un inizio un po' enfatico ma chi si occupa di scuola
in Pro Natura ha imparato a non vedere le cose con gli occhi di ieri e, soprattutto, a tentare
interpretazioni da pi punti di vista, non sempre pienamente riconoscibili e, alcune volte,
nemmeno ipotizzabili. Questo , per, il nostro intendimento e ad esso ci atterremo.
(vedi il doc. 04.omissis)

Evoluzione geomorfologica quaternaria


La pianura alessandrina si pu quindi ritenere formata, come precedentemente indicato,
nelle sue delineazioni generali gi all'inizio del Pleistocene medio (0,7 Ma), con spessori
massimali di circa 120 - 140 m dei suoi sedimenti continentali nella zona di Spinetta
Marengo (Braga G. e Casnedi R., 1976, De Luca D., Masciocco L., Ricci P. e Zuppi G. M. ,
1987).
Tale potenza alluvionale, oltre al processo di subsidenza ormai in atto con fasi discontinue
dall'inizio del Pleistocene inferiore, va altres correlata a quelle spinte orogenetiche della
tettogenesi alpino - appenninica che, molto attiva soprattutto alla fine del Miocene e
perdurata fino al Pleistocene, diede origine, con la compressione del bacino padano, a
movimenti traslativi, pi volte attivati, durante le fasi tettoniche compressive pliocenico quaternarie, responsabili della formazione di un sistema di fasci di pieghe accavallate
verso N, che rappresentano gli accavallamenti ("thrust") frontali sepolti caratteristici del
regime compressivo orogenico dell'Appennino settentrionale. Infatti questa struttura
sepolta appenninica, nell'area della pianura tortonese - alessandrina, postra la presenza
nel substrato di un basso strutturale (brachisinclinale) in corrispondenza dell'area
occupata dal golfo del mare padano, che ha appunto facilitato l'accumulo sedimentario, e
di un alto strutturale (asse anticlinalico sepolto) lungo la direttrice Tortona - San Giuliano
Nuovo - Montecastello. Pertanto, questo substrato prequaternario, sottostante ai depositi
continentali della piana, presenta cos, lungo il precitato allineamento, una soglia con
soggiacenza di una decina di metri presso Tortona, di 20 m tra san giuliano nuovo e
Castelceriolo (De Luca D., Masciocco L. e Zuppi G.M., 1985), di una decina di metri nella
zona di Montecastello (Grasso F., 1969). Questo asse anticlinalico sepolto, conosciuto in
letteratura come "dorsale sepolta", divide pertanto la pianura padana a N, dalla pianura
tortonese - alessandrina a S, che come stato indicato, rappresenta il bacino colmato
con sedimenti terrigeni pleistocenici ed olocenici continentali provenienti dalle catene
appenninica ed alpina ligure.
Il territorio alessandrino, nel suo asse nord - sud, si presenta pertanto con questo assetto
topografico differenziato tra l'area collinare, rappresentata dalle formazioni appenniniche
ed alpino liguri, e l'area di pianura, costituita dalle deposizioni alluvionali del Quaternario
continentale che ricopre il substrato accavallato in sistemi di strutture ripiegate verso N.
IL FIUME COME AMICO. Un percorso di conoscenza a cura
di Pro Natura.
Quante volte ci capitato di utilizzare in modo didattico una carta geografica propriamente
detta o qualche altra rappresentazione del territorio - pi o meno strutturata - che ha
sempre avuto la capacit di chiarire dubbi, di "spaziare" facendo scaturire un senso logico
del territorio, senza tante parole inutili. Di fronte all'evidenza della carta (viene da
ripensare al detto "carta canta") c' ben poco da aggiungere. Il Nord, e tutti gli altri punti
cardinali, sono l a darci un ulteriore aiuto, i punti di riferimento terrestri (come fiumi, case e
cascine, rogge, alberi isolati o grandi boschi, piccole strade ed imponenti autostrade)
stanno a confermarci che la rappresentazione che abbiamo davanti, pur se approssimativa
- comunque - quanto vediamo, quanto ci serve per orientarci e per conoscere, per
scegliere o sbagliare.
I termini "scegliere e "sbagliare" ci paiono - tra l'altro - perfettamente consoni a quanto ci
stato parato innanzi quella tragica mattina di domenica 6 novembre 1994. Le cartine si
sprecavano, come gli allarmi, le segnalazioni, le "indicazioni operative", le "prescrizioni di
servizio" e quant'altro avrebbe dovuto servire da paracadute a fronte di una tragedia che
definire immane dir poco. E invece le carte sono rimaste l, a far la muffa, ripiegate in un
angolo buio o peggio, sommerse anche loro dal fango.
Da qui nasce la prima idea di andare oltre la rabbia e lo sconforto, per cercare di capire e
di far capire, anche perch la nostra funzione docente non pu prescindere da una netta

presa di posizione a difesa del territorio e di tutto quanto minacciato da un'ondata che
non fa che riprendersi ci che le stato tolto.
Scopo di questa proposta, che si concretizza nell'analisi dettagliata, in vista di una
conoscenza pi diretta, di un tratto del fiume Bormida immediatamente a sud della citt,
esattamente questo. Far conoscere meglio la storia del nostro territorio, dei nostri fiumi,
delle nostre difficolt e dei nostri adattamenti ripetutisi nei secoli a fronte di una realt
incontrovertibile: il fiume un'entit viva, con suoi caratteri, tempi ed esigenze.
Nel progetto in esteso (cos come sar presentato ai diversi utenti) a questo punto
vengono presentate alcune letture che qui, per comodit, citeremo soltanto:
1. Antonio CEDERNA, La distruzione della natura in Italia, Torino, Einaudi, 1975, p. 20)
2. Floriano VILLA, Fragile suolo. Metodi e criteri per un nuovo approccio al problema della
difesa del suolo, in "notizie verdi" n. 45, dicembre 1994
3. Giuliano CANNATA, Come si costruisce una catastrofe. Uso e governo del suolo, idem
n. 45
4. Dino GRIBAUDI, Alle origini della terra alessandrina e dei suoi insediamenti umani,
Torino, Ed. Deput. Sub. Storia Patria, 1970

. Dettaglio del percorso: dalla cascina Moietta alla Confluenza Orba.


Osserviamo il territorio.
Le rappresentazioni aeree hanno sempre un certo fascino e, anche se in condizione di
elaborazione computerizzata, riescono a rendere il territorio nella sua completezza pi
autentica.
Immediatamente saltano agli occhi i letti dei fiumi, l'alternarsi regolare dei coltivi, le linee
nette di strade e ferrovie. Soprattutto per i nostri fini, risultano molto evidenti i "paleoalvei"
da considerarsi un po' come gli antenati dei corsi attuali dei fiumi.
L'analisi, quindi, di tutta la documentazione fotogrammetrica, che con le ultime "strisciate"
post-alluvionali (l'ultima del 2001) giunta sicuramente a livelli considerevoli, si presenta
come la chiave principale di qualunque ulteriore considerazione.
Per questo motivo si deciso di utilizzare alcune serie di foto aeree per meglio illustrare il
territorio. Il lavoro di comparazione proposto sempre con altre due carte fondamentali. Si
tratta della Carta dell'Istituto Geografico Militare di Firenze che presenta caratteri
decisamente conservativi, essendo stata redatta in diverse occasioni fra il 1878 e il 1935
(senza considerare gli ultimi ritocchi, degli anni Sessanta dello scorso secolo, inerenti le
aree abitate) e la Carta Tecnica Regionale del Servizio Cartografico della Regione
Piemonte del 1992.
In particolare la prima carta (quella dell'I.G.M.) ha nel dettaglio al tratto, nella definizione di
argini, piccoli rilievi ed avvallamenti, nella descrizione di anse, lanche ed alvei prosciugati,
un'enorme valore dal punto di vista idrogeologico. Tale rilevanza deriva dalla
riproposizione, in molti casi, di ci che non esiste pi, essendo diventato parte del
paesaggio agrario attuale o, pi semplicemente, cancellato da una strada o un'area
industriale o a destinazione abitativa. Le linee sono a volte impressionanti nella loro
chiarezza e ripropongono quello che doveva essere il territorio anteriore alla grande
industrializzazione ed urbanizzazione della nostra area geografica.
Molto pi essenziale e immediata invece la C.T.R. (Carta Tecnica Regionale) che, per,
ha i due grandi vantaggi di riferire alla situazione odierna ci che, altrimenti, rischierebbe
di essere troppo confinato in un seppur recente passato e, soprattutto, di indicarci con
chiarezza le aree attuali ancora degne di essere prese in considerazione per un esame
dettagliato (dal punto di vista botanico o architettonico) con conseguente visita e, se del
caso, protezione.

Il percorso
E' la situazione che viene presa in considerazione lungo la Bormida nella zona oltre ponte
ferrovia, in prossimit della cascina Moietta, per raggiungere, poi, con un percorso vario e
- tutto sommato - agevole, la confluenza con il torrente Orba. Qui vi ancora un'area che
d, anche se in modo limitato e frammentario, un'idea di come doveva essere l'antica
foresta planiziale che insisteva sulla piana alessandrina.
1. Inizio percorso con osservazione delle cascine napoleoniche e breve storia dei fatti del
giugno 1800.
2. Dalla cascina Moietta al viale dei gelsi centenari. Osservazione delle grandi piante e di
alcuni fenomeni di simbiosi.
3. Osservazione del sottobosco tipico planiziale: "biancospino", "sambuco", ecc.
4. Osservazione di piante tipiche della foresta planiziale (relitti); "salice". "pioppo nero"
"pioppo bianco", "olmo", "rovere", "farnia", "acero campestre", ecc.
5. Osservazione dell'andamento (sul "campo" e sulle carte) dei paleoalvei della Bormida
e, probabilmente, della stessa Orba; considerazioni sulla costruzione delle difese
(arginature di vario tipo, prismate, ecc.) e sulla loro effettiva efficacia.
6. Considerazioni sulle baracche lungo fiume, sulle autorizzazioni e sul significato che
possono avere per una parte di popolazione;
7. Verifica sul campo della consistenza dell'insieme della fauna ittica e delle sue
caratteristiche (anche in senso storico, con l'attuale prevalenza di pesci di grossa taglia
"siluridi")
8. Passaggio attraverso l'arcata est del ponte ferroviario della linea Genova Torino;
osservazione dei diversi ponti - con i rispettivi agganci - che si sono succeduti nel
tempo. Lettura di alcuni dei testi a disposizione su questo particolare argomento (la
costruzione dei ponti) da G. Cesare all' arch. Straneo.
9. Osservazione del dislivello posto a fine "cuscino" alluvionale, con verifica della
volubilit del fiume sulle carte topografiche.
10. Inizio del percorso in "piccola foresta", immediatamente a ridosso dell'argine con
osservazione delle variet botaniche presenti.
11. Possibilit di continuare fino alla confluenza Orba (circa 1500 m. senza particolari
dislivelli su sentiero comodo) con finale osservazione del fiume oppure
12. Possibilit di concludere il percorso dopo circa 500 m. con il raggiungimento della
principale ansa della Bormida immediatamente a sud della citt di Alessandria.
13. Considerazioni finali e osservazione in situ dei ciotoli visibili ad occhio nudo, previa
semplice lavatura e, se del caso, con spaccatura centrale finalizzata a metterne in
evidenza la costituzione interna.
14. Conclusione dell'esperienza, se richiesto, con brandi letterari e poetici letti direttamente
vicino al fiume (ad es. "Pioppo morto" di Garcia Lorca, brani dal "Mulino del Po")
15. Argomento che viene ripreso nel testo di Fulco Pratesi:
- Fulco PRATESI, Gli ambienti naturali e l'equilibrio biologico, in "STORIA D'ITALIA,
ANNALI, vol. 8, Torino, Einaudi, 1989.
Ovviamente ogni parte pu avere integrazione o variazioni a seconda delle necessit.
Il responsabile di educazione ambientale

Note

Milanaccio A. (1997), Cittadinanza, formazione, sviluppo sostenibile, relazione al


Convegno "Cittadinanza e Formazione", Legambiente, Roma aprile 1997; Milanaccio A.,
Dalla lotta all'inquinamento alla societ sostenibile, dattiloscritto non pubblicato, novembre
1997, Torino.

Milanaccio A. (2001), ... idem..., dattil. non pubbl.

Garelli E (2002), Il sistema socio-culturale, in AA.VV. (2002), Manuale di sociologia,


UTET, Torino.

AA.VV. (2000), Rapporto ISFOL 2000, Franco Angeli, Milano, pag.171 e seg.

Gasperoni G. (1995), "Livelli di apprendimento e valutazione nella scuola


secondaria superiore", in "Sisifo" n.30 febbraio 1996; Gasperoni G. (1995), Diplomati e
istruiti. Rendimento scolastico e istruzione secondaria superiore. Apprendimenti, voti,
valutazione nella scuola italiana, Il Mulino, Bologna.

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