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DELLA CERTEZZA
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ALDO GASGANI
INTRODUZIONE
IX
ALDO GARGANI
INTRODXraONE
XI
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AUX) GARGANI
INTRODUZIONE
Xni
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ALDO GASGAMI
INTRODUZIONE
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XVI
ALDO GARGANI
INTRODUZIONE
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' ... la cosa uno, proprio perch si oppone ad altre. In quanto peraltro
uno essa non esclude da s altre cose (giacch essere uno significa essere
l universale rapportarsi a se stesso; ed essendo essa un uno, piuttosto egua
le a tutte) ma le esclude per via della determinatezza. Poich la propriet
la propri propria della cosa o una determinatezza nella cosa stessa, que
sta ha parecchie propriet [...]. dunque in verit la cosa stessa che bianca,
e anche cubica, e anche sapida ecc.; ossia la cosa i lanche o l universale
mezzo nel quale le molte propriet sussistono luna fuori dellaltra [...] fi
dunque lunit che la coscienza dovr prendere su di s, poidi la cosa
il sussistere delle molte propriet diverse e indipendenti
L'unificare
queste ptopriet tocca soltanto alla coscienza: nella cosa, quindi, essa non
deve lasciarle confluire in un uno {ibid., pp. 93-96 [pp. 100-1]).
i
PP-
CPP- * 8-191.
XVIII
ALDO GARGANI
INTRODUZIONE
XIX
Ibid.,p.2.
und Irrtum d t . , p . 2.
XX
albo
GARGANI
Ogni disagio intellettuale \ prefigurato il tema wittgensteiniano del lavoro filosofico e analitico come eliminazione
di disagi, di inquietudini intellettuali che sorgono nel corso
del disdplinamento concettuale dellesperienza. La condotta
intellettuale si crea suol scopi per il raggiungimento dei quali
risulta poi imbrogliata dalle stesse regole ^ e si data. Il
fatto fondamentale, qui, che noi fissiamo certe regole,.una
tecnica per un giuoco, e poi, quando seguiamo le regole, le
cose non vanno come avevamo supposto. Che dunque d im
pigliamo, per cosi dice, nelle nostre proprie regole. Questo
impigliarsi nelle nostre regole appunto d che vogamo
comprendere, do, d di cui vogliamo ottenere una visione
chiara. Esso getta una luce sul nostro concetto di intendere.
Infatti, in qud casi, le cose vanno diversamente da come ave
vamo inteso, previsto. Quando, per esempio, compare ima
contraddizione, didamo appunto; 'Io non lho intesa cosi.
Lo stato dvile della contraddizione, o il suo stato nd mondo
dvile; questo il problema filosofico
N d programma machiano il pensiero sdentifico sorge dal
la medesima matrice dd sensp, dellopinione comuni. Sebbe
ne orientato verso lintegrazione concettuale di unesperien
za parziale, il pensiero sdentifico nondimeno, nd corso dd
suo sviluppo, assume ima finalit di natura esdusivamente
cognitiva. Ma anche dopo che si prodotto questo salto di
qualit, lattivit sdentifica risulta invariabilmente destinata
a generare una pi attrezzata e controllata raffigurazione dei
fatti che contemporaneamente una funzione di adattamento
(Anpassung) allesperienza. Pur nellautonomia e nella puri
ficazione logica della sua condotta il pensiero scientifico non
dimeno assolve a qud medesimi scopi ai quali il pensiero po
polare, il senso comune sono ordinati sia pure in una forma
assai pi limitata, precaria e, soprattutto, vincolata a bisogni
pratid particolari. Le istanze biologiche e antropologiche nd
passaggio dal pensiero comune a quello sdentificamente con
trollato attraverso losservazione e il cdcolo matematico han
no mutato linguaggio e strategia di ricerca, non la finalit che
sempre quella dd miglior adattamento allambiente.
MACH, Erkennlnis und Irrtum d t ., p . 2.
*
I , WITTGENSTEIN, PhUosopbtsche Untersucbungen, a cura di G . E. M.
INTKODUZIONE
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ALDO GARGANI
tamente non d domandiamo: petxrh viviamo? E cosi Wittgenstdn, considerando il parlare, il pensare, il calcolare come
dtrettan parti della nostra vita, ha definito le nostre opera
zioni intellettuali come tratti d ^ condotta ordinaria degli
uomini. Esse sono attivit naturali, come mangiare, passeg
giare, bere \ Q non implica una versione naturalistica di t ^
operazioni, cosi come se fossero manifestaziom di neuroni, di
filamenti nervosi e di muscolature. Significa che di fronte ad
esse non dobbiamo porre il problema di una legittimazione
teorica e di una fondazione logica. Semplicemente perch le
spiegazioni hanno un termine, perch ad un certo punto la
vanga incontra lo strato rocdoso su cui si piega, Wittgensteb
ha espresso una definitiva rinunda alle strategie della dupli
cazione e della riflessione scaturite da ambizioni fondazionali.
In un ceno senso, ora, la condotta intellettuale viene a far
parte, con Wittgenstein, della nostra forma di vita, anzich
corrispondere agli atti dd pensare, dd parlare, dd calcolare
quali venivano intesi dalla tradizione mentalistica della no
stra cultura. Questi ultimi ora non hanno pi lalone subli
mato dellidealit e dellinteriorit profonda. ovviamente
solidale con questa assunzione wittgensteiniana la circostan
za che i super-concetti (ber-Begriffen), quali io, mon' Perch l'uomo pensa, perch
esempio calcola le dimensioni di una
caldaia a vapore e non lasa che sia il caso a determinare il suo spessore? Il
calcolo impedisce forse che la caldaia esploda? No, la caldaia pu naturaimente scoppiare malgrado il calcolo. Ma come l'uomo che si bruciato una
volta non infila pi la mano nel fuoco, cosi non rinunda neppure a calcolare
le dimensioni della caldaia
Se ora mi domandano; Hai avuto ragione di
usare uno spessore di i } mm? Dormi tranquillo? devo rispondere con la
controdonianda: Q ie cosa significa 'ragione*? Se intendete che sappiamo che
la caldaia non pu esplodere, non ho avuto ragione; se invece che con questo
calcolo ho stabilito le dimensioni della caldaia, allora ho ragione (Wittgen
stein und der Wiener Kreis, Gesprache, auigepichnet von F. Waismann, a
cura d B. F, McGuinness, Frankfurt am Main - Oxford 1967, pp. 171-72
[trad. it. di Sabina de Waa, Firenze 1973, pp. 162-63]). A che scopo l'uo
mo pensa? A che gli serve? Perch costruisce le caldaie in base a calcoli e
non affida al caso la resistenza delle loro pareti? Dopo tutto soltanto un
fatto di espwenza die le caldaie, cosi calcolate, non esplodano tanto spes
so!... Per siccome le cause non ci interessano, - diremo: Sta d fatto che
gli uomini pensano; per esempio, quando costruiscono una caldaia procedo
no in questo modo. - C impossibile che una caldaia, costruita in questo
modo, esploda? Oh, si; Dunque luomo pensa perch il pensare ha dato
buoni risultati? Perch pensa che sia van t^ ioso pensare? (Educa figli
perch ci ha dato buoni risultati?) G>me s potrebbe scoprire perch pen
sa? {Phitosopbische Untersuchungen cit., parte I, sezz. 466-68).
* Ibid.,sez.2}.
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r 69. Vorrei dire: Se mi sbaglio t questo, allora, qua(Junque cosa io dica, non ho nessuna garanzia che sia vera.
Ma non per questo unaltra persona dir la stessa cpsa di me,
0 io la dir di imaltra persona.
70.
Per mesi ho abitato allindirizzo A, ho letto U nome
della strada e il numero civico per un numero infinito di vol
te; qui ho ricevuto innumerevoli lettere, e ho dato questindirio a un numero enorme di gente. Se mi sbaglio su questo,
il mio errore non affatto pi trascurabile che se io credessi
(a torto) di scrivere in cinese e non in italiano '.
\ ^ 7 i . Se un bel giorno un mio amico fantasticasse di aver
vissuto per molto tempo in un certo posto cosi e cosi, questo
non lo diiamerei un errore, ma piuttosto un disturbo menta
le, forse passeggero.
Nel testo: in tedesco[N.</.T.].
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LUDWIG W I T T G E N S T ^
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94.
Ma la mia immagine del mondo non ce lho perch
ho convinto me stesso della sua correttezza, e neanche per[ sono co nvinto dplfl sua m rrp ftM aa.^ In stnnrin rhft mi
Stato tramandato, sul quale d songu^ vero e falso. ^-----
95.
Le proposizioni, die descrivono questimmagine
mondo, potrebbero appartenere a una specie di mitologia^
la loiro funzione simile alla funzione delle regole del giuoco,
e il giuoco si pu imparare andie in modo puramente prati1co, senza bisogno dimparare regole esplicite.
9 ^. Ci si potrebbe immaginare che certe proposizioni che
hanno forma di proposizioni empiriche vengano irrigidite e
funzionino come una rotaia per le proposizioni empiriche non
rigide, fluide; e che questo rapporto cambi col tempo, in
quanto le proposizioni fluide si solidificano e le proposizioni
rigide diventano fluide.
97. La ntologia pu di nuovo tramutarsi in corrente,
\ l alveo del fiume dei pensieri pu spostarsi>Ma io faccio una
distinzione tra il movimento dellacqua nellalveo del fiume,
e lo spostamento di questultimo; anche se, tra le due cose,
una distinzione netta non c.
98. Se per qualcuno dicesse: Dunque, anche la logica
una scienza empirica, avrebbe torto. Ma questo giusto:
che la medesima proposizione pu essere trattata, una volta,
come una proposizione da controllare con lesperienza, unal
tra volta come una regola di controllo.
99. Si, la riva di quel fiume consiste lin^rte di^rocd
dura, che non sottost a nessun cambiamento, o sottost
soltanto a cambiamenti impercettibili, e in parte di sabbiarche ora qui, ora l, lacqua dilava ed accumi^.
100. Le verit che Moore dice di conoscere sono tali che,
detto alla buona, se le conosce lui allora le conosciamo tutti.
101. Una proposizione di questo genere potrebbe esse
re, per esempio: Il mio corpo non mai sparito per riappa
rire di nuovo dopo im po di tempo.
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102. Non potrei credere che utia volta, senza che lo sapes
si, forse mentre ero in istato dincoscienza, io sia stato allon
tanato di molto dalla Terra, e che gli altri lo sappiano, ma
non me lo dicano? Ma questo non si adatterebl^ affatto al
resto delle mie convinzioni. N o n ^ che io possa descrivere
il sistema di queste convinzioniWa le mie convinzioni for
mano un sistema, im edificio^ '
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uomini giudicavano che un re potesse far pionot didamo che questo contraddirrebbe ogni esperienz^Oggi si giudica che laeroplano, la radio, ecc., siano mezzi
per avvicinare tra loro i popoli e per diffondere la cultura.
133. In circostanze normali non con la vista che mi con
vinco di avere due mani. 'Perch no? Forse lesperienza ha
dimostrato che non necessario? Oppure (anche): In un
modo o nelldtro abbiamo imparato una legge generale ddlinduzione e ora le prestiamo fiducia anche qui? - Ma perch
dovremmo avere imparato per prima cosa una legge generale
e non, immediatamente, la legge speciale?
134. Se metto un libro nd cassetto, suppongo che stia li
a meno che... Lesperienza mi d sempre ragione. Finora
non si mai dato un caso, ben accreditato, di un libro che sia
(semplicemente) sparito. Spesso accaduto che non si sia
pi trovato un libro, per quanto credessimo di sapere con
certezza dove fosse. - Ma certo lesperienza cinsegna effettT
vamente che un libro (per esempio) non scompare. (Per esem-_
pio, non evapora gradualmente). - Ma questesperienza
fatta con libri, ecc., che d fa supporre che il'libr' non sia
sparito? Ebbene, supponiamo che in certe drcostanze i libri
svanissero - allora non cambieremmo la nostra assunzione?
Si pu contestare leffetto dellesperienza sul nostro|sisteml
di assunzioni?
\
'Tf/V/V
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Il fatto che io consideri questa proposizione come sicura1 mente vera caratterizza anche la mia interpretazione delle- ^
' sperienza.
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2 9 ^
159.
Da(^ambipr impariamo certi fatti, per esempio che
ogni uomo ha un cervello, e li accettiamo fiduciosamente. Io
credo che esiste unisola, lAustralia, che ha questa determi
nata configurazione cosi e cosi, e via dicendo; io credo di
aver avuto dei bisnonni, e che le persone che si facevano pas
sare per miei genitori fossero davvero i miei genitori, ecc.
Pu darsi che questa credenza non sia mai stata espressa, e
addirittura il pensiero, che le cose stanno davvero cosi, non
sia neppure mai stato pensato.
160. Ill^amb^ imgara, perch crede agli adulti.^Td^
^bio vien </op^1gtf^enz^
161. Ho imparato un numero enorme di cose, e le ho ac
cettate in fotza dellautorit di alcuni uomini, e poi ho trova
to che alcune cose erano confermate, e che altre erano confu
tate dalla mia esperienza personale.
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186,
Potrei supporre che Napoleone non sia mai esisti
to, e che sia una favola, ma non che 150 anni fa la Terra non
esistesse.
187.
TuM/che 150 anni fa la Terra esisteva?-Certo,
che lo so. Lho saputo da uno che su certe cose la sa lunga.
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funzione ben determinata leserdta anche quello die consideriamo come ima prova (Evidenz) sicura.
X 9 7 . Ma sarebbe un non-senso il dire che consideriamo
certe cose come prove sicure, perch sono certamente vere.
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247.
Come sarebbe se ora dubitassi di avere due mani?
Perch non me lo posso neppure immaginare? Che cosa ere-eteirse non credessi questo? Non ho ancora proprio nessun
stema m cui potrebbe esistere questo dubbio.
248 ; Sono arrivato al fondo delle mie convinzionir^ '
E di Qusto
gstb muro tnestrlsi
ti~~
potrebbe quasi dire che sor- A( AraUi
retto dallintiera
casa.
249. Del dubbio ci facciamo unimmagine falsa.
250. In circostanze normali, che io abbia due mani tan
to sicuro quanto qualsiasi altra cosa che potrei addurre come
prova dellavere due mani.
Per questa ragione non sono nella posizione di considerare
come prova di d il fatto che vedo la mia mano.
251. Questo non vuol forse dire: Agir incondiziona
tamente secondo questa credenza, e non mi lascer forviare
dannila?
252. Ma certo non sono soltanto io a credere, in questa
maniera, di avere due mani: lo credono tutte le persone ra
gionevoli. '
^3^. IA fondamento della credenza fondata sta la credenza inifondatSlj^
^
254. Tutti gli uomini 'ragionevoli* agiscono cosi,
255. Il-dubbio ha certe manifestazioni caratteristiche,
ma queste sno le sue caratteristiche soltanto in certe circo
stanze. Se un tizio dicesse che dubita dellesistenza delle sue
mani, e continuasse sempre a guardarle da tutte le parti, e cer
casse di convincersi che non c nessun trucco fatto con gli
specchi, o altre cose del genere, noi non saremmo sicuri di
poter dire die-MttQj}U^to im dubitare. Potremmo descri
vere il suo^od ^ a g ^ ^ome uno dei comportamenti simili-^
al dubitare, mali su o^ oco non sarebbe il nostro.
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283'. Ii^ td , come J>u^ bambino dubitare immediatainente di quello che gli sinsegna? Questo potrebbe soltanto
voler ^ e "che non ^ stato i^ 3o~3nmparare certi giuochi
linguistid.
284. Fin dai tempi pi antichi gli uomini hanno ucdso
animali e hanno usato la loro pelliccia, le loro ossa, ecc. ecc., _
per certi scopi: contovano con sicurezza di ritrovare parti si-^|_H
----- '
mili in ogni animale simile.
Etanno sempre imparato dall^perienza] e dalle loro azio
ni si pii vedere che credono alcune cose con certezza, sia che
esprimano, sia che non esprimano questa credenza. G>n que
sto, naturalmente, non voglio dire che luomo debba [sollen]/ ^
agire cosi: voglio dire soltanto che agisce cosi.
^ '
285. Se un tizio cerca qualcosa, e magari va scavando la
terra in un posto ben preciso, cosi facendo mostra di credere
che quello die cerca sia li.
286. Quello a cui crediamo, dipende da quello che impa
riamo: Noi tutti crediamo che sia impossibile arrivare sulla
Luna, ma pu darsi che d siano uomini che credono che la
cosa sia possibile e che un giorno o laltro accadr. Didamo:
questa'gente non sa molte cose che noi sappiamo. lascia
pure che siano cosi sicuri del fatto loro - sono in errore, e
noi lo' sappiamo.
Se confrontiamo il sistema del nostro sapere con il loro,
si vede che il loro sistema di gran lunga il pi povero.
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23.9.50
/
H tiiicercbeplosoficbe,pasm \ii.d.l\.
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10.3.51
*
300.
Non tutte le correzioni dd nostri punti di vista stan
no sul medesimo piano.
' Noi siamo convinti che la Tetra rotonda. In inglese nel testo
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301. Posto che non sia vero che la Tetra esisteva gi mol*
to tempo prima che io nascessi, come d si deve immaginare
la scoperta di questerrore?
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...............
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370.
Ma per meglio dite: Il fatto che io usi senza alcun
scrupolo la parola mano e tutte le restanti parole della mia
proposizione; si, il fatto che non appena volessi anche solo
provarmi a dubitarne mi troverei di fronte al nulla, - mostra
chii^assenza del dubbio fa parte dellessenza del giuoco linguisticcyhe la domanda G>me faccio a sapere che... tira
per le lunghe il giuoco linguistico, d addirittura lo toglie viaj
^ 371. Nel senso di Moore, Io so che questa una mano,
non vuol forse dire la stessa cosa di, o qualcosa di simile a:
io potrei usare enunciati come: Io ho male a questa mano,
oppure, Questa mano pi debole dellaltra, oppure an
cora Una volta mi sono rotto questa mano, e innumerevoli
altri, in giuochi linguistici in cui non entrano dubbi suUesi_jtenza di questa mano.
------------------------372. Soltanto in certi casi possibile unindagine cosi;
Questa davvero una mano? (oppure: la mia mano?)
Infatti, finch non gli si diano determinazioni pi precise, la
proposizione Dubito se questa sia effettivamente la mia (o
una) mano non ha ancora nessun senso. Da queste parole
soltanto non possibile vedere se mai sintenda un dubbio, e
quale genere di dubbio sintenda.
373. Perch dovrebbe esser possibile avere una ragione
per credere, quando non possibile esser sicuri?
374. Insegnamo al bambino: Questa la tua mano,
non: For^e [o probabilmente] questa la tua mano. CoL^
si il bobin o impara gl^nnumerevoli giuochi linguistici c h e j ^
hanno da fare con la sua mano. Non gli viene affatto in men
te dindagare, o di chiedere, se questa sia davvero una mano.
Daltra parte, non impara neandie di sapere che questa una
mano.
375. Qui ci si deve render conto che non necessariamen
te lassenza completa di dubbio in un certo punto, falsifica un
giuoco linguistico, neppure l dove, come iremmo, pu sus
sistere un dubbio 'legittimo. Perch, appunto, esiste andie
qualcosa come xm'dtra aritmetica.
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il sap ere si
fonda s o p r a
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21.3.
'
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26 .3.51
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27.3.
43jj. Spesso siamo stregati da una parola. Per esempio,
dalla parola sapere.
436. Dio vincolato dal nostro sapere? impossibile
che alcuni dei nostri enunciati siano f^ i? Perch propr9
questo vogliamo dire.
437. Sono propenso a dire: Questo non pu essere fal
so. Questo interessante, ma quali cons^enze ha?
438. Non sarebbe sufficiente assicurare che io so cosa ac
cade in quel certo posto cosi e cos - senza indicare ragioni
che convincano (laltra persona) che mi trovo nella condizionedisaperlo.
439. Anche lenundato: So che dietro questa porta c
un corridoio, e che poi c la scala che conduce al pianterre
no suona cosi convincente soltanto perch ciascuno suppone
che io lo sappia.
440. Qui c qualcosa di generale; non soltanto qualcosa
dipersonale.
441. In unaula giudiziaria, la pura e semplice rassicura
zione fatta da un testimonio: Io so... non convincerebbe
nessuno. Si deve dimostrare che il testimonio si trovava nella
condizione di saperlo.
Anche la rassicurazione: Io so che questa una mano,
- fatta mentre uno guarda la propria mano - non sarebbe cre
dibile se non conoscessimo le circostanze che hanno accom
pagnato 1enundato. E il fatto che le conosciamo, sembra die
d assicuri che da questo pimto di vista chi parla un uomo
normale.
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3.4,51
464. ' La mia difficolt si pu anche dimostrare in questo
modo: Sono seduto e chiacchiero con un amico. Improvvisa
mente dico: Per tutto questo tempo sapevo benissimo che
tu sei N. N.. Questa davvero soltanto un'osservazione su
perflua, anche se vera?
Mi sembra che queste parole sarebbero simili a un Sal
ve! , detto allaltro nel bel mezzo di una conversazione.
465. E se invece di: Oggi si sa che d sono oltre... spe
de di insetti? si dicesse: Io so che questo un albero?
Se un tizio pronunciasse improvvisamente questa proposi
zione al di fuori di ogni contesto, si potrebbe credere che nel
frattempo aEEa'pensatolTqulcbsaltro, e ora pronunci ad
alta voce una proposizione tratta dal giro dei suoi pensieri.
Oppure anche; che sia in trance, e parli senza pensare a quel
lo che dice.
466. Cosi mi sembra di aver gi saputo qualcosa per tut
to questo tempo; e che tuttavia non abbia senso il dirlo, le
nunciare questa verit.
467. Siedo in giardino con un iosota Quello dice
tute volte: Io so che questo un albero, e cosi dicendo
indica im albero nelle nostre vicinanze. Poi qualcuno arriva
e sente queste parole, e io gli dico: Questuomo non pazzo: stiamo solo facendo filosofia . j----------------------4.4.
468.
Un tizio mi dice, senza che la cosa centri con il re
sto: Questo un albero. Pu darsi che questa proposizio
ne la dica perch si ricorda di averla udita in una situazione
simile; oppure pu darsi che sia stato improvvisamente col
pito dalla bellezza di questalbero, e che la sua proposizione
fosse unesdamazione; oppure pu darsi che si sia detto la
proposizione come esempio grammaticale (ecc.). Ora gli chie
do: In che modo lhai intesa? E quello risponde: Era
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..
h
472. Quando il bambino impara la lingua, impara, con
^I(V0
temporaneamente, che cosa si debba cercare e che cosa non
si debba cercare. Quando impara che nella stanza c un arjmadio, impara a non dubitare se quello che vedr pi tardi
^sia ancor sempre un armadio, o se invece non sia soltanto una
spedediquinu.
473. Come quando, scrivendo, simpara una determina
ta forma primitiva e poi, in seguito, la si varia, cosi simpa
ra prima di tutto la stabilit ddle cose, come norma che poi
soggetta a variazioni.
474. Questo giuoco d buona prova di s. Questa potreb
be essere la causa per cui lo si guoca, ma non ne la ragione.
47;. Qui voglio considerare luomo come un animale;
come un essere primitivo a cui si fa credito bensi dellistinto,.
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9.4.
486. Sai di chiamarti L.W .,0 lo credi soltanto? una
domanda fornita di senso?
Sai che quelle che stai scrivendo qui sono parole della lin
gua italiana ' o lo credi soltanto? Credi soltanto, che cre
dere abbia questo significato? Quale significato?
487. Qual la prova del fatto che so una certa cosa?
Ebbene, non certo il fatto che dico di saperlo.
488. Dunque, quando gli autori enumerano tutto quello
che sanno, questo non prova proprio nulla.
Che si possa sapere qualcosa sulle cose fisiche, non si pu
provare con le solenni dichiarazioni di quelli che credono di
saperlo.
489. Infatti, che cosa si risponde a chi dica: Io credo
che a te sembri soltanto di saperlo?
490. Quando chiedo: So di chiamarmi... o Io credo sol
tanto?, perfettamente inutile che guardi in me stesso.
Per potrei dire: Non soltanto non ho il minimo dubbio
di chiamarmi cosi, ma se sollevassi un dubbio su d, non po
trei essere sicuro di nessun giudizio.
10.4.
5j
491. So di chiamarmi L. W., o lo credo soltanto? - Se
la domanda sonasse: Sono sicuro di..., lo suppongo soltan
to? , allora della mia risposta d si potrebbe fidare. 492.
So o credo soltanto... si potrebbe anche esprime
re cosi: Che dire se sembrasse die venga fuori che queUo che
finora non mi sembrato accessibile al dubbio era unassun
zione falsa? Qui reagirei come quando una credenza si di
mostrata falsa, oppure la cosa sembrerebbe sconvolgere il
' Nel testo: tedesca
8o
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^ ^
82
LUDWIG W IT T G ^ S T E IN
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12.4.
512. La questione certamente questa: E che dire se
tu dovessi cambiare la tua opinione anche su queste cose fon
damentalissime? E la risposta mi sembra questa: Non sei
obbligato a cambiarle. Proprio in questo risiede il loro essere
fondamentali,
513. E che dire se accadesse qualcosa di davvero inaudi
to} se, per esempio, vedessi come le case si tramutano grada
tamente in vapore, senza nessuna causa palese; se gli animali
sui prati stessero sulla testa, ridessero e dicessero parole com
prensibili; se gli alberi si tramutassero gradatamente in uo
mini, e gli uomini in alberi. Allora avevo ragione quando di
cevo, prima che tutte queste cose accadessero: So che que
sta una casa, ecc., o, semplicemente; Questa una casa,
ecc.?
514. Questenunciato mi sembrava fondamentale; se
falso, che cos ncora vero, e che cosa falso?!
515. Se il mio nome non L. W. come posso fidarmi di
d che sha da intendere con vero e falso?
516. Se accadesse qualcosa (se, per esempio, qualcuno
mi dicesse qualcosa) che fosse tale da risvegliare in me il dub
bio, allora esisterebbe certamente anche qualcosa che mi fa
rebbe apparire dubbie le stesse ragioni di quel dubbio, e al
lora potrei deddermi di attenermi alle mie vecchie credenze.
517. Ma non sarebbe possibile che accadesse qualcosa
che mi buttasse completamente fuori dei binari? Prove [Evi
denzi dit mi rendessero impossibile assumere la cosa pi si
cura? o comunque agissero in modo da farmi rovesciare i
miei giudizi pi fondamentali? (Se a ragione o a torto, qui
non importa affatto).
518. Potrei immaginarmi di osservare questa cosa in un
altro uomo?
LUDWIG WITTGENSTEIN
84
519.
Se obbedisci a un comando: Portami un libro,
bens possibile che tu debba indagare se quello che tu vedi
l sia davvero un libro: per allora sai certamente che cosa
sintenda con libro; e se non lo sai puoi forse andare a ri
scontrarlo - ma allora devi senzaltro sapere che cosa signi
fichi unaltra parola. E che una parola significhi questa o questaltra cosa, che venga usata in questo o in questaltro modo,
, a sua volta, un fatto desperienza come il fatto che quellog
getto un libro.
Dunque, per essere in grado di eseguire un comando, non
devi avere nessun dubbio su un fatto empirico. Si, il dubbio
riposa solo su d che fuori del dubbio.
Ma poich un giuoco linguistico una cosa che consiste d
azioni del giuoco ripetute nel tempo, sembra che in nessun
caso singolo si possa dire che, se devesserci un giuoco lingui
stico, questa cosa cosi e cosi devessere fuori dubbio, ma che
si possa dire che di regola certi giudizi empirici devono essere
fuori dubbio.
13.4.
520.
Moore ha ben ragione, dicendo di sapere che davan
ti a lui c un albero. Naturalmente, in questo pu sbagliarsi.
(Infatti qui le cose non stanno come stanno con repressione
Io credo che l d sia un albero). Ma se in questo'tso abbia
ragione o si sbagli, non importante da un punto di vista filo
sofico. Quando Moore contesta quelli che dicono che una cosa
del genere non si pu propriamente sapere, non pu farlo
dandod lassicurazione: che lui sa questo e questaltro, per
ch non c bisogno d credergli. Se il suo oppositore avesse
asserito che non si pu credere questa determinata cosa cosi
e cosi, allora Moore avrebbe potuto rispondergli: La credo
io.
14.4.
521.
^Lerrore di Moorejconsiste nel contrapporre, allas
serzione che una certa cosa non si pu sapere, Io la so.
DELLA CERTEZZA
8^
86
LUDWIG WITTGENSTEIN
525.
Dunque, che aspetto ha il caso in cui con i nomi dei
colori uno ha davvero una reianone diversa da quella che ab
biamo noi? Go, il caso in cui nelluso di tali nomi continua
a sussistere un leggero dubbio, o la possibilit dun dubbio?
16.4.
526.
Un tizio, che guardando una cassetta postale ingle
se dicesse: Io sono sicuro che rossa, dovremmo ritenerlo daltonico ' o credere che non sia padrone della lingua ita
uana
liana ' e non conosca i giusu
giusti nomi aei
dei coiori
colori m
in un
unaltra
aiira un{
lingua.
iremmo
Se non si desse nessuno di questi casi^ non lo c^'iren
bene.
ouuov
'
OAljJr
della
CERTEZZA
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a
^
88
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V.
DELLA CERTEZZA
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19-4.
leuiiiL
DELLA CERTEZZA
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s
giiidizi? Mcor di pi:
cosa potrebbe an-1
(coraltare in piedi/se cadesse questo?]Potrebbe darsi che un
tizio trovasse qualcosa per cui poimcessimo: Era un er
rore?
Qualunque cosa possa accadere in futuro, in qualunque
modo lacqua possa comportarsi in futuro, noi sappiamo che
finora essa si comportata cosi in innumerevoli casi.
Questo dato di fatto infuso nel fondamento del nostro
^uoco linguistico.
559. Non devi dimenticare che il giuoco linpistico ,
per cosi dire, qualcosa di imprevedibeTVoglio dire: Non e
fondato, non raeionevole (o
'
come la nostra vita.
560. E il concetto di sapere accoppiato con quello di
giuoco linguistico.
561. Io so e Puoi fidartene. Ma non sempre si pu
sostituire la seconda espressione alla prima.
^62. In ogni caso importante immaginare un linguag
gio in cui il nostro concetto di sapere non esiste.
^63. Si dice: Io so che ha dolori, anche se non se ne
possono dare ragioni convincenti. - la stessa cosa di Sono
sicuro che...? - No. - Sono sicuro ti d la sicurezza sog
gettiva. Io so vuol dire che tra me, che lo so, e chi non lo
sa, c una differenza di comprensione. (Basata forse su una
differenza nel grado dellesperienza).
Se, in matematica, dico: Io so, la giustificazione di que
sto una prova.
Se in questi due casi, invece di Io so si dice Puoi fidar
tene la giustificazione di volta in volta di specie differente.
la giustificazione ha un termine.
564.
Un giuoco linguistico: portare le pietre da costru
zione, riferire il numero di pietre disponibili. Qualche volta,
del numero si fa una stima, qualche altra volta lo si determi
na con esattezza. Sorge allora la questione; Credi che ci
siano tante pietre cosi?, e la risposta : Lo so, perch le
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LUDWIG WITTGENSTEIN
565.
Ma qui, di un 'sapere che questo si chiama lastra,
quest'dtro si chiama pilastro, ecc., non si fa ancora affatto
parola.
^
.---------
(^V^A,)rO
r)
566. Si, U bambino] che impara il mio giuoco linguistico
y ^ n . 2 ' non impara a dire Io so che questa cosa si chiama
--^ lastra.
.
Ora, esiste certamente un giuoco linguistico in cui il bam
bino usa questa proposizione. Ci presuppone che il bambi
no, non appena gli abbiamo dato il nome, sia anche capace
di usarlo. Come se qualcimo mi dicesse: Questo colore si
chiama '... - Se dunque il bambino ha imparato un giuoco
linguistico con pietre da costruzione, gli si pu dire, ponia
mo: E questa pietra si chiama *..., e in questo modo si
567. E ora, il mio sapere di chiamarmi L. W. della me
desima spede del sapete che lacqua bolle a 100 C? Natural
mente, questa domanda posta male.
568. Se uno dei miei nomi venisse usato solo molto rara
mente, potrebbe darsi che io non lo conoscessi. Che io cono
sco il mio nome ovvio solo perch io, come chiunque altro,
lo impiego innumerevoli volte.
^69. Unesperienza vissuta interna non pu mostrarmi
che so qualcosa.
Se nonostante questo dico: So di chiamarmi..., e tut
tavia, chiaramente, non si tratta duna proposizione empiri
ca,----^70. Io so che mi chiamo cosi; da noi tutti gli adulti
sanno come si chiamano.
Ricerche filosofiche, S a [N. . C.].
DELLA CERTEZZA
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94
579.
Fa parte del giuoco linguistico con i nomi di persona
che ciascuno conosca il proprio nome con la massima sicu
rezza.
20.4.
580. Potrebbe benissimo darsi che tutte le volte che dico
Lo so, la cosa si dimostri falsa. (Far vedere).
581. Pu darsi, per, che io non sia capace di aiutare me
stesso, e rontinui a S chiarare: lo so... Ma allora, come ha
imparato,^ bambino^lespressione ?
582. Lo so pu voler dire: Mi ben noto - ma anche:
certamente cosi.
583. Io so che questa cosa m... si chiama '... - (Zome
fai a saperlo? - Ho imparato...
Qui, in luogo di Io so che, ecc., potrei sostituire: In...
questo si chiama...?
584. Sarebbe possibile utilizzare il verbo sapere sol
tanto nella domanda Come fai a saperlo? , che segua a una
semplice asserzione? - Invece di: Questo lo so gi, si dice:
Questo mi noto, e a ci segue soltanto la comunicazione
del fatto. Ma che cosa si dice invece di: Io so che cos que
sto?
585. Ma So che questo un albero, non dice forse
qualcosa di diverso da Questo un albero?
586. Invece di Io so che cos questo, si potrebbe di
re: Io posso dire che cos questo. E se si adottasse questo
modo di esprimersi, che cosa ne diventerebbe d Io so che
questo un..,?
587. Torniamo alla questione se Io so che questo
un ... dica qualcosa di diverso da Questo im ... Nella
' Questultimo perodo stato aggiunto successivamente [N. d. C.].
DELLA CERTEZZA
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DELLA CERTEZZA
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22.4.
C sempre il pericolo di voler riconoscere il significato
considerando lespressione e lo stato danimo in cui la si usa,
invece di pensar sempre allafprassi^ Per questo, ci si ripete
spesso lespressione, perch come se in essa, e nel senti
mento che si prova, non si potesse far a meno di vedere quel
lo che si cerca.
23.4.
602. Devo dire Credo alla fisica oppure devo dire:
So che la fisica vera?
^
603. Mi insegnano che in queste circostanze accade questa cosa. Lo si scoperto perch si fatta la prova un paio di
TOlte. Certamente, tutto questo non ci proverebbe nulla, se
^ t t intorno a questesperienza non ce ne fossero altre che
insieme con essa costituiscono un sistem^Cosi, non soltanto
si sono fatti esperimenti sopra la cadutaci corpi, ma si sono
anche fatti esperimenti sulla resistenza dellaria, e su molte
altre cose.
Alla fine, per, mi fido di queste esperienze o dei loro re
soconti, e in conformit con questi oriento, senza nessun scru
polo, le mie proprie azioni. Ma questa fiducia non ha ^che
dato buona prova di s? Per quanto io posso giudicarne - si.
604. In pnaula giudiziaria |Tasserzione di un fisico, che
lacqua bolle a 100C, verrebbe accettata incondizionatamen
te come verit.
Se ora non prestassi fede a questasserzione, che cosa po
trei fare per convalidarla? Fare esperimenti io stesso? Qie
cosa proverebbero?
605. Ma che dire se le asserzioni del fisico fossero super
stizione, e se conformare il nostro giudizio a quello che dice
lui fosse altrettanto assurdo che prestar fede alla prova del
fuoco?
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25-4*
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della
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26.4.51
654.
A questo per si possono obiettare alcune cose. In primo luogo, 12 x 12 - ecc. , appunto, una proposi
zione mat^atica, e da questo si pu condudere che soltanto
proposizioni di questo genere si trovano in questa situazione.
E se questa conclusione non giustificata, allora dev^serd
una proposizione altrettanto sicura che tratta del processo di
quel calcolo, ma che non una proposizione matematica. Per esempio, penso a ima proposizione di questa spede:
Quando lo eseguono persone che d sanno fare, il calcolo
'12 X 12 dar 144 ndla gran maggioranza dd casi. Nes
suno mai contester questa proposizione, che, naturalmente.
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