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o d i classi, prendendo le mosse da concetti che si collegavano d i r e t t a mente al particolare m o m e n t o storico dei singoli studiosi e dai q u a l i
perci costoro n o n potevano prescindere, anche se potevano applicarli
alle epoche pi antiche solo mediante una progressiva generalizzazione.
M a la societ burocratico-industriale del presente ^' n o n pu pi fare
uso dello specifico concetto d i classe ottocentesco, per n o n parlare p o i
del concetto d i ceto. Perci sembra tanto pi necessario comprendere
le antiche societ per ceti i n base ai loro p r i n c i p i c o s t r u t t i v i peculiari,
poich solo i n t a l modo esse possono rivelare le radici storiche della
situazione contemporanea.
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di fronte al re . Portato alle estreme conseguenze, ci significa l'accantonamento dei pouvoirs intermdiares,
delle autonomie locali e dei
ceti, risultanti da quelle. In Francia non si giunti tanto lontano prima
della rivoluzione francese, ma lo svuotamento dei pouvoirs intermdiaires ha potuto trasformare anche l i l terzo stato delle citt regie
nel tiers-tat delle masse, dei cittadini e dei contadini, che nel 1789
si proclamarono nazione.
Ma la massima di Luigi xiv mostra che si poteva contrapporre al
potere statale, concentrato nel re e nel suo apparato di potere, l'individuo privato. I l pensiero politico dell'epoca successiva influenzato
in maniera molto pesante dal problema di come sia possibile costruire
un'unit politica su degli individui. Fra questi individui esistenti nello
Stato sussistono svariate relazioni che ormai possono essere indicate
nel loro complesso come la 'societ', in quanto separata dallo Stato.
Paul Joachimsen ha descritto questo fenomeno come una societ che
si seppe liberare dallo Stato ; essa compare nei suoi inizi alle corti
del Rinascimento italiano e, pienamente sviluppata, nella Francia di
Luigi X I V , dove si forma una societ superiore alle divisioni per ceto
che ha i suoi punti d'incontro nei salons e che comprende l'alta nobilt
e la grossa borghesia parigina, com' stata descritta da Erich Auerbach
e Werner Krauss. E questa 'buona' societ manifestamente U modello
sul quale cominci a costruirsi un concetto di societ sempre pi allargato, e gi non-politico. I n altre parole: Stato e societ, in senso moderno, cominciano a contrapporsi l'uno all'altra.
Per i l nostro contesto ora importante notare che intorno al 1750
si attesta, nell'ambito di questa societ, un gruppo particolare, che si
definisce come socit des gens de lettres . Fu con Voltaire e con la
cerchia degli Enciclopedisti che si perfezion questa frattura come
stato mostrato da Fritz Schalk nelle sue indagini sull'origine dell'autocoscienza dello scrittore in Francia. I l primo fu d'Alembert a fondare,
nel suo Essai sur la socit des gens de lettres, questa autocoscienza del
letterato e del pubblicista che ormai vive della sua penna, e vuole essere
indipendente, e che in uno Stato assoluto vuole prendere autonomamente posizione su questioni di pohtica, e insomma rappresenta lo
'spirito', lo spirito del tempo, lo spirito del mondo o del popolo.
chiaro che tutto ci rappresent uno dei presupposti decisivi per i l
sorgere di ideologhi ed ideologie e della loro peculiare frattura nei
confronti della politica. Contemporaneamente questo processo storico
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a quella illustre societ riunita nella Sala Bianca del castello di Berlino,
quando Sieys vi fece i l suo ingresso.
Questa polemica opera mediante la contrapposizione delle due
classi, dei dominanti e dei dominati. Contemporaneamente essa per
anche una contrapposizione di razze, intendendo i l termine nel senso
antico o anche in quello ancora parzialmente valido nell'Europa occidentale come una non meglio definita comunit di discendenza.
La terminologia qui sviluppata, della classe, con tutto quel che essa
aveva ereditato dal mondo della signoria del declinante xviii secolo,
venne poi ripresa da Saint-Simon, da Guizot e da Thierry nella nascente
sociologia e nella storia. I l conte Gobineau ha propugnato la sua dottrina della razza in connessione diretta con Boulainvilliers, il principale
difensore della tesi della libert germanica della nobilt francese.
In breve, sembra che le ideologie relative alle classi e alle razze possano
essere precisate nel modo migliore ponendosi da questa prospettiva.
Cos ad esempio, i l concetto di classe dominante, tradotto nella situazione del X I X secolo, continua a produrre effetti di portata straordinaria.
In contrapposizione ad esso le correnti conservatrici, reazionarie e
romantiche sviluppano un'ideologia dei ceti. In un primo momento
poteva sembrare che si fosse mantenuta una situazione di tipo antico,
da lungo tempo superata in occidente, o che comunque si dovesse ritornare ad essa, sopra tutto in Germania. Ad uno sguardo pi ravvicinato
risulta per che queste ideologie conservatrici hanno in comune con le
loro avversarie il nuovo concetto di cittadino dello Stato e di societ
dei cittadini, che ormai gi stanno al di qua del salto intervenuto. E ci
non pi fonte di meraviglia, quando si sa che l'assolutismo illuminato, sopra tutto nelle sue grandi codificazioni giuridiche, conosceva
gi, almeno in abbozzo, i l concetto di cittadino dello Stato. Ora per
questa societ moderna, che era separata dallo Stato, doveva, secondo
il pensiero degli ideologhi conservatori, dividersi in ceti: ceti che,
come disse nel 1804 il loro primo storiografo tedesco, Hllmann, dovevano essere privati della loro medievalit . Ma l'eliminazione di
questa medievalit provoca proprio la distruzione dell'antico sistema
per ceti e conduce alla societ dei cittadini dello Stato. I ceti sono ora,
esattamente come le classi, articolazioni di una societ moderna che,
prima del xviii secolo, non era esistita, in questo senso. Cos, per tutto il
XIX ed i l XX secolo, si svolge, nella scienza e nelle ideologie, la discussione intorno al tema ceti o classi , mentre queste costruzioni noto-
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si cerc d i spiegare ancora i n senso metafisico le singole scienze, deducendo e facendo determinare i l i v e l l i pi a l t i da quelli i n f e r i o r i . I n f i n e ,
singole categorie d i f o n d o vennero elevate ad essenze pseudometafisiche: predicati p r o p r i d i D i o , come l'onnipotenza e i l carattere d i persona, vennero applicati ad esse, la societ o la storia vennero i n tese come onnicomprensive e obbligatorie. Societ, nazione, p o p o l o ,
classe acquistarono cosi u n carattere personale, una volante generale,
si proclam l'esistenza d i u n o spirito del p o p o l o e d i pi s p i r i t i d i
p o p o l o , d i una coscienza d i classe i n senso oggettivo.
Questo pensiero i n c o n t r a difficolt p a r t i c o l a r i presso i conservatori
e sopra t u t t o presso g l i ideologhi cristiani: esso i n f a t t i contraddice al
l o r o atteggiamento d i f o n d o . M a essi sanno superare questa difficolt,
ci che mostra la l o r o ineluttabile dipendenza dalla nuova situazione.
U n u o m o come D e M a i s t r e ha i n t r o d o t t o , f r a D i o e la societ, i l
tempo, del quale egli dice che premier m i n i s t r e de D i e u dans le
dpartement de ce monde ; e per questo p r i m o ministro vale evidentemente ci che a l t r i m e n t i non corrisponde alle sue concezioni p o l i tiche i l principio le r o i rgne, mais i l ne gouverne pas , ci a
dire che con l'aiuto d i questo tempo e con la crescita i n esso si pu
a t t r i b u i r e alla societ quella posizione o n n i p o t e n t e che non invece
possibile se si parte dal presupposto d i una provvidenza d i D i o , agente
direttamente. I n stretta connessione con ci, sorge u n modo d i esprimersi ideologico e p o h t i c o , che gode d i ampia diffusione: i n particolare si attesta la stabile contrapposizione fra ci che cresciuto storicamente e ci che stato creato. D i certo, la costituzione inglese
'cresciuta' storicamente. Q u a n t e teste siano state tagHate nella T o w e r
sul c e p p o mai del t u t t o asciutto, finch questa 'crescita' abbia p o t u t o
compiersi attraverso i secoli, mediante g r a n d i decisioni storiche, sta
scritto su una pagina diversa della storia. Le costituzioni francesi invece,
per via della situazione esistente, dovettero essere 'create'. M a i l ricorso
a questa contrapposizione comporta i l r i c h i a m o ad u n antico concetto
teologico; i l contrasto cio fra creare e facere,
fra la creazione del
Creatore e i l fare d e l l ' u o m o : u n modo d i d i r e che, ancora una volta
i n m o d o assai caratteristico, si afferma p r o p r i o nel momento i n c u i sorgono le ideologie. D e v o q u i richiamare che fin verso i l 1760 solo D i o
valeva come creatore, m e n t r e da allora i n p o i sono sorti migliaia d i
u o m i n i 'creatori': t u t t e queste cose vengono recepite nelle ideologie,
dove a lungo producono effetti.
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I l momento metafisico, derivante dall'antica scolastica, strettamente legato, nella storia europea, alla concezione cristiana della storia.
Mannheim ha fatto richiamo, nella sua analisi, alla figura di Thomas
Mnzer: da lui possibile risalire il percorso fino a Gioacchino da
Fiore e alla cerchia degli Spirituali del x i i i e xiv secolo. Si arriva cos,
ancora una volta, molto indietro. I nessi che da qui conducono non
solo a Miinzer ma all'Illuminismo e all'Idealismo tedesco, sono oggi
in sostanza ormai scoperti. Ma non si tratta solo dell'albero genealogico delle utopie finalistiche: ci infatti non sarebbe sufficiente. Piuttosto
si tratta invece principalmente di una crisi del quadro cristiano della
storia. Fino a quel momento all'incirca attorno al 1200 storia
sacra e storia profana, bench separate, erano connesse l'una all'altra.
L'ultima delle monarchie universali, quella romana, che era nata nello
stesso tempo in cui si svolgeva l'azione redentrice di Cristo, doveva
durare fino alla fine dei giorni. Ma poi Gioacchino nel x i i secolo fece
seguire al regno del Padre, della Legge, dell'Antico Testamento, e al
Regno del Figlio, della Grazia, del Nuovo Testamento, un Terzo regno
dello Spirito Santo, un regno del Monachesimo come situazione finale.
Con ci viene proposta, fondandosi sull'Apocalisse, una tesi che gi
Agostino aveva dichiarato una ridicula fabula. In realt esiste una
crisi del quadro storico che riconoscibile da molteplici fatti: viene
meno i l quadro storico tradizionale della historia mundi; esso resta
confinato fino al x v i l i secolo in aridi libri di scuola; nella storiografia
penetra una gran quantit di materiale popolare favolistico; infine con
l'Umanesimo sorge una storiografia pragmatica che si occupa delle singole epoche e popoli ed strettamente legata al nuovo concetto di
politica.
In tutti i secoli successivi non pi stata scritta nessuna storia
universale cristiana. La Geschichtsbibel di Sebastian Frank l'opera
di uno Spirituale. Dall'antica Scolastica fino al xvii secolo la storia
resta separata dalle Universit e dall'organizzazione educativa centrale della Chiesa. Solo nel 1681, dopo mezzo millennio, Bossuet,
il vescovo di corte di Luigi xiv, ha intrapreso, nel suo Discours sur
l'histoire universelle, il tentativo di scrivere una storia universale cristiana come opera d'insieme. Ma suo intento di connettere direttamente fra loro storia profana e storia sacra in modo ben diverso da
prima, al fine di descrivere il progresso del Cristianesimo nel mondo;
perci egli interrompe la sua narrazione con Carlo Magno, poich
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forza traente della storia, come progresso dello spirito umano per Condorcet, come progresso nella coscienza della libert dello spirito
del mondo per Hegel. Lessing, in riferimento diretto a Gioacchino da
Fiore, fa seguire alle due et dell'Antico e del Nuovo Testamento, una
terza et della ragione. Turgot costruisce, in primo luogo per la storia
delle scienze naturali, al posto dei tre regni del Padre, del Figlio e dello
Spirito Santo, una legge del progresso, articolata in tre stadi: dalla
ragione, attraverso la metafisica, fino alla scienza positiva. Auguste
Comte addirittura eleva questo decorso a legge della storia. In Karl
Marx la storia scorre attraverso le tre fasi della societ originaria priva
di classi, della societ per classi e della societ priva di classi del futuro,
nella quale lo Stato deve scomparire. I n tutto ci presente una fede
nell'assoluta capacit di perfezionamento dell'uomo mediante i l progresso della ragione, dell'idea, o mediante la dialettica della societ.
Perci l'Illuminismo dovette combattere i l dogma cristiano del peccato
originale e sviluppare una dottrina della bont naturelle dell'uomo
(Rousseau). Perci nel xviii secolo compare il problema della teodicea
e di conseguenza quello della contrapposizione che si manterr a
lungo anche nel xix secolo fra ottimismo e pessimismo. Nelle ideologie conservatrici, restaurative e romantiche compate, in contrasto
all'idea di progresso, quella di decadenza, e in contrasto alla perfettibilit dell'uomo, una tesi esagerata della sua piena corruttibilit.
Secondo Joseph De Maistre, l'uomo ha bisogno del dominio di una
lite di castigatori ; per Charles Bonald l'uomo cattivo per natura, e diventa buono solo grazie alla societ. In tal modo Bonald
aderisce al concetto di societ del suo tempo e, insieme a Saint-Simon,
diventa uno dei presupposti della filosofia della storia, in quanto
sociologia , com' stata poi realizzata da Auguste Comte.
Tutte queste dottrine credono di possedere una conoscenza integrale della totalit della realt storico-sociale. Essi perci fanno della
storia qualcosa di assoluto, di obbligatorio, avente il proprio corso predeterminato in base ad una legge. Perci pu essere previsto anche
il suo necessario passaggio ad uno stadio finale, e anzi proprio nella
conoscenza di questa necessit consiste la libert umana.
La 'rispondenza ad una legge' della storia proprio un derivato
mondanizzato della fede cristiana, allo stesso modo come nel contrasto
fra essere e conoscenza, fra idea e realt, continua ad agire l'altro fat-
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