Si intreccia con questa problematica la discussione sulla “giustizia” del contratto, in ordine alla
quale si aprono complessi scenari : v. per tutti Perfetti, L’ingiustizia del contratto, Milano, 2005
2 Per una prima rassegna di queste iniziative v. Alpa e Andenas, Fondamenti del diritto privato
europeo, Milano, 2005, con l’aggiornamento di Alpa e Conte, in Rivista di diritto civile, ;
nonché le puntualizzazioni rinvenibili in AA.VV., I mobili confini dell’autonomia privata, a cura
di M.Paradiso, Milano, 2005;
5 Di libertà “dal” contratto parla Smith, Future Freedom and Freedom of Contract, in
Mod.L.Rev., 1996, n.2; e v. ora Bridgeman, Liberalism and Freedom from the Promise Theory of
Contract, in Mod.L.Rev., 2004, p. 683 ss.
i lavoratori subordinati, i consumatori, i risparmiatori, i conduttori,
e così via.
In più, nel moltiplicarsi delle fonti, si affiancano al legislatore
parlamentare gli organi delegati alla formazione, come le Autorità
amministrative indipendenti, e le epifanie della soft law , come
codici di condotta, protocolli d’intesa, procedure negoziate(6).
Sulla scena si alternano o si dividono le parti diversi attori : non
solo i legislatori e i giudici, non solo le autorità amministrative
indipendenti, non solo gli accademici e gli scienziati, ma anche i
professionisti e più in generale gli stakeholders, che hanno titolo per
intervenire e per contribuire alla costruzione della nuova fisionomia
del contratto, sia perché suggeriscono con la loro attività difensiva,
soluzioni ai giudici e agli arbitri, oppure, con la partecipazione alle
commissioni legislative, soluzioni a chi ha conservato il potere
regolatore, sia perché attraverso le loro rappresentanze, esprimono
le esigenze della società civile.
La discussione sulle sorti della libertà contrattuale e quindi del
contratto nella fase odierna riflette dunque la complessità della
situazione economico-sociale che si è venuta delineando nell’ultimo
torno d’anni e la complessità delle fonti, che dipende dalla
applicazione delle regole del diritto internazionale privato, dei
regolamenti comunitari sulla scelta del foro e della legge
applicabile, dalla espansione della legislazione comunitaria, dalla
rilevanza giuridica del Carta europea dei diritti fondamentali e dei
principi costituzionali comuni ai Paesi Membri, dalla “produzione
normativa” della giurisprudenza della Corte di Giustizia, nonché
dalla evoluzione dei sistemi nazionali (7).
La complessità della situazione è dovuta anche alla emergenza di
prassi e modelli contrattuali che dal mercato internazionale tendono
ad espandersi nel mercato comunitario e quindi nelle esperienze
nazionali; alla diffusione di modelli di decisioni o di risoluzione
stragiudiziale delle controversie dovuti a giudizi ordinari o arbitrali,
a procedure di mediazione e conciliazione; alla moltiplicazione di
rimedi – talvolta circoscritti a categorie di soggetti connotati dalla
loro veste economica e sociale – nonché alla difesa (almeno
scrittoria) dei diritti fondamentali e dei valori della persona, aspetto,
6 Per una attenta analisi di questo fenomeno v. i saggi raccolti da Gitti ne L’autonomia privata
e la metamorfosi del contratto, Bologna,…
7 Per i primi appunti v. Alpa, Introduzione al diritto contrattuale europeo, Roma-Bari, 2007;
AA.VV., Manuale di diritto privato europeo, a cura di Castronovo e Mazzamuto, Milano, ….;
AA.VV. Manuale di diritto privato europeo, a cura di N.Lipari, …..; Principi di diritto europeo dei
contratti, Parte I e II, a cura di Castronovo, Milano, 2001; Princioples of European Contract Law,
Parts I and II, a cura di Lando e Beale, the Hague, London, Boston, 2000
questo, menzionato per ultimo, perché ancora problematico e in
fase di affermazione quasi sperimentale(8) .
Non è però possibile abbandonare l’impianto concettuale che si è
venuto costruendo e affinando nel corso del tempo: ogni termine
reca con sé il suo passato, e i concetti della dogmatica contrattuale
continuano a giocare il loro ruolo: sicché ancora oggi si parla di
libertà contrattuale intesa nel senso di manifestazione di volontà
libera, la si ricollega alla rilevanza dell’affidamento e alle
aspettative delle parti, e alle tecniche di equilibrio interno del
contratto(9).
Anche il dibattito “politico” sulla libertà contrattuale si è
ravvivato, ad opera delle iniziative comunitarie sulla
armonizzazione delle regole concernenti i rapporti con i
consumatori (acquiscommunautaire) e sulla
armonizzazione/uniformazione/unificazione/codificazione delle
regole del diritto comune dei contratti. Si è discusso sulla nozione di
libertà contrattuale come espressione di una autentica visione
“liberale” dell’agire dei privati (confusa, spesso ad arte, con il
liberismo più brutale) e sulla responsabilità del legislatore
(comunitario e nazionale) nel perseguire interessi sociali che
potrebbero essere negletti o peggio contrastati dall’accordo delle
parti(10).
8 Sul punto v. De Nova, Il contratto alieno, Torino, 2008; Fontaine e de Ly, La redazione dei
contratti internazionali,(2003), trad. it., Milano, 2008; Ruggeri, La prassi mercantile nella
contrattazione internazionale, Napoli, 1994; Lasbordes, Les contrats déséquilibrés, Aix-
Marseille, 2000; Ghestin, Traité de droit civil. La formation du contrat, Parigi, ,p. 45 ss.
Bonell, Un “Codice” Internazionale del Diritto dei Contratti.I Principi Unidroit dei Contratti
Commerciali Internazionali, II ed., Milano, 2006; Trebilcock e Leng, the Role of Formal contract
and Enforcement in Economic Development, in Va.L.Rev., 2006, p. 1517 ss. ; Stine Sweet, the
New Lex Mercatoria and Transnational Governance, in J.E.Publ.Policy, 2006, p. 627 ss. ; Smits,
Law Making in the European Union: On Globalization and Contract Law in Divergent Legal
Cultures, La.L.Rev., 2007, p. 1181 ss.
9 V. ad es. Kimel, Neutrality, Autonomy, and Freedom of Contract, in Ox.J.Leg.Stud., 2001, 473
ss.; particolarmente significative sono le due monmografie che hanno dato adito a grandi
dibattiti nel mon do del common law inglese e nord-americano: Gilmore, La morte del contratto
(1974), trad.it. Milano, …. ; Atiyah, The Rise and Fallo f freedom of Contract, 1979 ( sul quale v.
Mensch, Freedom of Contract As Ideaology, in Stan.L.Rev., 1980, p. 753 ss.); ma v. inoltre
Trebilcock, The Limits of freedom of Contract, Cambridge (Mass.), 1993
Collins, Regulating Contracts,…; AA.VV., The State and freedom of Contract, a cura di Scheiber,
Stanford, 1998; Schwartz e Scott, Contract Theory and the Limits of Contract Law, Yale Law
School, “003, paper 275;
12 Progetto di codice italo-francese delle obbligazioni(1927) rist. inalt. A cura di Alpa e Chiodi,
Milano, 2007
13 Il dibattito è risalente e oggetto di una messe enorme di contributi: v. ad es., i saggi raccolti
in AA.VV., La pianificazione economica e i diritti della persona umana, 1955; Giorgianni (M.), in
Giurisprudenza costituzionale, 1962,p. 93 ss.; Rodotà, Le fonti di integrazione del contratto,
Milano, 1967; Sacco e De Nova, Il contratto, Torino, 1993.; Costituzione europea e
interpretazione della costituzione italiana, a cura di Alpa e Iudica, Napoli, 2006; nella
prospettiva del diritto inglese, come inciso dal Human Rights Act 1998 v. Brownsword, Contract
Law .themes for the Tewnty-First Century, II ed., Oxford, 2006, cap. 10; per il diritto tedesco in
comparazione con il diritto francese e il common law inglese, Markesinis, Unberath, Johnston,
The German Law of Contract. A Comparative Treatise, Oxford e Portland, 2006; nonché Youngs,
Constitutional Limitations on Freedom of Contract: What Can the Germans Teach Us?, in Anglo-
American L.Rev., 2000, p. 498 ss.
per il diritto francese ( quasi una vera e propria eccezione) Lajoye,De la valeur constitutionnelle
de la liberté contractuelle, C.R.D.F. 2002, p. 118; Terneyre, Le législateur peut-il abroger les
artiche 6 et 1123 du Code civil? Sur la valleur constitutionalle de la liberté contractuelle, in
Mélanges en l’honneur du Professeur Gustave Peiser, …1993, 473; Dumay, Contrats et droits
Insomma, le espressioni “libertà contrattuale” e “autonomia delle
parti” debbono essere contestualizzate, per poterne comprendere
adeguatamente il significato; che è – inevitabilmente – un
significato relativo(14).
E’ un significato che deve essere ricostruito anche alla luce delle
tradizioni che hanno solcato la cultura giuridica nel corso dei tempi,
sicché, nella prospettiva di una armonizzazione del diritto privato
europeo, appare molto difficile il compito di quanti si sono proposti
di redigere testi che raccolgono una terminologia univoca, una
armatura concettuale adattabile a tutte le vicende, principi generali
e astratti formulati a mo’ di regole di un “codice”(15).
Perciò il percorso che ha portato alla redazione di un Draft
Common Frame of Reference è stato inevitabilmente lungo,
16
tortuoso, accidentato( ).
Il Draft, come è noto, non nasce da una penna sola, ma risulta
dalla confluenza di più ricerche, di più testi, di più iniziative, aventi
molti protagonisti e finalità diverse tra loro.
L’albero genealogico del corpo di regole che gli stakeholders
sono chiamati a valutare risale per una parte ai principi dell’ acquis
communautaire (ACQP)17, dall’altra ai principi del European Civile
fondamentaux, ….; Izorche, La liberté contractuelle, in Libertés et droits fondamentaux, Paris,
2002,
Nella prospettiva dell’analisi economica del diritto v. Venderberghe, The Economics of the
Non-discrimination Principle in General Contract Law, ERCL, 2007, p. 410 ss.
14 V. in particolare Lurger, The future of European Contract Law Between Freedom of Contract,
Social Justice and Market Rationality, in ERCL, 2005, p. 442 ss.
15 Sulle “avventure” di questa iniziativa v. von Bar, ; in una prospettiva critica si colloca
Somma, Verso il diritto privato europeo? Il quadro comune di riferimento nel conflitto ttra
diritto comunitario e diritti nazionali,….
17 La redazione di principi di tutela dei consumatori in forma codificata come proposta dal
Gruppo di studio sull’ acquis communautaire coordinata da Ajani e Schulte Nolke è stata
oggetto di critiche (peraltro non condivisibili) da parte di Jansen e Zimmermann, Restating the
Code (PECC); a loro volta entrambi questi progetti discendono dai
PECL ; i PECL si ispirano ai PICC, ed entrambi si ispirano ai principi
della CISG.
Fino ad ora – attesi anche i tempi ristretti intercorsi dalla sua
pubblicazione alla richiesta di commenti da parte della
Commissione europea - l’esame del Draft è stato effettuato con
riguardo alle scelte testuali e sistematiche operate dai redattori ; in
particolare peri ACQP si è voluto verificare se essi fossero il
prodotto del miglioramento del tessuto normativo riservato ai
consumatori o se inglobassero anche principi nuovi, afferenti al
diritto comune, e se quindi avessero pretese di astrattezza e
generalità; per i PECC se si trattassero di un semplice restatement o
se contenesse innovazioni dettate dalle esigenze di una economica
moderna; a questo trend si è affiancato poi quello che tiene conto
degli scopi – diversi tra loro – dei due corpi di regole, votato l’uno
(almeno negli intenti originari) al coordinamento delle direttive
comunitarie in materia di tutela del consumatore e l’altro alla
predisposizione di un modello normativo unitario riguardante tutte
le categorie di soggetti e tutti i rapporti obbligatori istituiti
all’interno dei sistemi nazionali o nei rapporti transnazionali ; a
queste analisi si è aggiunto l’ esame critico dei valori di fondo,
talvolta esplicitati, talvolta sottintesi, di cui entrambi i corpi di
regole si fanno veicolo.
Sono questi i desiderata del legislatore comunitario, dei
legislatori nazionali, dei governanti e dei governati? La risposta è di
là da venire, ma ciò che conta è l’atteggiamento con cui i giuristi si
pongono dinanzi a questo testo: per esaminarlo tenendo conto
delle esigenze della scienza e della prassi, nonché dei destinatari di
queste regole, occorre essere sgombri da pregiudizi , e sviluppare,
possibilmente, un atteggiamento simpatetico. La sola critica
distruttiva non farebbe premio allo sforzo immane che in questi
trent’anni hanno sostenuto ricercatori, redattori,coordinatori, né
risponderebbe alle attese di chi crede nella opportunità (se non
nella necessità) di promuovere lo sviluppo del diritto privato
europeo.
3.Un raffronto testuale tra le formule del Draft, dei PECL e dei PICC.
“Autonomia delle parti” e “libertà contrattuale”.
19 V. supra,
dovrebbero esser osservate per la sua applicazione in ambito
europeo sono propri della cultura codicistica espressa dalle
esperienze nazionali. 20Di fronte ad un testo di regole ( proposte,
raccomandate, opzionali, etc.) le reazioni del lettore sono quelle
proprie della cultura con la quale si è formato e che porta con sé.
Debbo dire però che , per il civilian, la tentazione di trattare –
cioè leggere, interpretare, coordinare, scandagliare – i capitoli, le
sezioni, le singole regole – come se fosse in presenza di un codice
“vecchia maniera” è forte, quasi naturale, per non dire invincibile.
D’altra parte, se il Draft, nella versione definitiva, dovesse divenire
un “codice modello” , l’atteggiamento del civilian non potrebbe
essere molto diverso. Altrettanto inevitabile è il confronto del testo
con i codici attualmente vigenti o in preparazione, come l’ avant-
projet francese.
E quindi – almeno nella prospettiva che mi torna naturale, ma
anche nei voti degli estensori del testo - si può parlare di una
interpretazione sistematica delle regole introduttive e delle regole
che riguardano le parti speciali.
E’ pur vero che il Draft detta le regole sulla propria
interpretazione: ma al di là di quelle che sono specificamente
indicate, e che dovrebbero intendersi come in sé conchiuse,
autonome e autosufficienti, è ben difficile non ritenere che ,
collocato in ambito europeo, anzi, comunitario, il testo, anche se
fosse inteso nel suo significato più riduttivo, cioè come un modello
di regole a cui le parti si possono rivolgere per disciplinare i loro
rapporti, non si sottrarrebbe alle regole interpretative che sono
proprie degli strumenti comunitari.
In ogni caso, l’art. I.-1:102 non lascia privo l’interprete di regole
di ermeneutica: infatti (i)richiama la interpretazione teleologica; (ii)
prevede che le regole del Draft siano intese“alla luce degli
strumenti applicabili che garantiscono i diritti dell’uomo “ ed ogni
“legge costituzionale” applicabile ( locuzione oscura che dovrebbe
fare riferimento ai principi costituzionali comuni, condivisi dai Paesi
Membri, come li aveva rilevati e definiti la Corte di Giustizia nel
parere relativo alla firma della Convenzione europea dei diritti
dell’uomo da parte della Comunità europea); (iii) richiama i valori
della uniformità di applicazione, della buona fede e della
correttezza, e della certezza del diritto; (iv) richiama in modo un po’
curioso l’applicazione analogica, (v) introduce il principio della
prevalenza della lex specialis sulle regole della lex generalis, in altri
termini, la prevalenza delle regole contenute nei libri contenenti
“regole speciali” sulle regole previste come “generali”.
APPENDICE
Legenda:
DRAFT: Draft Common Frame of Reference
PECL: Principles of European Contract Law
ACQP: Acquis Principles
PICC: Principles of International Commercial Contracts
Book II
Chapter 1:
General provisions
II. – 1:101: Definitions
(1) A contract is an agreement which gives rise to, or is
intended to give
rise to, a binding legal relationship or which has, or is
intended to have,
some other legal effect. It is a bilateral or multilateral
juridical act.
(2) A juridical act is any statement or agreement or
declaration of intention,
whether express or implied from conduct, which has or is
intended
to have legal effect as such. It may be unilateral, bilateral or
multilateral.
II. – 1:102: Party autonomy
(1) Parties are free to make a contract or other juridical act
and to determine
its contents, subject to the rules on good faith and fair
dealing
and any other applicable mandatory rules.
(2) Parties may exclude the application of any of the
following rules relating
to contracts or other juridical acts, or the rights and
obligations
arising from them, or derogate from or vary their effects,
except as
otherwise provided.
(3) A provision to the effect that parties may not exclude
the application of
a rule or derogate from or vary its effects does not prevent
a party from
waiving a right which has already arisen and of which that
party is
aware.
II. – 1:103: Binding effect
(1) A valid contract is binding on the parties.
(2) A valid unilateral promise or undertaking is binding on
the person giving
it if it is intended to be legally binding without acceptance.
www.law-net.eu
PECL
ACQUIS PRINCIPLES
PICC
ARTICLE 1.1
(Freedom of contract)
The parties are free to enter into a contract and to
determine its content.
ARTICLE 1.2
(No form required)
Nothing in these Principles requires a contract, statement
or any other act to be
made in or evidenced by a particular form. It may be proved
by any means, including witnessess
ARTICLE 1.3
(Binding character of contract)
A contract validly entered into is binding upon the parties.
It can only be modified
or terminated in accordance with its terms or by agreement
or as otherwise provided in
these Principles.
ARTICLE 1.4
(Mandatory rules)
Nothing in these Principles shall restrict the application of
mandatory rules, whether
of national, international or supranational origin, which are
applicable in accordance with
the relevant rules of private international law.
ARTICLE 1.5
(Exclusion or modification by the parties)
The parties may exclude the application of these Principles
or derogate from or vary
the effect of any of their provisions, except as otherwise
provided in the Principle