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Giulia-Nemeye Giubertoni, matr.

849321
COMPITO ONLINE 20/10/2014
1. Cercare nelle lingue di studio dei siti che parlino di comunicazione interculturale.
Commentarli brevemente indicando di cosa trattano e quali sono secondo voi i punti di forza
e debolezza.
RUSSIA
Russia europea e Bielorussia, Lonely Planet, sezione CULTURA
pag. 63
CARATTERE NAZIONALE
Allinterno della Federazione Russa coesistono una miriade di gruppi etnici. Tuttavia, al di l delle varie
culture, che in molti casi sono estremamente diverse tra loro, possibile cogliere alcuni tratti comuni a tutta
la nazione. () Il tratto principale del carattere russo quello di una sincera umanit e ospitalit, molto pi
profonde e radicate che nella maggior parte dei paesi occidentali.

I russi sono spesso riservati nei loro approcci con gli estranei, ma una volta stabilito un rapporto di amicizia,
sia pure fugace come quello nei confronti di un viaggiatore straniero offrono la loro ospitalit con
straordinaria generosit. Se visiterete una casa russa, preparatevi ad ascoltare i racconti di famiglia, i
ripetuti brindisi a base di vodka e ad abbuffate di cibo, il tutto ripetuto pi volte, anche se la famiglia pu a
malapena permettersi queste spese impreviste. Questo vale soprattutto lontano dalle grandi citt, dove
incontrerete persone capaci di condividere con voi tutto ci che possiedono.
Unaltra caratteristica comune a molti russi il senso dellumorismo (), impassibile e sarcastico.
Presto scoprirete che i russi amano profondamente il loro paese e avrete modo di sentirli tessere le lodi dei
grandi contributi offerti dalla Madre Russia alle arti e alle scienze, della lunga storia della loro nazione e
delle sue tante bellezze naturali, ma potrete anche sentirli sottolineare con altrettanta forza i suoi numerosi
fallimenti.
BON TON RUSSO
Se venite invitati in una casa russa, portate sempre un regalo, per esempio una bottiglia di vino o un
dolce.
Non stringere la mano alle persone sulla porta di casa perch si dice che porti sfortuna.
Se regalate dei fiori, accertatevi che siano di numero dispari, perch i numeri pari vengono scelti
per i funerali.
Toglietevi le scarpe e il cappotto quando entrate in una casa.
Se vi trovate con altre persone in un qualsiasi ambiente buona educazione offrire loro ci che
avete da mangiare, da bere o da fumare, anche se si tratta di estranei con cui siete costretti a
dividere lo scompartimento del treno.

2

pag. 64
STILE DI VITA
Nel paese pi grande del mondo, lo stile di vita di un allevatore di renne della Siberia completamente
diverso da quello di un dirigente dazienda di Mosca o di un operaio islamico di Kazan. Oltre a questo
bisogna tenere conto del fatto che, a mano a mano che cresce la prosperit della Russia, si allarga il
divario tra i poveri e i ricchi, che influenza e cambia i rispettivi stili di vita.
Premesso questo, esistono elementi comuni diffusi in tutto il paese, come listruzione o la visita settimanale
alle banya (un bagno caldo simile alla sauna) e alla dacia (la casa di campagna).

COMMENTO: Trattandosi di una guida turistica, le informazioni che vengono fornite al lettore sono tante
ma non significative o particolarmente approfondite. Lo stile ironico e divertente in cui le guide turistiche
firmate Lonely Planet vengono scritte rendono, anche in questo caso, pi vivace e meno pesante il tutto.
Di conseguenza, questa guida si rivela essere indubbiamente pi giusta per un turista che per un
professore o un maestro che si trovi davanti un alunno di origine russa.
EDUCAZIONE SIBERIANA, Nicolai Lilin, ed. Einaudi
Per me, se esiste il paradiso, dev'esserci assolutamente una tavola imbandita come quella del locale di zia
Katja. Non osavamo bere alcol davanti a lei, per non darle dispiacere. Cos bevevamo kompot, una specie
di composta di frutta, una macedonia di mele, pesche, prugne, albicocche e mirtilli rossi e neri fatta bollire a
lungo in un grosso pentolone. Si preparava d'estate, e per il resto dell'anno veniva conservato in bottiglioni
da tre litri con un collo largo circa dieci centimetri, chiuso ermeticamente. Si teneva in fresco nelle cantine,
poi andava riscaldato prima di berlo.
Ogni volta che zia Katja si allontanava, zio Kosti aggiungeva nei nostri bicchieri un po' di vodka facendoci
l'occhiolino:
- Fate bene a non farvi vedere da lei...- Noi buttavamo gi obbedienti il misto di vodka e kompot, e lui
rideva delle facce che facevamo subito dopo.
COMMENTO: Educazione Siberiana un romanzo scritto da un autore russo, Nicolai Lilin. Non si basa
su una storia vera, ma essendo ambientato in Russia (di preciso in Siberia) ed essendo lautore stesso
russo, nel corso del libro sono presenti descrizioni di tradizioni e abitudini tipici del paese.

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2. Cercare in internet o in volumi in biblioteca una serie di definizioni dei termini STEREOTIPO
PREGIUDIZIO RAZZISMO ETNOCENTRISMO
STEREOTIPO
Stereotipi e pregiudizi, Bruno Mazzara, ed. Il Mulino
pag. 14-15
Il termine proviene dallambiente tipografico, dove fu coniato verso la fine del Settecento per indicare la
riproduzione di immagini a stampa per mezzo di forme fisse (dal greco steres = rigido e tpos =
impronta).
Il primo uso traslato viene effettuato in ambito psichiatrico, con riferimento a comportamenti
patologici caratterizzati da ossessiva ripetitivit di gesti ed espressioni.
Lintroduzione nelle scienze sociali si deve ad un giornalista, Walter Lippman, che nel 1922
pubblic un volume molto interessante e innovativo sui processi di formazione dellopinione
pubblica.
() egli sostiene che che il rapporto conoscitivo con la realt esterna non diretto, bens mediato
dalle immagini mentali che di quella realt ciascuno si forma, () fortemente condizionato ().
() tali immagini mentali hanno la caratteristica di essere semplificazioni spesso grossolane e quasi
sempre molto rigide (gli stereotipi appunto), () la mente umana non in grado di comprendere e
trattare linfinit variet di sfumature e lestrema complessit con le quali il mondo si presenta.
Encliclopedia Treccani online
Stereotipo. Opinione precostituita su persone o gruppi, che prescinde dalla valutazione del singolo
caso ed frutto di un antecedente processo dipergeneralizzazione e ipersemplificazione, ovvero
risultato di una falsa operazione deduttiva.
Questo termine fu usato per la prima volta con questa accezione dal giornalista O. Lippman.
La maggior parte delle definizioni di stereotipo sottolineano gli aspetti di ipersemplificazione e
impermeabilit allesperienza. Se valutati secondo i canoni della logica gli stereotipi si presentano, dunque,
come strumenti di pensiero pseudo-logici. La cosiddetta erroneit o falsit degli stereotipi stata
analizzata sia con riferimento al processo che porta alla loro formazione (errori formali), sia con riferimento
al loro contenuto (errori di fatto o osservazioni non conformi al vero).

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Public Opinion, by Walter Lippmann
1
,
PART III. STEREOTYPES
CHAPTER VI
STEREOTYPES

1
Each of us lives and works on a small part of the earth's surface, moves in a small circle, and of these
acquaintances knows only a few intimately. Of any public event that has wide effects we see at best
only a phase and an aspect. (...) Inevitably our opinions cover a bigger space, a longer reach of
time, a greater number of things, than we can directly observe. They have, therefore, to be pieced
together out of what others have reported and what we can imagine.
Credibility varies as to classes of witnesses and classes of events, and also as to type of perception. Thus,
perceptions of touch, odor, and taste have low evidential value. Even visual perceptions are liable to
great error, as in identification, recognition, judgment of distance, estimates of numbers, for example, the
size of a crowd. (...) All these original weaknesses are complicated by tricks of memory, and the incessant
creative quality of the imagination. (...)
For the most part we do not first see, and then define, we define first and then see. In the great
blooming, buzzing confusion of the outer world we pick out what our culture has already defined for
us, and we tend to perceive that which we have picked out in the form stereotyped for us by our
culture.
3
There is economy in this. For the attempt to see all things freshly and in detail, rather than as types
and generalities, is exhausting, and among busy affairs practically out of the question. (...)
But modern life is hurried and multifarious, above all physical distance separates men who are often in
vital contact with each other, such as employer and employee, official and voter. There is neither time nor
opportunity for intimate acquaintance. Instead we notice a trait which marks a well known type, and fill in
the rest of the picture by means of the stereotypes we carry about in our heads. He is an agitator. That
much we notice, or are told. Well, an agitator is this sort of person, and so he is this sort of person.
(...) The subtlest and most pervasive of all influences ere those which create and maintain the repertory of
stereotypes. We are told about the world before we see it. We imagine most things before we
experience them. And those preconceptions, unless education has made us acutely aware, govern
deeply the whole process of perception. They mark out certain objects as familiar or strange,
emphasizing the difference, so that the slightly familiar is seen as very familiar, and the somewhat
strange as sharply alien. They are aroused by small signs, which may vary from a true index to a vague
analogy. (...)
If we assume that the world is codified according to a code which we possess, we are likely to
make our reports of what is going on describe a world run by our code. But if our philosophy tells us
that each man is only a small part of the world, that his intelligence catches at best only phases and
aspects in a coarse net of ideas, then, when we use our stereotypes, we tend to know that they are
only stereotypes, to hold them lightly, to modify them gladly.
5
A stereotype may be so consistently transmitted in each generation from parent to child that it
seems almost like a biological fact. But certainly there is not the least scientific evidence which
would enable anyone to argue that men are born with the political habits of the country in which
they are born. (...) For almost no two experiences are exactly alike, not even of two children in the
same household. The older son never does have the experience of being the younger. And therefore, until
we are able to discount the difference in nurture, we must withhold judgment about differences of nature.


1
The Project Gutenberg EBook of Public Opinion, by Walter Lippmann, consultabile su:
http://www.gutenberg.org/cache/epub/6456/pg6456.html
5

CHAPTER VII
STEREOTYPES AS DEFENSE

1
(...) They may not be a complete picture of the world, but they are a picture of a possible world to which we
are adapted. In that world people and things have their well-known places, and do certain expected
things. We feel at home there. We fit in. We are members. We know the way around. There we find
the charm of the familiar, the normal, the dependable; its grooves and shapes are where we are
accustomed to find them.
(...) A pattern of stereotypes is not neutral. It is not merely a short cut. It is all these things and something
more. It is the guarantee of our self-respect; it is the projection upon the world of our own sense of our own
value, our own position and our own rights. The stereotypes are, therefore, highly charged with the
feelings that are attached to them. They are the fortress of our tradition, and behind its defenses we
can continue to feel ourselves safe in the position we occupy.
2
(...) If the experience contradicts the stereotype, one of two things happens. If the man is no longer
plastic, or if some powerful interest makes it highly inconvenient to rearrange his stereotypes, he pooh-
poohs the contradiction as an exception that proves the rule, discredits the witness, finds a flaw
somewhere, and manages to forget it. But if he is still curious and open-minded, the novelty is taken
into the picture, and allowed to modify it. Sometimes, if the incident is striking enough, and if he has felt
a general discomfort with his established scheme, he may be shaken to such an extent as to distrust all
accepted ways of looking at life, and to expect that normally a thing will not be what it is generally supposed
to be.

CHAPTER VIII
BLINDS SPOTS AND THEIR VALUE
1
Our stereotyped world is not necessarily the world we should like it to be. It is simply the kind of
world we expect it to be. If events correspond there is a sense of familiarity, and we feel that we are
moving with the movement of events. (...)

6

PREGIUDIZIO
Stereotipi e pregiudizi, Bruno Mazzara, ed. Il Mulino
pag. 10-11
Dal punto di vista etimologico il termine pregiudizio indica un giudizio precedente allesperienza, vale a dire
un giudizio emesso in assenza di dati sufficienti.

() Bacone, agli inizi del Seicento, forn una classificazione degli errori o illusioni dello spirito che
allontanano dalla vera conoscenza del mondo, e che devono essere eliminati affinch lo spirito possa
predisporsi, come tabula rasa. Innanzitutto gli errori tipici del genere umano in quando tale (idola tribus),
quali ad esempio il credere che il mondo funzioni secondo unarmonia e una regolarit superiori a quelle
vhe in realt vi si trovano ().
Vi sono poi errori che sono caratteristici del singolo individuo (gli idola specus) che derivano dalla storia
personale di ognuno, dalle sue disposizioni e dalla sua educazione, e dunque anche, in certa misura, da
casi fortuiti (diremmo oggi i tratti di personalit, e i percorsi di socializzazione). ()
Da ciascuno di questi modi di essere deriva un particolare modo di guardare ai dati di realt, e dunque una
particolare distorsione dei dati stessi.
() Anche le valutazioni e i giudizi che ogni giorno esprimiamo non su gruppi sociali ma sul corso degli
avvenimenti, sulle relazioni interpersonali, sugli eventi della vita quotidiana, slno per la maggior parte
espressi senza il sostegno di continue conferme empiriche, e dunque sono anchessi in qualche modo dei
pre-giudizi. Ciascuno di noi agisce e pensa in funzione di suoi precisi orientamenti valutativi,
culturali, ideologici, rispetto ai quali pu essere pi o meno elastico, ma dai quali non pu mai
liberarsi del tutto e che condizionano in maniera spesso pesante le sue scelte.

Encliclopedia Treccani online
Pregiudzio. Atteggiamento sfavorevole od ostile, in partic. quando esso presenti, oltre che caratteri
di superficialit e indebita generalizzazione, anche caratteristiche di rigidit, cio quando implichi il
rifiuto di metterne in dubbio la fondatezza e la resistenza a verificarne la pertinenza e la coerenza.
Nella sociologia e nella psicologia sociale ha assunto grande rilievo lo studio dei pregiudizi sociali per le
loro implicazioni pratico-politiche, soprattutto in rapporto ai problemi di convivenza che vengono posti dai
pregiudizi etnici (xenofobia e soprattutto razzismo).
Il razzismo, Michel Wieviorka, ed. Laterza
pag. 41
Il pregiudizio. Una prima forma elementare di razzismo quella del pregiudizio, alla quale assoceremo la
cetegoria relativamente affine della diceria. Il razzismo si fonda, infatti su rappresentazioni dellAltro
che esaltano lingroup (gruppo di appartenenza), a scapito delloutgroup (gruppo altro) e
amplificano le differenza, fino a tradursi in stereotipi atti ad alimentare o giustificare atteggiamenti
discriminatori.

7

Il razzismo spiegato a mia figlia, Tahar Ben Jelloun, ed. Bompiani
pag. 16
- Lanimale lotta solo se attaccato. Talvolta invece luomo aggredisce lo straniero anche quando
questi non ha affatto intenzione di portargli via qualcosa.
()
- Ma allora, lanimale, che non riceve nessuna educazione, migliore delluomo?
- Diciamo che lanimale non ha sentimenti prestabiliti. Luomo, al contrario, ha quelli che si chiamano
pregiudizi. Giudica gli altri ancor prima di conoscerli. Crede di sapere gi chi sono e quanto
valgono. Spesso si sbaglia. Di qui la sua paura. Ed per combattere la paura che a volte luomo si
trova a fare la guerra. Sai, quando dico che ha paura, non bisogna credere che tremi: al contrario,
la paura provoca la sua aggressivit. Si sente minacciato e attacca.
STEREOTIPO E PREGIUDIZIO
Stereotipi e pregiudizi, Bruno Mazzara, ed. Il Mulino
pag. 123 (CONCLUSIONE)
() possiamo dire, in definitiva, che gli stereotipi, i pregiudizi e lostilit nei confronti dei diversi
fattori derivano la loro forza dallazione congiunta di almeno tre fattori. Il primo sono le
caratteristiche e i limiti propri del sistema cognitivo, il quale ha da un lato la necessit di semplificare la
realt e dallaltro lesigenza di avere comunque aspettative nei confronti delle persone e circa lo sviluppo
degli eventi. Il secondo il bisogno di appartenenza, a sua volta un miscuglio di motivazioni biologiche,
psicosociali e culturali, che ci spinge con forza a riconoscerci in gruppi di nostri simili e a nutrire
unavversione apparentemente spontanea enaturale verso coloro che non condividono la nostra cultura e
le nostre appartenenze. Il terzo sono le ragioni di tipo storico e sociale che di volta in volta definiscono la
posizione e le funzioni di ciascun gruppo minoritario e lo stato complessivo dei rapporti tra gruppi in una
determinata societ, nonch la situazione delle relazioni interetniche e internazionali.

8

RAZZISMO
Il razzismo, Michel Wieviorka, ed. Laterza,
pag. 5
Il termine razzismo, coniato negli anni fra le due guerre mondiali, si imposto nel linguaggio corrente dele
societ occidentali, e poi, nel secondo dopoguerra in tutto il resto del pianeta. Ma se il vocabolo recente
(solo nel 1932 entrato nel dizionario Larousse della lingua francese), le idee e le prassi cui rinvia sono
antiche e non appartengono soltanto allesperienza occidentale.

Il razzismo spiegato a mia figlia, Tahar Ben Jelloun, ed. Bompiani
pag. 9
-Dimmi, babbo, cos il razzismo?
- Tra le cose che ci sono al mondo, il razzismo la meglio distribuita. E un comportamento piuttosto
diffuso, comune a tutte le societ tanto da diventare, ahim, banale. Esso consiste nel manifestare
diffidenza e poi disprezzo per le persone che hanno caratteristiche fisiche e culturali diverse dalle
nostre.
pag. 11
La diversit il contrario della rassomiglianza, di ci che identico. La prima differenza evidente
quella del sesso. Luomo differente dalla donna. E viceversa. Ma quando si tratta di quel tipo di
differenza, in generale, c attrazione. In altri casi, colui che chiamiamo diverso ha un altro colore di
pelle rispetto a noi, parla unaltra lingua, cucina in altro modo, ha altri costumi, unaltra religione,
altre abitudini di vita, di fare festa, eccetera. Ci sono differenze che si manifestano attraverso
laspetto fisico (la statura, il colore della pelle i lineamenti del viso, eccetera) e poi ci sono le
differenze di comportamento, di mentalit, di credenze e eccetera.
pag. 12
Lessere umano ha bisogno di sentirsi rassicurato. Non gli piace troppo ci che rischia di turbare le
sue certezze. Si pu avere paura quando si al buio, perch quando tutte le luci sono spente non si vede
cosa ci potrebbe capitare. Ci si sente senza difese di fronte allimprevedibile. Non logico. Talvolta non c
niente che possa giustificare la paura, eppure si ha paura.
pag. 14
La parola straniero ha la stessa radice di estraneo e di strano, che indica ci che di fuori, esterno,
diverso. Designa colui che non della famiglia, che non appartiene n al clan, n alla trib. () Si
sempre stranieri per qualcuno, cio si sempre percepiti come qualcuno di estraneo da chi non della
nostra cultura.
pag. 36
Il rispetto essenziale. Daltra parte la gente non pretende lamore, ma di essere rispettat nella sua dignit
umana. Rispettare vuol dire avere riguardo e considerazione. Lo straniero non reclama amore e
amicizia, ma rispetto. Lamore e lamicizia possono venire dopo, quando ci si conosce meglio e ci si
apprezza. Ma in partenza non bisogna avere alcun giudizio preconcetto. In altre parole, nessun pregiudizio.
Il razzista colui che generalizza partendo da un caso particolare.
pag. 54
9

Il razzismo esiste ovunque vivano gli uomini. Non c nessun paese che possa pretendere che non ci sia
razzismo in casa sua. Il razzismo nelluomo. meglio saperlo e imparare a respingerlo, a rifiutarlo.
Bisogna controllare la propria natura e dirsi: Se ho paura dello straniero, anche lui avr paura di me.
Si sempre lo straniero di qualcuno. Imparare a vivere insieme, questo il modo di lottare contro il
razzismo.
pag. 61 (conclusione)
() guarda bene i tuoi compagni e noterai che sono tutti diversi tra loro, e questa differenza una
bella cosa. () Quegli scolari vengono da orizzonti diversi, sono capaci di darti cose che non hai,
come tu puoi dare qualcosa che loro non conoscono. Il miscuglio un arricchimento reciproco.
Sappi che ogni faccia un miracolo. unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche.
Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia simbolo della vita, e ogni vita
merita rispetto.
10

ETNOCENTRISMO
Sociologia dei conflitti etnici, Vittorio Cotesta, ed. Laterza
pag. 124
Tra i fattori che favoriscono la formazione delle etnie Smith
2
annovera la sedentariet, la religione
organizzata, la guerra. ()
Il senso di unit della comunit assume due forme tipiche nel rapporto con le altre organizzazioni sociali:
letnocentrismo e letnicismo. Per etnocentrismo di intende di solito un atteggiamento cognitivo, per
etnicismo un atteggiamento pragmatico. Luno si ha quando nella considerazione di s stessi e degli
altri si pone linsieme di valori, costumi, tradizioni, credenze proprie al centro del mondo e si crede
che questi siano migliori e superiori di quelli altrui. Letnocentrismo, infatti, la svalorizzazione della
cultura, dei costumi, delle credenze e dei miti, etc., degli altri. Letnicismo, invece, riguarda lazione
collettiva in difesa della propria comunit.
() letnocentrismo tende a definire il noi nella relazione con gli altri, mentre letnicismo soprattutto
un movimento collettivo, le cui attivit e i cui sforzi sono intesi a resistere alle minacce che si pensa
provengano dallesterno e alla disgregazione che nasce dallinterno, a rinvigorire le forme e le tradizioni di
una comunit, e a reintegrare i membri e gli strati di una comunit che sono diventati pericolosamente divisi
gli uni dagli altri.

2
Smith 1986, pp. 87-101

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