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LA DOCUMENTAZIONE FOSSILE
I fossili rappresentano la documentazione storica della biologia. Essi vengono raccolti e interpretati
dai paleontologi.
Il preadattamento: le strutture anatomiche presentano una flessibilità e una plasticità evolutiva che
le rendono disponibili per funzioni alternative a quella ancestrale. Si parla di preadattamento
riferendosi a una struttura che nel corso del suo sviluppo viene utilizzata per una funzione diversa
da quella inizialmente programmata. Il principio del preadattamento offre un modello per spiegare
come uno schema strutturale rivoluzionato possa comparire e affermarsi gradualmente attraverso
una serie di stadi intermedi, ognuno dei quali ha comunque UN SUO RUOLO IN OGNI FASE
ATTUALE DEL PROCESSO. Il concetto è pienamente in linea con la tradizionale visione
darwiniana: i grandi cambiamenti evolutivi deriverebbero dal sommarsi di numerose modifiche
minori che vengono premiate dalla selezione naturale.
LE TENDENZE EVOLUTIVE
L’evoluzione ha portato alla comparsa di varie tendenze evolutive, che la documentazione fossile
indica come realtà filogenetiche.
Il comportamento delle specie ricorda quello degli individui: la speciazione corrisponde alla nascita,
l’estinzione alla morte e le nuove specie rappresentano la prole. Secondo il modello di Stanley, le
tendenze evolutive di un gruppo tassonomico maggiore, derivano dalla selezione delle specie, per
azione della selezione naturale. Una specie che duri più a lungo e che dia origine al maggior numero
di speciazione determinerà la direzione delle principali tendenze evolutive.
DERIVA DEI CONTINENTI E ASPETTI BIOGEOGRAFICI DELLA
MACROEVOLUZIONE
La macroevoluzione presenta caratteristiche dimensionali spaziali e temporali. La storia della Terra
aiuta a spiegare l’attuale distribuzione geografica delle specie: la comparsa dal mare di isole
vulcaniche, creò nuovi ambienti agli organismi fondatori, e varie radiazioni adattative permisero
alle specie di insediarsi nelle nicchie ecologiche disponibili.
La deriva dei continenti rappresenta il più importante fattore geografico coinvolto nella
distribuzione spaziale delle forme di vita e in fondamentali episodi di macroevoluzione, come i
fenomeni di estinzione di massa e l’ampliamento della biodiversità. I continenti non sono bloccati
nella posizione che occupano ma vanno alla deriva sulla superficie terrestre. A meno che due masse
continentali non siano situate nella medesima placca, la posizione di entrambi è destinata a
modificarsi. Numerosi e importanti fenomeni geologici si verificano in corrispondenza dei confini
tra le placche. Il movimento di queste rimodella incessantemente la geografia. Circa 250 milioni di
anni fa si formò la Pangea. Le specie che si erano evolute indipendentemente entrarono in contatto
reciproco e giunsero in competizione. Venne esercitato un tremendo impatto ambientale che
rimodellò la biodiversità, causando fenomeni di estinzione e fornendo ulteriori opportunità ai gruppi
tassonomici sopravvissuti alle varie crisi.
Circa 180 milioni di anni fa il Pangea iniziò a frammentarsi e ciò provocò fenomeni di isolamento
ambientale di proporzioni gigantesche. SI crearono nuove arene evolutive, in modo tale che le varie
faune e flore dei diversi areali biogeografici progredirono in direzioni diverse