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LA RESPONSABILIT

PENALE E CIVILE
IN AMBITO MEDICO E SANITARIO
A CURA DI
DANI ELA SAVI O
ROS S ANA NOVATI , SABI NA RUBI NI , GI ANNI SOTGI A
COLLANA EBOOKECM
EBOOK PER L'EDUCAZIONE CONTINUA IN MEDICINA
2014
Il presente libro accreditato come
Autoapprendimento FAD con riconoscimento ECM per:
tutte le professioni
solo attraverso apposita registrazione al sito
WWW.EBOOKECM.IT
La responsabilit penale e civile in ambito medico e sanitario
INDICE
PARTE I - LA RESPONSABILIT PENALE 5
CAPITOLO 1. 6
1.1 Premessa
6
1.2 Responsabilit penale in generale
9
1.3 La colpa
11
1.4 Colpa professionale e colpa medica
13
1.5 Legge 8 novembre 2012, n. 189 art. 3 (legge Balduzzi)
20
1.6. Tribunale Milano, Sez. IX Penale, ordinanza 21/03/2013
25
CAPITOLO 2. 27
2.1 La responsabilit penale e la struttura del reato in campo
medico 27
2.2 Soggetto attivo del reato in campo medico 28
2.3 Elementi costitutivi del reato 30
2.4 La condotta 33
2.5 L'evento 35
2.6 L'omissione 36
2.7 Rapporto di causalit 37
CAPITOLO 3. 40
3.1 Lavoro multidisciplinare 40
3.2 L'attivit medica in equipe 41
3.3 La cooperazione diacronica tra medici 47
3.4 Conclusione 48
CAPITOLO 4. 51
4.1 Trattamento medico arbitrario 51
4.2 La legittimazione dell'attivit medica 53
4.3 I casi di trattamento sanitario arbitrario 60
1
PARTE II - LA RESPONSABILIT CIVILE 69
CAPITOLO 5. 70
5.1 La responsabilit civile: definizione e inquadramento normativo 70
5.2 Struttura dellillecito civile 74
5.3 La condotta umana 75
5.4 Il nesso di causalit 76
5.5 La colpevolezza 78
5.6 Illecito civile e illecito penale a confronto: analogie e differenze 79
5.7 Linfluenza del giudicato penale in ambito civile 84
CAPITOLO 6. 91
6.1 I tipi di responsabilit medica in ambito civile 91
6.2 La responsabilit medica contrattuale 96
6.3 La responsabilit medica extracontrattuale 99
6.4 La responsabilit c.d. da contatto sociale 102
CAPITOLO 7. 105
7.1 Il nesso di causalit 105
7.2 I vari gradi di colpa 110
7.3 Lonere della prova 121
7.4 I termini di prescrizione 122
CAPITOLO 8. 124
8.1 Il danno risarcibile 124
8.2 Il danno patrimoniale 126
8.3 Il danno non patrimoniale 131
8.4 Il danno biologico 135
8.5 Il danno morale 136
8.6 Il danno esistenziale
137
8.7 I criteri di quantificazione del danno
138
8.8 La consulenza medico-legale
149
CAPITOLO 9. 154
9.1 La responsabilit della struttura sanitaria 154
2
La responsabilit penale e civile in ambito medico e sanitario
CAPITOLO 10. 161
10.1 Il contratto di assicurazione per responsabilit medica 161
PARTE III - LA NUOVA MEDIAZIONE IN CAMPO
MEDICO-SANITARIO 169
CAPITOLO 11. 170
Le richieste di risarcimento per malpractice 170
11.1 I numeri e i motivi dellincremento del fenomeno 170
11.2 Risvolti preoccupanti, la medicina difensiva ed evitativa 170
174
CAPITOLO 12.
Il conflitto
12.1 Inquadrare il tema: malpractice o errore comunicativo? Una
teoria del conflitto
12.2 Il conflitto tra medico e paziente
12.3 Bisogni del paziente - aspettative
12.4 Bisogni del medico - aspettative
12.5 La demonizzazione - il paziente
12.6 La demonizzazione - il medico
12.7 Effetti delle dinamiche conflittuali
12.8 Metodi per risolvere il conflitto
CAPITOLO 13. 186
La mediazione nella legge 186
13.1 La legislazione 186
13.2 Gli Organismi di Mediazione 188
CAPITOLO 14. 189
Obiettivi della mediazione: modelli dominanti e prospettive per un
approccio umanistico funzionalismo o trasformazione 189
14.1 La mediazione trasformativa 190
14.2 Chi sono i mediatori 193
14.3 Come si svolge la mediazione: gli incontri preliminari 193
14.4 Tempi e costi della mediazione 194
14.5 Chi ha interesse a iniziare la mediazione 195
14.6 In quali casi conviene iniziare la mediazione 196
3
CAPITOLO 15. 198
Lesperienza di Humanitas
15.1 La gestione attiva dei sinistri, la creazione di un team di
professionisti, lo studio dei casi 198
15.2 Come si svolge la mediazione: lincontro preliminare 199
15.3 Il procedimento di mediazione: la mediazione a step flessibili -
I confronti coi medici o tra medici
201
15.4 I vantaggi della gestione in mediazione: i risultati 202
NOTE SUGLI AUTORI 204
BIBLIOGRAFIA 205
4
La responsabilit penale e civile in ambito medico e sanitario
PARTE I
La responsabilit penale
5
CAPITOLO 1.
1.1 Premessa
Il diritto sanitario in questi ultimi anni ha subito profonde
modifiche che vanno a ripercuotersi su chi esercita la professione
sanitaria. Possiamo genericamente affermare che, le professioni
sanitarie devono essere riconosciute dallo Stato, e consistono nello
svolgimento, da parte di soggetti abilitati, dell'attivit di prevenzione,
diagnosi, cura (farmacologica o chirurgica) e riabilitazione. Alcune
sono organizzate in Ordini, altre in Collegi. Esistono infatti, Ordini
provinciali dei medici chirurghi e degli odontoiatri, Collegi
provinciali delle ostetriche, Collegi provinciali degli infermieri
professionali e Collegi provinciali dei tecnici sanitari di radiologia
medica. Tra le professioni sanitarie rientra, in primis, la professione
medica, esercitata da soggetti in possesso della laurea in medicina e
chirurgia. L'iscrizione all'albo dei medici obbligatoria per i sanitari
che esercitano una libera professione, cio per coloro che svolgono
l'attivit sanitaria in via autonoma; non invece richiesta per i
sanitari non liberi professionisti che esplicano la loro attivit alle
6
La responsabilit penale e civile in ambito medico e sanitario
dipendenze di una pubblica amministrazione o di altro ente a cui
sono legati da un contratto di impiego.
Non risponde pertanto del reato di cui all'art. 348 c.p. il
sanitario dipendente della pubblica amministrazione, non iscritto
all'albo dei medici, il quale non eserciti la libera professione. Le
obbligazioni inerenti all'esercizio dell'attivit professionale medica
vengono di regola considerate (art.1176 c.c.), obbligazioni di mezzi,
cio quel tipo di obbligazione in cui il debitore nell'adempiere
l'obbligazione deve usare la diligenza del buon padre di famiglia.
Nell'adempimento delle obbligazioni inerenti all'esercizio di una
attivit professionale, come quella medica, la diligenza deve valutarsi
con riguardo alla natura dell'attivit esercitata.
Applicandola al settore sanitario, ci troviamo di fronte ad un
tipo di valutazione obiettivo, in quanto basato sulla diligenza
professionalmente raggiunta in quel settore. Abbiamo quindi un
concetto mutevole a seconda dei tempi e dell'evolversi della societ
che va a porsi come criterio determinativo della prestazione
Alla luce di quanto detto possiamo affermare che il medico,
assumendo l'incarico, si impegna a prestare la propria opera per
raggiungere il risultato desiderato ma non a conseguirlo, cio il
medico non garantisce pertanto il risultato finale, la guarigione, il cui
avverarsi pu dipendere da elementi alla sua opera estranei, ma ha
comunque il dovere di svolgere lattivit professionale necessaria ed
7
utile in relazione al caso concreto, ed ha il dovere di svolgerla con la
necessaria adeguata diligenza (Cass. Civ. n. 12253/1997).
Peraltro tale distinzione non cos netta, in quanto in certe
situazioni il professionista attraverso l'impiego di speciali tecniche,
pone in essere un apparato operativo che sembra idoneo ad
assicurare quel risultato che il committente cerca (es. chirurgia
estetica). Per la loro rilevanza sociale, le professioni sanitarie ed in
particolare quella medica sono oggi sotto la lente sia dei giuristi che
dell'opinione pubblica. Di tutto ci si occupata in modo sempre
maggiore la giurisprudenza penale, sempre pi orientata alla tutela
del paziente danneggiato, specialmente in campo chirurgico, dove la
risonanza sociale pi elevata. La conseguenza stata la reazione
difensiva della classe medica, tradotta in scelte motivate, le quali non
sempre vengono fatte nellinteresse del paziente, ritenuto, invece, in
passato valore assoluto e incondizionato (art. 3 cod. deont.) Tutto
ci e posto in essere:
- alcune volte, con condotte tendenzialmente omissive per situazioni
molto a rischio e presumibilmente compromettenti (c.d. medicina
difensiva negativa),
- altre volte con trattamenti non necessari se non in funzione di una
paventata linea difensiva ma comportanti dei costi per il servizio
sanitario (c.d. medicina difensiva positiva).
8
La responsabilit penale e civile in ambito medico e sanitario
1.2 Responsabilit penale in generale
La responsabilit penale si basa sul principio di legalit cio di
soggezione alla legge e/o anche di rispetto della legge.
L'illecito penale, da cui deriva la responsabilit penale, nasce
dalla violazione di regole ritenute fondamentali per la convivenza
civile, ed accertato attraverso l'esercizio di un'azione che
pubblica.
Queste regole sono contenute nella norma penale, che un
comando rivolto alla collettivit, in cui si proibiscono determinati
comportamenti, prescrivendone degli altri. Nel nostro ordinamento
giuridico il principio di legalit sancito sia nell'art.25 della
Costituzione, nonch nell'art. 1 del codice penale.
Nell'art. 25 il legislatore costituzionale ha inteso, riservare
esclusivamente allo Stato la potest normativa penale oltre che con
riguardo alla possibilit di configurare nuove ipotesi di reato, anche
relativamente all'eventualit di depenalizzazione sancendo quindi il
principio della riserva di legge statale, in base al quale solo al
legislatore ordinario attribuito il potere di emanare norme in tale
materia. Si ritiene inoltre che il principio di legalit penale, svolga
una funzione di garanzia, a tutela di ogni individuo contro gli abusi
dei pubblici poteri in un settore estremamente delicato come quello
penale che pu comportare la privazione della libert personale
attraverso le pene detentive.
9
La responsabilit penale e civile in ambito medico e sanitario
PARTE II
La responsabilit civile
69
CAPITOLO 5.
5.1 La responsabilit civile: definizione e inquadramento
normativo
Il medico e l'ammalato, sono legati da un rapporto non solo
professionale ma anche umano. La responsabilit civile, se riferita ad
un soggetto, generalmente la conseguenza giuridica di una colpa
(comportamento illecito) ed caratterizzata dallaspetto
patrimonialistico-risarcitorio, ove esista un rapporto tra
comportamento illecito e danno. Presupposto della responsabilit
civile lesistenza di un danno risarcibile, determinato da
comportamento illecito.
Tale tipo di responsabilit, di solito, si ricollega al fatto che un
soggetto danneggi altri ingiustamente per negligenza, imprudenza,
imperizia, ovvero per inosservanza di leggi, regolamenti, ordini o
discipline. Il giudizio di responsabilit civile pu essere
sinteticamente descritto nella sequenza:
a) Accertamento dellesistenza di un danno giuridicamente rilevante;
b) Verifica della sussistenza del rapporto causale tra levento
70
La responsabilit penale e civile in ambito medico e sanitario
dannoso prodotto e una condotta umana ritenuta colpevole;
c) Conseguente obbligazione di riparazione a carico del colpevole in
favore del danneggiato.
Il giudizio di responsabilit civile ha lo scopo di trasferire il
costo di un danno dal soggetto che lo ha ingiustamente subito al
soggetto che viene dichiarato responsabile. Tale giudizio viene
effettuato a seguito dellaccertamento di un collegamento causale tra
una determinata condotta e levento dannoso e di solito di
determinati requisiti soggettivi che devono qualificare la condotta
umana, causa del danno.
La responsabilit civile tradizionalmente distinta in
responsabilit contrattuale ed extracontrattuale o aquiliana, dal nome
dellomonima legge del diritto romano classico.
Nella prima, laggettivo contrattuale usato in senso ampio, per
cui ricomprende tutte le forme di responsabilit scaturenti da
qualsiasi rapporto obbligatorio gi precostituito; tale responsabilit
pu derivare da un contratto come dalla legge oppure da un atto
unilaterale.
Si differenzia dalla responsabilit extracontrattuale perch
questa non presuppone alcun rapporto preesistente, ma deriva da un
atto illecito, posto in essere in violazione del generale principio del
neminem laedere. In altri termini, presupposto della responsabilit
contrattuale un rapporto di credito, personale, mentre presupposto
della responsabilit extracontrattuale linesistenza di un rapporto
71
personale, specifico, con contenuto predeterminato, bens il
generico obbligo che incombe su ciascun consociato di non arrecare
danno ad altri.
La prima ipotesi di responsabilit avr come specifico
riferimento, nellottica del risarcimento del danno, ladempimento
dellobbligazione oggetto del preesistente rapporto o un suo
equipollente e, in ogni caso, i danni conseguenti a detto
inadempimento.
La seconda ipotesi di responsabilit avr sempre una funzione
ripristinatoria in forma specifica o per equivalente in denaro, ma di
una condizione nella quale il danneggiato si trovava prima di aver
subito laltrui atto illecito.
In entrambi i casi la garanzia risarcitoria data dal patrimonio
del debitore (art. 2740 cod. civ.). Le norme basilari in tema di
responsabilit civile sono, in materia contrattuale, lart. 1218 cod.
civ, secondo cui il debitore deve eseguire esattamente la prestazione
dovuta e, in difetto, tenuto al risarcimento del danno conseguente
e, in quella extracontrattuale, lart. 2043 cod. civ., in base al quale
colui che cagiona ad altri un danno ingiusto tenuto al relativo
risarcimento.
Il dato comune alla responsabilit civile dunque la preminente
funzione ripristinatoria risarcitoria o, se vogliamo, compensativa
rispetto a quella sanzionatoria, caratteristica della responsabilit
penale: in questa pu mancare anche un evento dannoso, essendo
72
La responsabilit penale e civile in ambito medico e sanitario
talora sufficiente anche la produzione di un evento di solo pericolo
(art. 56 cod. civ.). Ci non significa che la responsabilit civile non
possa avere anche una funzione sanzionatoria e quella penale anche
una compensativa, ma tali momenti assumono un ruolo eventuale e
comunque accessorio.
Non ogni attivit illecita costituisce fattispecie generatrice di
responsabilit civile. Elemento costitutivo ne , infatti, non solo
lagire illecitamente, ma lagire causando danno ad altri; e
lordinamento si preoccupa appunto che questo danno sia risarcito.
Bench un medesimo fatto possa essere fonte sia di
responsabilit contrattuale sia di responsabilit extracontrattuale,
non pu comportare un doppio risarcimento, data la funzione
essenzialmente compensativa del risarcimento e non punitivo
satisfattiva. In giurisprudenza si afferma che la responsabilit
contrattuale e quella extracontrattuale possono concorrere allorch
un unico comportamento risalente al medesimo autore appaia di per
s lesivo non solo di specifici diritti derivanti al contraente dalle
clausole contrattuali, ma anche dei diritti assoluti.
In ipotesi di concorso di responsabilit contrattuale e
responsabilit extracontrattuale, la duplicit del titolo risarcitorio
comporta un distinto regime per ciascuna delle due relative azioni
quanto alla distribuzione dell' onere della prova, al danno risarcibile
ed alla prescrizione.
73
La prescrizione di una delle azioni, come si vedr, non esclude
che il danneggiato possa conseguire il risarcimento in base all'altra.
5.2 Struttura dellillecito civile
La norma civile ha come interesse immediato quello
individuale, qualificato come diritto soggettivo, che pu essere
relativo o assoluto. E diritto relativo (o di credito) quello che
vincola un determinato soggetto (debitore) ad un dato
comportamento (la prestazione, oggetto dellobbligazione) nei
confronti di altro soggetto determinato (creditore).
E diritto assoluto quello che ogni consociato ha nei confronti
di tutti gli altri e, a differenza del diritto di credito, ha un generico
contenuto negativo consistente nel non turbare e non violare il
diritto stesso: sono tali il diritto alla vita, allintegrit psico-fisica, il
diritto allonore e alla reputazione, in genere tutti i diritti alla persona
e tutti i diritti reali.
La violazione del diritto di credito da luogo alla responsabilit
contrattuale, la violazione di un diritto assoluto o, meglio detto,
meritevole di tutela da parte dellordinamento, d origine, a carico
del trasgressore, alla responsabilit extracontrattuale. Generalmente
per la spiegazione dei concetti base della responsabilit civile si fa
riferimento alla norma dellart. 2043 cod. civ. che consente di
elaborare dei concetti applicabili sia alla responsabilit contrattuale
74
La responsabilit penale e civile in ambito medico e sanitario
che extracontrattuale, fatte salve alcune peculiari caratteristiche
proprie delluna o dellaltra.
5.3 La condotta umana
Lart. 2043 cod. civ. presuppone qualunque fatto doloso o
colposo. Pi che il fatto, colpevole (per dolo o per colpa) latto,
dovendosi sempre fare riferimento ad una condotta umana.
Occorre, in primo luogo, che la condotta sia riferibile ad un soggetto
fornito di adeguata capacit di intendere e di volere.
Lart. 2046 cod. civ. dunque il primo requisito soggettivo,
perch chi non ha la capacit di intendere e volere non pu
autodeterminarsi consapevolmente, come non pu essere
sottoposto a sanzione penale ( art. 85 c.p.), cos non pu essere
considerato civilmente responsabile e a lui non pu essere
addebitato il risarcimento del danno arrecato a terzi. Nella nozione
di fatto si comprende tanto il comportamento della persona, che
pu consistere nel fare oppure nel non fare, quanto levento
dannoso, cio lattuarsi di una situazione sfavorevole al soggetto.
Il fatto viene quindi identificato con l'azione contraria al diritto,
alla quale si accompagna una lesione ingiusta. Il fatto fonte di
responsabilit pu consistere sia in una condotta commissiva sia in
una condotta omissiva, laddove quest'ultima viene intesa come
75
mancanza di un comportamento che l'agente aveva l'obbligo
giuridico di tenere, nelle circostanze nelle quali si verific l'evento.
In giurisprudenza generalmente si afferma che l'obbligo
giuridico di impedire l'evento dannoso pu derivare da una norma,
ovvero da uno specifico rapporto tra il titolare dell'interesse leso ed
il soggetto chiamato a rispondere della lesione.
5.4 Il nesso di causalit
Tra latto e levento deve intercorrere un nesso di causalit
giuridicamente rilevante.
Nel codice civile manca una definizione di nesso di causalit a
differenza del codice penale, il quale disciplina il rapporto di
causalit agli artt. 40 e 41 c.p. Gli unici riferimenti presenti nel
codice civile si rinvengono nell'art. 2043 e nell' art. 1223,
quest'ultimo richiamato dall' art. 2056. I giuristi sono soliti
considerare il nesso causale sotto due distinti profili: da una parte
l'evento lesivo e dall'altra il danno risarcibile.
Con riguardo all evento lesivo, il nesso causale svolge la
funzione di imputare al responsabile il fatto illecito; in questo caso si
soliti parlare di causalit di fatto. Con riferimento al danno
risarcibile, il nesso di causalit svolge, invece, la funzione di
determinare l'ammontare del danno cagionato; in questo secondo
76
La responsabilit penale e civile in ambito medico e sanitario
caso si parla di causalit giuridica ed occorre far riferimento all' art.
1223 cod. civ.
La causalit di fatto ricostruisce il fatto ai fini della imputazione
della responsabilit, la causalit giuridica, presupponendo che il
problema della imputazione sia gi risolto, determina gli eventi da
porre a fondamento del danno risarcibile.
Per ci che concerne i principi applicabili in materia di causalit
in fatto, generalmente trova applicazione la teoria della condicio sine
qua non oppure la teoria della causalit adeguata. Secondo la teoria
della condicio sine qua non la condotta illecita causa dell'evento
dannoso se in mancanza della prima, il secondo non si sarebbe
verificato. La rigidit di tale criterio temperata dall'applicazione
dell' art. 41, 2 co., c.p., secondo il quale le cause sopravvenute
escludono il rapporto di causalit quando sono state da sole
sufficienti a determinare l'evento. L' art. 41, 2 co., c.p. viene
interpretato dalla dottrina maggioritaria nel senso che il nesso di
causalit escluso quando il risultato dovuto al sopravvenire di un
avvenimento assolutamente eccezionale (caso fortuito).
In diritto civile il caso fortuito viene in rilievo come causa di
esclusione della colpevolezza, con conseguente esonero da
responsabilit, sia in relazione alla cd. responsabilit contrattuale che
alla cd. responsabilit extracontrattuale.
Secondo la teoria della causalit adeguata sussiste il rapporto di
causalit quando l'azione dannosa appare ex ante idonea a produrre
77
l'evento, aumentando in misura rilevante le probabilit del suo
verificarsi. Pertanto, secondo questa teoria devono considerarsi
conseguenze di un dato fatto, solamente quelle che rientrano in una
successione normale di eventi, secondo l' id quod plerumque accidit
o secondo un calcolo di regolarit statistica da valutarsi a seconda di
tutte le circostanze del caso. Nel regime dell'illecito civile, vige il
principio della preponderanza dell'evidenza, per cui un evento da
ritenere causato da un dato comportamento quando il suo verificarsi
per effetto di quel comportamento sia pi probabile che non il suo
contrario ( C. 3010/2014).
In giurisprudenza viene applicata sia la teoria della condicio sine
qua non, con il temperamento dell' art. 41, 2 co., c.p., sia la teoria
della causalit adeguata.
5.5 La colpevolezza
La colpevolezza si pu presentare in due distinte forme: il dolo
e la colpa. Si tratta di due figure autonome e non di due specie del
medesimo genere. Il giudizio di colpevolezza un giudizio
relazionale che deve tener conto di quanto i vari tipi di soggetti
coinvolti hanno fatto o potevano fare, per prevenire o lenire il
danno, in base ad un modello, necessariamente giudiziale di
apprezzamento della loro condotta.
78
La responsabilit penale e civile in ambito medico e sanitario
169
PARTE III
La nuova mediazione in campo medico-sanitario
170
CAPITOLO 11.
Le richieste di risarcimento per malpractice
11.1 I numeri e i motivi dellincremento del fenomeno
Negli ultimi anni in Italia si assistito a un incremento
esponenziale delle richieste di risarcimento danni formulate da
cittadini nei confronti di medici accusati di malpractice e nei
confronti delle strutture sanitarie per lamentati deficit organizzativi.
Le ragioni di tale incremento hanno natura complessa, e vanno
ricercate in primo luogo nel ruolo pervasivo dei mass-media. Da un
lato assistiamo alla tendenza dei mass-media a fornire rassicuranti
informazioni, quasi quotidiane, sui continui progressi della medicina,
sempre illustrati come efficaci, efficienti, e portatori di soluzioni
innovative e salvifiche.
Dallaltro lato ogni episodio di presunta inefficienza -o
comunque portatore di effetti sfavorevoli- viene etichettato senza
La responsabilit penale e civile in ambito medico e sanitario
171
troppa riflessione come malasanit. Nel 2000 a cura del CENSIS
sono stati analizzati 340 articoli di quotidiani riferiti ad episodi di
malasanit saliti alla cronaca. Di questi 143 si riferivano ad episodi
non mortali, ed altri 78 si riferivano, invece, a decessi. Quindi nel
solo anno 2000 i casi di malasanit denunciati ammontavano a
221. Allesito della ricerca emergeva che su 221 casi solo in 60 di essi
era stata effettivamente attribuita qualche responsabilit ai sanitari
1
.
I dati disponibili non sono accurati n attendibili, tantomeno
esaurienti, e da pi parti viene sollecitata listituzione di rigorosi
osservatori dedicati. Il solo dato certo il continuo ed esponenziale
aumento di denunce e richieste di risarcimento danni per lamentati
errori medici, veri o presunti tali.
Le denunce di eventi indesiderati erano nel 1994 circa 9.500. Si
sono incrementate ogni anno, sino ad assestarsi dal 2000 -con lievi
oscillazioni annuali- a circa 34.000 ogni anno. I costi assicurativi
complessivi ammontavano nel 1994 a 35 milioni, nel 2009 sono
stati calcolati in 485 milioni. Nel 1994 lincidenza dei premi di RC
medica sul totale delle RC era pari al 2,5%, nel 2004 ammontava al
12,5%
2
.
1 CENSIS 2001: Lerrore in Medicina: sondaggio su 340 articoli di quotidiani e periodici
(anno 2000). Riv. Ital. Med. Leg. 2001; XXIII: 1113-1125.
2 fonte ANIA
172
Unanalisi superficiale di questi dati potrebbe far concludere per
un tracollo progressivo e irrecuperabile della qualit dellassistenza
sanitaria in Italia. In realt una siffatta lettura dei dati fuorviante.
LOCSE, infatti, nel suo rapporto annuale (Ocse Health at a
Glance), nonostante lItalia abbia perduto posizioni negli ultimi anni,
continua a classificare la sanit del nostro Paese in una fascia che ne
attesta complessivamente la buona qualit. Le cause di questo
fenomeno vanno ricercate, piuttosto, in fenomeni sociali diversi e
pi complessi.
Si assiste prima di tutto a una percezione molto diversa del
diritto alla salute. E scomparso dalla scena il medico la cui
autorevolezza non poteva essere messa in discussione. Le aspettative
di risultati sono giunte a ritenere il miglioramento o la guarigione
come un diritto. La medicina viene illusoriamente ritenuta
onnipotente e si assiste persino ad un tentativo di negazione della
caducit della vita umana. Non sono lontani i tempi in cui era duso
visitare i malati, vegliare i defunti la cui camera ardente veniva
allestita nelle abitazioni. Oggi pratiche sbrigative ed efficienti agenzie
di pompe funebri riducono al minimo limbarazzo di stare alla
presenza di cadaveri. La diffusione di immagini di giovinezza eterna
infondono lillusione di immortalit e salute a tutti i costi. Una salute
considerata come diritto, naturalmente. Il corpo umano viene
La responsabilit penale e civile in ambito medico e sanitario
173
percepito come una macchina, e dalla chirurgia ci si attende
unattivit paragonabile alla riparazione di un pezzo difettoso.
Una concausa della patologia della conflittualit lampliamento
giurisprudenziale del danno risarcibile che ha portato con s
notevoli aspettative di risarcimento. Non va poi trascurata la
tendenza (poco rispettabile, ma dettata perlopi dal bisogno) a
ricavare denaro dalle vertenze giudiziarie, tendenza purtroppo
spesso alimentata da una minoritaria parte, meno sana, della
categoria dei legali, nonch da agenzie di risarcimento danni con
pochi scrupoli. Sul punto abbiamo assistito recentemente ad una
bagarre mediatica non proprio edificante, che ha visto la categoria
degli avvocati e quella dei medici massacrarsi a mezzo di spot urlati
e video di pessimo gusto sbandierati sui media.
Sono circolati dal luglio 2013 in video la pubblicit di
Obiettivo risarcimento che sui canali Rai, Mediaset e La7 incita i
cittadini, vittime di presunta malasanit, a denunciare i medici: Hai
dieci anni di tempo per reclamare quello che ti spetta
3
. Come tutta
risposta le associazioni dei medici hanno diffuso un altro spot4
lanciato sul web "Medici, pazienti e avvoltoi" realizzato da Amami
(Associazione medici accusati di malpractice ingiustamente) con il
3
http://www.ansa.it/web/notizie/specializzati/saluteebenessere/2014/02/26/Malasanita-
avvoltoio-guerra-medici-avvocati_10145384.html
4 https://www.youtube.com/watch?v=Ex27HzYzdsw
174
patrocinio del ministero della Salute e l'adesione di 25 associazioni
scientifiche e sindacali. Vi sono poi altri aspetti da tenere in
considerazione, e ne citiamo alcuni. La super specializzazione della
medicina conduce ad una forma di parcellizzazione del malato,
raramente visto nella sua interezza, che implica spesso una de-
umanizzazione della relazione, rischiando di relegare il rapporto di
cura a una parte del malato stesso. Non pu poi essere dimenticato
il divario tra le potenzialit teoriche della medicina, sbandierate dai
media, e le concrete possibilit che il personale sanitario pu
concretamente e utilmente somministrare al paziente, nel qui e ora.
11.2 Risvolti preoccupanti, la medicina difensiva ed
evitativa
A causa delle considerazioni sopra svolte accade che il rischio di
denunce e querele condizioni fortemente la pratica medica
professionale nel quotidiano. Il medico pu giungere ad abdicare al
proprio ruolo in favore di scelte non pi basate sullinteresse del
paziente, ma piuttosto dettate dalla paura di uneventuale
esposizione giudiziaria. Una ricerca del 2010 presentata a Pavia il 27
maggio 2011 in un convegno organizzato dalla Scuola Superiore
Universitaria IUSS su 1.392 medici ospedalieri evidenziava che il
90,5% degli intervistati aveva ammesso di aver adottato nellultimo
La responsabilit penale e civile in ambito medico e sanitario
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mese almeno un comportamento ascrivibile alla medicina difensiva.
Dettata dalle stesse storture appare lospedalizzazione non
necessaria. Si giunge poi allestremo della medicina evitativa, con
labbandono di specialit rischiose (ostetricia - anestesiologia -
rianimazione) o il rifiuto di interventi su pazienti a rischio.
Queste disfunzionalit implicano un effettivo decadimento della
qualit dellassistenza sanitaria, pi orientata a prevenire accuse che a
curare linteresse del paziente. Alla fine di queste considerazioni vi
il dato sconcertante che ogni anno su circa 15.000 medici accusati
penalmente di malpractice in media solo il 25% viene allesito del
processo ritenuto penalmente responsabile. Il 75% viene ritenuto
non responsabile, ma il costo personale elevatissimo.

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