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!NTRODUZ!ONE ALLA PS!COLOG!

A
SOC!ALE



























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!NTRODUZ!ONE

Storia della psicologia sociale

Perch studiare la storia della psicologia sociale?

! temi della psicologia sociale sono vicini a quelli di altre discipline quali la sociologia, altre tipologie di
psicologie e all'etologia (per quanto riguarda gli aspetti genetici). Anche i suoi strumenti e metodologie sono
gli stessi di queste discipline; si puo quindi affermare che la psicologia sociale dia dei contributi nuovi e si
ponga attraverso nuovi punti nei confronti di temi gia trattati da altri campi di studio.
All'interno della psicologia sociale possibile individuare due tendenze principali: una sociologica e una
psicologica. La psicologia sociale sociologica privilegia l'elemento sociale a dispetto di quello individuale; essa
si rifa alla scuola anglosassone e i suoi autori principali sono Nead, Goffmann, French, Noskovici. La
psicologia sociale psicologica invece si rivolge maggiormente all'elemento individuale, influenzata in questo
dalla tradizione filosofica europea. ! suoi principali esponenti sono Lewin (della scuola della Gestalt),
Festinger, Allport, Asch.

La tradizione del pensiero sociopsicologico

Gia nella filosofia classica ci sono riferimenti all'uomo come essere sociale, in particolare in Platone (che
influenzera la corrente sociologica) e in Aristotele (che ispirera la corrente psicologica). !nfatti Platone era
convinto che fossero le strutture sociale a creare l'uomo, mentre per Aristotele il comportamento sociale
nasce all'interno dell'uomo.
Tuttavia, anche se possiamo riconoscere nella psicologia sociale queste due concezioni differenti, entrambe
si pongono gli stessi quesiti:

1. Le persone sono individui singoli o sono simili tra loro?
2. L'individuo esiste in funzione della societa o quest'ultima che determinata dall'individuo?
3. !l rapporto tra individuo e societa ha una reale esistenza o l'espressione di un'ideologia (in senso
marxista, come mistificazione della realta sulla base dei bisogni della classe che detiene i mezzi di
produzione) latente?
+. Gli esseri umani sono fondamentalmente buoni (non hanno bisogno di essere educati) o egoisti (ne
hanno bisogno)?
5. L'individuo libero o condizionato dalla natura?

Alla nascita della psicologia sociale come disciplina scientifica moderna, all'inizio del XX secolo,
contribuiscono altre due discipline: la sociologia e la teoria evoluzionistica.
La sociologia nasce con Comte, ma Durkheim a dare un contributo decisivo allo sviluppo della psicologia
sociale, con la sua concezione della societa come eventi indipendenti dalla volonta individuale e con la teoria
delle rappresentazioni collettive. Questa teoria, ripresa da Noskovici con il nome di teoria delle
rappresentazioni sociali, afferma che le rappresentazioni sociali sono modi di vedere la realta, condivisi da un
gruppo piu o meno grande di persone, che si concretizzano nella realta e diventano la realta stessa (ad
esempio il pensiero di Freud).
La psicologia sociale stata influenzata dall'evoluzionismo in quanto ha introdotto questa impostazione,
generalizzandola in campo sociale; inoltre ha ricevuto influssi anche dalla sociobiologia (lo studio del
comportamento sociale degli animali).





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Gli inizi della moderna psicologia sociale

Le due scuole che anticipano la moderna psicologia sociale nascono ai primi del Novecento e sono
rispettivamente la volkerpsychologye (psicologia del popolo") e la psicologia delle folle.
La volkerpsychologye si sviluppa in Germania e i suoi esponenti principali sono Lazarus e Wundt
(riconosciuto come fondatore della moderna psicologia sperimentale). Questa riflessione sui fenomeni sociali
profondamente influenzata dalla cultura e dalla filosofia tedesca (idealismo, romanticismo). La sua tesi
fondamentale consiste nel fatto che la comunita culturale (nazionale e popolare) la base dell'associazione
umana, e il linguaggio lo strumento principale attraverso il quale i membri della comunita costruiscono la
propria identita di gruppo. !l popolo ha uno spirito unificatore che consiste nell'idea di s che si manifesta
nella lingua; facile riconoscere l'influsso che una simile concezione ha avuto sull'agire politico. Wundt
sostiene che la volkerpsychologye l'equivalente della psicologia individuale sperimentale.
La psicologia delle folle si sviluppa in Francia e in !talia e i suoi esponenti principali sono Tarde e Le Bon.
Questa disciplina ha ricevuto forti influenze dalla medicina (epidemiologia) e dalle tecniche di suggestione
ipnotica, infatti Tarde e Le Bon si rendono conto che alcuni fenomeni di massa sono simili al diffondersi del
contagio batterico, in particolare quelli irrazionali. Questi studiosi hanno una concezione latina" della folla,
vale a dire che la considerano irruenta, irrazionale e incontrollata; tale rappresentazione negativa della folla
restera a lungo nella psicologia sociale e anche in Freud.
La psicologia delle folle sviluppa le sue teorie in questo modo anche perch inserita in un clima culturale e
sociale rivoluzionario, con attivita politiche nuove e anche violente (come movimenti socialisti).

































+
La moderna psicologia sociale

La moderna psicologia sociale nasce all'inizio del Novecento, con i primi esperimenti scientifici e i primi
manuali. ! due rami di cui composta la portano ad occuparsi da una parte (come disciplina psicologica)
dell'individuo e dei processi individuali, e dall'altra (come disciplina sociale) del contesto sociale in cui sono
inseriti i processi individuali.
!l fondatore della psicologia sociale puo essere considerato l'americano Allport, il quale fa corrispondere
l'orientamento individualistico con il metodo sperimentale e con l'approccio comportamentista (che
storicamente stato il primo approccio della psicologia). L'interesse focalizzato solo sul comportamento
manifesto, cio che accade all'interno della mente non puo essere osservato e di conseguenza non puo essere
studiato. !l comportamento sociale quindi esaminato solo in risposta ad uno stimolo. Anche se le radici
della psicologia sociale sono europee, gia con Allport comincia a essere piu importante il contributo della
scuola americana, tanto che questa disciplina verra ben presto monopolizzata dagli statunitensi.
Negli anni '30 e '+0 iniziano gli studi sugli atteggiamenti e sui cambiamenti degli atteggiamenti; in questo
modo, oltre a studiare i meccanismi che governavano questi fenomeni, si cercava anche il modo di indurli e
di realizzare quindi l'influenza sociale (ad esempio nella pubblicita).
Negli anni '70 la psicologia sociale entra in crisi, perch il metodo sperimentale aveva preso il sopravvento
sui contenuti. A questo punto si cambia l'indirizzo di studio e si passa al cognitivismo. !l principale autore di
questo cambiamento Lewin, uomo di grande cultura ma anche di azione. Egli non si occupava solo dello
studio, ma voleva avere anche un riscontro pratico, in modo da essere utile alla societa e migliorarla. !l suo
metodo (detto anche lewiniano) prendera il nome di ricerca-azione, e si basa sul fatto che chi studia deve
mettere in pratica le sue teorie e verificarle sul campo, ed eventualmente modificarle (ad esempio, studiare i
conflitti per eliminarli). Lewin fonda il Centro di dinamica di gruppo", in cui i vengono studiati i gruppi e in
cui i gruppi vengono usati anche come strumento di psicologia clinica (metodo del T-group).
!l cognitivismo (social cognition) pone come oggetto di studio il processo cognitivo (il modo in cui il soggetto
elabora le informazioni) al posto del comportamento manifesto; prima di quest'ultimo si deve fare
riferimento alla rappresentazione cognitiva che lo precede.
L'inglese Tajfel e il francese Noskovici fondano nel 1966 l'Associazione Europea di Psicologia Sociale
Sperimentale", in ritardo rispetto alla scuola americana in quanto i fondi economici sono minori e nel periodo
tra le due guerre i regimi totalitari non erano favorevoli a questa disciplina. Solo nel 1992 tutti i Paesi
dell'Unione Europea sono hanno avuto la possibilita di partecipare (anche per questioni politiche).
Tajfel e Noskovici hanno voluto differenziarsi dagli americani sottolineando la dimensione sociale del
comportamento individuale. L'esperienza e il comportamento dell'individuo prescindono dalla dimensione
sociale. ! principali studi di Tajfel si indirizzano sui gruppi e sugli atteggiamenti, mentre Noskovici si
concentra sulle ricerche sulle minoranze e sulle influenze di queste ultime.
La psicologia sociale evoluzionista risente dell'influsso delle teorie biologiche. Secondo questi psicologi non si
puo parlare di natura umana", perch si tratta di un postulato non verificabile, inoltre essi si chiedono in che
modo il contesto sociale (ruoli sociali, cultura) possano spiegare il comportamento individuale.
Negli anni '60 questo modello cambia anche grazie ai biologi evoluzionisti, quando inizia il movimento della
sociobiologia (Wison), che spiega il comportamento sociale animale ed umano alla luce di principi
evoluzionisti e biologici. Da qui nasce la psicologia evoluzionista, che approfondisce i meccanismi psicologici
e in particolare l'adattabilita e la flessibilita di questi meccanismi e critica alcuni assunti della sociobiologia. !l
comportamento sociale rimane la rigida ? nell'evoluzione e nei fattori genetici.
Gli psicologi evoluzionisti usano il principio della selezione naturale: gli individui che generano prole vitale
(capace di riprodursi) sono quelli che hanno maggiore fitness (idoneita), quindi vengono selezionati i gruppi
umani con maggiore idoneita (non solo capacita di riprodursi, ma anche comportamenti che portano bene
sociale a s, al proprio gruppo e alla propria specie). Cos gli psicologi conciliano il principio di adattamento
di adattamento e della selezione della specie con il comportamento altruistico (pro-sociale).
Hamilton nel 196+ introduce la teoria dell'idoneita complessiva, in cui tenta di spiegare insieme i concetti di
selezione della specie e del comportamento altruistico; si chiede anche perch i legami di parentela sono alla
base di tutte le forme di alleanza tra gli animali sociali (perch un individuo tende ad aiutare un parente o un
suo simile piuttosto che un estraneo?) e il motivo per cui questi ultimi sono cos importanti in tutte le societa
umane. La spiegazione nelle teorie evoluzionistiche-biologiche.
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La psicologia sociale evoluzionistica

!ntroduzione

La moderna psicologia evoluzionistica si propone di studiare il comportamento umano collegando la funzione
originaria del comportamento ai meccanismi psicologici attuali, dei quali la flessibilita delle risposte una
componente centrale, sulla base del principio della selezione naturale. Questo tipo di approccio stato usato
per spiegare comportamenti noti e per avanzare teorie nuove.

Selezione naturale e comportamento

!l concetto della selezione naturale stato elaborato compiutamente per la prima volta da Darwin e Wallace,
che affermarono che alcune variazioni individuali ereditarie vantaggiose hanno maggiori probabilita di
trasmettersi alla discendenza in quanto permettono una maggiore idoneita (adattamenti fisici e
comportamentali) rispetto a un determinato ambiente. All'inizio Darwin si interesso all'evoluzione delle
caratteristiche fisiche, ma in seguito l'interesse si sposto sull'evoluzione del comportamento, sia animale che
umano. ! comportamenti sono analizzati sulla base del contributo che hanno fornito alla sopravvivenza e alla
riproduzione della specie.

Aiutare il prossimo: il problema del comportamento altruistico

!l comportamento altruistico sembra contraddire la teoria evoluzionistica, perch si tratta di un
comportamento in cui un soggetto favorisce l'idoneita di un altro soggetto a spese della propria. Gli psicologi
sociali hanno cercato di studiare le condizioni in cui si manifesta il comportamento altruistico, definendolo in
questo modo come disponibilita di arrecare benefici quando sia possibile agire diversamente.
La contraddizione risolta ragionando in termini di specie, infatti se si agisce in modo altruistico verso i
membri della propria specie o gruppo si arreca ad esso un vantaggio superiore allo svantaggio verso il
singolo individuo. Na questa spiegazione cade se si considera che possa esistere un solo individuo egoista"
nel gruppo, perch esso potrebbe uccidere i suoi rivali, riprodursi e far aumentare nelle generazioni
successive gli individui egoisti" che alla fine diventerebbero la maggioranza. La moderna psicologia
evoluzionistica spiega questo problema perch si concentra sui geni piuttosto che sui comportamenti,
ritenendoli i veri pacchetti che vengono trasmessi. !n questo modo i geni dovrebbero trasmettersi a spese
degli altri geni, ma esistono anche dei modi in cui potrebbero evolversi dei geni che aiutano altri individui. Ad
esempio, aiutare i parenti (come figli, fratelli, cugini) implica la conservazione di geni condivisi dal soggetto,
per cui la solidarieta verso i parenti direttamente proporzionale al grado di parentela. L'aiuto verso i parenti
piu prossimi chiamato idoneita complessiva e puo spiegare il motivo per cui i legami di parentela sono
diffusi in tutte le societa umane. Nei piccoli gruppi nei quali ogni individuo piu o meno strettamente
imparentato con gli altri, aiutare gli altri membri sarebbe sempre vantaggioso, e questo comportamento si
sarebbe trasmesso con l'evoluzione anche in gruppi in cui difficile trovare legami stretti di parentela.
Na a questo punto necessario discriminare tra coloro che appartengono al gruppo e coloro che non
appartengono, e il criterio appunto quello della parentela. Se un individuo non appartiene al gruppo
probabile che sia odiato e perseguitato, a causa della forte identificazione con il proprio gruppo e degli
stereotipi negativi verso i membri degli altri gruppi.
Esistono delle condizioni in cui si verifica il comportamento altruistico anche in assenza di parentela; questo
comportamento detto altruismo reciproco. !n questo caso l'aiuto verso il prossimo si verificherebbe verso
coloro i quali avrebbero potuto contraccambiarlo, e l'evoluzione porterebbe verso una selezione in cui i costi
dell'aiuto dovrebbero essere i piu bassi possibile e i vantaggi i piu alti possibile, e dove sarebbe possibile
identificare ed escludere gli individui che non avrebbero contraccambiato. !n questo modo piu probabile
che sia aiutato un parente o un conoscente piuttosto che un estraneo.



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Cooperazione e competizione

La cooperazione e la competizione sono entrambi comportamenti fondamentali per comprendere le
interazioni sociali e l'evoluzione; infatti la competizione insita nel concetto stesso di evoluzione (per poter
prevalere sugli altri e trasmettere in questo modo i propri geni), ma anche la cooperazione lo (per poter
ottenere dei vantaggi reciproci e a favore della specie). Ad esempio, i genitori collaborano per il vantaggio
reciproco, infatti entrambi sono necessari per la sopravvivenza della prole e hanno con essa il medesimo
grado di parentela (cooperazione). Tuttavia allo stesso tempo, se uno di loro ha l'opportunita di accrescere la
propria idoneita accoppiandosi di nascosto con un altro partner, lo fara (competizione).

Selezione sessuale e investimento genitoriale

La selezione sessuale (che una forma di selezione naturale) avviene sotto forma di competizione tra i
maschi e di scelta da parte delle femmine a causa dello squilibrio nel contributo (investimento) genitoriale
fornito dai due sessi nell'allevamento della prole. !n genere questo investimento molto maggiore nella
femmina, per cui essa sceglie con attenzione il partner, preferendo quelli con alta idoneita. !l maschio invece
ha un investimento ridotto e puo in teoria ricominciare molto piu agevolmente; in pratica tuttavia tra essi c'
grande competizione per essere scelti dalle femmine e lasciare una prole piu numerosa possibile. Quando il
maschio e la femmina sono necessari per la sopravvivenza della specie, l'investimento genitoriale si avvicina
e la competizione tra i maschi diminuisce. Nei casi limite in cui l'investimento genitoriale maggiore per il
maschio che per la femmina si assiste ad un capovolgimento delle differenze sessuali tipiche dei due sessi.
Quando la paternita incerta, vengono adottate strategie per salvaguardarla, come la sorveglianza sulle
femmine da parte dei maschi.

!l comportamento riproduttivo umano

Nella maggior parte delle societa le relazioni sono a lungo termine ed entrambi i genitori si prendono cura
del bambino, assumendo la forma del matrimonio monogamo. Tuttavia queste relazioni non sono le sole: la
maggiore taglia degli uomini porta a pensare un comportamento poliginico nel passato, e nei casi in cui le
condizioni economiche sono povere si assiste a casi di poliandria (condivisione di un'unica moglie con piu
fratelli). Una spiegazione di questa variabilita puo essere trovata nel fatto che gli uomini cercheranno una
maggiore variabilita sessuale mentre le donne tenderanno ad essere monogame. La scelta da parte delle
femmine limita le attivita sessuali degli uomini.
La maggiore tendenza alla promiscuita da parte degli uomini si riflette anche sui criteri di scelta dei partner,
infatti gli uomini tenderanno a scegliere donne giovani e attraenti fisicamente (caratteristiche collegate alla
salute e al potenziale riproduttivo). Allo stesso modo, la tendenza alla monogamia delle donne si riflette nei
loro criteri, che privilegiano lo status del maschio e i privilegi che in grado di offrire (che garantiscono
maggiore probabilita di sopravvivenza alla prole).

La competizione fra i membri dello stesso sesso e l'omicidio

! maschi, a causa della competizione, avrebbero minori aspettative di vita rispetto alle femmine; infatti la
competizione porta a comportamenti aggressivi verso gli altri maschi e rischiosi per s stessi. Questo si
riflette sul fatto che i giovani maschi hanno stili di vita piu a rischio e comportamenti piu aggressivi e che gli
omicidi sono piu diffusi tra i giovani maschi che hanno poco da perdere.







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!l tradimento e la gelosia

!l tradimento la condizione di un uomo che alleva il figlio di un altro uomo. Naturalmente nessun uomo
desidera questa situazione, per cui l'adulterio punito severamente. La gelosia conseguente si manifesta
nell'uomo come desiderio dell'uomo di restringere la possibilita della partner di avere altre relazioni per
garantire la propria paternita, mentre nella donna si manifesta come desiderio di conservare le risorse
garantite dall'uomo. !nfatti il maggior disagio per gli uomini nasce dalla prospettiva di un tradimento
sessuale, mentre per le donne dalla prospettiva di un tradimento sentimentale.

L'evoluzione della flessibilita

Naturalmente, le teorie presentate finora sono principi molto generali e dipendono strettamente dalle
condizioni ambientali, che possono mutare anche di molto i comportamenti. Questo garantisce la flessibilita
necessaria all'evoluzione.

Riepilogo e conclusioni

La teoria evoluzionistica si propone di elaborare una concezione coerente della natura umana sulla base di
principi generali e della flessibilita di comportamento. !n pratica si ricercano degli attributi generici e si
studiano le circostanze in cui questi attributi variano nello specifico, verificando le ipotesi particolari derivate
da questa concezione. La psicologia evoluzionistica puo ampliare anche le fonti dei dati usati nelle indagini
sociopsicologiche, con studi interculturali e ricerche in archivi storici, criminologici e antropologici.































8
La psicologia sociale dello sviluppo

!ntroduzione

La psicologia sociale tende a sottovalutare la dimensione evolutiva, mentre la psicologia evolutiva tende a
sottovalutare la dimensione sociale. Per ovviare a queste mancanze nata la psicologia sociale dello
sviluppo, che si propone di indagare il corso evolutivo e i contesti del comportamento sociale. Esamineremo
sotto questa prospettiva quattro campi d'indagine: la natura della socializzazione, lo sviluppo delle relazione
e lo sviluppo all'interno delle relazioni, lo sviluppo del linguaggio e lo sviluppo della conoscenza sociale.

La natura della socializzazione

La socializzazione il processo attraverso il quale le persone acquistano le regole di comportamento e i
sistemi di credenze e atteggiamenti che permettono di operare efficacemente come membri di una societa.
Le prime teorie riguardo alla socializzazione la giudicavano come un processo unidirezionale, da una parte
rappresentando il bambino come un ricettore passivo degli impulsi provenienti dall'esterno e dall'altra
intendendolo come un soggetto con propri istinti e bisogni, scarsamente interessato e influenzabile
dall'ambiente. Con lo sviluppo delle tecniche di osservazione (in particolare con l'uso del videoregistratore) si
fatta strada la concezione della socializzazione come un rapporto reciproco tra neonato e adulto (teoria
della mutualita). Questa teoria rivendica un ruolo attivo da parte del bambino e l'interdipendenza tra
bambino e genitore nelle loro transazioni sociali.
!l bambino nasce con capacita percettive gia sviluppate e tende a prestare attenzione agli stimoli esterni;
d'altra parte i genitori sono sempre propensi a interagire con il bambino. !n questo modo si verificano attivita
sociali che implicano sincronia e cooperazione da parte del genitore, che costruisce il contesto delle
interazioni e che manifesta cos la sua posizione di predominanza nel rapporto. Na anche il bambino ha
risorse importanti in questo campo, perch puo influenzare l'interazione ad esempio distogliendo lo sguardo.
Le interazioni diventano via via sempre piu elaborate fino al momento in cui riflettono il turn-taking
(cambiamento da un parlante all'altro) tipico della conversazione. !n questo modo notiamo che la
socializzazione primaria puo progredire solo perch si tratta in gran parte di un'attivita congiunta, che vede il
neonato come attivo attore sociale.
Questi risultati sono importanti per la psicologia sociale perch la socializzazione primaria la fonte da cui si
svilupperanno tutte le successive forma di interazione e perch aiuta a studiare l'influenza sociale,
intendendola come un processo di negoziazione piuttosto che come un processo unidirezionale.



















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Lo sviluppo delle relazioni

Una delle prime relazioni che si verificano nel neonato quella dell'attaccamento. L'attaccamento un
legame affettivo specifico e durevole che si forma tra due persone; i comuni comportamenti con cui si
manifesta sono tutti osservabili nei neonati.
!l neonato tende a sviluppare l'attaccamento verso gli adulti (i genitori in particolare) perch questi ultimi
sono in grado di soddisfare i suoi bisogni primari. Questo ragionamento alla base della teoria della pulsione
secondaria, che afferma che siccome la madre soddisfa i bisogni primari, anche la sua vicinanza diventa un
bisogno (una pulsione secondaria). Questa teoria sembra plausibile ma solleva alcuni problemi, come il fatto
che i bambini manifestano attaccamento anche verso figure che non adempiono ai loro bisogni primari.
La teoria piu autorevole sull'attaccamento afferma che esso nasce come risposta al bisogno di massimizzare
le probabilita di sopravvivenza del bambino, in modo che l'adulto sia presente e pronto a rispondere alle
richieste del neonato. !n questo modo questa teoria sostiene l'innatismo del fenomeno dell'attaccamento.
Esistono tre tipi fondamentali di attaccamento: il tipo A, o ansioso-evitante (rappresentato da neonati che
non si preoccupano se la madre scompare e ha poco interesse nel ricongiungimento. Se l'allontanamento
sistematico e la reazione sempre uguale, questo tipo di reazione diventera il modo normale del bambino e
dell'adulto di reagire a simili stimoli), il tipo B, con attaccamento sicuro (il neonato cerca di mantenere a tutti
i costi il contatto con la madre, esplora con fiducia l'ambiente se presente la madre, angosciato se la
madre se ne va e la accoglie con gioia quando ritorna) e il tipo C, o ansioso-ambivalente (il bambino
angosciato se la madre scompare, ma mostra rabbia nel ricongiungimento; si tratta del tipo che mostra
maggiore indifferenza). Degli studi hanno evidenziato come i bambini di tipo B abbiano una migliore
evoluzione sociale, ad esempio con migliori risultati scolastici. Queste conclusioni dimostrano come sia
indispensabile fornire una base sicura per lo sviluppo successivo.
Lo studio dell'attaccamento riguarda anche lo psicologo sociale per almeno tre ragioni. La prima che si
tratta di una relazione bidimensionale, in cui anche l'adulto ha un ruolo importante; per questo alcuni
sostengono che i comportamenti degli adulti dovrebbero basarsi anche in funzione di questa nuova
relazione. La seconda afferma che le prime forme di attaccamento forniscano dei modelli operativi delle
operazioni sociali e influenzino pertanto il modo in cui una persona affronta le relazioni nuove (infatti si
ritrovano anche negli adulti comportamenti che riflettono la classificazione dei tipi di attaccamenti neonatali).
La terza allarga la visuale della seconda e sostiene che le forme di attaccamento infantili possono influenzare
l'atteggiamento degli individui verso la societa in generale.






















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Lo sviluppo del linguaggio

L'innatismo stato considerato importante anche nello studio del linguaggio dopo i lavori del linguista Noam
Chomsky, che afferma che le strutture grammaticali sono troppo complesse perch il bambino possa
apprenderle avendo come unico riferimento i modelli frammentari e impoveriti del linguaggio quotidiano.
Queste teorie rimangono le favorite dai linguisti, anche se alcune prove sembravano indebolirle. Gli psicologi
sociali dello sviluppo, invece, si concentrarono anche sulle esperienze sociali del bambino piuttosto che sulle
sole capacita innate, esaminando in particolare i seguenti aspetti.
Reciprocita: il turn-taking con la madre che si verifica prima ancora che il neonato sia in grado di parlare puo
essere un precursore delle abilita essenziali per prendere parte alla conversazione.
Supporto per l'acquisizione del linguaggio: i genitori hanno una parte attiva nel controllare l'attenzione del
bambino, presentandogli stimoli anche verbali che favoriscono l'apprendimento della denominazione di
parole nuove in riferimento agli oggetti o alle attivita che sono attualmente al centro dell'attivita condivisa.
L'input linguistico: Chomsky affermava che i bambini sono esposti a stimoli linguistici poveri, tipici della
normale conversazione. !n realta il linguaggio diretto ai bambini diverso, molto piu semplice, lento e
ripetitivo e quindi piu comprensibile (parentese); inoltre gli adulti sono disponibili a correggere e aiutare i
bambini nel loro processo di apprendimento.
Altri affermano invece che questi aspetti non sono sufficienti: il turn-taking pre-verbale solo lontanamente
simile a quello tipico della conversazione; nessuna prova conferma il fatto che il sostegno dei genitori sia
essenziale allo sviluppo del linguaggio; infine il parentese molto spesso anch'esso incompleto e
grammaticalmente scorretto.
!n ogni caso non si ancora trovato nessun bambino che abbia appreso il linguaggio senza interagire con
altri parlanti, per cui il contributo sociale bidirezionale senza dubbio fondamentale.
Na i bambini non devono solo apprendere il linguaggio, devono anche imparare ad usarlo, sviluppando una
competenza comunicativa adatta ai vari contesti sociali.
Lo psicologo sociale dello sviluppo si interessa a queste tematiche perch tutti gli aspetti finora trattati sono
rilevanti per lo sviluppo dei processi della comunicazione adulta.


























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Lo sviluppo della conoscenza sociale

Per poter vivere nella societa non sono sufficienti le abilita finora esaminate; necessario anche capire cosa
sono le persone come esseri psicologici e come strutturano le relazioni sociali. Le ricerche su questo
argomento sono state suddivise in due filoni principali: quello dell'interazione e della comprensione sociale e
quello della comprensione del mondo sociale.
!nterazione e comprensione sociale. Queste ricerche considerano i contesti sociali dello sviluppo cognitivo.
Seguendo gli studi dello psicologo svizzero Piaget, gli psicologi evolutivi si sono concentrati soprattutto sulle
conquiste a livello cognitivo del singolo bambino, tralasciando l'esperienza sociale nello sviluppo sociale. !l
bambino era considerato come un piccolo scienziato che doveva affrontare e risolvere da solo problemi logici
e matematici. !n realta, studi ulteriori sugli stessi esperimenti condotti da Piaget ma eseguiti da parte di due
o piu bambini contemporaneamente mostrarono che si ottenevano risultati migliori, anche dal punto di vista
delle spiegazioni (risolvendo cos il problema dell'imitazione). Anche due bambini che nel pre-test non erano
stati in grado di risolvere il problema, una volta in coppia avevano maggiori probabilita di successo. Questi
risultati positivi furono replicati anche in esperimenti con bambini piu grandi e con adolescenti.
Per spiegare queste conclusioni sono state avanzate delle teorie circa la natura dei processi implicati
nell'interazione sociale, come il conflitto sociocognitivo, i processi intrapsicologici attivati durante l'esecuzione
dei compiti, l'importanza di confermare la risposta corretta e il ruolo dei tutori piu evoluti nel guidare
l'apprendimento del bambino.
La comprensione del mondo sociale. Queste ricerche si concentrano sui contenuti sociali della cognizione.
Uno dei primi temi quello della comprensione delle persone, essenziale per le relazioni sociali. Realizzare
che le persone sono tutte diverse tra loro, oltre che a livello fisico anche a livello psicologico, implica
complessi meccanismi cognitivi sia a livello intrapsicologico sia interpsicologico. Come conferma di questo, le
descrizioni delle persone diventano sempre piu orientate verso le loro proprieta interne e psicologiche con
l'aumentare dell'eta dei bambini, dimostrando che le loro abilita cognitive si sono sviluppate. Tuttavia altre
ricerche dimostrano che la complessita dei fenomeni psicologici umani cominci ad essere intuita ad un'eta
molto precoce, in forte dipendenza dalla partecipazione a situazioni sociali.
!l contenuto sociale della cognizione quindi inseparabile dal contesto sociale, perch solo negli ambienti
sociali possibile accedere a questo corpo di conoscenze.
La comprensione della societa. Oltre alla comprensione delle persone necessario comprendere le strutture
sociali che esse creano e i meccanismi sociali che si utilizzano in queste strutture (di cui il bambino puo
avere conoscenza diretta, come la famiglia, la scuola, i negozi, o indiretta, come il governo, il paese, il
sistema economico). Alcuni autori neopiagetiani sostengono che questa comprensione avviene per stadi
successivi in relazione all'eta e allo sviluppo cognitivo complessivo (anche se vero anche il contrario). Altri
invece si concentrano sul grado dell'esperienza sociale nella comprensione dei fenomeni sociali; ad esempio
una variabile che puo modificare la concezione della societa l'appartenenza a una certa nazione piuttosto
che a un'altra. Anche la categorizzazione nazionale ed etinca viene appresa ad un'eta molto precoce, sulla
base di caratteristiche percettive molto evidenti (come il colore della pelle o il linguaggio) che generano
stereotipi verso l'outgroup anche piu forti di quelli degli adulti.
Lo psicologo sociale interessato allo sviluppo delle comprensione sociale sulla base dell'esperienza sociale
perch per comprendere l'adulto necessario conoscere anche il modo in cui egli si sviluppato.

Riepilogo e conclusioni

Tutte queste ricerche evidenziano come il bambino sia immerso dalla nascita in un mondo sociale che
influenza fortemente il suo sviluppo sulla base di scambi reciproci in sincronia e negoziazione. !n secondo
luogo, la partecipazione al mondo sociale passa dalla percezione e dalla gratificazione dei bisogni a relazioni
selettive ed emotivamente significative. !n terzo luogo, la partecipazione al mondo sociale presuppone la
padronanza del linguaggio, che anch'essa un'attivita sociale. !n quarto luogo, la partecipazione al mondo
sociale permette di apprendere insieme agli altri e dagli altri. !n ogni caso, il processo di apprendimento dura
tutta la vita e quindi la dimensione evolutiva deve essere sempre considerata in ogni campo della psicologia
sociale.

12
La metodologia della psicologia sociale

!ntroduzione

! metodi sono le procedure applicate dai ricercatori per raccogliere quelle informazioni che li aiutano a
rispondere alle domande poste dalla ricerca. La metodologia il termine utilizzato per designare tutti gli
aspetti dell'applicazione di questi metodi.
Le ipotesi che stanno a monte dei metodi di norma sono delle teorie sul fenomeno in esame, che puo
sorgere dall'osservazione degli eventi del mondo reale, dalle teorie preesistenti o da risultati contradditori di
ricerche precedenti. La teoria spiega il fenomeno in questione nel senso che cerca di individuare le relazioni
tra un certo stato di cose e un altro.
necessario ora introdurre tre concetti importanti. !l termine costrutto usato per indicare i concetti astratti
di una teoria, il termine variabile usato per indicare una rappresentazione misurabile di un costrutto, il
termine ipotesi usato per indicare una previsione che, una volta verificata, puo confermare o meno la
teoria sulla quale si basa. ! metodi sono gli strumenti attraverso i quali i ricercatori verificano le loro ipotesi.
Esistono tre tipi ricerca: descrittiva, correlazionale e sperimentale.
La ricerca descrittiva. Questo tipo di ricerca si propone di fornire al ricercatore una descrizione precisa del
fenomeno in questione, senza fornire spiegazioni sulla causa del fenomeno.
La ricerca correlazionale. La ricerca correlazionale si propone di descrivere in che misura le variazioni di un
certo comportamento sono sistematicamente collegate alle variazioni di altri fattori. Anche questo tipo di
ricerca non puo fornire spiegazioni causali certe sul fenomeno.
La ricerca sperimentale. Questo l'unico tipo di ricerca che puo fornire una spiegazione causale, perch
modifica deliberatamene una variabile per osservare la variazioni su un'altra.
Questi tipi di ricerca sono molto generali e devono essere usati appropriatamente in base alle esigenze della
teoria (descrittive, causali, ecc.). Nella psicologia sociale psicologica molto comune la spiegazione, che si
basa sulla formulazione di proposizioni teoriche circa la relazione tra i costrutti e la realizzazione di indagini
empiriche nelle quali siano raccolti i dati concernenti queste relazioni.

La scelta delle strategie di ricerca

Le strategie di ricerca differiscono secondo tre dimensioni: la rappresentativita dei dati raccolti, il realismo
del contesto in cui i dati sono raccolti e il grado di controllo su tale contesto.
!l rilevamento su campione. La ricerca su campione (che utilizza cio interviste o questionari) ha come
obiettivo quello di verificare una ricerca di tipo descrittivo o correlazionale e non si occupa del contesto in cui
essa avviene. !l principale problema di questo tipo di rilevamento quello della rappresentativita del
campione. La soluzione ideale sarebbe quella di interpellare tutta la popolazione in questione, ma non
sempre possibile, per cui si costretti a scegliere una parte (campione) di tale popolazione da interpellare
per la ricerca. La procedura di campionamento puo essere probabilistico o non probabilistico. Nel campione
casuale semplice (la forma piu semplice di campionamento probabilistico) ogni membro della popolazione ha
la stessa possibilita di essere scelto e tutte le possibili combinazioni del numero di membri desiderato hanno
la stessa possibilita di essere scelte. Nel campione proporzionale (la forma piu tipica di campionamento non
probabilistico) l'obiettivo quello di scegliere un campione che rifletta gli attributi fondamentali della
popolazione. Questo tipo di campionamento piu semplice da organizzare, anche se meno accurato del
campionamento probabilistico.
Gli esperimenti e i quasi-esperimenti. Gli esperimenti hanno come obiettivo la spiegazione causale. Gli
esperimenti sono studi nei quali il ricercatore esamina gli effetti di una classe di variabili (variabili
indipendenti) su un'altra classe di variabili (variabili dipendenti). !n questo caso le dimensioni importanti
sono il realismo del contesto e il grado di controllo sul contesto. Gli esperimenti veri e propri sono infatti
condotti in laboratorio e il ricercatore puo assegnare i soggetti a caso alle varie condizioni dell'esperimento,
mentre i quasi-esperimenti sono spesso condotti sul campo e il ricercatore non puo controllare chi esposto
alla variabile indipendente. !l principale vantaggio dell'esperimento che garantisce la scoperta di un
rapporto causale tra variabile indipendente e dipendente, mentre il suo svantaggio dato dall'artificialita del
13
contesto. Per il quasi-esperimento valgono le considerazioni inverse, inoltre talvolta il quasi-esperimento
l'unico modo in cui possibile condurre uno studio sociale su un certo argomento. Spesso i migliori risultati
si ottengono combinando le due tecniche e cercando un compromesso tra cio che ottimale e cio che
praticabile.
Le caratteristiche cruciali dell'esperimento sociopsicologico. Le caratteristiche cruciali dell'esperimento
sociopsicologico sono lo scenario sperimentale, la variabile indipendente e la variabile dipendente.
Lo scenario sperimentale il contesto in cui si presenta la ricerca; negli esperimenti in laboratorio deve
essere il piu convincente possibile per coinvolgere il piu possibile i soggetti nella ricerca.
La variabile indipendente quella manipolata deliberatamente dal ricercatore mantenendo costanti tutti gli
altri aspetti dello scenario sperimentale. L'adeguatezza di un esperimento dipende spesso dall'efficacia (il
livello in cui i cambiamenti nella variabile indipendente colgono le qualita essenziali di quella variabile che, a
livello teorico, si suppone abbia un'influenza causale sul comportamento e l'importanza del cambiamento
introdotto) delle manipolazioni sulla variabile indipendente.
La variabile dipendente quella i cui cambiamenti sistematici dipendono dall'influenza della variabile
indipendente. Una questione importante sapere fino a che punto una variabile dipendente misura la
variabile teorica soggiacente.
importante anche raccogliere informazioni sul controllo della manipolazione, che una valutazione
dell'efficacia della variabile indipendente. !l controllo della manipolazione misura le percezioni dei soggetti
delle caratteristiche dello scenario sperimentale che sono rilevanti per la manipolazione in questione,
aiutando a interpretare i risultati, soprattutto quando la variabile indipendente non ha avuto gli effetti
previsti su quella dipendente.
Bisogna considerare anche la spiegazione degli scopi dell'esperimento ai soggetti, soprattutto quando questi
ultimi sono stati ingannati sul vero scopo dell'esperimento.
Esaminiamo ora i vari tipi di disegni sperimentali.
!l primo tipo di disegno sperimentale detto studio di un caso con una sola misurazione. !n questo caso si
introduce o si modifica una variabile indipendente e si misurano le conseguenze sulla variabile dipendente.
Questo non puo essere considerato un esperimento, perch non c' niente con cui paragonare i risultati.
! requisiti minimi per poter parlare di un disegno sperimentale autentico sono rappresentate nel disegno del
gruppo di controllo solo al post-test. !n questo caso ci sono due gruppi, uno dei quali sottoposto alla
variabile indipendente (gruppo sperimentale) mentre l'altro non viene manipolato (gruppo di controllo).
! soggetti sono inoltre assegnati in modo casuale ai due gruppi, in modo da evitare il piu possibile
distorsioni. L'osservazione compiuta sul gruppo sperimentale puo essere confrontata a quella compiuta sul
gruppo di controllo, che si pone quindi come utile termine di paragone.
Un altro tipo di disegno sperimentale detto esperimento fattoriale, in cui due o piu variabili indipendenti
sono manipolate nell'ambito dello stesso disegno in modo da rappresentare tutte le combinazioni possibili. !n
questo modo il ricercatore puo esaminare gli effetti separati e congiunti di due o piu variabili indipendenti.
Gli effetti separati di ciascuna variabile indipendente sono detti effetti principali, mentre se gli effetti
congiunti di due variabili indipendenti sono diversi dalla somma dei loro due effetti principali, la
combinazione detta effetto di interazione.
!l ricercatore puo trovarsi di fronte a vari ostacoli che minano la validita della ricerca sperimentale. La validita
la misura in cui lecito trarre inferenze dai propri risultati. Ne esistono tre tipi: la validita interna, la
validita di costrutto e la validita esterna.
validita interna. Si riferisce al fatto che la relazione tra variabili indipendenti e dipendenti sia effettivamente
una relazione causale e si ottiene con un valido disegno sperimentale.
validita di costrutto. Si riferisce al fatto che le variabili indipendenti e dipendenti colgano effettivamente le
variabili (o costrutti) che dovrebbero rappresentare. Le variabili dipendenti possono essere ostacolate nella
loro validita di costrutto da tre fattori: la desiderabilita sociale (desiderio di essere valutati positivamente), le
caratteristiche della richiesta (che possono instradare i soggetti verso risposte che essi ritengono essere
quelle che il ricercatore si aspetta) e le aspettative del ricercatore (che possono far confermare l'ipotesi
anche se non vera).
validita esterna. Si riferisce alla possibilita di generalizzare le conclusioni al di la delle circostanze specifiche
dell'esperimento, come il fatto che i soggetti siano volontari o meno.

1+
Tecniche di raccolta dei dati

Le misure dei dati devono essere fedeli e valide. La fedelta si riferisce la stabilita delle misure e non deve
quindi dipendere dal momento della misurazione o da chi la effettua. La validita si riferisce invece al grado in
cui la variabile misurata coglie realmente il costrutto sottostante.
L'osservazione puo essere una buona tecnica se si desidera raccogliere informazioni sul comportamento
sociale. Lo scopo dell'osservazione quello di evidenziare quelle azioni potenzialmente significative per la
ricerca e registrare nel tempo la loro comparsa. Esistono vari tipi di osservazione piu o meno formali, in
relazione al fenomeno che si desidera osservare (ad esempio, per osservare un gruppo specifico talvolta a
necessario entrarne a far parte, mentre per osservare il comportamento dei pedoni che si incrociano per
strada sufficiente nascondersi ai piani alti di un edificio evitando di farsi notare). importante anche
considerare il fatto che i soggetti siano o meno consapevoli di essere osservati. !l tipo piu formale di
osservazione quello che prevede un insieme di categorie per classificare il comportamento sociale.
! vantaggi dell'osservazione sono il fatto di non essere intrusivi e il fatto che non portano distorsioni rilevanti
derivanti dalla consapevolezza dei soggetti di essere osservati.
!l resoconto personale viene utilizzato quando si vogliono misurare variabili non osservabili direttamente
come atteggiamenti, convinzioni o comportamenti. !n questi casi le domande vengono poste direttamente al
soggetto. Questo tipo di misurazione di solito piu rapida, economica e facile da utilizzare rispetto
all'osservazione. Esistono due tipi di raccolta di questi dati: il questionario e l'intervista. Con il questionario si
sottopongono al soggetto una serie di domande con istruzioni sul modo di registrarle, mentre l'intervista
consiste nel porre di persona le domande ai soggetti. Le domande devono essere attendibili e valide,
evitando ambiguita (causate dall'incapacita del ricercatore di porsi obiettivi specifici per ogni domanda.
Uno svantaggio del resoconto personale il fatto che si tratta di una tecnica abbastanza intrusiva, che puo
portare a modificare le risposte degli intervistati a causa della desiderabilita sociale o di altri fattori
motivazionali.
Le tecniche dell'osservazione e del resoconto personale possono essere usate in congiunzione, per ottenere
una maggiore attendibilita; inoltre la scelta di una o dell'altra dipende anche dalla loro applicabilita.

Problemi della sperimentazione

Alcuni studiosi sono critici riguardo alla validita dell'esperimento e hanno avanzato alcune critiche. !l primo
problema riguarda il fatto che quasi impossibile considerare una variabile indipendentemente da tutte le
altre; esistono cio dei fattori intervenienti che possono falsare i risultati. Un altro problema dipende dalla
cultura da cui provengono i soggetti; i fenomeni spiegati possono cio avere origine nelle convenzioni
culturali e non essere causati dalla variabile indipendente. !nfine, le leggi psicosociali non si applicano al
mondo oggettivo, ma a quello sociale, in cui gli oggetti" di studio sono le persone che cercano a loro volta
di dare un significato alle loro azioni. La psicologia sociale non puo quindi distinguersi nettamente da cio che
studia, in quanto le teorie possono essere comprese e applicate anche dai profani, che modificheranno il loro
comportamento facendo perdere di validita alla teoria.













15
LA COSTRUZ!ONE DEL NONDO SOC!ALE

! concetti e gli approcci fondamentali della social cognition

!ntroduzione

La nostra concezione del mondo sociale si basa sostanzialmente su tre elementi: i cosiddetti fatti oggettivi o
dati, le teorie relative a questi dati e le teorie concernenti i giudizi. !n questo modo notiamo come le persone
non si limitino a ricevere le informazioni dal mondo esterno, ma le elaborano, divenendo gli artefici del loro
mondo sociale.

L'ambito della social cognition

La social cognition riguarda sia le percezioni che le persone hanno di se stesse e degli altri sia le teorie
ingenue che costruiscono per giustificare tali percezioni.
Esaminiamo ora la cognizione. Essa l'insieme di attivita attraverso le quali le persone elaborano le
informazioni alle quali sono esposte, cio l'attivita del conoscere: l'acquisizione, l'organizzazione e l'uso della
conoscenza. ! suoi strumenti sono la percezione, la memoria, i processi di elaborazione del pensiero, il
linguaggio, e cos via, che interagiscono e si compenetrano tra loro. Essa agisce su oggetti, cio su tutto
quello che esterno all'organismo e che puo colpire i sensi.

Categorizzazione e schemi

La categorizzazione. La categorizzazione un processo di semplificazione per l'elaborazione delle
informazioni troppo complicate o troppo numerose, in quanto gli individui possono trattenere solo una parte
degli stimoli che percepiscono. Essa lavora con categorie (o concetti), che sono raggruppamenti di due o piu
oggetti distinti trattati allo stesso modo sulla base di caratteristiche comuni.
! primi studi affermavano che i confini tra le varie categorie erano chiari e facili da stabilire e che le categorie
erano arbitrarie, frutto della cultura o del linguaggio. Ben presto ci si rese conto che questa teoria non
poteva essere applicata efficacemente alle categorie naturali e quindi si passo ad un concetto di categoria
probabilistico, in cui la probabilita di appartenere ad una categoria piuttosto che ad un'altra dipende dal
grado di somiglianza con il prototipo della categoria. Dato che gli oggetti possono avere elementi di similarita
con piu categorie, essi possono appartenere a piu di una categoria e i confini tra di esse sono quindi
sfuocati.
Altri mettono in discussione il modello dei prototipi e avanzano l'ipotesi degli esemplari, in base alla quale un
concetto composto da tracce mnestiche di esempi specifici della categoria. !n questo caso l'astrazione del
prototipo avviene durante la rievocazione degli esemplari piuttosto che durante la codifica.
Alcuni ricercatori affermano invece che certi concetti (come quelli naturali) siano formati da caratteristiche
probabilistiche come il prototipo e da un nucleo di condizioni necessarie e sufficienti. Le categorie sociali in
particolare contengono un nucleo e un prototipo (stereotipo). Le caratteristiche che servono a raggruppare
gli oggetti possono essere di vari tipi e in genere riflettono le teorie ingenue per le quali un sistema mentale
raggruppa le categorie.
Gli schemi. Gli schemi sono le generalizzazioni che i soggetti compiono riguardo gli oggetti a partire dalle
loro caratteristiche o proprieta, generalizzazioni che possono influenzare i processi di selezione, integrazione
e organizzazione delle informazioni sugli oggetti.
Gli schemi cognitivi organizzano le rappresentazioni delle persone su un aspetto dell'ambiente gerarchico che
include un livello subordinato, un livello di base e un livello superordinato. Gli schemi sono fortemente legati
al processo di inferenza; infatti gli schemi hanno sempre un valore di default, inoltre possono essere messi in
relazione tra loro ed possibile inferire un livello piu elevato da un livello inferiore.


16
!l sociale nella social cognition

La cognizione puo essere considerata come sociale da tre punti di vista: si occupa di pensieri rivolti a
fenomeni sociali, ha un'origine sociale perch creata o rafforzata attraverso l'interazione sociale ed
socialmente condivisa perch comune a diversi membri di una societa o di un gruppo.
!l contenuto della social cognition. Sono stati studiati molti oggetti sociali, come il s, gli altri, persone
immaginarie, le relazioni interpersonali, i gruppi. Esaminiamo in particolare gli stereotipi. Tajfel sostiene che
gli stereotipi possono essere considerati un caso particolare di categorizzazione, che comportano
un'accentuazione delle somiglianze all'interno dei gruppi e delle differenze tra i gruppi.
L'origine sociale della social cognition. Nolti esperimenti hanno dimostrato l'origine sociale degli stereotipi in
quanto l'ambiente e la cultura di riferimento producono effetti vistosi ad esempio sul concetto di s.
Cognizioni sociali condivise. La vita sociale ha come conseguenza un'inevitabile condivisione di informazioni
da parte di gruppi o di intere societa, fermo restando che le persone non condividono esattamente gli stessi
costrutti di conoscenza. Un tipo particolare di cognizioni condivise sono le rappresentazioni sociali, che
Noscovici definisce come concetti, asserti e spiegazioni che nascono nella vita di tutti i giorni, nel corso
delle comunicazioni interpersonali. possono essere considerati la versione contemporanea del senso
comune". !l loro oggetto puo essere di qualunque natura, l'importante che siano conoscenze condivise.
Esse hanno due scopi principali: aiutare l'individuo a controllare e a attribuire un significato al mondo e
facilitare la comunicazione. Per realizzare queste funzioni si adottano due processi fondamentali: l'ancoraggio
e l'oggettivazione. L'ancoraggio consiste nel fissare le idee nuove all'interno del sistema preesistente, mentre
l'oggettivazione serve a rendere concreto l'astratto. L'oggettivazione si realizza a sua volta attraverso due
processi: la personificazione (associare le teorie o le idee ad una particolare persona che le rappresenta) e la
figurazione (associare le teorie o le idee ad una particolare immagine o metafora che le esemplifica).
Le rappresentazioni sociali sono i principali agenti organizzativi per il contenuto del pensiero individuale.

Cinque concezioni della persona come social cognizer

La persona profana puo essere considerata come sociale cognizer sotto cinque approcci diversi: il soggetto
razionale, lo scienziato ingenuo, l'elaboratore di dati, l'economizzatore di risorse cognitive e l'attore sociale.
!l soggetto razionale. Dato che gli stimoli sono spesso incoerenti tra loro, nasce una tensione psicologica
(stress) che l'individuo tenta di ridurre ricercando la coerenza. L'incoerenza chiamata anche squilibrio
cognitivo (Heider), asimmetria (Newcombe) o dissonanza cognitiva (Festinger). La dissonanza cognitiva si
verifica se due stimoli hanno come conseguenze affermazioni opposte. La dissonanza la fonte del
cambiamento, perch si cerca di modificare lo stato negativo cambiando l'atteggiamento o il comportamento
(per questo usata nella pubblicita). !l bisogno piu importante cognitivo ed di coerenza e stabilita.
Lo scienziato ingenuo. L'attore sociale cerca di capire il comportamento altrui e formula giudizi, ma in modo
ingenuo. !n questo modo nascono pregiudizi, idee preconcette, si pensa che la personalita sia formata da
tratti stabili con confini netti, quando in realta la personalita deve trasformarsi e adattarsi per essere
equilibrata. Ash comp delle ulteriori ricerche da cui emerse che le persone sono in grado di creare
un'immagine coerente socialmente condivisa di qualcuno a partire da singole unita di informazione, che
alcuni tratti sono centrali perch sono capaci di ancorare le scale della percezione e che la percezione
guidata dai primi elementi di informazione disponibili (primacy). Queste ricerche dimostrano che a partire da
pochi dati le persone formano una rappresentazione complessiva di un'altra persona che corrisponde a una
categoria e che i giudizi sono prodotti all'istante. Le informazioni che compaiono all'inizio sono invece le piu
importanti perch le persone non hanno altre informazioni su cui basarsi. !n altre parole, Ash sostiene che le
persone elaborano le informazioni a partire dalle loro teorie piuttosto che da un'analisi dettagliata dei dati.
L'elaboratore di dati. L'attore sociale elabora le informazioni come un computer per costruire sistemi coerenti
e costruisce degli script (copioni) di comportamento che lo indirizzano nelle varie situazioni. Si tratta pero di
un modello normativo poco realistico. Anderson ribatte alle conclusioni di Ash affermando che l'effetto di
primacy dipende dal calo di attenzione dei soggetti, inoltre la somma finale non il frutto di una teoria ma
della somma delle valutazioni ponderate" dei diversi tratti (che possono ricevere valutazioni positive o
negative) attraverso la media, la somma o altri calcoli. !n altre parole, Anderson vede il social cognizer come
un elaboratore di dati, che esamina i fatti oggettivamente e senza preconcetti.
17
L'economizzatore di risorse cognitive. L'attore sociale, in quanto soggetto conoscitivo, commette degli errori
(bias o tendenza a deformare il giudizio) frutto dell'economizzazione e della costruzione di euristiche
(modalita di ragionamento veloci ed economiche, che portano a risparmiare le risorse cognitive disponibili).
Una di queste euristiche quella della disponibilita, cio si tende a recuperare la prima informazione
disponibile in memoria (che non di solito la piu importante) e costruire su di essa un giudizio complessivo.
Un'altra quella di notare piu facilmente cio che unico dallo sfondo; un'altra ancora quella della
riluttanza ad esaminare i fatti; una terza che le persone tendono a basarsi sulle proprie aspettative.
L'attore sociale. Si tratta di un soggetto che dispone di molteplici strategie cognitive e sceglie dopo
un'attenta valutazione sulla base dei propri scopi, motivazioni e bisogni. !n altri termini, quando ha risorse
sufficienti, l'individuo elabora strategie efficaci. Le risorse cognitive, le motivazioni e gli scopi sono
fondamentali per questa prospettiva. Cio non toglie che gli stereotipi, quando sono applicati, possono far
risparmiare energia cognitiva. !noltre la stessa motivazione puo fornire risorse cognitive.









































18
L'elaborazione delle informazioni di natura sociale: effetti sui giudizi e
sulle decisioni

!ntroduzione: i fattori cognitivi e sociali nella social cognition

! processi cognitivi hanno grande importanza nella ricerca sociopsicologica, infatti essi garantiscono alle
persone la possibilita di modificare il proprio comportamento a seconda di come percepiscono e interpretano
una situazione, limitando l'importanza dei vincoli biologici innati e dell'inconscio. Anche l'aspetto sociale
rilevante nell'elaborazione delle informazioni, perch la cognizione sociale un processo autenticamente
sociale, in cui i fattori sociali possono influenzare il pensiero logico. !noltre molti attributi propri dell'ecologia
sociale (come i tratti della personalita) non sono direttamente osservabili, ma vanno inferiti da indizi
comportamentali che sono utilizzati per costruire la percezione di questi tratti; questa costruzione
convenzionale ed frutto dell'interazione sociale.

Gli stadi cognitivi di elaborazione delle informazioni sociali

! processi cognitivi possono essere scomposti in una sequenza logica in cui gli stadi successivi
presuppongono necessariamente quelli precedenti (mentre l'influenza contraria solo possibile). Questi stadi
sono: la percezione, la categorizzazione, l'organizzazione, la rievocazione, le inferenze e i giudizi e decisioni.
La percezione. Le prime teorie sulla percezione (Gestalt) affermavano che gli stimoli esterni erano
organizzati da principi innati, mentre sviluppi piu recenti affermano che la percezione spesso determinata
da eventi esterni. !n realta le due posizioni non sono in contraddizione, perch sia i principi interni che quelli
esterni e socioculturali possono guidare la percezione.
La categorizzazione. Nentre la percezione guidata dallo stimolo, la categorizzazione sottolinea l'influenza
delle conoscenze precedenti, perch una volta categorizzato, lo stimolo si arricchisce delle informazioni
relative alla categoria a cui appartiene. Na ogni persona puo avere categorie diverse per lo stesso stimolo,
per cui esso puo avere interpretazioni diverse a seconda della persona (e quindi della categoria) che lo
percepisce (priming). Questo fenomeno si puo spiegare in termini di reti associative, in cui i concetti sono
rappresentati da nodi e la distanza tra i nodi indica la differenza tra di essi. !n questo modo il priming puo
essere visto come un processo di diffusione dell'attivazione da un nodo fonte ai nodi adiacenti della rete, e
la forza dell'effetto dovrebbe diminuire all'aumentare della distanza dell'attivazione.
importante anche il momento (timing) in cui avviene l'attivazione della categoria, in quanto lo stimolo puo
essere inserito in una categoria preesistente ma anche in una categoria attivata solo dopo la presentazione
dello stimolo, modificando la categorizzazione (e i giudizi) precedenti.
!nfine, la consapevolezza dell'attivazione non rappresenta una precondizione ma puo in realta interferire con
l'effetto di attivazione stesso.
L'organizzazione. Le informazioni vengono organizzate di solito in categorie, di cui una molto importante la
persona; infatti i ricordi vengono organizzati in funzione del tipo di persona piuttosto che in funzione del tipo
di comportamento o di altre categorie. Se pero le informazioni relative a una persona sono numerose e
casuali, una strategia piu efficiente ed economica quella di organizzarle in base a scopi o tratti distintivi
(informazioni categoriali).
Anche lo scopo dell'elaborazione e le istruzioni relative al compito influenzano l'organizzazione delle
informazioni, ad esempio l'apprendimento incidentale (che forma una rappresentazione mnemonica
coerente) migliore di quello intenzionale. !noltre le informazioni incoerenti sono ricordate con piu facilita
rispetto a quelle coerenti; questo avviene perch necessario attribuire ad esse un significato e quindi
dedicare loro uno sforzo cognitivo ulteriore. Tuttavia questo fenomeno scompare quando le informazioni
sono riferite a gruppi e non a individui, perch piu facile che vi siano comportamenti incoerenti tra i
membri di un gruppo piuttosto che all'interno di individui.




19
La rievocazione. D'altra parte, anche l'informazione coerente ricordata con facilita, perch puo essere
derivata da una struttura di conoscenza significativa, soprattutto quando i giudizi e le decisioni implicano
l'utilizzazione di processi ricostruttivi. Tuttavia queste inferenze possono essere tendenziose perch inquinate
dagli stereotipi relativi alle categorie di appartenenza degli stimoli, anche se le osservazioni li contraddicono.
!n altre parole, le informazioni che confermano gli stereotipi saranno ricordate con maggiore facilita rispetto
a quelle incongruenti.
Gli stimoli incongruenti sono di solito rievocati con maggiore facilita quando la rievocazione guidata dallo
stimolo, perch beneficiano di una maggiore elaborazione. Gli stimoli congruenti sono invece rievocati con
maggiore facilita quando la rievocazione guidata dalla categoria (schema), perch si adattano
naturalmente alla categoria stessa.
!nfine, la rievocazione piu facile quando vi sono le stesse condizioni in cui l'informazione stata appresa e
codificata (principio della specificita della codifica), come ad esempio la stessa situazione o lo stesso umore.
Le inferenze. L'inferenza simile alla rievocazione, con la differenza che l'inferenza ha natura creativa.
Alcune ricerche hanno evidenziato come sia piu facile confermare un tratto negativo attraverso osservazioni
ripetute o l'induzione piuttosto che uno positivo; ad esempio ci si aspetta che una persona onesta dia prova
della sua onesta ma che difficilmente mostri un comportamento negativo, mentre il tratto della disonesta
compatibile con una piu ampia gamma di comportamenti, negativi, neutri e positivi. !n questo modo
l'informazione negativa indica chiaramente la presenza di tratti negativi, mentre quella positiva si verifica sia
con tratti negativi che positivi. Nel campo delle abilita invece questa situazione si inverte.
Un altro schema inferenziale si basa sulle analogie storiche: a parita di condizioni, se si rievoca dei dettagli
simili a quelli di avvenimenti simili gia accaduti, si tendera ad agire come in passato.
Giudizi e decisioni. ! giudizi sono il ridotto di una serie causale che va dalla memoria ai giudizi stessi; per
economizzare le risorse cognitive spesso gli individui utilizzano delle strategie dette euristiche che pero in
certe condizioni portano all'elaborazione di giudizi sistematicamente tendenziosi. Nei casi in cui necessario
produrre dei giudizi di frequenza e disponibilita si usa la cosiddetta euristica delle disponibilita, che si basa su
elaborazioni statistiche della probabilita che si verifichi un certo evento. Tuttavia questa euristica puo portare
a risultati distorti se si verificano delle distorsioni nel campione delle informazioni memorizzate. Un'altra
euristica quella della rappresentativita, che si basa sulla somiglianza semantica dei dati piuttosto che sulle
probabilita su basi statistiche. L'euristica dell'ancoraggio e accomodamento sostiene che i giudizi quantitativi
si avvicinano ad un'ancora (riferimento) iniziale, perch il processo di accomodamento (la ricerca in memoria
dei dati pertinenti) spesso incompleto.
La relazione tra memoria e giudizio non quindi semplice da spiegare; una correlazione dei giudizi con
l'informazione stimolo si puo postulare solo per quei giudizi che non possono basarsi su giudizi preformati",
cio gia pronti in memoria che non devono essere costruiti a partire da informazioni grezze memorizzate. Na
anche per i giudizi basati sulla memoria il predittore migliore non sempre la quantita di informazioni
rievocabili. Una versione raffinata dell'euristica della disponibilita afferma che i giudizi riflettono la facilita di
rievocazione piuttosto che l'esito della rievocazione stessa. Questa tecnica simile a quella dell'euristica della
simulazione, che afferma che la facilita con cui possibile immaginare o simulare mentalmente dei possibili
eventi o risultati spesso cruciale per i giudizi.
! giudizi possono essere caratterizzati da effetti di assimilazione (se la posizione di uno stimolo su una
dimensione relativa ad un attributo si avvicina alla posizione di uno stimolo presente nel contesto) o di
contrasto (se invece si allontana). L'eventualita che si abbia assimilazione oppure contrasto dipende dal fatto
che lo stimolo contestuale sia incluso nella medesima categoria dello stimolo che si sta valutando oppure ne
sia escluso perch appartenente a una categoria di confronto.









20
La verifica e la falsificazione delle ipotesi sociali

La verifica delle ipotesi sociali concerne la valutazione e la risoluzione di problemi che riguardano le
concezioni dei gruppi sociali.
Stereotipi e correlazioni illusorie. Gli stereotipi sono percezioni soggettive di una correlazione tra determinati
attributi e l'appartenenza a un gruppo. stato dimostrato che gli stereotipi influenzano l'elaborazione delle
informazioni in tutti gli stadi (giudizio, rievocazione, codificazione, organizzazione, attenzione e percezione).
La correlazione illusoria si verifica quando lo stereotipo prevale sull'effettiva correlazione esistente tra una
serie di osservazioni stimolo, cio la memoria sociale tende a utilizzare le informazioni congruenti con le
aspettative. Questi errori sistematici a livello di percezione, codifica e rievocazione delle osservazioni rilevanti
aiutano a spiegare la persistenza di molti stereotipi sociali nonostante le prove che li contraddicono, perch
le aspettative sono piu forti delle prove che le contraddicono. Se le prove sono inconfutabili, pur di
salvaguardare lo stereotipo spesso si crea una sottocategoria nella quale si inseriranno solo i casi eclatanti.
! processi mediante i quali le ipotesi si avverano. Anche il modo in cui avviene la verifica delle ipotesi sociali
durante l'interazione puo favorire la trasformazione delle ipotesi in realta. Ad esempio, il modo unilaterale in
cui viene posta una domanda puo influenzare la risposta, cos come il fatto che il partner dell'interazione
fornisca effettivamente delle risposte che confermino (in modo esplicito o implicito) le domande unilaterali.
Questa tendenza puo essere riscontrata anche quando esistono prove che le contraddicono.


































21
L'adattamento cognitivo all'ambiente sociale

La distribuzione dell'informazione stimolo. L'adeguamento alle probabilita (compiere la stessa azione in modi
diversi in relazione alle probabilita con cui si verifica la condizione ottimale), che puo sembrare un grave
giudizio tendenzioso, in realta consiste in un comportamento adattivo, perch sacrifica alcune prove allo
scopo di apprendimento. Anche la correlazione illusoria un'illusione cognitiva provocata da una
distribuzione obliqua degli stimoli (come ad esempio il discredito della minoranza, che si verifica perch
l'elaborazione si basa sulle dimensioni del campione: piu grande il campione, migliore l'apprendimento).
Linguaggio e comunicazione. Nolte conoscenze sociali sono incorporate nel lessico e nelle regole del
linguaggio, che rappresenta un deposito esterno indipendente dalle rappresentazioni presenti nei singoli
individui. Ad esempio, dal punto di vista lessicale, la scelta delle parole per descrivere le persone e il loro
comportamento ha numerose implicazioni per le inferenze cognitive e le attribuzioni implicite (come il fatto
che i verbi di azione implicano una causa al soggetto mentre quelli di stato implicano una causa all'oggetto).
Anche alcuni aggettivi, che potrebbero essere usati per descrivere il medesimo comportamento nella stessa
situazione, in realta trasmettono attribuzione piu globale e di portata piu ampia rispetto ai loro
corrispondenti, influenzando enormemente la formazione e il cambiamento degli stereotipi sociali. !noltre gli
aggettivi trasmettono informazioni molto astratte e generali, mentre i verbi implicano informazioni meno
stabili, piu dipendenti dal contesto e dalla volonta.
Anche il fatto di usare un linguaggio piu o meno astratto per parlare del proprio gruppo serve a rafforzare e
a mantenere il favoritismo nei suoi confronti.
La regolazione cognitiva-affettiva. Le emozioni hanno un ruolo importante nella cognizione. Ad esempio, il
principio della congruenza dell'umore consiste nel fatto che le persone sono facilitate nella codifica di
informazioni positive se anche l'umore positivo e viceversa. Questo fenomeno si puo spiegare in termini di
reti associative: dato che gli stati di umore positivo sono rappresentati vicino a ricordi positivi, l'attivazione
degli stimoli relativi ai nodi positivi si trasmette soprattutto agli altri ricordi positivi, indebolendo o bloccando
i ricordi incongruenti (negativi). Questo meccanismo potrebbe portare ad un effetto di perpetuazione (con
circoli viziosi o virtuosi), ma esistono dei processi cognitivi che contrastano o correggono le influenze troppo
vistose dell'umore, come il fatto che i soggetti cercheranno consapevolmente di mutare il proprio umore da
negativo a positivo anche in presenza di stimoli negativi (correzione dell'umore).
Gli stati di umore positivo portano ad uno stile cognitivo piu creativo, mentre quelli negativi ad uno stato di
maggiore disciplina cognitiva e di elaborazione piu sistematica, quindi i soggetti di umore positivo possono
essere influenzati sia da argomenti forti che deboli (mentre i soggetti di umore negativo sono piu difficili da
convincere). La spiegazione di questo fenomeno si basa sul significato del compito: se il compito richiede
attenzione e un esame minuzioso, sono favoriti gli stati di umore negativo; se invece lo stesso compito
strutturato in termini di divertimento, piu probabile che sia facilitato dagli stati affettivi piacevoli.


















22
Teoria e ricerca sull'attribuzione causale

!ntroduzione

L'attribuzione causale il modo in cui le persone attribuiscono cause a determinati effetti, in particolare ad
eventi sociali come il comportamento proprio e altrui.

Le teorie dell'attribuzione causale

L'analisi ingenua dell'azione. Heider ha sviluppato il concetto della persona profana come scienziato ingenuo,
che collega il comportamento osservabile a cause non osservabili, distinguendole in personali (interne) o
ambientali (esterne).
La teoria dell'inferenza corrispondente. L'inferenza corrispondente si riferisce al giudizio del soggetto
percipiente secondo cui il comportamento dell'attore causato o corrispondente ad un tratto particolare
della personalita. Questo processo si puo dividere in due fasi: l'attribuzione di un'intenzione (se l'attore
aveva intenzione di compiere quell'azione, compatibilmente con le conseguenze e le capacita) e l'attribuzione
di disposizioni (se le conseguenze prodotte non sono socialmente accettabili piu facile compiere inferenze
significative).
! processi di inferenza possono portare a giudizi tendenziosi, che possono essere motivazionali (se il
soggetto percipiente partecipa anch'egli all'azione) o cognitivi (errore fondamentale di attribuzione).
! limiti della teoria dell'inferenza causale sono tre: essa applicabile solo ad azioni (che presuppongono
scelta); anche il comportamento che conferma le aspettative puo essere informativo (come il
comportamento che conferma gli stereotipi) e la maggioranza delle ricerche generate dalla teoria non ha
misurato le attribuzioni causali.
Le ricerche attuali hanno trovato tre stadi attraverso cui sono compiute le attribuzioni di tratti:
l'identificazione delle implicazioni di un comportamento per i tratti, l'attribuzione del tratto identificato
all'attore e il processo di correzione per adattare l'attribuzione del tratto a seconda delle circostanze esterne.





















23
La covariazione e la configurazione

Kelley ha proposto la teoria della covariazione e configurazione. Nel primo caso, il soggetto percipiente
riceve informazioni da piu fonti e puo percepire la covariazione tra un effetto osservato e le sue possibili
cause. Nel secondo caso, il soggetto percipiente si trova di fronte ad una sola osservazione e deve
considerare la configurazione delle possibili cause dell'effetto osservato.
La covariazione. Quando l'informazione proviene da piu fonti, il soggetto attribuisce la causa a quella
condizione che presenta quanto l'effetto presente e assente quando l'effetto assente. Esistono tre modi
possibili di esaminare le variazioni negli effetti: nelle varie persone (consenso), nel tempo e nella modalita
(coerenza) e negli stimoli (specificita). L'effetto attribuito ai fattori (consenso, coerenza o specificita) con i
quali covaria.
Ci sono tre critiche a questo principio: la covariazione non sinonimo di causalita (ci possono essere delle
relazioni spurie), le informazioni di covarianza fornite ai soggetti durante gli esperimenti sono poco
realistiche e non ci sono prove che le persone siano guidate dal principio di attribuzione quando compiono le
attribuzioni.
Una delle ricerche moderne piu convincenti quella del modello del focus sulle condizioni normali, che
afferma che si sceglie come causa la condizione necessaria che anomala rispetto allo sfondo rappresentato
dall'evento in oggetto. Piu in particolare, la persona bersaglio identificata come anormale in condizioni di
basso consenso, lo stimolo con informazioni ad alta specificita e le attuali circostanze con informazioni di
bassa coerenza.
La configurazione. Spesso non possibile disporre di molte osservazioni quando si compiono la maggior
parte delle attivita quotidiane. !n questi casi, in cui si hanno dati incompleti, si fanno attribuzioni sulla base
di schemi causali, cio credenze, preconcezioni o persino teorie, elaborate sulla base dell'esperienza
concreta, che riguardano il modo in cui certi tipi di cause interagiscono nel produrre certi tipi di effetto. Uno
di questi schemi detto delle cause multisufficienti (NSC), che prevede che diverse cause producano lo
stesso effetto. Questo schema collegato al principio della diminuzione (il ruolo di una certa causa nel
produrre l'effetto diminuito se sono presenti altre eventuali cause plausibili) e a quello dell'addizione (il
ruolo di una certa causa nel produrre l'effetto aumentato se sono presenti altre eventuali cause che la
inibiscono). Quest'ultimo principio si applica anche al piu complesso schema delle cause multiple necessarie
(NNC) che prevede che alcune cause debbano operare congiuntamente per produrre l'effetto desiderato.
!n generale, gli schemi causali possono aiutare l'osservatore a compiere attribuzioni quando l'informazione
incompleta, sono concezioni generali di causa ed effetto che sono applicabili in diverse aree di contenuto e
consentono al soggetto di fare inferenze complesse in modo facile e veloce.
Le critiche che sono state mosse agli schemi causali sono essenzialmente due: non stato dimostrato che
essi esistano e la loro eccessiva astrattezza.


















2+
Le domande fondamentali della ricerca sull'attribuzione

Le domande fondamentali della ricerca sull'attribuzione riguardano: la natura delle attribuzioni, le occasioni
in cui si verificano, il modo in cui sono influenzate dai giudizi tendenziosi e il modo in cui sono compiute.
La natura delle attribuzioni causali. Un'importante distinzione quella tra attribuzioni interne e attribuzioni
esterne. Le prime osservazioni affermavano che doveva esistere una relazione inversamente proporzionale
tra la causalita personale (interna) e situazionale (esterna); tuttavia oggi si ritiene che in certe situazioni le
persone facciano ricorso a una combinazione di attribuzioni interne ed esterne.
Un altro problema dato dalla difficolta di distinguere tra attribuzioni interne e attribuzioni esterne, infatti
esse sono ampie ed eterogenee e gli stessi soggetti hanno difficolta a percepirle.
Le spiegazioni causali non sono state le uniche ad essere studiate, ad esempio sono state avanzate le
differenze tra cause (cio che provoca il cambiamento) e ragioni (cio per cui prodotto il cambiamento).
Un'altra differenza quella tra scuse (con le quali si ammette di aver compiuto un'azione sbagliata ma si
nega la responsabilita) e le giustificazioni (con le quali si accetta la responsabilita ma si negano le
conseguenze negative).
L'istigazione delle attribuzioni causali. Le attribuzioni causali spontanee si verificano con maggiore frequenza
quando si cerca di spiegare risultati inattesi piuttosto che previsti e quando non si raggiunge un obiettivo.
Na esistono anche altri fattori che provocano le attribuzioni causali, come la perdita di controllo, l'umore
negativo o il contesto conversazionale (cio il contesto puo portare a spiegazioni diverse degli stessi
avvenimenti).
Errori e giudizi tendenziosi nel processo di attribuzione. ! modelli finora considerati concepivano il soggetto
percipiente come una persona abbastanza razionale. !n realta spesso i soggetti commettono errori di
attribuzione (biases), distorcendo sistematicamente una procedura che in caso contrario sarebbe corretta. !
biases permettono di descrivere i fenomeni di attribuzioni causale meglio dei modelli normativi complessi.
Uno dei biases piu conosciuti consiste nell'errore fondamentale di attribuzione, cio nel fatto che i soggetti
percipienti attribuiscono un'importanza insufficiente alla situazione e tendono a sopravvalutare il ruolo della
persona. Una spiegazione di questo bias si basa sul fatto che spesso il comportamento dell'attore piu
saliente della situazione. Un'altra spiegazione chiama in causa la diversa rapidita con cui sono dimenticate le
cause situazionale (prima) rispetto a quelle disposizionali (dopo); un'altra ancora i fattori culturali. Anche gli
aspetti linguistici dell'attribuzione possono spiegare questo bias, ad esempio le cause disposizionali sono
descritte con un linguaggio astratto.
Un altro errore frequente concerne le divergenze tra attore e osservatore: gli attori tendono ad attribuire il
proprio comportamento a fattori situazionali, mentre gli osservatori spiegano le stesse azioni nei termini di
caratteristiche disposizionali. Esistono tre spiegazioni di questo fenomeno. La prima afferma che le differenze
di attribuzione hanno origine nella maggiore quantita di informazioni posseduta dagli attori o da coloro che
compiono le autovalutazioni. La seconda si basa sul focus di attenzione, cio sul fatto che la prospettiva
visiva influenzi l'interpretazione del comportamento (gli attori che osservano s stessi si concentrano sulle
attribuzioni disposizionali, mentre gli osservatori imputano le sue azioni a fattori situazionali).
Anche gli effetti di salienza sono importanti: gli osservatori tendono a spiegare i comportamenti di un
individuo saliente con fattori disposizionali e quelli di un individuo meno saliente con fattori situazionali.
Una ulteriore spiegazione chiama in causa elementi linguistici: gli attori tendono ad evitare riferimenti a s
stessi oppure termini astratti che descrivevano attributi disposizionali, mentre gli osservatori usavano piu
termini astratti e disposizionali. Le divergenze tra attore e osservatore si notano anche nella valutazione del
tempo necessario per completare vari compiti, infatti i soggetti sottovalutano i propri tempi di
completamento al contrario degli osservatori.
Un altro bias riguarda i giudizi tendenziosi a favore del s, che consistono nell'attribuire i successi personali a
disposizioni interne e gli insuccessi a cause situazionali. Questo bias stato spiegato in modo cognitivo e
motivazionale, ma ora impossibile stabilire quale delle due prospettive sia la piu valida.
Un bias simile a questo quello dei giudizi tendenziosi a favore del proprio gruppo, che hanno la funzione di
proteggere gli stereotipi del proprio e dell'altro gruppo. ! fattori linguistici possono spiegare almeno in parte
questo bias: l'azione positiva del proprio gruppo codificata in termini piu astratti, mentre l'azione negativa
del proprio gruppo in termini meno astratti.
25
!l processo di attribuzione causale. !n realta non possibile osservare direttamente il fenomeno
dell'attribuzione causale, per cui sono state sviluppate metodologie indirette come l'esame dei tempi di
reazione. Se il tempo di reazione breve, significa che il processo alla base della comprensione del
comportamento si verifica spontaneamente; se il tempo di reazione lungo significa che questo processo
non si verifica e bisogna quindi recuperare l'informazione rilevante e produrre l'inferenza prima di rispondere
alla domanda. Gli esperimenti hanno dimostrato il fatto che il processo di attribuzione causale non
automatico.

La applicazioni della teoria dell'attribuzione

La teoria dell'attribuzione stata utilizzata in svariati problemi di natura concreta. Spesso pero la relazione
tra i modelli attribuzionali esaminati finora e le ricerche applicate non diretta; i motivi di questo fatto sono
tre: in primo luogo alcuni principi dell'attribuzione sono cos diffusi che non sono piu associati ad un modello
particolare e spesso rimangono impliciti. !n secondo luogo non possibile estrapolare i risultati delle ricerche
di base sull'attribuzione per applicarli ai contesti applicati senza un'analisi piu approfondita. !n terzo luogo, le
ricerche applicate hanno prodotto idee che non compaiono nella teoria dell'attribuzione e che hanno portato
all'adozione di prospettive leggermente diverse su alcuni concetti preesistenti.
Attribuzioni e motivazione. Weiner ha elaborato la teoria della motivazione, che spiega le emozioni che si
provano a seguito di un certo evento sulla base della causa che il soggetto attribuisce a quell'evento. La
teoria puo essere schematizzata in questo modo: evento, emozione, attribuzione causale, conseguenze
psicologiche e comportamento. Particolarmente importante l'analisi dell'attribuzione causale. Weiner
propone un modello a tre dimensioni per classificare le cause: locus (interne o esterne), stabilita nel tempo e
controllabilita. Queste dimensioni sono associate a stati emozionali distinti: il locus all'orgoglio e
all'autostima, la stabilita alla fiducia e alla disperazione e la controllabilita alla vergogna e alla colpa.
Questo modello stato sottoposto a tre critiche. La prima riguarda il fatto che le dimensioni siano
effettivamente usate dalle persone; alcune ricerche hanno infatti ipotizzato l'esistenza di altre dimensioni. La
seconda riguarda la separatezza o meno delle dimensioni; a livello empirico sono correlate, ma non in modo
rilevante. La terza riguarda l'influenza che i soggetti percipienti e le situazioni hanno nella collocazione delle
cause specifiche all'interno delle dimensioni; stato scoperto che effettivamente i soggetti possono
percepire le cause in modo diverso dagli psicologi.
Gli ultimi sviluppi della teoria della motivazione hanno portato a modificarla in questo modo: evento,
emozione, attribuzione causale, conseguenze psicologiche, emozione e comportamento.

Attribuzioni e psicologia clinica

Le credenze di un paziente sulle cause di un comportamento possono risultare disfunzionali; ad esempio
l'assenza di una causa comprensibile per un certo effetto puo portare ad un'attribuzione erronea (pensiero
allucinatorio). Trovare e spiegare la causa corretta un modo efficace per eliminare la causa sbagliata.
Emerge quindi la distinzione tra diagnosi (determinare la natura del problema) e trattamento (intervenire per
provocare un funzionamento piu adattivo). Nel campo delle attribuzioni esistono moltissimi studi sulla
diagnosi, ma molto pochi sul trattamento.
Uno dei primi studi sulla comprensione dei problemi di natura clinica fu compiuto sul fenomeno
dell'attribuzione erronea. L'argomento piu ampiamente analizzato pero quello dell'impotenza appresa.
L'impotenza appresa (che puo avere tra le sue componenti deficit motivazionali, emozionali e cognitivi) si
manifesta in risposta a risultati non contingenti o incontrollabili. Dato che questo modello di risposta simile
ai modelli sulla depressione stato utilizzato per studiare anche questo fenomeno; tuttavia non ci sono
prove causali che le attribuzioni provochino la depressione, anche se ci sono molte prove correlazionali. !
dati suggeriscono piuttosto che le attribuzioni sono importanti per comprendere la depressione, e che
possono essere cause che favoriscono il suo insorgere in presenza di altre fattori correlati come un evento
della vita stressante.
!l ruolo piu appropriato delle attribuzioni nella terapia quello di tecnica utilizzata nell'ambito di un
intervento piu generale, dedicando attenzione alle attribuzioni del paziente.

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Le relazioni profonde

La maggior parte delle ricerche sull'attribuzione del campo delle relazioni profonde ha avuto come soggetto il
matrimonio e le relazioni tra i partner. Nei matrimoni infelici, a differenza di quelli felici, si ipotizza che le
attribuzioni causali accentuino gli effetti dei comportamenti negativi del partner e minimizzino i
comportamenti positivi. Queste attribuzioni tendono a mantenere l'insoddisfazione. ! partner soddisfatti
invece tendono a compiere attribuzioni che tendono a migliorare la situazione, accentuando i comportamenti
positivi e minimizzando quelli negativi. Anche le attribuzioni di responsabilita seguono questo modello.
Ulteriori esperimenti hanno messo in luce come le attribuzioni provochino i cambiamenti di soddisfazione.
Le attribuzioni sono inoltre collegate al comportamento dei partner, soprattutto di quelli negativi.
Le critiche che si possono muovere a questi studi riguardano il fatto che necessario utilizzare misura
autoredatte e i pochi temi relativi alle relazioni intime che sono stati analizzati (ad esempio non sono state
studiate le attribuzioni che sono comunicate dai partner).








































27
Atteggiamenti: struttura, misurazione e funzioni

!ntroduzione

Gli atteggiamenti hanno grande importanza nella psicologia sociale, in quanto gli atteggiamenti possono
modificare i comportamenti e, modificando gli atteggiamenti, possibile dirigere i comportamenti.

!l concetto di atteggiamento: definizioni e distinzioni teoriche

La prima definizione di atteggiamento afferma che l'atteggiamento una valutazione su un certo oggetto
che si basa su una combinazione di tre reazioni concettualmente distinte: affettiva (riguardante le emozioni),
cognitiva (riguardante credenze, opinioni e idee sull'oggetto di atteggiamento) e conativa-comportamentale
(concernente le intenzioni comportamentali o le tendenze d'azione).
La seconda definizione rifiuta le componenti cognitiva (che acquisisce autonomia e diventa la componente
fondamentale delle credenze) e conativa-comportamentale (che sta alla base delle intenzioni
comportamentali) per concentrarsi su quella affettiva, intesa come l'unico indicatore rilevante della natura
valutativa dell'atteggiamento, e quindi usa i termini emozione e valutazione in modo intercambiabile.
Gli esperimenti che sono stati fatti per confermare la prima ipotesi hanno dato risultati contrastanti, perch
alcuni hanno evidenziato forti correlazioni tra le varie dimensioni, mentre altri non hanno dato questi
risultati. !noltre lo stesso oggetto in esame puo influenzare le dimensioni dell'atteggiamento.

La misurazione degli atteggiamenti

Le tecniche di misurazione degli atteggiamenti si dividono in due grandi famiglie: le procedure dirette (in cui
si chiedono direttamente le opinioni ai soggetti) e le procedure indirette (con cui si cerca di misurare gli
atteggiamenti delle persone a loro insaputa).
Le misure self-report. La piu semplice scala di valutazione di questo tipo quella composta da un solo item,
con la quale i ricercatori pensano di poter misurare gli atteggiamenti. !l problema di questo metodo consiste
nel fatto che le risposte (opinioni) possono essere inquinate da una grande varieta di fattori estranei.
Piu accurata la scala Likert, che consiste in un scala che stata creata in modo tale da avere una elevata
coerenza interna. ! difetti di questa scala si trovano nel fatto che non soddisfano pienamente i requisiti delle
scale ad intervalli equivalenti, inoltre possono fornire punteggi ambigui.
La tecnica del differenziale semantico piu generale rispetto alla scala Likert. !l differenziale semantico
consiste nel valutare un oggetto servendosi di un certo numero di scale bipolari, ciascuna delle quali riporta
aggettivi opposti pertinenti e i cui valori sono di norma compresi tra -3 e +3. L'atteggiamento si ottiene
sommando i punteggi ottenuti da ciascuna scala di valutazione. !l vantaggio di questa scala il fatto che puo
essere applicata a molti atteggiamenti, ma questo in certi casi puo rivelarsi anche uno svantaggio perch la
scala potrebbe essere troppo generica.
Tutte queste scale partono dal presupposto che i soggetti siano motivati a comunicare i loro veri sentimenti,
ma in realta molto spesso i risultati sono distorti perch la gente incline a fornire risposte accettabili
socialmente piuttosto che risposte che riflettono i suoi veri atteggiamenti. !noltre la stessa procedura di
misurazione puo produrre lo sviluppo di atteggiamenti che in caso contrario non sarebbero stati formulati.
Le misure indirette. Le misure indirette degli atteggiamenti, come ad esempio le misure fisiologiche (come il
riflesso galvanico cutaneo e la dilatazione delle pupille), presentano il difetto di misurare solo il verificarsi di
un'emozione, non la sua direzione. Piu attendibile sembra essere l'elettromiogramma facciale, che misura
l'attivazione di alcuni muscoli facciali in caso di emozioni positive. !n ogni caso, le misure fisiologiche non
sono molto utilizzate perch difficile applicarle al di fuori del laboratorio.
Gli atteggiamenti che sottendono il comportamento manifesto possono essere studiati attraverso
l'osservazione del comportamento (in cui i soggetti sono coscienti di essere osservati) e con le misure non
reattive (in cui i soggetti non lo sono). L'osservazione del comportamento rischia pero di essere ambigua,
perch i soggetti sono consapevoli di essere osservati, mentre le misure non reattive spesso sono di difficile
applicazione.
28
Funzione degli atteggiamenti

Sono state scoperte e verificate a livello empirico quattro funzioni principali degli atteggiamenti, descritte
dalle teorie funzionalistiche.
La prima teoria quella di difesa dell'ego. Elaborata in chiave psicoanalitica da Katz, prevede che gli
atteggiamenti siano meccanismi di difesa e di razionalizzazione (si spiega cio un comportamento per
difendere se stessi e il proprio gruppo da sentimenti negativi rivolti verso il gruppo stesso) e di proiezione (si
proiettano sugli altri i propri fallimenti).
La seconda quella di autoaffermazione. Elaborata anche questa da Katz, afferma il fatto che gli
atteggiamenti rivelano i concetti del s, cio le opinioni che i soggetti hanno di se stessi, quindi hanno
funzione di espressione e manifestazione del s.
La terza quella strumentale-adattiva. Detta anche utilitaristica, asserisce che gli atteggiamenti aiutano il
soggetto a raggiungere gli scopi prefissati, evitando le situazioni sociali indesiderabili in modo da adattarsi
alla societa (ad esempio indossando la maschera della somiglianza).
La quarta quella di economica o di conoscenza. Le ricerche recenti attribuiscono un'importanza centrale a
questa funzione, che afferma che gli atteggiamenti servono ad organizzare le strutture caotiche delle
informazioni, categorizzando le nuove informazioni in entrata (ancoraggio) nelle categorie gia conosciute.
Gli atteggiamenti hanno un importante ruolo nell'elaborazione delle informazioni, che si sviluppa sotto tre
aspetti. !n primo luogo si cerca l'informazione pertinente all'atteggiamento in modo che lo confermi, in
secondo luogo gli atteggiamenti influenzano il processo di codifica (percezione e giudizio), infine gli
atteggiamenti influenzano anche il recupero delle informazioni in memoria.
Festinger ha elaborato una teoria sull'influenza degli atteggiamenti sull'elaborazione delle informazioni, detta
della dissonanza cognitiva. Le persone sono motivate a cercare informazioni conformi ai propri atteggiamenti
evitando di considerare le altre per confermare la validita delle opinioni e degli atteggiamenti che gia si
posseggono. !n questo modo si mantiene l'equilibrio e si rifiuta la dissonanza cognitiva. La dissonanza
implica una scelta (e quindi la ristrutturazione cognitiva), che consiste nel mantenere gli atteggiamenti
precedenti oppure cambiarli. Se non c' la possibilita di decidere nasce l'incapacita di adattamento e quindi
lo stress. Esistono due tipi di stress: il distress (negativo, che deriva dall'incapacita di decidere per mancanza
di risorse) e l'eustress (positivo, quando c' bisogno di stimoli e questi ultimi sono sufficienti). Dato che la
dissonanza implica una scelta, questo un buon metodo per modificare il comportamento. !n condizioni
normali, pero, si cerca di evitare la dissonanza perch provoca tensione e fastidio, quindi inconsapevolmente
si ignorano le cognizioni che non sono consonanti con l'atteggiamento gia posseduto.
Un'altra ipotesi quella dell'esposizione selettiva. !n questa ipotesi si cercano le condizioni in cui i soggetti
cercano le informazioni dissonanti rispetto agli atteggiamenti. Una di queste condizioni si verifica quando il
sistema cognitivo (cio gli atteggiamenti) abbastanza stabile da integrare anche le informazioni dissonanti
oppure di rifiutarle con adeguate argomentazioni, mentre un altro caso quando l'atteggiamento poco
importante o consolidato, e si puo quindi modificare rendendolo conforme a un'informazione non coerente.
Tornando all'influenza degli atteggiamenti nella percezione e valutazione delle informazioni pertinenti
all'atteggiamento stesso, Heider ha elaborato la teoria della coerenza cognitiva (che prevede un'elaborazione
selettiva, come quella della dissonanza cognitiva): ci si sforza di organizzare gli atteggiamenti in modo da
evitare conflitti.
Altre teorie affermano che gli atteggiamenti influenzano la percezione e il giudizio cognitivo. Gli
atteggiamenti che possono essere simili a quelli che il soggetto gia possiede sono percepiti come molto piu
simili di quanto non siano in realta, allo stesso modo degli atteggiamenti dissimili, che vengono considerati
ingiusti e propagandistici. !n questo modo emerge una tendenza alla polarizzazione: i simili sono percepiti
come uguali, mentre i diversi come opposti. !n ogni caso, questa teoria si applica solo a persone che
possiedono atteggiamenti basati su strutture di conoscenza preesistenti.
Gli atteggiamenti sono anche stati concepiti come schemi. L'informazione sociale non recepita e
immagazzinata passivamente, ma codificata selettivamente e organizzata all'interno delle strutture cognitive
della memoria (schemi). Gli schemi contengono e codificano gli stimoli, permettendo il recupero delle
informazioni immagazzinate in memoria. Gli atteggiamenti possono essere anche concepiti come schemi,
quindi elaborano attivamente e selettivamente le informazioni pertinenti in modo polarizzato: infatti si
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elaborano, si immagazzinano e si recuperano solo l'informazione pertinente e quella contraddittoria, senza
considerare quelle neutre (non pertinenti all'atteggiamento in questione o al suo contrario).
Per quanto riguarda il recupero delle informazioni presenti in memoria, stata avanzata l'ipotesi che sia piu
facile recuperare ricordi che confermano gli atteggiamenti. Le verifiche empiriche hanno dato pero risultati
discordanti, anche con differenza individuali.

Atteggiamenti e comportamento

Talvolta i comportamenti non sono correlati agli atteggiamenti, tanto che per molto tempo non si credeva
possibile prevedere il comportamento in base agli atteggiamenti. Negli anni '60 ci si rese conto che chiedersi
se esista una correlazione tra atteggiamenti e comportamenti era una domanda troppo generica, per cui si
inizio a studiare quando c' correlazione, quali sono i fattori che la influenzano e attraverso quali processi gli
atteggiamenti influenzano il comportamento.
La corrispondenza tra misure dell'atteggiamento e del comportamento. Talvolta i comportamenti non
corrispondono agli atteggiamenti (i sentimenti alle opinioni). Fishbein e Ajzen affermano che gli
atteggiamenti e il comportamento sono caratterizzati da quattro elementi: azione (comportamento
manifesto), bersaglio, contesto e tempo. Sulla base di questi elementi si puo trovare una corrispondenza tra
atteggiamenti e comportamento. Spesso le domande sugli atteggiamenti sono globali, quindi gli indici sono
poco precisi, mentre gli indici dei comportamenti sono piu mirati perch contemplano i quattro elementi di
cui sopra. Ad esempio, le componenti affettive degli atteggiamenti sono le piu importanti, ma sono globali,
quindi nel comportamento si esprime solo una piccola parte. !n questo modo, per poter riscontrare una
relazione significativa tra atteggiamenti e comportamento, il grado di specificita deve essere simile (entrambi
devono essere concettulizzati in modo specifico oppure generale).
Altre ricerche hanno dimostrato che gli atteggiamenti e i comportamenti mostrano correlazioni piu elevate
quando gli attributi o le funzioni degli atteggiamenti che sono salienti al momento della valutazione
corrispondono agli attributi o le funzioni salienti al momento dell'esecuzione. Anche pensare ad un
atteggiamento speciale puo rafforzare o ridurre la corrispondenza tra atteggiamento e comportamento.
stata formulata inoltre l'ipotesi che gli atteggiamenti e i comportamenti mostrano una forte corrispondenza
se c' una forte corrispondenza tra gli aspetti salienti di entrambi i concetti a livello cognitivo e affettivo.
Caratteristiche particolari dell'atteggiamento. Alcuni autori hanno ridotto gli atteggiamenti alla loro
componente affettiva, ma questa una semplificazione eccessiva, in quanto ci sono circostanze in cui i
sentimenti e le valutazioni che le persone esprimono nei riguardi di un particolare oggetto non corrispondono
alle loro opinioni in proposito. Ad esempio, Rosemberg afferma che gli atteggiamenti con scarsa coerenza
affettivo-cognitiva sono molto instabili in quanto il soggetto cerchera di modificare una o entrambe le
componenti (cognitiva o affettiva) per ristabilire l'equilibrio. La coerenza cognitivo-affettiva correlata quindi
al suo grado di stabilita e di resistenza al cambiamento. Gli atteggiamenti stabili e coerenti sono quelli che
possono prevedere meglio i comportamenti. Altre ricerche hanno evidenziato che un'unica risposta affettiva
non sempre in grado di rappresentare in modo appropriato tutte le credenze riguardo ad un oggetto di
atteggiamento, anche perch maggiori sono le esperienze riguardo ad un oggetto di atteggiamento,
maggiore la complessita della struttura dell'atteggiamento. !n questi casi meglio considerare anche la
componente cognitiva.
La maggiore disponibilita di atteggiamenti che si basano sull'esperienza diretta accresce di molto il loro
potere predittivo sul comportamento. Nelle prime fasi dell'esperienza con l'oggetto di atteggiamento,
l'atteggiamento efficace nella previsione del comportamento; ma in seguito, con la maggiore esperienza
con l'oggetto, la struttura dell'atteggiamento diventa sempre piu complessa, fino a quando la sua
componente affettiva non potra piu rappresentare la ricchezza e la varieta dell'atteggiamento rispetto
all'oggetto; entrano in gioco quindi la componente cognitiva e quella conativa. La prevedibilita del
comportamento diminuisce, ma questa diminuzione puo essere compensata se si approfondisce lo studio
della struttura dell'atteggiamento, indagando anche le altre componenti.
Gli atteggiamenti si possono formare attraverso due vie: la via centrale e la via periferica. Gli atteggiamenti
che si formano per la via centrale si basano su informazioni attendibili e valide sull'oggetto di atteggiamento,
elaborate in modo completo, esaustivo e motivato. Se il soggetto non in grado di elaborare le informazioni
rilevanti in modo esaustivo, gli atteggiamenti si formeranno attraverso la via periferica, cio affidandosi ad
30
indizi periferici. Gli atteggiamenti che si formano mediante la via centrale sono piu efficaci nel predire i
comportamenti.
Fattori di personalita. Considerando anche la personalita, se il soggetto ha poco autocontrollo, la
corrispondenza tra atteggiamento e comportamento minore (maggiore?), in quanto il soggetto si lascia
influenzare maggiormente dai fattori esterni (come le reazioni degli altri). Se il soggetto ha una certa
autoconsapevolezza oggettiva, la corrispondenza maggiore perch si rivolge l'attenzione su di s piuttosto
che sull'ambiente. Un terzo fattore della personalita il bisogno di coerenza con s stessi: maggiore
questa coerenza, maggiore la corrispondenza tra atteggiamento e comportamento.
! modelli della relazione tra atteggiamento e comportamento. Altri fattori che influenzano la prevedibilita
dell'atteggiamento sono quelli situazionali, cio quelli che riguardano il contesto in cui si forma
l'atteggiamento stesso. Ad esempio, nelle situazioni in cui il comportamento limitato nella sua espressione
(ad esempio dalla presenza di una forte norma sociale), il comportamento un indice poco attendibile
dell'atteggiamento.








































31
La formazione degli atteggiamenti e le strategie di cambiamento

!ntroduzione

La modifica degli atteggiamenti ha un ruolo importante nella modifica dei comportamenti. Nella prima parte
tratteremo la formazione degli atteggiamenti dal punto di vista dei principi dell'apprendimento, nella seconda
parte esamineremo gli effetti della comunicazione persuasiva sugli atteggiamenti e la terza parte riguardera
le strategie di cambiamento degli atteggiamenti che si basano sull'uso di incentivi.

!l ruolo del rinforzo nella formazione e nel cambiamento dell'atteggiamento

!l condizionamento classico degli atteggiamenti. Tramite il condizionamento classico, uno stimolo neutro,
inizialmente incapace di produrre una risposta particolare, acquisisce tale capacita attraverso associazioni
ripetute con uno stimolo nuovo gia in grado provocare quella risposta. Gli atteggiamenti acquisiti tramite
condizionamento classico possono influenzare il comportamento.
! pareri sui processi di mediazione tra gli stimoli precedentemente neutri e quelli gia portatori di significato
sono discordi. Alcuni sostengono che la mediazione non altro che un semplice processo di associazione,
altri invece ritengono che le risposte dei soggetti durante gli esperimenti erano falsate perch i soggetti
erano consapevoli della relazione sistematica e quindi rispondevano sulla base di quello che secondo loro lo
sperimentatore voleva sentire. Ulteriori esperimenti hanno invece dimostrato che gli atteggiamenti sono
colorati inconsapevolmente dal contesto in cui si sperimento un oggetto. Questo processo assai funzionale
quando la relazione che esiste tra stimolo e contesto stabile.
!l condizionamento operante degli atteggiamenti. Con il condizionamento operante l'organismo deve
innanzitutto produrre una risposta (ad uno stimolo non condizionato) prima che possa essere rinforzata. !n
questo paradigma, la frequenza con cui si verifica una risposta specifica aumenta perch tale risposta
seguita da conseguenza positive, oppure diminuisce perch seguita da conseguenze negative. La risposta
che deve essere condizionata deve far parte del repertorio comportamentale dell'organismo.
Alcuni sostengono che gli stimoli positivi prodotti dai ricercatori negli esperimenti in realta suggeriscano la
posizione attitudinale dell'intervistatore e creino un rapporto tra sperimentatore e intervistato, inducendo
quest'ultimo a conformarsi alla sua posizione attitudinale.
Non sono ancora chiari i meccanismi attraverso i quali le procedure di condizionamento classico e operante
formano gli atteggiamenti; inoltre i dati empirici disponibili non escludono che in certe condizioni il
condizionamento degli atteggiamenti possa influenzare gli atteggiamenti senza la mediazione di processi
cognitivi di ordine superiore.


















32
La persuasione e il ruolo delle informazioni nella formazione e nel cambiamento
dell'atteggiamento

Le teorie cognitiviste si sono rivelate utili nella descrizione di come si formano e si modificano gli
atteggiamenti in risposta a messaggi verbali complessi nei quali viene difesa una certa posizione con uno o
piu argomenti a suo favore.
Teorie dell'elaborazione sistematica. !l paradigma dell'elaborazione dell'informazione di NcGuire composto
da cinque processi: l'attenzione, la comprensione, l'accettazione, la ritenzione e il comportamento. Siccome
devono verificarsi tutte queste fasi affinch la comunicazione abbia effetto persuasivo, questo spiega il
motivo per cui difficile produrre un cambiamento di atteggiamento con le campagne di informazione.
stato inoltre proposto un modello semplificato che prevede l'unione delle prime due fasi nella ricezione e
considera quindi solo la ricezione e l'accettazione (modello a due fasi).
Nolte variabili individuali intervengono nel rapporto tra persuasione, ricezione ed accettazione. Ad esempio
l'intelligenza mostra un andamento curvilineo: gli individui molto intelligenti (nessuna accettazione) o
estremamente stupidi (nessuna ricezione) dovrebbero essere i meno influenzabili, mentre gli individui di
intelligenza media dovrebbero essere influenzati con maggiore facilita.
Anche il contesto ha la sua importanza: la ricezione dovrebbe essere piu importante nella persuasione in
caso di messaggi complessi e ben argomentati, mentre l'accettazione dovrebbe essere piu rilevante nel caso
di messaggi semplici sostenuti da pochi argomenti oppure nelle situazioni di conformismo semplice.
Na il modello di NcGuire presenta il difetto di non avere conferme empiriche del suo presupposto centrale,
secondo il quale il cambiamento degli atteggiamenti determinato dalla ricezione degli argomenti contenuti
in un messaggio. !noltre mancano i principi teorici che consentono di prevedere i fattori che influenzano
l'accettazione e di chiarire i processi di mediazione tra accettazione e cambiamento di atteggiamento.
!l modello della risposta cognitiva sottolinea invece il ruolo di mediazione svolto dai pensieri, o risposte
cognitive", che i soggetti producono (e quindi ripetono e apprendono) nel momento in cui ricevono e
riflettono sui messaggi persuasivi. ! messaggi risultano persuasivi se evocano pensieri favorevoli, non
persuasivi se evocano pensieri sfavorevoli. La prima variabile ad essere analizzata in questo contesto fu la
distrazione, che riduce la capacita dei soggetti di produrre risposte cognitive al messaggio. Se i pensieri
evocati dal messaggio sono sfavorevoli, la distrazione dovrebbe rafforzare la persuasione, mentre se i
pensieri sono favorevoli essa dovrebbe ostacolarla.
! modelli della persuasione basati su due processi. ! modelli presentati finora concordano nel far dipendere il
cambiamento degli atteggiamenti dall'elaborazione sistematica dei messaggi persuasivi, ma ci possono
essere delle situazioni in cui non possibile elaborare in modo esaustivo i messaggi.
Petty e Cacioppo hanno elaborato il modello della probabilita di elaborazione, in cui affermano che esistono
due percorsi nella persuasione: quello centrale e quello indiretto. Nel primo i soggetti investono molta
energia per elaborare le informazioni, vagliando cio i contenuti; in questo modo la persuasione piu
duratura e anche l'atteggiamento risultante lo sara. Nel secondo il messaggio accettato in base ad aspetti
periferici; entrano in gioco le euristiche (e quindi la possibilita di errori e pregiudizi), la persuasione meno
duratura e l'atteggiamento cambia in modo solo contingente (cio solo sotto l'influenza di un certo stimolo).
La probabilita dell'elaborazione dipende dalla motivazione e dall'abilita del soggetto.
!l modello dell'elaborazione sistematica vs quella basata su euristiche simile a quello delle probabilita di
elaborazione. L'elaborazione sistematica identica al percorso centrale della persuasione di Petty e
Cacioppo, mentre l'elaborazione basata su euristiche entra in gioco quando il giudizio sul messaggio non
legato al contenuto ma viene ricavato da euristiche cognitive (cio schemi o regole di decisione semplici).
Quest'ultima fonte di elaborazione una delle diverse strategie che formano la via indiretta della
persuasione di Petty e Cacioppo.
La moderata ripetizione di un argomento dovrebbe dare piu opportunita ai soggetti di elaborare un
messaggio a livello cognitivo, quindi la ripetizione dovrebbe rafforzare il cambiamento degli atteggiamenti
per i messaggi sostenuti da argomenti convincenti e ridurla per quelli deboli. Tuttavia l'eccessiva ripetizione
puo portare a noia e persino rifiuto degli argomenti.


33
La rilevanza personale di un argomento nei confronti di un soggetto il principale fattore motivazionale che
puo spingere il soggetto a riflettere sugli argomenti contenuti nel messaggio. Solo in presenza di un
coinvolgimento elevato le persone che ricevono un messaggio saranno motivate ad accertare la validita della
posizione in esso contenuta, vagliando in modo critico gli argomenti presentati. Con un coinvolgimento
minore si assume che il ricevente si serva di indizi secondari per valutare la validita del messaggio.
Anche l'umore importante nell'elaborazione del contenuto di un messaggio: il buon umore porta ad
un'elaborazione semplificata, mentre il cattivo umore puo far adottare elaborazioni piu sistematiche,
probabilmente perch i sentimenti negativi le informano che la situazione attuale problematica.
Le persone che hanno un forte bisogno di cognizione formano atteggiamenti sulla base degli argomenti in
misura maggiore rispetto alle persone che hanno un bisogno di cognizione meno forte.
!n realta, spesso l'elaborazione centrale e periferica sono usate contemporaneamente, perch anche gli indizi
periferici hanno la loro importanza se ad esempio gli argomenti contenuti nel messaggio sono ambigui.
Finora l'elaborazione delle informazioni finalizzata al cambiamento di atteggiamenti stata vista come
un'attivita relativamente oggettiva e priva di errori a causa del fatto che si riteneva che l'elaborazione fosse
basata sull'accuratezza, cio sulla motivazione a conservare gli atteggiamenti corretti. stata recentemente
introdotta una teoria che sostiene che esistono delle motivazioni che spingono i soggetti a conservare le
posizioni attitudinali preferite con giudizi tendenziosi. Una di queste motivazioni quella alla difesa, che
porta alla conferma della validita di una particolare posizione attitudinale. Se questo tipo di elaborazione
avviene con euristiche, si suppone che siano usate in maniera selettiva, cos da confermare le proprie
posizioni attitudinali. Un'altra motivazione quella alla gestione delle impressioni, che nasce in situazioni
sociali in cui si puo essere giudicati e si riferisce al desiderio di esprimere degli atteggiamenti socialmente
accettabili.
Queste ultime posizioni sono state integrate in altre importanti teorie come quella della dissonanza cognitiva
(le persone sono motivate ad esporsi alle informazioni coerenti con l'atteggiamento ed evitare informazioni
dissonanti con l'atteggiamento, in modo da stabilizzare un atteggiamento esistente per mantenere la
coerenza) o nel modello di Deutsch e Gerard (i membri di un gruppo possono accettare le opinioni di altri
membri perch credono che riflettano fedelmente la realta in situazioni che attivano una motivazione
all'accuratezza, oppure perch pensano che accettare queste credenze possa aumentare il loro status nel
gruppo in situazioni che attivano una motivazione alla gestione delle impressioni).
Gli atteggiamenti che tendono a resistere piu a lungo nel tempo sono quelli raggiunti tramite l'elaborazione
sistematica, in quanto essa sviluppa un'intensa attivita cognitiva che crea una fitta rete nella struttura della
conoscenza.





















3+
!l cambiamento di atteggiamenti prodotto da incentivi

! programmi basati su incentivi (o sanzioni) di solito producono effetti limitati, ma ci sono alcune condizioni
in cui le modificazioni del comportamento provocate da incentivi possono produrre cambiamenti di
atteggiamenti a livello generale.
Effetti degli incentivi sul comportamento e sulle esperienze. Se si usano incentivi per convincere i soggetti ad
adottare un comportamento dal quale si aspettano conseguenze irrealisticamente negative, una volta attuato
il comportamento l'esperienza potrebbe consentire di vederlo sotto una luce piu positiva.
!l comportamento antiattitudinale e il cambiamento di atteggiamenti. Sembrerebbe che se le persone sono
indotte ad adottare un comportamento dal quale si aspettano conseguenze negative e se queste
conseguenze si verificano realmente, non si dovrebbe ottenere alcun cambiamento di atteggiamento. !n
realta i cambiamenti di atteggiamento sono possibili anche in questo caso se si considerano alcune
importanti variabili. L'ampiezza del cambiamento di atteggiamento dipendera dalla liberta di scelta, dalla
grandezza dell'incentivo offerto per il comportamento e dalle conseguenze piu o meno negative del
comportamento. Se si ha una notevole liberta di scelta e le conseguenze sono negative, il cambiamento di
atteggiamento sara maggiore se l'incentivo piccolo. Se la liberta di scelta ridotta, il cambiamento sara
maggiore se la ricompensa consistente.
Se consideriamo la teoria della dissonanza cognitiva per spiegare questi risultati, otteniamo che il
comportamento antiattitudinale produce dissonanza, che puo essere ridotta aumentando la coerenza tra i
propri atteggiamenti e il comportamento. Dal momento che il comportamento antiattitudinale puo essere
giustificato adducendo come motivazione la scarsa liberta di scelta o un grosso incentivo, e che in virtu di
questo dovrebbe provocare una minore dissonanza rispetto al comportamento che non puo essere cos
giustificato, la teoria della dissonanza coerente con i risultati di cui sopra.
Un'altra teoria che stata proposta per spiegare questi risultati quella dell'autopercezione, che sostiene
che i soggetti inferiscono i propri atteggiamenti verso un particolare oggetto sulla base del comportamento
che hanno tenuto in passato nei confronti di tale oggetto, salvo che il caso in cui esistano delle valide ragioni
per svalutare il proprio comportamento come fonte di informazioni (come appunto grossi incentivi o scarsa
liberta di scelta).
stato proposto che queste teorie possano essere non opposte, ma complementari, applicabili ciascuna in
un settore specifico: la teoria dell'autopercezione adatta per descrivere il cambiamento di atteggiamento
che si verifica nei casi in cui il comportamento conforme all'atteggiamento, mentre la teoria della
dissonanza spiega meglio il cambiamento di atteggiamento nel contesto del comportamento antiattitudinale.
Un'ulteriore teoria quella della gestione delle impressioni. !n questa teoria fondamentale il riferimento al
comportamento altrui, infatti esistono delle situazioni in cui il soggetto obbligato a comportarsi in un certo
modo e deve quindi creare le identita sociali richieste da quella situazione. Nolto spesso i soggetti hanno
interesse a mostrarsi coerenti piuttosto che ad essere coerenti, influenzati anche dal fatto di essere ad alto
monitoraggio (cio con grande attenzione al contesto e quindi con grande tendenza ad assumere
comportamenti adeguati ad esso) oppure a basso monitoraggio (cio con grande coerenza con i propri
atteggiamenti interni). !n questi casi non importante risolvere la dissonanza quanto mostrarsi adeguati alle
situazioni sociali del momento. !l cambiamento apparente negli atteggiamenti dei soggetti nella condizione
con incentivo ridotto solo un espediente per simulare la coerenza tra comportamento e successiva
espressione dell'atteggiamento. !n ogni caso non facile verificare queste ipotesi basate sull'inganno, perch
impossibile sapere cosa i soggetti pensino veramente.
!l comportamento proattitudinale e il cambiamento di atteggiamento. stato dimostrato con ricerche che la
prestazione in un compito intrinsecamente piacevole puo peggiorare quando si forniscono alle persone delle
ricompense per eseguirlo, modificando quindi gli atteggiamenti preesistenti. Questi risultati sono stati
interpretati nel quadro della teoria dell'autopercezione. Se gli incentivi estrinseci sono sufficientemente
salienti, l'individuo tendera ad attribuire il proprio comportamento a tali incentivi, piuttosto che all'interesse
intrinseco nei confronti del compito (ipotesi della sovragiustificazione). Dopo aver ricevuto una ricompensa
per l'esecuzione del compito, meno probabile che i soggetti giudichino questa attivita di per s interessante
(cio hanno un atteggiamento meno positivo nei confronti del compito).


35
Le strategie di cambiamento: valutazione della loro efficacia relativa

!nfluenzare il comportamento a mezzo di incentivi economici o sanzioni legali la strategia piu efficace tra
quelle esaminate, ma presenta anche alcuni difetti. !l primo che solo i governi hanno la facolta di emanare
leggi, e anche loro sono soggetti a limitazioni di potere (non possibile emanare leggi eccessivamente
impopolari o che contrastino apertamente la democrazia). !n secondo luogo, questa strategia puo essere
applicata solo al comportamento controllabile. !n terzo luogo, se si pone il comportamento sotto il controllo
di un incentivo esterno, non solo sara necessario controllarlo continuamente, ma sara anche difficile, se non
impossibile, ritornare al controllo interno.
La persuasione presenta invece il vantaggio che il cambiamento di comportamento rimane sotto il controllo
interno e non richiede supervisione. !noltre, se ottenuto con strategie dirette, il cambiamento sara
abbastanza duraturo.
!n conclusione, le due strategie non devono essere viste come concorrenti, ma devono essere integrate tra
loro per ottenere i migliori risultati.







































36
ENOZ!ONE, CONUN!CAZ!ONE E !NTERAZ!ONE SOC!ALE

Le emozioni

!ntroduzione

Le principali ricerche sulle emozioni si sono concentrate su molti temi, come la definizione del concetto, la
causa, la funzione, la natura culturale o meno, l'influenza sulla cognizione e sul comportamento sociale. Alle
emozioni legato anche il fenomeno dell'aggressivita, come pure il comportamento prosociale. Esse hanno
un ruolo importante nella formazione e nella gestione delle relazioni sociali, sia quelle profonde che quelle
superficiali. Esse hanno infine un'importanza fondamentale nello studio delle dinamiche di gruppo e del
comportamento collettivo.

Cos' un'emozione?

William James il primo autore che nomina le emozioni in un suo trattato (Che cos' un'emozione", del
188+); egli ritiene che le emozioni siano la percezione dei cambiamenti che avvengono a livello corporeo che
derivano dalla percezione di un fatto eccitante.
La teoria di James-Lange. Lange riprende la teoria di James con il modello della posizione periferica,
concentrandosi sul sistema nervoso periferico per definire le emozioni. Secondo questa concezione
un'emozione provocata della consapevolezza, da parte della persona, di uno specifico modello di
cambiamento a livello corporeo. Si pone il problema del rapporto tra emozioni e sensazioni, cio qual
quella che causa l'altra. James e Lange le consideravano intercambiabili.
L`emozione come costrutto sociopsicologico. Nella teoria scientifica l'emozione un costrutto ipotetico (cio
non direttamente osservabile); essa viene inferita altre manifestazioni di tipo fisico. !n questo modo si
distingue tra emozione e sensazioni: le prime ora sono considerate solo come una delle componenti delle
seconde.
Le componenti delle emozioni sono cinque; le prime tre sono raggruppate insieme da una teoria detta delle
tre componenti, e sono le sensazioni, la fisiologia e l'espressione manifesta (comportamento). La quarta la
tendenza all'azione, cio la tendenza a agire verso l'oggetto che fonte di emozione dopo una valutazione
dell'evento scatenante dell'emozione stessa. Alcuni sostengono che questa sia la componente principale
dell'emozione. La quinta componente la valutazione cognitiva dell'emozione (appraisal), cio la sua
elaborazione mentale, che strettamente dipendente dalle informazioni a disposizione.
Per distinguere le emozioni dagli altri processi psicologici si usa il termine emozione per indicare un processo
che provoca cambiamenti significativamente ampi e interrelati nei sottosistemi dell'organismo che avviene in
risposta ad un evento scatenante che ha un significato fondamentale per l'individuo. !n questo modo si nota
che l'emozione (anche a livello psicologico) ha un inizio e una fine ed ha durata piuttosto breve. L'emozione
considerata come processo diversa dall'emotivita o dall'umore, che sono stati molto piu prolungati e stabili.
Quando si manifesta un'emozione, i sottosistemi dell'organismo, normalmente impegnati a svolgere la loro
funzione specifica, diventano sincronizzati durante il processo emozionale per consentire all'organismo di
fronteggiare la situazione di emergenza creata dall'evento scatenante (emozione come risposta ad una crisi).










37
Perch proviamo le emozioni?

La sincronizzazione dei processi psicologici e fisiologici un processo che comporta notevoli costi (impedisce
ad alcuni sottosistemi di eseguire la loro normale funzione e riduce le risorse dell'organismo). Per quale
motivo esistono meccanismi cos costosi?
L'importanza delle emozioni per l'evoluzione della specie. Le emozioni sono conseguenza della filogenesi
(evoluzione), perch svolgono funzioni utili per l'organismo, come l'organizzazione del comportamento
adattivo e la regolazione del comportamento sociale.
Le emozioni come sistema di segnali sociali. La componente espressiva delle emozioni funge da segnale per
la comunicazione tra gli uomini, permettendo di inferire le reazioni degli altri (e quindi di prevedere il loro
comportamento) e di segnalare una particolare tendenza d'azione.
Le emozioni permettono la flessibilita di comportamento. Le emozioni sono specifiche perch allontanano lo
stimolo dalla risposta. !n questo senso esse hanno un significato molto adattivo, in quanto ci preparano alla
reazione ad uno stimolo comportandosi come una pausa che si interpone tra loro; si tratta di un tempo di
latenza che prepara il soggetto alla produzione della risposta piu adeguata.
L'elaborazione dell'informazione. L'elaborazione delle informazioni non solo guidata da fattori razionali:
anche le emozioni ci aiutano a selezionare gli aspetti rilevanti da quelli irrilevanti.
Regolazione e controllo. La sensazione riflette tutto cio che accade nel processo di sincronizzazione dei
diversi sottosistemi dell'organismo nel corso dell'episodio emozionale. Le nostre sensazioni servono quindi a
riflettere e integrare tutte le componenti dell'episodio, come la valutazione o appraisal dell'azione o la
preparazione nei confronti di determinati comportamenti e i segnali espressivi che inviamo all'ambiente
sociale. La componente emozionale delle sensazioni il sistema di feedback che ci serve per poter regolare e
controllare le emozioni stesse.






























38
Cosa provoca le emozioni e come possibile distinguerle?

La maggioranza delle ricerche sulle emozioni hanno esaminato le situazioni che provocano le risposte
emozionali (elicitazione) e qual l'emozione specifica suscitata da un particolare tipo di situazione
(differenziazione).
Concetti filosofici. !l senso comune postula l'esistenza di una chiara corrispondenza tra le situazioni elicitanti
e i tipi di emozioni, ma in realta (come sostengono i filosofi) uno dei fattori decisivi per suscitare le emozioni
e per differenziarle sia l'interazione tra il tipo di situazione e il significato dell'evento per la persona che
sperimenta l'emozione.
La teoria dei due fattori di Schachter. Schachter non presume che i modelli fisiologici producano una
particolare sensazione; egli sostiene invece che in condizioni normali la sensazione prodotta dall'attivazione
non specifica del sistema nervoso simpatico e dall'interpretazione cognitiva simultanea e particolare
dell'evento che la provoca, secondo l'interpretazione fornita dall'esperienza passata. Se l'individuo percepisce
una attivazione del sistema nervoso periferico per la quale non ci siano n spiegazioni immediate n
cognizioni appropriate probabile che provi un'emozione. !n questo caso si attiva un processo di ricerca di
informazioni e autoattribuzione", cio si esamina attentamente l'ambiente fisico e sociale e sulla base di tutti
gli indizi rilevanti si decide qual l'emozione appropriata. Questo tipo di ricerca ormai un risultato
consolidato in psicologia sociale: stato in questo modo dimostrato che l'esperienza emozionale soggetta
ad una molteplicita di fattori di influenza sociale e in certe condizioni puo essere anche manipolata.
Le teorie dell'appraisal. Lazarus sostiene che il significato di un evento che provoca un'emozione stabilito
attraverso un processo di valutazione (appraisal dell'evento) sulla base di un insieme di criteri personali,
seguito da una seconda valutazione (re-appraisal) che spesso modifica e corregge le prime impressioni e di
conseguenza le emozioni risultanti. Esiste anche la distinzione tra appraisal primario e secondario: il primo
riguarda la piacevolezza o meno dell'evento e la possibilita che possa favorire la realizzazione di scopi
personali, mentre il secondo determina la misura in cui la persona sara in grado di fronteggiare le
conseguenze di un evento, con le competenze, le risorse e il potere di cui dispone. Questi due determinanti
sono in relazione tra loro, e il risultato di questa transazione determinera la natura dell'emozione.
! vantaggi della teoria dell'appraisal consistono nel fatto che possibile elaborare in modo dettagliato le
dimensioni e i criteri dell'appraisal stesso, in modo da poter prevedere che date certe condizioni il soggetto
provera certe emozioni. !noltre stato ipotizzato che l'appraisal complesso di una certa situazione susciti una
mescolanza di emozioni diverse invece di una singola emozione specifica (emotion blends).
Le controversie attuali. Una di queste controversie riguarda il fatto che la componente cognitiva della teoria
dell'appraisal sembra essere eccessiva. Gli studiosi sono anche in disaccordo sul numero di emozioni (e
quindi di criteri di appraisal) esistenti; infatti se vero che esistono delle emozioni di base comuni anche
vero che molti criteri di appraisal sono appresi culturalmente e quindi possono variare.


















39
Esistono modelli di risposta specifici per i diversi tipi di emozione?

Le risposte alle emozioni possono essere di tre tipi: le espressioni motorie, i cambiamento a livello fisiologico
e gli stati emotivi.
Le espressioni motorie. La piu importante delle espressioni motorie quella facciale; le prove empiriche
indicano che essa riflette, nella sua varieta, la varieta delle emozioni. stato anche dimostrato che le
espressioni facciali che riflettono le emozioni primarie (prodotte da programmi motori neurali innati) sono
molto simili nelle varie culture. Questo conferma l'idea di Darwin secondo la quale l'espressione facciale si
evoluta a partire da abitudini utili" un tempo, che in linea di principio dovrebbero essere le stesse in tutte le
culture del mondo. Tuttavia anche la componente culturale importante: Wundt ha sottolineato che
l'espressione delle emozioni soggetta ad un controllo culturale e che molte culture sanzionano
esplicitamente o implicitamente le espressioni che legittimo mostrare in circostanze particolari.
Un altro fattore importante nel riconoscimento delle emozioni l'espressione vocale, anche a livello
universale, indipendentemente dalla lingua e dalle differenze culturali. Questo risultato ancora piu
eclatante perch, dato che il linguaggio strettamente legato alla cultura, ci si aspetterebbe delle differenze
rilevanti nella segnalazione vocale delle emozioni tra le diverse culture, cosa che invece non avviene.
Un'analisi piu limitata hanno ricevuto i gesti e la postura, ma i dati sottolineano che comunque esistano
atteggiamenti motori specifici delle singole emozioni, come stare eretti nel trionfo o chinati nella sconfitta.
Nell'insieme, i dati empirici suggeriscono l'esistenza di modelli specifici del volto e della voce (cos come dei
gesti e della postura) per molte delle principali emozioni.
! cambiamenti a livello fisiologico. A causa di ragioni etiche e pratiche quasi impossibile suscitare emozioni
forti e realistiche in laboratorio in modo da poter misurare le variazioni fisiologiche, tuttavia i pochi
esperimenti che sono stati condotti sembrano confermare l'ipotesi secondo la quale per ciascuna delle
principali emozioni esistono dei meccanismi speciali all'interno del sistema nervoso centrale, che producono
cambiamenti fisiologici appropriati per l'azione nei diversi sottosistemi dell'organismo (ipotesi centralista).
Le sensazioni interne. Le sensazioni interne sono probabilmente la componente piu importante delle
emozioni; opportuno considerarle come il riflesso dei cambiamenti che si verificano in tutte le altre
componenti. Le sensazioni interne sono state studiate esclusivamente attraverso etichette verbali.
Wundt ha previsto un modello a tre dimensioni: piacevolezza-spiacevolezza, eccitazione-depressione e
tensione-rilassamento. Ogni emozione si puo descrivere secondo queste tre dimensioni; in ogni caso la
verifica empirica ha dimostrato solo le prime due, mentre la terza rientra nella seconda ed difficile da
distinguere. Si tratta comunque di una semplificazione, perch le emozioni possono avere moltissime
etichette (significati specifici che sono attribuibili ai segnali emotivi), che rappresentano la via principale per
accedere agli stati emotivi e per prendere consapevolezza di cio che si prova (anche se l'attribuzione puo
non essere corretta).
stata anche avanzata l'ipotesi che le emozioni siano una costruzione sociale, perch le etichette verbali
delle sensazioni possono differire notevolmente tra culture diverse e questo (coerentemente con la teoria
dell'appraisal) dovrebbe dimostrare che le emozioni non possiedano una realta oggettiva, al di la di quella
che creata dalla cultura o socialmente costruita. Tuttavia, le prove sperimentali dimostrano che esiste
sicuramente un meccanismo emozionale di base comune alle varie culture. Questo porta ad affermare che la
sensazione espressa dall'etichetta verbale di un'emozione piu probabile che sia influenzata dalla variazione
socioculturale che dalle altre componenti dell'emozione. Questo ha senso perch la sensazione interna
rappresenta sia il contesto culturale che quello situazionale, nonch tutte le altre componenti del processo
dell'emozione.









+0
Come interagiscono le componenti dell'emozione?

La catarsi. Alcune psicologi sostengono che l'esposizione a emozioni violente possa implicare una interazione
tra le componenti espressiva, fisiologica e di sensazione. Aumentando l'espressione, si presume che la
persona sia in grado di calmare l'organismo riducendo l'attivazione e al tempo stesso modificando e
attenuando le sensazioni interne.
!l feedback propriocettivo. Questo meccanismo l'opposto della catarsi, cio si presume che l'aumento
dell'attivita fisiologica o un comportamento fortemente espressivo amplifichino le sensazioni interne. Ad
esempio, si ritiene che le espressioni facciali delle emozioni coerenti con un particolare stato interno
rafforzino le sensazioni corrispondenti, mentre un'espressione facciale incompatibile attenua le relative
sensazioni.
Questa la versione debole di questa teoria. La versione forte afferma che possono esistere delle solide
connessioni tra le componenti legate alla reazione emozionale (dovute possibilmente a programmi
neuromotori innati per le emozioni di base) che permettono di indurre artificialmente l'emozione
manipolando in maniera appropriata una delle componenti.
La versione debole puo essere spiegata dall'idea che la sensazione interna rifletta qualunque cosa accada
nelle altre parti del corpo e nella mente, mentre cio non vero per la versione forte. !nfatti, anche se sono
stati effettuati degli esperimenti che hanno confermato questa ipotesi, la metodologia adottata stata molto
criticata.


































+1
La comunicazione interpersonale

!ntroduzione

Caratteristiche della comunicazione. La comunicazione un comportamento strategico mediante il quale le
persone trasmettono un contenuto e propongono e negoziano le loro definizioni nella relazione. La
comunicazione si differenzia dal semplice comportamento per due importanti caratteristiche. La prima
consiste nel fatto che per poter codificare gli elementi di un messaggio, la persona che lo produce deve
operare ad un certo livello di consapevolezza e quindi con un certo grado di intenzionalita, che puo essere
piu o meno grande a seconda della situazione. !n secondo luogo, la comunicazione un processo, cio un
sistema che richiede piu attori in una serie di eventi in atto; il focus quindi sull'interazione piuttosto che sul
discorso in s, sui simboli condivisi e sulla diade come unita di analisi di base.
Lo studio della comunicazione si storicamente basato sulla dicotomia verbale - non verbale, ma in realta
necessario concentrarsi su entrambi gli aspetti del fenomeno, in quanto sono in stretta relazione ed ognuno
portatore di una parte di significato necessaria per comprendere pienamente il messaggio.
Contatto visivo, distanza e affiliazione. Argyle e Dean hanno avanzato l'ipotesi che nella comunicazione
importante il livello di intimita, che il risultato di una molteplicita di forze di avvicinamento (affiliazione) e di
evitamento (controllo). ! mezzi con cui si ottiene il livello di intimita desiderabile sono diversi, e
comprendono la gestione della distanza, i sorrisi, gli argomenti piu o meno personali e soprattutto il contatto
visivo. Questi mezzi sono in relazione inversamente proporzionale tra loro, cio se si aumenta ad esempio il
contatto visivo si tende ad aumentare la distanza, proprio per mantenere stabile il livello di intimita
desiderato.

Un approccio funzionale alla comunicazione

Con il termine funzione si indica la conseguenza inevitabile, naturale e ineliminabile del comportamento
comunicativo. Ci occuperemo in particolare delle funzioni generali, cio quelle che non dipendono dal
contesto. Le due principali funzioni della comunicazione sono la determinazione del controllo comunicativo in
una relazione e del livello di messaggi di tipo affiliativi che la caratterizzano.
!l controllo. !l controllo simile al potere, ma si distingue da esso perch attualizzato, mentre il potere si
riferisce alla potenzialita di un individuo o di un gruppo di influenzare, controllare o costringere. Piu in
specifico, il controllo la costellazione delle restrizioni che le persone impongono agli altri attraverso i propri
discorsi e il modo in cui strutturano la conversazione, la quale a sua volta limita le opzioni disponibili per i
partecipanti. La negoziazione del controllo spesso implicita (metacomunicazione), e passa sia per scelte
linguistiche che per i comportamenti non verbali e le strutture conversazionali. Essa avviene in modo casuale
nelle coppie in cui il livello di intimita basso, ma diventa sempre piu importante all'aumentare del livello di
intimita.
!l controllo sembra essere il fattore piu rilevante negli incontri diadici di breve durata. Le mosse di controllo
possono essere diverse, come parlare del proprio partner, usare forme di saluto formale e pronomi, fissare in
modo prolungato e con una postura rilassata e gestendo in modo opportuno le interruzioni. Sembra che gli
uomini utilizzino uno stile comunicativo con molto controllo, a differenza delle donne e dei parlanti di status
basso. !n ogni caso, le configurazioni di controllo possono cambiare molto da cultura a cultura.
Gli stili comunicativi hanno una grande importanza per la percezione delle persone e la gestione delle
impressioni; ad esempio, utilizzare un accento prestigioso un modo molto efficace per ottenere reazioni
favorevoli. Le caratteristiche del linguaggio sono comunque frutto di una costruzione sociale, determinata da
condizioni ambientali mutevoli come il clima sociale prevalente e l'identita di gruppo. Ad esempio, l'uso di
specifiche varieta di lingua a seconda delle situazioni e degli interlocutori (che nel caso limite sfocia nella
diglossia) ha come effetto di ridurre il controllo sociale delle persone a cui sono rivolte, arrivando a cambiare
perfino gli atteggiamenti.


+2
L'affiliazione. L'affiliazione simile all'intimita, ma si distingue da questa perch si riferisce all'espressione
dell'emozione negativa e positiva, mentre l'intimita indica in primo luogo una conoscenza dell'altro di natura
personale.
L'affiliazione puo essere espressa con argomenti personali, con la vicinanza, con i sorrisi, con lo sguardo,
toccandosi; in genere i comportamenti non verbali sono molto indicativi del grado di affiliazione. Un aspetto
curioso che l'inizio delle relazioni sentimentali spesso caratterizzato dal conflitto, con la tendenza a
screditare l'immagine dell'altro; questa deviazione dalla norma rappresenterebbe l'aspetto di novita che
rende l'interazione speciale e quindi potrebbe portare al coinvolgimento romantico.
La gestione dell'affiliazione simile a quella del controllo: se i livelli desiderati dai partner sono diversi,
necessario raggiungere un compromesso per fare in modo che la relazione possa continuare. Questa
negoziazione avviene in modo implicito e alla fine porta di solito al livello voluto dal partner meno affiliativo.
Per aumentare il livello di affiliazione si possono usare comportamenti che tendono a favorire l'intimita, ma
se il partner non lo desidera puo accettare un comportamento diminuendo nel contempo il livello di
affiliazione comunicato tramite un altro canale, in modo che la quantita complessiva di affiliazione resti
inalterata. Quando si raggiunge un equilibrio la comunicazione sembra normale" ed eventuali
comportamenti atipici saranno interpretati come tentativi di riaprire il processo di negoziazione.
Knapp ha elaborato un modello dello sviluppo e del deterioramento delle relazioni, tramite la comunicazione,
che include dieci stadi. Gli stadi caratterizzati da un aumento di intimita sono l'inizio, la sperimentazione, il
rafforzamento, l'integrazione e l'unione. Naturalmente le relazioni possono interrompersi a ciascuno stadio
del modello, che ha forma di una scala in cui ad ogni gradino la relazione puo essere stabilizzata. Per quanto
riguarda il declino e la separazione, esistono altri cinque stadi corrispondenti a quelli dello sviluppo: la
differenziazione, la delimitazione, la stasi, l'evitamento e la conclusione. L'aspetto piu importante di questa
teoria che ogni livello di affiliazione che caratterizza la relazione in qualsiasi momento dato associato ad
una particolare strategia comunicativa.
La strategia piu efficace per favorire il mantenimento e il cambiamento quella dell'autorivelazione, che
indica la propensione a fornire volontariamente informazioni sul proprio s che in condizioni normali non
sarebbero accessibili in quel momento. !l suo ruolo di favorire l'instaurarsi di una affiliazione positiva grazie
all'intervento della norma di reciprocita (cio la richiesta di un'autorivelazione equivalente). Nelle prime fasi
della relazione opportuna un'autorivelazione di natura poco intima, mentre in seguito, con lo sviluppo della
relazione, si puo approfondirne il contenuto. importante anche il fatto che le rivelazioni inaspettate sono
colte in modo assai diverso da quelle riconducibili a qualche preesistente tendenza ad aprirsi agli altri, co
come importante il contesto del presenta stato della relazione.
Nella ricerca dell'affiliazione spesso le persone mentono sulle proprie aspirazioni, intenzioni e credenziali, non
che sulle capacita, gli attributi e le potenzialita. Non tutte le bugie sono dettate da questi scopi, infatti
esistono delle motivazioni sociali meno egoistiche come salvare gli ascoltatori dall'imbarazzo o evitare il
conflitto eccessivo. Le motivazioni alla menzogna con valenza positiva includono l'egoismo (mentire a proprio
vantaggio), la benevolenza (mentire a vantaggio degli altri) e l'utilita (mentire a favore di una relazione). Le
strategie con valenza negativa sono lo sfruttamento (arrecare danni a un'altra persona a proprio vantaggio),
la malevolenza (danneggiare gli altri per qualche scopo) e la retrocessione (danneggiare una relazione).
Anche nelle relazioni diadiche, non sempre si comunica come individui provvisti di un temperamento e di una
personalita unici, ma anche come rappresentanti indifferenziati di gruppi sociali. !n questo caso si usa il
linguaggio per trasmettere stereotipi negativi di altri gruppi importanti e le bugie o l'inganno sono scelte
razionali per esaltare il proprio gruppo (comunicazione intergruppi). Se i rapporti tra i gruppi sono buoni, si
cerca di raggiungere un adattamento linguistico reciproco, in caso contrario si cerca di denigrare l'altro
gruppo con la divergenza di linguaggio, la conferma comportamentale e la denigrazione verbale.
L'affiliazione negativa ha quindi un ruolo importante nel sostenere l'identita di gruppo.







+3
L'obiettivo: la competenza comunicativa

La competenza comunicativa l'uso pragmaticamente appropriato della conoscenza sociale e dell'abilita
sociale nel contesto di una relazione. Si parla di relazione perch il livello di analisi primario quello delle
persone che partecipano all'interazione; inoltre si possono formare dei giudizi non solo sui singoli individui,
ma anche sullo stile comunicativo e le caratteristiche del linguaggio da loro utilizzato come coppia. La
posizione inoltre pragmatica perch l'attenzione rivolta a cio che le persone fanno effettivamente, nonch
al modo in cui lo fanno.
La competenza comunicativa insita nella relazione, non negli individui, che sono invece provvisti di abilita
sociali (non esatto parlare di persone competenti o incompetenti). La competenza comunicativa indica cio
che basta per preservare una relazione con una definizione desiderata, evitando le insidie e riparando i
danni.
Una relazione definita competente se gli individui coinvolti sono sufficientemente soddisfatti dalla
definizione del controllo e dell'affiliazione da loro prodotta congiuntamente allo scopo di conservarla, oppure
non sono soddisfatti, quando sono capaci e disposti a darsi da fare per ridefinirla o concluderla.






































++
Affiliazione, attrazione e relazioni profonde

L'affiliazione: il bisogno del contatto sociale

Le situazioni che favoriscono l'affiliazione: quando le persone cercano la compagnia reciproca? Le persone
preferiscono essere in compagnia nelle condizioni piacevoli e divertenti e in quelle minacciose, mentre
tendono a restare sole nelle condizioni spiacevoli e in quelle che richiedono concentrazione.
Le motivazioni dell'affiliazione: perch le persone cercano la compagnia reciproca? Le ragioni per cui si cerca
la compagnia reciproca in condizioni di stress sono essenzialmente tre: il confronto sociale, la riduzione
dell'ansia e la ricerca di informazioni. Nella situazione di confronto sociale, l'affiliazione con altri soggetti che
si trovano nella stessa situazione permette di confrontare le proprie risposte con quelle altrui e quindi di
valutare l'appropriatezza dei propri sentimenti. !n questo modo, se i sentimenti sono incerti maggiore il
desiderio di affiliazione. Nella situazione della riduzione dell'ansia, si cerca la compagnia delle altre persone
per ricevere rassicurazione e sostegno emozionale, mentre nella situazione della ricerca di informazioni si
cerca la compagnia di chi piu informato, che puo fornire indicazioni per valutare il pericolo insito nella
minaccia. Queste tre motivazioni non si escludono a vicenda, anzi si possono integrare tra loro.
Lo stress non conduce sempre all'affiliazione. La tendenza all'affiliazione puo essere ridotta invece che
aumentata (in condizioni di stress) se lo stress imbarazzante. Anche la forte paura e il turbamento
emozionale rappresentano un tipo di situazioni in cui le persone preferiscono restare sole, perch ritengono
che parlare dei propri sentimenti con altri potrebbe accrescere le loro paure.
Gli effetti dell'affiliazione. Coerentemente con le motivazioni, l'affiliazione ha effetti benefici sull'ansia, tranne
nei casi in cui la situazione imbarazzante. Anche il sostegno sociale contribuisce a ridurre lo stress; inoltre
puo generare il cosiddetto effetto tampone per cui le persone che percepiscono sostegno sociale sono meno
influenzate dagli eventi e dalle condizioni stressanti di quelle senza sostegno. Tuttavia, nei casi in cui il
gruppo di appartenenza condivida le stesse paure, i soggetti si sentiranno ancora piu spaventati.
La solitudine l'effetto della mancanza di affiliazione e di contatti sociali. Essa si manifesta con sentimenti
come disperazione, depressione, noia impaziente e autodisapprovazione. Esistono due forme fondamentali di
solitudine: l'isolamento emozionale (che deriva dalla mancanza di una relazione profonda) e l'isolamento
sociale (come conseguenza della mancanza di amici). La mancanza di affiliazione puo produrre anche delle
gravi conseguenze sulla salute.






















+5
Attrazione e sviluppo dell'amicizia

L'ambiente fisico. !l semplice fatto di trovarsi fisicamente vicini ad un altro individuo rafforzera la probabilita
di diventare amici. Questo accade per molte ragioni: la facilita dei contatti, la maggiore quantita di
informazioni sugli atteggiamenti e interessi in comune, l'effetto della semplice esposizione (quantita di
interazione) e l'umore suscitato dall'ambiente (le condizioni ambientali avverse sembrano intensificare i
sentimenti positivi e negativi nei confronti degli altri). Tuttavia la vicinanza puo anche diminuire l'attrazione,
rendendo evidenti le caratteristiche spiacevoli degli altri.
La somiglianza di atteggiamenti. Esiste una legge dell'attrazione che sostiene che l'attrazione varia
direttamente in rapporto alla proporzione di atteggiamenti simili. Due fattori influenzano questa relazione: il
divario tra l'intensita degli atteggiamenti dei soggetti e l'importanza dell'atteggiamento per l'individuo.
La somiglianza di atteggiamenti importante perch si possono ricavare piu vantaggi parlando con persone
con atteggiamenti simili, inoltre ascoltare qualcuno che esprime atteggiamenti simili evoca emozioni positive.
Talvolta pero i bisogni cognitivi sono piu salienti del valore emotivo della somiglianza degli atteggiamenti.
La relazione di amicizia. Una condizione fondamentale per la relazione di amicizia che la simpatia sia
reciproca, che puo generare l'interdipendenza volontaria (la disponibilita di coordinare i propri
comportamenti e considerare anche gli interessi dell'altro). Le regole piu importanti dell'amicizia sono: offrire
il proprio aiuto, rispettare la privacy, mantenere i segreti, mostrare fiducia, difendere l'altro e non criticarlo in
pubblico. La trasgressione di queste regole puo portare alla fine dell'amicizia.
Esistono delle differenze importanti tra amicizie maschili e femminili. Le donne tendono a avere rapporti piu
intimi, mentre gli uomini cercano amici con interessi in comune e non danno la priorita ai sentimenti
personali. Le amicizie strumentali sono preferite dagli uomini perch ricalcano la societa arcaica, in cui essi
dovevano collaborare nella caccia e nella pesca per la sopravvivenza del gruppo. Le donne invece dovevano
stabilire e mantenere una rete di relazioni finalizzata all'accudimento e all'educazione dei figli.

L'attrazione romantica

La relazione romantica differisce da quella dell'amicizia innanzitutto per la forte attrazione sessuale che
alimenta sentimenti di amore passionale, che include un intenso desiderio di unione con l'altro e
un'alternanza di sentimenti di intensa felicita e disperazione. L'amore appassionato caratterizzato da due
componenti: l'attivazione fisiologica dovuta alle forti emozioni e l'etichettamento di questa attivazione come
innamoramento. Nolte ricerche hanno dimostrato che le emozioni negative possono alimentare la passione.
!l fattore scatenante dell'amore appassionato senza dubbio l'attrazione sessuale, ma anche i fattori
responsabili dello sviluppo dell'amicizia giocano un ruolo importante.
Lo stereotipo delle attrattive fisiche. Esiste uno stereotipo che prevede che le persone attraenti fisicamente
abbiano anche molte altre caratteristiche positive. !n realta questo stereotipo simile ad una profezia che si
autoadempie, per cui non del tutto privo di fondamento.
Differenze di genere nelle preferenze per le attrattive fisiche. Le attrattive fisiche hanno maggiore
importanza per gli uomini che per le donne, perch l'evoluzione ha selezionato uomini che preferivano donne
che con maggiore probabilita erano in grado di generare bambini sani. Pertanto gli uomini sarebbero
diventati particolarmente ricettivi ai segnali di giovinezza, salute e valore riproduttivo. Le donne invece sono
piu ricettive nei confronti dei segnali di status elevato perch questa dovrebbe essere una garanzia per la
futura cura della prole da parte del compagno scelto.
L'equita e la scelta del partner. stato riscontrato tuttavia che le persone tendono a formare relazioni con
partner provvisti di attrattive approssimativamente simili alle proprie (ipotesi dell'abbinamento). Se le
attrattive sono diverse, i partner tenderanno a compensarle con altre risorse o tenderanno a migliorarle,
cercando di rendersi piu attraenti o screditando gli avversari.
Naturalmente necessario scoprire se il partner nutre interesse nei propri confronti; a questo scopo esistono
diverse strategie come il confronto diretto, il ritiro, il tentativo di disorientare il partner, l'autosvalutazione e il
lavoro di rete.



+6
Le relazioni profonde: soddisfazione, impegno e scioglimento

Dopo l'inizio della relazione i partner aumentano il coinvolgimento reciproco, considerando gli interessi altrui
e costruendo l'intimita rivelando i propri desideri personali, ansie, fantasie ed emozioni. Se la comunicazione
tra i partner aperta ed efficace, probabile che la coppia sia felice; viceversa le coppie con scarsa
comunicazione sono di solito colme di conflitti e problemi e sono poco durature. !noltre le coppie infelici
tendono a considerare i problemi coniugali come emblematici della loro cattiva situazione e non come
problemi a s stanti e si tende a giudicare il proprio comportamento piu positivo rispetto a quello dell'altro.
La soddisfazione nelle relazioni. Le relazioni soddisfacenti sono quelle in cui i partner considerano equa la
distribuzione tra input e risultati. Se non c' equita si cerca in qualche modo di ristabilire l'equilibrio. Tuttavia
questa non una regola generale, infatti piu importante sentire che il partner ci ricompensa fornendo
amore, status, informazioni e soddisfazione sessuale che percepire una perfetta equita nello scambio.
La soddisfazione dipende anche dal risultato dei confronti con altri individui del proprio gruppo di riferimento
(confronto referenziale): se si pensa di avere una migliore relazione rispetto ad altre persone simili dello
stesso sesso, la soddisfazione coniugale maggiore.
L'impegno. L'impegno indica la tendenza delle persone a mantenere una relazione. L'impegno dipende
direttamente dalla soddisfazione: maggiore la soddisfazione, maggiore l'impegno. Na importante anche
la qualita delle alternative alla relazione, come la vita da single, un lavoro interessante, dei buoni amici o la
presenza di un altro partner. Quando si forma una relazione, si tende a ignorare le alternative, ma se la
relazione peggiora esse possono favorirne la rottura (come la presenza di un partner esterno attraente).
!nfine, gli individui considerano anche una terza variabile, l'entita dell'investimento, che si riferisce a tutte le
attivita comuni che sono parte integrante della relazione.
! tre fattori sono rilevanti nella determinazione dell'impegno e nella previsione di rottura delle relazioni, ma
non in modo indipendente, perch il cambiamento di uno puo provocare il cambiamento di un altro; inoltre il
modello tiene scarsamente conto delle differenze individuali nella disponibilita ad impegnarsi.
La conseguenza della rottura delle relazioni. La rottura di una relazione sempre un evento traumatico,
perch costringe a cambiare il proprio modo di vita, costruire nuove relazioni, adattarsi ad uno status sociale
piu basso (a volte) e affrontare una certa stigmatizzazione (verso il divorzio). Nolto spesso inoltre si puo
incorrere in problemi di salute. !l divorzio superato in modo meno doloroso dagli individui che avevano una
relazione meno stretta, che avevano preso per primi l'iniziativa della separazione e che avevano una buona
rete sociale. Anche le caratteristiche specifiche di personalita possono aiutare a fronteggiare questa
situazione.





















+7
!l comportamento prosociale

!ntroduzione

Esistono innumerevoli variabili che influenzano il comportamento prosociale, ma per definire un
comportamento come prosociale devono verificarsi due condizioni: l'intenzione di procurare un favore e la
liberta di scelta.

Esempi di comportamento prosociale

Nolti comportamenti prosociali non sono disinteressati, ma possono tradursi in un vantaggio personale
(come i grandi concerti rock a favore di qualche causa); tuttavia possibile che esistano delle persone
veramente generose. Sono stati individuati cinque fattori che stanno alla base delle risposte altruiste,
ordinati in base all'importanza: l'innalzamento dell'autostima, il senso del dovere morale, l'empatia, la
reciprocita e i riconoscimenti. ! motivi che invece ostacolano le risposte altruistiche sono il tempo, lo stress,
il pericolo e le perdite materiali (costi dell'aiuto). variabili all'apparenza insignificanti (come la perdita di
tempo) possono esercitare un effetto profondo sulle risposte altruistiche, ma nonostante cio esistono molti
esempi di comportamenti altruistici come il volontariato e la donazione di sangue.

Perch le persone si aiutano a vicenda?

Esamineremo il fenomeno dell'altruismo nei seguenti livelli di analisi: sociobiologico, individualistico,
dell'interdipendenza e dei sistemi sociali.
La sociobiologia. L'altruismo puo favorire la possibilita di riprodursi per l'individuo (o per i suoi parenti)
tramite due processi: la selezione parentale e la reciprocita. La selezione parentale si basa sul fatto che gli
individui aiuteranno i parenti perch essi sono portatori di geni condivisi, mentre la reciprocita afferma che
conveniente aiutare qualcuno se ci sono buone possibilita che il favore verra ricambiato.
L'approccio individualistico. Questo approccio sottolinea l'importanza dell'umore: l'umore positivo favorisce il
comportamento altruistico, mentre quello negativo lo ostacola. Tuttavia gli effetti dell'umore positivo sono
limitati nel tempo. Ci sono due spiegazioni per questo fenomeno: il modello dell'attivazione dell'emozione
(che afferma che l'umore attiva selettivamente i contenuti mnestici ad esso congruenti) e il modello
dell'umore come informazione (che utilizza l'umore come elemento di informazione che viene integrato nel
giudizio complessivo nell'elaborazione semplifica sulla base di euristiche). !n particolare, le sensazioni
positive potrebbero informare il soggetto che l'ambiente in cui si trova sicuro, per cui l'altruismo puo
essere incoraggiato, mentre l'umore positivo sarebbe legato a segnali di pericolo e quindi l'altruismo sarebbe
indebolito.
L'approccio interpersonale. possibile che le persone trasformino le relazioni di scambio (che hanno lo scopo
di ottenere delle ricompense) in relazioni prosociali. Questo fatto puo avvenire piu facilmente nelle relazioni
di condivisione (quando ci si preoccupa del benessere altrui) piuttosto che in quelle di scambio (quando ci si
sforza di ottenere le ricompense massime), se non previsto uno scambio reciproco; inoltre l'eventuale stato
di tristezza del destinatario induce empatia e aumenta l'altruismo. Esiste quindi una correlazione positiva tra
empatia (condivisione delle emozioni) e comportamento prosociale. Anche la comunanza di atteggiamenti e
la difficolta nella fuga aiutano il comportamento prosociale. !noltre bisogna considerare anche il
riaddestramento attribuzionale, che si propongono di modificare il concetto di s della persona bersaglio; in
altri termini, se si forniscono apprezzamenti per l'operato alle persone si puo indurle a credere di essere
altruiste e quindi spingerle a comportarsi di conseguenza.






+8
Studiare il comportamento prosociale nei sistemi sociali. Questo modello prevede che il comportamento
altruistico sia influenzato da norme consensualmente condivise nelle diverse situazioni sociali. Una norma
importante quella dell'appropriatezza della ricompensa: se le persone valutano la propria ricompensa per
qualche compito come equa, provano empatia e si comportano in maniera altruistica se il destino degli altri
sembra ingiustamente negativo. Naturalmente, difficile comportarsi in maniera equa se le ricompense
personali sono messe a repentaglio. Una motivazione genuinamente altruistica si osserva quindi solo quando
sono soddisfatte le aspirazioni egoistiche relative all'equita della propria posizione all'interno del sistema
sociale. Quando i risultati sono inferiori alle aspettative personali circa l'imparzialita, prevarra un
comportamento egoistico.
Nolte norme sociali tendono ad inibire il comportamento altruistico; una di queste riguarda il gruppo di
appartenenza della vittima: se diverso dal proprio, l'aiuto offerto minore. Le persone che invece seguono
il principio del bisogno, secondo il quale le persone bisognose devono essere aiutate, sono meno influenzate
da questi fattori.
Le istituzioni sociali (religione, famiglia, scuola, Stato) tendono a promuovere normativamente il
comportamento prosociale, allargando il concetto di gruppo a una collettivita piu ampia possibile in quanto
queste norme obbligano i soggetti ad aiutare le persone che dipendono da loro. Naggiore la responsabilita,
maggiore il comportamento prosociale.
! valori sono delle credenze relative a stati finali desiderabili che guidano le azioni verso questi stati. ! valori
prosociali si dividono in benevolenza (che riguarda il benessere delle persone piu vicine) e l'universalismo
(che riguarda il benessere di tutte le persone). !l processo che traduce i valori in azioni si divide in cinque
fasi: attenzione, motivazione, valutazione, difesa, comportamento.

!ntervenire in situazioni di emergenza: in quali occasioni le persone aiutano il prossimo?

La disponibilita a prestare soccorso maggiore quando lo spettatore si trova da solo piuttosto che quando
in compagnia; questo accade per tre motivi. !l primo che un singolo osservatore avverte che la
responsabilita dell'intervento ricade esclusivamente su di lui. !l secondo che se le circostanze sono
ambigue, ogni spettatore esitera a intervenire per capire cosa sta succedendo e quindi rappresentera un
modello di passivita per gli altri. !l terzo il timore della valutazione negativa da parte delle persone
presenti.

Le conseguenze del riceve aiuto

Ricevere un aiuto puo provocare reazioni diverse in colui che viene soccorso. Se egli ritiene che le minacce al
s abbiano il sopravvento, la sua risposta sara negativa (sentimenti sfavorevoli, valutazione negativa
dell'aiuto, scarsa propensione a ricambiarlo e tendenza a far da s in seguito). Se invece prevale il sostegno
al s, il beneficiato mostra risposte piu positive. !noltre gli indizi situazionali che sottolineano le implicazioni
negative del riceve aiuto, come i commenti sprezzanti, costituiscono una grave minaccia per l'autostima delle
persone in stato di bisogno. Generalmente, il fatto di accettare un aiuto ritenuto piu minaccioso dalle
persone con un'autostima elevata piuttosto che bassa. Le persone che potrebbero cercare aiuto per risolvere
un problema sono riluttanti a farlo perch temono di ricevere dei rifiuti.
Alla fine, le risposte altruistiche che sono intrecciate in un reciproco dare ed avere possono produrre effetti
piu desiderabili dell'aiuto unilaterale che non offre possibilita di ricambiare.
!l sostegno sociale. !l sostegno sociale riguarda la possibilita di dare e riceve aiuto che offerta dalle
relazioni in presenza di eventi della vita stressanti e di grane quotidiane. !l sostegno sociale sembra fornire
un certo grado di protezione quando si verificano degli eventi stressanti; inoltre esercita un effetto positivo
sul benessere psicologico. Se l'aiuto offerto non corrisponde ai bisogni delle persone che lo ricevono, il
sostegno sociale puo produrre anche effetti negativi. !n ogni caso, se la relazione tra chi da aiuto e chi lo
riceve reciproca, meno probabile osservare reazioni negative da parte del destinatario.




+9
!l comportamento aggressivo

Teorie dell'aggressivita

Esistono tre teorie principali dell'aggressivita: la prima concepisce l'aggressivita come istinto, la seconda
afferma che si tratti di un comportamento appreso attraverso l'esperienza e la terza si pone a meta strada
tra le due (ipotesi della frustrazione-aggressivita).
L'aggressivita come istinto. Freud afferma che l'aggressivita al servizio del principio fondamentale che
regola tutti i comportamenti, cio quello del piacere (eros). !n questo modo l'aggressivita diventa la reazione
dell'individuo quando non puo ottenere il piacere. Successivamente Freud abbandona questa concezione e
introduce la teoria dei due istinti: Eros (piacere) e Thanatos (morte). quest'ultimo che costituisce la fonte
dell'aggressivita, perch spinge l'individuo verso la morte con un'energia distruttiva che egli cerca di
allontanare da se stesso indirizzandola verso l'esterno per evitare l'autodistruzione (masochismo). Anche gli
etologi (Lorenz) hanno concepito l'aggressivita in modo simile a Freud, quindi come funzionale alla
conservazione della specie. Anche nell'etologia esistono delle posizioni simili, ma esse accordano
all'aggressivita una funzione al servizio della specie (Lorenz).
! limiti di queste teorie consistono nel fatto che la spiegazione deriva da un istinto non dimostrabile; inoltre si
tratta di una teoria biologica che concepisce l'uomo come una caldaia" che deve scaricare l'energia
all'esterno.
L'aggressivita come comportamento appreso. La seconda teoria afferma che l'aggressivita un
comportamento acquisito socialmente e mantenuto attraverso le esperienze, la socializzazione e
l'educazione. La spiegazione consiste nel fatto che le relazioni interpersonali hanno sempre uno scopo. Se il
soggetto non riesce a ottenerlo elabora strategie alternative per conseguirlo; una di queste l'aggressivita.
Se l'aggressivita si dimostra efficace, si rinforza e si crea una tendenza a usare di nuovo questo
comportamento in situazioni simili (condizionamento operante).
Un'altra spiegazione di questa teoria quella del modellamento: se il soggetto nota che gli altri conseguono i
loro obiettivi con l'aggressivita, cerca di imitarli in questo comportamento. Ad esempio la Tv puo
condizionare in questo modo sia a breve che a lungo termine i comportamenti degli spettatori. La violenza
televisiva puo aumentare le tendenze aggressive a lungo termine se presentata come efficace, se
presentata come comportamento normativo (priva di conseguenze per la vittima e giustificabile), se lo
spettatore puo identificarsi con chi agisce e se lo spettatore in stato di eccitazione emozionale. Se lo
stimolo di lunga durata, puo portare a cambiamenti degli atteggiamenti e del sistema cognitivo.
Frustrazione e aggressivita. La terza teoria quella della frustrazionefaggressivita. Essa stata elaborata da
alcuni studiosi di Yale che affermano che non possibile cercare concetti come l'istinto di morte o pulsioni
innate, ma necessario elaborare concetti operativi, cio verificabili sperimentalmente. Uno di questi
riguarda il fatto che un soggetto diventa aggressivo in risposta ad una frustrazione, cio quando si presenta
un ostacolo che impedisce il raggiungimento del fine prefissato. L'aggressivita non sempre diretta contro la
fonte reale della frustrazione, ma puo anche rivolgersi verso un altro oggetto (spostamento).
La critica principale che puo essere mossa a questa teoria consiste nella relazione causale troppo diretta tra
la frustrazione e l'aggressivita, perch talvolta la frustrazione puo originare altre reazioni come depressione,
tristezza, sofferenza, e cos via. !noltre l'aggressivita puo avere anche altre cause oltre alla frustrazione.
!n definitiva, corretto considerare l'aggressivita come uno dei possibili comportamenti che possono essere
originati dalla frustrazione, che a sua volta puo essere intesa come preparazione eventuale all'aggressione.
Per manifestare il comportamento aggressivo sono necessarie anche altre condizioni, come afferma
Berkowitz con la teoria del segnalefstimolo: l'aggressivita nasce dalla frustrazione (attivazione emotiva o
arousal, stress) e dagli stimoli ambientali appropriati (di condizionamento) che possano liberare la rabbia
generata dalla frustrazione. Ad esempio, la presenza di armi da fuoco puo provocare un aumento
dell'aggressivita.




50
Le variabili mediatrici dell'aggressivita: dagli stati interni ai fattori socioculturali

!l ruolo dell'attivazione dell'aggressivita. Accanto alle frustrazioni, ci sono molte altre esperienze che possono
innalzare il livello di attivazione negativa dell'individuo (gli stati interni), rendendo le risposte aggressive piu
probabili, come il rumore, l'affollamento, il calore (ma per queste ultime due necessario considerare
attentamente anche altre variabili), le droghe, l'alcol, e anche alcune notizie emozionanti. Queste
affermazioni sono coerenti con la teoria del trasferimento dell'attivazione, che postula che l'eccedenza di
attivita dovuta ad una precedente situazione puo sommarsi all'attivazione creata da una situazione nuova.
Sono importanti le condizioni in cui puo manifestarsi il trasferimento; se l'individuo gia incline ad agire in
modo aggressivo, l'attivazione residua puo rendere le risposte aggressive piu probabili. Una seconda
condizione data dal modo in cui gli individui interpretano l'attivazione e le definizioni che ne danno; se
l'attivazione interpretata come frutto di una minaccia o di un insulto piu probabile che si verifichi un
comportamento aggressivo.
!n queste teorie si considera l'attivazione come precedente l'aggressivita. L'approccio cognitivo
neoassociazionista invece afferma che rabbia e aggressivita sono processi paralleli, perch gli eventi
avversivi producono un effetto negativo o diretto e conducono direttamente all'aggressivita; le esperienze
emozionali sotto forma di rabbia e paura possono accompagnare o meno queste forme di comportamento. !l
dolore fisico rappresenta il prototipo delle emozioni che scatenano un'emozione negativa.
La costruzione sociale dell'aggressivita. Gli stessi comportamenti possono essere considerati aggressivi e
sanzionabili negativamente da una certa societa, oppure corretti e anche sanzionabili positivamente da
un'altra societa. importante quindi il contesto sociale in cui si verifica il comportamento; per questo
necessario identificare i presupposti che ci consentono di identificare il comportamento come aggressivo.
Uno di questi presupposti che l'azione che lo ha prodotto sia vista come legittima oppure illegittima. Anche
l'intenzione di nuocere, il danno arrecato e la violazione delle norme sono criteri per identificare un'azione
aggressiva. ! fattori che influenzano l'interpretazione sono invece il contesto sociale-normativo e la diversa
prospettiva con la quale si considera il comportamento in questione.
Se si considera l'aggressivita nelle sue componenti del comportamento e della valutazione, si vede che il
comportamento aggressivo implica una applicazione del potere coercitivo, che una particolare forma di
influenza sociale. Con le minacce si mette in chiaro che si desidera qualcosa da qualcuno, e che se non fara,
subira una punizione. La scelta di un comportamento aggressivo avviene dopo una valutazione razionale
degli altri comportamenti disponibili per raggiungere lo scopo. Le condizioni che possono influenzare il
verificarsi della coercizione sono tre: il controllo degli altri, il ripristino della giustizia e l'affermazione e
protezione dell'identita.
Bisogna considerare anche la natura e il processo di attribuzione causale per gli eventi spiacevoli e l'influenza
che esercitano sulle reazioni emotive e comportamentali (eventualmente aggressive). Due aspetti sono
importanti in queste attribuzioni causali: i fattori che determinano la responsabilita dell'evento spiacevole e
quelli che determinano la discrepanza tra cio che stato fatto e cio che avrebbe dovuto essere fatto in una
certa situazione.
Le norme come regolatori dell'aggressivita. Una norma sociale condivisa da molte culture la norma di
reciprocita. Se la gente pensa di essere vittima di una violenza, puo ritenersi giustificata se ricorre alla
vendetta; inoltre sara certa che le altre persone approveranno il suo comportamento e lo considereranno
giusto e appropriato.
Per giustificare un comportamento aggressivo si possono chiamare in causa alcune circostanze attenuanti
precedenti all'aggressione oppure rivalutare le conseguenze sulla vittima, in modo tale che l'azione sia
considerata come inevitabile o necessaria. Tutto questo puo attenuare la collera della vittima.
!l fatto di trovarsi in un gruppo puo portare a modifiche del comportamento individuale. Una teoria che
spiega questo fenomeno quella della deindividualizzazione, che consiste in una diminuzione del controllo
sul proprio comportamento, una minore attenzione per le norme, per l'autopresentazione e le conseguenze
del proprio comportamento. Una teoria opposta quella della norma emergente, che nega quella della
deindividualizzazione affermando che i comportamenti estremi che si riscontrano nei gruppi si verificano
perch emergono norme nuove, approvate da tutti gli interessati e condivise nelle specifiche situazioni.
Queste norme possono implicare dei comportamenti aggressivi ai quali i soggetti si adegueranno per la loro
maggiore rilevanza in quel momento.
51
! GRUPP! SOC!AL!

La prestazione del gruppo

Determinanti della produttivita

!l modo in cui una persona o un gruppo esegue un compito dipende da due fattori: le richieste del compito e
le risorse umane. Le richieste del compito sono le risorse che occorrono per poter eseguire un compito,
mentre le risorse umane includono tutte le conoscenze, le abilita, la perizia o gli strumenti adeguati in
dotazione all'individuo o al gruppo che cerca di risolvere il problema. !n altri termini, le richieste del compito
specificano gli strumenti necessari, mentre le risorse umane determinano se l'individuo o il gruppo
possiedono tali strumenti. Nell'ambito delle risorse umane, necessario distinguere ancora tra la produttivita
potenziale (che segnala in che misura le risorse umane a disposizione sono sufficienti per fronteggiare le
richieste del compito) e la produttivita effettiva (che consiste nell'effettiva prestazione). Spesso la
produttivita potenziale e quella effettiva non sono corrispondenti in quanto si possono verificare delle perdite
inerenti al processo che diminuiscono la produttivita effettiva rispetto a quella potenziale.
Un tipo di perdita che si verifica nei gruppi consiste nel fatto che spesso si raggiunge un consenso sulla base
delle decisioni della maggioranza, ma non detto che queste decisioni siano corrette. Per evitare questo
processo basta incoraggiare la partecipazione attiva di tutti i membri del gruppo.

La prestazione nel compito in presenza di altri

La presenza di altre persone puo sia favorire (facilitazione sociale) che peggiorare (inibizione sociale) la
prestazione individuale. Gli effetti di queste situazioni sono stati tradizionalmente studiati in due principali
categorie di situazioni sociali: la presenza di un pubblico e l'azione contemporanea. Nel primo caso il
pubblico assiste passivamente alla prestazione individuale, mentre nella seconda si studiano gli effetti che ha
la presenza di un'altra persona che esegue lo stesso compito. ! risultati sono stati discordanti in entrambi i
casi. Zajonc avanzo l'ipotesi secondo la quale la presenza di altri migliora la prestazione in caso di compiti
facili e ben appresi, ma puo peggiorarla se i compiti sono difficili e non ancora ben appresi. Egli spiega
questo fenomeno affermando che la sola presenza del pubblico sufficiente per creare un'attivazione delle
risposte dominanti (quelle che si presentano per prime) nel soggetto. Siccome le risposte dominanti sono
corrette nel caso di compiti facili ma sbagliate in quelli difficili, la presenza del pubblico amplifica questi
effetti. Cottrell modifica questa teoria affermando che l'aumento di attivazione in presenza del pubblico non
innato, ma deriva dall'apprensione per la valutazione che il pubblico puo dare. questa apprensione che fa
salire il livello di attivazione. Sanders propone un'altra spiegazione per l'aumento dell'attivazione. Egli
sostiene essa causata dalla distrazione provocata dal pubblico. !l conflitto tra distrazione e risposta crea
una pulsione che ha gli stessi effetti sulla produzione delle risposte riscontrati da Zajonc.
Nanstead e Semin cambiano prospettiva, abbandonando la distinzione tra compiti facili e difficili (troppo
generica) e avanzando quella tra compiti automatici e controllati. ! compiti automatici, in condizioni normali,
tendono ad essere contrassegnati da una prestazione subottimale, ma la presenza di un pubblico che puo
esprimere giudizi induce i soggetti a prestare maggiore attenzione a questo tipo di compiti. Nei compiti
controllati, che richiedono una pesante elaborazione cognitiva, la presenza del pubblico che giudica tende a
deteriorare la prestazione perch impone ulteriori richieste di attenzione che lo distolgono dalle richieste del
compito.







52

La prestazione dei gruppi che interagiscono

Per poter affrontare questa analisi necessario classificare i compiti (secondo il modello di Steiner).
La prima classificazione tra compiti unitari e divisibili. ! compiti unitari sono quelli che possono essere svolti
unicamente da una sola persona, mentre i compiti divisibili sono quelli che possono essere scomposti in
sottocompiti che possono essere assegnati a persone diverse.
La seconda distinzione quella tra compiti massimizzanti e ottimizzanti. ! compiti massimizzanti sono quelli
che richiedono di fare la maggior quantita possibile di qualcosa, oppure di farla il piu rapidamente possibile. !
compiti ottimizzanti richiedono invece di produrre precisamente un dato risultato prescelto.
La terza divisione si basa sul rapporto tra input individuali e prodotto del gruppo e implica cinque tipi di
compiti: i compiti additivi (che consentono di sommare i contributi dei vari membri), i compiti compensativi
(quanto la decisione rappresentata dalla media delle soluzioni dei singoli membri), i compiti disgiunti
(quando il gruppo deve scegliere uno specifico giudizio nell'insieme delle valutazioni compiute dai singoli
membri), i compiti disgiunti (quando i membri agiscono di comune accordo) e i compiti discrezionali (quando
il gruppo ha facolta di decidere come vada svolto il compito).
La forma di interdipendenza fra i membri del gruppo rispetto ai risultati determina tre situazioni tipiche. La
prima la cooperazione pura, quando tutti i membri del gruppo condividono nella stessa misura il successo e
il fallimento del gruppo, e quindi nell'interesse di tutti perseguire lo scopo collettivo. La seconda la
competizione pura, quando i membri del gruppo lottano tra loro per ottenere dei risultati. La terza la
mescolanza tra cooperazione e competizione (dilemma sociale), quando a livello personale i membri
ottengono i risultati migliori se non perseguono lo scopo del gruppo, ma a livello di gruppo ottengono
risultati migliori se si impegnano per raggiungere lo scopo del gruppo.
Questo tipo di classificazione permette di distinguere un gran numero di compiti diversi, inoltre permette di
avanzare previsioni sulle prestazioni del gruppo. Esamineremo sotto questo aspetto i compiti additivi,
compensativi, disgiunti e disgiunti.
Nei compiti additivi i contributi individuali si sommano; la prestazione del gruppo quindi migliora
all'aumentare delle persone che lo compongono. Tuttavia stato rilevato che esiste una relazione
inversamente proporzionale tra il numero di persone che compongono il gruppo e la prestazione individuale
(effetto Ringelmann). Questa perdita nella prestazione collettiva deriva da perdite di coordinazione e di
motivazione (la tendenza che siano gli altri a compiere il lavoro, sulla base del fatto che il proprio contributo
non identificabile e che si partecipa comunque al prodotto complessivo del gruppo). !n questo modo, la
produttivita effettiva il risultato della differenza tra produttivita potenziale e perdite di coordinazione e
motivazione. Per evitare questa perdita, sufficiente far credere ai membri del gruppo che il loro contributo
possa essere identificato e confrontato con quello degli altri.
Nei compiti compensatori la media statistica di solito piu corretta delle valutazioni singole; questo avviene
pero soltanto se non disponibile alcuna informazione sulla competenza dei membri e se si suppone che i
pregiudizi individuali generino errori che si annullano a vicenda.
Nei compiti disgiunti la produttivita potenziale di un gruppo determinata dalle risorse del suo membro piu
competente, tuttavia le perdita inerenti al processo possono impedire al gruppo di trovare la soluzione
corretta. Questo si verifica quando il membro piu competente non mette a frutto le sue risorse, oppure
quando altri membri del gruppo non approvano la soluzione da lui proposta. Questo avviene quando il
membro piu esperto ha uno status basso oppure quando non sufficientemente sicuro di s da proporre la
sua soluzione o da convincere gli altri membri del gruppo. !n realta all'interno del gruppo si formano delle
regole esplicite o implicite; le piu importanti sono la prevalenza della maggioranza, la prevalenza della verita
e l'equiprobabilita (quando esiste una forte incertezza all'interno del gruppo).
Nei compiti congiunti e unitari la produttivita tende a ridursi all'aumentare del numero dei membri del
gruppo, perch il processo di gruppo si fonda sulla competenza del membro meno esperto. Tuttavia, nei
compiti congiunti e divisibili la prestazione del gruppo puo superare la produttivita potenziale del membro
meno esperto, se le abilita dei componenti del gruppo corrispondono alla difficolta degli specifici sottocompiti
che sono stati loro assegnati.
53
Per quanto riguarda la cooperazione, i membri si aiutano tra loro e il gruppo nell'insieme sara fortemente
motivato a raggiungere lo scopo del gruppo. Nel caso della competizione i membri si ostacolano tra loro e il
gruppo nell'insieme avra una minore probabilita di produrre un buon risultato di gruppo.
Se esistono elementi sia competitivi che cooperativi si parla di una situazione a motivazione mista. Un
esempio il dilemma sociale, in cui i membri del gruppo sono avvantaggiati dal punto di vista individuale se
producono il meno possibile, ma come gruppo hanno maggiori vantaggi quando ciascuno contribuisce al
compito di gruppo. stato provato che nei gruppi di grandi dimensioni le perdite di motivazione sono
maggiori di quelle che si verificano nei gruppi piccoli, perch il comportamento dei singoli diventa meno
identificabile. Anche l'effetto free-rider (se si pensa che i propri sforzi non siano considerati indispensabili) e
l'effetto parassita (temere che gli altri membri approfittino del proprio operato) possono diminuire gli sforzi
dei singoli.

La struttura del gruppo

La struttura del gruppo si riferisce sia agli elementi di differenziazione sia ai meccanismi integrativi. Gli
elementi rappresentano persone e posizioni, mentre i meccanismi integrativi sono la comunicazione,
l'attrazione, lo status, il controllo e i ruoli.
Sviluppo della struttura. All'inizio i ruoli all'interno del gruppo sono scarsamente differenziati e le relazioni
sono strette e personali. !n seguito si effettua una divisione del lavoro, i ruoli cambiano e diventano fissi, si
crea un ordine gerarchico basato sullo status e i contatti diventano formali.
Lo status. stato dimostrato che in contesto di laboratorio emergono due tipi di membri: alcuni si
specializzano nel completamento del compito, mentre altri si specializzano nel comportamento
socioemozionale. !n ognuna di queste due tipologie si afferma un leader, cio un membro esperto
rispettivamente nel compito e nella gestione delle relazioni. raro che la medesima persona svolga le stesse
funzioni; questo avviene perch difficile che una sola persona abbia entrambe le competenze necessarie e
perch il leader nel compito suscitano ostilita, mentre quelli socioemozionali suscitano simpatia.
Le differenze di status all'interno di gruppi che non si conoscono iniziano perch i membri si rendono conto
che tra loro possono esistere persone con competenze ed abilita superiori che facilitano il raggiungimento
dello scopo. Queste abilita possono essere inferite da qualsiasi caratteristica delle persone che si reputi
pertinente al raggiungimento dello scopo. Le persone maggiormente competenti godranno di uno status piu
elevato. Le soluzioni proposte da queste persone prevalgono rispetto a quando i proponenti hanno status
minore, siano esse corrette o errate.
La leadership. !l leader colui che dirige il gruppo, mentre i seguaci seguono le sue indicazioni e si
aspettano che guidi il gruppo verso un risultato collettivo.
Fino al 1950 si credeva che lo status di leader fosse indipendente dai fattori situazionali e che fosse
determinato solo dai tratti di personalita (intelligenza, istruzione, senso della responsabilita, ricchezza).
Recentemente stato considerato invece il comportamento del leader all'interno del gruppo e da vari studi
emerso che il leader colui che sa gestire i rapporti umani tra i membri del gruppo e che riesce a
organizzare il lavoro del gruppo in vista dello raggiungimento dello scopo. !l gruppo necessita quindi di due
stili di leadership, ciascuno con effetti specifici sulla produttivita del gruppo: i leader orientati al compito
favoriscono la produttivita potenziale, mentre quelli socioemozionali minimizzano la produttivita irrealizzata.
La teoria del comportamento stata integrata con la componente situazionale, cio considerando le
situazioni specifiche: lo specifico stile di leadership e il controllo della situazione determinano
congiuntamente l'efficienza del leader. Lo stile di leadership indica in che misura il leader orientato verso la
relazione o verso il compito, mentre il controllo situazionale il grado di fiducia e sicurezza che il leader
nutre nella possibilita di riuscire a svolgere il compito. ! leader orientati verso il compito ottengono un
rendimento migliore quando possiedono un controllo alto o basso, mentre i leader orientati verso la relazione
sono piu efficienti in situazioni di controllo moderato.
La necessita di eleggere un leader emerge quando aumentano le dimensioni del gruppo, a causa di problemi
di coordinazione e di motivazione dovuti al numero dei membri. Anche nei casi in cui il gruppo teme di non
riuscire a portare a termine il compito e quando le ricompense non sono equamente distribuite si tende a
nominare un leader. Quando il gruppo in grado di svolgere da solo il proprio compito e se le ricompense
non sono ripartite in modo equo la leadership meno probabile.
5+
Le norme. Le norme sono standard di condotta impliciti o espliciti che servono a regolare l'interazione tra i
membri.
Le norme tendono a svilupparsi in modo da rappresentare una media dei giudizi individuali espressi a priori
(convergenza). !noltre le norme dei gruppi variano a seconda dell'informazione disponibile ai membri. piu
facile osservare uno sviluppo di norme di produzione quando il rendimento maggiore piuttosto che una
diminuzione di norme quando il rendimento diventa piu scadente, inoltre le norme cambiano con maggiore
facilita dopo un successo che dopo un fallimento.
Una volta stabilite, le norme intese a definire i livelli di produzione accettabili sono decisamente resistenti al
cambiamento; tuttavia, se si adottano delle tecniche di persuasione, possibile attenuare in parte la
resistenza dei gruppi al cambiamento delle norme e indurli ad accettare i nuovi standard.
Le funzioni principali delle norme sono quattro: aiutare il gruppo a raggiungere i propri obiettivi, garantire la
sopravvivenza del gruppo, creare e mantenere una struttura di riferimento reciprocamente condivisa che
funge da realta sociale e definire le relazioni con l'ambiente sociale.
Le reti di comunicazione. Le reti di comunicazione sono modelli di comunicazioni sistematici che possono
influenzare la prestazione e la motivazione del gruppo.
Per quanto riguarda le prestazioni, in compiti facili (in cui fondamentale la coordinazione), i gruppi
centralizzati sono favoriti, mentre in compiti difficili inizialmente i gruppi completamente aperti sono i migliori
(perch all'inizio ci si concentra sulla soluzione del problema piuttosto che sull'organizzazione del gruppo),
mentre i benefici di un gruppo centralizzato si potranno avvertire solo in seguito.
Per quanto riguarda la motivazione del gruppo, nelle reti decentralizzate la soddisfazione generale
maggiore, mentre nelle reti centralizzate la persona che occupa la posizione centrale giudica il compito piu
piacevole rispetto ai membri marginali, in quanto egli dispone di maggior potere e quindi si sente piu
appagato.






























55
L'influenza sociale nei piccoli gruppi

!ntroduzione

Per influenza sociale si intende un cambiamento che si verifica nei giudizi, nelle opinioni e negli
atteggiamenti di un individuo in seguito all'esposizioni ai giudizi, alle opinioni e agli atteggiamenti di altri
individui, includendo anche la comunicazione persuasiva e il cambiamento di atteggiamenti.

Conformismo o influenza della maggioranza

Se le persone sono poste di fronte ad uno stimolo ambiguo, tendono ad elaborare una struttura di
riferimento interna sulla cui base valutano lo stimolo. Na se si scontrano con le valutazioni prodotte da altri
individui, essi abbandonano le proprie strutture per adeguarsi a quelle degli altri. Questo fenomeno si
verifica anche quando l'opinione degli altri (se sono unanimemente in maggioranza) palesemente
sbagliata.
Quando le persone devono esprimere un giudizio, si preoccupano essenzialmente di due aspetti: che il
giudizio sia corretto e che gli altri si formino una buona impressione di loro. Per stabilire la correttezza del
giudizio, gli individui si basano su due fonti di informazione: quella fornita dai propri sensi e cio che gli altri
dicono. Se le due fonti sono in disaccordo, si crea uno stato di disagio, che spesso viene risolto adeguandosi
alle decisioni degli altri (conformismo) piuttosto che ai propri sensi. Questo avviene perch l'individuo pensa
che i giudizi degli altri siano piu attendibili dei propri (influenza dell'informazione) e perch pensa che
adeguandosi all'opinione generale sara piu facilmente accettato dal gruppo (influenza delle norme). Sembra
che l'influenza delle norme sia superiore a quella dell'informazione; in ogni caso, il livello di conformismo
direttamente proporzionale alla dipendenza di un individuo o di un gruppo dalle informazioni efo dalle
norme. Per quanto riguarda l'influenza delle norme, il rinforzo diretto delle risposte conformiste accresce il
livello di uniformita, ma solo a livello pubblico. Passando al ruolo dell'influenza dell'informazione, l'entita di
conformismo dimostrato dipende dall'abilita con la quale i soggetti pensano di poter eseguire il compito di
giudizio in rapporto agli altri, dalla loro fiducia in s stessi e dalla difficolta del compito. Anche l'ampiezza
della maggioranza importante: aggiungendo altri membri alla maggioranza si otterra un conformismo
maggiore, ma con incrementi sempre minori per ciascun membro che viene aggiunto. ! membri della
maggioranza devono comunque essere concepiti come giudici indipendenti. Nel caso dell'influenza
dell'informazione, il conformismo sia pubblico che interiore.
Un ruolo opposto e molto importane quello del sostenitore sociale che si oppone alla maggioranza; in
questo caso il conformismo scende di molto.
Gli studi che hanno esaminato gli effetti congiunti delle norme e dell'informazione hanno rilevato come essi
possano essere complementari senza manifestare alcun effetto di interazione, contribuendo al conformismo.
















56
!nnovazione o influenza della minoranza

L'influenza della minoranza va ricercata nel suo stile di comportamento. La minoranza deve enunciare una
posizione ben definita e rimanervi fedele, opponendosi sempre alle pressioni della maggioranza. La
componente piu importante in questo caso la coerenza con cui la minoranza difende la sua posizione, che
puo essere di due tipi: la coerenza nel tempo (diacronica) e la coerenza all'interno della minoranza
(sincronica). !nfatti una minoranza coerente mette in moto una varieta di processi intra ed interpersonali
all'interno della maggioranza, che hanno come effetto ultimo l'influenza. Tuttavia importante anche il fatto
che la minoranza sia disponibile a negoziare una forma di compromesso, anche se questa disponibilita puo
ridurre la percezione della coerenza.
La maggioranza interpreta la posizione della minoranza in termini di attribuzione alla persona (basso
consenso e alta coerenza) percependola come sicura e fiduciosa, caratteristiche che possono portare ad
un'influenza. Questa influenza si verifica pero solo se non esistono altre spiegazioni alternative negative per
il comportamento della minoranza. Altri autori sostengono che l'efficacia di una comunicazione persuasiva
dipende piu dell'eventualita che sia compiuta un'attribuzione all'entita, cio all'eventualita che il messaggio
sia percepito riflettere una dichiarazione sulla realta effettiva, ma questa posizione deve comunque
presupporre un'attribuzione alla persona di fiducia.
L'effetto suscitato da una minoranza coerente dipende anche dalla robustezza delle precedenti convinzioni
dei membri della maggioranza e dalle loro vicendevoli attribuzioni di sicurezza e fiducia. Se essi sono incerti
oppure poco legati tra di loro, una minoranza coerente che spinge verso una nuova posizione puo avere
buoni effetti di influenza.
A livello pubblico, le minoranze suscitano forti antipatie, mentre le opinioni delle maggioranze tendono ad
essere condivise senza un'adeguata analisi (acquiescenza). A livello piu profondo, la minoranza stimola un
processo di validazione, cio un'attivita cognitiva che mira a comprendere perch la minoranza rimanga
coerente alla propria posizione. L'attenzione sara rivolta all'oggetto, e quindi il membro della maggioranza
puo cominciare ad osservare l'oggetto dal punto di visto della minoranza (anche inconsciamente) e si
converta interiormente (o a livello latente) alla sua posizione. Le pressioni normative della maggioranza
impediranno tuttavia che questo effetto si manifesti pubblicamente.
Pertanto, le minoranze provocano conversione (senza acquiescenza), mentre le maggioranze provocano
acquiescenza (senza conversione).
Un'altra teoria prescinde dalla fonte (maggioranza o minoranza) e spiega l'influenza come prodotto della
forza (potere, abilita), dell'immediatezza (prossimita spaziale e temporale) e delle dimensioni (numero) delle
fonti di influenza. Per quanto riguarda quest'ultima variabile, stato rilevato che l'effetto aumenta
conformemente ad una funzione esponenziale, in base alla quale ogni fonte di influenza che si aggiunge
produce un impatti inferiore alla precedente. Le minoranze hanno quindi minore effetto delle maggioranze
perch sono in numero limitato e perch all'aumentare delle dimensioni del gruppo bersaglio l'impatto
esercitato dalla fonte su ciascun membro si riduce.
Questa teoria sostiene che le variabili di base dell'influenza (coerenza, estremismo, coinvolgimento e simili)
siano le stesse sia per la maggioranza che per la minoranza, ma che siano correlate con lo status minoritario
o maggioritario della fonte, le altre caratteristiche efo il setting di influenza stesso.
Altri autori sostengono che una qualsiasi posizione della minoranza, anche errata, provoca un pensiero
divergente, inducendo a considerare una molteplicita di alternative, anche quelle non proposte dalla
minoranza (pensiero concentrato sull'argomento piuttosto che sulla posizione). La maggioranza invece
produrrebbe un pensiero convergente e quindi una semplice imitazione.
!n definitiva, il cambiamento sociale dovuto piu all'influenza di una minoranza attiva che a quella della
maggioranza, che ci costringe ad assumere una prospettiva diversa e piu creativa.







57
! processi decisionali nei gruppi

Nell'ambito delle decisioni prese all'interno dei gruppi spesso emergono posizioni piu estreme rispetto al
semplice compromesso intorno alla media. Queste posizioni a volte sono piu rischiose, a volte piu prudenti.
Questo fenomeno chiamato polarizzazione di gruppo, cio il rafforzamento di una posizione inizialmente
dominante prodotto dalla discussione di gruppo.
Una spiegazione di questo fenomeno quella del confronto normativo o sociale. Per valutare le proprie
opinioni, le persone confrontano il proprio punto di vista con gli altri. Siccome le persone preferiscono avere
un'immagine di s positiva e desiderano che anche gli altri abbiano una buona impressione di loro, questo
processo di confronto subisce delle distorsioni che portano il soggetto a percepirsi come piu conforme alle
norme. Ne deriva che quando si scopre, in una discussione di gruppo, che le opinioni degli altri si avvicinano
maggiormente all'alternativa prescelta, si assume una posizione piu estrema per differenziarsi dagli altri in
senso positivo.
Un'altra spiegazione quella dell'influenza dell'informazione. Nella discussione di gruppo possono emergere
numerosi argomenti, la maggior parte dei quali a favore della posizione gia prescelta dal gruppo. Alcuni di
questi argomenti possono essere nuovi per alcuni membri, che ne rimangono influenzati e renderanno la loro
reazione ancora piu estrema; si tratta di un processo di reciproca persuasione.
Una terza teoria quella della categorizzazione del s. !n ogni gruppo esiste un prototipo, cio una persona
che differisce meno dai membri del proprio gruppo e piu dai membri degli altri gruppi. Questa persona il
punto di riferimento normativo, e le sue argomentazioni saranno percepite come piu informative e
persuasive, soprattutto in presenza di un outgroup molto diverso dall'ingroup.
Un caso estremo della polarizzazione di gruppo il groupthink, che avviene quando all'interno di un gruppo
la ricerca del consenso diventa un'esigenza talmente impellente da manomettere la percezione della realta.
Le condizioni che favoriscono questo processo sono la coesione del gruppo, l'isolamento da altre fonti di
informazione e la predilezione del leader per un'opzione particolare.

Obbedire a ordini immorali: l'influenza sociale di un'autorita

Per valutare l'influenza sociale dell'autorita sono stati condotti degli esperimenti in cui la fonte di influenza
gode di uno status elevato e impartisce ordini espliciti al soggetto affinch compia un'azione che
spontaneamente non compierebbe o troverebbe ripugnante. !n queste situazioni, stato rilevato che una
buona percentuale di soggetto obbedisce agli ordini dell'autorita anche quando le azioni che deve compiere
sembrano palesemente nocive per il complice dell'esperimento (la vittima"). Le variabili situazionali di
questo esperimento sono state manipolate in vario modo. All'aumentare della vicinanza fisica ed emotiva
della vittima diminuisce l'obbedienza; risultati analoghi sono stati registrati al variare dell'autorita e del
controllo dello sperimentatore. Se lo sperimentatore cedeva il posto ad un sostituto, la percentuale di
obbedienza scendeva di molto. Anche il comportamento dei pari importante: se essi si rifiutano di
obbedire, lo faranno anche i soggetti, mentre se obbediscono, i soggetti ubbidiranno con loro. !n queste
situazioni evidente il ruolo svolto dai fattori interpersonali rispetto a quelli intrapersonali.
Se si chiedesse a qualcuno di stimare il numero di soggetti che avrebbero obbedito allo sperimentatore,
inevitabilmente si otterrebbe una stima delle percentuali di obbedienza molto piu bassa rispetto alla realta.
Questo fatto si verifica a causa dell'errore fondamentale di attribuzione, cio alla tendenza a sovrastimare il
ruolo dei fattori situazionali e a sottovalutare l'influenza dei fattori di personalita.
! risultati degli esperimenti spiegati sopra si possono spiegare in quanto l'autorita percepita come degna di
fiducia, legittima e credibile. !n secondo luogo, le persone giungono a commettere azioni che producono
conseguenze piu gravi solo gradualmente. !n terzo luogo entra in gioco lo spostamento dell'agente (le
persone si giustificano dicendo che eseguono solamente gli ordini).






58
Le relazioni intergruppi

!ntroduzione

Le relazioni intergruppi sono azioni compiute da membri di un gruppo nei riguardi dei membri di un altro
gruppo. Esse possono essere conflittuali oppure cooperative.

Concezioni popolari del conflitto intergruppi e del pregiudizio

!l pregiudizio come tipo di personalita. !l conflitto tra i gruppi si manifesta spesso nel pregiudizio, che un
atteggiamento denigratorio nei confronti dei membri di un altro gruppo sociale. Le prime spiegazioni
dell'origine del pregiudizio (Adorno) si basavano sulla personalita: se i genitori (che sono i principali agenti di
socializzazione e quindi di formazione della personalita) fossero stati troppo severi, i figli avrebbero scaricato
la loro aggressivita naturale non su di loro (oppure sulle figure autorevoli) per timore di una punizione, ma
sui gruppi piu deboli ed emarginati. Questa teoria ha il difetto di trascurare i fattori socioculturali per
concentrarsi troppo sulle differenze individuali; inoltre non riesce a spiegare il fatto che intere societa
possono essere vittime dello stesso pregiudizio, che infine puo manifestarsi in tempi molto inferiori rispetto a
quelli necessari al rinnovamento generazionale.
La teoria del capro espiatorio": l'aggressione tra gruppi come risultato della frustrazione. Le tendenze
aggressive verso le minoranze piu deboli e accessibili possono essere spiegate anche con la teoria della
frustrazione: circostanze esterne sfavorevoli possono generare frustrazione, che a sua volta genera
aggressivita che si scarica verso bersagli vulnerabili (il capro espiatorio") anche se essi non hanno colpe. Le
critiche che sono state avanzate a questa teoria sono il fatto che livelli assoluti di frustrazione spesso sono
meno efficaci nel provocare l'aggressivita del senso di deprivazione relativo; inoltre essa assume che il
comportamento intergruppi sia guidato dalle emozioni piuttosto che dagli scopi.
Comportamento interpersonale vs comportamento di gruppo. !l comportamento interpersonale (Tajfel)
indica le azioni compiute da un individuo in quanto individuo unico, mentre il comportamento intergruppi
allude alle azioni compiute dall'individuo in quanto membro di un gruppo. Questa separazione permette di
spiegare l'uniformita di comportamento nelle situazioni in cui i gruppi sono psicologicamente salienti e
quando sono a contatto con altri gruppi, senza contare il fatto che nelle situazioni di gruppo i comportamenti
sono diversi anche qualitativamente. Ogni comportamento si situera quindi in un continuum le cui estremita
sono rappresentate dal comportamento interpersonale e da quello intergruppi, in dipendenza da tre fattori:
la consapevolezza dei confini tra le categorie, l'uniformita del comportamento e le percezioni stereotipate.

!l comportamento intergruppi come risposta a interessi di gruppo reali o immaginari

Se un gruppo ha interessi che coincidono con quelli di un altro gruppo, probabile che si instauri un
comportamento cooperativo, perch se l'altro gruppo ricambia l'atteggiamento piu probabile che il risultato
sia positivo. Se invece gli interessi sono in conflitto, piu probabile che si sviluppi un comportamento
competitivo, che puo accompagnarsi ad atteggiamenti preconcetti o anche a comportamenti apertamente
ostili. Questa teoria stata confermata da un celebre esperimento di Sherif sui bambini dei campi estivi,
dimostrando che le due teorie presentate prima sono insufficienti.










59
La semplice appartenenza a un gruppo come fonte di discriminazione intergruppi

Tajfel e i suoi collaboratori dimostrarono che la semplice appartenenza ad un gruppo sufficiente per
provocare un comportamento intergruppi, in particolare provocando giudizi tendenziosi e comportamenti
discriminatori.
Una prima spiegazione di questo fenomeno in quella che sottolinea il ruolo delle norme. !n tutte le culture
in cui sono stati condotti gli esperimenti la consapevolezza di essere membri di un gruppo evoca associazioni
con squadre e giochi di squadra, che rendono estremamente saliente una norma competitiva e quindi il
desiderio di vincere" sull'altro gruppo. Uno dei punti deboli di questa teoria che non possibile prevedere
in anticipo quale norma prevarra in una data cultura (infatti, oltre al desiderio di competizione, ce ne
possono essere molte altre), inoltre le spiegazioni di tipo normativo sono troppo generali e quindi
scarsamente predittive.
Una spiegazione piu convincente quella in termini di processi di categorizzazione. Un'esigenza
imprescindibile per la comprensione, l'organizzazione e la strutturazione del mondo fisico e sociale quella
della differenziazione categoriale. Anche categorie insignificanti per il comportamento in questione (come
l'appartenenza a un gruppo piuttosto che a un altro) sono sufficienti per far s che si verifichi la
differenziazione categoriale, attuando comportamenti diversi per gruppi diversi.
La categorizzazione non solo accentua le differenze tra i gruppi, ma rafforza anche il fatto che membri della
stessa categoria siano considerati piu simili (di solito gli altri gruppi sono visti come piu omogenei del
proprio).
La teoria della categorizzazione non riesce pero a spiegare il motivo per cui il proprio gruppo (e non l'altro)
favorito rispetto all'outgroup.
Un'altra ipotesi quella dell'interesse personale indiretto: si tenderebbe a favorire i membri del proprio
gruppo perch si pensa che essi ricambino il favore; questa teoria presuppone l'esistenza di una reciprocita
di gruppo.
!n ogni caso, le discriminazioni tra gruppi sono un fenomeno complesso, in cui entrano in gioco molte
motivazioni diverse.


























60
Appartenenza a un gruppo e identita sociale

!l nostro senso di identita sociale strettamente legato alle nostre varie appartenenze ai gruppi; questo
fenomeno puo avere delle implicazioni per il comportamento intergruppi, come il fatto tendiamo a vedere i
gruppi a cui apparteniamo sotto una luce piu favorevole perch in questo modo possiamo avere di riflesso
un'opinione piu positiva anche di noi stessi. Le valutazioni del gruppo hanno carattere relativo, cio
giudichiamo il valore e il prestigio del nostro gruppo confrontandolo con gli altri, anche distorcendo le
informazioni (teoria dell'identita sociale). Anche in casi in cui i gruppi sono scarsamente differenziati di per
s, l'affermazione della propria specificita diventa fondamentale e si cerca di diversificare il piu possibile i
gruppi.
Esiste quindi un legame causale diretto tra discriminazione tra gruppi e autostima. Si pensa che questo
legame si verifichi perch generalmente il rispetto di s preferito a una visione neutra o negativa, oppure
perch un'autostima precedentemente bassa, forse derivante dal fatto di appartenere a un gruppo sociale
basso, provochi discriminazione tra gruppi allo scopo di elevarla a livelli normali". Tuttavia le prove
empiriche hanno dato risultati contrastanti; l'ipotesi dell'identita sociale non puo essere quindi del tutto
accettata. !l suo maggiore pregio quello di attribuire un significato ad una vasta gamma di fenomeni che
hanno luogo nei contesti naturalistici.
Sarebbe logico pensare che l'identificazione con il gruppo si accompagni a un favoritismo verso il proprio
gruppo, ma in realta questa correlazione piuttosto instabile, forse a causa del fatto che i processi
psicologici proposti dalla teoria dell'identita sociale non sono attivi in tutti i gruppi.
L'appartenenza a un gruppo di status inferiore un'esperienza negativa, sia in senso materiale che in senso
psicologico. L'esito dei confronti disponibili sara ripetutamente negativo per i membri di questi gruppi. !n
questo stato di cose, una via d'uscita quella di abbandonare il gruppo, cercando di identificarsi in un
gruppo dominante e di entrare in esso. Na non sempre questo possibile; strategie alternative sono quelle
di effettuare confronti solo con altri gruppi di status simile o inferiore, in modo che l'esito sia piu favorevole;
un'altra strategia quella di modificare i parametri del confronto o di inventarne di nuovi; la terza quella di
sfidare direttamente la superiorita del gruppo dominante, rivendicando pubblicamente cambiamenti a livello
economico e sociale.
La scelta della strategia da adottare dipende dall'atmosfera sociale dominante. Se essa non consente di
immaginare modifiche allo status quo, piu probabile che la scelta cada sulle prime due opzioni; se essa
concepita come instabile e illegittimo, potranno optare per la terza.
Un altro fattore decisivo nel generare agitazione sociale quello della deprivazione relativa, cio la
percezione di una discrepanza tra quello che si ha e quello che si pensa di meritare, spesso generata dal
confronto con altri gruppi.

La riduzione del conflitto tra gruppi

Per ridurre i conflitti tra i gruppi utile proporre una cooperazione per raggiungere scopi superordinati;
tuttavia questa strategia ha successo solo se gli scopi sono effettivamente raggiunti e se i ruoli dei due
gruppi sono specifici e complementari. Un altro modo per ridurre i conflitti quello di ridefinire i membri di
due gruppi come appartenenti ad un'unica categoria superordinata, in modo che i membri dell'outgroup
siano ricategorizzati come membri del nuovo gruppo piu ampio, favorendo l'atteggiamento nei loro confronti.
Anche incrociare due o piu categorie sociali ha un effetto benefico, perch i processi della differenziazione
tra le categorie e dell'assimilazione all'interno di ciascuna categoria si neutralizzano a vicenda. !n questo
caso importante pero che le categorie abbiano rilevanza simile.
!l contatto tra gruppi diminuisce il pregiudizio e l'ostilita tra i gruppi, ma solo con la cooperazione per
raggiungere scopi comuni. Anche la misura in cui i soggetti interagiscono in qualita di singoli o di gruppo
importante; ma se il cambiamento positivo dato da una situazione interpersonale, non detto che esso
possa estendersi a tutto il gruppo. Per questo utile mantenere i confini originari fintanto che i due gruppi
sono positivamente interdipendenti e capaci di collaborare in una situazione di uguaglianza.
Questa strategia puo pero anche amplificare i cambiamenti negativi (oltre che quelli positivi), inoltre le
interazioni intergruppali possono essere piu ansiogene di quelle interpersonali, e l'ansia puo ostacolare la
formazione di relazioni sociali armoniose.

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